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Autore: Fefy_07    09/09/2012    3 recensioni
Ambientazione post 3 stagione. Damon, per il patto stretto con Stefan, ha lasciato Mystic Falls. Dopo 4 anni ritorna, stanco di dover stare lontano dall'unico posto che riesce a chiamare casa. Capisce subito che qualcosa è andato tremendamente storto quando è andato via, e i suoi sospetti non fanno altro che accrescersi, trovando casa sua perfettamente vuota. Dove sono Elena e Stefan? Cos'è successo dopo la sua partenza? Avrà presto una risposta ai suoi dubbi e sarà costretto ad una nuova, grande battaglia, per salvare suo fratello.
Prima long-fic, spero di avervi incuriositi e che leggerete!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV Caroline

Ero appena stata a caccia nei boschi e non mi stupii quando, al mio ritorno, trovai Tyler intento a fare pesi, in giardino. Continua a tenersi in allenamento costante, non si sa poi per quale motivo. Dice che le minacce sono dietro l’angolo e che lui dev’essere in grado di proteggermi. Ogni volta che lo sento fare questi discorsi, alzo gli occhi al cielo. Sono un vampiro, accidenti! Penso di potermela cavare. Ma poi sorrido e lo lascio fare, la sua preoccupazione è molto dolce. Il nostro rapporto non ha fatto altro che rafforzarsi, da quando abbiamo lasciato insieme Mystic Falls.
Mi dirigo in cucina, desiderosa di un po’ d’acqua fresca e mi soffermo un attimo a pensare. Sono ormai quattro anni che abbiamo lasciato la nostra cittadina e ci siamo spostati in questa piccola baita, nel mezzo dei boschi sugli Appalachi. Ha scelto Tyler, è qui che ha passato le notti durante il periodo in cui si allenava a trasformarsi in lupo per spezzare il legame di asservimento con Klaus. Il posto è isolato e piccolo, ma molto confortevole e ci troviamo bene. C’è sempre tranquillità, c’è la possibilità di raggiungere un piccolo borgo per rimediare i beni di prima necessità e Tyler può girare indisturbato sotto sembianze di lupo. Ora che la trasformazione non gli causa più dolore, si diverte a diventare un bestione e a correre per i boschi. Dice di sentirsi libero e indipendente, oltre che di sentire la natura più vicina. Sorrido dolcemente, quel ragazzo è più profondo di quanto non si direbbe, come me del resto. Forse è il nostro essere profondamente simili quanto diversi che ci tiene così uniti.
Mi accontento di sangue animale, in questo periodo, perché non c’è un’emoteca da cui prenderne di umano, in fondo mi basta per mantenermi in forze. Non abbiamo sentito più nessuno da casa, né nessuno ci ha cercato. L’ultima volta che ho avuto contatti con Stefan ed Elena, mi raccomandavano di stare bene ed essere felice e che ci saremmo sicuramente rivisti, quando Elena sarebbe stata in grado di controllarsi. Mi dispiaceva lasciarla mentre era ancora così vulnerabile, ma la nostra presenza era di troppo lì. Il Consiglio stava alle costole alle nostre madri, che pure si sono dovute spostare. Ci siamo separati a Phoenix, è lì che le abbiamo sistemate, prima di partire alla volta del nostro piccolo nido.
Un trillo mi ridesta da quei pensieri malinconici. È il mio cellulare, che si illumina da sopra il bancone, reclamando la mia attenzione. Scorgo il nome sullo schermo e mi si forma un groppo in gola. Elena. Una chiamata di piacere sarebbe troppo facile, e per noi le cose non sono mai facili. “Pronto?” rispondo esitante, lasciando che l’emozione mi invada il corpo. “Caroline!” esclama lei, e noto una sfumatura strana nella sua voce, qualcosa di simile alla preoccupazione o forse al senso di colpa. Non è un buon segno. “Ciao Elena” dico semplicemente, mentre un sorriso spontaneo e un po’ commosso mi si disegna in volto. Quanto mi era mancata la sua voce! La sento sospirare tremula, deve aver avuto la mia stessa reazione.
