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Autore: Claudia    28/03/2007    3 recensioni
Dopo il proprio matrimonio con l'ultimo discendente dei Malfoy, Ginevra Weasley abbandona i propri affetti ed i propri cari per vivere la sua vita a fianco del consorte. Completamente emarginata dalla propria famiglia, Ginevra conduce una nuova esistenza tanto che la povertà così rinomata dei suo familiari è ormai un lontano ricordo. Tuttavia, il presente è pronto a portare alla luce vecchi ricordi dimenticati e molto spesso, tutt'altro che belli. [Capitoli revisionati]
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Anatema - Capitolo 5

Note dell'Autrice:

vi prego di scusarmi se ho mancato qualche martedì, l'ultimo ad esempio.

So che odierete queste parole, ma l'università incombe di nuovo specialmente nei mesi di aprile e maggio!

I martedì mi coincidono con alcuni laboratori, quindi ho deciso di estendere la pubblicazione ogni due martedì.

Scusate ancora, ringrazio tutti coloro che stanno commentando questa storia!

Buona lettura,

Claudia

 

**

 

 

 

Capitolo 5

Sentieri proibiti - il passato che ritorna I

 

 

Così il serpente che nel bosco

si avvolge sotto l'albero,

cattura l'uccello allettandolo

a scendere e vedere:

l'amante è come quell'uccello,

volteggia attorno al suo destino,

finché non è colpito

e cade - come me.

(Poe - To Miss Louise Olivia Hunter)

 

Ginny contemplò il piccolo foglio bianco che teneva nella mano destra. La sua espressione accigliata mostrava una leggera preoccupazione, mentre non distoglieva lo sguardo nemmeno per guardare la direzione che aveva preso. Era una giornata fredda a Hogwarts. Fuori dalle finestre si estendeva un paesaggio innevato, fatto di laghi e d'alberi ghiacciati, e la Foresta Proibita, che si stagliava all'orizzonte coperta nel suo silenzio, appariva bianca e quanto mai innocua.

 

Stavolta sono nei guai, pensò, svoltando l'angolo del corridoio.

 

Quando ebbe modo di comprendere ciò che era successo, Ginny si portò seduta, massaggiandosi il fondoschiena dolorante, imprecando contro quella persona che le era venuta contro. Poi, con uno scatto improvviso, afferrò il foglio che le era caduto, premendolo in una tasca della gonna. Era pomeriggio, il sole oltre la Foresta si stava preparando per lasciare posto al susseguirsi delle notti fredde e gelate. Erano ben pochi gli studenti che si aggiravano per i corridoi in quell'ora della giornata, la maggior parte studiava nella biblioteca, oppure stava raggomitolata sulle soffici poltrone dei dormitori. Per questo, Ginny si stupì molto nell'apprendere che non era affatto la sola a girovagare per la scuola. Alzò lo sguardo e incontrò due occhi azzurri, contornati da una cascata di capelli castani, forse ancora più ribelli dei suoi.

 

Rosemary Zleger .

 

La ragazza, dopo aver guardato bene la rossa Weasley, sorrise e si portò in piedi, scacciando quella poca polvere che le era rimasta sul mantello. Non sembrava essere adirata per la triste sorte del suo fondoschiena, nè sembrava in procinto di fare delle scuse. Ginny, da parte sua fece altrettanto, barcollando un poco ed insicura su cosa dire a quella ragazza, stranamente tranquilla.

"Weasley, vero?" domandò la ragazza senza molti preamboli.

Ginny la guardò sorpresa all'idea che una ragazza come Rosemary Zleger potesse essere a conoscenza del suo nome. Non che fosse una divinità o qualcosa del genere, ma senz'altro la studentessa che aveva di fronte era la più ricca che Hogwarts avesse mai avuto, forse al pari con la stirpe serpentina di Draco Malfoy. Apparteneva alla casa di Tassorosso e, anche se aveva scambiato solo poche parole con lei, Ginny sapeva che aveva la sua stessa età. Non era un idolo, ma molti ragazzi facevano moine pazzesche per chiederle appuntamenti su appuntamenti, che lei categoricamente rifiutava, smontando la sdolcinatezza dei suoi pretendenti. A volte l'aveva sentita parlare durante la fine delle classi di Divinazione con un gruppo di amiche ed era venuta a conoscenza della sua opinione prettamente femminista.

