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Autore: ___MoonLight    10/09/2012    8 recensioni
«Tu sei riuscito a creare qualcosa di buono, non solo per te stesso. Qualcosa in cui credi.»
Tony gli riservò solo un ostinato silenzio, al che Bruce esitò.
«Ci credi ancora, vero?»
«Che importanza ha? Ho mandato tutto in fumo,» replicò piattamente lui.
«Sei già rinato dalle ceneri, Tony. Davvero non puoi farlo ancora?»

L'Afghanistan ha segnato Tony e gli ha donato l'opportunità di cambiare in meglio la sua vita. Ma il destino ha tutte le intenzioni di mettergli nuovamente i bastoni tra le ruote, e l'immagine corazzata che si è costruito e dietro la quale tenta di riparare i torti commessi e quelli subiti non è più abbastanza per proteggerlo. Cosa succede quando l'uomo diventa davvero di ferro, anche senza armatura?
[Storia completa e revisionata]
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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20

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Tiptoe higher







"I ain't happy
I'm feeling glad I got sunshine
In a bag
I'm useless
But not for long
My future is coming on
Is coming on"

[Clint Eastwood – Gorillaz]





1° Aprile, Villa Stark

Il familiare bip delle camere d'ospedale era l'unico suono che Tony riusciva a percepire.
"Dove sono?"
Per un momento si chiese se si fosse schiantato contro qualcosa e stesse per risvegliarsi con qualche altro pezzo mancante. Non
di nuovo. Cercò di muovere le dita della mano buona, ma si sentiva completamente esausto, tanto che anche quel gesto si rivelò un'impresa titanica. Sentiva anche un po' di nausea colpirlo alla bocca dello stomaco, ma se fosse aumentata non avrebbe raggiunto nemmeno l'estremità del letto per vomitare, tanto si sentiva spossato. Provò con qualcosa di più semplice, come aprire l'occhio, non appena sentì la percezione di se stesso allontanarsi dallo stomaco. Sbattè appena la palpebra, lo sguardo appannato che cercava di mettere a fuoco... cos'era quello?
"Porca troia."
«Bontà divina, K!»
rantolò, nel ritrovarsi la faccia di Kyle a pochi centimetri dalla sua che lo fissava a occhi sgranati.
Il ragazzo si allontanò, lasciandosi ricadere sulla sedia a rotelle ridacchiando sotto i baffi per lo scherzo ben riuscito.
«Vedi questo sguardo? Lo vedi? Non te lo scordare
mai, soprattutto al processo.» 
Seguì poi con sguardo preoccupato Tony che si sollevava a sedere sul letto, colto da un evidente capogiro, e
continuò a fissarlo ancora per qualche secondo prima di rilassarsi in un sorrisetto divertito nel constatare che, a parte la sua espressione un po'assente, sembrava sentirsi meglio. Tony lo fissò terrorizzato per qualche istante prima di riprendere un contegno più o meno passabile.
«Se mi guardi così durante il processo, chiamo Pepper,» stabilì, ancora sconvolto e un po' su di giri: si sentiva decisamente dopato e chissà cosa gli scorreva nelle vene in quel momento... distolse i pensieri dall'ago sepolto nel dorso della mano.
Magari Kyle non aveva tutti i torti nel tenerlo d'occhio così da vicino, visto che si sentiva sul punto di collassare a intervalli di due secondi.
«Non azzardarti ad abusare di quella santa donna, Stark: come ti sopporta lei non ti sopporta nessuno, nemmeno io, mio caro. Alla fine di questa storia dovrai dedicarle un palazzo, come minimo, e lodarla fino alla fine dei tuoi giorni. A me e Ian basta una statua colossale,» aggiunse con aria furba.
«In effetti, se non ci fosse il mio "fan-club" a tenermi in vita, la "fine dei miei giorni" sarebbe molto vicina e non avrei nemmeno il tempo di costruirlo, il palazzo.» 
Fece una pausa e volse lo sguardo al soffitto, come in trance, prima di iniziare a parlare a vanvera:
«Sarà alto... e di vetro. E avrà
STARK scritto sopra a caratteri cubitali! Sì, è perfetto! Mi serve solo un architetto per realizzarlo... e convincere Pep.»
«Goditela finché puoi, Stark,» lo interruppe Kyle cercando di riportarlo coi piedi per terra, frastornato e preoccupato dal suo stato non propriamente "normale".
Tony s'interruppe, si accigliò, meditò un attimo sulle sue parole e si voltò di nuovo verso di lui, perplesso.
«Cosa? Il tempo che mi rimane?» domandò, disorientato dalla sua testa febbricitante, che si arrese a lasciar ricadere sul cuscino.
Kyle lo fissò di rimando, attribuendo infine quella domanda superflua alla febbre che non doveva fargli connettere bene tutti i suoi geniali neuroni. O almeno, li connetteva peggio del solito.
«
Pepper, che domande.» Fece un gesto di ovvietà con la mano, paziente. «Ma le questioni di cuore le affronteremo dopo, stellina.»
«
Quelle le vedo io,» commentò assente Tony, coprendosi l'occhio con un braccio, col campo visivo effettivamente invaso di puntini luminosi.
Ignorò con fermezza l'insinuazione di Kyle. Gli mancava solo un consulto di coppia non richiesto e poi la sua vita sarebbe diventata perfettamente schifosa.
In quel mentre entrò proprio Pepper, con un vassoio per la colazione. Un lieve sorriso le illuminò gli occhi nel trovare Tony sveglio, ma non si dilungò in nessun saluto o commento sulla sua salute: non doveva essere esattamente di buon umore. La donna porse un tè a Kyle, per poi posare il vassoio sul sostegno di fronte a Tony. Premette il tasto del pannello di controllo vicino al letto per inclinare la testiera in modo che potesse sedersi senza sforzo. Lui si limitò a un breve cenno di saluto col capo, sfuggendo il suo sguardo e fissandolo sul toast di fronte a lui, che gli fece automaticamente chiudere lo stomaco al solo pensiero di doverlo masticare. In quel momento il bicchierone di clorofilla gli sembrava molto più appetitoso. Accanto giacevano varie pasticche, più del solito: antidolorifici, antipiretici, beta-bloccanti, integratori... aveva l'imbarazzo della scelta, ormai.
Nel frattempo Pepper controllò lo schermo che mostrava il suo battito cardiaco e teneva costantemente sotto controllo la temperatura fuori norma: 38,6°C. Tony seguì il suo sguardo, notò il valore e concluse che era stato peggio.
Intanto Kyle li aveva discretamente lasciati soli accampando la scusa del "lavoro d'ufficio" e Pepper si sedette sulla poltroncina di fianco al letto con la sua tazza di tè, sempre senza proferir parola, ma per una volta non era un silenzio teso. O almeno, a Tony non pareva che lo fosse. Purtroppo aveva perso l'abilità di leggere Pepper come fosse un libro aperto, e lo stesso poteva dirsi per lei.
Si rassegnò a tacere e a forzarsi di mandar giù almeno un decimo della sua colazione. Prestò attenzione all'ago della flebo solo nel momento in cui mosse il braccio verso il bicchiere di clorofilla, rischiando di sfilarselo dalla mano.
«Tony, lasci. Faccio io,» lo fermò delicatamente Pepper, posando per un attimo il suo tè.
Mise una cannuccia nel bicchiere e ne avvicinò l'estremità alle sue labbra leggermente violacee e screpolate. Tony accettò a sguardo basso, come sempre riluttante a farsi aiutare, ma si sentiva la febbre così alta che non ebbe la forza di protestare e lasciò ricadere mollemente la mano, dichiarandosi sconfitto.
«K mi ha quasi ucciso,» commentò poi tra un sorso e l'altro nel tentativo di rompere il silenzio, ma poi concluse che era meglio essere zittito dalla cannuccia.
«Non sarà sicuramente Kyle a ucciderla, e comunque ne avrebbe il diritto,» commentò concisa Pepper, dopo una breve pausa.
Tony capì che non era in vena di parlare – quando mai lo era? – o forse era solo una sua impressione. Non si sentiva molto grado di giudicare la situazione, considerata la sua temperatura incandescente.
Continuò a bere la sua clorofilla in silenzio, concludendo che intavolare una discussione simile a un passo dal delirio non era una mossa saggia neanche per un genio della conversazione come lui.


