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Autore: Nicolessa    11/09/2012    2 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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1 Capitolo 1 - Ciao, Gamba di Legno!



Dopo l'ultima caccia Sam pensò fosse stato meglio rimandare il prossimo incontro con Ellen - lo trovava saggio - ma Dean era piuttosto deciso ad andare a bere una birra al Roadhouse anche se sapeva che la sua visita gli avrebbe soltanto portato una lunga e immancabile ramanzina da parte della "donna di casa", come lui la definiva.
La gamba era guarita in fretta, ormai la cicatrice non gli pulsava più, né gli recava fastidio e contento per questo prese il posto che gli spettava nella sua auto mentre Sam lo affiancò sul lato opposto. 

«Credi che Ellen sappia qualcosa?» domandò Sam alludendo al loro nuovo caso, un caso che preoccupava Dean più di quanto non dimostrasse. 
«Non lo so.» rispose schietto, girando la chiave nel quadrante per poi mettere in moto il motore rombante dell'Impala. 
Sam era totalmente all'oscuro di quello che John aveva detto al figlio maggiore prima di morire e Dean stava facendo il più possibile per ritardare il momento in cui l'avrebbe scoperto. Il problema era però che doveva scoprire che tipo di progetti "Occhi gialli" aveva in mente per Sam perché lui sapeva soltanto ciò che gli era stato riferito: "Tieni d'occhio tuo fratello, Dean. Devi salvarlo e se non ci riuscirai, allora dovrai ucciderlo."
«Tutti questi ragazzi. Sono come me, Dean.» irruppe improvvisamente Sam.
Dean si voltò a guardarlo, alternando lo sguardo tra il parabrezza inondato da moscerini schiacciati contro il vetro, e il fratello minore che gli sedeva accanto. 

«Come te?» 
«Sì, come me. Non ti insospettisce? Non credi ci sia qualcosa sotto?» domandò retorico con un velo di nervosismo nella voce. 
Dean scosse la testa ma sta volta non lo guardò. 
«No.» fece mostrandosi convinto e determinato, anche se in realtà si sentiva esattamente l'opposto. 
«Davvero? Non ti spaventano le mie visioni?» chiese di nuovo Sam inarcando un sopracciglio mentre scrutava il profilo del fratello maggiore, pensieroso.
«No.» ripeté quest'ultimo tenendo gli occhi fissi sulla strada deserta. 
Per tutto il resto del breve viaggio restarono in silenzio; Sam continuava a chiedersi cosa lo accomunava con tutti quei ragazzi che avevano poteri soprannaturali - oltre a questo fatto -; Dean invece continuava a tormentarsi il cervello pensando a cosa intendesse dire il padre con quelle parole. 
Quando arrivarono davanti al Roadhouse entrambi esitarono prima di entrare, come se quella che avrebbe dovuto varcare fosse l'entrata dell'inferno e come se lì al posto dell'insegna lampeggiante ci fosse la scritta "lasciate ogni speranza o voi che entrate". Non appena furono dentro si guardarono attorno come facevano sempre prima di accomodarsi sugli sgabelli.
Il locale aveva sempre la stessa cera trasandata ma era abbastanza accogliente come al solito. Qualche cacciatore sparso qua e là raccontava la sua ultima avventura al proprio compagno di bevute, ed altri uomini giocavano a carte imprecando contro il proprio avversario.
Dean spostò lo sguardo dietro al bancone e poi la vide.
Jo era impegnata a lavare i piatti con noncuranza e una certa aria innervosita.
Un sorriso sul viso del ragazzo si aprì all'improvviso e si avvicinò al bancone, silenzioso, lasciandosi il fratello alle spalle in cerca di Ash.

Era da giorni che Jo non rompeva nemmeno un bicchiere -tranne che per un piccolo episodio di rissa tra colleghi ubriachi- e questo tenne a bada la lingua di sua madre per un po'.
Non aveva di che lamentarsi ultimamente: Jo sembrava essere diventata la ragazza responsabile che aveva sempre voluto avere come figlia, senza nessuna testardaggine o caratteraccio ribelle. 

Tutta strategia ovviamente.
Fingeva che le acque si fossero calmate per poi sgattaiolare di nuovo via dalle grinfie della "mamma cattiva". Certo che era una situazione infantile.

