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Autore: Nicolessa    12/09/2012    2 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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4 Capitolo 4 - La furia delle Harvelle.



Se lo immaginava un po' più divertente il viaggio.. Miles. 

Guidava la macchina di Jo come se fosse sua, aveva regolato il sedile alla lontananza giusta per le sue gambe più lunghe rispetto a quelle di lei, aveva acceso la radio ed abbassato il finestrino per prendere aria. Si aspettava un fiume di parole, un'interminabile lista delle cose che avrebbero dovuto fare e di quelle che non avrebbe dovuto nemmeno pensare: tutte cose da Jo insomma.. ma niente.
Lei se ne stava con la testa appoggiata al sedile e con gli occhi chiusi, come se stesse riposando da una grande lotta non fisica.
Tutte le volte che le chiedeva se stesse bene o se ci fosse qualcosa che non andava lei scrollava le spalle o si lasciava scappare miseri monosillabi sempre meno confortanti.
Quindi il viaggio fu abbastanza silenzioso. 
Sarebbe stata un'ottima occasione per conoscerlo meglio, per imparare qualcosa dal suo modo di cacciare, avrebbe insomma potuto sfruttare quel momento ma Jo non ne aveva proprio voglia.
«Arrivati sul luogo del furto.» la avvertì Miles scrollandola dolcemente dal suo pseudo-sonno.
«Oh.. bene.» mormorò stropicciandosi gli occhi e rimettendosi bene con la schiena dritta contro il sedile «Suggerisco di trovare un posto dove lasciare le nostre cose e di proseguire con la ricerca. Magari passare dalla polizia per chiedere se hanno trovato auto in giro. Hai denunciato il furto?» chiese riprendendo a ragionare da cacciatrice, ovvero quello che era andata a fare, non certo per vacanza.
«Ho avuto problemi con la legge Jo, anch'io sono ricercato, Dean non è l'unico ad esser stato accusato di gravi reati.» ringhiò quasi volendo nascondere il tono aggressivo con flebile e poca credibile ironia mentre stringeva il volante tra le mani.
«Cosa centra Dean, adesso?» chiese altrettanto aggressiva con le braccia incrociate ma placata dalla momentanea confusione riguardo alla natura dell'argomento.
«Niente.. cerchiamo un motel.» concluse poi prendendo una strada secondaria, attirato da una via luminosa piena di insegne.
«Come vuoi.»
Aria gelida anche con 30 gradi fuori dall'auto? Sì, tutto era possibile con Joanna Beth Harvelle: la regina dei ghiacci... nonostante quella volta non fosse stata esattamente colpa sua.
«Mi.. Mi dispiace per prima, io non...»
«Eccone uno, parcheggia qui. Io vado ad ordinare la camera.» lo liquidò frettolosamente scendendo dall'auto ferma in quel parcheggio isolato.

Dean teneva il piede premuto contro l'acceleratore, gli occhi fissi sul parabrezza polveroso e una delle due mani stringeva il volante come se fosse la testa di un demone. Ogni tanto passava la mano destra sulle marce, cambiandole a seconda della velocità usata. 

«Mi vuoi dire cosa sta succedendo?» 
Dean tacque, in compenso però gli gettò un'occhiata che stava per "sta zitto!".
Allungò la mano destra verso la radio e lasciò partire le note rock degli AC/DC che echeggiavano a basso volume per tutto il perimetro dell'auto.
Sam sospirò esasperato e portò gli occhi fuori dal finestrino senza aggiungere altro per il momento. 

«Vuoi almeno rallentare?!» disse bruscamente dopo una pausa di silenzio ma a Dean sembrava non importare della sua richiesta e spinse ancora più a fondo il piede contro il pedale. 
Sam lo guardò esterrefatto, con la stessa espressione che aveva assunto qualche ora prima di partire. 
«Che c'è?»
«Che ti prende?» domandò ancora, forse per la milionesima volta. 
«Sto bene!» 
«No, non è vero. Perché ti sei rivolto in quel modo ad Ellen?» 
Ancora silenzio.
Sam scosse la testa per la seconda volta e poi si accomodò meglio sul sedile. Sapeva che prima o poi avrebbe parlato perciò era meglio non mettergli pressione. 