I ragazzi sono attratti solo dal mio denaro.

E questo, in parte, Ginny sapeva essere vero.

Tornando con la mente a quella sua situazione, si domandò di nuovo come Rosemary Zleger potesse conoscere una così definita stracciona Ginevra Weasley.

"Uhn, sì... ma come fai a conoscere il mio nome?"

Rosemary puntò il proprio dito indice verso la sua massa incomposta di capelli.

"I tuoi capelli sono della stessa tonalità di rosso di quelli di Fred e George Weasley."

"Oh" si limitò a dire Ginny, cercando di capire perché fra tutti i fratelli che aveva, Rosemary avesse proprio citato i più squinteriati.

"Proprio ieri, mentre uscivo dal dormitorio, mi hanno fatto cadere in testa un' Arricciapelo per ischerzo... così hanno detto."

Le ultime parole suonarono più tetre alle orecchie di Ginny.

"Mi spiace, ma terrei a precisare che le colpe dei fratelli non ricadono sulle sorelle."

Rosemary emise una risatina sommessa, facendo capire a Ginny che aveva preso abbastanza bene la battuta in difesa di se stessa.

"Lo so, ma vorrei che tu riferissi una cosa a quei due mocciosi..."

Ginny si stupì nel sentire un tale appellativo rivolto ai propri consanguinei.

"... la prossima volta che ci riproveranno, pagheranno con la loro stessa moneta."

Rosemary trattenne la propria stizza dietro ad un sorriso luminoso. E Ginny, vedendola a quel modo, non ebbe la forza di contraddirla.

 

**

"Non posso credere che quella strega abbia osato chiamarci a quel modo!!" Fred Weasley stava gridando da più di mezz'ora nella Sala Comune del Grifondoro, accompagnato dal gemello George, che non si risparmiò battutine sarcastiche ai danni di Rosemary Zleger. Ginny perso interesse nell'ascoltare i discorsi dei fratelli e scelto un libro a caso della biblioteca, stava comodamente leggendo, sprofondata in una delle poltrone del dormtorio.

"Dobbiamo preparare un altro scherzo!" Ridacchiò George.

Ginny, sospirando alla stupidità dei fratelli, chiuse con un tonfo il libro che teneva tra le mani, visto che la sua concentrazione non era sufficiente.

"Voi due siete proprio scemi. Ve l'ho detto tre volte: si vendicherà!" disse Ginny esasperata.

"E a noi cosa importa? A noi piacciono gli scherzi!"

"Siete stupidi davvero!" Una voce risuonò nella sala, mentre Harry, Ron ed Hermione facevano la loro entrata nella stanza. Quest'ultima stava trascinando una pila di libri molto pesante.

"Con voi non c'è mai da stare tranquilli..." Ron dopo aver dato un distratto saluto ai gemelli, si sedette accanto a Ginny.

"Tanto quest'anno Harry è prefetto! Quindi chiuderà un occhio per noi!!" dissero allegri, guardando Harry come se fosse un dio.

Hermione, che fino ad allora era rimasta nascosta dietro i libri che portava, li rovesciò malamente sul divano, traendo un sospiro di sollievo.

"Vi ricordo che anch'io sono Prefetto."

I due fratelli non degnarono Hermione di uno sguardo, cosa che fece alterare la ragazza.

"HO detto che anche IO sono prefetto!"

"Lascia stare Hermione," aggiunse Harry, "Sai bene che tanto sentono solo quello che vogliono sentire."

La ragazza sbuffò e si lasciò cadere sul divano che aveva inondato con i suoi libri.

"Scusa, ma cosa sono tutti quei libri Herm?" domandò Ginny, imbarazzata per avere tra le mani un solo e modestissimo libro.

"Oh, mi servono per studiare..."

"Già, Hermione si è messa in testa di diventare la migliore studentessa che l'ultimo anno di Hogwarts abbia mai avuto! Roba da matti..." rispose per lei Ron, che, essendo come Harry poco devoto allo studio, mal concepiva questa voglia improvvisa dell'amica.

