Fanfic su artisti musicali > SHINee
Segui la storia  |       
Autore: kushieda R    11/09/2012    3 recensioni
Quando al posto del tuo cuore non trovi altro che vuoto,dolore e lacrime...quando non hai più nessun motivo che ti leghi alla vita che stavi vivendo...allora devi cambiare... un viaggio per scampare alla disperazione che aiuterà un ragazza e la sua amica a rinascere...forse...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CIAO RAGAZZE!!!! =) LEGGETI QUI PLEASE!!!! Allora….come prima cosa volevo chiedere scusa per l’infinità di tempo che ho impiegato a scrivere questo capitolo…. Ho avuto gli esami e sono stata molto presa….cercate di capirmi…avevo una voglia matta di scrivere talmente tanta che mi prudevano le mani ma non potevo….avevo bisogno di rimanere concentrata fino alla fine…..sappiate che,nonostante tutto, ho riflettuto su questo capitolo più che su qualsiasi altro…neanche al primo,quello che dovrebbe accendere la curiosità del lettore, mi sono dedicata con tanto impegno….spero che possiate gradire e che riusciate a capire quanto di me stessa e del mio modo di essere io stia mettendo,forse anche senza accorgermene,in questa fanfiction…
La parte di Giulia è vaga….ma è solo un “prologo” per prepararvi a quello che accadrà nel prossimo capitolo (per una volta lo so! Ahahah XD)
DETTO QUESTO:DIAMO AL BENVENUTO AL PRIMO POV DEGLI SHINee!
PS: fate attenzione soprattutto alle ultime parti…
 
