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Autore: PsYkO_Me    13/09/2012    3 recensioni
Riku sorrise ancora una volta. Pensò che vedere quel ragazzino perso dalla gioia fosse la cosa più bella del mondo. Restò un attimo perplesso da quel pensiero, ma lui aveva le idee ben chiare. Sapeva già cosa provava in realtà per Sora. Infatti si avvicinò al suo viso prendendogli delicatamente il mento e sussurrandogli «Aspetta di ricevere il mio regalo» lo baciò con tenerezza sulle labbra.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Sora chiuse gli occhi e inspirò profondamente. L’aria delicata gli entrò nei polmoni pulita e fresca. Lo rilassò per un breve istante prima che l’agitazione riprendesse a strozzargli lo stomaco. Il perché di quell’inquietudine che sentiva nel suo corpo non lo sapeva. Riku era stato sempre al suo fianco e quello non era altri che un giorno come tanti. Però quelle dita intrecciate alle sue gli stavano regalando strani battiti al cuore. Troppo. Veramente troppo strani. Da quando mai il suo cuore accelerava così tanto? Deglutì mantenendo gli occhi chiusi come l’albino aveva chiesto poco prima.
«Manca poco.» Sentì provenire da lui.
Cercò di calmarsi concentrandosi sui rumori attorno a lui. Non sapeva dove stesse andando, o meglio, lo stessero portando. Ragione per cui, con la curiosità a mille, cercò di usare il resto dei sensi per percepire qualcosa. Non aveva la benché minima idea di cosa stesse accadendo. Non capiva nulla! In quel poco tempo gli stavano venendo troppi dubbi.
Si bloccò quando andò a sbattere contro la schiena dell’amico che si era fermato senza preavviso.
«Non aprirli ancora. Devi avere ancora un po’ di pazienza.»
Fermo in un punto che non poteva definire, udì Riku trafficare in qualcosa che solo lui poteva sapere.
«Non resisto...» Mugugnò Sora mordendosi un labbro e stringendo gli occhi per obbligarsi a non guardare.
«Solo un attimo.»
Il piccolo castano iniziò a grattarsi, a saltellare sulle punte, a giocare con le dita intrecciate.
«Ci vuole molto?» Chiese impaziente. Ma non era colpa della sua poca pazienza, era l’agitazione per i suoi battiti a farlo diventare così.
Riku gli riprese la mano e lui di nuovo sentì il cuore accelerare come un treno. Sobbalzò a quel toccò così... inaspettatamente delicato.
«...Ora?» Chiese titubante. Sempre per colpa delle sue emozioni.
«Aprili.»
Aprì i suoi grandi occhi azzurri e la prima cosa che vide fu un sorriso che si era posato sul viso perfetto di Riku. Un sorriso che era accompagnato da uno sguardo profondo e sincero. Era davvero Riku quello davanti a lui? Il ragazzo che si divertiva a prenderlo in giro e a fargli notare la sua superiorità? Non poteva lamentarsi però, perché adorava pensare che quel sorriso fosse tutto per sé.
«Buon compleanno.» Sussurrò con tono gradevole.
Sora sembrò essere catapultato finalmente nella realtà. «Co-compleanno?»
Riku sgranò gli occhi. «Ma come? Te ne sei dimenticato?»
A quanto pare sì.
A quel punto Sora notò finalmente il posto in cui era stato portato. Davanti a sé aveva quel mare che in teoria vedeva da sempre, ma stavolta era differente. Riku lo aveva portato in alto, così in alto che poteva vedere qualsiasi cosa da lassù. Persino il vento gli cullava i capelli in modo diverso. L’acqua pareva una tela piena di colori e il sole in tramonto la dipingeva con varie sfumature d’arancio e di rosso. Riuscì a vedere addirittura due delfini che saltavano e si rincorrevano. Oh, era un posto veramente favoloso. Indescrivibile nella sua magnificenza!
Un sorriso aperto dipinse il viso del castano, che con la felicità fin delle ciocche dei capelli, si era precipitato alla ringhiera di legno per assaporarsi al meglio quel panorama.
«Cavolo, ma è stupendo!» Esclamò con gli occhi che brillavano.
«Allora ti piace?» Chiese l’amico avvicinandosi e appoggiandosi alla ringhiera.
«Oh sì!»
Riku sorrise ancora una volta. Pensò che vedere quel ragazzino perso dalla gioia fosse la cosa più bella del mondo. Restò un attimo perplesso da quel pensiero, ma lui aveva le idee ben chiare. Sapeva già cosa provava in realtà per Sora. Infatti si avvicinò al suo viso prendendogli delicatamente il mento e sussurrandogli «Aspetta di ricevere il mio regalo» lo baciò con tenerezza sulle labbra.
A Sora bruciarono le guance dall’imbarazzo. Ma scoprì che quel bacio non gli faceva ribrezzo, anzi, scoprì che in realtà lo stava desiderando. Per una buona volta si sciolse e chiuse gli occhi allungando le braccia attorno al collo di Riku. A quel contatto, anche Riku si lasciò andare e strinse forte a sé il piccolo corpicino. Poi aprì le labbra e senza pensare ad altro iniziò ad usare la lingua nei baci. Con stupore, notò che Sora contraccambiò senza esitazioni. Ormai entrambi si erano abbandonati l’uno all’altro, lasciando che solo i loro cuori decidessero la via da seguire. E entrambi stavano desiderando la stessa cosa: continuare quei baci che vacillavano tra l’amore e la passione. In quel posto incantato, accarezzati dal vento e illuminati dagli ultimi raggi di sole, il tempo sembrò essersi fermato.
 
