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Autore: _MoonShine_    09/09/2012    7 recensioni
Ogni volta che alzo lo sguardo, ogni volta che guardo il cielo, ogni volta mi sento diversa. 
Hanno sempre detto che i miei occhi fossero strani, ma inizio a pensare che quel qualcosa che non andava era proprio in me.
Perchè nessuno le vedeva?
[…] La bambina dai capelli rossi alzò un dito indicando qualcosa nel cielo. […]
-Adesso le vedi?- […]
-Non è giusto! Voglio vedere anche io le tue isole- […]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Rein
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~ Il cielo che vedevo da laggiù ~ 



 

Ero passata? Ero davvero passata?
Quando ebbi la sensazione di sentire la voce di mia madre, fui sicura che fosse tutto un sogno, che mi sarei svegliata a momenti. Invece quella sensazione di essere avvolta da qualcosa, quella sensazione di trovarmi chissà dove, continuava ad impossessarsi della mia mente e del mio cuore.
-C-ce l’ha fatta- sentii dei sussurri intorno a me. Il silenzio assoluto era interrotto solo dal vociare di qualcuno.
Decisi di aprire gli occhi, non potevo stare a pensare su dove mi trovassi per tutto il tempo.
Alzai la testa aprendo gli occhi. Mi scontrai con un paio di occhi blu, blu cobalto, che mi fissavano. Rimasi un attimo ferma a guardare il ragazzo che avevo davanti. Era quello di prima, quello del portale. Solo che.. solo che ora era vero, era insieme a me, mi toccava. Le sue braccia erano intorno a me e le sue mani aperte dietro la mia schiena. Ecco cos’era quella sensazione di essere avvolta in qualcosa. Mi aveva stretta a sé per tirarmi dall’altra parte. Altra parte? Un momento, quindi ero.. ero passata attraverso quel portale?
Mi accorsi che non stavo respirando. Lui mi fissava ancora, un sorriso si dipinse sul suo viso. Solo ora potevo vedere bene quanto fosse bello. E quel sorriso poi. Scaccia subito quei pensieri, avevo cose ben più importanti su cui fare conto.
Voltai la testa guardandomi intorno lentamente. Ero a terra, quel ragazzo dagli occhi bellissimi era di fronte a me, seduto con le gambe aperte, come se fosse caduto all’indietro. Probabilmente era caduto all’indietro.  Io ero davanti a lui, tra le sue braccia. Eravamo su una specie di pedana bianca e intorno a noi c’erano tantissimi macchinari, sembrava quasi una stanza di uno scienziato tecnologico. Ma cos’era quel posto?
Vidi sulla pedana, proprio dietro al ragazzo dai capelli blu, una ragazza con un vestito azzurro, identico a quello che inspiegabilmente indossavo anche io. Lunghi capelli color oceano le ricadevano sulla schiena, legati in una coda bassa. Lei era.. era la ragazza del portale, quella che avevo visto le prime due volte! Era chinata, protesa verso di me e mi guardava intensamente. La sua espressione era un misto di emozioni: felicità, preoccupazione, curiosità..
Si inginocchiò di colpo accanto a noi allungando una mano per toccarmi, forse i capelli. Come se fosse un mostro la fissai con occhi sgranati e mi allontanai di poco da lei, avvicinandomi al ragazzo che  ancora mi teneva tra le braccia, ma con una stretta meno forte.
Perché avevo reagito così? Avevo paura sì, ma non sembrava cattiva. Ma i dubbi e l’angoscia non mi avevano fatto pensare.
-N-non voglio farti del male- mi disse mortificata ritirando la mano. Non sapevo cosa fare, dovevo fidarmi? Che fare? Non sapevo nemmeno dove mi trovavo.
Guardai il ragazzo accanto a me. Chissà perché, ma sentivo di poter fare affidamento su di lui. È  da pazzi una cosa simile, ma mi fidavo dei suoi occhi. Due occhi che fino a un’ora fa nemmeno immaginavo esistessero.
Lo vidi sorridermi e annuire come per tranquillizzarmi e dirmi che potevo stare calma, fidarmi. Quindi mi allontanai piano da lui senza accorgermi di essermi appiccicata al suo petto come una fidanzatina innamorata persa. Guardai la ragazzina vicino a me, ora riuscivo a vedere bene i suoi occhi, erano turchesi, bellissimi.
Mi aiutò ad alzarmi e mi porse la mano -Mi chiamo Rein-
Fissai le sue esili dita non sapendo se prenderle la mano e fare amicizia o scansarla e chiedere spiegazioni all’istante. Optai per la prima. La strinsi fissandola con aria intontita. Ancora non capivo dove mi trovassi e come fossi arrivata lì, ogni secondo che passava mi convincevo che non era un sogno, che era anche più reale della mia solita vita.
Sentii dei brusii alle mie spalle, mi voltai di scatto vedendo diverse persone che mi fissavano meravigliare.
Un ragazzo dai capelli color grano, una ragazza bionda con una capigliatura a mela e molto riccia. Al suo fianco un’altra ragazza dai lunghi capelli arancioni e un ragazzino più piccolo con una coda da leoncino. Vicino a loro, sospesa in aria, una bambina di pochi anni dai capelli rosa.
Li fissavo completamente fuori di me, con gli occhi spaventati che scrutavano ogni minimo particolare. La domanda spontanea che mi occupò tutta la mente era il perché indossassero tutti vestiti così assurdi. Sembravano quasi abiti di nobili estremamente particolari mischiati allo stile del circo.
