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Autore: Nicolessa    11/09/2012    2 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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3 Capitolo 3 - Torce e mostri verdi.



Dean osservò la scena con molto e improvviso interesse.
Non aveva idea di chi fosse quel tizio - anche se Ash gli aveva riassunto brevemente la sua identità - ma già avrebbe voluto cacciarlo via con svariati calci nel di dietro.
Alla risposta di Jo, Dean non si scompose ma ricevette più o meno lo sguardo di tutti i presenti in quel locale. Ellen gettò un'occhiata ai due pensando che ci fosse qualcosa sotto, Sam accennò un sorriso sapendo che la ragazza aveva sempre una risposta pronta a qualsiasi tipo di provocazione, Ash restava impassibile ad ogni loro parola ma continuava ad ascoltare e il nuovo arrivato guardava la cacciatrice ammirato, come se stesse guardando Afrodite in persona.
Dean assottigliò gli occhi scrutandolo con sospetto, tentando di trovare un qualsiasi difetto ma visto che non ne aveva all'apparenza se li inventò sul momento. 
Alla scenetta divertente - quella in cui Jo smascherava il piano della madre - Sam e Miles ridacchiarono, mentre Dean si morse il labbro inferiore guardandola salire su per le scale.
Era nervoso, molto nervoso e nemmeno sapeva il motivo. Non era per il caso, ne era certo. Sentiva le viscere contorcersi e uno strano nodo alla gola che gli bloccava il respiro. Per non parlare del battito cardiaco accelerato e la sua rabbia che ribolliva feroce come un mostro imbattibile. 
«Voi dovete essere i Winchester!» fece improvvisamente Miles, attirando l'attenzione di Sam e quella di Dean, che si fingeva indifferente al fatto che lui sapesse chi aveva di fronte. 
«Sì!» rispose Sam alzandosi dalla sedia per presentarsi come si deve. Si avvicinò al ragazzo e gli porse la manona, la quale venne stretta subito dopo «Sam.»
«Miles, è un piacere!»
«Lo è per me.» ribatté Sam accennando un sorriso cordiale.
Dean stava odiando suo fratello in quel momento.
«Sei di qui? Non ti ho mai visto da queste parti...» disse Sam.
E si aprì un lungo discorso sulla loro lunga e infelice vita da cacciatori.
Dean guardava la scena con uno sguardo fulmineo e sentiva che quel maledetto mostro verde sulla sua schiena cresceva ancora di più. 
«Dean.» la dolcezza di Ellen lo fece voltare «tutto bene, tesoro?»
«Oh...ahm...» Dean deglutì e si schiarì la voce annuendo.  «...mai stato meglio.» sorrise brevemente. 
«Sei così silenzioso...» osservò la donna posandogli una mano sulla spalla.  «Vieni, ti offro una birra!» 
E Dean seguì volentieri Ellen che andò dietro al bancone ed offrì da bere al cacciatore.

La velocità della luce invidiava l'agilità di Jo, già pronta sulla rampa delle scale con il borsone in mano stracolmo di armi.
Ecco come per lei quello fosse una normalissima borsa per uscire, con la differenza che le ragazze comuni dentro ci ficcassero cosmetici, salviette per il trucco e a volte anche spazzolini. Non invidiava quelle "tacchettine" -soprattutto quando aveva un caso tra le mani- ecco perchè spesso e volentieri le sfotteva come solo lei sapeva fare.

«Pronta cinguettò come una bambina contenta mentre posava il borsone sul bancone, accanto a Dean che sovrappensiero beveva un'altra birra.
«Ash?» disse soltanto ricevendo in risposta un cenno di OK con le dita da parte di quel ragazzo così svampito eppure così familiare: aveva fatto ciò che gli era stato detto.
Sì, nonostante Ash fosse la prima causa dell' essere sgamata dalla madre per via della sua poca -se non assente- maestria nel mentire, Jo gli voleva bene.
«Grazie!» ringraziò premurosa guardandosi attorno solo dopo.
Sam e Miles chiacchieravano nonostante il secondo mandasse occhiate alla ragazza sorridente, la madre aveva preso posizione dietro il bancone e Dean si era riappropriato della sua giacca per metterla accanto al suo nuovo posto a sedere, ben lontano dal nuovo arrivato.
E' solo un caso pensò scuotendo la testa e avvicinandosi a Dean per rivolgergli un sorrisetto.
Così, perchè le andava.