“Come stai?” mi chiede subito, e io so che per lei non è una domanda di rito. Ritrovo il buonumore quasi subito e mi lancio in un dettagliato rapporto della mia vita con Tyler. Le parlo della baita, degli allenamenti di Tyler, del nostro rapporto che va a gonfie vele, della caccia, del piccolo borgo, e continuo a parlare e straparlare, un po’ per non lasciarle il tempo di ribattere e dirmi il vero motivo per cui mi ha chiamata, un po’ perché avevo sempre sperato di poterle raccontare tutto, un giorno. “Insomma, me la passo abbastanza bene!” concludo allegra, dopo aver passato praticamente mezz’ora a parlare quasi da sola, sentendola solo ridere o percependo le sue smorfie all’altro capo del telefono. La conoscevo troppo bene.
“Tu invece come stai?” Ecco la domanda tanto attesa, che lei avrebbe interpretato giustamente come un “Allora, perché mi hai chiamato?”, in fondo era quello il nodo della questione. La sentii irrigidirsi e sospirare, prima di dire “Decisamente peggio di te..” senza però aggiungere altro. Tentai di sdrammatizzare con un “Che succede, Stefan ti tiene troppo sotto controllo? Non hai più tempo per te?” sperando di tranquillizzarla, ma le mie parole ebbero l’effetto totalmente opposto. Il respiro le si ruppe e potei immaginarmela benissimo mentre stringeva i denti o si mordeva un labbro, per cercare di calmare la tensione, probabilmente sarebbe stata palese dalla sua voce altrimenti. La anticipai e chiesi, tornando seria “Elena, che succede?”, senza aspettarmi minimamente quello che mi disse di lì a pochi secondi. Il respiro mi si mozzò in gola e guardai automaticamente la finestra, dove riuscivo a scorgere la schiena di Tyler, nuda, coi muscoli che guizzavano per lo sforzo, il bilanciere che faceva su e giù. Continuai a fissarlo atterrita, mentre Elena continuava parlare, ma mi arrivava ovattata, come un ronzio di sottofondo. Una paura intensa mi si diffuse nel cervello, e mi obbligai a trascinarmi sul divano, mentre i muscoli delle gambe mi abbandonavano.
“…chiederei mai se non fosse necessario, ma Damon è convinto di non potercela fare solo con me e, in fondo, so che ha ragione, io..” “Aspetta,” la fermai, con voce tremante, cercando di assorbire tutte le informazioni tremende che mi aveva dato in quei pochi minuti “mi stai dicendo che Klaus è tornato, Damon è tornato, Bonnie è sotto il controllo dell’oscurità..Ma Stefan in tutto questo dov’è?” Avevo paura a sentire la risposta, perché in fondo al cuore la conoscevo già. La voce di Elena si ruppe e dovette respirare profondamente per un po’, prima di rivelarmi la verità che si nascondeva dietro la sua telefonata improvvisa. “L’ha preso Klaus, Care. L’ha preso e lo tortura, io e Damon dobbiamo salvarlo. So di starti chiedendo un favore non indifferente, però..” Di nuovo le sue parole divennero un ronzio ovattato in sottofondo. Stefan torturato da Klaus. Mi venne in mente il suo sorriso sincero, mentre mi stringeva a sé e mi augurava buona fortuna per la mia vita con Tyler. E quanto mi aveva aiutata quand’ero diventata un vampiro. Era stato paziente, comprensivo, gentile. Se non ero diventata un’assassina efferata era solo grazie a lui. E adesso aveva bisogno di me. Stefan era il mio migliore amico e l’avrei salvato. Ma dovevo mettere in pericolo Tyler, per farlo? Non poteva esserci un altro modo?