***


Pepper, dopo essersi assicurata che Tony fosse in grado di bere da solo il suo "succo d'erba", tornò al suò tè, rimanendo però seduta sul bordo del letto invece di riprendere posto sulla poltroncina.
Si pentiva un po' per aver troncato così bruscamente la conversazione. In altre circostanze sarebbe stata forse più incline a parlare, soprattutto dopo l'episodio del giorno prima. Quell'abbraccio estemporaneo sembrava aver parzialmente sanato una frattura tra loro di cui non si erano mai voluti davvero curare, ma nessuno dei due era stato nelle condizioni di dare inizio a una conversazione coerente. Si era limitata a sorreggere Tony per riportarlo a letto, e lui si era limitato a un "grazie" sussurrato subito prima di addormentarsi di schianto, stremato per lo sforzo. Anche adesso si sentiva veramente troppo esausta per intraprendere discussioni spinose. Era ovviamente preoccupata per Tony, più del solito, ma anche il proprio stress iniziava a farsi sentire sempre di più. Dopo gli scossoni di quella settimana si era finalmente rilassata di colpo e ciò l'aveva lasciata spossata. Di quel passo non sapeva quanto ancora avrebbe potuto reggere tutta quella tensione quotidiana.
E se avesse ceduto? Che cosa voleva dire per lei, l'assistente di Tony Stark,
cedere? Magari avrebbe dovuto staccare, almeno per un po'... ma poi come avrebbe fatto a convivere con la consapevolezza che la persona a cui teneva di più al mondo era in quelle condizioni, da solo? Si passò una mano sul volto pallido, esausta, cercando di rinviare al più tardi possibile quelle meste riflessioni che avrebbe preferito non aver mai avuto bisogno di fare.
Per fortuna Tony richiamò la sua attenzione quando le sfiorò il ginocchio con la mano. Pepper rialzò di scatto lo sguardo su di lui alla ricerca di una sua qualunque esigenza, già maledicendosi per essersi distratta e memore dei suoi continui dolori, ma lui aveva già finito la sua clorofilla, assunto le medicine e aveva addirittura sbocconcellato il toast. Adesso stava respirando lentamente con l'occhio chiuso e la testa reclinata verso di lei. Probabilmente non stava dormendo, ma aveva certamente molto bisogno di riposare dopo la sua passeggiatina della sera prima.
Gli prese delicatamente la mano, attenta a non ferirlo con la cannula della flebo, e gliela risistemò lungo il fianco, classificando quel gesto come involontario. Fece per ritrarla, ma una debole stretta di quella di Tony la invitò a mantenere quel sottile contatto, sfatando le sue impressioni. Ne rimase sorpresa, dopo il suo anormale distacco degli ultimi giorni.
Piacevolmente sorpresa, in realtà, così come quando il giorno prima non si era sottratto al suo abbraccio. Sospirò debolmente, rinunciando a cercare di capire cosa diavolo passasse per la testa di quell'uomo, visto che a quanto pareva anche lui aveva rinunciato a capire cosa passasse per la sua.
Pepper prese ad accarezzargli il dorso della mano innaturalmente caldo, tracciando linee immaginarie sulle sue nocche e seguendo il contorno dei calletti sul palmo; lui rilassò completamente la mano, abbandonandosi a quelle carezze. Lei si scoprì invece in tensione, nonostante non ve ne fosse motivo tangibile, ma da quando Tony aveva avuto le convulsioni temeva di vederlo agitarsi inconsciamente in qualsiasi istante...
Aveva appena ripreso a porsi le domande che ultimamente la assillavano, minacciando di farle esplodere la testa, quando Ian fece quasi irruzione nella stanza, facendola sobbalzare e spezzando bruscamente quel dolce contatto. Tony schiuse la palpebra e strinse di riflesso le dita, troppo tardi per trattenerla, e Pepper gli rivolse di sottecchi uno sguardo dispiaciuto.
Era davvero
troppo tesa.
«Sta arrivando il medico del tribunale,» annunciò il medico, senza tante cerimonie.
Dovette notare solo allora che doveva essersi fiondato nella stanza un po' troppo precipitosamente. Rimase sulla soglia, in evidente imbarazzo, mentre Pepper si limitava ad annuire.
C'era stata una discreta agitazione a Villa Stark quella mattina. Li aveva svegliati JARVIS, informandoli che un certo Brian Raven, medico del tribunale, avrebbe fatto visita di persona al signor Stark per verificare che le sue condizioni fisiche fossero davvero quelle comunicate per il rinvio del processo di ben dieci giorni, giorni che probabilmente non sarebbero comunque bastati a rimettere in piedi qualche pezzo di ferro e ciò che rimaneva del corpo di Tony. Pepper aveva immediatamente inviato Happy a recuperare Kyle, che li aveva raggiunti a tempo di record; per fortuna Ian era ancora in pianta stabile alla villa.
