Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: DarkRozan    12/09/2012    2 recensioni
ATTENZIONE contiene riferimenti e spoiler su Lost Canvas
Si desta una nuova minaccia per Atena ed il mondo intero, e i cavalieri d'oro sono chiamati a rispondere a nuovi nemici. Ma uno di loro, Milo di Scorpio, dovrà fare i conti col suo passato e dalle sue decisioni dipenderà il destino del mondo.
Prima fanfic che scrivo, spero vi piaccia
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scorpion Milo, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
shadir Shadir osservava meravigliato il paesaggio sottostante. Si trovava a Capri, nella bella Italia, nella famosa piazzetta in cima all'isola. Da quella posizione elevata poteva avere una visione perfetta e mozzafiato di tutti i dintorni, dalla fitta vegetazione ai giganteschi frastaglioni vicino al porto. Scendeva già la sera, il sole era sul punto di tramontare, ma nonostante l'ora tarda non era l'unico in quel luogo.
 Molti turisti stavano ancora visitando l'isola, uomini semplici, famiglie felici.
Con la coda dell'occhio Shadir intravide una coppietta di circa trent'anni, abbracciata e sorridente, che teneva d'occhio 2 piccoli bambini biondi, che correvano a più non posso nella piazzetta.
Giocavano e ridevano...insieme, come fratelli.
Distolse lo sguardo e tornò a fissare l'orizzonte.
Sperava in cuor suo che qualcuno al Grande Tempio avesse trovato la traccia di Cosmo che si lasciava dietro, sperava che qualcuno arrivasse.
< Sempre solitario, vero Carestia?> chiese la voce tagliente di Morte sbucando dal nulla.
Shadir non lo degnò neanche di uno sguardo e rimase dov'era.
Il cavaliere lo squadrò per qualche istante
< Non hai niente di meglio da fare che stare a fissarmi, Morte?>
Quello rise sadico e facendo finta di non aver sentito parlò
< Il nostro ospite si è svegliato dal sonno, è per riconoscenza ha mandato all'altro mondo due guardie.> Shadir si voltò per fissarlo negli occhi, due pozzi neri di malvagità, su un volto pallido come la luna e pochi capelli umidi e sudici, di un color verde scuro.
La sua presenza lo aveva sempre disgustato, per il suo modo selvaggio di combattere a discapito di tutto e tutti, e per il suo aspetto lugubre.
< Credi che possa importarmi? Non sono uno di voi, cerca di non dimenticarlo>
< Ohhh, non preoccuparti> disse avvicinandosi < So benissimo che non sei, e non sarai mai uno di noi...ma finchè farai quello che ti ordiniamo, quando te lo ordiniamo, continuerò a sorvolare su questo particolare>
Dunque si mise contro un palo e prese a fissare la gente del luogo, ed il suo sguardo si posò sui due bambini che continuavano a giocare indsiturbati. Un sorrisetto tutt'altro che rassicurante comparve sulle sue labbra e Shadir sentì una stretta al cuore
< Non è buffo? Questi uomini sono tanto deboli, basta un capriccio del destino per portarli via. Sono secoli che li osservo e che prendo le loro anime, ma non riesco ancora a capire perchè debbano esistere. I deboli non hanno diritto di vivere. Sono soltanto burattini nelle nostre mani, basta un gesto della mano> disse allungando il braccio verso i piccoli < Per farli cadere nel tetro limbo della Morte>
Il suo "gesto" venne prontamente anticipato da Shadir, che repentino bloccò la mano di Morte
< Non finchè ci sarò io, chiaro?>
 Morte fissò per qualche secondo con astio Carestia, quante volte aveva sognato di ucciderlo, di prendersi la sua anima...ma i piani erano ben diversi. Per il momento poteva aspettare. La sua faccia si trasfigurò in una folle risata, sghignazzante come un pazzo. Dopo essersi calmato rispose divertito < Non fare tanto il duro con me, non ti conviene.> dunque si incamminò verso la città. Shadir attese qualche secondo, lanciò un ultimo sguardo ai bambini e senza proferire parola seguì il Cavaliere dell'Apocalisse.