"Ah, parlate della graduatoria che verrà affissa alla fine di questo trimestre?" domandò Ginny, stupita dalla forza di volontà di Hermione.

"Esatto," disse allegra Hermione.

"Pare però che tu abbia un acerrimo rivale..." la stuzzicò Harry.

"Rivale?" gli fece eco Ginny.

Guardò con attenzione il viso di Hermione infiammarsi dalla rabbia, mentre la ragazza stava stringendo i pugni fino a far diventare bianche le nocche.

"Si," rispose Harry al suo posto," Draco Malfoy..."

"Draco Malfoy, dici? Impossibile." Tutti si voltarono verso Ginny, che paonazza cercò di rimediare alle proprie parole.

"C-cioè, mi sembra strano che uno stupido come Malfoy abbia un cervello..."

"Infatti non ce l'ha!" disse aspra Hermione "Ha solo dalla sua parte Piton."

"Ma dalla tua hai la McGranitt, no?" gli domandò Ron.

"In fondo, " prese a dire Harry, alzando le spalle ,"è risaputo che la professoressa favorisce te invece di Malfoy. Lo stesso vale con Piton."

"Io fossi in te non mi preoccuperei Herm!" esclamò Ginny per incoraggiare l'amica.

"Non so da dove venga tutta questa tua sicurezza, ma ti ringrazio." Hermione sorrise alla rossa Weasley, prendendo in mano uno dei tanti libri su cui avrebbe dovuto studiare.

"Ma come, non sapevi che Draco Malfoy assiste alle lezioni di Divinazione del mio anno?"

Hermione sollevò la testa verso Ginny, mentre Ron ed Harry assunsero due espressioni di chi, probabilmente, non sapeva.

"Vuoi dire che... Malfoy è indietro di una materia?" sghignazzò Harry.

"Bhé," fece Ginny dubbiosa ,"se frequenta, ci sarà un motivo. Ha minacciato tutta la classe di non dire una parola. Soprattutto a te, San Potter..."

Harry si mise a ridere, accompagnato da Ron che era letteralmente piegato in due dal ridere.

"Molto bene," proferì Hermione prendendo di nuovo a sfogliare il proprio libro, recuperando un po' della sicurezza che aveva perso.

Dopo qualche minuto, calò il silenzio. Il fuoco della Sala Comune crepitava e lanciava scintille ogni qualvolta che qualche fantasma vi faceva capolino con la testa. Hermione muoveva le labbra in silenzio, ripetendo ciò che stava studiando. Harry e Ron avevano deciso per una partita a Scacchi Magici, mentre i gemelli Weasley si erano di nuovo dileguati per preparare un degno scherzo a Rosemary Zleger. Ginny, sprofondata nella poltrona, aveva preso a sonnecchiare, stimolata dal calore che emanava il fuoco del camino.

"A proposito Ginny, " disse a un tratto Hermione, non notando che l'amica si era in parte addormentata.

"Che c'è?" rispose Ginny con la voce un poco impastata.

"Oggi, dopo le lezioni, ti ho vista correre per il corridoio. Ti ho salutato, ma eri talmente eccitata per qualcosa che non mi hai nemmeno visto... è tutto ok?" domandò infine Hermione, con un tono dolce della voce.

"Oggi... hai... DETTO?!"

Ginny balzò in piedi con una rapidità che spaventò Hermione.

"Oddio! L'ho dimenticato!" urlò, destando anche Ron ed Harry dalla loro concentrazione.

"Dimenticato...?" domandò confusa Hermione.

"Che ore sono?" domandò Ginny, indossando il cappotto marrone che le aveva confezionato la madre.

"Le.. le cinque e tre quarti, credo..." dopo aver udito le parole di Hermione, Ginny diventò pallida e si avvolse in modo frettoloso la sciarpa rossa e gialla dei Grifondoro.

"Ciao! Ci vediamo stasera a cena!" e con quelle parole, uscì, inciampando, dal dormitorio, lasciando dietro di sè uno trio stupito.

**

 

Infilò una mano in una fessura del cappotto, raggiungendo così la tasca della gonna. Ne estrasse il foglio di quella mattina e non appena gli occhi scorsero per l'ennesima volta il contenuto del messaggio, lo ricacciò in una tasca del cappotto.

