Buongiorno!
Eccomi
con il primo capitolo effettivo della storia.
Ok,
devo avvisarvi che questa sarà una storia piuttosto lenta: ci
saranno molti momenti di riflessione e a volte i personaggi
potrebbero essere un po' OOC.
Credo
che Lila stessa sia diversa dalla ragazza che vi ho presentato
nell'altra storia, soprattutto in questi primi capitoli.
Penso
che sia dovuto al fatto che fino ad ora l'abbiamo vista in
determinate situazioni, molto meno personali di quanto non siano
quelle presentate in questa storia ed è per questo che il suo
approccio sarà molto diverso.
Devo
ancora decidere chi sarà il cattivo di questa storia, ma penso
proprio che me lo inventerò di sana pianta.
Per
quanto riguarda l'OOC dei personaggi, ditemi voi cosa ne pensate.
In
ogni caso, vi auguro buona lettura per entrambe le storie.
Capitolo I
Fidarsi è un po' come camminare sospesi nel vuoto
Steve
era seduto nella solita sala di riunione dei Vendicatori e stava
pensando a dove fosse il direttore.
Aveva
detto che sarebbe tornato presto, ma era il giorno prima e Steve
cominciava a perdere la pazienza, anche se non era sicuramente
l'unico.
Anche
Tony cominciava, dall'altro lato del tavolo, a dare segni di noia.
“Detesto
interrompere questi momenti, ma qualcuno sa dov'è finito Fury?”
domandò Stark mentre si alzava e andava ad armeggiare con un
computer, probabilmente più per fare qualcosa e passare il tempo che
per altro.
Tutti
alzarono le spalle, chiaro segno che ne sapevano tanto quanto lui.
L'unico
motivo per cui Steve voleva fare in fretta era la speranza di poter
tornare presto a casa da Lils.
Non
le aveva detto dove sarebbe andato nella speranza che lo S.H.I.E.L.D
non avesse bisogno di convocare anche lei e per non farla
preoccupare, ma gli mancava terribilmente.
Erano
due giorni che non assaggiava la tenera consistenza delle sue labbra
o non sfiorava la morbidezza della sua pelle. Il suo profumo di rose
e gelsomino era evaporato dalla sua pelle.
“Piuttosto,
qualcuno sa perché siamo qui?” stavolta fu Bruce a parlare, ma la
risposta fu sempre il solito silenzio.
“L'informazione
dilaga” scherzò Stark mentre si apriva un pacchetto di patatine.
Poi
chiese ancora “Chi manca?”
“Thor
e Lila, direi. Non è venuta con te?” domandò Natasha guardando
Steve. L'uomo si trovò momentaneamente in difficoltà, restio ad
ammettere che non le aveva neanche chiesto di seguirlo.
La
verità era che sarebbe stato molto più tranquillo a saperla al
sicuro, lontana dal pericolo.
Era
certo che se le avesse detto dove stava andando lei lo avrebbe
seguito, anche a costo di farlo a sua insaputa. A volte era davvero
testarda ai limiti dell'incoscienza.
“Non
credo verrà” si limitò a dire.
“Credo
che Fury sia andato a prenderla” ipotizzò Clint.
In
quel momento mille prospettive si dipanarono di fronte agli occhi di
Steve ed erano tutti quei mille modi in cui Lila avrebbe potuto
fargliela pagare.
Non
era neanche da prendere in considerazione l'eventualità che
soprassedesse: c'erano più possibilità che all'improvviso il Sole
si spegnesse.
Nello
scenario più idilliaco gli avrebbe gridato contro, ma a essere
realisti era molto più probabile che si vendicasse a tempo debito...
sì, quello era decisamente il suo stile.
Era
stato un folle a pensare che non lo sarebbe mai venuta a sapere.
Diamine, lei era Lila e sembrava avere occhi e orecchie dovunque!
Si
batté una mano sulla fronte e si chiese quando, quando gli era
venuta l'idea di poterla fare franca.
“Che
c'è, Capitan Furbizia, volevi che se ne stesse a casa e non le hai
detto niente?” lo prese in giro Tony mentre Bruce al suo fianco
scuoteva il capo, poco convinto.