Il viaggio fu molto silenzioso, più di quanto Dean avesse immaginato perché dopo le molte domande del piccolo Winchester l'aria diventò gelida, tanto gelida che era quasi palpabile.
Arrivati a Duluth si fermò a pochi metri dall'auto di Jo, - che non aveva mai perso d'occhio durante il tragitto - osservò la scena dei due che si affrettavano a parcheggiarla, poi si voltò a guardare Sam che aveva preso sonno accanto a lui. Gli diede una leggera gomitata e lui sussultò svegliandosi, rizzandosi sulla schiena. 

«Siamo arrivati?»
Dean annuì. 
«Ora... mi dici perché stiamo seguendo Miles e Jo?» 
«Ho una strana sensazione. Non mi fido di lui.» riassunse brevemente Dean guardando Jo sparire dietro la porta del motel.
Sam lo guardò indagatore e per un momento il fratello maggiore pensò che avesse capito. 

«Che c'è ancora?»
«Niente...» rispose. «Ci fermiamo anche noi.» disse subito dopo parcheggiandosi nel primo spazio vuoto trovato.

Stanza più vicina all'uscita di sicurezza: quello era il marchio di più o meno tutti i cacciatori. Stanza numero 15 nel loro caso.

Alle spalle della ragazza Miles portava i loro borsoni con una felice espressione sul viso, cosa strana visto che fino a secondi prima era la riproduzione esatta della scontrosità.
«Fatto tutto, tesoro?» disse a Jo avvicinandola a sé per stamparle un bacio sulla fronte sotto la bella vista della piccola vecchietta addetta alle registrazioni delle camere.
Sorpresa dal gesto di Miles, Jo ci mise un po' a sciogliere i suoi muscoli in un'espressione credibile così tossì improvvisamente e si staccò dal ragazzo, fingendo di essere troppo stanca per essere affettuosa.
«Si.. sarà meglio andare, sono esausta.» lo spronò dirigendosi verso la sua camera che aveva ovviamente pagato con la carta della signora Miller.
Una volta chiusa la porta e lasciate le armi al loro destino (ovvero quello di giacere sul pavimento), si abbandonarono ognuno sul rispettivo letto.
Jo guardava il soffitto distrattamente mentre Miles -come se non fosse ovvio- la guardava con un'aria.. abbattuta? Forse.

«Cosa?» domandò Jo accortasi di avere gli occhi addosso da ore ormai.
«Ripensavo al piano.» rispose il ragazzo alzando le spalle.
«Te l'ho detto, ora ti riposi -visto che hai guidato per tutto quel tempo per non accettare che guidasse una donna in tua presenza- e poi andiamo dalla polizia per capire se hanno ritrovato la tua macchina. Se non sarà così andremo in giro a racimolare informazioni su questo tipo per costringerlo a restituirti l'auto. Sempre che non sia lui a costringere di nuovo noi a dargli la nostra. La mia.» catalogò la ragazza chiudendo gli occhi.
«Hai visto come ci guardava quella vecchia? Era inquietante! Come se volesse spiarci tutto il giorno!» scherzò poi per riprendere in mano le redini della situazione con Jo.
«Attento, potrebbe piombare fuori dal frigo da un momento all'altro! Magari ha costruito degli strategici passaggi segreti dentro i muri appositamente per spiare i clienti!» lo spalleggiò sorridendo e ripensando allo sguardo innamorato della donna.
Chissà quali scene aveva rivisto nella sua vecchia mente intrisa di ricordi.

«Ho fame. Vado a prendere del cibo, sempre che la vecchia mi lasci libero dopo avermi visto! Tu vuoi qualcosa?» chiese alzandosi e aprendo la porta.
«No, rimango qui a sistemare la mia roba e mi rilasso un po', grazie comunque.»
Dopo un forzato "va bene" Miles si allontanò dalla camera lasciando una Jo pensierosa stesa sul lettino non della qualità migliore.