 

Maledizione, sono in ritardo!

 

Giunse davanti al portone principale, e dopo essersi guardata alle spalle, lo aprì a fatica. I cardini stridettero ed appena fuori una raffica di vento gelido la travolse, passandole sotto il pesante cappotto. Rabbrividì, desiderando ardentemente un paio di guanti di lana alle mani. Si strinse il cappotto addosso, facendolo aderire maggiormente alla sua figura e prese a camminare lungo i muri esterni della scuola. In quel modo, avrebbe evitato che qualcuno, dalle finestre, vedesse le sue impronte nella neve. Il vento, che passava tra le torrete della scuola, emettava un sibilo sinistro e minaccioso; un vento che le sferzava crudele sul viso, senza alcuna pietà.

 

Ginny ricordò di avere un cappuccio nel momento stesso in cui rimase impigliata ad uno degli arbusti spogli che adornavano il giardino della scuola. Si coprì velocemente il capo, traendo un sospiro di sollievo per quella sensazione di tepore. In lontananza si stagliava il campo di Quidditch con le tribune addobbate ancora dall'ultima partita. Aveva sentito Harry dire che gli allenamenti sarebbero rimasti sospesi per tutta la durata del mese, visto che dicemebre era un periodo che poco tollerava il volo delle scope. Poco lontano dal campo, ma nella stessa direzione e quindi ben visibile, una casetta emanava, nell'aria fredda dicembrina, un piccolo filo di fumo. Ginny sorrise pensando a Hagrid, che probabilmente stava russando davanti al fuoco.

 

Dietro quella piccola casa, si stagliava la Foresta Proibita, avvolta nel candore invernale. Da qualche settimana le lezioni di Hagrid si erano tenute dentro al castello, sia per la bufera che le rendeva impossibili, sia per la Foresta. Nemmeno Hagrid lo aveva spiegato bene alla sua classe, ma girava voce che la Foresta fosse molto più pericolosa nel periodo invernale. Entrarvi era proibito e questo Ginny lo sapeva, inoltre con tutta quella neve, difficilmente avrebbe trovato di nuovo la strada per tornare indietro.

 

Eppure doveva andare proprio all'entrata della Foresta Proibita e questo l'aveva resa tesa ed agitata per tutta la durata della mattinata.

 

A fatica, affondò i piedi nella neve, molto più alta man a mano che si allontanava dalle mura del castello. Evitò di passare troppo vicino alla casa di Hagrid, allontanando così il pericolo di dover spiegare il motivo che l'avesse spinta ad abbandonare il caldo dormitorio. Poco distante da lei, una striscia di neve era piena di impronte: qualcuno, come lei, si era recato nella sua stessa direzione.

 

E' già qui. Ah, sono io che sono in ritardo.

Dopo esser salita su una piccola duna nevosa, vide, vicino al cancello, la sagoma nera di un mantello. Il cappuccio manteneva segreto il volto della figura, mentre i lembi si sollevavano di tanto in tanto, mossi dalle sporadiche levate di vento. Se Ginny non avesse saputo in anticipo a chi apparteneva quel mantello, avrebbe di certo avuto paura, visto e considerato che quell'abbigliamento ricordava molto quello dei Mangiamorte, uomini devoti al male e al Signore Oscuro.

Sospirò e si diresse verso la figura che le dava le spalle, e che sembrava contemplare la Foresta di fronte a sè. Quando giunse a una distanza di pochi metri, Ginny simulò un colpo di tosse per attrarre la sua attenzione. La figura si mosse con un fruscio del mantello e Ginny sentì due occhi grigi scrutarla nel profondo.

"Sei maledettamente in ritardo," disse una voce maschile, risuonando atona nell'aria.

"Lo so," rispose Ginny con un filo di voce.

Il ragazzo si tolse il cappuccio dal capo, rivelando i suoi capelli biondi. Al petto, decorato sul mantello, risaltava un serpente verde attorcigliato su se stesso. Il ragazzo si scostò una ciocca di capelli bagnati dal volto, ricacciandola indietro. Nonostante fosse mortalmente pallido, Ginny notò una soprendente vitalità in quel gesto. La rossa fece un respiro profondo, pentendosene un secondo dopo per l'aria gelata che aveva inalato.