L'annuncio aveva infastidito tutti: le loro preoccupazioni erano più che sufficienti e non c'era bisogno che ci si mettesse anche il "medico del tribunale" a portare altri guai in quella situazione già disastrata. Far imprecare Kyle contro Knight per avergli sicuramente aizzato contro tutta la giura e aver deciso di tirargli quel manrovescio di Raven – o "avvoltoio", come lo aveva definito lui; aver fatto scapicollare Pepper per tutta la casa per assicurarsi che tutti i progetti delle Stark Industries e di Tony in particolare fossero sotto la custodia di JARVIS nel laboratorio; e aver irritato Ian al punto da renderlo più scontroso del solito e indurlo a tirar giù qualche santo erano state solo le conseguenze più evidenti di quell'imprevisto. Ian e Kyle non avevano sicuramente passato una mattinata leggera nel ricontrollare rispettivamente le cartelle cliniche e giuridiche di Tony, così da non doversi trovare di nuovo a litigare con qualcuno per aver trascurato dei dettagli. Tony stesso non stava particolarmente bene quella mattina; negli ultimi giorni, nonostante si fosse decisamente ripreso dall'ultima operazione, la temperatura continuava a giocare alla roulette con dei numeri folli: un attimo prima sembrava essere tornata stabile e un secondo dopo schizzava due gradi e mezzo più in alto, costringendo Ian a dar fondo a tutta la sua esperienza medica per fronteggiare ricadute che non poteva prevedere con certezza assoluta. L'azzardo della sera prima non aveva certo giovato al suo irrequieto paziente, ma almeno aveva riacquistato in parte la sua solita faccia tosta e aveva ripreso a mangiare senza doversi far pregare.
In quel mentre Tony si riscosse del tutto dalla sua catatonia, probabilmente richiamato alla realtà dalla parola "tribunale":
«Chi arriva da Cittàlaggiù?» biascicò infatti, forse in preda ad uno dei suoi deliri indotti dalla morfina.
Ian rivolse la sua attenzione al suo catalizzatore preferito:
«Oggi, signor Stark, dato che ultimamente è tanto bravo a star male, dovrà dare il meglio di sé.»
«Tanto sto qua, dove vuole che...» Tony non riuscì a completare la frase che si afflosciò apparentemente incosciente sul cuscino, col volto reclinato di lato.
Pepper scattò in piedi all'istante e guardò Ian alla ricerca di non sapeva neanche lei bene cosa.
«La temperatura si sta rialzando,» disse il medico, calmissimo, osservando lo schermo dove lampeggiava un 38.9 in un color rosso chiaro che stonava completamente con il verde luminoso del suo regolare battito cardiaco.
Pepper si convinse che almeno la pressione era buona e che presto anche la temperatura sarebbe rientrata nei ranghi dopo l'effetto dei farmaci. Anche la flebo avrebbe dovuto aiutare a mantenere la febbre a un livello accettabile.
«Deve essere troppo stanco, oppure è l'effetto dei vari farmaci, ma va bene così,» sospirò sbrigativo Ian, dopo aver brevemente premuto due dita sulla giugulare di Tony e avergli sollevato la palpebra per controllare la pupilla.
«È svenuto?» chiese Pepper, preoccupata.
«Non direi. Sta solo dormendo,» rispose evasivo lui.
Pepper fissò Tony per poi spostare lo sguardo su Ian e infine di nuovo su Tony: stava visibilmente sudando per la febbre ed aveva iniziato a tremare in modo appena percettibile. La donna gli sistemò meglio la coperta, poi controllò la flebo e il monitor accanto a lui. Tutto regolare, se non per la temperatura.
«Ma gli antipiretici non dovrebbero aver già fatto effetto?» chiese infine lei, senza riuscire a nascondere la sua agitazione.
Ian si tolse gli occhiali e li pulì con i suoi usuali gesti lenti, come faceva sempre quando doveva dire qualcosa di molto importante o molto scomodo. Si sedette sulla poltroncina, di fronte a Pepper, ma non la guardò finché non si rimise gli occhiali, come se avesse finito di schiarire i suoi pensieri insieme alle lenti.
«So che non è una scelta ortodossa né tanto meno corretta, ma credo lei sia d'accordo con me sul fatto che il medico del tribunale, anche considerata la giuria, deve essere assolutamente convinto della precaria salute del signor Stark, perciò...»
«Mi sta dicendo che non ha gli ha somministrato
niente?» chiese Pepper in tono pacato, evitandogli il fastidio di finire.
Ian deglutì, leggermente sotto pressione:
«Sì. Quelli di stamattina erano semplici, innocui integratori. A parte le pasticche per il cuore, ovviamente,» spiegò a disagio.
Pepper prese a torturarsi le mani dal nervosismo. Guardò Tony, che ogni tanto ancora tremava e continuava a sudare e sentì un groppo in gola.
Non era giusto, si ritrovò a pensare. Aveva sofferto così tanto in così poco tempo e aveva a malapena avuto modo di assimilare tutto ciò che gli era piombato addosso: era già abbastanza dura così, senza quegli ostacoli "necessari". La preoccupava il fatto che Tony avesse infine dato il suo primo, fisico segno di cedimento, dopo quello psicologico: il suo periodo di totale apatia era stato quasi più terrificante che vederlo dopo l'incidente, quando non voleva ancora convincersi di ciò che gli era accaduto. E forse, in effetti, non se ne era ancora del tutto fatto una ragione. Pepper scrollò la testa e si scostò la frangetta sovrappensiero, cercando di ragionare in modo lucido.