Dean e Sam entrarono nel piccolo atrio del motel, carichi di borsoni: uno di loro portava quello con le armi, (cioè il maggiore dei due - se avessero avuto problemi con la sicurezza appena entrati, almeno Sam avrebbe avuto la possibilità di uscirne illeso, o anche solo come complice) l'altro invece reggeva i due stracolmi dei loro vestiti.
Dean si avvicinò alla vecchietta dietro al suo piccolo studio e questa gli sorrise come se avesse appena visto un angelo dalla bellezza e dalla purezza mozzafiato.

«Oh, due arrivi in una sola notte. Non capita spesso!» osservò la donna dal viso rugoso, gettando uno sguardo anche a Sam che era alle spalle di Dean - non le parve da meno, sembrava si fosse presa una cotta per entrambi.
Dean sorrise ampiamente deciso a far colpo - era sempre un bene fare amicizia con chi aveva a che fare con il registro dei clienti - e con il portafogli in mano, sfilò da una delle piccole tasche una delle sue carte di credito falsificate. 

«Letto matrimoniale?» chiese la donna speranzosa in una risposta negativa.
Dean e Sam erano così abituati ad essere scambiati per una coppia gay che nemmeno ci facevano più caso. 

«Due, due letti.» rispose Dean sorridendo nervoso mentre Sam ridacchiava - era l'unico a vederci dello spirito in quella faccenda.
«Oh.. mi dispiace, io non...»
«Non si preoccupi!» la interruppe Dean tirando un sospiro.
Era stanco, in quel momento voleva soltanto rotolarsi tra le lenzuola di quei maledetti e scomodi letti, più simili a massi di roccia.

«Allan e Robert Standing.» sorrise la vecchia. «L'unica rimasta libera è la diciassette.»
«E' perfetta.» replicò Dean ricambiando il suo sorriso, al quale la donna rispose con un'espressione infatuata quasi.
Porse a Dean le chiavi e lui le augurò una buona nottata, mentre Sam si limitò a sorriderle cordialmente e in modo dolce.
Non appena si voltarono videro Miles che scendeva gli ultimi gradini.
Un po' sorpreso dalla loro presenza li guardò come per dire "che diavolo ci fai qui?".
Singolare, perché era la presenza di Dean che gli dava evidentemente fastidio. 

«Oh, ciao!» si rivolse al più piccolo dei Winchester, il quale accennò un sorriso un po' imbarazzato per la situazione. 
Si avvicinò ai due e li guardò con un'espressione indagatrice.
«Che succede?»
«Oh beh... vedi noi...» cominciò a spiegare Sam, ma fu interrotto dal fratello «Abbiamo pensato che vi servisse una mano, così eccoci qui. Nessun problema, no? Bene, perfetto!» fece Dean esultante dandogli una pacca sulla spalla, senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.
Quest'ultimo tossì e quando Dean lo superò per salire la lunga scalinata, spostò lo sguardo a Sam che sembrava piuttosto dispiaciuto per il tentativo di rubargli il caso.