“Speravo
che lo facesse” borbottò lanciando un'occhiataccia a Stark. Non
era il momento di fare dell'ironia, ecco. Lui
rischiava di passare da supersoldato vivo a
morto in meno di tre secondi e non c'era proprio niente di
divertente.
“Chi
sperava cosa?”
Lupus
in fabula! In quel momento Lila fece il suo ingresso nella sala con
l'espressione poco pacifica che prometteva guerra.
Nonostante
tutto, Steve non riuscì a non provare la solita stretta allo
stomaco, la sensazione che provava ogni volta che la vedeva. Non
si sarebbe mai abituato alla sua bellezza e non avrebbe mai smesso di
stupirsene, proprio come un bambino che vede per la prima volta un
arcobaleno.
Tony
sghignazzò divertito mentre si avvicinava per salutare la nuova
arrivata “Oh, nessuno. Sai, ci chiedevamo come mai non fossi qui”
Tony
le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse brevemente con
un sorriso divertito che Lila non ricambiò.
Steve
prese nota di fargliela pagare appena possibile: l'ultima cosa di cui
aveva bisogno era che qualcuno soffiasse sul fuoco.
“Per
la verità io mi chiedevo perché voi foste
qui”
“Non
ne sapevi niente?” le domandò innocentemente Tony e a Steve venne
voglia di ringhiare.
“No”
si limitò a dire Lila prima di voltarsi verso di lui. Si avvicinò e
si chinò su di lui, fulminandolo con gli occhi.
“Io
e te facciamo i conti più tardi” sibilò a pochi centimetri dal
suo viso e Steve si protese per avvicinarsi a lei.
“Dai,
Lils, non te la prendere” provò a blandirla sfoderando il suo
miglior sorriso, ma a quanto pareva lui era l'unico a lasciarsi
ancora incantare perché lei rimase impassibile.
Anzi,
se possibile il suo tentativo la fece arrabbiare ancora di più.
Lila
mulinò i capelli e si lasciò cadere su una sedia a caso, ma Steve
non si diede per vinto.
Fece
per dirle qualcosa, ma in quel momento fece il suo ingresso Fury
seguito da qualcuno che nessuno pensava di vedere lì.
Thor
non era cambiato per niente in quei sei mesi e Lila gli rivolse un
sorriso luminoso quando lo vide entrare. Un sorriso che si frantumò
quando infine entrò Loki.
*
Lila
avrebbe voluto provare paura e indignazione nel vedere Loki lì e,
soprattutto, libero, ma
sarebbe stata una bugia dire che effettivamente si sentì in quel
modo.
A
dire il vero provò una profonda sensazione di sollievo e qualcosa di
simile alla speranza che si riaccendeva in lei.
Aveva
sempre pensato di poter fare di più per aiutarlo e vederlo lì,
anche senza sapere perché, era come se le venisse data quella
possibilità, di nuovo.
Lo
avrebbe preso per mano e lo avrebbe aiutato a fare le scelte giuste.
Lo avrebbe preso a calci, se fosse stato necessario per farlo rigare
dritto, ma non gli avrebbe permesso di cadere di nuovo nel baratro.
Era
tutta colpa del suo stramaledetto istinto da crocerossina: suo
fratello diceva sempre che un giorno le avrebbe procurato dei guai. Oppure
si trattava di una qualche strana forma di sindrome di Stoccolma, ma
non le importava. Sperava solo che Steve non fraintendesse la
situazione.
Il
fatto che volesse fare qualcosa per Loki non voleva dire niente;
sentiva di doverlo fare, anche se non sapeva in base a cosa: era il
suo istinto.
Non
diede a Fury il tempo di parlare e, tra le proteste generali, si alzò
e coprì la distanza che li separava dai due fratelli con poche
falcate.
Non
poté trattenersi dall'abbracciare il dio del tuono, benché credesse
che la cosa lo mettesse a disagio.
Ridacchiò
nel sentire che si tendeva come una corda di violino e poi si
rilassava nel suo abbraccio.
Eppure
non avrebbe dovuto essere sorpreso: Lila forse non era brava a
esprimere a parole i propri sentimenti, ma non si era mai tirata
indietro dal dimostrarli con abbracci, carezze e sorrisi.
