Laugh for me,
please.
Louis non ce
l’aveva fatta.
Harry non voleva
deprimersi, non voleva piangere, ma era solo un dato di fatto.
E per quanto facesse
male, Harry non poteva cambiare le cose, si limitava a
stare inerme seduto in una camera d’ospedale vicino a Lou,
che però non poteva
vederlo, né sentirlo.
“ Signor
Styles, non crede che sia ora di tornare a casa?” La voce un
po’
stridula di Rosa, l’infermiera che si occupava del suo amato
ragazzo, squillò
nell’intera sala portando un attimo di
tranquillità; ma Harry non rispose, si
limitò a rivolgere l’ennesimo sguardo stanco al
volto spento di Louis.
Harry prese una mano
del suo ragazzo, e si sorprese per quanto fosse fredda;
quasi sussultò e poi le ennesime lacrime silenziose gli
rigarono il volto; e
lento Harry incominciò a ricordare Louis
prima di questo, prima dell’anoressia, prima della
depressione, prima ai tempi
felici.
Il primo giorno che
Harry vide Louis si innamorò da subito, non era colpa sua,
ma non poteva far a meno della sua risata gioiosa, che poi aveva
persino
scoperto contagiosa. Quando Louis Tomlinson rideva, inevitabilmente
rideva
tutta la sala.
Subito fecero
amicizia, Louis sembrava così disponibile, e soprattutto
Harry
era ammaliato da lui, dai suoi sorrisi, da come sembrasse avere sempre
la
situazione in mano e allo stesso tempo uno sprovveduto.
Perché se Harry lo
avesse conosciuto in un altro contesto, magari in un’altra
vita, probabilmente
si sarebbero sposati; ma in questa non potevano, c’erano le
fans.
“ Ciao, io
sono Louis Tomlinson!” Così si era presentato al
riccio, con le
guance rosse e un euforia che avrebbe reso felice tutti.
“ Ed io sono
Harry.” Il riccio invece era più timido,
sconcertato dall’effetto
che un altro uomo gli procurava; poi Lou senza pensarci lo
abbracciò, e a quel
punto Harry Edward Styles capì di essere veramente
innamorato. E stavolta non
era come quelle ragazze di cui si innamorava spesso e volentieri, no,
era
diverso. Sentiva tutt’altre emozioni, come un formicolio
nello stomaco ogni
qualvolta che loro occhi si incontravano.
Mesi dopo, quasi per
caso ci fu’ il loro primo bacio; il bacio più
bello di
tutta la loro vita.
Harry era confuso, non
sapeva cosa fare , mentre Louis sapeva di essere gay fin
da piccolo, anche se Harry era il primo ragazzo per cui provava un
sentimento
vero. Non era come gli altri che si portava a letto giusto per
divertimento,
no, Harry era tutt’altra cosa. Era come
un bambino da proteggere, e lui si sentiva un po’ come il suo
fratello
maggiore, solo con una costante voglia di violentarlo.
Dopo quel bacio
iniziarono ad appartarsi più spesso, si volevano ed entrambi
lo
sapevano, dunque che bisogno c’era di nascondersi? Harry
scoprì anche che Louis
era audace e molto passionale, era in quelle occasione che mostrava
quanto
fosse maturo.
Poco dopo
arrivò anche la loro prima volta, che per Harry era davvero
la prima.
Louis ricorda ancora
l’insicurezza del suo compagno, e la passionalità
dei suoi
baci ardenti; Harry aveva paura, ma poi lui era riuscito a calmarlo,
e quando finalmente entrò in lui, Harold non
riuscì a trattenere un urlo. Quella stessa notte ci
fu’ il loro primo ti amo,
l’emozione così densa da poterla affettare con un
coltello, i loro affanni, e i
battiti del cuore che si confondevano, ormai erano un
tutt’uno finché Louis,
non prese Harry e con un sussurro disse: - Moccioso, ti amo.- E a quel
punto
Harry si trattenne con tutta la sua forza dal fare i salti di gioia.