Se ne stava lì, a consumarsi i polpastrelli con spugna e detersivo da giorni, tanto da farle credere che, se avesse continuato così, le impronte digitali non sarebbero più state un problema per lei.
In più non parlava molto, né con Ellen né con i cacciatori, nemmeno quelli più... diciamo "stretti" o di famiglia. 
Tutti si erano accorti del poco carattere di Jo, del suo essersi sbiadita all'improvviso, ma infondo a nessuno importava poi tanto: avevano altro a cui pensare... a salvare vite altrui per esempio.. e a tenersi stretta la loro, come aveva le aveva consigliato sua madre tempo fa.
Loro facevano le loro ordinazioni e lei li accontentava: fine della conversazione. Non si avvicinava nemmeno più al suo gioco preferito, quello di cui aveva tutti i record in bella vista sotto la schermata luminosa.
«Andiamo, una partitina sola. Se vinco mi offri la birra» aveva tentato di corromperla un tizio anziano che più che un cacciatore sembrava un vecchio ubriacone sofferente di solitudine.
«E' così che mi ridurrò?» pensò automaticamente alzando gli occhi su di lui con una certa pena negli occhi e stappandogli una bottiglia sotto il naso, lasciandogliela vinta in quel modo così poco divertente «meglio non rovinargli la vecchiaia.. non deve avere molto di cui andare fiero, quindi offrigli la birra e poni fine alla sua sofferenza!» si disse nemmeno dovesse ucciderlo o abbatterlo come un vecchio cane malato.
Contento del suo premio del tutto non meritato, il vecchio si unì al gruppo dei giocatori d'azzardo, perdendo così ogni minimo interesse per quello che ci fosse al di fuori del perimetro del tavolo di gioco.
Jo li guardava, studiava le loro mosse, le memorizzava e prendeva mentalmente appunti per poterli spennare fino all'ultimo dollaro non appena ne avesse avuta l'occasione.. o la voglia.
«Ash, ti vogliono!» sentì urlare sua madre sulla rampa delle scale, ricevendo in risposta un urlo più simile ad un lamento che ad una affermazione.
Non si era minimamente accorta che fosse entrato qualcun altro nella RoadHouse. O meglio, aveva sentito il cigolio della porta ma non immaginava che ad aver varcato la soglia fossero stati quegli incoscienti dei Winchester.
«Vai sul pesante o vuoi rimanere sobrio?» domandò senza alzare la testa a quella sagoma che le era balzata di fronte.
Non appena il suo sguardo notò di sfuggita un sorrisetto familiare si asciugò le mani e gli porse una birra fredda sotto il naso, accennando un sorrisetto così raro in quei giorni.

«Ci si rivede eh? Come va la gamba?» chiese familiarmente non avendo avuto modo di fare caso alla sua ferita appena aveva messo piede lì dentro.

Non appena Jo si voltò a guardarlo, il sorriso di Dean divenne più ampio come a volerla salutare senza parlare.
Sapeva già cosa doveva fare; la vide prendere una bottiglia di birra ghiacciata, stapparla e avvicinarla al cacciatore come per dire "ecco il solito".
Dean annuì ad ogni sua mossa fatta in modo meccanico e abitudinario, prese la bottiglia con la mano destra e se la portò alle labbra carnose per berne il contenuto in piccoli sorsi. 

«Per ora non dovranno sostituirmela con una di legno.» rispose ironico, alzando gli occhi verdi verso quelli di Jo, castani e così appariscenti sul biondo dei suoi lunghi capelli biondi. 
Per un bel po' di tempo rimase in silenzio a guardarla, sostenendo sempre quel suo mezzo sorriso perennemente stampato sulla faccia - quello della classica espressione da sfotto'- poi tornò a bere il contenuto fresco e appena frizzante della bottiglia. 
Sam passò accanto a Dean e superò il bancone senza nemmeno degnare di un saluto la ragazza.
Lei sembrò restarci male, ma Dean le avrebbe dato subito spiegazioni senza che lei iniziasse a farsi i suoi soliti film mentali meritevoli di premio Oscar. 

«Scusalo. E' che...» pensò prima a cosa dire, guardando il liquido giallastro della birra dietro il vetro marrone della bottiglia. «...è un po' nervoso sta mattina.» concluse incerto.
Era improbabile che Sam fosse nervoso, lui era sempre tranquillo e cauto, ed era sempre lui che manteneva la calma anche in situazioni del genere. Il fatto era che era così interessato a scoprire la verità che aveva ignorato quei piccoli gesti che lo caratterizzavano, per esempio uno dei suoi dolci sorrisi in cenno di saluto verso Jo. 
Sam si sedette appartato ad un tavolo con Ash e iniziò a spiegargli la situazione; dei ragazzi con i suoi stessi poteri e degli incidenti avvenuti recentemente che lui aveva previsto ma ovviamente non gli rivelò come.
Dean si voltò a guardare la scena, poi tornò rivolto a Jo e alla sua birra che ormai era quasi finita.

