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Autore: HawkShy    13/09/2012    2 recensioni
Brittany è una ragazza che frequenta la scuola pubblica di giorno e lavora in televisione nel pomeriggio. Ma la sua classe non le permette di poter passare una vita tranquilla.
Fanfiction ispirata ad uno dei miei anime preferiti, Kodomo no Omocha, letteralmente "Il giocattolo dei bambini", ma conosciuto in Italia come "Rossana". Naturalmente non mi atterrò molto alla trama originale, ma mi servirà solo per una linea logica nella storia.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Brittany era fuori di sé dalla rabbia. Ma come facevano tutti quei ragazzi, così sicuri di sé, ad ascoltare una ragazza che dava ordine di mettere in soqquadro la scuola, ma nemmeno li considerava?
Stava lì, seduta su un banco, completamente persa nel suo mondo, ignorando il povero Artie che tentava sporadicamente di attirare la sua attenzione.
Per non parlare degli insegnanti che non intervenivano minimamente, soprattutto la professoressa Pillsbury, che non accennava a smettere di piangere come una bambina.
Doveva fare qualcosa, assolutamente, ne andava della sua istruzione e della sua sanità mentale.
-Dov’è il mio banco?- urlò cercando di sovrastare il frastuono. Alcune teste si girarono, ma fu questione di un attimo, poi ognuno riprese la sua attività (o non attività).
Brittany cominciò a farsi largo nell’aula spingendo chiunque le ostacolasse il cammino, causando alcune frasi di protesta.
Dopo aver controllato tutti i banchi, restò solo quello sotto il quale aveva il piede Santana.
Si avvicinò e lo riconobbe subito per l’incisione a forma di unicorno che lei stessa aveva fatto giorni prima. Alzò lo sguardo verso la mora che ricambiò come se la vedesse per la prima volta nella sua vita.
-Leva subito questa zampaccia da qui!- le ordinò. Per tutta  risposta la mora la ignorò totalmente e si voltò di nuovo verso la finestra.
-Sto parlando con te!- insistette Brittany.
-Brittany, forse dovresti lasciar perdere..- provò ad intervenire Artie con una nota di paura nella voce.
-No! Questo è il mio banco e io lo rivoglio, di a questa specie di amica tua di lasciarlo subito!- si pentì subito di aver risposto male ad Artie, ma il nervosismo si faceva sempre più strada dentro di lei. Santana continuava a non interessarsi alla situazione, così Brittany cominciò a gridare ordinandole di levare il piede.
Nel frattempo nella classe era calato un silenzio totale, tutti stavano aspettando un’improvvisa reazione della ragazza con la camicia a quadri, che non tardò ad arrivare.
Quando i rimproveri di Brittany stavano per diventare fastidiosi anche per la padrona stessa, Santana la guardò in cagnesco per un attimo, poi con un calcio spinse via il banco e di conseguenza Brittany.
Le ragazze trattennero il fiato. –Ti sei fatta male?- chiese subito Quinn.
Brittany si voltò verso la professoressa, che fissava immobile la scrivania, come se avesse deciso di ignorare totalmente l’accaduto. La bionda era shoccata, non poteva credere che anche quel gesto di Santana non avrebbe avuto nessuna conseguenza disciplinare!
-No- rispose a Quinn e cercò di tranquillizzare le sue compagne con lo sguardo, poi portò il banco il più lontano possibile da Santana e si posizionò proprio davanti la cattedra. Poi prese il suo zaino e tirò fuori i libri.
-Professoressa!- chiamò. La donna per la prima volta le prestò davvero attenzione. –Non ho capito quest’esercizio di matematica, per favore me lo potrebbe spiegare?
A Quinn, Rachel, Tina e Sugar per poco non cadde la mascella a terra. I ragazzi si alzarono e si avvicinarono tra di loro osservando la scena, alcuni con i volti divertiti.
Gli occhi della Pillsbury furono attraversati da una luce e immediatamente le tornò il sorriso, come presa da una nuova speranza. –Ma certo!- esclamò avvicinandosi alla ragazza.
Nel frattempo nel fondo dell’aula tutti si erano avvicinati a Santana e adesso cominciarono a trafficare intorno a lei nascondendo degli oggetti. Le ragazze li guardavano preoccupate e persino Mercedes e Shane smisero di baciarsi per seguire cosa stava succedendo.
