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Autore: BogartBacall    12/09/2012    10 recensioni
Alto, con i capelli rosso fuoco, le lentiggini e gli occhi azzurri, Athena non poté fare a meno di pensare che fosse davvero un bel ragazzo, nonostante la vistosa fasciatura che gli copriva l'orecchio sinistro. Subito la mente corse a pochi minuti prima e al calore del suo abbraccio, facendola avvampare.
Fu riportata alla realtà da una voce che la chiamava.
“Ehi, Athena” si voltò e lo vide a qualche metro da lei. Le sorrise e le lanciò il mazzo di rose e tulipani che aveva ancora fra le mani “Benvenuta a Diagon Alley!”
[Versione rieditata e corretta]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Vedi alla voce: Amore'
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Epilogo

Erano passati ormai due mesi dalla partenza di Athena e George cercava di rimettere insieme i pezzi della sua vita.
Gli mancava. Athena gli mancava tremendamente e ogni giorno che passava era sempre peggio. Era terrorizzato all'idea di poterla dimenticare, così ripensava continuamente a tutti i momenti vissuti insieme, finendo inevitabilmente per essere depresso per gran parte del tempo.
Fortunatamente Ron gli dava una mano col negozio, altrimenti sarebbe caduto anche in disgrazia economica.
D'altra parte, ormai più nulla lo interessava davvero. Tutto quel che faceva lo faceva per abitudine o per dovere, senza provare alcun divertimento. Senza Athena, niente sembrava più avere un senso.

Dopo il loro mancato incontro alla stazione, George le aveva inviato un paio di gufi. Niente di che, non voleva sembrarle patetico, giusto poche righe per sapere come stava e per raccontarle le ultime novità. Ma da parte della ragazza non c'era stata alcuna risposta.
Aveva anche pensato di mollare tutto e andarla a cercare in Francia, ma vista la totale assenza di reazioni alle lettere, aveva desistito. Athena aveva deciso di chiudere per sempre con lui e a lui non rimaneva che rispettare la sua scelta.
Di certo non poteva biasimarla. Nel corso della loro storia non si era comportato esattamente come il principe della correttezza. Prima aveva fatto l'amore con lei ed era fuggito. Poi le aveva scaricato addosso la sua gelosia nei confronti di Malfoy. Ancora, si era fatto beccare in compagnia della sua disinibita e odiata cugina assai poco vestita. L'aveva obliviata a tradimento. Per ultimo, le aveva negato di sentirsi dire quanto l'amava. Effettivamente, fosse stato in Athena, ce l'avrebbe avuta un po' con lui.

“Hey fratello” Ron lo distolse dalle sue elucubrazioni “Io sto andando. Ci pensi tu a chiudere?”
“Sì... Io mi fermo un altro po'” gli rispose, stiracchiandosi.
“A domani”
“Domani è domenica” replicò George.
“Lo so... Non vieni a pranzo da mamma?”
“Non penso...”
“Ok... A lunedì, allora” si congedò Ron “Ah, George”
“Che c'è?” chiese con tono stanco.
“Non pensarci troppo, ok?”
George intravide l'imbarazzo sul volto del fratello e abbozzò un sorriso “Se fosse così semplice, Ron, avrei già risolto la metà dei miei problemi”
Il ragazzo gli sorrise e se ne andò. George aspettò di sentire la porta del negozio chiudersi e aprì il cassetto della scrivania. Ne estrasse una grossa busta bianca, con le sue iniziali sopra. L'aprì e ne estrasse il contenuto.
Quella missiva gli era arrivata circa tre giorni dopo il ballo ad Hogwarts. Conteneva solo una foto. Nessuna lettera, nessuna spiegazione, nessun segno di riconoscimento del mittente. Solo una foto, una meravigliosa foto di lui e Athena al ballo, mentre ballavano tanto stretti da togliersi il fiato per poi culminare in un bacio. Quel bacio e tutto quello che ne era conseguito erano per George un pensiero fisso.
D'improvviso appoggiò deciso la foto sul tavolo, accarezzò col dito il viso di Athena e la ripose nella busta, dentro al cassetto.
Doveva stare con lei e per farlo conosceva un solo modo.