 
POV SHINee
 
Minho chiuse gli occhi che gli pizzicavano come se fossero pieni di spilli,si umettò le labbra e si strinse la testa dolente e confusa  fra le mani sudaticce dopo che il regista aveva interrotto per l’ennesima volta le riprese.
Erano giorni che non riusciva a concentrarsi,non ricordava le battute e i testi delle canzoni,  inciampava,e faticava a tenere il ritmo degli altri ragazzi; e ora,per giunta, non riusciva a girare quella stupidissima scena che lo infastidiva da ore.
Spostò la sua attenzione su Sulli che cominciava a innervosirsi e saltellava irrequieta da un piede all’altro mentre respingeva malamente la truccatrice che, stravolta, tentava di aggiungere gloss alle sue labbra gia rosa e scivolose. Minho era sicuro che stesse cercando di rendergli la vita ancora più complicata.
Sentì i passi del regista che, dondolando goffamente, gli si avvicinò.
Era un uomo basso, nella media di tutti gli asiatici… Minho credeva che potesse adattarsi perfettamente all’immagine stereotipata che gli occidentali avevano degli orientali: Non era bello,non era interessante, non era affascinante né dava segni di possedere grande intelligenza o saggezza…lo vedeva come una persona vuota e monotona. Solo una cosa lo aveva colpito dal primo momento in cui l’uomo aveva trasportato la sua pesante mole davanti a lui: aveva una voce profonda e roca che sembrava provenire dal profondo di una caverna buia e il suo tono esprimeva sempre rigore e severità.
-Che ti succede Minho-ah?-
Non era realmente preoccupato e l’ espressione fintamente interessata che leggeva nei suoi occhi scuri velati da una strana patina umidiccia e che esprimevano disinteresse e impazienza lo infastidivano.
-Solo mal di testa ajhussi…- mentì.
Era bravo a mentire, lo era sempre stato,fin da bambino. Sua mamma scherzava dicendo che se mentire fosse stata un’arte lui sarebbe stato Botticelli.
In quattro anni aveva mentiti a tutti: giornalisti, manager, ragazze, persino ai suoi genitori, che riponevano in lui tutta la loro fiducia.
L’unico che non era mai riuscito ad ingannare, l’unico che non riusciva mai ad abbindolare era Jinki… Il leader era troppo attento e sensibile e l’amore che provava nei confronti dei suoi compagni era così forte che, Minho ne era certo, riusciva sempre a percepire i loro stati d’animo e riusciva sempre a capire quando qualcosa non andava. Ma ora Jinki non c’era e il regista annuì e, con un gesto della mano, chiese ad una assistente che si trovava lì di portargli un’aspirina.
Mentre attendeva tornò a osservarla: Sulli si stava arricciando con l’indice aggraziato ed elegante i corti capelli scuri , visibilmente infastidita dagli abiti maschili che indossava.
Non che non fosse bella. Onestamente, negarlo sarebbe stato come negare il calore del sole; il problema non era lei, era LUI! Insomma,  fino a pochi mesi prima avrebbe pagato per girare quella stramaledettissima scena, ora invece non riusciva più a guardare desideroso due occhi neri o dei capelli del colore dell’ebano e lisci come la seta; non dopo che aveva visto l’azzurro intenso del cielo negli occhi di quella ragazza, non dopo che aveva visto il miele caderle in ordinate onde sulle spalle.
Scosse la testa infastidito da quei pensieri che lo lasciavano sempre scosso.
Non vedeva l’ora di terminare di girare e andarsene a casa dove sarebbe stato libero di brontolare e sbuffare insieme a Kibum che, malato della sua stessa malattia, sembrava comprenderlo bene, meglio di come non avesse mai fatto.
Buttò giù l’aspirina che la ragazza dai capelli color melanzana gli porgeva e si diresse verso il centro del set sistemandosi il vestito elegante simile a quello che portava Sulli.
Sentì il CIACK e cominciò a fingersi ubriaco mentre saliva delle scale che non conducevano da nessuna parte.
E poi, finalmente, con non poco sforzo, fece quello che stava cercando di fare da tutto il pomeriggio: le prese il viso tra le mani e,senza provare emozioni,baciò la sua bocca sottile immaginando che fosse quella carnosa di Giulia, intrècciò le dita nei suoi capelli neri fingendo che fossero quelli biondi di Giulia e guardò negli occhi scuri di lei vedendoci il cielo blu che era imprigionato in quelli di Giulia.
Stette così un attimo, un attimo che durò un’infinità di tempo e che lo torturò nel profondo, fino a quando non sentì il regista urlare che era buona e che avevano finito.
Si ritrasse di scatto e si ripulì le labbra con il dorso della mano malcelando la repulsione che sentiva nascergli alla bocca dello stomaco e notando l’offesa e lo stupore negli occhi della ragazza.
Non chiese scusa, non trovò il tempo;  senza rendersene conto era in macchina diretto verso la villa bianca.
Per strada vide due ragazze rincorrersi e ridere.
Una di loro era bionda.
Un sorriso si dipinse sul suo viso che,dopo troppo tempo, tornò quello gentile e dolce che lo aveva sempre reso famoso.
 