Lo
lasciò andare e gli regalò un bel sorriso, prima di voltarsi verso
il fratello. Divenne improvvisamente seria, facendo correre lo
sguardo sulla figura di Loki.
Era
alto e – non avrebbe voluto che così non fosse- affascinante come
lo ricordava. L'unico problema erano le occhiaie che gli circondavano
gli occhi e il pallore più pronunciato. Per il resto sembrava stare
bene, così si sciolse in un breve sorriso.
“Finito
l'esame, principessa?” la prese in giro con un sorriso beffardo, in
parte infastidito per quell'accurata scansione.
“Simpatico”
borbottò la ragazza “avevo dimenticato quanto fosse piacevole
parlare con te” ribatté lei e
Loki accennò a un sorriso divertito: ecco finalmente un
interlocutore degno di quel nome, qualcuno che riuscisse a tenergli
testa.
“Non
mi abbracci neanche?” la schernì, ma dietro la maschera si scoprì
a sperare vivamente che lei lo facesse.
Si
disse che era solo perché era rimasto chiuso in una prigione, da
solo, per tanto tempo: chiunque avrebbe agognato un qualunque
contatto umano.
Lila
scosse il capo, lasciandolo insoddisfatto e deluso: avrebbe voluto
avere almeno un abbraccio, ma la ragazza non sembrava intenzionata a
stringerlo a sé come aveva fatto con il fratello.
Doveva
ammettere di essersi quasi dimenticato quanto gentili fossero i suoi
lineamenti, quanto rosse le sue labbra o azzurri i suoi occhi.
Ovviamente non avrebbe mai detto niente del genere ad alta voce, ma
nel segreto del suo animo poteva concedersi di pensare che fosse la
cosa più bella che vedeva da... be', da un pezzo.
“Sei
crudele”
“Non
la peggiore in questa stanza, ne converrai con me”
Loki
alzò le spalle e si accomodò su una sedia accanto al fratello
mentre la ragazza veleggiava verso Capitan America.
Quando
Lila si lasciò cadere sulla poltroncina girevole si accorse che
Steve la stava fissando e la sua espressione era, per Lila, un libro
aperto.
Era
contrariato, per non dire arrabbiato, ed era abbastanza certa che il
problema fosse Loki. Se non fosse stata tanto indispettita per la
bugia gli avrebbe stretto una mano per confortarlo, ma si limitò a
mostrargli un sorriso e un'espressione un po' addolcita.
“Cosa
ci fa lui qui?” domandò Tony indicando il dio dell'inganno che
sorrise alla volta di Iron man.
Lila
era abbastanza sicura che quei due avrebbero potuto andare d'accordo.
Dopotutto,
sotto certi aspetti -ironia, malizia, ancora ironia e intelligenza-
erano davvero simili.
“E'
qui per aiutarci. E così veniamo al motivo per cui vi ho convocati”
intervenne Fury e cadde il silenzio. Tutti erano voltati verso di lui
e lo ascoltavano con attenzione.
“Due
settimane fa, una cittadina in Brasile è stata attaccata. Quando i
nostri agenti sono sopraggiunti, le nostre forze li hanno messi in
fuga. Pensavamo che fosse finita lì, ma la stessa cosa si è
ripetuta la settimana scorsa e tre giorni fa” spiegò, salvo poi
venire interrotto da Lila.
“E
chi sono questi fantomatici nemici?”
“E'
questo il punto. Non lo sappiamo. Sembrava un normale esercito di
mercenari, ma si sono rivelati molto più forti di qualunque essere
umano. Per questo ho permesso a Thor di portare lui, nella speranza
che possa aiutarci” chiarì indicando Loki che intanto continuava a
sorridere come se fosse la persona più felice del mondo.
“E
tu puoi aiutarci?” domandò con scetticismo Tony guardando il dio.
“Tu
vuoi aiutarci?” lo corresse Steve mentre riservava a Loki
un'occhiata poco gentile.
“Non
mi è stata data molta scelta. E' la mia occasione per accorciare la
mia pena” spiegò.
“E
come facciamo a fidarci di te?” gli domandò Bruce.