Ian, convinto che Pepper stesse per sollevare qualche comprensibilissima obiezione riguardo al suo modo d'agire, ricominciò a parlare:
«So che sta molto male e che se vogliamo che si riprenda ha bisogno di tutte le cure necessarie, ma se il medico che lo visiterà oggi non sarà "soddisfatto" di ciò che vedrà, verrà trascinato davanti alla corte senza tante cerimonie, non ancora in grado di reggersi in piedi. Ha visto Knight e il Senatore Stern e ha visto quanta avversione provano nei suoi confronti: sbatterlo in cella e buttare la chiave, per poi passare le Stark Industries in mano al governo è la soluzione più semplice per tutto il caos che ha sollevato l'incidente. Vogliono chiudere la storia in fretta, e portare un Tony Stark più delirante e sboccato del solito in aula sarebbe un grosso vantaggio.»
«È più probabile che collassi sul banco dei testimoni,» sospirò lei, accigliata. «Non sarebbe in grado di muoversi dal letto neanche tra una settimana,» commentò poi, non mostrando nessun segno di rabbia o fastidio per la scelta del medico, presa palesemente alle sue spalle e ignorando la possibilità di veder Tony sbattuto in prigione. «E non credo neanche che una settimana basterebbe a cambiare radicalmente il suo carattere tanto da risultare gradevole alla giuria. Non so che conseguenze avrà questa sua manovra, Mitchell, ma ci permetterà solo di guadagnare poco tempo. Tempo inutile, peraltro, perché lui non sarà neanche nelle condizioni di migliorare i progetti, modificare le protesi o tantomeno iniziare sessioni di fisioterapia decenti. E per lui è tutto già abbastanza frustrante così, senza ulteriori impedimenti da parte nostra,» disse d'un fiato, sfogando in parte tutte le preoccupazioni che la assillavano e il malumore che la attanagliava da quella mattina.
"E voleva anche presentarsi all'udienza con la protesi nuova..." pensò rattristata, col suo sguardo catturato dall'evidente assenza della gamba destra sotto al lenzuolo.
«Mi dispiace di...»
«Di non avermi informato?» lo interruppe Pepper, secca. «Anche a me dispiace. Ma capisco la sua scelta anche se non la condivido. E capisco che anche per lei non deve essere stata una decisione semplice. Anche se decidere volontariamente di "far stare peggio" Tony per accontentare il coroner di qualche tribunale non rientra nel mio concetto di "etica", medica e non.»
Ian rimase sorpreso da quel commento. Non si aspettava quella comprensione, seppur restia, da parte di Pepper. Piuttosto aveva immaginato che la sua scelta di far saltare i medicinali a Stark per mezza giornata l'avrebbe resa furiosa, soprattutto perché si trattava di qualcuno che le stava molto più a cuore di un semplice datore di lavoro o superiore, quello era evidente a tutti. Poteva intuire un certo fastidio dietro il suo apparente controllo nel non averla informata, ma si sentì sollevato nel ricevere una reazione tutto sommato pacata. Non era da tutti mantenere quel sangue freddo dopo un accumulo simile di stress.
Era un po' imbarazzante dover confessare le proprie colpe, ma volle dimostrarsi grato per la tolleranza verso la sua scelta poco professionale.
«Probabilmente è una precauzione inutile, ma tutto sommato innocua. Non avrei mai osato interrompere i farmaci se non...» s'interruppe, improvvisamente perplesso, e la squadrò confuso. «Aspetti un attimo. Ho sentito bene? Il
coroner? Come sarebbe?»
Ian quasi si mise a ridere a sproposito nell'accorgersi in ritardo del lapsus di Pepper.
«Intendeva un medico legale, giusto?» cercò conferma.
Pepper, al contrario, non era affatto divertita.
«Intendevo ciò che ho detto. Il tribunale ha deciso di inviare un
coroner per visitare il moribondo Anthony Stark. Un pesce d'Aprile... simpatico.» ironizzò malamente la donna.
Ian ora era allibito.
«Di chi è stata l'idea?» mormorò, combattutto tra lo sdegno e l'incredulità.
Un'occhiata eloquente della donna confermò i suoi timori. Knight era davvero pronto a tutto per perorare la sua causa e metterli in difficoltà...
In quel momento squillò il campanello, riportando tutti in allarme. Ian fermò con un gesto Pepper che stava per scendere al piano di sotto. Scosse la testa e riprese a pulire metodicamente gli occhiali, stavolta con foga.
«Aspetti che lo scopra Kyle. Succederà il...»
«Che razza di scherzo è questo?!
Ian!»
Il capo del medico crollò in avanti nel sentire la voce irata del ragazzo raggiungerli dal piano di sotto.
«... finimondo.» concluse Pepper, rassegnata.