«Che brutta cera che hai, Musolungo. Sicuro di star bene? Sai, le duemila volte in cui me l'hai detto e ridetto non mi sono bastate.» esclamò sarcastica non abbandonando quel sorriso che di certo non era nato sulle sue labbra per via del nuovo caso.
In risposta un'occhiata sbieca le fece sbattere le ciglia, inclinando la testa come a volerlo analizzare. E lei che ancora ci provava a capirlo!
«Vi do 24 ore, non di più sentenziò la madre concedendosi anche lei una birra leggera e rinfrescante.
«Mamma, Duluth è relativamente lontana. Facciamo 48?» tentò di patteggiare Jo mentre ricontrollava nuovamente il contenuto del suo borsone.
«Farà la brava Ellen, ti prometto che non la lascerò troppo in libertà.» la spalleggiò inevitabilmente Miles sfoderando l'ennesimo sorriso affidabile.
Poi un borbottio che suonava quasi ironico colpì a malapena l'orecchio di Jo, facendole fare una smorfia confusa. Come se fosse stato un "Oh, non c'è pericolo" oppure un "Ho un thè ridicolo".. e Dean non era tipo da thè. 
Per questo scherzò dell'udito Jo scoppiò in una risatina silenziosa e tornò a guardare la madre, ancora immobile dietro il bancone.
«E va bene, te lo prometto anch'io.» si arrese alzando gli occhi al cielo e riprendendo il borsone tra le mani, costatandone il peso facendolo "saltellare" e creando un rumore metallico poco rassicurante.

«Allora... vuoi dirmi cosa ti preoccupa?» domandò Ellen con un dolce sorriso del quale non venne ricambiata. 
Il fatto che la donna desse così tanta fiducia ad un cacciatore di passaggio tanto da affidargli sua figlia gli dava allo stomaco e lo innervosiva di più.
Più volte aveva vietato ad entrambi i Winchester di portare Jo con loro proprio per paura che potesse succederle qualcosa. Non capiva perché si fidava molto più di un estraneo che di loro, che erano quasi di famiglia. 

Dean alzò lo sguardo verso di lei mentre nella mano stringeva la bottiglia di birra appena stappata, ma non rispose.
Se la portò fino alle labbra carnose e ne sorseggiò il contenuto, poi il monologo della "donna di casa" fu spezzato dall'improvviso tonfo che fece il borsone appena atterrato sul bancone.
Jo era affianco a lui e si era posizionata in tale modo da poterlo scrutare con attenzione, visto che aveva capito che qualcosa non quadrava in quella sua espressione visibilmente nervosa.
Nonostante questo però non le vietò un sorriso, anzi. Si girò sullo sgabello e gliene rivolse uno dei più smaglianti. 

«Cosa posso fare per attutire tutti i tuoi dubbi?» Ogni riferimento a cose/persone/momenti passati era puramente casuale.
Ovviamente si riferiva alla bella scenetta romantica che c'era stata tra di loro qualche giorno prima. Quella sarebbe potuta essere una manifestazione di perfetta salute fisica ed emotiva. Ancora una volta però Dean venne interrotto, da Ellen questa volta, che iniziò a sancire le sue solite raccomandazioni e minacce.
Dean roteò gli occhi e scosse appena la testa. 

«Oh non c'è pericolo.» borbottò tra sé quando Miles assicurò ad Ellen che l'avrebbe riportata a casa sana e salva. 
Quella situazione gli dava davvero sui nervi.
Non riusciva a concepire che un tizio spuntato dal nulla avesse così tanta fiducia da parte della ragazza e la madre, mentre lui veniva scrutato dalla testa ai piedi come se fosse un pericoloso criminale. Certo non era il quadro della persona sana di mente, anche lui era abbastanza fuori di testa e aveva un bel po' di problemi alle spalle. Ma questo faceva parte di un altro discorso.

Accusò il colpo non potendo rispondere pubblicamente ad una domanda/frecciatina come quella.
Non con sua madre presente almeno.
Di nuovo posto e momento sbagliato, nessuna novità.