Paul, il giorno dopo
scoprì la loro relazione, e i management gli procurano
subito una ragazza, Eleanor Calder, superficiale e falsa. Né
Harry, né Louis la
volevano, ma tutti dicevano che era per il bene della band . Purtroppo
insieme
alla beard vennero anche i litigi, subito trasformati in amore appena
uno dei
due entrava nel letto; una volta Harry per farsi perdonare
regalò una rosa al
suo ragazzo, e Louis per la prima volta lo fece stare dietro.
Più si
amavano, più si dovevano nascondere.
Le fan non avrebbero
capito, e li avrebbero abbandonati; e così per colpa di un
amore tutta una band doveva rimetterci? No, Harry e Lou non volevano
far questo
ai loro compagni di vita, e bene o male se la cavavano. Passarono i due
anni
migliori della loro vita, sì per la loro carriera che per la
loro vita
sentimentale. Nonostante Eleanor, Louis stava sempre con Harry, e se ne
fregava
di tutti gli altri.
- Non ti
lascerò mai, mocciosetto.- Harry non si ricordava bene
quando Lou
glielo disse, ma si ricordava che era talmente felice da poter toccare
il cielo
con un dito.
- Boobear, stai zitto
e guarda il film.- Aveva risposto così il riccio, ma
nello stesso momento si accucciolò a lui, contraddicendosi.
Erano così
quei due, non volevano dirsi costantemente ti amo, ma se lo
dimostravano.
Litigavano in
continuazione, non erano mai d’accordo su niente , eppure non
avevano neanche la minima intenzione di lasciarsi; perché
l’uno senza l’altro
si sentiva perso.
Poi arrivò
il terzo anno della loro carriera, tutti e due si amavano sempre di
più, e nonostante fosse Harry l’anello debole dei
due, colui che cedeva agli
insulti degli omofobi, fu’ Louis a crollare.
Mentre Harry lo
abbracciava, Louis piangeva, aveva paura che qualcuno li
potesse separare non sapendo che lui, con quel suo comportamento stava
allontanando Harry.
- Sono solo stupide
fan che non sanno cos’è l’amore.- Diceva
il riccio
cingendogli la vita, Louis a quelle parole si risvegliò, era
il maggiore,
doveva essere più maturo. Così
rinunciò al cibo, diventando sempre più magro,
sempre più esile, le fosse scavate sotto gli occhi, e le
costole sempre più
sporgenti. Rischiò quasi la morte, ma Harry e il loro amore
era molto più
forte. E allora il riccio adottò la tecnica ‘ per
ogni pasto un bacio’, inutile
dire che Louis prese peso in pochissimo tempo.
Infine tutto accadde
in poco tempo, Harry e Louis stavano fuori una discoteca,
Harry gli diede un lungo bacio a stampo mettendo la mano nei suoi
pantaloni.
- Calmo moccioso, qua
comando io.- Sussurrò il castano, facendo eccitare
maggiormente il più piccolo.
Si erano dimenticati
che erano in un luogo pubblico, che ancora oggi ci sono
esseri viventi così stupidi da non accettare che
l’amore è tutto uguale. Dieci
ragazzi presero Louis da dietro, e senza dargli tempo di contrattare,
uno di
loro gli sparò, dritto alla tempia. Per puro miracolo non
morì sul colpo, e
l’ambulanza era passata così in fretta da non
farlo morire.
Erano passati sei mesi
da quella notte, ed Harry non aveva ancora lasciato
Louis, non sopportava vederlo fermo, inerme, senza la sua risata
caratteristica
e meravigliosa che lo aveva fatto innamorare di lui. Il riccio strinse
di nuovo
a sé la sua mano, sussurrando in continuazione ‘
ti amo’, sapendo che l’altro
non poteva sentirlo. Poi sentì delle vibrazioni, si
spaventò, Louis stringeva la
propria mano. Il suo cuore batteva all’impazzata, Louis!
Louis! Quasi urlava,
ma l’emozione era tale che non riusciva ad aprir bocca.