Ad un tratto, quella piccola bambina che lievitava in aria sopra a.. che cos’era? Una piattaforma con l’immagine di una stella?  Beh, lei si avvicinò a me sorridendo e parlottando frasi incomprensibili data l’età. Realizzai solo quando mi stette per arrivare addosso che stava realmente volando. Sopra a una stella, ma stava volando!
Feci un passettino indietro senza rendermene conto fissandola con occhi sgranati. La vidi assumere uno sguardo deluso, cos’è, voleva venirmi in braccio?
Vidi il ragazzo che mi aveva portata lì avanzare verso di lei di qualche passo. Le sorrise -Milky, è ancora presto, è appena arrivata- le disse scompigliandole i capelli –perché non vai ad avvisare la mamma e gli altri?- a quelle parole, la bambina sorrise annuendo e mugugnando qualcosa. La vidi volare di corsa verso una porta dove scomparve. Dov’era andata? Ad avvisare.. gli altri chi?
Sentii degli occhi puntati addosso, peggio di prima. Mi voltai piano ritrovandomi due ragazze che mi fissavano a meno di tre centimetri dalla mia faccia. Erano le due ragazze che avevo visto prima in disparte insieme agli altri due. Rimasi immobile, che dovevo fare? Parlare? Quegli occhi verdi e arancioni mi mettevano in soggezione. Chi erano quelle ragazze? Ma soprattutto, chi erano tutti loro?
Mi soffermai a guardare la ragazza dai lunghi capelli arancioni. Sgranai gli occhi di colpo come una spiritata. Aveva.. aveva d-due orecchie! Due orecchie da leone sulla testa, che spuntavano tra i capelli. No, non poteva essere. Stavo davvero diventando pazza!
La ragazza notò cosa stavo fissando e si allontanò di un passo capendo la mia soggezione e ridacchiò mortificata coprendosi le orecchie. Aveva capito che non ero abituata?
L’altra rimase lì ferma. Sembrava una delle tipiche principesse antiche che si credono chissà chi. Mi prese di scatto la mano facendomi fare una giravolta. Mi studiò per bene da tutti i punti di vista. Mi batteva il cuore, avevo forse paura del suo giudizio?
-Non male- disse infine accennando un sorrisetto.
Voltai lo sguardo e tornai a guardare quel ragazzo dai capelli blu. Appena vide che lo stavo guardando tornò a dipingersi sul suo viso un sorriso dolce. Chissà se lo faceva perché gli andava o solo per confortarmi.
-Principessa Rein, ora che tutto è andato per il meglio, penso sia opportuno portarla fuori di qui-
Vidi la ragazza del portale annuire. Si chiamava Rein! Cercavo di mettermi in testa il suo nome, ma ormai la mia mente l’aveva memorizzata come Ragazza del Portale.
Spostai la testa verso la persona che le aveva appena parlato. Faticai a trovarla, fino a che vidi, ai piedi della pedana, alla mia sinistra, un uomo davvero molto basso. Indossava anche lui abiti stranamente ricamati e costosi. Aveva una specie di bastone. La sua carnagione era strana, era azzurrina-olivastra e aveva..
Dalla mia bocca uscì un urlo terrorizzato non appena lo guardai meglio, un istante dopo mi ritrovai per terra. Dovevo aver fatto un passo indietro ed ero caduta da quella pedana bianca senza passare per i piccoli scalini a poca distanza da me.
In quel momento non pensai affatto alla figuraccia che avevo appena mostrato a quelle persone. Il mio sguardo e la mia mente erano concentrati sulla figura di quell’ometto dalle orecchie sporgenti e a punta. Sembrava un misto tra un troll e un folletto. E poi il colore della sua pelle.. ma che razza di mostriciattolo era?!
Lo vidi assumere un’espressione offesa e severa, mentre tutti i ragazzi che mi stavano attorno scoppiarono in una fragorosa risata. Iniziamo bene.
Vidi il ragazzo dai capelli e occhi blu ancora sulla pedana fare qualche passo verso di me. Ma prima che arrivasse, sentii due forti braccia prendermi per i fianchi e aiutarmi a rimettermi in piedi. Mi voltai. Un ragazzo dai capelli color grano e due occhi rosso fiammeggiante mi sorrideva, un sorriso dolce e bellissimo anche il suo. Vidi sul suo capo una corona dorata, indossava uno strano completo, il classico che hanno i principi delle fiabe. Rise vedendo che stavo osservando il suo abbigliamento un po’ sorpresa. 
-Permettetemi di presentarmi, io sono il principe Bright, benvenuta- prese la mia mano e se la portò alla bocca facendo il baciamano. Ero sicurissima di essere avvampata all’istante. Ma.. ma che faceva? Da quando in qua ci si presenta così? E per di più dando del Voi?
Quando mi lasciò la mano mi voltai di nuovo verso il ragazzo sulla pedana. Non mi guardava, non sorrideva. Fissava il tipo che si era presentato come il Principe Bright con un’espressione seria, inespressiva, la stessa con cui l’avevo visto prima che iniziasse a parlarmi dal portale. Poi non appena notò che ero voltata verso di lui, scese e sorrise di nuovo.
Vidi Rein che anche lei scendeva piano i gradini e fissava Bright con un’espressione accigliata.. infastidita forse? Poi mi arrivò davanti e sorrise come se nulla fosse, un sorriso bello, sincero -Vieni, ti porto da mamma e papà-
 