Milo, Camus, Kanon ed Andur sbarcarono a Capri vestiti da turisti, con le rispettive armature nei forzieri in spalla con l'ultimo traghetto.
Avevano lasciatto Atene quella mattina, ed dopo aver viaggiato fino a Napoli avevano deciso di confondersi con la folla.
Per fortuna avevano trovato un negozietto vicino al porto da cui partivano le navi dirette all'isola e il propietario era stato ben felice di rifornirli di abiti e zaini.
Si ritrovarono in una piazzetta che dava su due direzioni, in salita o in piano.
Kanon ed Andur optarono per la seconda, mentre Milo e Camus presero l'altra
< Incontriamoci quì entro 2 ore> aveva stabilito il Cavaliere di Gemini e tutti avevano concordato.
Si separarono, ed iniziò la caccia.


Dhoko e Shion non erano mai saliti sul Monte Olimpo ed erano molto nervosi. Avevano lasciato Atene ed erano letteralmente volati sull'Olimpo grazie al Dio Ermes, che li aveva accompagnati fino all'entrata del Regno degli Dei su diretta richiesta di Zeus.
Ora stavano fermi di fronte a degli immensi cancelli di luce. Ermes fece qualche passo in avanti e i cancelli si aprirono.
Il Dio salutò educatamente Atena e sparì.
< Non ci rsta che incamminarci> osservò Dhoko
Il trio prese a camminare, oltre i cancelli si stendeva una grande scalinata in marmo bianco adornata da decorazioni dorate.
Ai lati invece stavano le 12 statue degli Olimpici, scolpite in una pietra levigata di color bianco luce. Alcune erano ben riconoscibili.
Ares aveva in mano una Spada ed era circondato dai suoi cani da battaglia, Efesto con in mano un martello da fabbro e Dionisio con un grappolo d'uva.
Alla fine della scalinata stavano le figure dei tre sommi Dei, Ade con un elmo in capo, Poseidone con il suo tridente e Zeus con la folgore nella mano destra. Queste ultime superavano le altre statue in grandezza e possenza, erano alte circa il doppio delle altre.
Erano dei lavori magnifici.
Improvvisamente qualcosa allarmò i sensi di Libra, avvertiva una presenza nelle vicinanze...non il cosmo di un Dio, ma comunque molto potente, un Cosmo...familiare.
< Cosa siete venuti a fare qui?>
Tutti e tre si voltarono e notarono, vicino alle statue, un Cavaliere vestito di una grande armatura rossa a chiazze nere.
Il suo elmo ricordava le fauci di un leone, e su tutto il corpo erano disseminati spuntoni o pezzi di pelli dell'animale.
Dhoko e Shion si guardarono per un istante, poi inchinandosi leggermente risposero.
< Siamo quì venuti per avere un colloquio con Zeus. La Dea Atena, che noi scortiamo, deve parlargli urgentemente>
Il Cavaliere non mostrò alcun segno di sorpresa alle loro parole, ma si limitò a dire < Vi stavamo aspettando. Seguitemi> e senza aggiungere altro si voltò e prese a camminare dandogli le spalle.
I tre lo seguirono, stando però ad una certa distanza. Dhoko cercò lo sguardo di Shion e quello annuì, anche lui aveva già sentito quel Cosmo.
Ma nessuno dei due riusciva a capire a chi appartenesse.
Camminarono per qualche minuto percorrendo altri due scaloni simili al primo, ma privi di statue, e la loro guida procedeva a passo spedito.
< Voi siete i Cavalieri della Bilancia e dell'Ariete, giusto?> chiese inaspettatamente il Cavaliere senza accennare a voltarsi o a fermarsi.
