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Autore: niallscuddle    10/09/2012    3 recensioni
Judith, la solita ragazza con la solita cotta per l'amico.
Destiny mangia-uomini che deve ancora scoprire il significato dell'amore.
besterà un viaggio per modificare il percorso delle loro vite?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Destiny



La luce del sole entrò della finestra picchiando sui miei occhi e inevitabilmente mi svegliò.
Cercai stiracchiarmi come mio solito appena svegliata, ma mi sentii bloccata da un braccio che mi avvolgeva.
O cazzo, non mi ricordo nemmeno nulla, cosa ho combinato ieri sera?
Aprii gli occhi, e venni accecata dalla luce che batteva dritta sui miei occhi, mi girai che non vedevo ancora nulla e riuscii a vedere un faccino angelico ricoperto da una massa indefinita di riccioli, cercai di mettere a fuoco, vedendo cosi meglio il volto. O cazzo.
Poi guardai me stessa scoprendomi nuda, feci due più due e quando arrivai a quattro imprecai mentalmente, facendomi scappare un “merda”, lui non mi sentii. Ditemi che quello che si trovava steso accanto a me non era uno dei miei migliori amici a torso nudo, ditemi che non è Harry, ditemi che è un tizio che gli somiglia davvero tanto, o che sono su punk’d o su candid-camera, ditemi tutto ma non che mi sono fatta uno dei miei migliori amici, porca troia. Non potevo tenere le gambe chiuse una buona volta? Sono una stupida sciacquetta, ecco cosa sono.
Cazzo e ora cosa faccio? O meglio cosa facciamo? come l’affrontiamo sta cosa? Lo avremmo detto agli altri? Meglio di no? Avrebbe rovinato la nostra amicizia?
Okay Dess, rilassati, non cambierà nulla, era solo una cosa di una notte. Una botta e via, come sempre, giusto? Giusto? Il riccio accanto a me aprì gli occhi, si guardò intorno facendo partire le rotelline del suo cervellino, e quando capì anche a lui scappò un “merda”.
Questo non poteva essere possibile, quanto cavolo avevamo bevuto per finire a letto insieme? Insomma, degli amici non vanno a letto insieme, non fanno sesso o cose del genere, restano amici nei propri spazi personali, non invadono quello dell’altro, stanno in biancheria e parlano civilmente, da persone normalissime.
Si voltò verso di me, mi guardò e disse: «E’ successo quello che sto pensando io?»
«Ho paura di si»
«Owh» disse lui rimuginante.
«Okay senti, nessuno deve sapere questa cosa. Capito? Nessuno. Sarà meglio cosi» gli dissi con tono severo alzandomi e portando con me la coperta per coprirmi.
«Okay» disse lui con un tono indecifrabile.
Mi affacciai alla porta, in corridoio non c’era nessuno, via libera.
Raccolsi le sue mutande che si trovavano ai piedi del letto insieme alla mia biancheria intima, e i miei vestiti, gliele tirai senza voltarmi, non volevo vederlo nudo.
«Ora prendi le mutande e la tua roba, e vai in camera tua, in soggiorno, in cucina non lo so. Dove vuoi ma vattene da qua» gli dissi prendendolo e lanciandolo fuori dalla stanza per poi sbattergli la porta in faccia.
Mi poggiai alla porta e mi feci trascinare per terra trovandomi seduta con la testa nascosta tra le ginocchia, che cosa avevo fatto? Perché?
Le lacrime scorrevano lentamente sulle mie guance. Cercai disperatamente di ricordare qualcosa della notte trascorsa, ma niente. Il buio totale.
Al dir poco fantastico.
Vaffanculo tutto, vaffanculo me e vaffanculo l’alcool che mi fa agire da stupida.
Stupida che non sono altro.