 
Miles tornò in stanza a mani vuote ma con lo stomaco pieno, accompagnato dall'espressione più complessa che Jo avesse mai visto sulla sua faccia. Proprio per questo le venne spontaneo chiedergli cosa avesse fatto nascere quella smorfia di fastidio che avrebbe facilmente fulminato chiunque.
«I Winchester sono a Duluth.» disse rapido afferrando il borsone con le armi dal suo letto. Probabilmente se non ci fosse stata Jo lì con lui non li avrebbe nemmeno considerati.. che la ragazza avesse dovuto interpretare quella reazione come gelosia? Beh, gelosia o no Jo ora era troppo incazzata per pensarci.
«Come hai detto?» urlò balzando giù dal letto facendo svolazzare i suoi morbidi capelli biondi sulle spalle.
«In questo motel.» precisò come se ci provasse gusto nel vederla arrabbiata con loro. 
Gli occhi di Jo erano due fessure in fiamme.
Senza proferire parola uscì dalla stanza lasciando anche aperta la porta come per dimenticanza.
«Stanza 17!» la avvisò Miles spingendola nelle braccia di un Dean e di un Sam che considerava praticamente spacciati.
Ecco cosa aveva in comune Jo con sua madre Ellen: la furia.
La targhetta che segnava il numero della stanza era particolarmente antipatica per Jo, tanto da prenderla a pugni in un bussare poco amorevole e pacifico.
Aperta la porta ecco la sorpresa. 
L'unico che non avrebbe voluto vedere sotto gli occhi: Sam. 
Non riusciva ad essere furiosa con lui, un po' per la sue espressione innocente che lasciava trasparire un "non è stata colpa mia, calmati" e un po' perchè era abbastanza sicura già da sé che la colpa ricadesse in pieno sul maggiore dei fratelli.
«Ascolta Jo, noi..»
«Sta zitto Sam, dov'è tuo fratello? Dov'è quel tuo insopportabile, egocentrico, stupido fratello?» ribadì infastidita entrando nella stanza e scorgendolo poi nelle vicinanze del frigo. «Mi spieghi che diavolo hai nel cervello o le mie parole ti rimbombano nella testa come un eco?» gli si avvicinò come un treno senza la minima intenzione di fermarsi «Sbaglio o avevate detto che questo non era un vero caso, che Miles era un pazzo senza rotelle e che -soprattutto- avevate altro a cui pensare? O anch'io sono pazza e mi sono immaginata tutto?» continuò ad urlare arrivatagli di fronte.
Trovava molto più soddisfacente "prendersela" con Dean.. anche se la stava a guardare con una faccia indecifrabile nello stato d'animo infuriato in cui era immersa in quel momento.
«Cosa, vi ha mandati mia madre? Da quando in qua fate le guardie del corpo come mestiere?» proseguì puntando le mani sui fianchi, pronta ad una risposta che le andasse a genio.

Dean e Sam presero posto nella stanza diciassette, quella che era stata loro assegnata. Non era esattamente un bel vedere, ma aveva qualcosa di diverso delle stanze nelle quali fin'ora i due fratelli avevano passato la loro vita; era abbastanza grande, la mobilia era in perfetta pulizia pur non essendo nuova di zecca e si respirava uno strano odore di lavanda - che per inciso Dean odiava con tutto il cuore. 
«Hai visto Miles?» chiese Sam all'improvviso che aveva già cominciato a spogliarsi e prepararsi per una bella dormita. «Sembrava nervoso.»
Dean non rispose.
Era fermo di fronte alla TV via cavo - lo era in realtà da quando avevano messo piede in quella stanza - e faceva zapping piuttosto annoiato. 

«Mi sento un po' in colpa per aver rubato il caso a Jo.» aggiunse dopo una pausa di silenzio. 
«Noi non rubiamo niente, Sammy. Stiamo solo...» ma non riuscì a finire la frase. 
Qualcuno bussava alla loro porta, e dal modo in cui lo faceva - decisamente violento e poco educato - Dean pensò che non si trattasse della cameriera.
Sam preparò la pistola in una mano ma Dean gli fece cenno di lasciarla al suo posto. Sapeva chi c'era dietro quella porta e non ci sarebbe stato bisogno di difese personali... o almeno così credeva lui. 

Jo entrò nella camera non appena il minore dei Winchester aprì la porta, e come una furia, si scaraventò verso Dean con un'espressione che incuteva terrore stampata sul viso. 
«Oh, anche per me è un piacere rivederti!» disse ironico Dean spegnendo la televisione.
Gettò il telecomando sul suo letto e poi si alzò in piedi, diventando improvvisamente molto più alto della ragazza, che era piccola ed esile.
Dean sorrise sghembo. 

«A quanto pare il tuo amichetto non ha perso tempo.» osservò guardandola con la sua classica espressione da stronzo. 
A quelle parole Sam aggrottò la fronte come stranito, iniziando a pensare che forse Dean provasse gelosia per Miles, ma era qualcosa da escludere a prescindere.
Non ne aveva motivo per esserlo. 