“Care?” mi richiamò Elena, e mi resi conto solo allora che ero ancora al telefono. Sospirai, poi le dissi, sicura “Parlerò con Tyler, non posso garantire anche per lui. Ma io tornerò e farò il possibile per aiutarvi con Stefan.” “Grazie, Care, non vorrei scombussolarti la vita, ancora una volta, se avessi scelta.” Mi liberai con una risatina lievemente isterica, poi la ripresi “Ma per favore! Non dirlo neanche, Elena, le amiche servono a questo. Ci vediamo presto, ti avviserò quando sarò lì.” Chiusi la conversazione, poi gli occhi mi si riempirono di lacrime. Non seppi bene perché, in fondo era inevitabile che arrivasse una nuova minaccia, prima o poi. È solo che questa parvenza di normalità mi era sembrata duratura. Stavolta la vita stava andando bene e temevo davvero che avrei pagato un prezzo troppo alto tornando indietro. Ma dovevo farlo lo stesso. Per Stefan ed Elena.
Tyler rientrò in casa con un gran sorriso, che si spense subito notando la mia espressione. “Che succede?” mi chiese allarmato, circondandomi protettivo con un braccio. Lo guardai preoccupata e ansiosa, cercai di parlare, ma riuscii solo a scoppiare a piangere. Probabilmente era la tensione che avevo accumulato in quei pochi minuti che premeva per essere sfogata. Lo abbracciai forte, lo sentii ricambiare e rimanemmo così per un po’, stretti l’una all’altro. Quando mi ripresi il necessario per parlare, biascicai con voce malferma “Sei tutto sudato, Ty, dovresti fare una doccia..” Ero impazzita, probabilmente. O forse volevo smorzare quel clima pesante. In quel momento la mia testa sembrava essere da un’altra parte.
Lui si staccò da me, mi guardò serio e preoccupato, poi mi chiese di nuovo cosa non andava. Presi un respiro profondo e cominciai a raccontargli la mia telefonata con Elena. Lo vidi cambiare espressione ogni volta che aggiungevo un dettaglio in più alla storia. Turbamento, preoccupazione, dolore, ansia, forse anche rassegnazione, anche se non seppi dire se era perché aveva capito che dovevamo tornare indietro o se era per il fatto che Klaus fosse vivo. Non me ne preoccupai troppo. Quando finii di parlare, lo vidi fissarmi serio ma consapevole. Gli ho parlato spesso del mio legame di amicizia con Stefan, e so che si rende conto che non posso lasciarlo nelle mani di quello psicopatico.
“Caroline,” cominciò, con fare preoccupato “sei sicura di quello che vuoi fare? Tornare indietro ad affrontare Klaus, di nuovo, non sarà certo una rimpatriata di piacere..” Mi indignai leggermente a quelle parole. “Lo so benissimo, Tyler! Ma non lascerò Stefan a Klaus, non dopo tutto quello che ha fatto per me. Io devo tornare Ty, ma questa battaglia non ti riguarda, tu e Stefan non avete alcun legame, se non..” Mi interruppe con uno sguardo glaciale “Mi riguarda eccome! Caroline, se ti succedesse qualcosa e io stessi qui, con le mani in mano nel frattempo, ti pare che potrei sopportarlo?! Non te l’ho detto perché non voglio venire, anzi, verrò e darò il massimo per aiutarvi con Stefan. Ma ho paura per te e per la tua incolumità. Non voglio che ti accada niente, non potrei perdonarmelo altrimenti.” Gli sorrisi dolce. “Ty, apprezzo che ti preoccupi per me, ma se qualcuno sarà in pericolo quello sei tu. Ricorda che a Klaus piace molto essere il maschio alfa, e tu sei l’unico altro ibrido oltre lui sulla faccia della Terra.” Mi sorrise, beffardo “Se ne farà una ragione. Non mi toccherà, Care, puoi starne certa! Non mi sono mica allenato così tanto per niente!”