< Sì, ci conosci?> chiese Dhoko incuriosito
Quello si limitò a fare spallucce < La vostra fama vi precede Cavalieri. Persino sull'Olimpo è raro non avere notizie delle vostre imprese>
< Non credevamo certo di essere famosi>
< Non celate le vostre glorie, proprio voi due che siete sopravvissuti a ben due Guerre Sacre. Giust'appunto, potrei farvi una domanda Cavaliere di Libra? Chi è stato l'avversario più potente contro cui ti sia scontrato?>
La domanda sorprese non poco Dhoko che, cercando di non scomporsi troppo, rispose
< In tutto l'esercito di Ade vi erano guerrieri straordinari, contro cui lottai allo streguo delle mie forze. 
Ancora oggi non posso dimenticare Queen di Alrune, Gordon del Minotauro e Shifield di Basilisk. Ma ad essere sinceri l'unico uomo che io abbia mai temuto veramente fu Kagaho di Bennu.>
< Interessante, avrei voluto conoscere simili guerrieri. Ma non prolunghiamoci troppo, siamo arrivati> disse accompagnandoli alla fine dell'ennesimo scalone, alla fine del quale trovarono 12 troni in avorio riccamente decorati, tre dei quali al centro della sala, nettamente più grandi degli altri. Su quello di mezzo stava un uomo dalla folta barba bianca e capelli argentei, un viso da uomo maturo vestito di una grande tunica candida che cadeva fino ai piedi scalzi.
Zeus si alzò < Ti ringrazio molto di aver portato quì i miei ospiti, ora vai a chiamare gli altri Guardiani>
Il Cavaliere rosso si inchinò e li lasciò soli al cospetto del Dio.


Kanon ed Andur camminavano già da un'ora, e fino a quel momento non avevano trovato niente di interessante. Percorrendo strade su strade cercavano una traccia di potere da seguire, ma non ne avevano ancora trovata.
Andur continuava a guardare con la coda dell'occhio dietro di se < Kanon, sbaglio o quel gruppetto ci sta seguendo? Li sto tenendo d'occhio da un bel pezzo ormai>
Infatti a circa quindici metri di distanza stavano cinque o sei uomini vestiti di abiti scuri che percorrevano ogni strada che imboccavano
< Lo credo anche io. Il travestimento alla fine non è servito a molto>
< Non possiamo ingaggiare battaglia adesso, potremmo uccidere qualche innocente>
< Già, e non possiamo neanche andare in un luogo più isolato, ci noterebbero subito>
< Dunque cosa facciamo?>
Kanon sorrise malizioso e dopo aver dato una pacca rassicuratrice sulla spalla del compagno disse < Lascia fare a me>
Ma sotto il suo sorriso si celava una strana inquietudine, poichè proprio in quel momento aveva sentito un Cosmo espandersi, un Cosmo a lui familiare.


< Lo hai sentito anche tu?>
Camus annuì. Pochi secondi prima avevano avvertito una potente energia ergersi a pochi metri di distanza. I due continuarono e girando un vicolo videro due uomini attaccati all'entrata di una casa. La strada era parzialmente illuminata dai candidi raggi lunari e lasciava parecchie zone d'ombra.
Milo avanzò mentre Canìmus rimase nell'oscurità, pronto ad intervenire in caso di pericolo.
Lo scorpione cercò di assumere un'aria sbandata e si avvicinò ai due.
< Scusatemi? Sapete dirmi da quale parte è il porto?>
< Prima volta a Capri, vero? Devi seguire la strada, poi svoltato l'ang..> l'uomo si interruppe bruscamente, allarmato, osservandolo meglio
< Come diavolo hai fatto a scappare?>
< Scappare?> chiese sbalordito Milo prima di vedere i due malcapitati investitida una Diamond Dust.
Camus raggiunse il compagno e, dopo aver nascosto i corpi, entrarono in quello che sembrava più l'ingresso di una Miniera, visto che la strada era scavata nella roccia e scendeva verso le viscere dell'isola.
Era piuttosto buio ed umido, l'uinica fonte di calore o luce era qualche lume sui muri.
Proseguirono per qualche minuti in quell'ambiente angusto e sinistro. Poi di nuovo quel Cosmo. Non era Shadir, di questo erano certi...ma quella sensazione di familiarità non abbandonava minimamente i due Cavalieri.
