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Autore: Cap_Kela    25/03/2007    7 recensioni
Quando una ragazza del XXI sec. riapre i suoi occhi smeraldo si ritrova, insieme al suo fratellino, nel XVII sec. in un piccolo porto nei pressi di Tortuga...
"Benvenuta ai Caraibi Tesoro!"
=In ristrutturazione =P
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'UNTITLED'
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Nota delle autrici: (continua a piè di pagina)

Chiedo come sempre scusa a tutti nel ritardo per aggiornare ma il Capo questa settimana non era qui e il capitolo non era del tutto completo sino ad oggi per cui non si poteva pubblicare!

Spero cm sempre che l’attesa sia un po’ ripagata, in questo capitolo abbiamo un po’ seguito le vostre richieste e abbiamo approfondito cosa è successo nella stiva, certo che se il tetto crollava del tutto Jack e Jennyfer morivano così rovinosamente sotto le macerie…

Bhe diciamo che non mi sembrava il caso per cui noi l’abbiamo strutturato un poco meglio anche se devo dire che mi fa fatto ridere questa considerazione, grazie comunque Kathy!! ^^

Abbiamo deciso di concedervi questo così sospirato kiss, ma chi ha detto che sarà l’ultimo?!? Ce n’è di tempo ora della fine! =D

Anche questo capitolo è un po’ lungo, ma siamo fiere del fatto che non vi dispiaccia comunque.

Ringrazio cm sempre tutti quanti per apprezzare la nostra FF e faccio i miei complimenti a Luana per essere stata la centesima a recensire lol, t devo fare un regalo, promesso!! =D

Comunico a tutti voi compresa un’altra nuova lettrice Laurajoe di non preoccuparsi adesso per il finale, dobbiamo ancora raggiungere Isla Oculta, no?! ;)

Continua.

 

Capitolo 26

Carpe diem.

Dei lievi movimenti che mi sfiorano leggermente le gambe spoglie mi fanno risvegliare dal mio profondo sonno, questi lettini che ci ha assegnato il Capitano dall’aspetto molto umile sono più comodi di quanto appaiono, ci dormo benissimo anche se ormai si tratta dell’ultima volta.

Il mio fratellino che riposa al mio fianco si rigira con la sua poca delicatezza e mi riporta del tutto alla realtà.

Attendo qualche istante che la vista appannata dal torpore si stabilizzi e con sguardo armonioso scruto la distesa marina ancora buia fuori dalla finestra e penso alla nottata appena trascorsa: come da me previsto, al contrario delle previsioni di Jack, non ha mai cessato di piovere e infine ci siamo rassegnati al fatto che l’unica soluzione era quella di andare a dormire.

Ho chiesto al Capitano di accompagnarmi in cabina, pensavo che fosse più salutare riposare anche per lui dopo tutto il rhum che si è scolato in una sola sera!

Forse per lui è una cosa più che normale visto che regge bene il rhum… quel liquore… dopo il tuo bacio ne ho sentito il sapore per tutta la notte…

Ogni volta che mi inumidisco le labbra chiudo gli occhi e mi sembra di baciarti ancora.

Abbiamo percorso il corridoio delle cabine silenziosi come due ombre, poi inevitabilmente siamo giunti alla sua porta: emetto un sospiro profondo, di rassegnazione, poi un po’ indifferente proseguo a piccoli passi.

Mi afferra immediatamente per il braccio, leggo un filo di malinconia nei suoi occhi.

…Speravo che lo facessi…

JACK: "Per due notti ti sei infilata nel mio letto senza che concludessimo niente e proprio l’ultima sera mi lasci dormire da solo?!" quella opacità che ricopriva il suo volto viene immediatamente sostituita da una espressione maliziosa.

Sei sempre il solito Jack! Di certo se mi lascio ingannare non ti accontenterai di poco questa volta.

IO: "Ecco…vede Capitano… io… [dannazione! I tuoi occhi di cioccolato mi mettono in suggestione, già è difficile mentirti… pensa Jennyfer, pensa!!!!] io e il mio fratellino abitiamo nella stessa casa ma è grande.. grandissima!!…"

Jack allenta leggermente la presa e si allontana lievemente stralunando gli occhi frastornato.

Vediamo se una delle mie storielle funziona!