"Cosa diavolo vuoi da me, Malfoy?" disse, con quanta più freddezza era capace.

Il Serpente non la degnò di uno sguardo e prese a scuotersi gli stivali dalla neve. Quell'apatia che celava sempre dietro al suo sguardo innervosiva molto Ginny; Draco Malfoy era il classico esempio del menefreghista.

"Sapevo che eri stupida, ma tu Weasley batti qualsiasi mia previsione. Mi sembra chiaro dopo ciò che è successo ieri." disse con voce canzonatoria e anche abbastanza divertita. Ginny, nonostante il freddo che le stava intorpidendo le guance, mostrò un leggero rossore. Ecco cosa voleva Malfoy, e in un attimo le fu chiaro. Tutt'a un tratto si pentì di trovarsi con lui in quel momento, perché era chiaro come il sole che Malfoy voleva solo sfruttarla, approfittando del suo punto debole. E sfruttare le persone era una delle tante prerogative di un Malfoy.

"Se intendi ricattarmi, sappi che io non cederò Malfoy."

Il ragazzo fece una risata cinica, facendo vacillare quella poca sicurezza insita nell'animo di Ginny.

"Ricattarti hai detto? Bhé, non pensavo che una stracciona come te potesse conoscermi così bene." disse divertito, fissando Ginny.

"Io non ti conosco affatto Malfoy. E nemmeno intendo provare a capirti. Tutti a scuola sanno della tua... fama." disse l'ultima parola come se fosse qualcosa da disprezzare.

"Io non la chiamerei proprio fama... direi che potenza o forza, suonerebbero molto meglio."

Ginny strinse i pugni. Malfoy era tronfio della sua arroganza, arroganza che mostrava sempre contro lei e la sua famiglia.

"Comunque lasciamo perdere queste stronzate," Ginny lo vide leccarsi il labbro inferiore della bocca, e rabbrividì ancora di più a quel gesto.

"Se non vuoi che racconti a tutta la scuola delle tue avventure sessuali, dovrai fare come dico io."

"Ma di quali avventure sessuali stai parlando? Ti sei rincretino Malfoy?!" urlò tutto d'un fiato Ginny, arrossendo paonazza.

Draco Malfoy sorrise, soddisfatto nell'aver suscitato una simile reazione nella ragazza.

Avventure sessuali. Chiamarle con quell'aggettivo le sembrava esagerato. Provò una rabbia nascerle da dentro, mentre quel fantoccio di un Serpeverde ridicolizzava a quel modo il suo amore per Kyle McGraw, un amore che nella bocca di Draco veniva dolorosamente storpiato. Sentì che la sensazione di felicità che l'aveva invasa fino alla sera precedente era completamente scomparsa di fronte allo sguardo arrogante di Malfoy.

Era stato tutto perfetto, il momento romantico che Kyle aveva creato intorno a loro, senza parlare della dolcezza racchiusa nelle sue parole. Era bastata l'aula vuota di Divinazione per racchiudere quel momento che sapeva essere magico per un adolescente.

Invece, contro qualsiasi loro previsione, Draco Malfoy aveva rovinato quel lato della loro adolescenza, piombando dentro l'aula e cogliendoli in atteggiamenti troppo intimi, quasi peccaminosi di fronte a un Malfoy. Aveva ricordato il volto del proprio ragazzo diventare violaceo dalla vergogna, mentre quello di Malfoy assumeva uno sguardo divertito e anche abbastanza sorpreso; specialmente quando gli occhi grigi del Serpeverde avevano scoperto che era proprio lei, Ginny Weasley, la controparte femminile di quel momento.

"Bhé, se non fossi piombato lì all'improvviso, probabilmente non avrei interrotto qualcosa di molto piacevole." disse freddo, con una punta di ironia nel tono della voce. Gli occhi di Ginny guizzarono dalla rabbia.

"Infatti! Tu lì non dovevi esserci! Santo Merlino, Malfoy, che diavolo ci facevi alle due di notte nell'aula di Divinazione?"