-Rein!-
Una donna dai lunghi capelli rosso fuoco legati in una cosa alta, si mise a correre verso di noi. Si era alzata dal trono non appena aveva visto la Ragazza del Portale insieme a me e a tutti gli altri ragazzi entrare in un grande salone. Era una sala del trono quella?
In effetti sembrava proprio di essere in un castello, avevamo percorso molti corridoi e stanze, erano uguali a quelle dei libri di fiabe. E poi anche gli abiti e le corone di tutti facevano pensare a un insieme di nobili. Ora era chiaro anche il modo inusuale di vestirsi e la presentazione di quel ragazzo. Adesso che ci ripensavo quell’omino strano aveva chiamato Rein “principessa”.
-Mamma ce l’ho fatta!- urlò Rein correndo incontro a quella donna.
Alle loro spalle vidi un uomo molto simile a Rein, aveva lo stesso colore dei suoi capelli, doveva essere il padre, alzarsi con più calma e raggiungerci un istante dopo. I due voltarono lo sguardo su di me facendomi di nuovo sentire gli occhi di tutti addosso.
Vidi la donna sorridere, aveva.. gli occhi lucidi? Avanzò verso di me mentre piccole lacrime iniziavano a scenderle sulle guance. La domanda che avevo nella testa non era perché stesse piangendo, ma perché fosse la mia copia sputata. Aveva i miei stessi capelli, i miei stessi occhi. Perché mi somigliava così tanto, perché anche Rein era identica a me?
Mi abbracciò singhiozzando e mugugnando monosillabi incomprensibili. Rimasi ferma, irrigidendomi. Perché quella donna faceva così?
Mi lasciò dopo circa un minuto, per tutto il tempo mi aveva accarezzato i capelli. La guardai confusa con le sopracciglia talmente alzate che sparirono sotto alla mia frangetta rossa.
-Elza, lasciala respirare- disse il marito tirandola per un braccio e allontanandola da me di qualche passo. Vidi Rein sorridere.
-B-beh perché non vai a cambiarti e ti riposi, è notte, sarai stanca- disse allora la donna asciugandosi le lacrime e sorridendo. Io annuii senza sapere il perché mentre Rein mi portava da qualche parte tirandomi per il polso.
Quando fui sulla porta sentii i ragazzi parlare con quello che poteva essere il re, il padre di Rein. Aveva detto loro di rimanere lì per la notte.
Guardai per un secondo indietro. Perché mi sentivo sollevata del fatto che quel ragazzo che mi aveva portata qui rimanesse nelle vicinanze?
 