Continuo a indietreggiare raggiungendo a fatica la mia cabina, ma Jack non si dà per vinto e mi trattine"..e proprio per questo motivo è come se non ci vedessimo mai, due vite del tutto differenti! Per cui… proprio essendo questa l’ultima sera in cui dobbiamo stare per forza uniti… che ne dice se faccio compagnia a lui invece?!" concludo con un sorrisino innocente aspettandomi di avere almeno l’illusione di averlo raggirato.

Il Capitano riflette qualche istante, poi riacquista sicurezza e domanda con un sorrisino divertito: "Sono un filibustiere più disonesto di te, non abbocco a questi giochetti dolcezza! Perché mi dai del lei adesso?" dice consapevolmente con una sorta di tono di sfida.

Arrenditi Jennyfer, non saprai mai mentire come si deve!

IO: "Ok, non tutto quello che ho appena detto è vero, però… Per favore, lasciami andare, davvero…! Vorrei rimanere con lui quest’ultima notte, non siamo mai stati così affiatati in tutta la nostra vita e non durerà ancora per molto!!" affermo come una supplica socchiudendo gli occhi.

In effetti questo nostro andare d’accordo tra me e Dylan mi ha stupito molto, non è mai successo una cosa del genere a parte quando ci accomunavamo per qualche burla, ma sono stati tanti anni fa…

Il Capitano capisce la mia richiesta, cede il mio braccio dopo qualche istante.

Attendo leggermente ansiosa una sua conferma prima di dirigermi definitivamente verso la mia cabina.

Si mantiene serio, porta per un secondo lo sguardo al pavimento, poi quando lo rialza su di me scorgo amarezza: "Se di questa notte il tempo non ne fosse padrone, la mia vita avrebbe un novo inizio!" (…and the oscar per la scrittura va a… Il Capo!!! XD Se troppo mitica, da dove t escono certe frasi?!? A te poi!! Loool non ditemi che non è favolosa!!! Capo the best 8-) NdCapitana)

Mi sento impallidire in volto, rimango senza parole, che cosa sta a significare questa frase?

Dei brividi mi percorrono tutto il corpo da capo a piedi.

IO: "Cos…?"domando con la voce ridotta a un sussurro indietreggiando verso il muro alle mie spalle.

JACK: "..Concedimi almeno di augurarti l’ultima buona notte!" afferma afflitto facendo un lungo passo verso di me riducendo notevolmente lo spazio tra di noi.

Non so cosa rispondere, ho le idee ancora più confuse, la frase che ha appena pronunciato e questo comportamento mi ha del tutto atterrita.

Acconsento semplicemente con la nuca delineando uno sguardo timoroso.

Si avvicina così rapido che quasi reprimo un sussulto, ma poi il sapore ne risulta così dolce.

Le sue labbra aderiscono alle mie con delicatezza, non lo respingo questa volta, non c’è bisogno di nascondere che lo desideriamo tutti e due in eguale modo.

Nulla impedisce che questa sia l’ultima volta che accada, ma in caso lo fosse… carpe diem!!

Si impara dai pirati a vivere alla giornata, nessuna è uguale alla precedente e mai lo sarà.

Il destino ha tanti assi nella manica, presenta situazioni che cambiano il corso della propria esistenza in un attimo, io stessa ne sono la prova.

E bastato solo che a Dylan balenasse in testa di inseguirmi durante quella gita che credevo orribile per trovarmi qui…

Ora… in questo letto…

con lui al mio fianco a riflettere sul ricordo meraviglioso di qualche ora fa, quando speravo davvero che il tempo avesse pietà di me e di Jack…

Poteva far durare quel momento in eterno mentre facevo scivolare la mano tra i capelli inzuppati di pioggia del Capitano e mi porgevo un po’ di più verso di lui per far durare più a lungo quel bacio senza fine.

Adoro quando hai i vestiti bagnati indosso, aderiscono ancora di più al tuo corpo poco vigoroso ma forte.

Ci siamo allontanati sussurrando un flebile notte, entrambi con una briciola di sorriso in volto.

Un sorriso invece più esteso si allarga ora sul mio viso mentre ripenso a tutto questo.

Rimprovero un po’ me stessa, confutando che è ora di smetterla di sognare come una bambina e dell’importanza di arrivare fino infondo a questa avventura.

Devo a tutti i costi riportare me e mio fratello nel nostro tempo, è la sola cosa più giusta da fare.

Anche se alternative ce ne sarebbero tante, ma infine mi sono decisa a seguire la via migliore.

Almeno credo…

Ho riflettuto tante volte sulla situazione in cui ci troviamo, cosa succederebbe se non tornassimo più nel futuro?

