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Autore: _Elizabeth_    10/09/2012    2 recensioni
Ho finalmente deciso di pubblicare questo flashback che ho scritto tempo fa.
La storia parla di una giovane dottoressa,Elizabeth,e della sua giornata. Non una giornata qualsiasi. Una giornata in cui lei prenderà parte ad una procedura che cambierà la sua vita per sempre. Recensioni e eventuali critiche sono ben accette.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER THIRTEEN
 

In quel momento la bimba mi tirò un calcetto.  
Quel suo movimento interruppe il dolcissimo viaggio nel passato in cui mi ero tuffata,riportandomi nel presente.
Mi accarezzai la pancia,con dolcezza.
 Sentirla muoversi era bellissimo. Era una sensazione magica..bellissima.
 Ero alla   ventunesima settimana di gravidanza,quindi ero ormai abituata a sentire la bimba muoversi dentro di me e ai calcetti che mi tirava di tanto in tanto.
Sorrisi tra me e me,continuando ad accarezzarmi la pancia dolcemente.
Fra poco più di quattro mesi sarei diventata mamma,avrei avuto una bambina.
Sempre continuando ad accarezzarmi la pancia,riflettei.
Ad essere sincera,non sapevo se avrei avuto un maschietto o una femminuccia.
Nonostante questo,però,in qualche modo sentivo che si trattava di una  bambina..ma non volevo sapere se avevo ragione o meno.
Volevo che fosse una sorpresa.
Per questo motivo,avevo fatto giurare a Laura,la mia ginecologa,di non  rivelarmi il sesso del bambino,che  ormai si poteva facilmente intuire dalle ecografie.
 Circa un paio di mesi prima,poi,mi ero sottoposta all’amniocentesi,dato che non ero più tanto giovane e alcuni studi dimostravano  l’esistenza  di una correlazione tra elevata età materna e anomalie cromosomiche fetali.
Anche in quel caso,però,non avevo letto  di persona i referti dell’esame né avevo esaminato di persona la mappa cromosomica.
Infatti ero certa che se avessi dato un’occhiata al cariotipo,non sarei riuscita a tenere gli occhi lontani dalla ventitreesima coppia di cromosomi e mi sarei rovinata la sorpresa.
Diedi un’occhiata alla sveglia sul mio comodino. Mancava poco alle sette del mattino.
Sospirai.
Quella mattina faceva un caldo da morire.
 Anche se l’unica cosa che volevo fare in quel momento era rimanere distesa sul letto e cercare di dormire,non potevo farlo.
Era ora di alzarsi e di andare in ospedale,per iniziare un’altra giornata di lavoro.
Mi lasciai sfuggire un secondo sospiro.
Ero stanca e volevo staccare la spina per qualche giorno,dimenticare il lavoro e godermi le vacanze,il riposo e la famiglia.
Avrei potuto  farlo presto,ad agosto. Avevo ben due settimane di ferie,tempo che avevo deciso di trascorrere nella West Coast, a Los Angeles,con  la mia famiglia e i miei parenti più stretti.
Sarei stata in loro compagnia,mi sarei divertita,mi sarei rilassata.
Mi rallegrai a quella prospettiva. Adoravo il mio lavoro,da sempre..ma non vedevo l’ora di poter stare qualche giorno senza dovermi preoccupare di cartelle su cartelle da compilare e di visite su visite da fare.
Non appena finì di formulare quest’ultimo pensiero,la bimba mi tirò un altro calcetto.
Istintivamente,mi portai una mano alla pancia.
-Cosa succede,piccola?-sussurrai- Stai cercando di dirmi che anche tu non vedi l’ora che arrivino le vacanze?
La piccola si mosse una terza volta.
-Lo prendo per un sì.-continuai a sussurrarle,con un sorriso nella voce- Mi dispiace tanto,tesoro..ma temo che dovrai aspettare ancora qualche giorno per le vacanze.
Proprio nel momento in cui mi ero decisa ad alzarmi dal letto,la porta della stanza si aprì,mostrando   una bambina dai capelli biondi. Indossava un pigiama di tessuto leggero color rosa confetto e stringeva un orsetto di peluche con il braccio destro. I suoi occhi,azzurri,erano ancora velati dal sonno.