___________________  
 
 
Jinki si rese conto che Kibum stava facendo finta di leggere quando notò che ,passata un’ora da quando aveva messo gli occhiali dalla spessa montatura e aveva preso il libro in mano appallottolandosi comodamente sulla sua poltrona, era rimasto bloccato a pagina 3….evidentemente la prima pagina.
Jinki si rese conto che Kibum stava fingendo di leggere quando vide i suoi occhi sognanti vagare sul soffitto,  trovandolo per la prima volta particolarmente interessante e degno della sua totale attenzione.
Jinki si rese che Kibum stava facendo finta di leggere quando le sue orecchie sentirono per l’ennesima volta la bocca del suo onnipotente amico sbuffare irrequiete.
Per un attimo pensò di lasciare che continuasse con la sua recita mentre aspettava il ritorno del suo compagno di malinconia.
Ma fu solo un attimo e quell’idea abbandonò il suo cervello tanto velocemente quanto ci era entrata.
-Ora basta Kibum! Fai qualcosa oppure smetti di lagnarti! Le cose non cambiano mai da sole!- disse concentrando l’attenzione sul quel MAI.
-Non sarà lei a venire da te!- era stato diretto ma la sua voce suonava piena di comprensione. Anche lui c’era passato….
L’onnipotente key, che in quel momento si sentiva tutt’altro che onnipotente, guardò sconvolto l’amico domandandosi come facesse a capire sempre tutto…
-E cosa dovrei fare signor Lee Jinki, famoso dispensatore di consigli inutili?- Kibum sapeva di aver detto la bugia più stupida e falsa che potesse inventarsi,perché i consigli di Onew no erano mai inutili, si rese conto di essere stato acido e scontroso, ma,nonostante tutto, vide  Jinki ignorare completamente la sua aggressività leggendo l’affetto e la preoccupazione nella sua espressione.
-Comincia con lo smettere di negare che quella ragazza ti interessa e torna ad essere quello che ha sempre un piano per salvare la situazioni-
Si alzò flettendo i muscoli delle gambe e si diresse verso la libreria da dove tirò fuori l’unico libro che Key non aveva mai notato,glielo lanciò.
Quando vide la confusione farsi strada sul viso del ragazzo rise e glielo strappò di mano.
-Kim Kibum ecco parte della soluzione !-  proclamò solennemente sventolandoglielo orgoglioso davanti al naso.
Pronunciò questa frase sotto lo sguardo sempre più accigliato di un nervosissimo Key.
-Cazzo Key !  sono fiori ! FIORIIII! Sai cosa sono i fiori? Hanno i petali, il gambo,il….-
Il biondo tirò su la mano per zittirlo:- POLLETTO lo so cosa sono i fiori e so anche come sono fatti, quello che non so, e che gradirei che mi spiegassi, e per quale insulso motivo dovrebbero servirmi,di grazia!-
Ora quello sconvolto era Jinki che si domandava se Kibum avesse perso le facoltà mentali oltre alla tranquillità e al buon umore negli ultimi mesi:- Dimmi che non sei serio, e se lo sei, ti prego menti!-
Due occhi acidi lo incenerirono.
-okok, mettiamola così: i fiori parlano, loro parlano e noi dobbiamo solo interpretarli; ora tu scegli tre fiori il cui significato possa esprimere quello che provi poi alzi il tuo bel culetto da li, ti vesti, esci,li compri e glieli lasci davanti alla porta,capito tutto?-
 Kibum non sindacò ne stette li a domandare spiegazioni, nonostante stesse valutando la strana posizione che aveva assunto l’amico all’interno di quel discorso che,sinceramente, sembrava la scena di un drama di infima classe .Poi si riappropriò del libro e ci ficco il naso dentro improvvisamente attento.
Dopo un quarto d’ora di scrupolosa analisi si alzò e si diresse in camera sua da cui uscì cinque minuti dopo lavato e vestito.
“ Un record” pensò Onew.
Indovinando i suoi pensieri Kibum lo fulminò:- sciocco pollo, sappi che non succederà mai più che il mio corpo si accontenti di cure così frettolose!- ridacchiò e scappò.
 
Key e Minho si incontrarono sulla porta e, come accadeva da un po’, si scambiarono un’occhiata di approvazione intuendo uno i pensieri e le intenzioni dell’altro.
 
-Taemiiiiiiiiiiin!!!- Minho chiamò il maknae prolungando le “i” per fargli capire che aveva bisogno di lui, e subito per altro.
Un ragazzo alto e troppo magro saltellò sorridente giù dalle scale.
-Che vuoi Hyung?- disse con un tono ironicamente scocciato.
-Il suo numero….- sembrava un confessione,un’ammissione di colpa.
Taemin rise:- sapevo che me lo avresti chiesto,tutto questo ritardo mi stava facendo preoccupare!-
Il maknae rideva ma nel profondo provava un dolore lacerante.
Il maknae stava scrivendo al suo hyung il numero della ragazza bionda di cui decantava le doti ma che odiava con una ferocia tale da sconvolgere e stupire persino se stesso.
Il maknae in realtà era stato felice di tutta quella titubanza, aveva sperato fino all’ultimo che si accorgesse di lui.
Il maknae si fingeva contento della decisione del SUO Minho…ma avrebbe venduto l’anima al diavolo per veder scomparire quella ragazza che aveva i colori del cielo su di lei.
Il maknae girò le spalle e,strusciando i piedi, tornò con passo stanco verso la sua camera. Aveva affrontato la prova più grande…ora doveva solo nascondere le sue incertezze…
Ma nonostante tutto il dolore che stava facendo a brandelli il suo piccolo cuore, avrebbe fatto l’impossibile pur di vederlo felice…pur di godere,almeno in parte, della sua gioia… e ci avrebbe provato anche quella volta.
Sì,avrebbe fatto la cosa giusta,si sarebbe obbligato a farla….
 