“Non
farà niente per sabotarci, garantisco io per lui” intervenne per
la prima volta Thor.
Lila
non disse niente, ma non aveva bisogno di Thor facesse da garante.
Qualcosa le diceva che Loki non avrebbe tentato di fare nulla per
tradirli, forse perché aveva anche lui i suoi interessi in quella
guerra.
E
se mai avesse provato a passare al lato oscuro ci avrebbe pensato lei
a riportarlo sulla giusta strada, anche a costo di riportarcelo a
forza.
Ma
gli altri non sembravano convinti e, anzi, erano piuttosto lontani
dall'esserlo così Lila pensò che fosse il caso di intromettersi.
Non credeva che il suo intervento sarebbe stato deciso -al contrario,
era certa che ognuno sarebbe rimasto della sua idea perché erano le
persone più testarde del mondo, oltre che le più speciali- ma
sentiva di dover dire la sua, come se qualcosa la spingesse a non
tenersi tutto dentro.
“Io
mi fido” disse e con tre semplici parole riuscì ad attirare gli
sguardi di tutti su di sé. C'era chi la guardava semplicemente e chi
la fissava con tanto d'occhi come Steve, ma lei aveva occhi solo per
Loki in quel momento.
“Hai
un'occasione, non me ne far pentire”
Si
chiese distrattamente se le sue parole suonavano melense e
assolutamente scontate come le sembravano, ma preferì non sapere la
risposta.
“E
se dovessi deluderti?”
Lila
gli rivolse un sorriso mettendo in mostra i denti bianchi “Non lo
so, ma sono sicura di riuscire a inventarmi qualcosa. So essere molto
fantasiosa, a volte”
Loki
chinò il capo con un sorriso malandrino “Agli ordini, mia signora”
Lila
abbozzò un sorriso prima di alzarsi “Bene, sbrigate le formalità,
io vado a disfare i bagagli. Conosco la strada” anticipò Fury che
stava per dire a qualcuno di accompagnarla e si diresse verso la sua
stanza.
*
Steve
si chiuse la porta alle spalle e abbracciò con lo sguardo tutta la
stanza. Lila stava armeggiando con alcuni abiti e li stava riponendo
in un armadio.
Era
certo che si fosse accorta della sua presenza anche se non diede
segno di averlo fatto. Dal canto suo Steve decise che era presto per
rovinare quella pace con un litigio, perciò si sedette su una sedia
e rimase ad ammirarla mentre si muoveva per la stanza.
A
volte lo stupiva la quantità di tempo che avrebbe speso
semplicemente guardandola. Non si sarebbe mai stancato di osservarla
mentre si spostava o sorrideva o semplicemente era presente.
Tutto
di lei lo attraeva, dal profumo dolce agli occhi grandi ed
espressivi.
Lila
lo prendeva sempre in giro e gli diceva che cadeva nei cliché
peggiori della storia del mondo, ma lui non poteva proprio farci
niente né voleva perché sospettava che, dopotutto, a Lila piacesse,
anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Non
voleva che lei fosse arrabbiata; le aveva mentito per proteggerla,
perché non avrebbe sopportato di sapere di non poterla difendere
come avrebbe dovuto mentre era impegnato a combattere. Ma quella per
Lila non sarebbe stata una spiegazione valida né sufficiente.
Orgogliosa com'era non avrebbe mai ammesso di essere più in pericolo
di tutti loro.
Aveva
imparato a combattere, era vero, ma a Steve non bastava per stare
tranquillo.
Fu
strappato dalle sue riflessioni da un movimento repentino della
chioma di Lila e quando alzò lo sguardo per incontrarne gli occhi li
vide lampeggiare.
Ecco,
era arrivato il momento dello scontro. Con un sospiro pesante si alzò
e le si mise di fronte.
“Perché
non mi hai detto che saresti venuto qui?”
“Volevo
proteggerti”
“Non
hai ancora capito che non ne ho bisogno?”
“Questo non è il
genere di cosa che una persona umana può affrontare senza rischi,
Lils!” la afferrò per le braccia e le strinse. La ragazza non si
aspettava una reazione così forte e spalancò gli occhi in
un'espressione sorpresa.