In pochi secondi furono raggiunti dalle voci concitate del coroner e di Kyle, che sembrava in preda a una furia omicida, probabilmente in seguito alle presentazioni con Raven. L'avvocato iniziò a citare ad alta voce tutti i diritti che il coroner in questione stava violando con il suo "comportamento inadeguato" e la "poca sensibilità" nei riguardi del convalescente e concluse, non essendo ascoltato minimamente, con un sonoro "vaffanculo" indirizzato esplicitamente a Raven e a "tutte le carogne come lui".
«Maledetto avvoltoio, ringrazi che non le faccio causa!» concluse infine l'avvocato, rassegnandosi a dovergli urlare dal fondo dell'atrio, per poi mettere la quarta deciso a recuperare il terreno perso.
Raven sembrò non sentirlo neanche e si diresse a passo di carica attraverso il salone, venendo intercettato da Ian prima che imboccasse la porta sbagliata. Si guardava intorno con molto, troppo interesse, ma si fece scortare dal medico fino alla stanza di Tony quasi senza proferir parola, se non un grugnito di saluto. Trovò Pepper ad attenderlo sulla soglia, compita e professionale; alle sue spalle, Tony si calava egregiamente e senza troppi sforzi nella parte del moribondo.
«Buongiorno, dottor Raven.»
«Salve. Lei è l'assistente?» chiese lui, sbrigativo.
Tutto il suo aspetto dava l'idea di una persona frettolosa, senza tempo da perdere ed estremamente impaziente: capelli scuri e brizzolati un po' alla rinfusa, abbinamento di vestiario sconclusionato ma rigorosamente scuro, come se avesse pescato i primi vestiti a portata di mano da un guardaroba monocromo, e movimenti delle mani secchi e mirati, precisi. Per non perder tempo, naturalmente. Pepper provò un moto di compassione piuttosto ridicolo nei confronti dei trapassati che dovevano sopportare le sue affrettate autopsie.
«Sì,» rispose infine Pepper. «Sono Virginia Potts. E lui,» riprese, mostrandogli le buone maniere che, a quanto pareva, doveva avere accidentalmente scordato, «è il dottor Mitchell, il medico curante del signor Stark.»
«Piacere,» borbottò Raven, senza tendere la mano a nessuno dei due e ottimizzando invece quel tempo per frugare nella sua cartelletta alla ricerca dei suoi strumenti.
«Piacere mio, signor Raven,» rispose Pepper, risentita, cercando comunque di essere il più cordiale possibile e di non lasciarsi stravolgere dagli sguardi insistenti e molesti che il "medico" gli aveva lanciato sin da quando l'aveva adocchiata.
«Sì, sì. Anche io sono tutto un piacere.» 
Kyle fece finalmente capolino nella stanza con uno stridio di freni, un po'affaticato e continuando a masticare fra sé insulti rivolti a quella sgradita presenza.
«E ho già avuto l'onore di conoscere l'avvocato del signor Stark. È molto peggio di quel che mi aveva detto il signor Knight; pensavo esagerasse riguardo alla sua "estrema vivacità di linguaggio".»
Kyle gli lanciò un'altra occhiata fulminante, piazzandosi poco dopo la soglia e limitandosi ad osservare ogni sua singola mossa come alla ricerca di una scusa per fargli causa.
Tony nel frattempo non aveva dato segni di vita, a parte il lento respirare. Ian, smanioso di sbattere fuori a calci il preunto medico quanto lo era Kyle, richiamò l'attenzione di Raven con un discreto colpetto di tosse:
«Prego, faccia quel che deve fare. La sua visita sta rallentando il nostro lavoro ed immagino che anche lei abbia questioni ben più urgenti da affrontare,» disse Ian, cercando di suonare il più cordiale ed il meno stronzo possibile.
Piuttosto difficile, data la situazione e il suo scarso tatto.
«Infatti. Vediamo di sbrigarci,» tagliò corto Raven, risultando infastidito dalla situazione e dal pubblico che si era formato alle sue spalle.
Le condizioni di Tony si potevano constatare ad occhio nudo o più semplicemente osservando per neanche un minuto il monitor che mostrava le sue funzioni vitali, ma Raven guardò a malapena quegli strumenti e scoprì bruscamente l'allettato, prendendo ad esaminarlo con ben poca grazia. Ian fremette: era evidente la sua abitudine a trattare con gente inabile a protestare alla sua mancanza di delicatezza.
Raven si concentrò naturalmente sulla protesi, che sembrava però affascinarlo in modo molto relativo. Mitchell considerò che, se fosse stato nei suoi panni, avrebbe probabilmente avuto gli occhi lucidi e l'esaltazione a mille nel vedere un simile prodigio della tecnologia e un così grande passo per la scienza medica ma...
giusto, ai morti non servono potenziamenti biomeccanici.
Raven ebbe ben poco tatto nell'esaminare lo stato delle ferite, e Tony emise qualche lamento sommesso, con grande rabbia di tutti, in particolare Pepper, che si stava trattenendo a stento dal trascinarlo via da Tony per la collottola, soprattutto quando prese ad esaminare il reattore arc infisso nel suo petto. Dal suo modo di fare era chiaro che non avesse la minima idea della sua funzione e che fosse fortemente tentato dal rimuoverlo per esaminarlo meglio.