Mi vengono i brividi solo a pensarci, se chiedessi il parere di Dylan mi direbbe senza rifletterci di rimanere perchè si diverte così tanto ad essere un pirata, prende tutto alla leggera e come un gioco lui persino le cose serie!

Ora devo agire, stare qui a meditare non serve più a nulla.

Il destino oggi ha già fatto la sua puntata, deve solo scoprire le sue carte. Il sole non è ancora sorto, ma questa giornata è iniziata dopo la mezzanotte mentre sonnecchiavo tra le braccia di Jack nella stiva.

Mi rigiro sul guanciale, sto per far leva sulle braccia per alzarmi quando la faccia mi si spiaccica su qualcosa di semiliquido spalmato sull’altra metà del cuscino.

IO: "Ma che diavol…?"

Una risatina trattenuta si innalza dai piedi del letto dove c’è il mio fratellino che si contorce dalle risate tenendo gli occhi chiusi.

DYLAAAAAAAN!!! Facevi finta di dormire allora eh!!

IO: "Piccolo furfante-diabolico-dispettoso che non sei altro, cosa diamine è questa robaccia che adesso mi ritrovo in faccia????" sbotto adirata alla follia per questo risveglio non proprio piacevole che il mio fratellino ha architettato con la sua testolina contorta.

DYLAN: "Hahahaha..sorellina… questa maschera di

marmellata di mele ti sta benissimo indosso!!!" dice ridendo a più non posso alzandosi dal letto.

Ecco perché questa schifezza è così appiccicosa!!

IO: "Dove te la sei procurata??" domando con tono disgustato passandomi una mano sulla guancia e ritorcendola subito perché si cosparge della quella sostanza gelatinosa e appiccicaticcia.

DYLAN: "Mi sono intrufolato nella cucina di bordo dove c’era solo un tizio mezzo ubriaco che credeva di star ancora sognando. Non si è nemmeno accorto della mia presenza, ho davvero agito indisturbato!" afferma con tono fiero di se stesso portando una mano al mento.

IO: "Ti disturbo io adesso, VIENI SUBITO QUI!!" urlo saltando giù dal letto e iniziando a rincorrerlo per tutta la stanza.

Dylan sfugge alla mia presa con facilità, quando si tratta di scappare è agile come una gazzella, non è il solito fungo pigrone.

Dalla foga di scappare salta sui letti, scombina lenzuola e cuscini, fa cadere a terra persino il candelabro e il mio pugnale che avevo riposto sul comodino.

DYLAN: "Tanto non riesci a prendermi…tanto non riesci a prendermi!! …Sei una mozzarella maldestra mozzarella maldestra, mozzarella maldestra!!!" ripete a cantilena correndo da tutte le parti.

IO: "GRRRR, se ti prendo soldo di cacio che non sei altro!!!" borbotto rabbiosa.

Lo rincorro ovunque per un po’, poi decido di mettere in atto una mossa decisiva: faccio in modo da ostacolare il suo percorso posizionando una sedia prima che raggiunga il mio letto, voglio proprio vedere se adesso mi scappi diavoletto!!

Il mio fratellino giunto all’ intralcio si blocca per qualche secondo, io sto quasi per acchiapparlo ma lui come solito risulta più furbo di me e aziona un’altra tattica:

apre la porta confinante con la cabina del Capitano e vi si intrufola dentro.

Lo seguo sperando di catturarlo definitivamente, ma ormai non si trova più nella nostra camera.

Appena varco la soglia della cabina di Jack, Dylan è sgattaiolato di nuovo nella nostra stanza e con una smorfia divertita si richiude la porta alle spalle.

Oh no, sono in trappola!!!

Rimango inerte a fissare la parete davanti a me con la bocca spalancata di stupore, poi mi riprendo e inizio a percuotere la porta con forza pregando Dylan di farmi uscire non curante della presenza del Capitano che riposa nella cabina in cui mi trovo.

Del tutto convinta di aver già svegliato Jack mi giro nella direzione del letto lentamente e con già una espressione innocente stampata in viso.

Sul tavolo posizionato sulla parete di fondo della stanza si trova una piccola lampada accesa che sta per consumarsi del tutto e crea una serie di ombre uniformi sul pavimento, tutto intorno è ancora buio.

Sul letto vi è disteso il Capitano: indossa dei pantaloni scuri, una camicia dalle maniche molto larghe che mostra il petto e la bandana rossa scomposta gli ricade sul viso.

