Dopo pochi
giorni dalla visita di Joshua, Vegida aveva deciso, suo malgrado, di
non poter riversare
delle colpe al compagno e, quindi, aveva scaricato su di sé,
sui famigliari e
su un sacco da boxe della palestra della madre tutte le sue
frustrazione. Aveva
ottenuto una madre che aveva cominciato a detestarlo ancora di
più per il suo
comportamento, un fratello che non capiva e la mente ancora
più scombussolata
di prima. Di positivo c’era che Marsela, spaventata dal suo
comportamento,
aveva deciso di andarsene, insieme ai figli e al marito.
“
Avanti. “
disse Vegida, dopo che qualcuno bussò alla porta della sua
camera.
“Noi
andiamo, volevo salutarti…” disse Juan, entrando.
In cambio, ricevette un’occhiata
assassina, che diceva tutto quello che provava per lui il serpeverde in
quel
momento: odio, un immenso odio.
“ Mi
dispiace, per Feli, intendo… ma noi non abbiamo lo stesso
rapporto che c’è tra
voi... mia madre ha amato davvero mio padre e vederselo
portare via da una donna
più bella, più ricca… è
stato un colpo…io, beh, avevo sei anni e ho reagito
male… me la sono presa con il mio fratellino… e
in un certo senso ti ho usato,
all’inizio…volevo che lui soffrisse per la perdita
di qualcuno… e tu sei molto
importante per Felipe….” Disse, velocemente,
senza alzare lo sguardo, non
ricevendo risposte , continuò: “So di aver
sbagliato… beh, ciao, allora!” Era
rimasto sulla porta per tutto il tempo, durante il suo monologo, non
aveva
fatto altro che fissarsi i piedi.
L’unica
reazione di Vegida fu alzarsi in piedi e sbattergli la porta in faccia, senza
alcuna remora.
Si
accasciò
sul pavimento, mentre Siaf lo guardava, sembrava quasi in pensiero per
lui. Vegi
rise per la stupidata che era riuscito a formulare, un cobra che si
preoccupava, pazzesco!
Una cosa era
certa, non poteva stare con le mani in mano ad aspettare che tutto si
sistemasse, questa volta doveva convincere Joshua che anche lui era
innamorato,
in realtà non ne era sicuro, ma il dolore che aveva provato,
quando gli occhi
freddi e vuoti si era posati su di lui, non potevano voler dire altro.
***
Draco non
sapeva come comportarsi, passava dal “io strozzo quel
delinquente” al “ma no, non devo, se la vedranno tra di loro”. Harry si limitava a
guardarlo, scorrazzare
per casa in cerca di un’illuminazione, che non ci fu. Quando
Draco percorse
per la ventesima volta, il corridoio principale decise di fermarlo.
“
Amore,
scegli…o andiamo a chiedere spiegazioni oppure se non vuoi
avere contro l’ira
di tuo figlio, lasci correre…”
“Ma
Harry,
come faccio?! Il mio bambino, quell’essere ha …
non ci posso pensare…”
singhiozzò Draco, in preda a una crisi isterica.
“
Secondo
me, Vegida se l’è cercata… e prima che
mi ammazzi, ti dirò, secondo quello che
mi hai detto di aver visto, la pensa come me, non si sente violentato o
minacciato, solo deluso…da se stesso…
“disse calmo.
“ Se
fosse
tuo figlio, non diresti così…” disse
Draco, arrabbiato e frustato da una
situazione che non riusciva a controllare.
“
Sentì, ne
devi parlare con tuo figlio… personalmente, lo reputo in
grado di cavarsela
senza il nostro aiuto… ora vestiti che ti porto a cena, poi
ho una sorpresa per
te... su! “ concluse l’Auror.
***
Vegida aveva
convinto il fratello ad accompagnarlo nella cittadina, che si trovava
vicino al
bosco, era l’unica nel giro di svariate miglia, quindi molto
costosa, ma c’erano
dei negozi molto prestigiosi, soprattutto di gioielleria e vestiti.
“ Tu
vuoi
rovinarti! Hai idea di quanto costi la roba qui… qualunque
cosa, la paghi il triplo,
è fatta bene, per carità, ma non mi sembra il
caso…”
“
Siamo
ricchi, Felipe… e non baderò a spese, non per
questo!”
“ E se
lui
non accettasse, comunque?”
“
Questa è
una parte di quello che ho intenzione di fare… se non ci
riuscirò, beh… non
lo so… “
“
Ehi… che cavolo!
Noi siamo nati per convincere la gente, a fare quello che vogliamo,
siamo dei
manipolatori, calcolatori della peggior specie…”
disse Felipe, incrociando lo
sguardo del fratello. ”Non devi arrenderti, nessuno ti
può dire se hai perso o
no una persona, sei tu a decidere… nessuno, hai
capito!” disse, ghignando.
“
Hm… parli
come la mamma! E lei non approverebbe che io spenda dei soldi per uno
stupido
regalo…” disse Vegida, scuotendo la testa.
“
Riprenditi…
eh, dai! Al massimo se non ci riesci, vorrà dire che non
era l’amore della
tua vita…” disse il più piccolo ,
guardandolo di sottecchi.
“ Ma
… io
voglio che lo sia, non lo lascio andare senza neanche
provarci!” sbottò il
biondo.
“
Eureka...” Esclamò
Felipe, saltellando. “Sapevo che l’avresti detto,
allora che aspettiamo, entriamo
nella gioielleria, brucerai una bella parte di eredità
Malfoy, ma ne varrà la
pena.” . Si mise a correre verso il negozio,
mentre il fratello lo guardava
confuso e pensando che solo lui poteva fregarlo in quel modo.
Si diresse
verso oreficeria, sperando che suo fratello avesse ragione, sapeva
già che cosa
voleva.