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Autore: elisa85    12/09/2012    22 recensioni
" Vivere. La tua, è solo paura di vivere.
Perchè l'amore fa paura, sai Oscar?
Non desiderare la felicità, quando ciò che desideri è già ciò che hai "
Ed io aggiungere che a volte tutto si racchiude nel trovare la forza e il coraggio dentro di sè e saperla riconoscere la felicità.
Un "What if", abbastanza OOC per le mie corde e spero non troppo per voi che leggerete!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Senza luce, sotto voce





4 - Senza luce, sotto voce
 


 
 
Sono trascorse un paio d'ore da quando mi sono rifugiato nelle cucine.
La nonna non ha smesso un secondo di muoversi, accalorata dal vapore dei fuochi e dal gran d'affare a cui deve far fronte ogni giorno. A maggior ragione stasera, in cui i Jarjayes si sono riuniti inaspettatamente a casa.
Presa dall'agitazione, è stata un borbottio continuo senza sosta, il suo lamentarsi su dove siano finite le buone maniere; le sarebbe bastato un messaggero da parte di Oscar che annunciasse il suo rientro. Così, invece,le ha scombussolato la sua tabella di marcia.
E pur di starti il più lontano possibile, le dò una mano a riassettare.
Se solo la nonna sapesse quanto la tua sola presenza a palazzo abbia scombussolato anche me. Inutile ammettere la delusione nel sapere che la tua visita a casa è stata obbligata ancora dal dovere, quello verso un grande casato. E' giusto così. Anche questo fa parte della tua vita e dev'essere onorato.
Alla resa dei conti...a cosa serve sperare?
Ancora peggio credere che sia qui per me.
Magari per gelosia nell'avermi visto con un'altra.
Basta! Che stupido che sono! Ormai farnetico in preda all'ossessione di lei.
Perchè mi occupa i pensieri, il cuore e la ragione. Tutto è in funzione a lei. 
La mia vita è per lei.
Maledizione...dovrei essere felice per aver avuto la fortuna di poterle stare ancora accanto, addirittura di poterla avere anche se di nascosto, di poterla avere anche se solo a metà, perchè questo mi ha permesso di mostrarle quanto il mio amore sia immenso e totale.
E devo ringraziare Dio che lei cerchi e pretenda solo me. Perchè se solo cambiasse idea, se solo decidesse di stare tra le braccia di un altro uomo...io, io...ne morirei. Ne sono certo.
Mi perdo assorto tra i miei deliri e nel mentre, lo strofinaccio stritolato nella mia mano rimane immobile sul tavolo.
" Andrè! Ma che cosa fai li impalato?!"
Mi ridesto dai miei pensieri preso alla sprovvista dalla nonna che mi guarda minacciosa. Il mio sguardo viaggia veloce dal suo volto alla mia mano ferma sul ripiano. E poi capisco.
" Scusami nonna, ero sovrappensiero..."
" Si, si certo...sei sempre il solito pigrone. Dà qua, finisco io. Piuttosto...Madamigella Oscar ha chiesto di te"
" Cosa? Oscar..."
" Si, Madamigella Oscar, Andrè! ...Vuole che sia tu a portarle il tè. Non farla aspettare"
" No, preferisco di no. Tanto che differenza vuoi che faccia. Io, tu o una delle tante cameriere di questo palazzo.
No, no...finisco io di pulire. Vai tu, così dopo puoi ritirarti in camera tua"
" Andrè...Oscar ha chiesto espressamente di te. Per favore, non farmi tribolare ragazzo mio. Porta questo vassoio a Madamigella"
E così cedo infine, il mio comportamento è già parso fin troppo strano e un mio rifiuto chiederebbe delle spiegazioni che ovviamente non potrei dare.
" E va bene nonna, come non detto"
 