Quindi era nervoso? Sam, il ragazzo geneticamente tranquillo e apprensivo, era nervoso? Quella sì che era una novità.

Lo sguardo di Jo lo seguiva non lo sguardo lungo i tavoli della RoadHouse affiancato da Ash e i suoi capelli che tanto lo caratterizzavano e distinguevano dagli altri cacciatori così facilmente considerabili "noiosi". 
Anche Ellen aveva provato ad integrarsi nei loro discorsi ma con scarso successo.. e di certo non era perchè Sam non volesse parlargliene ma piuttosto perchè quella mattina il locale era movimentato e i cacciatori assetati manco fossero tornati da un lungo viaggi attraverso il deserto del Sahara. 
Arresasi al suo mestiere quindi tornò al bancone, pronta a servire i clienti con le birre che Jo le aveva preparato ancora prima che le ordinazioni arrivassero al suo orecchio.
Ma oltre questo nessuna parola in più, niente raccomandazioni tanto per dare aria alla bocca: tanto meglio.
«Deve trattarsi di un caso davvero importante se è riuscito a far innervosire Sam.» costatò con tono placato ma non preoccupato nonostante la sua curiosità le pungesse infondo allo stomaco e sulla lingua in modo così insistente tanto da costringerla a bere un bicchiere d'acqua per placarlo.
«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse a sfottò togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.
«E' un semplice "tocca e fuggi" o avete un caso qui? Perchè non mi pare di aver sentito nulla di strano...» domandò riprendendo il discordo senza rendersi conto del fatto che quel bicchiere d'acqua non avesse fatto nessun miracolo riguardo la sua indole da impicciona (come tanto la definivano gli atri cacciatori -specialmente Dean-).
«Che poi, pensandoci, è sempre un tocca e fuggi» si corresse mentalmente aprendosi in uno di quei sorrisetti all'apparenza così enigmatici, uno di quelli che ti faceva chiedere istintivamente a cosa stesse pensando.
Intanto Ellen si era unita al comizio più strano del mondo, esprimendo il suo parere e la sua preoccupazione attraverso palesi espressioni facciali che Jo riuscì a cogliere con fugaci occhiate nella sua direzione.
«Come mai non partecipi anche tu? Non ti ritengono all'altezza?»

Dean si perse tra i suoi pensieri e iniziò a fissare la bottiglia - era così distratto che non si era accorto di averla vuotata - con un'espressione concentrata.
Stava pensando a Sam e al suo piccolo problema segreto.
Perché John gli aveva detto di non staccare gli occhi di dosso a suo fratello? Sapeva che lo avrebbe sempre protetto da qualsiasi cosa, non aveva motivo di avvisarlo. Forse era in pericolo, stava per succedere qualcosa...
Era quello che gli aveva fatto capire il padre: "Se non riesci a salvarlo, allora dovrai ucciderlo".
Quella frase risuonava ancora nella sua mente oppressa e assalita da tutte quelle domande. Aveva capito da sé che "occhi gialli" c'entrava qualcosa in tutta quella storia e che quei ragazzi fossero collegati al fratello in qualche modo. Ma perché? 

Fu Jo a riportarlo alla realtà, facendogli notare che teneva in mano una bottiglia di birra vuota.
Scosse appena la testa, come per scacciare via quei pensieri ossessivi e poi alzò lo sguardo verso la ragazza abbozzando un sorrisetto. 

«Stai facendo un po' troppe domande.» fece Dean quando si accorse del questionario della giovane cacciatrice che cercava in tutti i modi di scoprire a cosa i due fratelli, quella volta, si erano interessati. Non lo disse però con cattiveria, infatti sorrise subito dopo. 
«Dammene un'altra.» 
Gettò un'occhiata alle sue spalle e notò che Ellen si era unita alla cerchia.
Chissà cosa avrebbe pensato su tutte quelle ricerche improvvise, chissà cosa avrebbe detto poi in seguito con Ash.
Non si fidava molto di lei, ma Dean - a pensarci bene - non si fidava quasi di nessuno.
Erano poche le persone delle quali poteva stare tranquillo. Non che Ellen non fosse apposto, ma quel locale era frequentato da molti cacciatori e se la notizia del loro nuovo, stranissimo caso si fosse diffusa troppo anche loro sarebbero potuti diventare curiosi, come Jo.
Quello che sapeva Dean non doveva saperlo nessun'altro. 