A quel punto intervenne Ian, in un tono così secco da far quasi crepitare l'aria:
«
Se fossi in lei lo lascerei al suo posto. A meno che non voglia provocare un arresto cardiaco al mio paziente e costringermi a intervenire,» concluse senza nascondere la non tanto velata minaccia.
Raven gli rivolse un'occhiata astiosa dei suoi occhi scuri, ma seguì la direttiva di Ian e passò ad esaminare il moncherino della gamba senza commentare. Pepper posò discretamente una mano sul braccio di Ian, in un ringraziamento silenzioso; lui si limitò a un mezzo sorriso burbero di risposta, in cuor suo soddisfatto per aver rimesso in riga quel maledetto coroner. Le strinse a sua volta la spalla per intimarle di non intervenire: si sarebbe occupato lui del "lavoro sporco", se necessario. 
Dopo un esame più che approfondito – e probabilmente fastidioso per Tony – Raven risistemò infine i suoi strumenti nella valigetta:
«A quanto pare le condizioni del signor Stark non avranno margine di miglioramento prima di due giorni, come minimo.»
Un cauto sorriso di soddisfazione attraversò il viso di Kyle mentre Pepper tirava un sospiro di sollievo e Ian aspettava fin troppo pazientemente la visione celestiale della scomparsa di quell'incompetente. Partendo da quel presupposto, avrebbero forse potuto sperare in una settimana abbondante per recuperare, contando sul fatto che quel tempo fosse poi ulteriormente trattabile per permettere a Tony di ristabilirsi del tutto.
«Perciò otterrà una proroga, a partire da oggi, di altri...
due giorni,» annunciò invece Raven, con malcelata cattiveria.
La temperatura nella stanza precipitò di una decina di gradi. Dovevano averlo pagato molto, molto bene... o forse era solo
immensamente stronzo. Pepper ritornò con uno strattone alla realtà, come se qualcuno l'avesse tirata fuori dal tepore rassicurante di una bolla. Aveva appena iniziato a sperare che qualcosa potesse andare per il verso giusto, che potessero ottenere un'altra settimana di tempo per far rimettere quasi completamente Tony ed invece... solo due giorni. Anche Ian e Kyle erano attoniti, non aspettandosi una decisione così palesemente schierata.
«Due giorni?» Ian fu il primo a riscuotersi. «Il signor Stark non sarà mai in grado di...»
«Il signor Stark ha fatto attendere fin troppo a lungo la giuria; credo inoltre che sia giunto il momento di farlo uscire dal suo isolamento volontario e...»
«Volontario?» sbottò Pepper, piccata e a voce un po' troppo alta, tanto che Kyle le lanciò un'occhiata ammonitrice; Ian non fu abbastanza pronto a trattenerla quando fece un passo verso il coroner.
«Sì, signorina Potts?» rispose il medico con sussiego. «Ha qualcosa da dire?»
«Dottor Raven,» Pepper prese un lungo e profondo respiro, «il suo lavoro qui è stato indispensabile
e di grande supporto, ma penso sia ora che torni al suo vero lavoro senza perdere altro tempo.»
«Mi sta cacciando?» insinuò Raven con fare minaccioso, almeno secondo lui.
«No, la sta mandando
gentilmente a cagare,» tradusse Kyle, in tono mellifluo. «Fuori dai piedi, o giuro che la denuncio per violazione di domicilio!» aggiunse poi, non sopportando più di avere quel concentrato di arroganza e irrequietezza davanti agli occhi.
Anche Ian espresse il suo fastidio per Raven in un gesto poco cordiale che assomigliava molto a uno sciò rivolto a una mosca molesta e ansiogena. Raven chiuse con un gesto stizzito la cartelletta e voltò loro le spalle, con uno sguardo che la diceva lunga su cosa avrebbe raccontato alla giuria riguardo allo "stato del signor Stark". Kyle non colse la minaccia ed espose un bel dito medio alle sue spalle.
«Se mai dovesse "caderle la saponetta", non conti su di me!» gli gridò dietro, disgustato e così paonazzo da far concorrenza a Tony per rossore e temperatura.
Ian fece per redarguirlo, poi soffocò uno sbuffo divertito e passò subito a somministrare nuovamente i medicinali a Tony. Pepper spostò lo sguardo da Kyle alla porta da cui era appena passato il medico, non sapendo bene se essere sconvolta o stringere sentitamente la mano a Kyle e dargli una medaglia per aver messo a tacere quell'individuo e averla salvata dall'imbarazzo di insultarlo personalmente. L'avvocato intercettò il suo sguardo e fece un mezzo inchino strizzandole l'occhio divertito.
«Speriamo che alla giuria non riporti anche questo.» commentò Ian.
«Oh, non è la cosa peggiore che ho detto, lo sai. E Knight lo sa anche meglio,» ribatté Kyle con fare sornione, e stavolta il medico non trattenne il riso al ricordo di chissà quale sua bravata.
Pepper sorrise a entrambi, semplicemente contenta di averli dalla loro parte.