 
********


 
Salgo queste scale rese ancora più buie dal quel velo, che ormai da qualche tempo, ricopre il mio occhio destro.
Incerto nei passi, mi muovo con lentezza e il rumore delle mie suole, il lieve tintinnare delle porcellane sembra ovattato, come se improvvisamente il mondo intero fosse intrappolato sotto una cupola di cristallo.
E' una forza che non conosco quella che spinge il mio corpo fino ad arrivare davanti alla tua porta e nonostante non sia pronto per sfidare il gelo dei tuoi occhi e la mia mente si rifiuti di vederti, mi ritrovo con i piedi ad un soffio dai tuoi appartamenti. Non voglio affrontarti, non ne ho la forza. Perchè potrebbe essere l'ultima.
So che il mio è un puro, semplice e codardo rimandare.  
Come se fuggire da te potesse per assurdo tenermi ancora legato.
Perchè mi hai chiamato, Oscar? Qual è il tuo gioco...ti rincuora vedere che non sei la sola ad aver sofferto per amore? Come se riconoscere quel dolore negli altri potesse allontanarlo dal tuo cuore e convincerti che in fondo la tua è la scelta più sensata. Ma non ti accorgi che tutte le persone intorno a te conoscono queste pene...Fersen, la Regina e persino Girodelle. Come è profondamente triste a volte l'amore.
E' passato molto tempo da quando siamo rimasti soli, io e te.
Troppe ferite hanno accompagnato queste notti di solutidine; ferite rafforzate da un orgoglioso rimugino che ti avranno indurita ancora di più.
Sono tentato ad abbandonare il vassoio a terra, prima di bussare e lasciare che ci sia solo questo ad attenderti al di là della porta; eppure sento crescere dentro me una rabbia, che risale dalle viscere fino ad infuocarmi i polmoni, che accelera il respiro annullando il buon senso.
Un calore improvviso investe il mio viso. 
L'istinto soffocato da troppo tempo domina impetuoso sulle mie azioni.
Non so ancora cosa dirò, se parlerò.
Non ho idea di ciò che mi aspetta e di come mi comporterò.
Una volta entrato guarderò in faccia al mio destino.
So solo per certo, che quando uscirò, avrò una sola certezza. 
Sarai persa o mia, per sempre.
 