Non potei fare a meno di ricambiare il suo ghigno, anche se sapevo che tutta quella sicurezza non la sentiva davvero. Sapeva fin troppo bene dove poteva spingersi Klaus, ne aveva avute diverse prove quando era asservito a lui. Gli accarezzai il volto con una mano, poi gli dissi “Facciamo un patto, staremo attenti tutti e due così, quando questa storia sarà finita, rimarrà un solo ibrido, e non sarà Klaus.” Gli feci un occhiolino. “Ci sto! Allora,” aggiunse, alzandosi “Vado a farmi questa doccia e poi ci prepariamo per partire! Ah, dimenticavo..” si chinò su di me e mi lasciò un bacio breve ma molto dolce, a fior di labbra “Ti amo.” Sorrisi inebetita, aspettai che cambiasse camera, poi sospirai. Non sarebbe stato facile, ma andava fatto. Avremo salvato Stefan, tutti insieme, di nuovo, come un tempo.

POV Jeremy

Ero seduto sul divano, teso, attendendo il ritorno di Matt. Dovevo parlargli. Quella mattina, avevo ricevuto una chiamata di Elena. Non ero stato troppo sorpreso, capitava spesso che mi chiamasse per sapere come stavo, cosa facevo ecc, poi si faceva passare lui e parlavano per una manciata di minuti. Era così almeno una volta al mese, cercava di lasciarmi i miei spazi e di non essere asfissiante ma lo sentivo che le mancavo. Anche lei mancava a me, anche se la mia nuova vita non mi dispiaceva affatto. Avevo finito gli studi e mi ero trovato un lavoretto in un pub, come quando ero a casa, in attesa di puntare più in alto. Anche Matt lavorava, non con me e portava abbastanza soldi da permetterci di sopravvivere, era diventato come un fratello maggiore. Mi piace passare del tempo con lui, è un tipo forte. Ho anche iniziato a giocare a basket, mi scarica i nervi e non faccio neanche tanto schifo come col baseball. Ho degli amici, molti di loro sono anche in squadra con me e ci facciamo una birra insieme quando finiamo di allenarci. Insomma, me la passo bene.
Ho raccontato tutto questo ad Elena, questa mattina, quando ci siamo sentiti. Ma stavolta, l’ho capito subito, c’era qualcos’altro sotto. Non era una semplice chiamata di routine, per sentire la mia voce. La avvertivo nervosa, dall’altro capo del telefono, come se la tensione la stesse divorando. Alla fine le chiesi cosa non andasse, e lei mi disse che aveva bisogno di me a casa. Che era successo un gran casino e che dovevo raggiungerla prima possibile. Non mi ha voluto dire altro, ha detto che mi avrebbe spiegato tutto una volta che ci fossimo visti. Ha detto anche che non dovrò preoccuparmi di combattere con esseri sovrannaturali, il che mi ha allarmato parecchio. Se io non avrei dovuto combattere, significava che c’era un combattimento da fare? Eravamo finiti a discutere sul fatto che avrei potuto decidere io cosa fare quando mi avesse raccontato bene cosa succedeva, mentre lei sosteneva che il mio contributo alla “causa” (causa di cui non sapevo ancora niente) si sarebbe limitato a mettermi a disposizione come tramite per Damon che doveva parlare con un fantasma. Non nominò Stefan nemmeno una volta e questo non mi fece presagire nulla di buono. Comunque alla fine attaccammo, io le promisi che entro il pomeriggio sarei partito così avrei raggiunto Mystic Falls per quella sera stessa.
Il rumore della chiave nella toppa della porta mi riscosse. Alzai gli occhi e mi ritrovai un sorridente Matt che portava due buste della spesa. Mi salutò con un cenno, andò a posare le buste in cucina, poi venne a sedersi accanto a me. Il suo buonumore sparì non appena vide la mia espressione che doveva essere, pensai, funerea. “Devo parlarti” esordii. Lui mi fece segno con la mano di continuare e gli raccontai della strana conversazione avuta con Elena qualche ora prima. Sospirò, sentendo anche solo nominare Mystic Falls e Damon in particolare. Matt non era mai stato troppo di poche parole, ma evidentemente la mia espressione parlava chiaro. Sarei partito e avrei aiutato mia sorella, lo stavo solo informando.