La guardai negli occhi e le sorrisi.
-Ciao,tesoro.
Prima che potessi dire altro,lei corse verso di me e si arrampicò sul letto,continuando a tenere in mano il suo orsacchiotto.
Una volta  salita sul letto, lasciò stare l’orsacchiotto e si distese accanto a me.
Le accarezzai i capelli e le diedi un bacio su una guancia.
-Buongiorno.- le dissi- Come stai? Hai dormito bene?
La bimba mi guardò,i suoi occhioni azzurri improvvisamente pieni di allegria.
-Sì,mamma.- mi rispose-  Ho fatto un sogno bellissimo. Era proprio bello.
Sgranai gli occhi,curiosa.
-E cos’hai sognato?
-Ho sognato che giocavo insieme alla mia sorellina e ci divertivamo tanto insieme.
Sorrise,mostrando i suoi dentini bianchissimi.
-Era proprio bello.
Riprese a guardarmi negli occhi.
-Avrò una sorellina e giocherò con lei come nel mio sogno,vero mamma?
-Certo,tesoro.
Feci una pausa.
-Però sai già che dovrai aspettare qualche mese perché lei arrivi. -le spiegai- E sai già che potresti avere un fratellino invece che una sorellina..come è successo a Greta. Io e papà te l’abbiamo spiegato,ricordi?
-Sì.
Improvvisamente il suo volto si illuminò.
-E posso anche avere due fratellini in una volta sola?- mi domandò- A Greta è successo così. Michael e Zack sono arrivati in una volta sola,anche se sono due.
 Sorrisi tra me e me,pensando a quanto fossero carini i miei nipotini.
 In quel momento i bambini avevano quattro mesi. A quanto mi dicevano Ellen e Alex, stavano cominciando a prendere grossi oggetti da terra  e a giocare con i sonaglietti. Mi dicevano anche  che,dato che i piccoli erano ogni giorno più attivi,loro dovevano sorvegliarli costantemente per evitare che si facessero male... E ciò li stancava molto.
 Ricordavo benissimo il giorno in cui erano nati. Era stato un giorno in cui avevo provato tantissima felicità e,mio malgrado, anche un terribile spavento che non avrei mai dimenticato.
Quel giorno(nonostante la mia gravidanza, della quale  nessuno sapeva  ancora niente)ero rimasta insieme ad Ellen per più di 12 ore, per  tutto tempo che i bambini avevano impiegato a venire al mondo.
Mentre cullavo Michael,quella sera stessa,avevo iniziato ad avere  terribili crampi alla pancia accompagnati da mal di schiena.
Quei dolori mi avevano spaventata a morte e avevo pensato di stare avendo un aborto spontaneo.
Per fortuna  si era scoperto che la bimba stava benissimo e che i dolori che avevo provato erano dovuti a disidratazione e al fatto che avevo mantenuto la stessa postura per troppe ore.
Mi avevano somministrato un litro di salina e si era risolto tutto per il meglio.
-Mamma?-la voce della bimba interruppe i miei pensieri- Vuoi dire che posso anche  avere due fratellini in una volta sola come è successo a Greta?
Guardai la piccola negli occhi e le sorrisi.
-No,Laura.-le spiegai con voce dolce- Questa volta avrai o un fratellino o una sorellina..uno solo.
Lei continuò a guardarmi.
-Papà ha detto che lui pensa che avrò un fratellino com’è successo a Greta.-disse- Ma io voglio una sorellina.
-La avrai.- le feci l’occhiolino- Fidati di me.
-Te l’ha detto la dottoressa?- mi chiese- Hai detto che la dottoressa lo sa se avrò un fratellino o una sorellina. Te l’ha detto lei?
-No,non mi ha detto nulla.
Le tolsi i capelli dagli occhi.
-La dottoressa ha promesso a me e a papà che non avrebbe visto se si tratta di un maschietto o di una femminuccia.- sorrisi- Ma io so che avrai una sorellina. Non so spiegarti perché,ma ne sono sicura.