***


«Chi ha tentato di uccidermi?» mormorò Tony, assente e ringraziando il cielo per la dose di medicinale che riprendeva a scorrergli nel sangue alleviando il senso di spossatezza.
«Ho l'elenco in ordine cronologico e alfanumerico, quale preferisci?» rispose prontamente Kyle.
Tony richiuse l'occhio, scuotendo leggermente la testa e domando l'ennesima ondata di nausea. Si sentiva dolorante, il che non era una novità, ma stavolta era addirittura peggio del solito.
«Chi mi ha visitato? Un pachiderma?» chiese ancora con voce roca, tastandosi una costola che era sicuro si fosse saldata almeno un paio di settimane prima.
Kyle esitò e guardò Pepper interrogativo. Lei gli fece un cenno d'assenso, come a dire "tanto lo verrà a sapere lo stesso". E non era davvero il caso di nascondere informazioni a Tony, visto come aveva reagito l'ultima volta.
«Un... coroner,» sospirò l'avvocato, aspettandosi un'esplosione di improperi e commenti poco carini su Raven e tutta la sua stirpe di "segaossa" e sperando che Ian avesse dei defibrillatori a portata di mano.
Invece Tony riaprì l'occhio, di nuovo presente a se stesso. Un brillio divertito fece capolino nel suo sguardo, insieme all'ombra di un sorriso.
«Un coroner?» ripeté incredulo, con una mezza smorfia indecifrabile.
L'altro annuì appena, circospetto.
Tony chinò la testa e diede un colpo di tosse, sussultando all'improvviso, tanto che per un attimo Pepper si chiese se non si stesse sentendo male di nuovo, ma poi lui rialzò il volto e gettò la testa all'indietro, scoppiando in una gran risata. Ian si affacciò all'istante dalla porta, già pronto ad applicare una fulminea rianimazione del paziente, ma rimase impietrito nel vedere Tony che rideva di gusto come se avesse sentito la battuta più divertente del mondo.
Mentre Tony cercava inutilmente di frenare l'accesso di risa che gli aveva tolto il fiato, i tre si fissarono un attimo, presi in contropiede, per poi scambiarsi un sorrisetto complice. 
Potevano ancora farcela... no?




