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Autore: Giuly n    25/03/2007    1 recensioni
PROLOGO:
"C'è un principio di magia fra gli ostacoli del cuore che si attacca volentieri ..."
-Fra una sera che non muore e una notte da scartare come un pacco di natale..-
"C'è un principio d'ironia nel tenere coccolati i pensieri più segreti.."
-E trovarli già svelati e a parlare ero io sono io che li ho prestati.."
"Quante cose che non sai di me quante cose che non puoi sapere quante cose da portare nel viaggio insieme.."
-ISABELLA!!-
-C'è un principio di allegria fra gli ostacoli del cuore che mi voglio meritare..-
-ISABELLA!!-
-SI MAMMA ARRIVO!!!-
"IL MIO SOGNO ED IO!" La storia di una ragazza e il suo sogno...riuscirà a realizzarlo? Il tutto mischiato con una appassionata storia da amore, amicizie, nemici e tante, tante emozioni!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAP.4 decisioni difficili

Il sole stava scomparendo dietro le colline, l'ombra sarebbe presto calata sulla città, lasciando come sola luce i lumini tra le strade; scrutavo l'orizzonte persa nei nei pensieri e nei ricordi, particolarmente chiari erano quelli di quel pomeriggio.

Se ti serve chiamami mi disse stò appunto cercando nuove promesse...

Aveva detto che era in Italia in cerca di qualcuno e qualcuna che potesse dargli una mano con il lavoro, una giovane promessa che avrebbe potuto istruire e che avrebbe viaggiato in tutto il mondo fino a trovarla.

Gwen e io ne abbiamo discusso per giorni, vogliamo andare in America con lui e imparare il più possibile, la scuola non è un problema, ci ha promesso lezioni private da ottimi prof, mia mamma ne è rimasta sorpresa, le ho chiesto di pensarci, almeno questo me lo deve...

Adesso, però, devo solo pensare alla festa di questa sera, il compleanno di Gwen.

Presi la borsa e mi diressi di sotto, in cucina, dove mamma stava pulendo.

-mamma io vado...-

-isabella aspetta...-trascorsero pochi attimi-ho pensato molto a quella tua proposta...io e la madre di Gwen ne abbiamo discusso...-una morsa allo stomaco mi colpì all'improvviso, posai i miei occhi blu su di lei-crediamo che non sia giusto impedirvi di andare, è un vostro diritto e poi...sarà un ottima esperienza!-rimasi in piedi ancora incerta se stesse dicendo sul serio, mi sorrise.

-mamma..oddio...GRAZIE!!!!-l'abbracciai forte, non sapevo cosa dire, le ero profondamente grata per la fiducia che riponeva in me nient'altro.

 

Musica, alcool, bei ragazzi...ballo da oltre un ora, sono felice, felice della mia vita non capisco che questo, un ragazzo mi si avvicina, sento le sue mani su di me, balliamo sfrenicamente, si avvicina e mi bacia, ci baciamo e balliamo.

La frenesia di quel momento mi annebbia la mente, mentre l'alcool mi inpedisce di ragionare come dovuto, non capisco nulla, nulla tranne che sono felice, che voglio godermi la vita.

Una mano mi bloccò e mi spinse ai margini della festa dove le note di "Rock This Party" e la voce di Bob Sinclar si udivano appena. Sentivo una voce diretta a me, era come un rimbombo lontano che mi infastidiva la mente, vedevo il mio sguardo spento riflesso in uno specchio, così come la mia evidente sbronza, mi guardavo come se non guardassi me stessa, i miei occhi blu ricambiavano, senza espressione il mio sguardo e per la prima volta compresi le parole di quelle persone che si complimentavano per i miei occhi, blu come la notte, quel blu elettrico della mia maglietta, non azzurri, non verdi, non castani nè di un qualunque altro colore...blu

Accanto a me si ergeva una figura famigliare, anche i suoi occhi erano i primi ad attirare l'attenzione, sembravano argentei sotto la luce fioca della luna che ci osservava muta, senza viso.

-Bella...Bella mi senti?-mi voltai verso Gwen-sei ubriaca...vieni ti accompagno a casa...-cercò di portarmi fuori, ma io rifiutai il suo aiuto e corsi via, sotto il cielo trapunto di stelle, tra le vie invase dalla notte e i lampioni luminosi, avvertivo le automobili sfrecciarmi affianco, ma avevo orecchie solo per me stessa, per le mie riflessioni cupe che si dimostravano rimbombi nella mia testa, correvo alla rinfusa senza meta, sapevo solo di volermi allontanare da tutta quella confusione.

Mi raggelo il polso quando qualcuno lo afferrò, la mia ribellione fu immediata, poi una voce, una voce famigliare.

-Isabella...calmati sono io! Leo...-Osservai il suo viso illuminato da un lampione vicino, non avevo parole, mentre i ricordi iniziarono a riordinarsi nella mia mente-hai bevuto troppo...ti accompagno a casa...dove abiti?-non risposi, la sua voce per me era solo un brusii appena percettibile.

Mi mancarono improvvisamente le forze, la testa mi girava e il paesaggio si faceva sempre più scuro,poi...più nulla.