-Te lo spiego alla lavagna- disse la Pillsbury. Prese un gessetto e si preparò a scrivere, ma non appena si voltò, un palloncino pieno d’acqua lanciato alla velocità della luce la raggiunse e le scoppiò sulla testa.
La stanza fu riempita dalle risate dei ragazzi che cominciarono uno dietro l’altro a lanciare palloncini verso la lavagna, creando un pantano micidiale. Le ragazze urlarono e cercarono di spostarsi, ma molte vennero lo stesso prese in pieno e a un certo punto la cosa più difficile da fare era diventata non scivolare.
Brittany che era miracolosamente riuscita a sfuggire ai gavettoni, era nascosta in un angolo della stanza e con la coda dell’occhio video Sugar uscire dall’aula, tornando poco dopo seguita da un uomo con i capelli ricci pieni di gel e gli occhi azzurri, il professor Schuester.
-Cosa sta succedendo qui?- urlò verso i ragazzi che incuranti di tutto continuavano ad urlare e ridere. Lauren e Rory avevano cominciato addirittura a fingere di pattinare, ma l’enorme stazza della ragazza non le permise di stare in equilibrio a lungo, così finì dritta dritta verso il cestino dell’immondizia, rovesciando tutto il suo contenuto a terra che non potette fare a meno di bagnarsi e creare una mini discarica a terra.
-Adesso basta! Smettetela!- continuò a gridare il professore, mentre la Pillsbury in preda al panico si era nascosta dietro di lui. Puck prese l’ultimo gavettone rimasto e colpì Schuester in pieno viso, inzuppandolo completamente. Il viso dell’uomo era trasfigurato dalla rabbia e sbattè un pugno sulla porta. –In presidenza! Subito! Vi faccio sospendere!
Per Brittany fu una scena al rallentatore. Si girò verso i suoi compagni con un sorrisetto soddisfatto ma cambiò immediatamente espressione quando vide Santana alzarsi per la prima volta e mettere una mano nella tasca esterna della camicia, tirando fuori qualcosa che a lei sembrò un foglio piegato, ma non ne mostrò il contenuto, si limitò ad attirare l’attenzione del professore con quel semplice gesto.
La ragazza si voltò verso i due insegnanti che adesso erano sbiancati entrambi, mentre l’uomo aveva perso tutta la sicurezza di poco prima.
Si guardarono un attimo, come se stessero decidendo silenziosamente il da farsi, poi Schuester mormorò “Andiamocene” ed entrambi uscirono dall’aula.
-Ci lasciate soli?!- gridò inutilmente Rachel, mentre in aula riscoppiava il pandemonio.
Brittany era rimasta senza parole, continuava a spostare lo sguardo da Santana, nuovamente seduta con le cuffie alle orecchie, e la porta dalla quale sono spariti i due adulti.
Cos’era successo? Che cos’era quel foglio? Perché si sono spaventati?
 
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Dire che Brittany era nervosa era un eufemismo. Camminava talmente veloce nei corridoi che a stento il povero Blaine riusciva a starle dietro.
-Potresti calmarti un attimo?-chiese il ragazzo, seguendola girando un angolo.
-Come faccio a calmarmi? Ti rendi conto in che situazione sono? E’ stato assurdo ti dico, assurdo!- era talmente arrabbiata che stava andando direttamente in studio prima di prepararsi, ma Blaine riuscì a bloccarla e la condusse nei camerini dove l’aspettava Chandler, il parrucchiere del programma.
-Buonasera Britt!- esclamò quest’ultimo allegro –Ciao Blaine..-continuò melenso. Blaine fece un cenno veloce con la testa, poi quasi spinse Brittany sulla sedia davanti il parrucchiere e cercò di tranquillizzarla.
-Adesso devi concentrarti sul programma, non permettere a quella Santana di distrarti!
La ragazza sbatté forte  un piede a terra, facendo sobbalzare Chandler che cercava di tenerle la testa ferma.
-Solo il suono di quel nome mi fa innervosire! Lo vedi? Tutto questo non fa bene alla mia salute!- esclamò massaggiandosi le tempie.
Blaine sbuffò –Per favore Britt, devi calmarti o rischi di andare in onda con quest’umore che non piacerà per niente al regista e io non ho voglia di farmi rimproverare! E poi pensa ai telespettatori, preferiscono vedere una ragazza sorridente in televisione piuttosto che una imbronciata!