In quel momento,quasi come se avesse capito che stavamo parlando di lei,la piccola mi tirò un terzo calcetto. Mi portai nuovamente la mano alla pancia.
Dovevo aver assunto un’espressione di sofferenza,a giudicare dalla paura che riuscivo a vedere sul viso di Laura,in quei momenti.
-Che ti succede,mamma?- la sua voce,prima allegra,era piena di spavento- La..la mia sorellina ha la bua?
Accarezzai Laura sui capelli,con la mano libera,tentando di tranquillizzarla.
-Sto bene,tesoro.
Nei suoi occhi azzurri c’era ancora paura. Non riuscivo a vedere tristezza sul suo volto..non ce la facevo. Vedere che lei era triste o spaventata era per me peggio che soffrire di un dolore fisico..mi faceva malissimo.
-E..e la mia sorellina?- la sua voce era ancora spaventata- Ha..ha la bua?
Non potevo permettere che Laura soffrisse ancora. La abbracciai forte e le baciai una guancia.
-Anche la tua sorellina sta benissimo.- le dissi- Si sta divertendo a tirarmi calcetti.
A quelle parole,Laura finalmente si calmò e io mi tranquillizzai con lei.
 Sorrise e poi spalancò gli occhi,stupita.
-Davvero?
-Davvero.- sorrisi a mia volta-  Anche tu lo facevi.
-La mamma ha ragione.
E Mark entrò nella stanza,con un vassoio tra le mani. Indossava una maglietta nera a maniche corte e un paio di pantaloncini di colore blu scuro. I suoi capelli color miele erano leggermente spettinati. Sorrise a me e a Laura. Quel sorriso gli illuminò l’intero volto e arricchì i suoi occhi azzurri di una luce particolare. Posò sul mio comodino il vassoio che aveva tra le mani e poi si distese sul letto,accanto a me.
Si rivolse a Laura.
-Quando eri piccola piccola come il tuo fratellino,anche tu le tiravi calci,come lui sta facendo adesso.
La bimba aggrottò la fronte,assumendo così un’espressione a mio parere buffissima.
-Vuoi dire come la mia sorellina,papà- precisò - La mamma ha detto che avrò una sorellina. E io mi fido di quello che dice la mamma.
Mark baciò Laura sulla fronte.
-E invece faresti meglio  a fidarti di me piuttosto che della mamma,sai? Ho ragione io questa volta,piccola.
-Io non sono piccola!
La vocina di Laura era capricciosa, o,almeno,così mi parve. Tornò a rivolgersi a Mark.
-La mia sorellina è ancora piccola!- riprese-Io sono grande ormai!
Guardò Mark negli occhi.
-Ho cinque anni,papà.
-Ops...- Mark rise-...hai ragione,Laura.
Mise su un’espressione supplichevole,continuando a guardare Laura negli occhi.
-Puoi perdonarmi?
 Laura non disse nulla. Aveva ancora il broncio.
-Su,tesoro.- intervenni,cominciando a guardare la bimba negli occhi- Fa’ la brava. Sai cosa succede se non fai subito un sorriso,vero?
Lei non sorrise.
-Se non faccio un sorriso,allora papà mi fa il solletico- disse,con voce piatta.
-Proprio così!-esclamò Mark,con allegria nella voce- A quanto vedo,hai ancora il broncio,quindi...
E cominciò a fare il solletico a Laura. In pochi secondi il suono della sua risata riempì la stanza.
La bimba continuava a ridere,a ridere e ancora a ridere..mentre cercava di fare il solletico a Mark.
Sentire Laura ridere e vederla felice era per me una delle cose più belle del mondo...mi riempiva sempre il cuore di gioia.
 Mark cominciò a ridere insieme a Laura. La bimba,infatti,era finalmente riuscita a vendicarsi e a fargli il solletico.  Ridevano entrambi come matti. Non potei fare a meno di sorridere,a mia volta.
Ad un certo punto li vidi smettere di farsi il solletico a vicenda. Li vidi cominciare a bisbigliare tra loro.
Mi insospettii e mi preparai ad essere vittima di solletico da parte di entrambi. Per mia fortuna,la battaglia del solletico non avvenne.