Il villino ricoperto di rampicanti era abbandonato a se stesso ormai da qualche mese. Da che lui e Athena erano stati aggrediti e aveva deciso di obliviarla, non era più riuscito a tornarci. Tutto, in quella casa, gli ricordava lei. Ed era proprio per questo motivo che ora si trovava lì. Aveva bisogno di lei, di stare con lei, di sentirla vicina.
Percorse rapidamente il vialetto d'ingresso, guardandosi attorno. Le sterpaglie e gli gnomi  avevano ormai infestato il giardino che lui stesso aveva amorevolmente curato, su indicazione di Athena. Pensò che se ne sarebbe occupato più tardi ed entrò.
Era successo sin dalla prima volta che ci aveva messo piede: appena entrato in casa, tutto si era animato. Le pareti bianche e spoglie si erano riempite di colore e fotografie, nelle stanze vuote erano comparsi i mobili, al silenzio spettrale si erano sostituite le grida festanti dei bambini, i loro bambini, che gli correvano incontro, aggrappandosi alle sue gambe, per accoglierlo al ritorno dal lavoro, per poi correre fuori a giocare. Si voltò verso la cucina, dove sapeva che avrebbe trovato lei. Lei che nelle sue fantasie stava vicino al forno, intenta a preparare meringhe per i bambini e non si accorgeva della sua presenza. Lei che indossava un abito blu, arricciato sotto il seno, che scendeva largo sui fianchi, ma non tanto da nascondere la sua pancia di gravida. Lei che aveva qualche anno in più, ma che era comunque bellissima, come solo una donna incinta sa essere.
Invece...
In cucina non c'era nessuno, ma intravide con la coda dell'occhio qualcuno nel salotto.
Più giovane, rispetto alle sue consuete fantasie. Bella come nemmeno lui si ricordava che fosse, con i suoi jeans e la maglietta nera, lo sguardo perso oltre la finestra e la mano sul pancino appena accennato.
Fece qualche passo verso di lei, che si voltò.
Gli sorrise e si avvicinò, lentamente.
George iniziò ad accarezzarle il volto, scostandole dal viso le ciocche di capelli che erano sfuggite alla sua coda alta.
Era così reale. Pensò di essere arrivato al capolinea. Basta. Fine. Chiuso. George Weasley è definitivamente impazzito per amore. Un conto è immaginarsi il suo futuro con la donna che amava. Un conto è credere di riuscire a toccarla. Poi... Poi, però, Athena fece qualcosa che convinse definitivamente George che non era solo frutto della sua immaginazione. Athena parlò.
“Speravo di trovarti qui...” iniziò “Mi sono detta: se anche lui torna alla nostra casa proprio oggi, è un segno del destino”
George continuò ad accarezzarla, senza aprire bocca.
“Non sapevo cosa fare, George. Quando sono partita Draco mi ha detto qualcosa circa 'un altro valido motivo per non sposarci'. Al momento non ho capito. Poi, lungo il viaggio di ritorno, ho messo insieme un po' di cose e ho capito... Nausea, seno gonfio, lacrima facile,... Sono arrivata a casa terrorizzata. Non avevo idea di cosa fare, da dove cominciare. Come dirlo ai nonni? Ma soprattutto, dirlo a te?”