È in una delle sue solite pose assurde, con le braccia aperte e le gambe che penzolano giù dal letto.

Mi porto una mano alla bocca per trattenermi dal ridere.

Dall’altra stanza avverto ancora una risatina camuffata.

IO: "Dylan! Sbrigati ad aprire questa porta!!!!" sussurro infuriata.

Dopo la mia ennesima minaccia cessa ogni rumore, silenzio assoluto. Mi ha sentito di sicuro ma fa il finto tonto.

Quel teppista non l’aprirà mai! Come esco adesso di qui??

Bhe, Dylan può anche chiudere a chiave la nostra cabina, ma non di certo la porta di quella del Capitano!!

In punta di piedi mi dirigo furtiva verso l’entrata della cabina.

Afferro la lampada che sta per spegnersi e scruto attentamente le strampalate serrature che sbarrano la porta: si tratta di una catenella, un gancio e un chiavistello dal bordo dorato con una toppa piuttosto grande.

Jack ha paura che gli portino via qualcosa di prezioso?! Sembra la chiusura di una cassaforte!!

Appoggio per terra la lampada, armeggio qualche istante con la ferraglia che serra a chiave la porta e poi già pronta ad esultare e a vendicarmi del mio fratellino abbasso la maniglia.

Tirando la porta non si muove, forse devo spingere! …oh no…

Nemmeno così vuole aprire!!

Sforzo un po’ la serratura ma non c’è nulla da fare, aprire le porte chiuse a chiave non è per niente il mio forte!

Possibile che a Jack non basti mettere tutte quelle ferraglie alla porta, deve pure chiuderla a chiave?!?

Non c’è altro modo per uscire di qui che svegliarlo, sconsolata e afflitta mi avvicino al letto dove dorme il Capitano.

IO: "Jack…? Jack! Sveglia Jack!! E’ quasi giorno ormai, non hai la tua nave da comandare?!?" lo scuoto animatamente ma non ricevo cenno di risposta.

Continuo con insistenza e finalmente il Capitano emette una smorfia di fastidio e senza nemmeno darmi retta si gira dalla parte opposta dandomi le spalle.

IO: "Per favore, mi serve solo la chiave che apre quella dannata porta, poi puoi continuare a ronfare quanto vuoi! …Ti prego Jack!!" affermo con voce supplichevole.

Ancora nessun movimento che indichi una minima intenzione di aprire gli occhi da parte del Capitano.

Uffa, non voglio rimanere qui a fissare lui che dorme, semmai me ne ritorno nel mio letto e mi levo questa schifezza dalla faccia, che inizia a diventare rivoltante per lo più!

Quasi rassegnata mi siedo pesantemente e sbuffando sul bordo del letto di Jack.

Sposto alla mia destra un cuscino abbandonato malevolmente sul fondo del letto e con disappunto domando: "Non c’è modo per svegliarti e farti alzare di qui, vero?"

"Direi che se ti presentassi di nuovo nella mia cabina con solo la biancheria intima indosso…" afferma Jack con voce roca e assonnata facendo spuntare la testa da sotto il cuscino in una smorfia maliziosa per osservare la mia reazione.

L’ammasso di piume raccolte in una fodera che avevo appoggiato precedentemente alla mia sinistra finisce violentemente in faccia al Capitano.

IO: "JACK!!! C’è mio fratello nella stanza accanto!!" affermo indispettita e adirata.

Si solleva scattando immediatamente seduto sul letto sorpreso dalla mia pronta reazione.

JACK: "Che razza di risveglio è questo, una cuscinata in faccia?!?" dice contrariato massaggiandosi il naso dolorante.

IO: "Oh la prego mi perdoni mio Capitano![affermo unendo le mani come in preghiera e con un tono finto-mentito] Tanto da domani non sarò più un tuo problema! Ho cercato di essere più dolce prima, ma con te si finisce sempre per usare i metodi drastici!!" concludo innervosita alzandomi dal letto e dirigendomi verso la porta.

Sbrigati ad alzarti che non ho voglia di rimanere ancora rinchiusa qui!!

JACK: "Cosa hai in faccia?" domanda scostando le lenzuola e raggiungendomi con una camminata strampalata dovuta ai rimasugli di alcol della notte passata.

IO: "..Marmellata di mele.." dico vaga bloccandomi a metà strada con la testa bassa e un’espressione disgustata.