«Ok, hai ragione.» Dean gettò un'occhiata a Sam, poi si inumidì le labbra e tornò a guardare Jo che sembrava ancora più furente di prima. 
Non aveva idea di cosa inventarsi sta volta. Dean le aveva praticamente detto che aveva già abbastanza problemi per la testa e che quello che lei aveva segnalato non era un vero caso. 
Aggrottò la fronte e la osservò in quei pochi secondi di silenzio. 
Poi come una saetta, velocemente gli venne una grandiosa idea che non avrebbe destato nessun sospetto per la piccola cacciatrice. 
«Pensiamo che il nostro caso sia collegato a questi furti d'auto, ecco perché siamo qui a Duluth.» mentì spudoratamente, mentre Sam arricciò il naso ancora più stranito di prima. 
Dean annuì e quando Jo si voltò verso il minore dei Winchester per chiedergli una conferma, lui strinse le labbra e lo guardò minaccioso come ad incitarlo in un appoggio morale. 
«Ahm... sì. Sì...e... stiamo cercando di... di venirne a capo.» Sam si schiarì la voce e Jo tornò a guardare torva Dean.

«Ma davvero? Che coincidenza!» canzonò per niente convinta della sua spiegazione ma lasciando che le sue braccia ricadessero nuovamente sui fianchi. «Non sforzarti troppo Sam, fai schifo a mentire quasi quanto Ash!» continuò in tono acido guardando il minore dei fratelli solo con la coda dell'occhio.

La situazione non si metteva bene per nessuno.
Certo Jo non poteva prenderli di peso e obbligarli a tornare nella loro auto per poi sparire da quella città: era un'ipotesi fisicamente impossibile. Quindi doveva dargliela vinta? Così facilmente poi? Non era esattamente nel carattere di Jo.

«Bene, avete vinto. Rimanete pure a ficcare il naso nel mio caso, lavoriamo insieme.» sospirò vedendo le facce di Sam e Dean mutarsi all'improvviso: che la considerassero una possessione demoniaca?
Non avevano tutti i torti infondo. Jo non si arrendeva per così poco.
Solo gli occhi di Dean riuscivano a lasciar intendere un "che diavolo avrà in mente?", sguardo che caricava Jo di una soddisfazione enorme.

«Vorrà dire che io investigherò con Sam e tu con Miles». Gettò quelle parole fuori dalla bocca quasi come se fossero dotate di scarica elettrica che fecero spalancare gli occhi al ragazzo confuso di fronte a lei e poi si mise a sedere sul letto di Dean, accanto alla sua giacca di pelle.
«Non ci penso nemmeno.» ribatté inutilmente Dean prima di essere brutalmente interrotto.
«Al momento faccio molta fatica a sopportare le vostre facce e il vostro essere scorbutici.. quindi io vado con Sam.» esclamò voltandosi verso il ragazzone praticamente rimasto senza parole per sorridergli «Puoi tenerti l'Impala se può farti sentire meglio.» proseguì con quel ragionamento come se in realtà fosse una madre esasperata dai propri figli e che, per accontentarli, decideva di raggiungere un accordo.. che avrebbero dovuto accettare per forza.
«Non faccio salire degli estranei sulla mia auto, al contrario di qualcun altro.» lanciò così la sua frecciatina Dean iniziando a perdere il controllo del tono della voce.
«Bene, prenderai la mia allora.»
«Non lascio la mia macchina nelle vostre mani.»
«Non ti fidi di tuo fratello o è di me che non ti fidi?».

Adorabili battibecchi che costituivano la maggior parte delle loro chiacchierate.
«E' deciso allora! Vedrai, tu e Miles andrete d'amore e d'accordo. Tanto non avete motivo per odiarvi, giusto?»
Ecco cosa aveva permesso a Jo di pronunciare le parole "avete vinto": la vendetta. Aveva incastrato Dean in un angolo, qualsiasi fosse stata la risposta che avrebbe dato, Jo l'avrebbe ammutolito. Una dote che non avevano in molti.