 Loro due continuavano solo a bisbigliare,con le teste vicine.
-Cosa state tramando voi due?
Laura prese a guardarmi e a sorridermi. Mark si alzò dal letto e prese il vassoio che aveva appoggiato sul mio comodino. Non lo posò né sul letto,né da nessun’altra parte.
Ero sempre più confusa e curiosa. Cosa stava succedendo?  Non riuscivo a capire perché,improvvisamente,sia Mark che Laura fossero diventati così strani.
Mark guardò Laura e le fece un cenno.  Cos'avevano in mente?
-Tanti auguri a te..tanti auguri a te...
Laura aveva cominciato a cantare a squarciagola.
-...tanti auguri,mamma...tanti auguri a te!
Ero,se possibile,ancora più confusa rispetto a prima. Non capivo perché Laura avesse cominciato a farmi gli auguri in quel modo. Di solito non cantava mai quella precisa canzone  senza un motivo. Certo,adoravo sentirla cantare..ma non capivo perché l’avesse fatto,quel giorno.Non era il mio compleanno.
-Auguri?- replicai,sorridendo e accarezzando Laura sui capelli- Grazie mille per la canzone,tesoro. Ma...
Prima che potessi dire altro,Laura mi abbracciò forte e mi diede un bacio su una guancia.
-Buon compleanno,mamma!- esclamò,con allegria.
Le baciai una guancia,a mia volta. Poi guardai Mark,con aria interrogativa.
-Ma..-sussurrai.
Lui posò il vassoio sul comodino. Approfittando del fatto che Laura in quel momento fosse impegnata a svestire e rivestire il suo orsacchiotto e non ci stesse guardando,si chinò su di me e mi baciò sulle labbra,dolcemente.
-Buon compleanno,Lizzie.
 Grazie mille..siete molto carini...-cominciai-...Ma..ma oggi non è il mio compleanno..non..
Laura lasciò perdere l’orsacchiotto.
-Mamma,ma perché continui a dire che oggi non è il tuo compleanno?- mi chiese- Oggi è il tuo compleanno.
Mi guardò,con un’espressione seria.
-Non puoi esserti dimenticata del tuo compleanno.- continuò- La torta,i regali,le candeline...sono cose che non si dimenticano! Sono cose IMPORTANTI!
Ero ancora confusa.  Non era il mio compleanno. Avrei saputo se fosse stato il mio compleanno,quel giorno. Non lo era. Esitai. O forse sì?
Mark,come sempre, riuscì a capire come mi sentivo. Mi venne in soccorso.
Accese il mio cellulare e me lo passò.
- Leggi la data di oggi.- mi disse,con voce calma e dolce.
Lessi la data sul display.  24 luglio.
Sorrisi e mi sentii arrossire. Laura e Mark avevano ragione.
-Allora?- mi sorrise- E’ o non è il tuo compleanno oggi,Lizzie?
Posai il cellulare sul mio comodino.
Poi annuii e sorrisi di nuovo.
-Sì.- dissi- Oggi divento più vecchia,a quanto pare.
-Avevi dimenticato  il tuo compleanno,mamma?- chiese Laura,sgranando gli occhi.
-Sì,Laura. -risi- L’avevo dimenticato. Per fortuna tu e papà ve ne siete ricordati.
Lei riprese ad abbracciarmi forte.
-Auguri,mamma!
La strinsi forte a me.
-Oh,tesoro mio. Sei..
Venni interrotta dalla piccolina,che aveva ricominciato a tirarmi calcetti. Mi  portai nuovamente la mano sinistra alla pancia. Mi affrettai a sorridere a Laura e Mark,per evitare che quella mia reazione li preoccupasse.
-La piccola ha ripreso a tirarmi calcetti.-dissi- Sembra sia molto attiva,stamattina.
Cominciai ad accarezzarmi la pancia,descrivendo dei cerchi con la mano sinistra.
-Forse sta cercando di farmi gli auguri.
Mark posò la mano sinistra sopra la mia. Intrecciò le sue dita alle mie. La luce del sole che filtrava dalla finestra colpiva le nostre fedi nuziali,facendole brillare entrambe.