Mi guardavo allo specchio incerta. Rein mi aveva fatto indossare un abitino, per fortuna, abbastanza semplice che fungeva da pigiama. Aveva notato che quando aveva tirato fuori una vestaglia da principessa lunga fino ai piedi come quella che ora indossava lei piena di fiocchi e pizzi, avevo fatto involontariamente una faccia disgustata. Così me ne aveva data una più corta, al ginocchio, rosa pallido, con le maniche a sbuffo che mi arrivavano morbide ai polsi. Non era l’esatto stile che mi caratterizzava, ma poteva andare per dormire.
-Ti piace?- mi chiese vedendo che mi fissavo allo specchio.
Mi accorsi che fino a quel momento non avevo aperto bocca. Ero stata zitta e terrorizzata per tutto il tempo -Sì-
-Allora ce l’hai la lingua- scherzò sorridendo guardando il mio riflesso nello specchio.
Sorrisi involontariamente in segno di scuse -Chi siete?- chiesi poi senza pensarci. Stavo riprendendo l’uso della parola, dovevo approfittarne.
La vidi esitare, forse non sapeva cosa dirmi o come dirmelo. -Io sono la principessa di questo regno- disse cercando di non dare l’impressione da chi va fiero del suo rango -e tutti gli altri ragazzi che hai visto sono i principi e principesse degli altri regni. Ce ne sono altri, ma sfortunatamente i regnanti non erano qui prima-
La guardai misto tra il confuso e l’incuriosito .
-Ma li vedrai domani!- si affrettò a continuare come se avesse pensato che mi fosse dispiaciuto non poterli incontrare subito -Mentre la donna che ti ha abbracciato e l’uomo accanto a lei erano il re e la regina di questo regno. I.. i miei… i miei genitori- balbettò l’ultima parte della frase. Perché? Sembrava che non volesse dire “i miei genitori”, ma un'altra cosa. Non ci feci caso, quello che voleva dire lei era l’ultima delle mie preoccupazioni.
-Dove sono?- chiesi notando una finestra. Rein mi spinse verso di essa capendo che volevo vedere fuori. Mi affacciai, sotto di noi c’era un ampio giardino, sembrava un giardino reale. Realizzai che lo era in effetti.
Guardai più in là. Era buio, ma l’orizzonte era illuminato da tante lucine vicine di un villaggio, come i paesini di montagna. Non riuscii a vedere oltre, era tutto buio. Non distinguevo dove finiva il giardino, o dove finiva il villaggio. Anche il cielo era buio pesto. Meno male, almeno per ora non mi sarei sentita diversa vedendo quelle sette isole.
 