Era proprio per la parlantina che Jo aveva scritta nel DNA che Dean avrebbe voluto ucciderla con le sue stesse mani per poi riportarla in vita in qualche modo e ucciderla ancora una volta.. e tutto con molta soddisfazione.
Sfoggiato il suo solito sorrisetto da "allora siamo d'accordo, anche se non avete il permesso di replicare" si alzò dal letto di Dean per schiarirsi la voce di cui aveva fatto un uso poco pacifico e tornò sulla soglia della porta.
«Ci vediamo domani mattina, alle sei precise, nel parcheggio. Sono sicura che non farete i bambini.» disse prima di chiudere la porta.
Perchè fosse così sicura che non avrebbero provato ad andarsene per conto loro l'indomani, sbattendosene altamente delle sue direttive?
Semplice: perchè aveva appena rubato le chiavi dell'Impala dalla tasca della giacca di Dean.
Era sempre meglio avere una garanzia.

Ok, la situazione peggiorava sempre di più.
Jo era stata molto furba, e non a capire che Sam e Dean stavano mentendo - quello era evidente; erano più credibili le menzogne di Pinocchio ché quelle di Sam - ma per aver messo alle strette entrambi.
Dean si sentiva come se fosse stato appena spinto nell'angolo più remoto della stanza per essere riempito di pugni nello stomaco dolorosi.
Che diavolo le era saltato in mente? Dean e Miles insieme, in un auto che non era nemmeno la sua Impala?
No. Non era possibile. Non era normale, non per il cacciatore almeno. Non avrebbe sopportato il carattere esuberante di quel belloccio ventiquattro ore su ventiquattro, e per quanto Sam gli avesse già fatto notare che Dean e Miles avessero gli stessi atteggiamenti, lui avrebbe continuato a credere di essere migliore.

Quando Jo uscì dalla stanza lasciando i due fratelli a bocca aperta, Dean spostò lo sguardo su Sam, che non appena chiuse la porta cominciò a ridacchiare. 
«Sembra Ellen in miniatura.» osservò dopo aver assistito alla scena più divertente di tutta la sua vita - ovviamente, divertente lo era per lui. 
Dean scosse la testa e si portò le mani sulla faccia, emettendo un profondo respiro di esasperazione. 
«Te l'ho detto di lasciar perdere...»
«Sam ti prego, non mettertici anche tu.» gli puntò contro l'indice in modo minaccioso, poi rise in modo piuttosto nervoso. «Non è possibile che quella stronzetta ce l'ha fatta anche sta volta!»
«"Te".»
Dean si voltò a guardarlo, il suo risolino era sparito e al suo posto aveva preso un'espressione non esattamente rassicurante. 
«Come scusa?»
«"Te l'ha fatta", non "ce".» lo corresse in modo tranquillo, come se la sua osservazione avesse migliorato le cose. 
Dean aggrottò la fronte un po' incerto su quello che il fratello aveva appena detto. 
«Grazie Sam. Sei di grande aiuto!» fece ironico, lasciandosi poi cadere sul letto. 
«Guarda il lato positivo...»
«Non ci sono lati positivi!» borbottò gettandogli un'occhiataccia. 
«Beh... Jo almeno non passerà tutta la giornata insieme a lui.» mormorò Sam, sperando nel suo profondo che Dean non l'avesse sentito, ma ovviamente non fu così. 
Il fratello maggiore si rizzò improvvisamente sulla schiena e lo guardò torvo, come se l'ultima frase di Sam fosse stata una minaccia di morte. 
«Che cosa stai insinuando?»
«Ahm, niente. Sarà meglio dormire, adesso.»
Dean non ribatté, gli gettò un'altra occhiata e poi si rigirò su un lato col tentativo di riuscire a dormire. 



------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Questo capitolo mi piace alla follia.
Dean e Jo che litigano sono un qualcosa di totalmente adorabile! *___*
E il rubare le chiavi dell'Impala?? Il dialogo tra i fratelli, il tono accusatorio di Miles...
Si vede che eravamo proprio ispirate in quel periodo xD
Ah, grazie per le rensioni <3
  
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