JACK ridacchiando: "Non sapevo che la marmellata di mele, per essere degustata, dovesse essere spalmata sul viso!" afferma posizionandosi di fronte a me.

IO: "Ah ah ah… spiritoso! È tutta colpa di Dylan che me l’ha cosparsa sul cuscino!" rispondo mordace.

Piccolo diavoletto…

Jack sorridendo incuriosito posa una mano sul mio collo, dalla stessa parte dove si trova la marmellata.

Un brivido percorre la mia schiena e, mentre delicatamente mi accarezza con un dito la guancia imbrattata di marmellata, sento un calore invadermi tutto il corpo.

Quando allontana la mano dal mio viso e si porta il dito alla bocca per assaggiarne ciò che vi è sopra, provo un senso di vuoto che toglie il fiato e mi provoca affanno.

Rimango immobile a fissarlo, senza accorgermi che lui sta facendo la stessa cosa.

Il silenzio viene spezzato dalla voce penetrante di Jack che sembra risuonare in ogni angolo della camera.

JACK: "E’ estremamente dolce…" sussurra seducente avvicinandosi al mio volto.

Avverto il suo respiro sempre più vicino, insistente sul mio collo e un tepore accostarsi alle mie labbra.

Tutto ciò ai miei sensi appare come una tortura perché, anche se pochi millimetri ci separano, li percepisco come se fossero metri.

Non è vero che ho voglia di andarmene, voglio restare… restarmene qui…

Da domani ci saranno quasi quattrocento anni a dividerci, di te non saranno rimaste neppure ceneri e io non sarò neanche venuta al mondo, ma tutto ciò si può ancora combattere, adesso! Carpe diem Jennyfer!!

I pensieri si affollano nella mia mente come se la barriera immaginaria che li teneva separati si fosse spezzata magicamente, mi confondono, innervosiscono ma devo mantenermi quieta!!

Le sue mani scorrono dolcemente lungo la mia schiena, mi stringono forte come se volessero trattenermi con se il più possibile, tutto il tempo che rimane…

Dapprima non mi oppongo, mantengo solo gli occhi fissi e un po’ spaesati sui suoi.

Infine questi atti di dolcezza svuotano completamente la mia mente, in un solo istante di sconsideratezza afferro il suo viso tra le mani e Jack conclude il gesto unendo le nostre labbra.

Sembra buffo ma rimaniamo per un attimo entrambi sorpresi da questa azione impulsiva, anche se avverto che contraccambia il mio desiderio partecipando con passione al bacio.

Mi sento sollevata, tutte le mie ansie e paure scivolano via dal mio spirito frantumandosi in mille pezzi come il vetro di uno specchio rotto.

Eh si ci sto così bene con te… Sento che non devo usare quella ‘corazza’ ingenua ma allo stesso tempo aggressiva che porto sempre per proteggermi… ci sei tu a farlo!

Faccio scendere le mani dal mento di Jack per poi raggiungere le spalle e portarle all’altezza del suo torace.

La camicia che indossa più assomigliante a una maglia non è provvista di bottoni, ne afferro due lembi e la sfilo dal risvolto che crea all’altezza della vita.

Con lentezza la faccio scivolare via ripercorrendo struggente il petto del Capitano.

Approfitto del momento in cui le nostre labbra si dividono, permettendoci di respirare, per distaccarmi del tutto da lui.

Jack riapre del tutto gli occhi e mi fissa sorpreso.

Io rispondo con un sorrisino beffardo e compiaciuto utilizzando la sua camicia per ripulirmi la faccia dalla marmellata ancora appiccicata con disinvoltura.

Il Capitano rimane perplesso e accigliato cercando di capire il motivo della mia azione.

IO sogghignando: "Grazie Capitano! …Credevi forse che avrei lasciato questo tempo senza vendicarmi del tuo scherzo di poco gusto quando mi hai tolto la scala da sotto i piedi?!?!" domando con tono di intimazione restituendogli la camicia un po’ in malo modo.

La riprende al volo e sorride tra se e se consapevole di essere stato uno sprovveduto.

Il suo sorriso pero è tirato, non posso scorgere totalmente la sua reazione perchè inchina il viso verso il suolo portando una mano sulla bandana.

Scuote la testa e poi si allontana definitivamente da me.

In questo momento se mi avessero infilato un pugnale nel cuore forse soffrirei di meno.

