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Autore: Thewarblers    11/09/2012    4 recensioni
Una storia d'amore ambientata nel 1940 raccontata attraverso un diario. Un diario che viene trovato 72 anni dopo da Hannah, la quale rivivrà i segreti e i baci di Kurt e Blaine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lima, Ohio. 28 Ottobre 1940
 
Spesso gli uomini si domandano cosa voglia dire essere felici. E non sempre hanno una risposta, anche se essa è sotto i loro occhi. E quando finalmente si accorgono di averla allora si spaventano, perché basta loro un piccolo gesto, una parola, una situazione sbagliata e la felicità scompare, lasciando posto alla tristezza e, a volte, alla rabbia. Ma per me la felicità è sempre presente. Anche sotto ai più cupi dei sentimenti non se ne va mai. E basta esattamente un piccolo gesto, una parola, una situazione sbagliata a farla emergere. Ed’è così che mi sento. Felice. Sapere finalmente il suo nome ha reso le mie giornate più vive. Sembrerà una cosa stupida, inutile, ma per me significa molto. Perché adesso la mia felicità non ha solo un volto, una voce e un corpo, ha anche un nome. Kurt. Ed’è il nome più giusto che abbia mai avuto il piacere di apprendere. Ma nonostante le cose adesso, per me, sembrino più semplici c’è sempre qualcosa che le rende più difficili. Ed’è proprio Kurt ad essere il fulcro dei problemi. Perché non posso. Non posso dire a nessuno che il mio cuore batte per lui. Non posso dire al mondo che sono attratto in modo incontenibile verso un ragazzo. Non oso immaginare cosa accadrebbe. Ed’è una cosa che mi fa infuriare molto. Ma nonostante tutto riesco a trovare in questo buio che mi sto portando dietro uno sprazzo di luce, ed’è esattamente Kurt ad esserla. La mia luce.
 
Oggi è stata una giornata decisamente.. noiosa. Il mio professore privato, Frate Gregory, ha promosso un nuovo metodo di studio, approvato solo da lui e dalla dottrina chiusa di mio padre. Non mi fa più aprire i libri di letteratura, accuratamente nascosti sotto al mio letto, ma passa le ore a farmi leggere la Bibbia con dovizia e costanza. Lodandone i contenuti come se fosse solo quella l’unica fonte di informazione che debbo ricevere. Non lo sopporto. Mi sento soffocare da tutti questi insegnamenti bigotti e medievali. L’unica cosa che condivido è il messaggio di amore e lealtà che Gesù insegna agli uomini. Vivere in pace con se stessi porta inevitabilmente a un approccio sereno con gli altri, che bisogno c’è di pecca minare il resto? Se una passione è troppo travolgente da attenuare, o da contenere (come nel mio caso) è necessario proprio designarla come abominio? L’amore è così difficile da trovare, perché giudicare chi lo fa come preferisce?
Inoltre sono un po’ preoccupato del fatto che il medico non fa altro che andare e venire da casa nostra. Sta ore rinchiuso con i miei genitori e poi se ne va, senza salutare, senza una spiegazione, senza un perché. Ma non sono affari miei, come più di una volta mi è stato precisato alle mie insistenti domande.
 
 
Lima, Ohio. 29 Ottobre 1940
 
Certo che l’Autunno è proprio un periodo triste. L’estate sfuma di tutti i suoi colori allegri per tramutare nei più tristi dei colori: il marrone degli alberi spogli e il verde morto delle foglie che cadono. Almeno l’Inverno ha il candido colore delle neve, l’allegria frizzantina che precede il Natale e i sorrisi placidi delle persone dinanzi al focolare. Invece l’Autunno è solitudine, il vento spazza via anche il più bello dei fiori, lasciando a lui la forza e la volontà di rinascere. Ma nonostante tutto è il miglior momento per comporre, per fare musica. Questa mancanza di.. non so.. calore, si riversa nelle note permettendo di scaldarsi con il suono soave del piano. Per questo mister Shuster è più motivato e anche più stressante. Mi incita ad andare oltre ciò che ci sta fuori dalle finestre per trovare dentro di me il vero Autunno. Quello fatto di foglie che danzano, invece di crollare al suolo. Di venti impetuosi, come archi sui violini. Di pelle come il nevischio che verrà, di occhi azzurri come il cielo che sarà coperto dalla pioggia, di labbra rosse come le fragole più ambite. Di bellezza e perfezione. Di Kurt.
 
Ho suonato veramente tanto. Ci ho messo passione, cose non dette e segreti. E devo dire che il professor Shue lo ha apprezzato molto. Mi ha anche detto di presentarmi domani a casa sua, per delle lezioni extra di canto. Non sarò da solo, ma con qualcuno che non conosco. E se mi trovo bene, sono il benvenuto. L’ho trovato molto strano come invito, dato che ha sempre sostenuto che la mia voce calda e profonda poco si accosta con le altre. Ma vedremo, mi fido di quell’uomo. E’ molto saggio.
 
 
Ad Hannah tremavano le mani. I sentimenti di questo ragazzo erano come una cascata. Affascinante, incantevole. Pericolosa. C’era un’innocenza così pura nelle parole che usava, che avrebbe sconvolto chiunque. Non si era mai sentita così inerme e quasi egoista in vita sua. Quel ragazzo apprezzava la semplicità, e questa cosa la spaventava. Perché lei era sempre alla ricerca delle cose più sofisticate e maestose, non si accontentava mai e voleva sempre di più. Ancora non lo sapeva ma Blaine gli stava insegnando ad apprezzare anche la più insignificante goccia di pioggia.

  
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