-E’ del mio campione che stai parlando.- mi fece notare- E’ normale che sia uno sportivo già da ora. E credo anch’io che stia cercando di farti gli auguri, Lizzie.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Mi rivolsi a Laura,ridendo.
-Papà non riesce a capire che siamo noi due ad avere ragione.- le sorrisi- Ti va di salutare la tua sorellina?
Sul viso di Laura si dipinse un’espressione di stupore e contentezza. I suoi occhioni azzurri presero a brillare.
-Davvero,posso?
Le rivolsi un sorriso di incoraggiamento e Mark fece lo stesso.
-Certo che puoi.-le dissi- Su,dammi la manina.
Lei mi tese la mano,sorridendo fiduciosa.
Gliela posai con delicatezza sulla mia pancia,vicino alla mia mano e a quella di Mark,ancora intrecciate.
-Allora?- le chiesi,dopo qualche secondo- Senti qualcosa?
Laura annuì,ancora più eccitata rispetto a prima.
-E la mia sorellina riesce a sentirmi se parlo con lei?
La sua voce era piena di emozione e allegria. Non ero sicura che la piccola riuscisse a sentire la nostra voce,ma non avevo cuore per dirlo a Laura.
Le accarezzai i capelli.
-Puoi provare a parlare con il tuo fratellino,se vuoi.- intervenne Mark- Sono certo che sentire la tua voce gli piacerà.
-Io credo a quello che dice la mamma,papà.  Te l’ho già detto.
Laura sospirò e alzò gli occhi al cielo,imitando ciò che mi aveva visto fare minuti prima.
Non potei fare a meno di ridere. Era troppo carina quando cercava di imitare ciò che facevamo io e Mark.
Si avvicinò di più a me e prese a parlare alla bimba,sussurrando.
-Ciao,sono la tua sorellina più grande.- disse- Ti voglio tanto tanto bene e non vedo l’ora di conoscerti. Mentre stavo facendo la nanna,stanotte,ho sognato che giocavamo insieme..io e te.
E ci divertivamo tanto a giocare.
Mi incuriosii improvvisamente.
-E com’è era la tua sorellina nel sogno di stanotte,tesoro?-chiesi alla bimba.
 -Sì,principessa...- cominciò Mark,evidentemente curioso quanto me- Com’era la tua sorellina? Era bella come la mamma?
Mi sentii arrossire. Nonostante fossi sposata da otto anni,non ero ancora abituata ai complimenti che Mark mi rivolgeva,soprattutto a quelli che riguardavano il mio aspetto esteriore.
La bimba prese a guardarmi.
-Lei era uguale a te,mamma. Proprio uguale.-mi disse- Aveva gli occhi uguali ai tuoi. E poi,nel sogno,quando ti sei avvicinata a lei per giocare...
-Aspetta...- la interruppi-...c’ero anch’io nel tuo  sogno?
Lei annuì,spostando lo sguardo su Mark.
E c’eri anche tu,papà. Stavamo giocando tutti insieme in soggiorno. Era bellissimo.
-Sì,Laura. - Mark le baciò la fronte- Da come l’hai descritto,credo anche io che il tuo sogno sia stato bello.
-Hai fatto un sogno bellissimo- aggiunsi- Spero si avveri.
Laura continuava a tenere la manina sulla mia pancia. Riprese a parlare alla piccola.
-Sai che oggi la mamma si era dimenticata che era il suo compleanno?-le sussurrò- Però io ho cantato la canzone degli auguri e lei poi si è ricordata. Anche tu stai facendo gli auguri alla mamma? E’ per questo che ti stai muovendo tanto,vero?
Era dolcissimo sentire Laura che parlava con la piccolina. Ero certa che di lì a pochi minuti mi sarei commossa...era una scena bellissima e piena di dolcezza.
Mark,accanto a me, guardava la scena e sorrideva. Non riusciva a smettere di sorridere.
-Papà dice che i desideri che si esprimono quando si soffiano le candeline non si devono dire a nessuno,perché se no poi non si avverano.