Finalmente una luce si intravide alla fine del tunnel.
Previdenti come sempre entrambi si nascosero nelle tenebre e sbirciarono all'interno della camera.
Non era molto grande, di circa sei metri ed alta quattro, e c'erano cinque uomini che indossavano armature nere.
Camus richiamò l'attenzione di Milo verso la fine della sala dove si intravedeva un secondo corridoio.
< Me la sbrigo io quì, tu vai avanti> bisbigliò al compagno e quello annuì.
Milo si preparò e al segnale di Camus prese a correre verso la fine della stanza circondato da una Aurora Execution del cavaliere dell'Acquario, inboccò il corridoio e sparì lasciando Camus a combattere.
Non era molto diverso dal primo, salvo il fatto che era molto meno umido, e Milo lo percorse in cinque minuti buoni prima di arrivare ad una porta, dietro la quale avvertiva quel Cosmo ribelle che aveva percepito fin da subito.
Quando entrò venne accolto da un lampo di luce rossa che per poco non lo colpì in testa. Svelto e agile Milo rotolò di lato nascondendosi nel buio, acquattato contro una parete. Il buio era fittissimo, non riusciva a vedere ad un palmo dal suo naso, ma sentiva che qualcuno era lì con lui nascosto in quelle stesse ombre nella quali lo scorpione dorato trovava riparo.
Si sforzò di non muoversi e mantenere la calma, nonostante il suo cuore battesse all'impazzata, l'adrenalina che si liberava nel corpo, i muscoli tesi pronti a colpire. Il suo piede urtò qualcosa e nonostante fosse al buio non potè non riconoscere il corpo di un uomo. Il suo cadavere.
Dopo qualche secondo si udì una voce nell'oscurità.
< Avevo appena finito di occuparmi di queste stupide guardie. Mi hai sconvolto i piani per la fuga.Chi sei? cosa vuoi da me?> urlò qualcuno.
Senza pensarci troppo Milo richiamò a se la sua armatura, ma questa non gli rispose e rimase ferma nel suo forziere dorato
" Che diavolo succede?" 
Milo prese un bel respiro e cercando di non mostrare il suo panico rispose a tono
< Chiunque tu sia, non sono quì per farti del male, esci allo scoperto e non ti farò nulla>
Avvertì l'aggressività crescere nel Cosmo dello sconosciuto
< Io uscire allo scoperto? Non sono mica stupido. Quali garanzie ho che non tenterai di uccidermi?> si udì qualche passo, poi una luce in mezzo alla sala si accese < Mostrami il tuo volto per primo, ed anche io mi mostrerò>
< Ti do la mia parola di Cavaliere di Atena che non ti farò alcun male> cercò di convincerlo Milo, dato che la parola di un Cavaliere ricade sul suo onore.
Il Cosmo dello sconosciuto si placò leggermente < Cavaliere di Atena? Mostrami il tuo volto e dimmi chi sei> insistette la voce.
Milo si alzò, fece qualche passo avavnti verso la luce, quando fu abbastanza vicino gettò lo scrigno con l'armatura a terra ed illuminato proclamò a gran voce
< Sono Milo dello Scorpione, Custode dell'Ottava Casa dello Zodiaco, cavaliere d'Oro di Atena> La sua voce rimbombò nella sala per qualche secondo, poi si perse nelle tenebre. Milo attese, senza protezioni, di una risposta da parte dello sconosciuto.
Quello che sentì non fu un nome di rimando ma una grande risata, quasi folle, che avvolse tutta la stanza.
A fatica lo sconosciuto riprese < Haha, quando si dice la coincidenza, hahaha>
< CHI SEI!?> urlò fuori di se Milo prima di vedere uscire dalle ombre un uomo dai lunghi capelli purpurei, gli occhi azzurri e freddi, con un gran sorriso stampato in volto. Non indossava nulla se non una tunica bianca sgualcita. Sulla sua mano un unghia scarlatta.
Finalmente rispose < Cardia di Scorpio, chi altri?>



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: DarkRozan