“
Harry.” Sussurrò il più grande, con un
sorriso debole sulle labbra.
“ ..
Louis.” Passarono dieci secondi prima che Harry riprese la
facoltà di
parlare.
“ Oh, Harry,
mi dispiace.” Continuava il suo amato, ma Harry non poteva
rispondere, era abbagliato dall’azzurro degli occhi di Louis.
“ Cosa? No,
non è stata colpa tua.” Sussurrò Harry
avvicinandosi a lui, quasi
pensando che fosse tutto un sogno. Louis lo strinse forte a se, con
un’altra
forza, quasi si fosse aggrappato, quasi temesse di doverlo lasciare.
“ Mi
dispiace Harry, perché non potrò continuare a
stare insieme a te.”
Sussurrò lui dandogli un lieve bacio sulla guancia, il
riccio si sentì
rabbrividire.
“ In che
senso? Io ti amo, ti prego Lou..” E allora Louis
scoppiò di nuovo in
una delle sue fragorose e cristalline risate contagiose. Subito Harry
si sentì
un po’ meglio.
“
Cos’hai capito moccioso? Non posso continuare a stare qui, a
vivere.”
Sussurrò, senza chiedersi come lo sapeva. Semplicemente
Louis si era svegliato
con la certezza di avere l’ultima ora della sua vita.
“ No, Louis,
io.. come farò senza di te?!” Harry subito si
sentì abbandonato e
solo; non poteva neanche immaginarsi senza il suo boobear.
“ No, Harry,
non devi fare così; ma devi ridere.” Continuava
sereno Louis,
sebbene anche lui piangeva.
Asciugò
qualche lacrima al più piccolo, e poi gli mostrò
un sorriso leggermente
forzato.
“ Come posso
ridere!?” Harry voleva urlare, ma dalla sua bocca
uscì solo un
sussurro strozzato dalle lacrime violente.
“ Ridi, ti
prego. Come faccio ad andarmene se tu sei triste?” Mi chiese
mettendo il broncio, di solito non era così gentile. Se
Harry non faceva una cosa
che il maggiore voleva, gli dava un morso o uno schiaffo violento.
“ Semplice,
non te ne vai.” Quelle parole fecero scoppiare un tumulto di
lacrime ad entrambi, perché l’ora di Louis era
segnata. Era già troppo che
fosse ancora vivo, ma l’ora passava, e ora gli restavano solo
trenta minuti.
“ Vieni qua
Harry.” Lou fece posto al suo ragazzo nel lettino, ed il
più
piccolo si stese accanto a lui, stringendolo forte.
“ Harry,
voglio solo che anche se non te l’ho detto poi molto, io ti
amo. Ma
non ‘ ti amo’ così, io ti amo ti amo.
Non potrei far nulla senza te, e ti
ringrazio per avermi amato, e per avermi accettato così come
sono. E certo mi
fai arrabbiare quando sei ubriaco e pisci per terra, ma in
realtà non mi
arrabbierei mai con te, perché ti amo, davvero. Non sono mai
stato legato a
nessun altro come ora lo sono con te, e la mia famiglia, i miei amici,
il mio
lavoro, viene tutto dopo di te. Mi chiamerai pazzo, ma io Harry Edward
Styles
ti amo, e ora, in questo preciso momento, a praticamente
mezz’ora dalla mia
morte.. be’, vuoi sposarmi?.”
Quelle parole
sorpresero si Harry che Louis, che senso aveva sposarsi
venticinque minuti prima della propria morte? Era solo una promessa,
una
certezza che Louis volle portarsi anche dopo la sua vita.
Harry
tentennò insicuro sempre più sicuro che tutto
ciò era un sogno.
“
S-si.” Balbettò il riccio asciugandosi
l’ennesima lacrima.
“ Harry..
hai proprio una faccia da pesce lesso.” A
quell’affermazione il più
piccolo non poté far a meno di ridere, una risata leggera e
triste, ma pur
sempre una risata.
