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Autore: RoseHaylie    12/09/2012    2 recensioni
E' una FanFiction sulla Nuova Generazione, e parla di Albus e Rose.
Il loro è un amore impossibile per via dei genitori, ma dopo anni di bugie entrambi dichiarano il loro amore, verso l'altro.
Spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 2.


Dopo quel bacio, dopo quelle frasi appena sussurrate rinchiusi in biblioteca i due ragazzi si separarono, non ebbero il coraggio di guardarsi ancora negli occhi e la cosa era normale. Insomma si sentivano in imbarazzo a guardarsi ancora, a baciarsi, a stringersi, erano cugini. Cugini!
Mentre Rose non riusciva a non pensare a lui, Albus, non appena la vedeva nei corridoi, apriva la bocca come per dire qualcosa, ma poi si allontanava con il viso abbassato e con le mani strette a pugno.
Con il passare dei giorni Rose era sempre più triste, non mangiava e non usciva dalla sua stanza, se non per andare a lezione. Non sapeva con chi parlarne. Non poteva andare da Lily o da Rox e dire semplicemente: “Sapete mi sono innamorata di Albus, si Albus nostro cugino. Tuo fratello Lils.”
Per prima cosa l’avrebbero presa per pazza, e poi le avrebbero fatto capire che era un errore, che sono cugini, e che quello tra loro non era amore ma solo affetto, affetto tra due cugini. Ma la giovane Rose sapeva quello che sentiva ogni volta che incontrava i suoi occhi, sentiva il cuore battere all’impazzata ogni volta che lui le sfiorava la mano, anche se per sbaglio.
Voleva e doveva parlare con lui e l’unico modo per farlo era inviargli un biglietto con luogo e ora, almeno cosi sarebbe venuto.
“Stanza delle Necessità, alle cinque.
Rose.”
Aveva lasciato libero il foglio e quello si era smaterealizzato nelle mani di Al, che leggendolo non riuscì a trattenere l’enorme sorriso che quelle cinque parole gli procurarono. E poi era cosi bello leggere quel nome, il suo nome. Guardò l’orologio e subito, portandosi le mani ai capelli, urlò:
-Oh cazzo!- Mancava poco alle cinque e lui era ancora in giardino, se solo avesse osato arrivare in ritardo, Rose lo avrebbe spellato vivo, o peggio lo avrebbe ignorato a vita. Corse, corse molto veloce cercando di arrivare in fretta. Si scontrò con le persone ma, non chiese neanche scusa, e non sentì dolore. Era troppo preso da quello che stava facendo.
Rose, invece, era già nella Stanza. Aspettava lì da un po’, e si era sdraiata sul divano che era apparso. Era passata una mezz’oretta dal suo arrivo o forse anche di più, e nell’aspettare il ragazzo si appisolò. E inoltre aveva anche freddo.
Arrivato al settimo piano con il fiatone, Albus si mise a camminare davanti al muro per far apparire la porta. Pensava a Rose, pensava al suo viso.
Ci aveva azzeccato, la porta si aprì davanti a lui, e ovviamente lui vi entrò senza aspettare un secondo di più. Cercò Rose con lo sguardo e, una volta arrivato vicino a lei, notò la ragazza addormentata su quell’enorme e freddo divano.
Era cosi bella. Lo era davvero!
Si sedette vicino a lei e cercando di non svegliarla, le fece appoggiare il viso sulle sue gambe in modo che le sue mani accarezzassero piano la massa di capelli rossi che Rose si ritrovava.
-Piccola mia, perché deve essere tutto cosi complicato? Perché solo quando dormi riesco a parlarti?
Sai, dopo quel giorno, dopo quei baci ho capito che tutto quello che sogno da una vita si sta avverando, ma una volta tornato nel mio dormitorio mi sono reso conto di quanto tutto questo sia sbagliato. Siamo cugini, e ci amiamo. E' una cosa impossibile, piccola.- Albus sembrava una macchinetta, continuava a parlare e senza rendersene conto aveva aumentato il volume della voce finendo per svegliare la ragazza.
-Se stai zitto un attimo, ti spiego perché siamo qui.- Rose si alzò e si sedette accanto a lui, voltandosi appena per poterlo fissare meglio. Le tremavano le mani, sentiva il cuore battere veloce e le farfalle nello stomaco.
-Primo, so che è sbagliato ma ti amo e voglio stare con te anche se dovremo nasconderci.
Secondo, so quello che entrambi proviamo e credimi se ti dico che questo è più forte di tutto e di tutti.
Albus io non voglio starti lontana, capisci? Non ci riesco e, anche se so che è sbagliato, voglio stare accanto a te perché sei la persona più importante per me, perché senza di te sarei vuota. Perché tu sei il ragazzo che voglio e non smetterò mai di dirtelo.-
Rose aveva iniziato a parlare e aveva lasciato uscire quelle parole che per giorni aveva tenuto segretamente dentro sé, facendo attenzione a non farle uscire davanti a nessuno, neanche davanti a Lils o Rox.
Albus guardava la ragazza senza saper bene cosa dire, in fin dei conti la rossa gli aveva appena detto di volere lui e di voler fregarsene della gente, che il loro amore contava più di tutto. Non sapeva se ridere o piangere, Al.
Alla fine prese la mano di Rose, avvicinando cosi la ragazza a sé, e prima che iniziasse a dire altro, lui la attirò a sé, baciandola.
Un altro bacio, un altro bacio che vede i due ragazzi persi nel proprio amore, un amore di cui nessuno avrebbe mai saputo nulla.
-Sapevo che mi avresti cercato, sapevo che non avresti permesso che tutto finisse. Rose, piccola mia voglio stare con te. Voglio poter pensare che tu sei mia e solo mia. Voglio poterti dire che ti amo, liberamente senza doverlo tenere per me….- Ogni singola parte del corpo del ragazzo sprizzava felicità. Rose si avvicinò a lui e fermò il suo flusso di parole con un altro bacio.
-Che fai??.- Le sussurrò il ragazzo non appena le loro bocche si staccarono.
-Ti faccio smettere con quei discorsi senza senso che stavi facendo, Potter!
Qualche volta sei noioso, sai??- Rose iniziò a ridere, mettendosi fra le sue braccia sentendosi finalmente completa.
-Weasley cara, ti ricordo che stai parlando con il tuo ragazzo quindi non puoi dirmi che sono noioso.-
-Hai…Hai detto il tuo ragazzo??-
-Si, sono il tuo ragazzo e tu sei solo mia.-
Gli occhi di Rose si illuminarono, e sul suo volto comparve un sorriso.
Tutto andava bene, adesso. Loro erano felici e solo questo era l’importante, la loro felicità. Perché della scuola, dei loro genitori o del resto della famiglia a loro non importava, erano finalmente felici. Felici di stare insieme.
-Ti amo, Potter, lo sai vero?-
-Lo so Rose, e devo dire che ti amo anch’io e tanto!-
Un dolce bacio fece finire quella giornata. I due ragazzi furono costretti a dividersi e a tornare nei propri dormitori, passarono la notte a pensare a loro due e si addormentarono felici, consapevoli che l’amore e la felicità avevano finalmente preso possesso delle loro vite.
  
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