 
Inspiro.
" Avanti "
Trattengo il fiato al suono della tua voce perentoria.
Sgonfio il petto cercando di svuotare la mente dai pensieri insieme all'aria che esce dalla mia bocca.
Vuoto, indifferente.
Sento il rumore della porta chiudersi dietro me e mi dico che ora è tutto vero.
Alzo lo sguardo e ti vedo girata di spalle, apparentemente assente oltre alla finestra davanti a te.
Senza rivolgerti parola decido di posare il vassoio su di un tavolino poco lontano dall'ingresso, padroneggiato al centro da un magnifico vaso ricolmo di rose e gigli rigorosamente bianchi.
Stacco le mani dall'argento ed esito un secondo sulla tua figura in penombra con l'ansia d'incrociare il tuo sguardo, ma sento una piccola fitta quando realizzo che tu sei ancora voltata verso i vetri.
A questa visione le mani si stringono in pugni serrati, le braccia s'irrigidiscono lungo il mio corpo come voler sfogare quell'urlo che non posso lasciar andare.
Mi avvicino alla porta e attendo un tuo congedo. Ti prego Oscar lasciami andare.
Invece ignori questa mia supplica silenziosa prendendo il mio posto vicino al tavolino e sorseggi con calma, assaporandone l'aroma.
Non mi guardi, ma sai perfettamente che sto attendendo solo un tuo cenno che tarda ad arrivare.
Non resisto più in questa stanza dove anche l'aria che respiro sembra essere pensante come un macigno.
" Con il tuo permesso..."
Finalmente ti volti, un pò stupita, ma le tue labbra rimangono sigillate. Ed io impazzisco.
Agguanto la maniglia pronto ad andarmene " ...Buonanotte" irreverente come non lo sono mai stato.
" Potevi dirmelo "
Lascio la presa e chiudo gli occhi, quasi come se fossi stato scoperto. Ci siamo.
" Scusa?"
" Diane..."
Mi giro di scatto cercandoti come a voler trovare una conferma alle parole appena udite.
" Potevi dirmelo già da tempo, non sarebbe stato un problema, tu non sei più il mio attendente da tanto ormai e non sei costretto a starmi vicino. Spero che tu non abbia dovuto mentire alla piccola. In qualsiasi caso sai benissimo che sei libero di fare ciò che vuoi...sarei ben felice per voi"
Allora l'hai notato...ti sei accorta di quei gesti d'affetto; a volte le apparenze ingannano e dire che è proprio ciò che ha detto Alain, riaccendendo in me la speranza; ma ho sperato che tu ne fossi gelosa, non che ne fossi felice. 
Eppure non ti credo.
" Io non ho mentito a nessuno, ben che meno a Diane" Ovviamente non riesci a capire il reale significato.
Ti volti osservandomi titubante, quasi senza parole. Poi torni in te, recuperando un pò di freddezza. 
" Bene. Noto con piacere che ogni cosa sta andando al proprio posto..."
Basta. Ti voglio esasperare. Voglio vedere fino a che punto ti spingerai, Oscar.
" Diane è molto dolce. Chissà un domani, potrei pensare di abitare in una casa tutta mia"
" ...Davvero, Andrè?"
" Si,...e magari anche di sposarmi...Buonanotte, Oscar " Lascio cadere queste ultime parole in un silenzio acuto, mentre riapro la porta.
" ...Perchè?" La tua voce in un sospiro.
" ...Voglio dire, perchè lei...sei sicuro che ti ami, Andrè? E' così poco che vi conoscete"
" Non credo che Diane provi dei sentimenti così profondi per me..." ti confesso sarcastico.
" ...E...e tu?"
" Io, cosa...?"
" La ami?"
" ...Ma a te che importi poi?"
" E' una domanda semplice la mia, non dovrebbe essere difficile rispondermi...Allora la ami? 
" Beh, che importanza ha?"
" Come puoi pensare di sposarla, se non la ami? Come si può passare una vita insieme ad una persona senza volerle bene?"
Eccola la mia Oscar. Stai tornando, amore.
Non è tempo per me di demordere.
" Amare, non amare...non fa differenza. Non è forse così?"
Gli occhi lucidi, increduli, la bocca semiaperta. Ti senti presa in causa.
" Io,...io certo non avrei voluto farti arrivare al punto di ragionare in questo modo, non prendermi come esempio..." 
" Non è questo il punto!"
" E qual è il punto?!..."
" Come puoi passare una vita intera continuando a rinnegare l'amore?"