“Vuoi che venga con te, Jer?” Lo guardai, stranito. Non andava matto per il sovrannaturale e lo sapevo. Ancora faticava a convivere con la mia abilità particolare di parlare coi fantasmi. Notando la mia espressione, aggiunse “Si, insomma, non è esattamente una gita che farei, ma se devi essere coinvolto ancora in quella roba, vorrai qualcuno vicino, no?” Sorrisi, ecco cosa intendevo quando pensavo a lui come un fratello maggiore. Si preoccupava più per la mia salute che per se stesso. “No amico, non preoccuparti. Elena non mi metterebbe in pericolo, devo solo fare il telefono per Damon e qualcuno morto, entro dopodomani forse sarò già di nuovo qui!” Lui annuì, serio e non troppo convinto. “Sta solo attento” concluse, e lì capii che la conversazione era finita. Così mi avviai in camera, pronto a riempire un borsone.

POV Elena

Era stata una mattinata stancante. Avevo fatto il giro di telefonate che Damon mi aveva chiesto, anche se non se lo meritava. La notte prima era tornato con Katherine al seguito e la mia reazione è stata quasi isterica alla sua vista. Faccio una smorfia al solo pensarci. Prima ho cercato di attaccarla, poi ho iniziato a urlare contro Damon e alla fine mi sono rinchiusa in un mutismo gelido e nervoso. Lei ovviamente non ha risparmiato battutine ironiche per tutto il mio sfogo, ma con Katherine ho imparato che più la si ignora meglio è. Adesso mi trovavo sul divano di casa Salvatore, ero stata praticamente costretta a spostarmi lì, perché casa mia era diventata troppo piccola per tutti e tre e presto sarebbero arrivati anche gli altri. Avevamo deciso che quello sarebbe stato il nostro quartier generale e avremmo alloggiato tutti in una stanza. In fondo, ce n’erano così tante che avremmo potuto anche farlo diventare un albergo.
Le telefonate con Caroline e Jeremy hanno messo a dura prova i miei nervi. Sembravano così felici e appagati dalle loro vite normali e tranquille, che mi si è gonfiato il cuore di rammarico e senso di colpa al pensiero di essere, ancora una volta, la causa dello stravolgimento di esse. Avrei davvero voluto che ci fosse un altro modo, ma ormai il danno era fatto. Mi coprii gli occhi con un braccio, tentando di calmarmi e di non pensarci troppo, quando la porta mi fece sobbalzare. Mi voltai e mi scontrai con due iridi color ghiaccio. Era Damon, che era tornato da solo lui sapeva dove. Non avevamo più parlato da ieri notte e non avevo intenzione di cambiare le cose adesso.
“Elena..” Sospirai. A quanto pare lui aveva intenzione di cambiarle, invece. “È da ieri che non mi rivolgi la parola. Te l’ho già spiegato, Katherine ci serve solo come rinforzo. Ha una certa esperienza quando si tratta di Klaus, scappa da lui da centinaia di anni e può esserci utile. Non fa piacere neanche a me collaborare con lei, cosa credi?” Mi si sedette di fianco, cercando di catturare il mio sguardo, ma io lo evitai spudoratamente. Sospirò, frustrato. “Elena, guardami! Rispondimi! Per favore, è scocciante che tu reagisca così, sembri una bambina viziata a cui hanno fatto uno sgarbo!” Quello scatenò una mia reazione, per quanto volessi trattenermi.  