Sorrise a Brittany che ricambiò, poi le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte. –Vado a cercare Jason, lo avviso che ti stai preparando.
-Va bene- rispose la ragazza che si era un po’ calmata, senza abbandonare l’aria imbronciata. Blaine uscì dai camerini  e immediatamente Chandler sospirò. Brittany lo guardò storto.
-Che bravo ragazzo Blaine!- esordì il parrucchiere. La bionda alzò gli occhi al cielo e non rispose.
-E’ un ottimo manager ed anche carino!- continuò quello.
-Lo so benissimo Chandler, è il MIO ottimo manager.- sbottò infastidita.
-Appunto per questo mi chiedevo se…magari…potessi organizzare un’uscita- propose strizzandole l’occhio.
-Scordatelo!- tagliò corto la ragazza.
-Ma..-provò quello.
-Ma un bel niente, non lascerò il mio migliore amico nelle tue manacce da depravato!- concluse la discussione, guardandolo torva.
Chandler sbuffò e riprese a pettinare i capelli a Brittany.
-E spazzolali ogni tanto!- esclamò all’ennesimo nodo.
 
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Il vecchio saggio di Kung Fu Panda aveva davvero ragione: il caso non esiste.
Proprio in uno dei peggiori giorni della carriera scolastica di Brittany, il programma aveva deciso di invitare un sociologo per parlare della dispersione scolastica.
Il presentatore, Jason, un uomo sui trent’anni moro, con delle buffissime basette e degli enormi denti leggermente sporgenti, ascoltava il professore ospite, un uomo pelato notevolmente in sovrappeso, con una barba curata e degli occhialini sul naso. Il suo abito notevolmente elegante e i suoi modi di fare piuttosto altolocati, lasciavano pensare che, nonostante la laurea, quest’uomo non aveva mai visto una scuola pubblica in vita sua.
Brittany ascoltava ad intermittenza, trovando le risposte del professore banali e piene li luoghi comuni, così ad ogni domanda di Jason cercava di darsi una sua personale spiegazione in testa.
-Quindi lei è convinto che il dialogo sia lo strumento migliore per far capire ai ragazzi che non hanno voglia di studiare quanto sia importante l’istruzione?- stava chiedendo Jason.
-Ovviamente- rispose l’uomo con le mani giunte sopra il pancione e annuendo.-Non servono le punizioni, bisogna aprirsi a questi ragazzi. Con le punizioni si usa soltanto violenza senza concludere niente, invece questi piccoli ribelli che non vanno a scuola o che ci vanno solo per disturbare, hanno bisogno di qualcuno che gli apra il cuore. Nessuno si salva da solo.
Brittany, seduta nella prima fila degli spalti insieme ad altri commentatori, fece una piccola risata isterica e ironica ma, quando notò che tutto lo studio si voltò verso di lei, capì che aveva lasciato il microfono acceso. Merda.
-Non è d’accordo signorina?- chiese quasi offeso il professore.
Brittany ripensò alla sua mattinata scolastica e si innervosì ancora una volta.
-No, non lo sono!- esclamò convinta.
Jason lanciò un’occhiata agli autori e si torturò nervosamente il colletto della camicia, mentre Blaine accanto a un cameraman faceva segnali a Brittany di non continuare.
-Quando dei ragazzi passano i limiti a scuola devono essere puniti! Non possono semplicemente essere rimproverati un paio di volte e basta! Non serve a niente il dialogo, a loro non importa niente degli stupidi discorsi moralisti, lo sanno perfettamente che stanno facendo qualcosa di sbagliato, è proprio per quello che lo fanno!
-Ehm…Brittany…-provò Jason guardandola preoccupato. Non si era nemmeno accorta di essersi alzata.
-No! Sono arrabbiata e queste parole mi innervosiscono perché io le provo in prima persona ogni giorno queste situazione, per colpa dei miei stupidi compagni che sono solo dei caproni che vanno dietro ad una menefreghista egoista, una stronza a cui non importa niente di nessuno!
-Ma di cosa stai parlando?- chiese stupefatto Jason, mentre il professore la fissava sconvolto.
-Di cosa? Di chi! Sto parlando di Santana, la più grande stronza che abbia mai conosciuto! Ed è assurdo che nessuno fa niente per metterla al suo posto!- quasi gridò l’ultima frase senza nemmeno rendersene conto. L’aveva rimproverata in pubblico. Aveva detto il suo nome in televisione!