Jude



Mi svegliai completamente attaccata al petto di Niall, che bellissimo risveglio pensai. Il migliore di tutti.
Riuscivo a respirare il suo dolce profumo che sapevo di fresco, riuscivo a sentire il suo respirare, e sentivo il suo petto muoversi leggermente.
Restai in quella posizione per un tempo che non sembrava mai abbastanza, fino a quando non lo sentii stiracchiarsi, a quel movimento mi irrigidii.
Cercai il suo sguardo e lo trovai che mi fissava, cavolo. I suoi occhi, il mio cuore perse tre battiti al vedere quei due oceani. Nel mio stomaco non c’erano delle farfalle c’era un intero zoo che ballava la macarena.
«Ciao» il suo fu più un sussurro che altro.
«Buongiorno» amore, glielo avrei voluto dire davvero, ma fui fermata dalla realtà, la triste realtà.
Perché non potevo baciare quelle sue soffici labbra, perché non potevo tenergli la mano o abbracciarlo ogni volta che avrei voluto, perché? Ah, si giusto, noi siamo amici, solo amici.
Mi alzai, prendendo un po’ le mie cose, meglio se me ne fossi andata via da quella stanza.
Se continuavo a stargli accanto continuavo a illudermi di una futura relazione tra noi, e sinceramente di essere masochista proprio non mi andava.
«dove vai?»
«mhm, scendo a fare colazione» gli risposi io. Ti prego chiedimi di restare.
«Ah, okay. Ti raggiungo fra un pò» niente, non mi voleva con lui, prima o poi lo avrei dovuto capire per davvero, avrei dovuto fissarmi in testa questa cosa, magari me lo sarei potuto scrivere sulla mano, cosi ogni volta che lo vedevo me lo rileggevo. Sarebbe stato utile dopotutto.
«A dopo allora» gli dissi io sorridendogli lievemente, ci fissammo per pochi secondo fino a quando mi volta indirizzandomi verso la porta e me chiudendomela poi dietro. Cavolo, quanto è perfetto.


Niall



Cavolo, quanto è perfetta.
In tutta la notte che l’ho osservata non sono riuscito a trovare un solo difetto, ho potuto osservare la sua candida pelle, i suoi boccoli, ho notato che sulla spalla ha delle lentiggini, e si, ho desiderato più volte di baciarla, avrei voluto abbracciarla, carezzarle i capelli, ma nulla.
Basta, ho bisogni di parlarne con qualcuno, ma chi?
Liam non se ne parla, sono fratelli, chissà cosa penserebbe. Zayn, no, non ce lo vedo a darmi consigli d’amore tanto meno Harry. Rimane solo Louis, ma lui è il migliore amico di Jude, e se le avesse detto qualcosa? Però è anche amico mio, magari mi avrebbe potuto dire qualcosa, dirmi cosa ne pensa conoscendo lei.
Vabbè, proviamoci.
Uscii dalla camera, e mi avviai verso quella di Louis, mi catapultai dentro senza neanche bussare.
«Louis, ho un problema, posso parlartene?»
«Vieni povero mendicante» disse lui con il tono di uno che la sa lunga, e indicandomi di sedermi sul letto accanto a lui.
«Di cosa vuoi parlarmi?» continuò.
«Jude, penso che mi piaccia» lui sorrise lievemente, perchè? perchè aveva sorriso?
«Oh, davvero?»
«Si, credo. Non lo so sono molto confuso e non so cosa fare, ti prego dammi una mano te»
«Stai tranquillo, super Tommo è qui pronto per aiutarti, lascia fare a me»
«Non mi fido molto ma va bene»
«Come? Ho sentito bene? Non ti fidi? Non ti fidi del ragazzo che alle elementari dette una lezione a Stredfort che continuava a tirarti le palline di carta in testa? Non ti ricordi di me che nella settimana che restasti a casa solo ti cucinai? Insomma non ti fidi di me che faccio tante cose per te?» disse lui con un tono fintamente offeso.
«Si mi ricordo esattamente di quando la mia cucina per un pelo non prendeva fuoco per colpa tua, me lo ricordo come se fosse un tre settimane fa»
«Si vabbè, ma questi sono insignificanti dettagli, ora andiamo un cucina. So io cosa fare»
Quel “so io cosa fare” mi spaventava, parecchio.






myself.
SCUSATEMI!
chiedo umilmente il vostro perdono, per non aver pubblicato per un mese,
e per questo schifo di capitolo.
in questo tempo sono stata moooooooolto occupata,
tra i compiti e la vacanza di due settimane a praga non ho avuto proprio tempo,
quindi scusatemi.
comunque, la storia procede, e in questo capitolo diciamo che si ha una svolta,
chissà cosa porterà..
tra l'altro volevo ringraziare quelle bellissime persone che hanno recensito la storia e che l'hanno messa tra le seguite o i preferiti, vi amo.
per favore, RECENSITE,
è molto importante per me, e mi fa davvero molto piacere quando lo fate.

love&rockets,
nicole.
  
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