Alzai gli occhi e lo guardai furente “Una bambina viziata!? Tu mi porti in casa una vampira che non ha fatto altro che tradirci ogni singola volta in cui abbiamo tentato una collaborazione. Come ti aspettavi che reagissi?! Lo farà ancora Damon, ci farà saltare l’unica occasione che avremo per salvare Stefan e poi scapperà via! Come ha sempre fatto! Sembra che tu non conosca i suoi stupidi doppigiochi, tranelli e trucchetti!” Continuò a guardarmi dritto negli occhi e parlò con voce calma e ferma “Non farà niente, Elena. Abbiamo fatto un accordo. E non mi fido, se è questo che pensi. Neanche un po’. Però ci servono rinforzi, anche se questo vuol dire collaborare con una stronza manipolatrice. È l’unico modo che abbiamo per salvare Stefan. Più siamo e più possibilità avremo!” Respirai forte, staccai il contatto visivo e fissai lo sguardo a terra. Lui tese la mano e la appoggiò sul mio ginocchio, stringendo leggermente. Voleva farmi capire il suo pensiero.
Mi tranquillizzai a quel tocco e tornai a guardarlo. “Hai ragione Damon, scusami. È che non posso fare a meno di pensare a quante volte ci abbia imbrogliato e a quanti guai ci abbia causato. Non posso fidarmi di lei.” “Nemmeno io,” convenne lui “non c’è bisogno per forza di fidarci. Facciamo buon viso a cattivo gioco. Teniamola dalla nostra parte, sono certo che potrà essere d’aiuto. Faremo in modo che ci sia d’aiuto Elena, hai la mia parola.” Sorrisi. “Mi basta..” affermai con finta aria di sufficienza, e lui ghignò. Poi gli raccontai delle telefonate e che, entro sera, probabilmente saremmo stati già tutti. “Perfetto” disse lui, soddisfatto “allora già da domani potrei svelarvi cos’ho in mente.” “Bene, attenderò con ansia” conclusi il discorso, alzandomi, e andando verso il bagno. Avevo decisamente bisogno di una doccia calda per scrollarmi di dosso quel senso di spossatezza che avevo addosso. Era solo primo pomeriggio, in fondo!


Angolino dell’autrice :)

Ciao a tutti! Allora, sono in ritardo mostruoso, lo so, ma tra medici e esame di riparazione di fisica ho avuto davvero poco tempo da dedicare al capitolo! Chiedo perdono e vorrei potermi scusare col capitolo, ma purtroppo non è un granché T.T E’ più una cosa di passaggio, in cui ho affrontato diversi punti di vista per far capire meglio le sensazioni contrastanti che comunque attraversano i nostri protagonisti quando vengono richiamati a Mystic Falls e anche perché così potevamo dare uno sguardo alle loro vite lontano da casa, che sono decisamente tranquille e spensierate. Sono spudoratamente Forwood, non so se si è notato :P Il finale era per riagganciarci al capitolo precedente, Elena non ha reagito bene all’arrivo di Katherine, ma chi può biasimarla? Ovviamente, se l’è presa con quel poveraccio di Damon xD che però è riuscito a farle capire perché ha scelto di includerla nel gruppo e allora poi hanno fatto pace, come sempre. Bene, spero non mi vogliate a male per questa mia mania, ma mi piaceva in un momento importante (per quanto possa essere importante una telefonata D:) vedere come lo stavano affrontando tutti. Succederà ancora più avanti, nel corso della storia. Nonostante il capitolo estremamente palloso (si, so che lo è, perdonatemi T.T) spero che qualcuno avrà il buon cuore di lasciarmi una recensioncina, anche striminzita. Mi farebbe molto piacere ^_^ E come sempre ringrazio con tutto il cuore tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra ricordati/seguiti/preferiti e quelli che mi hanno recensito lo scorso capitolo, vi adoro ogni giorno di più <3 Un bacione e al prossimo capitolo, prometto che sarà più intenso e scopriremo qualcosa in più su questo fantomatico piano di Damon ;)
  
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