" Andrè, non è così semplice..."
" No, sei solo tu ad impedirtelo!"
" Anche tu, allora, saresti disposto a sposarti privandoti dell'amore!"
" Forse. Ma so di essere capace di amare, di un amore assoluto che ti toglie il respiro, ti toglie il sonno e tutto il tuo essere è donato ad una persona soltanto. A quella persona. L'unica. Io ho saputo riconoscerlo ed ammetterlo, anche se questo è significato soffrire, così come non mi è mai accaduto prima nella vita. Ma posso dire di essere stato fortunato, perchè vissuto. Tu...tu puoi dire lo stesso, Oscar?!"
" Io...anche se fosse, ora, non avrebbe più senso, Andrè..."
" Perchè, Oscar... "
Piangi. Lacrime lucenti riempiono i tuoi occhi addolciti da un dolore che spetta me raccogliere. Ed io non chiedo nient'altro. Le tue labbra appena incurvate come a rasserenarmi che va tutto bene, che si tratta solo di un attimo di debolezza e scorgo anche un lieve imbarazzo nei tuoi gesti, quando con una mano ti porti i capelli all'indietro 
liberandoti la fronte.
" ...Vai pure, Andrè..."
Non mi trattengo più, annullo la lontananza tra noi stringendoti tra le mie braccia e le mie labbra sfiorano leggere la pelle della tua guancia " Io non devo andare da nessuna parte..."
Scuoti la testa convulsamente e le tue unghie graffiano il tessuto della mia camicia raggiungendo la carne.
" Ti prego, vai Andrè...scappa da me. Ti terrei in trappola. Io voglio solo che tu sia felice"
La mia guerra con te sta iniziando solo ora.
" Tu sei la mia felicità" ti dico iniziando a baciarti il collo per risalire fino alla mascella. 
Cerchi di opporre resistenza, senza convinzione.
" Diane è perfetta..."
Sposto i tuoi lunghi riccioli da un lato per poi sussurrarti affannato dal desiderio al tuo orecchio, stuzzicandoti con la punta del naso il tuo lobo.
" Diane è solo la sorella di Alain, Oscar. Nulla di più " Ti bacio il mento e poi le guance e poi gli angoli della bocca dal sapore salato. I tuoi occhi incerti non hanno ancora compreso appieno il senso della mia ultima frase 
" Nessun inganno, solo quello che la paura nel tuo cuore ti ha fatto vedere. 
Solo tu sei perfetta, sei perfetta per me "
Le mie mani sui tuoi fianchi attirano il tuo corpo contro il mio, per poi strigerti la vita con possesso e la mia bocca affamata di te, ti cerca, ti brama trovando la tua pronta ad accogliermi.
E' subito passione, quella passione che abbiamo imparato a conoscere durante quelle notti clandestine. Una complicità da subito esistita, ma affinata e rafforzata si risveglia nel profondo. Eppure lo sento.
Questa volta è diverso. 
C'è calma e lentezza nei tuoi movimenti, mi guardi come se mi stessi vedendo ora per la prima volta.
Questa volta non scapperai; io non te lo permetterò fin quando le tue labbra non pronunceranno ciò che voglio sentire, quelle parole che stai tenendo relegate nel profondo perchè fanno paura. Perchè sai che una volta liberate, non ti sarà più possibile avere il controllo sui tuoi sentimenti. 
Le mie dita scorrono con indolenza sulla seta che cela la tua pelle delicata, sul tuo ventre fino a risalire sfiorandoti il seno, le spalle per poi intrappolare il tuo viso, che attiro a me. Il peso del mio corpo t'invita ad indietreggiare per poi arrestarci entrambi contro il tuo letto. Sussulti appena quando la schiena si poggia sul legno del baldacchino e capisci che non ti lascerò via di fuga da me. 
Mi fissi quasi impaurita, timorosa per ciò che sta accadendo tra noi; nemmeno quella notte, la prima, ti sei mostrata così vulnerabile; credo perchè non ti sei mai concessa di amare lasciando libero il tuo cuore. E sento di doverti dire qualcosa per confortarti.
" Sono sempre io, Oscar. Sono lo stesso Andrè di sempre" 
Ti sfilo la camicia dai pantaloni accompagnando i miei movimenti con scie di baci sul tuo corpo percorso da brividi fino a ritornare alla tua bocca e perdendomi di nuovo nell'intensità de tuoi occhi.