Mi ero addormentata senza accorgermene. Rein mi aveva portata in una stanza che stando a quello che aveva detto era di fronte alla sua. Era carina, enorme e lussuosa, ma carina. Mi ero sdraiata sul letto ed ero sprofondata nel sonno più assoluto senza pensare a nulla.
Quando mi sveglia, trovai Rein che stava per bussare alla mia porta, ma vedendomi in piedi mi aveva sorriso.
Ora eravamo fuori, fuori da quell’enorme palazzo, nel giardino. Stavamo scendendo gli scalini verso quel verde ben curato. Ora che guardavo avanti a me potevo benissimo vedere il villaggio che avevo visto la sera prima. Era lontano, lontanissimo ma era grande. Poi oltre quelle casette minuscole all’orizzonte vedevo il cielo, solo il cielo. Niente montagne, come se fosse una pianura immensa che non riesci a scorgere.
Alzai la testa. Rimasi ferma immobile con gli occhi fissi su quell’azzurro immenso.
Sentii delle voci alle mie spalle, se avevo memorizzato bene dovevano essere i ragazzi.. i principi del giorno prima che si erano fermati per la notte. Forse c’era anche quel ragazzo.
Non riuscii a girarmi, nonostante volessi salutarli e iniziare a fare qualche domanda, non riuscivo a distogliere lo sguardo da cielo.
Sentii Rein allontanarsi per raggiungerli e poi tutti insieme tornare accanto a me. Rein prima di dirmi qualcosa esitò -Fine, tutto be..-
-Dove sono?- la interruppi rimanendo nella stessa posizione –Dove sono le isole fluttuanti?-
Perché nel mio tono c’era una nota di agitazione, di paura? Avevo sempre odiato quelle isole perché mi rendevano diversa, perché solo io le potevo vedere. E ora che non c’erano più, ora che non le vedevo, perché mi sentivo persa? Forse perché non ero abituata a vedere un cielo limpido e pulito come quello? O forse perché le sentivo parte di me? O perché in fondo mi piaceva avere un segreto al quale nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza.
-Ci sei sopra-
Come se una doccia d’acqua fredda mi avesse colpito all’istante, spostai lo sguardo su Rein. Sorrideva, sorrideva come se niente fosse. Io.. ero.. io.. dove? -Scusa?-
-Questa è l’isola al centro delle altre sei- disse aprendo le braccia per mostrare tutto, il palazzo, il villaggio, l’orizzonte.
Non capivo, non connettevo le parole. In pratica ero su una delle isole che vedevo nel mio cielo? Ma andiamo, che assurdità. Era impossibile, anche perché non avrei mai potuto arrivarci. Però c’era stato quel portare.. come lo avevano chiamato? Spazio-temporale. Avevano detto che metteva in contatto i due mondi. Due mondi? Allora io.. non ero più a casa mia, sul mio pianeta?
Mi misi a correre, corsi per non so quanto tempo senza motivo. Ma non in direzione del villaggio, ma del castello. Volevo arrivare da qualche parte, ma dove? Gli gira attorno. Non so per quanto corsi, per quanto ansimai, ma non mi fermai nemmeno una volta. Perché correvo così? Dove volevo arrivare?
Mi fermai di colpo, dovevo essere sull’esatto retro del palazzo. Davanti a me non c’era più nulla, come un burrone. Vedevo le nuvole. Nuvole? Cielo? C’era solo questo davanti a me.  Il mio vestito ondeggiava mosso dal vento e i capelli mi arrivavano negli occhi. Guardai i miei piedi. Pochi centimetri e poi il vuoto.
Sentii dei passi raggiungermi, dovevano essere i ragazzi.
Sporsi un po’ la testa e quel che vidi mi fece mancare il fiato, non respiravo. Sotto di me, sotto i miei piedi, a chilometri e chilometri, sotto le nuvole c’era.. c’era.. -Quello è il mio mondo- sussurrai a me stessa. Sembrava una di quelle immagini di Internet che mostrava la Terra dall’alto.
Davvero mi trovavo su una di quelle isole che vedevo solo io? Davvero ero sopra la mia città? Davvero mi trovavo nel cielo che di solito vedevo alzando lo sguardo?



 

 
 
 


SPOILER:
[…] Era come un ciclo continuo di produzione di energia. Niente potere nel Regno Solare, niente vita negli altri regni. Chiaro. […]
-Ed è quello che sta accadendo ora- mi interruppe guardandomi seria -e abbiamo bisogno del tuo potere per stabilizzare di nuovo l’equilibrio- […]
-Di nuovo?- […]
-Sì, è già successo quindici anni fa- il ragazzo dagli occhi blu, quello che mi aveva portata qui, si era finalmente deciso ad aprir bocca. […]
-Perché stavolta ci devo essere anche io?- […]
-Lui ha detto che se non lo faccio anche il mio mondo verrà distrutto. […] Quando potrò ritornare a casa?- […]
-Ora non devi pensare a questo. Se vuoi salvarli concentrati su questo mondo- […]















Ciao Belle donne di Efp ^^
Come state? spero bene! State vedendo Avatar? xD Io no, mi fa paura quel film. Quindi sono qua ad aggiornare
Ecco finalmente il quinto capitolo. Fine è passata dall'altra parte, HALLELUIAH! Lo so, gliel'ho tirata lunga, ma anche Shade doveva avere il suo momento di gloria xD
Beh, comunque sia Fine ha conosciuto Rein, Elza e Tolouse. E anche gli altri ragazzi che erano lì al momento. Povero Omendo, si è beccato del "troll" ahaha
E alla fine la nostra protagonista s è resa conto di essere su quelle isole che vedeva, sopra il suo mondo. (io non ce la farei, soffro di vertigini xD)
Spero vi sia piaciuto. L'immagine non è proprio azzeccata, però dovrebbe rappresentare Fine un po' confusa sulla situazione e Rein tutta contenta che se la guarda felice di averla vicina..
Vabbè, aspetto i vostri commenti. E ricordo sempre che accetto anche le critiche, così che possa migliorare ^^
Domani inizio gli allenamenti e non potrò aggiornare, ma martedì se non ho problemi dovrei mettere il capitolo di The Damned Kiss :)
Un bacione e buona serata!

 

p.s. Che tenero Shade che le sorrideva ^^ (scusate, attimo di entusiasimo xD)

  
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