Malfoy non rimase minimamente spiazzato dalla domanda di Ginny, e continuò a guardarla cogliendo tutto il piacere di quel divertimento.

"Al contrario di voi, c'ero andato per studiare."

Ginny ricordò i due libri che Malfoy teneva sotto al braccio, durante la sua repentina incursione. E il fatto che lui, in qualche modo, fosse nel giusto, le fece ribollire il sangue nelle vene.

"Come vedi, stavolta io non centro niente, sfrutto solo le conseguenze del vostro gesto." disse, facendola sembrare la cosa più normale del mondo.

"Comunque sia," riprese poi "penso che la scuola sarà interessata alla notizia. Soprattutto quel tuo fratello lecchino e San Potter. Per non parlare poi dei professori che prenderanno di certo dei provvedimenti."

"Lurido Serpente!" gli gridò contro Ginny.

"A-a-a," Malfoy sollevò il braccio per frenare le accuse e le ingiurie della rossa. "Naturalmente se farai ciò che voglio io, nessuno saprà niente e tu e quel damerino potrete continuare a spupazzarsi fino a quando non vi beccherò di nuovo."

Ginny lo fissò astiosa. Una cosa era certa: di un Malfoy c'era poco da fidarsi. Però, non vedendo altre alternative nel suo orizzonte, decise di assecondarlo. Prima o poi anche lui avrebbe fatto un passo falso, e allora, in quel momento, Ginny avrebbe riavuto la sua vendetta.

"Che dovrei fare, sentiamo?" Ginny si sforzò di non dare a sentire la sua rassegnazione.

**

Si bloccò di colpo, udendo un rumore sinistro ai suoi piedi. Abbassò lo sguardo e, con sollievo, notò che aveva solo calpestato un rametto secco, non ancora affondato nella neve. Nonostante il freddo pungente che le passava attraverso il cappotto, aveva caldo. Il suo corpo stava reagendo a quella che, come stava definendo, era stata una decisione sconsiderata. Stava percorrendo un sentiero magico dove la neve non si posava, lasciando libero il passaggio; invece, attorno a lei tutto era ricoperto dalla neve, perfino le radici degli alberi erano soffocate dal manto nevoso.

La Foresta Proibita non le era mai sembrata così silenziosa.

Odiò Malfoy dal profondo del suo cuore, odiò lui e i suoi malsani ricatti.

"Mi serve un'erba che cresce solo nella Foresta Proibita in Dicembre."

E aveva tirato fuori dal mantello un libricino che funzionava da campionario. Mentre Malfoy lo sfogliava, Ginny aveva notato i nomi di molte piante di cui non ne conosceva nemmeno l'esistenza. Ricordò solo che un gran caldo l'aveva invasa. Il caldo era solo una reazione conseguenziale alla situazione che stava vivendo.

Aveva sempre visto la Foresta come un luogo etereo, insolcabile e forse era per questo che era rimasta affascinata dai racconti di Ron. Si, Ron c'era stato dentro la Foresta Proibita. Insieme ad Harry. Ed erano miracolosamente sopravvissuti.

Quanto sono cretina! Dovevo permettere a Malfoy di raccontare tutto! Se scoprono che sono entrata, come minimo mi sospenderanno! E poi come diavolo era fatta quell'erba?

Estrasse l'immagine che Malfoy aveva strappato dal suo libro.

Pagherei a sapere che cosa ci deve fare.

Poi un pensiero, abbastanza terrorizzante nel suo caso, le attraversò la mente. Con tutta quella neve, non sarebbe mai riuscita a trovare ciò che cercava, inoltre, dall'ultima lezione di Erbologia aveva imparato che erbe e piante non potevano certo crescere, o addirittura vivere, coperte dal gelo. Ricordò un sorrisino, che in quel momento comprese di scherno, sul volto pallido di Malfoy, mentre lei, impaurita, prendeva la pagina del libro tra le mani. Una stizza incontenibile le infiammò le guance: Malfoy aveva utilizzato la sua stupidità per raggirarla. Non era certo quella maledetta erba che gli interessava! Voleva solo gratificarsi nel vedere una povera stupida entrare laddove tutto era proibito.

Malfoy si era elegantemente preso gioco di lei.