“Ho pensato che potevo anche farcela da sola, come c'era riuscita mia madre. Ma poi ho riflettuto. Remus, mio padre, avrebbe voluto sapere di me. Io avrei voluto sapere di lui. Avrei voluto conoscerlo”
“Mi sono detta. Vado e glielo dico. Non gli chiedo nulla, ognuno farà la sua vita, ma lui deve sapere di questo bambino. Poi tu mi hai inviato quelle lettere. Lo so, mi hai detto che non mi ami, ma ho pensato che se mi scrivevi poteva significare che provavi ancora qualcosa per me, no?” chiese, speranzosa “Anche se ora mi sento molto ridicola ad averlo pensato. É solo che...”
George le appoggiò l'indice sulle labbra, ricevendo in risposta uno sguardo interrogativo. Guardò Athena, la sua Athena con sguardo preoccupato e disse “Non ti ho mai detto che non ti amavo”
“Sì, invece!” ribatté decisa lei “Tu..:”
“Io ti ho detto che non potevo dirti che ti amavo. Perché ero convinto fossi fuggita dal matrimonio per causa mia. E non volevo che rischiassi la tua vita per me. Non valgo tanto, Athena. Di certo non valgo la tua vita”
“George, io...” cercò di intervenire lei.
“Malfoy è venuto da me, dopo che ti ha salutata e mi ha spiegato tutto. Ho cercato di raggiungerti, ma il tuo treno era già partito. Mi sono sentito un idiota, un completo idiota. Di nuovo” rise “Ma ora sei qui. E io... Io ti amo, Athena. Ti amo dal primo momento che ti ho vista in Diagon Alley. Ti amo tanto da non riuscire a immaginare un futuro senza di te. Ti amo talmente tanto che ogni volta che metto piede qui dentro vedo il nostro futuro, i nostri bambini. E vedo te” le mise una mano sulla pancia “bellissima, come sempre, con la tua meravigliosa pancia... Se mi vuoi ancora, ti prometto che spenderò ogni minuto della mia vita a cercare di renderti felice” si inginocchiò davanti a lei, prendendole entrambe le mani “Athena Doge Lupin... Mi vuoi ancora come tuo fidanzato?”
Athena sorrise, gli occhi pieni di lacrime “Certamente, Georgie”
George la abbracciò, baciandole il ventre, mentre Athena gli accarezzava i capelli.
“No, aspetta” disse lui, serio, scostandosi da lei.
“Cosa?” domandò lei.
“Se devo fare questa cosa, allora voglio farla bene” si sistemò i capelli e i vestiti e prese di nuovo Athena per mano, schiarendosi la voce “Athena Doge Lupin... Vuoi diventare mia moglie?”
La ragazza sgranò gli occhi, causando l'ilarità del fidanzato, che nel frattempo aveva fatto apparire un anello al suo anulare, e rispose “Puoi scommetterci, Weasley”
George si alzò, si mise di fronte a lei e la guardò. Rimasero alcuni secondi a guardarsi negli occhi, poi improvvisamente si baciarono, stringendosi forte.
“E il bambino?” chiese Athena al termine del bacio.
“Il bambino cosa?” domandò lui.
“Dico, che mi dici del bambino?” lo sollecitò lei, nervosa.
“Dico che è la cosa più bella che potesse capitarci” rispose lui, baciandola “E che sarà il primo di una lunga serie”