Non sono stata leale, ma questo non è dovuto solo al fatto che sono una gran permalosa, cerco disperatamente un modo per allontanarti da me, non posso trascorrere queste ultime ore corrodendomi l’anima.

Soffro in silenzio per non mostrarmi debole.

Sono un’indegna ipocrita, lo so, ma non trovo alternativa…

La porta confinante alla mie spalle si apre violentemente, ne sbuca Dylan con un sorriso furbesco che una volta entrato mi osserva raggiante confutando che il suo ennesimo dispetto si è concluso secondo i suoi piani.

Mi guarda meglio e esclama storcendo il naso: "Uffa hai già pulito la marmellata… eri così bella Jenny!!"

Che bambino premuroso nei confronti della sorella più grande vero?!

IO: "Si immagino! Mi avevi fatto diventare la Donna di glassa… magnifica!" dico in tono esasperato.

Senza dare tanto peso alla mia risposta il mio fratellino si mette a saltellare giocoso intorno a tutta la stanza.

JACK: "Hey giovanotto, cos’è tutta questa frenesia?!" domanda mentre finisce di indossare una camicia pulita senza rivolgermi lo sguardo.

Questa volta fai bene a prendertela con me Jack…

DYLAN: "Sono contento, sono contento… Isla oculta è qui a due passi, la raggiungiamo presto!! Adesso ho voglia di giocare, giocare, giocare!!"

Ecco, il solito bambinetto!

IO: "Giocare?!?!?"

DYLAN: "SIIII dai giochiamo!!" dice entusiasta come incitamento tra una risata e l’altra correndo per tutta la cabina, fin quando non raggiunge il letto del Capitano e vi ci sale sopra iniziando a saltellare.

Il Capitano sorride notevolmente poi risponde: "Va bene ragazzino… ma smettila di saltare sul MIO letto!"conclude con un tono leggermente di rimprovero.

DYLAN: "Va bene! Ma la supplico Capitano, partecipi anche lei!!" domanda con tono di scongiuro con gli occhi dolci aggrappandosi ai pantaloni di Jack in una condizione che non può dir di No.

Quando saremo nel futuro di certo non stresserà più nessuno, ha tutti i giochi che vuole! E va bene, vediamo di accontentarlo per ora!

Mi guardo intorno alla ricerca di qualche spunto.

Su di uno scaffale scorgo degli oggetti ammucchiati in modo disordinato.

Non è il massimo dell’ordine quest’uomo eh…

Mi avvicino sperando di trovare qualcosa di utile.

Trovo bicchieri, bottiglie vuote, oggetti di poco valore e un pezzo di stoffa nero.

Quest’ultimo potrebbe essermi proprio di aiuto!

Lo alzo in direzione di Dylan sventolandolo allegramente.

Ricevo uno sguardo accigliato, il mio fratellino si avvicina per vederlo meglio e poi dice: "Vorresti tentare di coprirti con quel misero coso?!? Ma non vedi che sei troppo grassa!"

IO: "GRASSA?!?!?! Con la palestra ho una preparazione fisica quasi completa io!! Sei tu che con il tuo cervello proporzionato alla tua statura non riesci a capire niente!"

Urlo di rimando.

DYLAN: "E con questo cosa vorresti insinuare Herculessa????"

IO: "Lasciamo perdere, volevo solamente proporre con questo di giocare a mosca cieca!" spiego ancora innervosita mostrando il frammento di tessuto.

JACK: "Ottima idea…" risponde anche se non interpellato, si

avvicina me e prende la stoffa tra le mani.

"…inizi tu!" afferma in tono neutrale.

IO: "Cosa, perché io??"

JACK: "Sei tu ad aver proposto il gioco!" dice posizionandosi alle mie spalle.

Bene, io mi rendo utile e poi non ricevo mai nessuno riconoscimento, ma quando mai ho pensato di fare questo stupido gioco per bambinetti dell’asilo cercando di accontentare quella sottospecie di nano!

Vedo arrivare davanti a me le sue mani e poi la vista mi viene oscurata dal panneggio scuro.

Le sue mani si muovono a una leggera distanza dalla mai nuca per creare un nodo e concludono accarezzando dolcemente il mio collo, anche se quel gesto non era necessario per bendarmi.

Deglutisco rumorosamente per impedirmi di arrossire.

Quando si allontana avverto altre due mani prendermi per i fianchi e indurmi a girare su me stessa ripetendo: "GIRA…GIRA!!!"

IO: "Basta che non mi fai cadere a terra ottavo nano!!!"

