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Autore: edwstyles    12/09/2012    2 recensioni
« I'll break your heart ». « Maybe i'll break yours ». « Nobody breaks my heart »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Da quel momento non capii più nulla. 
E' questo, quello che si sente?  Quando si sogna così intensamente una cosa, tanto da prepararsi discorsi, mosse, sensazioni. 
Quando si consumano già le emozioni, che quando finalmente arriva il momento, non riesci a sentire più nulla?
E' per questo, che impazzisce la gente?  Forse è per questo che ci prova così tante volte.
Forse è per questo che quando va male, quando va tutto a puttane la gente continua a provarci. Forse è anche per questo che dimentica così in fretta, perchè alla fine cosa si prova, cosa ci resta? Nulla.
Forse non sono così tanto diverso dagli altri, forse, il nulla accomuna tutti quanti noi. 
E allora cerchiamo di provare qualcosa, facendoci del male pensando di farci del bene, ma alla fine quel che ci resta, sarà pur sempre il nulla.
Il nulla è per sempre, le emozioni no. Una volta che le provi e le senti nascere in te, scorrere nelle tue vene; 
una volta che succede, finisce tutto lì. Quel ricordo resta nella tua mente, la sensazione nel tuo cuore, ma nulla di concreto, e allora rimane il nulla, ancora.
Così vai in cerca di qualcosa di più grande, quello che la gente preferisce chiamare " relazione seria " , relazione che resta, emozione che non ti abbandona e affoga il nulla. Ma il nulla è più forte, e il vuoto ti risucchia.
Quell'emozione si consuma giorno per giorno, minuto per minuto, e tu stremato dal conservare ogni piccola sfumatura per portarlo al per sempre, quando arriva il momento delle responsabilità, dei figli, quando arriva il momento del vero amore, finisce tutto lì. Addio emozione, addio relazione e Benvenuto Nulla.

Il per sempre non esiste, e per questo potrei sgozzare tutti i fiabisti del mondo. Ma almeno per ora, almeno per quanto ci resta, vorrei stringerla tra le mie braccia. Perchè lei è meraviglia, spenseriatezza, leggerezza.. il vuoto potrebbe risucchiarla il quanto prima, e non voglio succeda.
Così me la godo, giorno per mese, minuto per ora, silenzio per parola. Bacio per distacco. Amore per indifferenza.
Così ogni volta sarà come la prima, così che ogni emozione sarà sempre la più assassina. Mi frugherà nello stomaco, e farà a cazzotti con il fegato. Ma non farà mai male.

Nulla, grandissimo figlio di puttana, questa volta, vincerò io. 

Raggiungo lo scaffale " filosofia " e prendo quello che mi serve, poi lo riposo. Scopro che in fin dei conti non mi serve a niente, ho tutto quello di cui ho bisogno nella mia tetsa, fortunatamente, riscopro l'emozione di non essere come gli altri.
Mi siedo al banco, osservo Elisabeth leggere, e inizio a scrivere il tema.

 

Cos'è la vita. Com'è viverla, cosa fai per andare avanti? Chi sei tu?

Cara prof, se saprei cosa fosse la vita molto probabilmente non starei qui a far questo tema, ma sarei occupato a viverla.
Ma se lei mi chiede cosa sia, e se io son qui a scriverne, allora vuol dire che nessuno dei due,
sappia realmente che cosa sia.
Allora scopriamola, raccontandola, e viviamola parola per parola, così che nessuno dei due
ne rimanga senza, così che entrambi potremmo capirla, ma soprattutto
così che entrambi, potremmo conservarla.
Ricorda il primo giorno in cui è entrata in classe, prof ? Aveva la gonna stracciata, i capelli scotonati
nonostante fossero legati fra loro con una treccia, la camicia mezza aperta e dei tacchetti neri.
Molti di loro la presero in giro, molti si fecero una sega sulle sue enormi tette, 
altri la ignoravano e basta.
Io, senza alcun indugio, pensai che qualcosa in quella scuola, finalmente, mi sarebbe piaciuto.
Lei sembrò conoscermi dal primo giorno, come se leggesse nella mia mente.
Io leggevo la sua, e lei leggeva la mia.
Parlavamo poco in classe e poco fuori lezione, anche perchè non c'ero mai
ma lei mi capiva con uno sguardo, ed ogni sua mossa in classe sembrava esser fatta
apposta per me, per farmi comprendere qualcosa.
A parte quei fottuti Socrate e Platone.
Chi sono io, prof? Lei mi conosce, ma io no.
Questa parte del tema preferirei lasciarla a lei, ma l'alunno sono io.
Io non vivo la vita, è lei che vive me.
Mio padre se nè andato e mia madre è morta. 
C'è una ragazza che amo, lei a poco mi osserva.
La mia migliore amica si scopa chiunque e afferma che l'amore non esiste.
Si sbaglia, Effy si sbaglia.
Non è l'amore a non esistere, è la vita a non esistere.
L'amore è solo un riflesso, una compagnia, qualcosa che ci spinge a vivere la vita.
Io sono un fumatore incallito che si sveglia alle 5 del mattino per capirci qualcosa, di questa vita.
Per tornare a casa prendo la metropolitana e mi faccio i quartieri bassi
per non stare in mezzo alla gente, in mezzo agli zombie.
Le persone che incontro per quelle strade son persone, ma quelle che incontro in città, invece son zombie.
Perchè loro vivono tutto, tranne che questa.
Vivono quella degli altri quando dovrebbero farla propria.
E allora sa cosa? Io me ne fotto e basta.
Alla fine queste sono solo parole, parole, e parole. Scritte su carta, così che nessuno possa rubarle e portasele via;
ma questo non porta a nessuno a vivere la vita, ne tanto meno a capire cosa sia.
Vede, è tutto un insieme di strade e omoni che camminano, altri corrono.
C'è chi ha l'affanno, chi è stremato ma continua, chi è accasciato a terra.
E infine, c'è chi cammina a passo lento, respiro lento, sguardo spento ma vigile.
Quello, cara prof, son io.
Scorgo la vita, la osservo e lei mi vien incontro, quasi mi saltasse addosso.
Fa succedere di tutto, mi porta via tutto e poi mi restituisce pensieri e ricordi.. ma cosa me ne faccio di tutto ciò?
Nulla, ma se questo è il suo gioco, allora giochiamolo.
Tanto gli omoni siamo noi, e la vita, è lei.

 



 

  
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