La conversazione tra Sam e Miles rimase sospesa a mezz'aria quando il nuovo arrivato dagli occhi scuri rigirò la sua attenzione su uno scambio di battute in cui lui non aveva alcun ruolo. Forse anche questo lo innervosì.
Sam -con la sua acutezza spiccata- capì giusto in tempo la situazione e fece di tutto pur di attaccare bottone con Ellen, improvvisamente tramutatasi nell'investigatore di turno.

Ash invece si alzò dal suo posto per tornare in camera sua ed accendere la musica ad un volume decisamente alto, tutto dopo aver arbitrariamente deciso di riaprire il locale ai cacciatori rigirando il cartellino con la scritta "aperto" rivolta verso il vetro appena appannato dalla polvere che rendeva accogliente e riservato quel posto.
Brutta situazione per Jo. 
Sapeva di avere gli occhi addosso -come lo sapeva Dean-, sapeva di dover varcare la porta alla ricerca di qualcosa che riteneva paranormale e sapeva che quella situazione, l'intero ambaradan in cui si stava cacciando, era una follia.
«Allora, andiamo?» la incitò il ragazzo questa volta con meno dolcezza del solito, alzandosi dal suo sgabello per lasciare la mancia sul bancone «E' stato un piacere conoscerti Sam!» esclamò in saluto dandogli una pacca sulla spalla e ricevendo in cambio un socievole "anche per me" dal gigante buono ancora seduto al suo posto.
«Dean disse poi senza ripetere nuovamente la frase.. o almeno, Jo credeva fosse per quello. 
Non aveva mai visto Miles così sotto pressione o così sospettoso. 
Solo le volte in cui usciva il discorso "Dean" aggrottava la fronte come se gli stessero parlando di licantropi minacciosi.

[ «Wow, la tua mira è nettamente migliorata. Me l'hai fatta questa volta, Jo!» si complimentò Miles dopo una partita a freccette che aveva come vincitrice la ragazza bionda, contenta della sua immaginaria corona brillante.
«Ammetto che mi hanno dato una mano ma... grazie!» rivelò la ragazza a cuor leggero.
«E chi è stato quel pazzo a prendere un caso perso come te sotto la sua ala da maestro?» domandò, sicuro che la risposta comprendesse un vecchio barbuto piuttosto che un ragazzo tutt'altro che vecchio e barbuto.
Il nome di Dean le usci dalla bocca ancora prima che potesse farci caso, forse anche il tono non era dei più stabili ma credeva che quello l'avesse percepito solo la sua coscienza mentre nuotava allegramente nei ricordi.]

«Ho dimenticato la torcia.» disse dal bello al buono nonostante avesse richiuso il borsone con la torcia incriminata al suo interno «Torno subito.. tu puoi iniziare ad andare, sai quel'è la mia macchina.» disse a Miles lanciandogli le chiavi dell'unico mezzo di trasporto su cui potesse contare prima di risalire le scale inizialmente con passo lento per poi accelerare una volta lontana dalla porta del locale.
Che diavolo pensava di fare?

La presenza di Miles alle sue spalle aveva costretto il piccolo mostro verde a salirgli fino in cima all'orecchio.
«Quello lì gli ha messo gli occhi addosso!» gli sussurrò la creatura neonata ma Dean scosse la testa come per scacciare via quel pensiero, o il mostriciattolo che continuava a fargli pressione.
Non gli importava di quello che sarebbe successo tra Jo e Miles, non gli importava nulla. Nemmeno del fatto che stessero andando a caccia insieme...
«Ci dovrei essere io al suo posto!» pensò improvvisamente bloccando tutte quelle convinzioni che scorrevano lentamente nella sua mente. 
Il ragazzo lo salutò con poco entusiasmo e Dean fece altrettanto; mosse appena il capo in un cenno forzato, niente di più. 
Sottofondo si sentivano i mormorii di Ellen e Sam che continuavano a chiacchierare del più e del meno. 
«Io e Dean stiamo cercando un altro motel economico...» sentì Dean distrattamente nel silenzio, ma non percepiva sul serio quel discorso la sua mente era impegnata a pensare ad altro.
Poi Jo improvvisamente rivelò di aver dimenticato la torcia e affidò le chiavi dell'auto a Miles, che un po' dubbioso sul da farsi - forse era indeciso se aspettarla lì o uscire e farsi già strada - aggrottò la fronte spostando lo sguardo da lei a Dean.
Il cacciatore indifferente continuava a bere la sua birra e ogni tanto gettava un'occhiata al fratello minore, anche se sapeva perfettamente che qualcuno alle sue spalle gli avesse messo gli occhi addosso. 