Quando tornarono a guardarsi negli occhi, Sora sentì nuovamente le vampate di calore per l’agitazione e l’imbarazzo.
«Oddio cos’abbiamo fatto...» Sussurrò con gli occhi spalancati.
«Ti stai già pentendo?» Chiese Riku in un tono affatto buono. Era distaccato e sembrava reprimere qualcosa di molto più grande di lui.
«Io... Ecco...»
«Ok. Va bene, ho capito.» Disse prima di voltarsi, probabilmente con il desiderio di sparire per sempre.
La mano di Sora però lo fece tornare ad osservare quei grandi occhi blu insicuri.
«No, non hai capito... Sono io che non capisco... È successo tutto in modo così imprevedibile... Mi sento confuso, è come se stessi sognando!»
Riku gli arruffò i capelli senza abbandonare l’espressione seria. «Torna da me quando avrai capito.»
Sora però non voleva che quel ragazzo di girasse ancora, quindi gridò: «NO!» E anche se non sapeva cosa stava per dire continuò: «So che ho bisogno di te più di quanto io creda. E vederti così mi fa sentire maledettamente male, non voglio che tu ora torni a casa e magari ti penti. Quello è stato il mio primo bacio e...» Prese un attimo fiato. «Ed è stato più bello di quanto potessi immaginare.» Mormorò.
Riku lo stava ascoltando, ma sapeva che se voleva che quel ragazzo non se ne andasse, doveva dire altro. Si avvicinò e gli accarezzò il petto abbassando lo sguardo sulla maglietta.
«Il mio cuore batteva come non ha mai battuto in tutta la mia vita. Nemmeno quando ho provato paura il mio cuore si è messo a battere in quel modo. Quello che voglio dire è... Che ho già capito. Mi hai solo preso alla sprovvista. Ma ciò non cambia i miei sentimenti.»
Quelle frasi lo facevano vergognare da morire, ma erano cose vere e andavano dette. Riku all’improvviso lo abbracciò affondando il viso nell’incavo della piccola spalla di Sora. Il castano per un primo momento s’irrigidì, ma poi, con un sorriso sereno, ricambiò l’abbracciò.
 
Quello era stato un inizio particolare, di certo. Ma l’amore è questo e altro. Imprevedibile, imbarazzante, incomprensibile... Diverse sono le sfumature di questo sentimento bizzarro e una cosa è certa: arriva quando vuole. In qualsiasi momento. 

___
E' il mio compleanno! XD Eh sì, ecco il motivo per cui Sora compie gli anni in questa fic. u.u 
Uddio da oggi sono ventenne... Ma com'è possibile?! Dove?! Io?! Ok, va bene... 

   
 
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