 

La luce del sole mi accolse al risveglio, sentivo la testa reclamare pietà e un senso di mal'essere invadermi, completato da una nausea pazzesca. Mi rigirai sotto le coperte cercando di ricordare cosa fosse successo. Improvvisamente un bagliore, un fulmine a ciel sereno: Leo; alzai di scatto il capo provocando un giramento improvviso, ci misi qualche minuto per riprendermi e riuscire a ricordare i fatti della sera prima; mi trovavo in una stanza spoglia, un profumo di violette mi riempiva le narici, accanto al letto dove avevo riposato c'era un comodino e sopra vi era posato un vassoio: thè caldo, biscotti e una strana bevanda erano accompagnati da un bigliettino. Lo raccolsi e malincuore lo decifrai.

Buongiorno Isabella,

ti ho lasciato la colazione e il RCS (rimedio contro sbronzatura), che ti incito a bere,

sul comodino, psero siano di tuo gradimento!

I miei non sono in casa quindi non preoccuparti e fa come se fossi a casa tua!

Anche Gwen è quì, ha provveduto lei alla tua copertura

ciao

Leo

 

Lessi il bigliettino all'incirca 4 volte, grata di tutto ciò, feci colazione in silenzio, riluttante all'idea di mettere qualcosa sotto i denti; in fine bevvi il "RCS" appena ne avvertii il sapore ebbi la tentazione di sputarlo tutto sul tappeto ma mi bloccò il pensiero che sarebbe stato un gesto maleducato.

Non trovo parole per fare capire il sapporaccio di quella bevanda, posso dire solo bleach!, la bevvi tutta comunque per non sembrare maleducata; dopo un pò corsi fuori dalla stanza in cerca del bagno, dove vomitai incessantemente.

Poco dopo ero scesa al piano inferiore, stavo meglio devo ammetterlo. In cucina trovai Leo e Gwen che si strusciavamo uno sull'altro mentre si baciamo appassionatamente, mi strofinai gli occhi incredula pensando che fosse solo un'allucinazione, non lo era.

Fu Leo il primo ad accorgersi della mia presenza, si staccarono imbarazzati.

-buongiorno...-dissi ancora stordita sedendomi al bar della cucina

-buongiorno.....allora...va meglio?-consumai un bicchiere d'acqua prima di rispondere con un assenso.

-abbastanza grazie...anche se non ricordo molto di ieri sera..solo che mi sono fatta uno e che te sei intervenuta...e poi..-puntai lo sguardo su Leo-lui-

-bè...in pratica hai bevuto un pò troppo...poi hai ballato...non sò quale dei ragazzi ricordi di esserti fatta, perchè sono parecchi...ma ne ricordo uno in particolare...quello dove io appunto sono intervenuta cercando di farti ragionare...poi sei scappata e lui (lo disse in un sorridendo e lanciandogli un acchiata appassionata)ti ha trovata e portata quì..poi mi ha chiamata e ho ideato una copertura con tua madre-

-fantastico...ma chi è che mi sono fatta?-

-bè..veramente ne hanno approffitato ma tu ci sei stata per pochissimo...tranne che con uno...comunque...Luis, Lerry, John e Paolo...-

-e me li sono fatti tutti?!-esclamai incredula, me ne pentii subito perchè la mia testa ululò di dolore.

-no...loro ci hanno provato ma tu non è che ci sei stata un granchè....-

-e chi è quello con cui ci sono stata? Quello che mi ricordo?-

-bè...non sò proprio chi sia, capelli neri, occhi ambra..carino..-la guardai scettica, non può essere

-Adrian-intervenne Leo-il mio amico-

-che culo!-non riuscii a trattenermi, poi però sorrisi cercando di nascondere le mie emozioni sotto un colto indifferente.

 

"Ricorderò e comunque anche se non vorrai
Ti sposerò perché non te l' ho detto mai
Come fa male cercare , trovarti poco dopo
E nell' ansia che ti perdo ti scatterò una foto…
Ti scatterò una foto…"

 

-Ricorderò e comunque e so che non vorrai
Ti chiamerò perché tanto non risponderai
Come fa ridere adesso pensarti come a un gioco
E capendo che ti ho perso
Ti scatto un' altra foto-

 

"Perché piccola potresti andartene dalle mie mani
Ed i giorni da prima lontani saranno anni

E ti scorderai di me
Quando piove i profili e le case ricordano te
E sarà bellissimo
Perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te
Vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse
E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse
E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare
E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire"

 

-E riconobbi il tuo sguardo in quello di un passante
Ma pure avendoti qui ti sentirei distante
Cosa può significare sentirsi piccolo
Quando sei il più grande sogno il più grande incubo

Siamo figli di mondi diversi una sola memoria
Che cancella e disegna distratta la stessa storia-

 

 

-Fra un mese partiamo per l'America-annunciai.

 

 

 

 

kikka_hachi:grazie per il commento! Ed ecco il continuo, non sò se andrò avanti, dipenderà se leggerà altra gente! Per il romanticismo, bè dovrai aspettare un pochino perchè questi capitoli sono più una premessa, ma eccoti comunque accontentata con qualche scena pizzicante! baciotti e continua a leggere
  
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