Faccio lo stesso con il mio indumento, lasciandolo cadere ai nostri piedi e guido le tue mani lentamente sul mio torace, in una carezza che non vorrei avesse fine. Chiudo gli occhi per assaporarne il piacere, per sentire con ogni fibra del mio essere la sensazione impareggiabile di questo contatto.
In un attimo di distrazione mi slacci i pantaloni ed io faccio lo stesso con te.
Ti osservo, bellissima ed indifesa.
Come non ti ho mai visto prima, ecco...fra poco avrò davvero la donna che amo.
Ti prendo tra le braccia sollevandoti da terra, mentre ti appoggi a me arrendevole.
Ti lascio sul letto, sola, ancora un istante, uno soltanto per ammirarti, amore mio.
I tuoi occhi urlano, Oscar, urlano il bisogno che hai di me ed io sorrido felice perchè finalmente riesco di nuovo a leggere i tuoi segreti. Ti raggiungo adagiandomi delicatamente, percependo chiaramente i nostri corpi combaciare perfettamente, ventre contro ventre, petto contro petto, bocca contro bocca. E' qualcosa di meravigliosamente indescrivibile come le nostre anime si riconoscono, si ritrovano dopo tanta attesa.
Sospiri profondamente.
E' così anche per te, non è vero? Sei tornata da me, sei a casa, Oscar. 
Lo so, è lo stesso anche per me.
Il tuo viso ad un soffio dal mio, ci ritroviamo a respirare l'aria dell'altro, a sfiorarci le labbra umide di baci e sento il bisogno di guardarti, di leggere la tua espressione, di percepire ogni particolare, mentre mi spingo in te con attenzione, con accortezza senza mai lasciare il tuo sguardo incatenato al mio. 
Stai per piangere, anche se combatti con tutta te stessa per tenere quelle gocce imprigionate; ma ti accorgi che non è sempre possibile controllare tutto e così ti arrendi, lasciandole libere. 
Non ti preoccupare, non cadranno nel nulla, ci sarò io a raccoglierle; blocco le tue lacrime tra le mie labbra, il loro sapore sulla mia lingua. Rapisco un pò di quel dolore che hai dentro o lo faccio mio. 
" Ti prego fermati...è uno sbaglio..."
Ma non ti credo neanche questa volta. Per tutta risposta sorrido lievemente e passo il mio pollice sulle tue labbra asciugandole. La mia mano accarezza i tuoi capelli morbidi per giacere tra essi, avvolgendo delle ciocche dorate tra le dita; ti stringo ancora più forte al mio petto e sprofondo in te, con maggior impeto, amandoti come solo io posso fare, senza remore, completamente, infinitamente.
E tu mi segui, questa volta mi assecondi, mi accompagni nei movimenti e non riesci più a trattenere le mani aggrappandoti alla mia schiena, offrendoti al mio amore; le tue dita tra i miei capelli e con l'altra mano premi sulle mie reni come se mi volessi ancora più vicino.
" Andrè..."
Il mio cuore è un diavolo nel petto; è la prima volta che pronunci il mio nome ed io perdo il controllo.
" Ti voglio Oscar...solo te, sempre. Ti proteggerò io, non sarai più sola. Non lo sei mai stata"
E non smetto di accarezzarti, di averti, perchè la fame di te è inarrestabile e le tue unghie s'infilano nella mia carne " ...Andrè, io..."
E lo sento che impazzisci se ti parlo, perchè solo io lo so quanto ti piace.(1)
" Dimmelo, Oscar. Dimmelo" La mia voce è un graffio sulla tua pelle " Dimmi che mi ami, come io..."
" Ti amo, Andrè. Ti amo "
Senza luce, sotto voce.(2)
Tu, mio amore... tu, Oscar, mi hai donato il tuo cuore.
 
 
 
 
* 1- 2: Frasi tratte sempre dalla canzone dei Modà.
 
 
Fine??
Si, credo proprio si!
Forse vi aspettavate qualcosa in più dopo la confessione di Oscar, ma ho preferito chiudere tutto con questo momento. In fondo tra loro era già chiaramente amore, mancava solo che Oscar lo ammettesse a sè stessa ed ovviamente ad Andrè! Sant'uomo!
Comunque vi lascio con una mia fan art e un mio video, quest'ultimo fatto come omaggio alla mangaka Mrs Kodemari (che adoro follemente).
Ecco...prendetela pure come una sorta di proseguimento!;)
Grazie a tutte! A presto!
Elisa


http://youtu.be/YkI9dm6NzL0







 
  
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