«D'accordo! Ti aspetto fuori.» fece Miles e si voltò per avviarsi verso la porta, dalla quale poi uscì con in mano le chiavi dell'auto di Jo. 
Ora, ignaro che quella di Jo fosse una scusa, Dean non le rivolse nemmeno uno sguardo pensando che presto si sarebbe messa a cercare la sua torcia e poi sarebbe fuggita via insieme al suo principe azzurro.

Arrivò di fronte alla sua stanza ma continuò a camminare avanti e indietro per scaricare via quella tensione fastidiosa accumulatasi sulle spalle. Mentre pensava a tutto e a niente, continuando imperterrita la sua camminata ansiosa e senza senso, spalancò gli occhi inchiodandosi sul posto.
Dal piano di sotto non si faceva tanta fatica a sentire i rumori del piano superiore e quei suoi movimenti, se presi seriamente in considerazione, potevano essere davvero sospetti.

«Che diamine, sto cercando una torcia, devo pur muovermi!» rifletté scuotendo la testa per darsi mentalmente dell'idiota.
Aprì la porta della sua stanza e si mise seduta sul letto con le gambe incrociate, soffermandosi sul caos che la circondava e sulla porta malridotta a causa di tutte le botte prese e di tutti i coltelli che aveva accolto non proprio a braccia aperte sulla facciata interna.
«Ma che diavolo..» mormorò strofinandosi la faccia con un che di stanco che fino a quel momento era rimasto nascosto dal sorriso splendente che indossava come una maglia.
Ecco, adesso c'era troppo silenzio. 
Sì, stava diventando paranoica.
Si alzò quindi dal letto ed iniziò ad aprire cassetti alla rinfusa, a richiuderli sonoramente ed a camminare per la stanza senza una meta precisa visto che torcia era già nel suo borsone.
Sperava solo che nessun'altro se ne accorgesse, in particolar modo Miles, che avrebbe potuto analizzare quella sua falsa dimenticanza come.. come qualcosa di sbagliato che l'avrebbe fatto arrabbiare.. e Jo riusciva a malapena a sopportarne uno di Musolungo.

Quando ritenne abbastanza credibile il tempo impiegato per la ricerca fantasma si affacciò dalla finestra, notando Miles occupare la fiancata destra della sua macchina. 
Solo Dio sapeva quanto si sentisse in colpa. Per cosa? Oh beh, non riusciva a decifrarlo bene, il cervello non le dava tutte queste informazioni e forse non lo faceva perchè non era di sua competenza, non era a lui che Jo doveva rivolgersi per chiarire i suoi dubbi... a proposito di dubbi.
Quando scese le scale con che di sconfitto in faccia e la madre le fece notare di non aver niente tra le mani -anche dopo la sua ricerca caotica che evidentemente aveva percepito- la ragazza bionda rispose semplicemente con una scrollata di spalle riprendendo per l'ennesima volta il borsone fortunatamente sigillato tra le mani.
«Ne compreremo una lungo la strada. Ho 48 ore, non posso sprecarle.» decise di mentire poi, salutando la madre con un sorrisetto, non notando minimamente il suo sguardo indagatore. «Salutatemi Ash quando o se uscirà mai da lì dentro.» temporeggiò indicando la porta con un cenno della testa.
Era strano.
Solitamente spettava a Dean il compito di salutare, di dire il solito "ci vediamo presto" anche quando il "presto" era variabile da settimane a mesi. Forse per questo le sembrava tutto strano. 

Questa volta era lei ad andare via e a non rimanere, così come aveva accennato in una vecchia conversazione.
«Ci.. vediamo presto. Spero che riusciate a trovare una soluzione a quel caso.» disse sincera appena fuori dalla porta, sentendo i passi di Miles venirle in contro per darle una mano con il borsone.