«Sammy mi farà una sintesi dopo.» rispose alla sua ultima domanda, prendendo poi la birra che Jo gli aveva ceduto per la seconda volta.
La ringraziò con un altro sorriso e poi se la portò alle labbra sorseggiandone il contenuto.

Accontentatolo facilmente con un'altra birra, Jo annuì semplicemente con un cenno della testa, gettando la bottiglia vuota in un cestino ad un metro da lei.

Doveva davvero essere una novità clamorosa: Ash aveva sfoderato il suo vecchio computer polveroso che a primo impatto sembrava totalmente inutilizzabile, Sam spiaccicava il suo naso sullo schermo brillante a intermittenza e sua madre ora girava senza meta per i tavoli con il chiaro scopo di distrarre gli altri cacciatori o peggio ancora annunciando la straordinaria chiusura della RoadHouse per almeno un paio d'ore.
Ora la curiosità la inghiottiva interamente.
Cosa poteva costringere Ellen ad allontanare tutti gli altri cacciatori? Era pur vero che non lavoravano mai in gruppo (se non in casi davvero particolari come per esempio un'armata di zombie) ma allora perchè quella precauzione? Per avere l'esclusiva su un caso che comunque non avrebbe fatto seguire nemmeno a sua figlia? Molto sospetto.
«Credo che il tuo Sammy farà una sintesi un po' a tutti dopo che questo posto sarà totalmente spoglio del suo arredamento vivente.» lo informò ironica passando le mani sotto il getto del rubinetto e asciugandosele poi con un panno pulito, non staccando gli occhi dalla porta che iniziava a cigolare.
«Ma non preoccuparti, starò ben attenta a non assimilare alcuna informazione. Sono diventata più o meno brava anche in questo!» disse non abbandonando quell'ironia che iniziava a sbiadirsi tra una parola e l'altra.
«E tu che credevi fosse impossibile non avermi tra i piedi!» lo provocò inarcando un biondo sopracciglio in un'espressione più da presa in giro che da vero e proprio rimprovero.
Prima che Dean potesse chiederle come mai o roba del genere -anche se dubitava fortemente che potesse farlo- sviò il discorso proponendogli la scusa più idiota del mondo per uscire di lì.
«Credo che passerà un po' di tempo prima che tutti i cacciatori siano andati via e che il computer di Ash abbia trovato quello che la versione nervosa di Sam gli ha chiesto di cercare. Mi aiuti a caricare le casse di birra, gamba di legno?» propose sorridente afferrando un mazzo di chiavi dallo spoglio quadretto assicurato al muro da un triste ed instabile chiodo arrugginito.

Jo farfugliava qualcosa sulla sua capacità sempre migliorante del fatto di passare inosservata da tutti. Dean non aveva ben capito cosa intendesse dire ma la verità era che nemmeno le stava dando ascolto.
Era distratto e il motivo era sempre lo stesso, non aveva intenzione di pensare a qualcos'altro che non fosse "Sam e il caso particolare".
Quella era una questione troppo personale - sottolineando TROPPO, perché era di Sam che si trattava - e Dean poteva mentire a suo fratello, ma non riusciva a mentire a se stesso. 

Ellen si mosse. Sembrava scossa e preoccupata e per non dare nell'occhio, o almeno così sembrò che stesse facendo, iniziò a raccogliere le ultime cose dai tavoli indicando a quei pochi clienti l'uscita. Scortese da parte sua, ma era ovvio che lo stava facendo per un motivo ben valido.
Probabilmente Ash e Sam avevano trovato qualcosa. Dean sospirò e spostò lo sguardo dalla "donna di casa" agli altri due impegnati sullo schermo di quello strano aggeggio che Ash definiva un computer: era ricoperto di fili elettrici esterni e la custodia trasparente lasciava intravedere tutti i meccanismi che c'erano dietro quell'affare, lo schermo sembrava una vecchia lampadina fulminata e la tastiera era irriconoscibilmente impolverata. 

«Così sembra.» mormorò, notando anche lui che il locale sembrava essersi svuotato in un battibaleno. 
Tornò a guardare Jo e continuò a bere dalla bottiglia di vetro, finendo la sua birra in poco tempo, e questa volta era cosciente. 


------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Sono tornata più agguerrita di prima! Muahahah, questo è essere sadici.
Comunque, non siamo qui per dare aria alla bocca quindi vado a scrivere l'altro capitolo, arrivederci!
E leggete! u.u Se volete lasciare anche una recensione piccola piccola potete farlo, ho ottenuto il permesso da Obama in persona! :D
Ok, è tardi e sto vaneggiando. Hasta la vista!

  
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