-Bene, dopo questo sfogo di Brittany,che sicuramente sarà molto stanca, mandiamo la pubblicità!- esclamò Jason con un enorme, falso, sorriso verso la telecamera.
 
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Quella sera Brittany era seduta sul divano sorseggiando un’aranciata, mentre accanto a lei sua madre si faceva un solitario inventato da lei, usando sia le carte sia gli scacchi.
Brittany la osservava con la coda dell’occhio, chiedendo come si potesse fare un gioco inventato da sé stessi, con regole che si sarebbero tranquillamente potute infrangere tutte perché tanto non le conosceva nessuno. Mentre pensava a queste cose inutili, Blaine fece il suo ingresso nel salone, con l’aria stanca e il cellulare ancora in mano.
La bionda lo guardò dispiaciuta.
-Ho appena staccato al telefono con Jason- disse Blaine, facendo aumentare il suo senso di colpa –Gli ho chiesto scusa per il tuo insensato discorso di oggi, attribuendo la colpa ai pazzi ormoni adolescenziali e non alla tua completa e totale follia!- la guardò con aria di rimprovero, ma si addolcì immediatamente dopo l’adorabile broncio spuntato sul viso di Brittany.
-Mi dispiace Blaine, so di avervi sconvolto ma quel panzone mi ha fatto uscite dai gangheri, soprattutto dopo la mattinata che avevo appena passato! E’ di nuovo colpa di Santana che si insinua nella mia mente anche quando non dovrebbe! E’ sempre colpa sua!
-A proposito…- fece sua madre, girando una carta e spostando una pedina –Non avresti dovuto.
-Cosa?- chiese la ragazza.
-Fare il suo nome in diretta- rispose ovvia la madre.
-Prima di tutto non ho detto il suo cognome, e poi se lo merita! Ci fa pensare l’inferno a scuola e umilia i professori! Ho fatto una buona azione ad umiliarla in diretta!
-Condivido ogni parola- annuì la donna bionda- Ma lei sicuramente no! E l’hai detto tu stessa che è il capo di quegli idioti dei tuoi compagni, quindi aspettati una sua vendetta!- concluse con un sorrisino allegro, come se le avesse appena annunciato una visita al luna park.
Brittany si voltò terrorizzata verso Blaine.
-Non preoccuparti, ti proteggerò io!- esclamò quest’ultimo, indicandosi fiero. La bionda le saltò al collo, ringraziandolo.
-Anche se hai già 26 anni, sei ugualmente molto più basso della maggior parte di quei ragazzi, quindi ritengo il tuo intervento un po’ inutile- osservò come se niente fosse la signora Holliday, beccandosi un’occhiataccia da entrambi i ragazzi.
-Signora, è arrivato Jacob per il manoscritto.-annunciò Grace, entrando nel salone.
Da dietro di lei comparve un ragazzo con i capelli ricci gonfissimi, gli occhiali e una camicia abbottonata fino al mento. Era un po’ nervoso e leggermente sudaticcio.
-Buonasera, il manoscritto è pronto?- chiese timoroso. Dopo un minuto di silenzio, la madre di Brittany scoppiò in un’enorme risata.
 
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-Quindi mi raccomando, se qualcuno si dovesse avvicinare a te in modo minaccioso, chiuditi in bagno…
-“E chiamami al cellulare”! Si si lo so, Blaine, l’hai già detto.- disse Brittany, aprendo lo sportello dell’auto. Il ragazzo la guardò preoccupato. La bionda sorrise –Stai tranquilla, vedrai che non succederà niente- gli diede un bacio sulla guancia, poi scese e si diresse all’entrata.
Quasi tutti i ragazzi erano entrati, solo qualcuno si trascinava ancora a passo lento, prolungando il momento. Brittany fece in tempo a fare due passi, prima che qualcuno la afferrasse per lo zaino e la trascinasse in un luogo più appartato. Stava per mettersi ad urlare, quando si accorse che si trattava di Rachel e che accanto a loro c’erano tutte le altre ragazze.
-Cosa ci fai qui?- le chiese la moretta.
-Come sarebbe? Sono a scuola!-rispose sorpresa Brittany.
-Ti stanno cercando Brit!-esclamò Quinn- Non saresti dovuta venire oggi! Poco fa Puck e Mike sono entrati nel bagno delle ragazze e hanno aperto tutte le porte per controllare che tu fossi lì.