“ Esatto
Harry, continua a ridere per me.” Sussurrò Louis
sulle labbra del
minore, facendolo arrossire. Harry fece l’ultimo risolino, e
poi con la
sensazione d’avere poco tempo unì le loro labbra
in un bacio che sapeva di
tristezza e d’amore; ma non volevano staccarsi
poiché avevano la sensazione che
non si sarebbero baciati mai più.
“ Addio,
piccolo mio.” Louis si allontanò un po’
per guardare negli occhi il
suo amato ragazzo, si sforzava di non piangere, di non delirare, e si
accoccolò
a lui per poi finalmente prendere sonno.
Harry lo
guardò spaventato, non provò a svegliarlo
semplicemente prese ad
accarezzargli i capelli, poiché sapeva che Lou amava esser
accarezzato.
“ Ti amo
anch’io.” Sussurrò infine Harry
continuando ad accarezzare la chioma
castana del suo ragazzo.
Erano passati due anni
dalla morte di Louis ed Harry sapeva che lentamente si
stava avvicinando la fine, la fine di tutto. I One Direction si stavano
separando, Liam si era sposato, Niall sarebbe andato presto a lavorare
in
Irlanda con i suoi genitori, Zayn voleva fare il solita, ed Harry,
be’ Harry
non sapeva più cosa fare della sua vita; sperava solo
finesse.
“ Oggi vieni
a casa mia?” Era Lottie che andò a trovarlo in
studio, Harry fece
segno di si. Ormai per la più piccola era come un fratello
maggiore, e lui
cercava di aiutarla in tutti i modi; anche perché nei suoi
occhi, a volte,
sembrava di rivedere la stessa espressione dolce del fratello.
“ Vi ho
portato questo!” Urlò il riccio
mostrando i dolci appena comprati, Gemma, Lottie ee la mamma di Lou
corsero al
tavolo per mangiare; a quella vista non poté far a meno di
sorridere.
Quel giorno Harry
voleva rendere tutti felici.
“
Mamma.” Sussurrò chiamando Gemma in
un’altra stanza, lei con uno sguardo capì
e lo abbracciò.
“ Ti voglio
bene anche io amore mio.” Quasi urlò lei, facendo
ridere suo
figlio, che poco dopo uscì e ringraziò chiunque
persona incontrasse.
“
Zayn!” Urlò vedendolo per strada, non si parlavano
da parecchio.
“ Harry.. mi
fa sempre piacere vederti.” Era falso si vedeva, Zayn non
sapeva
mentire.
“ Grazie per
i due anni che abbiamo passato da migliori amici, sei una vera
forza amico!” Disse gioioso Harry ridendo per poi abbracciare
anche lui, il
moro era sorpreso e forse si era sbagliato nel pensare che Harry lo
odiasse.
Poco dopo il riccio chiamò anche Niall e Liam dicendogli che
gli voleva davvero
bene, e che per lui erano come fratelli.
Era sera, non sapeva
bene l’ora, ma rideva.
Harry non faceva altro
che ridere, una bella risata sincera, poiché sapeva che
finalmente lo avrebbe rivisto, avrebbe rivisto il suo unico amore.
Era notte, la notizia
era in tutti giornali, Lottie piangeva, aveva perso il
suo secondo fratello.
Arrabbiata prese una
foto dalla mensola con l’intenzione di romperla, ma poi il
suo sguardo fu’ colto da due stelle luminose, e lei si
affacciò dalla finestra.
Si accorse che quella sera il cielo pareva ridere, una risata sincera,
una
risata cristallina, anzi erano due risate, una dolce l’altra
più divertita. Lottie
poté quasi risentire Harry e Louis, scoppiò di
nuovo a piangere e strinse la
foto al petto. Aveva sempre amato quella foto, Louis ed Harry avevano
un’espressione così buffa.
Lisa’s space: Hey, vorrei iniziare col chiedervi scusa per
una cosa del genere,
ma era da troppo tempo che non scrivevo una Larry. Ringrazio chiunque
abbia
letto, e chiunque recensirà. C:
Spero vi sia piaciuta anche se diciamo è un po’
triste.
Lì.