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Revisione effettuata il 01/03/2018

 

Nota Delle Autrici:

Avevamo detto che gli ultimi capitoli erano stati un po' "poveri"... beh, speriamo di aver rimediato con questo! (Provvediamo a fornire bombole d'ossigeno per i lettori che intraprenderanno la lettura di questo capitolo in una volta sola!) xD
Beh, qui esce un po' fuori il caratterino di Kyle, speriamo che il suo "lato oscuro" (biscotti!) non vi abbia trumatizzato. Ma dopo il fucile a canne mozze, siete pronti a tutto, vero, nostri prodi? :D

Allora, pensiamo che adesso sia il momento di fare il punto della situazione! Nel senso: avremmo dovuto chiedervelo subito, ma... come immaginate le innovative protesi di Tony? Noi ci siamo scervellate un bel po' per immaginarcele e, non essendo davvero brave a disegnare, abbiamo ricercato nel web per trovare qualcosa che corrispondesse al nostro immaginario. Manco a dirlo, sono saltate fuori un sacco di opere che comprendevano la biomeccanica (FullMetal Alchemist, tanto per citarne uno di cui io -Light- sono fan sfegatata) ed è venuto fuori che la nostra idea era un po' un miscuglio di tutte: un mix tra il braccio di Anakin (Star Wars)  gli Automail di Edward (FullMetal Alchemist) e le Augmentation di Jensen (Deus Ex: Human Revolution). Insomma, la conclusione è questa:
http://tinypic.com/r/a3y0w/6  questo qui è il braccio di Tony attorno al capitolo "Another Brick In The Wall"; -re: FullMetal Alchemist -
 http://razelim.deviantart.com/art/Sarif-Industries-Wallpaper-252555794?q=boost%3Apopular%20deus%20ex%20arm&qo=8-> questo è il braccio quasi ultimato (solo che nella nostra mente è quasi nero, tipo un grigrio fumo, ecco) -re: Deus Ex: HR-
 http://schall.deviantart.com/art/Impulso-cover-261821247?q=boost%3Apopular%20augmented%20leg&qo=8-> questa è la gamba nella sua forma quasi-finale (immaginate la pianta un po' meno convessa) -re: Impulso (è un fumetto originale di alcuni autori di DeviantArt)-
http://slimak.gwiezdne-wojny.pl/grafika/2005/mar/zd8.jpg -> questa è la protesi nel suo stato attuale; tenete conto che è uno "spaccato" e che non tutti i componenti sono così allo scoperto (le parti in oro sono di Unobtanium, anche se in realtà non è dorato) e tenete conto che, ovviamente, la protesi parte dalla spalla e ne comprende lo snodo. Questa è quella di Anakin, che ha perso "solo" l'avambraccio. -re: Star Wars-

E, visto che siamo in tema DeviantArt, vorremmo ringraziare tantissimo Sherlock_Watson che si era offerta tempo fa di disegnare delle vignette per la nostra storia, e ne pubblichiamo qui una -> http://giulialennon94.deviantart.com/art/Tony-does-not-approve-xD-312601317?q=gallery%3Agiulialennon94%2F36341253&qo=9 questa è la nostra preferita (anche se in realtà è riferita al cap coi Vendicatori xD). Ne pubblicheremo altre nel corso della storia! 

(se i link non funzionano fatelo presente, provvederemo a rimediare!)
 
Dunque, euforia a parte, poemi a parte e tralasciando il fatto che, sì, secondo noi la Stark Tower è stata progettata durante un delirio di Tony, vorremmo ringraziare un po' di bella gente: prima di tutto la carissima e gentilissima Alley, che ha compiuto l'impresa titanica di leggere e recensire ogni singolo capitolo di Phoenix in pochi giorni, rendendoci felici come bimbe a Natale *-* Grazie di cuore; poi, non meno importanti, Rogue92, Sherlock_Watson (nostre fedeli), Micchi (sei tornata!), xhellosweety e DigiGaia (nuove seguaci) <3
Grazie a tutte, vi amiamo tanto u.u

Moon&Light


 




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