-Credo si siano leggermente incazzati per quello che hai detto ieri in tv!- annunciò Sugar come se avesse fatto la scoperta del secolo. Tutte la fissarono con in faccia un’espressione molto simile ad un “ma va?”.
-Non vi preoccupate ragazze, mala che vada posso chiamare Blaine e lui in tutti baleno si troverà qui- cerco nella tasca della sua giacca, ma dopo averla trovata vuota nella sua mente si fece spazio l’immagine di lei che posava il cellulare sul cruscotto della macchina.-Porca miseria!- esclamò.
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere alle facce perplesse delle sue amiche, perché l’intero gruppo dei suoi compagni, tranne Santana e Artie, le si parò davanti.
-Guarda chi c’è!- esclamò Puck, mettendo le braccia conserte e guardando Brittany minaccioso.-La nostra piccola premio Oscar. Cosa c’è, non ti consideravano più in quel programma idiota e hai deciso di attirare un po’ l’attenzione?
-Brittany andiamo via- la tirò per una manica Rachel, ma lei si liberò.
-No , questa è una faccenda tra me e loro, non vi preoccupate e andate in classe- rispose la bionda.
Dopo un paio di proteste da parte di Rachel, Quinn capì che non ci sarebbe stato verso di farla smuovere da lì e tirandosi dietro Rachel, le sussurrò “Andiamo a chiamare il professor Schuester”.
Sugar, inizialmente incerta sul da farsi, decise di seguire le due ragazze, lasciando Brittany momentaneamente sola.
-Belle amiche che hai!- esclamò Lauren, facendo ridere gli altri. –Sono scappate via e ti hanno lasciato qui!
-Ho detto io loro di andarsene, o siete anche sordi oltre che pecoroni?
I ragazzi si innervosirono e Rory fece un passo avanti verso Brittany, ma Puck lo bloccò.
-No- disse con un ghigno- comportiamoci da gentiluomini e lasciamo fare alle signore.
A quel punto fu Lauren ad avanzare e prese Brittany per il colletto della camicia, pronta a tirarle un pugno.
La bionda, cercando inutilmente di liberarsi dalla stretta solidissima della gigantessa, chiuse gli occhi e attese il colpo.
-Che sta succedendo qui?- si sentì una voce femminile profonda e roca, arrivare nella loro direzione. Tutti si bloccarono e guardarono Santana avvicinarsi con le sopracciglia aggrottate, seguita da Artie.
-La stiamo punendo Santana!- esclamò Puck trionfante.
-Chi vi ha detto di farlo?- chiese arrabbiata la latina.
I ragazzi rimasero shoccati.
-M..ma lei ha detto quelle cose ieri in tv!- rispose Lauren boccheggiando, tenendo ancora Brittany per il colletto.
Santana guardò un attimo la bionda e per la prima volta i loro sguardi si incrociarono.
Nero nell’azzurro e azzurro nel nero. Gli occhi di Brittany erano limpidi e solari, così come quelli di Santana erano scuri e misteriosi. Alla ballerina parve di vedere un’ombra di qualcosa dietro quello sguardo, ma cosa? Forse…tristezza?
-Lasciala stare, non mi interessa cosa ha detto- disse infine la mora. Lauren lasciò andare Brittany, che si stupì ancora una volta di come tutti si facevano comandare da lei. Tutti la guardarono con sdegno, poi seguirono Santana , che dopo quello scambio di sguardi era tornata ad ignorarla, e Artie, il quale invece la guardava dispiaciuto.
Brittany osservò il gruppo allontanarsi. Perché non l’aveva punita? Cos’era successo stavolta?




Note



Saaaaaalve a tutti!!!!
Ecco qui la seconda parte del primo episodio, anche questo bello lunghino!
Scusatemi se la storia finora è un pò lenta, ma bisogna preparare bene tutto quanto prima di entrare nel vivo!
Spero che questo capitolo vi piaccia, a me sinceramente non tanto, e che mi lasciate qualche bel commentino per farmelo sapere! :)
Non voglio per forza cose positive, anche insulti (ai limiti del legale XD) ma che almeno mi facciano capire se vale la pena continuare e se devo migliorare qualcosa!
Detto questo, alla prossima!
Besos
Fede
  
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