Il matrimonio venne celebrato qualche settimana più tardi, ovviamente nel giardino della Tana.
Athena, che indossava un abito stile impero che celava a malapena la sua pancia di ormai cinque mesi, venne accompagnata all'altare dal nonno Elphias che, al momento di affidare la nipote al futuro marito, lanciò a George uno sguardo che voleva essere intimidatorio, ma che ebbe soltanto l'effetto di scatenare l'ilarità generale.
Camille cercò di concupire Charlie Weasley che, con sommo divertimento di Athena, preferì ballare con zia Muriel. Per il resto della giornata, la cugina rimase seduta in un angolo sostenendo che George aveva ripiegato su Athena dopo aver ricevuto un suo netto rifiuto.
Draco Malfoy pretese di fare il primo ballo con la sposa, in qualità di 'Sedotto e abbandonato' come amava definirsi.
“Dunque, alla fine ci sei arrivata, eh?” le chiese mentre ballavano un lento.
“Sì, Draco, non sono così stupida” rispose lei, levando gli occhi al cielo.
“Oh, beh... Ce ne hai messo di tempo, però”
“Avevo altro per la testa”
“Oh, sì...” rispose lui, commentò lui “Lo so bene... Tutte quelle scene di sesso fra te e Weasley... Se ci penso mi vengono i brividi!”
“E tu che ne sai?” chiese lei, sconvolta.
“Diciamo che potrei aver dato una sbirciatina” replicò lui, pacifico.
“Lurido porco...” iniziò lei, ma venne interrotta da qualcuno che le picchiettò sulla spalla. Hermione.
“Posso avere l'onore di fare un ballo con il re di Serpeverde?” chiese ad Athena.
“Volentieri...” rispose Athena, guardandolo con fare finto disgustato “É tutto tuo... Io me ne torno dal mio maritino”
Rimasero uno di fronte all'altro, imbarazzati. Fu Malfoy a rompere gli indugi e a porgerle la mano, che Hermione afferrò.
“A cosa devo l'onore, Granger?” le chiese, stringendola a sé.
“Volevo dimostrarti il mio apprezzamento per quella vecchia storia” rispose la ragazza, guardando verso Ron che, vedendola avvinghiata a Malfoy, ruppe un bicchiere stringendolo fra le mani.
Draco notò la scena e sorrise compiaciuto “Non pensavo che una sciocchezza del genere potesse valermi la tua eterna ammirazione”
“Oh, Malfoy” lo contraddisse Hermione, ghignando “Sappiamo benissimo che non si è trattato di una sciocchezza”
“Sarebbe a dire?” chiese lui, ostentando sicurezza.
“Sarebbe a dire che non sono poi così sicura che non volessi sposare Athena”
Colpito “Spiegati meglio”
Hermione si mise dritta, assumendo la sua tipica posa di quando stava per erudire il mondo con una delle sue verità “Non sei mai stato uno che fa le cose senza un tornaconto, Draco”
“Vero” replicò lui.
La ragazza continuò, come se l'altro non avesse parlato “E apparentemente il tuo tornaconto è la tua rinnovata condizione di scapolo. Tuttavia io so di quell'episodio del ballo. Qual era il tuo tornaconto, lì, Malfoy? Nessuno. Solo vedere Athena felice. E chi può voler vedere la propria futura moglie felice per un altro?”
Colpito, di nuovo “Non ti seguo, Granger”
“Tu sei innamorato di Athena. E non parlo di una cottarella o di un'infatuazione causata dal suo bel faccino da veela. Tu sei innamorato perso di lei. E hai preferito vederla felice con un altro piuttosto che infelice con te”
Affondato, inesorabilmente e definitivamente affondato “L'avrebbe fatto chiunque, Granger”
Hermione scosse la testa “No, Malfoy. In pochi sarebbero riusciti a lasciare andare la persona che amano. É una cosa molto bella. E ti fa onore”
“No” replicò lui “É una cosa molto Grifondoro. Indi, molto stupida”
“Vedila come vuoi, ma da parte mia, avrai sempre la completa ammirazione” dichiarò la ragazza.
Rimasero un attimo in silenzio, ballando.
“Che effetto ti fa?” chiese Hermione “Dico, vederla sposata e incinta del figlio di George?”
“Sicuramente strano” rispose lui “Ma guardali” si voltò in direzione della coppia che ballava stretta, come se al mondo ci fossero solo loro “Sono perfetti. Se ci fosse una loro foto in un'enciclopedia, la didascalia reciterebbe 'Vedi alla voce: Amore'” guardò di nuovo Hermione, che gli stava sorridendo “Se penso che anch'io ho contribuito, per quel poco che ho potuto, a creare questo mostro....” rise “Direi che ne è valsa la pena, no?”




Note:
  • è finitaaaaaaa!
  • Dai che lo sapevate che il finale non poteva essere quello del capitolo precedente
  • Athena&George: finalmente!
  • Secondo la migliore tradizione delle Fanfiction, la protagonista rimane incinta! Yuppi! Ok, devo smetterla di mettere gravide e neonati in qualunque cosa faccio
  • Draco... Che uomo.
  • Hermione. Quanto mi piace Hermione??
  • Athena. Mi mancherà. Sì, rileggendo devo dar ragione a chi mi dice che è un po' autobiografica
  • Il titolo e la citazione finale di Draco: è un omaggio a David Grossman, un autore che personalmente amo molto. Se ancora avete letto un suo libro, fatelo al più presto: “Ci sono bambini a zig-zag” è indimenticabile
   
 
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