Alle prime due giravolte riesco a ricordare in che posizione nel quale mi trovavo per poi orientarmi, ma dopo poco perdo la percezione dello spazio e non riesco più a capire dove sono esattamente.

Istintivamente porto le mani innanzi per paura di sbattere contro qualcosa, e mi dirigo nella direzione dove percepisco abbastanza distintamente le voci di Jack e Dylan.

Sbatto due o tre volte contro una sedia o un tavolo senza farmi tanto male per fortuna, poi inciampo anche su degli oggetti abbandonati per terra.

Dylan ride più non posso e io provo a seguirlo facendo alcuni passi decisi ma sempre in modo instabile.

Sfortunatamente attraverso la sua voce raggiungo solo una delle pareti della nave, di Dylan manco l’ombra.

Improvvisamente percepisco un soffio caldo sfiorarmi il collo.

Sicura che fosse Jack mi giro di scatto per prenderlo, ma la mia mano smuove solamente aria e non riesce a toccare nessuno.

IO: "Uffa ma dove siete finiti??" dico quasi affranta.

Colgo un movimento furtivo alle mie spalle, girandomi velocemente riesco ad afferrare un orlo di camicia.

IO: "Preso!!!"

"Jennyfer, uffa, perché hai preso proprio me?" dice tediato.

Togliendomi la benda dal volto rispondo: "Niente storie ora tocca a te fartellino!!"

DYLAN: "Però Jack deve uscire…se no come faccio a prenderlo?!…"

Uscire???

"…Capitanooo!" urla a gran voce.

Un’anta del gigantesco armadio si spalanca e subito dopo si affaccia Jack.

JACK: "L’hai preso! Però, ero convinto che non ci riuscissi!"

IO: "Non vale… come avrei potuto prenderti se tu eri li dentro!!!!" affermo offesa.

JACK: "Infatti, tu non dovevi prendermi!" risponde sollevato uscendo definitivamente dall’ingombrante mobile.

Scuoto la testa rassegnata, bendo Dylan e inizia subito il suo turno di gioco!

Mentre fa delle giravolte su se stesso come stabilito, comincio a correre in giro per tutta la stanza, cercando di non fare rumore in modo da non farmi prendere.

Mi muovo per tutto lo spazio a disposizione, poi raggiungo il mio fratello e abbassandomi gli tiro i pantaloni per stuzzicarlo.

Si gira di scatto chinandosi con l’intento di prendermi, ma io riesco a tirarmi indietro appena in tempo per non essere toccata.

DYLAN: "Ora non mi scappi!" dice dirigendosi verso la parte opposta a quella nel quale mi trovo.

Indietreggio immediatamente convinta che riesca grazie alla sua furbizia nel suo intento, ma confutato il risultato rimango illesa a fissarlo.

No comment.

Dato che sono ‘libera’ cerco per la stanza Jack, lo scorgo dinanzi alla porta confinate che mi incita a seguirlo con un dito appoggiato sulla bocca per dirmi di non attirare l’attenzione di Dylan.

Mi avvicino e senza fare troppo rumore ci addentriamo entrambi nell’altra stanza.

Una volta chiusa la porta alle nostre spalle tiro un sospiro di sollevo e appoggiatami con la schiena verso la parete non riesco al trattenermi dal ridere, Jack fa lo stesso.

Mi porto una mano alla bocca per mascherarla ma non’appena i nostri sguardi si incontrano scendiamo in un silenzio imbarazzante.

Ripensando a ciò che è successo poco prima dell’arrivo del mio fratellino, o per meglio dire cosa stava succedendo, arrossisco leggermente.

Per non farmi vedere fingo di scrutare l’orizzonte che si sta colorando di sfumature calde fuori dal vetro della finestra.

Il mio gesto non funziona, Jack mi si avvicina posandomi una mano sul mento rivolgendomi il viso verso di lui.

JACK: "In realtà volevi fare con me, ciò che hai iniziato oppure ciò che sei finita col fare?"domanda allettante.

Rimango sorpresa e perplessa, anche se non ho capito molto il filo del suo discorso, capisco perfettamente a cosa che si riferisce, non me l’aspettavo una domanda simile.

Non so minimamente come rispondergli!!

IO: "Perché secondo te cosa potevo voler fare?" chiedo fingendo di non aver capito la sua richiesta.

Sorride malizioso e poi dice ironico: "Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda!"