Quel bastardo! Aspetta che torni indietro e poi...

Di certo Malfoy non era al cancello ad aspettarla. Probabilmente se l'era data a gambe sghignazzando per il successo avuto dal suo scherzo.

Il solo pensiero di esser stata raggirata da un Malfoy le fece venir voglia di gridare, voglia che cercò di contenere. Provò a calmarsi, ma il fatto che fosse completamente sola in un luogo in cui, bhè, non doveva esserci, non l'aiutava molto. Fece un respiro profondo, cercando tutto il coraggio che possedeva per tornare indietro da dovere era venuta. Si voltò e con suo grande terrore, vide che il sentiero che aveva fino a qual momento percorso era scomparso. Davanti a lei, vi era sempre quello che doveva percorrere. Si mosse di qualche passo e notò come la neve inghiottiva le pietre del sentiero.

Fu in quel momento che la paura sollevò il coperchio del suo animo.

Prese a correre nella direzione da cui era venuta, cercando di mantenersi in equilibrio mentre i suoi piedi affondavano nella neve. Mentre l'aria fredda le schiaffeggiava il volto, i suoi occhi cercarono qualche cosa di familiare che avevano visto in precedenza.

Ma la Foresta appariva uguale a tutte le sue vittime.

Inciampò e cadde sulla neve fredda. Le sue mani si stavano lentamente assiderando, ed erano diventate rosse a contatto con la neve gelata. Mentre si stava portando in piedi, vide sul braccio sinistro dei piccoli cristalli di ghiaccio che lentamente iniziarono ad aumentare, ricomprendo il suo arto. Come azione istintiva, Ginny prese a scuotersi la manica del cappotto, usando l'altra mano. Abbassando lo sguardo, notò gli stessi cristalli all'altezza della vita. Intorno a lei, l'aria si era fatta più gelida, perfino i ramoscelli secchi degli alberi avevano iniziato a ghiacciarsi.

Che questi siano...

Sentì la propria angoscia aumentare, mentre qualsiasi pensiero positivo si era rifugiato negli angoli più recessi della sua mente.

E provò anche lei la freddezza dell'animo, quella mancanza di sentimenti felici che contraddistingueva ogni prigioniero di Azkaban. E allora li vide, i Dissennatori che alleggiavano sopra di lei come avvoltoi su una preda. Anche se ricoperti dai loro mantelli lacerati, Ginny vide le loro mani terrificanti e quella bocca che, se usata, procurava la morte istantanea di qualsiasi essere vivente.

Sentì il freddo giungergli al cuore, il suo corpo rimase immobile, come se congelato.

Li fissò, inorridita dalla loro algida leggiadria.

Poi un Expecto Patronus pronunciato con quanta più forza vi fosse.

Vide una luce investire lei e i Dissennatori. Sentì i propri sensi mancare, ma poco le importò, perché qualcuno l'aveva salvata.

**

 

Ginevra lesse il piccolo foglietto ormai ingiallitto dal tempo. Sul suo volto comparve uno strano sorriso, come se avesse ricordato qualcosa accaduto parecchi anni prima

"Cosa stai facendo sola al buio?" la stessa voce di allora, forse più calda e più matura, la fece voltare nella direzione della porta. Vedendo Draco, appoggiato allo stipite, sbuffò infastidita, ricordando le parole del marito rivolte alla sua famiglia. Rimise il foglietto in una pagina a caso del libro e lo richiuse con un tonfo.

"Niente che ti riguardi."

Una volta solo, Draco prese a sfogliare il piccolo libro, lasciato da Ginevra, che riportava la scritta Erbologia sulla copertina, e trovò il foglietto ingiallito che aveva attratto l'attenzione della consorte.

Oggi pomeriggio, dopo l'ora di pranzo, fatti trovare

davanti al cancello della Foresta Proibita.

Puoi anche non venire, ma non so quanto ti convenga.

Io so.

D.M.

Rimise il pezzo di carta laddove l'aveva trovato.

E sorrise ironico.

Quella ragazzina che aveva detestato e che aveva elegantemente preso in giro, nello stato attuale delle cose, l'aveva sposato.

Strani scherzi, davvero, gioca il destino.

 

  
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