“Non
capisci? L'ho fatto perché ti amo e non sopporterei di perderti. Non
riesco” sibilò, come se le parole gli uscissero con difficoltà “a
pensare alla mia vita senza te”
Lila
rimase in silenzio.
Era
una frase grande, mastodontica e occupava tutto lo spazio tra loro.
Lila ne sentiva tutto il peso addosso e il suo calore sulla pelle che
piano piano penetrava a fondo e raggiungeva il cuore.
Le
faceva paura la grandiosità di quelle poche parole, ma allo stesso
tempo erano bastate quelle per farla approdare a una realtà che non
aveva mai compreso del tutto.
Una
cosa che sapeva da sempre, ma che solo ora riusciva a realizzare
davvero.
Neanche
lei sarebbe più riuscita a immaginarsi senza Steve al suo fianco.
Sarebbe stato come tentare di immaginarsi senza una parte di lei. Non
un banale organo o arto, ma qualcosa di più profondo e importante
come la sua stessa anima.
“Steve”
lo chiamò e lui la guardò negli occhi. Lila non disse altro, ma era
sicura che lui stesse leggendo nei suoi occhi tutto quello che
avrebbe voluto dire a parole.
“Mi
dispiace” confessò l'uomo dopo alcuni minuti di silenzio “ma ti
faccio una promessa: d'ora in poi, ti dirò solo la verità”
“E'
difficile credere che un uomo dica la verità quando tu sai che se
fossi al suo posto mentiresti”
“Sarò
sempre sincero, parola d'onore”
Lila
non aveva bisogno di altro perché sapeva quanto una la parola
d'onore fosse importante per lui. Non erano vuote frasi al vento,
come per la maggior parte delle persone: lui ci credeva davvero.
Annuì
perché non si fidava della sua voce.
“Ora
però tocca a te farmi una promessa. Sta lontana da Loki, non mi
piace come ti guarda”
A
quel punto Lila avrebbe potuto dirgli che lo avrebbe fatto, ma
sarebbe stata una bugia. Non poteva farlo, non dopo essersi
arrabbiata tanto per la sua menzogna a fin di bene.
Ma
d'altronde non poteva neanche fare quanto le chiedeva: aveva fatto
una promessa a sé stessa -tendere una mano a Loki e fare quello che
non aveva fatto prima- e non sarebbe venuta meno, non di nuovo.
“Non
sono sicura di poterlo fare” gli disse e vide la sua espressione
mutare. A quel punto Lila comprese che doveva aver frainteso le sue
parole e gli mise una mano sul braccio per trattenerlo.
“Voglio
solo aiutarlo” gli spiegò.
“Ha
quasi distrutto la Terra e ti ha rapita. Perché?”
“Credo
che abbia bisogno di qualcuno che lo obblighi a fare le scelte
giuste. Ha bisogno qualcuno che gli sia accanto ed è chiaro che non
permetterà a Thor di farlo, benché lui lo vorrebbe. Ma posso farlo
io per lui” gli spiegò.
Non
gli disse che sapeva quanto potesse essere forte il legame tra due
fratelli e che immaginava quanto grande potesse essere il dolore per
la sua perdita. Se fosse stata al posto di Thor sarebbe stata
divorata dalla sofferenza e avrebbe dato tutto per trovare un modo
per riavere Simon.
Steve
intanto era rimasto in silenzio e Lila pensava che stesse per
ribattere, ma la sorprese stringendola a sé e passandole le braccia
intorno alla vita.
“Ti
prego” le sussurrò mentre le accarezzava il collo con le labbra e
il naso “ti prego, stai solo attenta. L'idea di perderti mi
terrorizza”
Lila
sorrise perché sapeva di aver vinto e fece quanto le aveva chiesto.
Giurò che avrebbe fatto attenzione, ma quando si scostò per
guardarlo negli occhi era un'altra la promessa che le aleggiava nelle
iridi.
Con
gli occhi, gli promise che mai lo avrebbe lasciato e che non sarebbe
bastato Loki a dividerla da lui.
Dopotutto,
pensò Lila mentre si lasciava coinvolgere nel bacio più dolce che
avesse mai ricevuto, non si può dividere ciò che è semplicemente
destinato ad essere.
Continua