Era un modo per raggirarti…

IO: "Già… Me n’ero scordata" affermo abbassando lo sguardo e cercando di sfuggirgli.

Mi dirigo verso la porta per tornare nell’altra stanza, appoggio già la mano sulla maniglia, ma viene sovrastata dalla sua con un gesto fulmineo facendomi intendere di rimanere. Prendendomi per un braccio mi fa volgere del tutto verso di se impedendomi di guardare qualsiasi altra cosa se non il suo volto.

"Guardami negli occhi e dimmi che non provi niente nei miei confronti" afferma terribilmente serio.

Sento si sgranare gli occhi leggermente, rimango sconvolta non mi sarei mai aspettata che mi porgesse una domanda così semplice ma eccessivamente complicata.

Boccheggio cercando di catturare un po’ d’aria, l’agitazione non mi permette di respirare regolarmente.

Il mio cuore palpita, sembra voler fuoriuscire dal mio petto e rivelare in tutta sincerità il suo segreto, avverto una fitta allo stomaco lacerante.

Lo sguardo mi si appoggia su ogni oggetto, dettaglio, particolare tranne che sugli occhi di Jack.

Percepisco i secondi come se diventassero minuti e i minuti ore.

I miei sentimenti prendono il sopravvento, urlando a squarciagola una determinata risposta, mentre la ragione viene annebbiata e ridotta ad un sussurro.

Inevitabilmente incrocio il mio sguardo con quello del Capitano ed è come se il tempo si fermi ancora, come ha già fatto tante volte in precedenza… tutto mi appare più chiaro.

Il volto di Jack è sereno, anche se attente deciso un riscontro come se quello che sentirà sarà quello giusto.

"Mi sembra il momento più opportuno perché tu sappia la verità…" confermo un po’ esitando.

Mentre sto per riaprire bocca qualcosa in me si blocca.

Perdo improvvisamente e del tutto la sicurezza che mi incoraggiava qualche secondo prima.

Cosa cambierebbe se sapesse il vero? Assolutamente niente…

Io non dovrei neanche esserci, non esisto, non conosco persino io il motivo per cui veramente mi trovo qui.

Sei un uomo unico Jack, in alternativa a me ci sono milioni di donne, forse anche migliori, non avrai difficoltà a ghermire il cuore di qualcun’altra…

Meglio che anche tu ti abitui presto al fatto che non tutto può andare sempre secondo i tuoi piani anche se ci credi con tutto te stesso!

Un NOI non potrà mai esserci, è troppo tardi ormai… il destino ha fatto la sua scelta sei obbligato a seguirla.

"…io non provo assolutamente nulla per te, se insinui che ci sia amore nei tuoi confronti!"

Ma cosa diavolo ho detto??

Affermo questo con il tono più falso del mondo credo.

Le labbra di Jack si spiegano in un sorriso ‘beffardo’ di chi sa capire l’inganno, ma non tenta di rivelarlo.

Lascia la presa e si allontana di qualche passo.

In tono altezzoso afferma: "Era ciò che volevo sentirmi dire" nella sua voce sono riuscita a captare una gradazione di delusione.

Io cerco il meglio per tutti e due e lui complica sempre tutto, è ingiusto!

Non sto dando la colpa a lui, ma rende tutto molto più complicato di quanto già non lo sia così…

La mia riflessione viene interrotta dall’ ennesima irruzione di Dylan che si arrabbia perché eravamo scappati in segreto.

DYLAN: "AH vi eravate nascosti, e poi tu sorellina parlavi di correttezza eh!!!" sbraita offeso.

Nota che non gli do retta e mantengo lo sguardo fisso sul Capitano per cercare di intendere la sua reazione.

DYLAN: "E va bene, basta giocare! Capitano usciamo da qui così Mozzarella si veste e poi ci prepara una bella colazione…e tu [dice rivolto a me] sbrigati che ho fame!!"

Agli ordini grande puffo!

Detto questo prende per mano Jack che non lo contesta e lo segue apparendo illeso, dopo qualche scambio giocoso di parole entrambi si dirigono sul ponte.

Volevo avvertirvi che il Capo ha deciso di essere molto cattiva per il gran finale!

In poche parole intende farvi penare un po’ sulla fine (ultimo capitolo), ma la sottoscritta Capitana assicura a tutti voi che ne varrà di certo la pena, per le lamentele prendetevela con me! :P no scherzo ^^

Alla prossima

Bacioni!!

Kela and Diddy

(Capitana and Capo)

 

   
 
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