Laura continuava a parlare con la piccolina,tranquillamente. Ormai sembrava che si trovasse  in un  mondo separato,tutto suo,dove c’erano soltanto lei e la sua sorellina. Sembrava che avesse dimenticato che io e Mark eravamo lì.
-Ma io ti ho detto il mio perché ti voglio tanto bene e so che non lo racconterai a nessuno.
D’improvviso Laura distolse lo sguardo dalla mia pancia e si rivolse a Mark.
-Papà...-cominciò-... La mamma deve soffiare sulle candeline ed esprimere il suo desiderio. Oggi è il suo compleanno. E’ una regola.
-Hai ragione,tesoro. -le dissi,dolcemente- Ma esprimerò il mio desiderio quando andremo a cena stasera.
Infatti,fin da quando eravamo sposati,ad ogni mio compleanno,Mark mi portava a cena fuori...ogni anno in un posto diverso.
Poi, alle undici e mezza di sera in punto,spegnevo le candele della torta,che ogni volta conteneva cioccolato.
Esitai. Spostai lo sguardo su Mark.
-Perché...- cominciai-... Ci andiamo a cena stasera,vero?
Lui sorrise. Poi mi baciò la fronte.
-Certo che andiamo a cena stasera,Lizzie.-disse,allegramente- Tutti e quattro.
Sorrisi,a mia volta.
-Non vedo l’ora.
-Non vedi l’ora di spegnere le candeline...- intervenne Laura,con allegria-...vero,mamma?
-Non vedo l’ora che arrivi stasera,Laura.- le risposi,con altrettanta allegria nella voce- Per le candeline e il desiderio e il resto.
-La nonna Melanie ti sta preparando una torta enorme.- i suoi occhi brillarono- E ha detto che questo pomeriggio  la posso aiutare a finire di  prepararla.
Feci una faccia perplessa. Non sapevo che mia suocera fosse in città. Mark non mi aveva detto niente a riguardo. Forse voleva farmi una sorpresa e Laura,senza volere,mi aveva rivelato tutto.
-Tua madre è in città? - gli domandai.
 -Sì.-mi rispose lui- E’ a casa della zia Franny. E’ arrivata ieri da Los Angeles,con mio padre.
-Al contrario di quello che i più avrebbero potuto pensare,io adoravo i miei suoceri. Erano persone simpaticissime e adoravo averli intorno. Mia suocera era una pasticciera di successo,a Los Angeles. Sua sorella minore Franny,zia di Mark, era anche lei una pasticciera e gestiva una pasticceria nella periferia di New York.
Laura adorava aiutarla a preparare dolci. Si divertiva tantissimo.
-Dovrebbero venire a trovarci fra qualche ora.
-Sono contenta.
Mark mi sorrise e prese il vassoio che aveva posato sul comodino. Lo appoggiò delicatamente sul letto,di fronte a me.
C’era tantissimo cibo sul vassoio..mi veniva l’acquolina in bocca solo a guardarlo.
C’era una caraffa di vetro piena di succo di frutta,poi un piatto di ceramica blu pieno di biscotti con gocce di cioccolato. Un altro piatto conteneva brioche ripiene di crema al cioccolato e spolverizzate di zucchero a velo.
Notai,sorridendo che in un angolo del vassoio c’era un piccolo vaso di vetro che conteneva tre rose rosse.
 Poi,al centro del vassoio,proprio di fronte a me, c’era una torre di pancakes al cioccolato,guarniti con panna montata,fragole a pezzetti e sciroppo di cioccolato.
-Ecco qui la tua colazione,Lizzie.- mi baciò una guancia- Laura mi ha aiutato a preparare i pancakes e li decorati tutti da sola.
Presi a guardare Laura,con un’espressione stupita e orgogliosa dipinta in volto.
-Davvero?
-Sì,mamma.- rispose lei- Mi sono divertita tanto.
- Sei stata bravissima- le dissi- Me lo dai un abbraccio?
Lei saltò tra le mie braccia.
-Bravissima.
Sciolsi l’abbraccio.
 -Però papà ha fatto più di me.- notò la bimba- Devi abbracciare anche lui.
-Hai ragione.