Minho strinse il numero di telefono al petto e prese il cellulare nella grande mano. Poi una sensazione di incertezza stranamente fastidiosa lo oppresse e ricacciò l’aggeggio nella tasca posteriore dei pantaloni…. Doveva prima schiarirsi le idee… La sua mente era troppo confusa per elaborare qualcosa di anche semplicemente sensato e il suo cervello razionale non riusciva a trovare una motivazione valida alla confusione che gli occupava la mente.
Sbuffò…perché quando c’era bisogno di lui Jinki non c’era mai?
 
 
 
_____________________________________________________
 
 
 
 
GIULIA:
 
-Giulia!-
Il grido stanco ma eccitato di uno scricciolo saltellante risuonò nell’aria e richiamò l’attenzione di tutti quelli che stavano camminando di fianco a loro.
Nell’esatto istante in cui le due avevano varcato il portone di casa e avevano appoggiato i piedi sul marciapiede bianco e pieno di gente frettolosa, la piccola Reina si era messa al comando della “spedizione” che, come aveva capito la bionda dopo un attimo di osservazione neanche particolarmente attenta, aveva come meta il maggior numero possibile di negozi con le insegne al neon e con le vetrine che richiamava l’attenzione di ragazze col portafogli pieno della paga settimanale… Si,loro rientravano perfettamente nella categoria.
 
Guardò il ditino di quella cosetta rumorosa che puntava un bar, osservò i suoi piedini staccarsi dal suolo e i suoi capelli lunghi prendere il volo a causa del salto che aveva spiccatO.
Guardò il motivo di tutta quell’ agitazione e poi scoppiò a ridere: - Non vuoi veramente entrare in QUEL POSTO,vero??-
Reina sembrò offesa dall’appellativo che aveva generosamente regalato a quello che, ai suoi occhi in quel momento, sembrava il paradiso terrestre.
Arricciò le labbrucce in un’espressione capricciosa e poggiò le buste a terra facendole intuire che non si sarebbe mossa da li se non per entrare dentro alla caffetteria troppo rosa per i suoi gusti.
-E va bene…- rassegnata seguì Reina dentro all’inquietante testa di Hello Kitty che rappresentava l’ingresso, di opinabile gusto, del bar.
Guardò il pelo rosa che ricopriva le sedie su cui ci si aspettava che appoggiasse il sedere e non riuscì a reprimere l’espressione di disgusto che le si dipinse sul volto.
- E’ bellissimo questo posto,vero???-
-BELLISSIMO!- rispose strafottente, ma la ragazza sembrava talmente felice di stare lì che non si accorso della sua palese presa in giro.
 
 
Giulia rideva guardando il volto di Reina che, si rendeva conto solo in quel momento, era di una bellezza eterea e disarmante…così magnifica e allo stesso tempo tanto delicata da confondere le idee.
Non le riusciva proprio di biasimare il cameriere che, da dietro il bancone le lanciava rapide occhiate sognanti, così come non riusciva a provare repulsione per quelli che, per strada, la avevano scrutata attentamente così da cogliere ogni particolare della sua rara bellezza.
 