«Sì, ed è così che siamo arrivati fin qui...» concluse Sam dopo una lunga conversazione con Ellen che sembrava piuttosto interessata al racconto del ragazzo.
Dean li ascoltava in modo distratto, mentre guardava il fondo della bottiglia da sopra il foro tondo di essa.

«Potrei ospitarvi per qualche giorno.» propose Ellen accennando un mezzo sorriso verso il minore dei Winchester, che ragionevole prima di prendere una decisione si rivolse al fratello. 
«Non lo so. Tu cosa ne pensi, Dean?»
Quest'ultimo con uno sguardo decisamente confuso si voltò a guardarli. 
«Cosa?»
«Dean, tutto bene?» domandò Sam aggrottando la fronte.
Chissà perché ma aveva un'aria vagamente preoccupata.
Prima che il ragazzo potesse rispondere alla domanda si udirono dei rumori dal piano di sopra - oltre all'assordante musica hard rock a tutto volume, proveniente dalla stanza di Ash - che attirarono l'attenzione di tutti e tre i presenti. Per qualche secondo stettero in silenzio con gli occhi fissi sul soffitto, quando i rumori (molto simili a passi militari) cessarono tornarono a guardarsi. 

«Dean...»
«Sto bene, Sammy.» lo interruppe subito prima che potesse rifargli la domanda.  «Sono solo un po' stanco.»
«Una ragione in più per restare, no?» Ellen sorrise ad entrambi, diede le spalle ai due ragazzi e iniziò a dedicarsi alle pulizie dietro al bancone. 
Sam scalò di qualche sgabello fino ad arrivare a sedersi accanto a Dean, per un po' restò in silenzio ad osservarlo anche se lui evitava di incrociare gli occhi verde scuro di lui. 
«Dean?»
«Sam.» sospirò Dean.  «Per l'ennesima volta, sto bene.» 
«D'accordo.. ribatté l'altro poco convinto.  «D'accordo.» Ci fu una pausa di silenzio.  «Che ne pensi dell'offerta di Ellen?»
«Non mi sembra affatto una buona idea.» osservò il maggiore dei Winchester.  «Sarà meglio cercare un motel, così non dovremo ringraziare nessuno.» mormorò. 
Non ne era sicuro, ma aveva come l'impressione che la donna stesse origliando.
Poi entrò in scena Jo, a mani vuote.
Istintivamente posò lo sguardo sul suo borsone, che subito dopo fu ritratto dalle braccia esili della ragazza. Dean la seguì con lo sguardo fino all'uscita e come saluto accennò un lieve sorriso forzato, tornando poi a bere la sua birra. 

«Allora? Avete deciso?» domandò Ellen come se non sapesse già la risposta alla sua proposta mentre puliva un bicchiere di vetro con uno straccio umido. 
«Ahm... sì, senza offesa Ellen, ma... cercheremo altrove.»
«Ma...» la donna boccheggiò «...qui siete i benvenuti.»
«Credo che un po' tutti qui siano "benvenuti", anche gli estrani sui quali si conta molto di più rispetto alla propria famiglia.» rispose Dean ironico abbozzando un mezzo sorriso da stronzo.
Prese nervosamente il portafogli dalla tasca del giaccone ed estrasse la mancia per l'ordinazione. 

Ellen esterrefatta dal suo comportamento - proprio come Sam che lo fissava a bocca aperta - scosse la testa. 
«Offre la casa...» mormorò in tono offeso rifiutandosi di prendere i soldi del ragazzo.
Lui la guardò per qualche secondo poi lasciò il tutto sul bancone e si affrettò ad uscire da quel locale.
Sam frettolosamente lo inseguì ancora con quell'espressione scioccata sul viso. 

«Si può sapere cosa ti è preso?!»
«Sali in macchina!» abbaiò il maggiore che si era già messo alla guida dell'Impala. 
«Dove andiamo?»
«A Duluth.»


------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Se devo essere sincera mi è dispiaciuto un po' per Ellen, poverina.
Dean è stato uno pseudo-stronzo a risponderle così ma teoricamente aveva ragione.
Nonostante l'avesse anche Ellen. Wow, è tutto un bordello qui! O__O
Ok, va bene. Almeno in questo capitolo abbiamo una meta!
Ci vediamo a Duluth, cari! :D
  
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