Mi abbandonai tra le braccia di Mark e lo baciai dolcemente sulle labbra.
-Grazie mille..- sussurrai-...per tutto questo.
-Di niente, Lizzie.- mi sussurrò lui,in risposta- Di niente.
Dopo alcuni minuti,mi lasciò andare.
-Faresti meglio a cominciare a mangiare,prima che si freddi tutto.
-Tornai a guardare il vassoio,stracolmo di cibo.
-Non credo di riuscire a finire tutto da sola.- dissi- Dovete darmi una mano.
-Ti aiuto io!-  Laura mi si avvicinò e si leccò le labbra- Ti aiuto io,mamma!
Mark si versò un bicchiere di succo,dalla caraffa in vetro trasparente.
 -Credo che mi limiterò al succo di frutta.-disse- Quando sono passato a prendere i biscotti,un’ora fa, mia madre e zia Franny mi hanno costretto ad assaggiare un sacco di torte e biscotti.
-Ok.
Presi coltello e forchetta e mi preparai a mangiare la torre di pancakes che mi stava davanti.
-Aspetta!- esclamò Laura- Non mangiarli!
Lei e Mark si guardarono negli occhi. Stavano architettando qualcos'altro ancora,me lo sentivo.
Posai coltello e forchetta sul vassoio, improvvisamente curiosa.
-Perché non posso mangiare i pancakes?
Mark mi guardò
-Chiudi gli occhi,Lizzie.
-E aprili solo quando te lo diciamo!- aggiunse Laura,eccitatissima.
Sospirai,perplessa ma sempre più curiosa. -Va bene.
Chiusi gli occhi. Passarono un paio di minuti.
-Ora puoi aprirli.-la voce di Laura.
Aprii gli occhi.
In cima alla torre di pancakes che stavo per mangiare c’era una candelina rosa,accesa. La  fiammella,arancione con riflessi blu,danzava avanti e indietro,mandando riflessi sui biscotti e sul resto del cibo presente sul vassoio.
Sorrisi,tra me e me.
Ero grata del fatto che avessero messo una candelina sola a simboleggiare le trentotto candeline che ci sarebbero state sulla mia torta di compleanno,quella sera..invece che inserirle tutte.
E poi era stato un gesto dolcissimo da parte loro..dolcissimo.
-Dato che ci stai facendo un regalo bellissimo..- disse Mark,tornando ad accarezzarmi la pancia-...oggi hai diritto ad esprimere due desideri. Uno adesso e uno stasera.
Sentii una lacrima che mi scendeva lungo la guancia destra. Avevo provato a non commuovermi,ma non ci ero riuscita...a quanto pareva.
-Mamma,perché piangi?- la voce di Laura,improvvisamente preoccupata.
Mark mi asciugò quella lacrima argentea con un tovagliolo.
-La mamma sta piangendo solo perché è contenta.- disse- Stai tranquilla,principessa.
Riuscii a smettere di piangere e feci un gran sorriso.
-Quindi devo esprimere un desiderio e soffiare sulla candelina?
-Proprio così- mi dissero Laura e Mark,all’unisono.
Laura mi guardò.
-Ora noi stiamo zitti zitti,per farti pensare al tuo desiderio.
 Feci un respirò profondo. Chiusi gli occhi,tentando di concentrarmi.
Pochi minuti più tardi,una scena mi si formò nella mente.
La stessa scena che Laura aveva detto di aver sognato quella notte.
Eravamo in soggiorno e giocavamo,insieme. Io,Mark,Laura e una bambina più piccola,bionda e con gli occhi azzurri..che mi somigliava come una goccia d’acqua.
Volevo che la mia famiglia restasse così come già era,così come Laura l’aveva sognata quella notte.
Ero felice,avevo tutto. Non mi mancava niente. Il giorno in cui avevo conosciuto Mark,quel giorno di cui mi ero ricordata prima di aprire gli occhi quella mattina...era stato il più bello della mia vita.
La mia vita era perfetta in quel momento.
 Concentrandomi con tutte le mie forze su quella scena..su quella scena piena di dolcezza ed allegria,soffiai sulla candelina.

  
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