Tornò a concentrarsi sulle parole che le uscivano dalla bocca captando un preoccupante punto interrogativo  a fine di una frase…. Ora le persone normali avrebbero risposto ma lei si trovò a domandarsi se non fosse invece il caso di eludere la domanda che le aveva posto senza malizia ma che,nella sua testa macchinosa, era diventata insidiosa e fastidiosa.
-Allora?- richiamò la sua attenzione.
-No,no...NO che non mi piace Minho….- la ragazza si finse soddisfatta nonostante si fosse accorta prima di lei  che quello che le era uscito dalle labbra  rosse era irrimediabilmente una menzogna.
Già, se non le piaceva perché quando il telefono le vibrò tra le mani la speranza che fosse lui bussò dolorosamente e si face spazio prendendo a calci le pareti del suo stomaco…..e del suo cuore?
Spostò tutta la sua attenzione sul telefono vibrante e lesse il nome: Taemin… sorrise…
- Giulia  - perché sentiva un tono di fastidio e un velo di dolore in fondo alla sua voce stranamente fredda e distaccata?
-Ho bisogno che tu domani venga qui prima,diciamo alle nove…non più tardi.-
Non ebbe il tempo di rispondere che sentì il rumore della chiamata che veniva chiusa.
Colse la curiosità negli occhi di Reina: - andiamo…. Ti spiego per strada.-
 
 
____________________________
 
 
Magalì:
 
 
Era immersa in una lunga contemplazione delle spalle muscolose di Myeong da ormai più di un quarto d’ora e a questa era preceduto un altro abbondante quarto d’ora passato con gli occhi fissi sulle loro mani intrecciate.
Avrebbe dovuto sentirsi in colpa….. In fondo LO stava tradendo,era sicura che GLI stesse facendo del male…però non riusciva a percepire nessuna sensazione che non fosse assoluta beatitudine; niente repulsione,niente disagio,niente senso di colpa…. NIENTE….solo una grande pace; così grande da farla preoccupare.
Improvvisamente la schiena fasciata dalla maglietta bianca del ragazzo scomparve dalla sua visuale e sentì due mani profumate di vaniglia tapparle gli occhi, percepì il tintinnio di un mazzo di chiavi e una serratura che cedeva rumorosamente loro il passo.
I fianchi del ragazzo erano poggiati contro la sua schiena e sentì la sua voce profumata sussurrarle la direzione che doveva prendere.
Come pretendeva che,in quello stato, rimanesse lucida?
Il cuore cominciò a battere e le mani a sudare. La sua testa era piena di dubbi: non sapeva più cogliere certi segnali….
Camminarono per poco con le caviglia carezzate dall’erba fresca e bagnata e lei si beò di quella situazione imprimendo nella sua memoria tutte le sensazioni e i movimenti che le provocavano capriole nello stomaco… Si sentiva una quindicenne al primo appuntamento.
Quando le mani morbide di Myeong abbandonarono il suo viso e le sue gambe lunghe si spostarono, una fastidiosa sensazione di vuoto si impossessò di lei.
Ma durò poco perché quello che vide spinse lo stupore e la meraviglia a sovrastare tutti gli altri sentimenti.
 
Era una serra. Immersa totalmente tra gli alberi. Circolare, ospitava al centro una grande bancone di cedro e un’ insegna scritta a mano sul legno dondolava mossa dal vento sulla porta.
I fiori colorati si affacciavano dalle vetrate trasparenti e, mentre lei era intenta a dialogare silenziosamente con loro, una farfalla blu le si poggiò delicata sulla punta del naso lentigginoso.
La risata calda del ragazzo ruppe il silenzio.
-Direi che ti piace-
Non era ancora in grado di formulare un pensiero, figuriamoci un’ intera frase in una lingua che non fosse quella farfallina. Si limitò a muovere il capo su e giu.
 
 
Appallottolata su un dondolo di fianco al ragazzo lo ascoltava parlare di quanto fosse affascinato dai fiori e da quello che potevano esprimere e di come quel posto lo avesse reso una persona diversa….completa.
-Lavori qui?- in mezzo ai suoi discorsi profondi quella domanda le sembrò dannatamente banale…. Ma ormai le era scappata….
-Si- evidentemente a lui non era sembrata banale,in realtà le pareva che niente di quello che diceva gli apparisse banale,sciocco o scontato…. decisamente la sopravvalutava…..
- In realtà non potremmo stare qui…ma non mi importa-
Lo guardò sconvolta….
-Dovrebbe sai???, e si ti licenziassero? –
-Non credo che mi preoccuperebbe molto perché te lo avrei fatto vedere… quest’ idea mi basterebbe-
Non rispose… tutte queste attenzioni la disorientavano; non era più abituata a riceverne… non sapeva più cosa si provava, non riusciva più a catalogare i sentimenti da quando, un dolore che era stata troppo giovane per comprendere le aveva stravolto la vita.
Non sapeva cosa rispondere e lo lasciò col dubbio di aver detto qualcosa di troppo avventato. L’imbarazzo le colorò il viso e spostò i capelli profumati di cocco a coprirglielo.
 
 
Si era fatto buio e Myeong la stava riaccompagnando a casa, ogni tanto le loro dita si sfioravano e, immediatamente, le sue gote si infiammavano di caldo disagio che cercava di  mascherare sotto una risata o una battuta. Non sempre ci riusciva.
 
La casa era ancora buia e silenziosa, segno che il ritorno rumoroso dell’amica non era ancora avvenuto e nell’accendere la luce i suoi piedi urtarono qualcosa.
Era una mazzo di fiori. Viola e gialli catturavano la sua attenzione per la loro maestosa eleganza.
Sentì Myeong irrigidirsi al suo fianco e posò lo sguardo incuriosito su di lui.
Sconvolto riuscì a formulare la frase che gli vorticava in testa: - Sai cosa significano quei fiori?-
Magalì scosse la testa ancora confusa.
-La Giunchiglia è simbolo di desiderio, la rosa viola esprime l’incanto e la viola del pensiero significa che la persona che te li ha mandati ti pensa e desidera che lo faccia anche tu…-
 Lasciò la frase a metà come se fosse combattuto se dirle altro o meno, e lei colse un briciolo di gelosia nella sua voce profonda e calda che si era incrinata come la superficie di un vetro rotto.
Una chiave sottile, come quelle che usava da bambina per chiudere i diari segreti le scivolò tra le mani e tutto divenne più chiaro….un sorriso le stiracchiò le labbra.
Troppo eccitata non sentì il saluto dell’amico ma,per forza di inezia,sventolò la mano per salutarlo...
 
 
 
 
 
E’ finitoooo!!!! Allora che dite vi ho soddisfatto almeno in parte? =)
Se non si fosse capito,nella parte iniziale Minho sta recitando in “ To the beautiful you”.
Che dire….Avevo voglia di scrivere qualcosa di dolcioso ,MA,non è ancora ora….mi spiace…
Comunque questa voglia era causata da un eccessivo ascolto di “star” di Jay Park! Ahaha XD
Volevo chiedervi se vi avrebbe fatto piacere una foto di come  immagino io Mye o se preferite immaginarvelo voi….ditemiditemii! ^.^
Poi….il bar a forma di Hello Kitty esiste sul serio!!! Ma penso che non facciate fatica a crederci!! Ahahah XD
Vi piace l’idea dei fiori? E adesso Mag che farà??? Mye continuerà a provarci spudoratamente con lei?  E Tae? Chissà perché ha detto a Giulia di andar prima…. E chissà perché era così tristOO?? =) BAH….chi lo sa… (io!!!! *sguardo sadico*)
Ho inserito anche il leader/pollo perché mi sembrava ci potesse stare bene… voi che ne pensate? =)
E il dino dove sarà??? *.*
 
Ok…Niente…. Mi piacerebbe molto che mi diciate che ne pensate del capitolo…vi va? =)
Ringrazio tuuuuuutte quelle che recensiscono e coloro che leggono in silenzio…. Se SOMEONE stesse scrivendo qualche ff e gli andasse di farmela leggere io ne sarei ben contenta!!! ^.^
Ok….basta! ora me ne vadooooo sul serio!! alla prossimaaa!
Ps: chiedo ancora scussssaa! ù.ù ^.^
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: kushieda R