Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ReyHaruka    13/09/2012    2 recensioni
Usagi non riusciva più a pensare liberamente, la sua mente era totalmente annebbiata, i suoi sensi erano persi a seguire ogni minima sensazione che la portava a voler confessare quei sentimenti che Haruka le stava scatenando.
Il suo profumo, così intenso...
I suoi occhi, così profondi...
Il suo calore, così vicino...
Il suo respiro, così dolcemente leggero...
Usagi lasciò che le azioni prendessero il sopravvento.
Smise di pensare, smise di porsi domande.
Si lasciò andare, e rispose alla provocazione dischiudendo le sue labbra nel bacio che posò su quelle di Haruka.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Endymion, Haruka/Heles, Michiru/Milena, Serenity | Coppie: Endymion/Serenity, Haruka/Michiru
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




     3- Blu oceano e giallo limone

Durò solo qualche breve istante... ma la dolce principessa della Luna rimase rapita dal sentimento che quel baciò sprigionò.
Il volto della ragazza si colorì della più rosea sfumatura che le sue gote potessero concederle.
«Usagi-sama?...»
Fu solo un bisbiglio confuso e lontano, incapace di distogliere l'attenzione di Usagi da quegli occhi che continuavano a guardarla come se desiderasse che quello sguardo continuasse a fissarla così per l'eternità.
«Usagi-sama?...»
Il sorriso di quel ragazzo era così bello... mai le era capitato di rimanere così affascinata dalla bellezza di qualcuno.
«Usagi-sama?...»
Il bisbiglio assunse la forma di un richiamo non troppo lontano.
Quelle labbra, così sottili, così perfettamente definite, così soavi...
«Usagi-sama?...»
Il richiamo ora suonava abbastanza chiaro, ma neanche il continuo avvicinarsi della persona che lo stava proferendo poteva convincere Usagi a distrarsi da quel viso che aveva rapito la sua totale attenzione.
«Usagi-sama?...»
La voce era davvero prossima.
Usagi si protese lentamente in avanti, senza smettere di perdersi negli occhi di quel ragazzo, come a voler sfiorare nuovamente quel viso angelico.
«Usagi-sama!»
Questa volta la voce risuonò da così vicino, che a sentirla, la principessa scattò in piedi, voltandosi in direzione dell'ancella che, ancora ansimante per l'affanno della sfrenata corsa che aveva compiuto, la fissava con le lacrime agli occhi.
«Luna!»
Usagi non credeva ai suoi occhi.
«Usagi-sama!»
Quest'ultima esclamazione scatenò il pianto disperato dell'ancella, che con le ultime forze rimastele in corpo, si lanciò ad abbracciare la principessa.
«Luna cosa-»
«Meno male state bene!»
L'abbraccio di Luna era forte, come può esserlo solo quello che si dà ad una persona che non si vuole più perdere.
«Ero così spaventata! C'era del sangue... ho temuto... ho temuto...»
Luna non avrebbe mai avuto il coraggio di terminare quella frase, e per fortuna ci pensò il suo singhiozzare a giustificarne l'interruzione.
«Sangue?...»
Usagi era confusa dalla presenza di Luna nel suo sogno...
“Ma certo! Il sogno, il sangue!”
La principessa ricordò rapidamente la catena di eventi che l'avevano portata dal suo principe.
“Il principe!”
Usagi si voltò come poté, ancora stretta nell'abbraccio di Luna, per scorgere di nuovo il ragazzo del sogno.
«E'... scomparso...»
Le parole di Usagi fecero allentare la presa dell'ancella, che notando lo sguardo fisso della sua signora, in direzione della base del grande albero all'ombra del quale si trovavano, non poté evitare di domandare «Di cosa state parlando?»
Il vuoto che l'improvvisa scomparsa del principe fu rimpiazzato da un lieve profumo di vento.
«Mia signora, state bene?» Luna fece un passo indietro per poter osservare Usagi e capire se riportava effettivamente qualche ferita. «Mi sembra di vedere che siete sana e salva!... oh quanto ne sono lieta!» Gli occhi di Luna smisero di piangere, ma rimasero a lungo lucidamente commossi nel vedere la sua amata principessa ancora viva.
«Vedendo quelle tracce di sangue nelle Vostre vuote stanze, ho temuto Vi fosse successo qualcosa di orribile! Temevo qualche nemico Vi avesse aggredita durante la notte...»
“Tracce di sangue?”
Usagi tornò a prestare attenzione a Luna.
«Di quali tracce stai parlando?»
«Ma come di quali tracce? Vi ho appena spiegato che dalla Vostra camera ho trovato tracce di sangue! Ero così preoccupata e temevo che persino seguendole sarei giunta troppo tardi qui per salvarVi.»
Usagi ancora non capiva di cosa Luna stesse parlando.
«Qui dove Luna? Nel mio sogno?...»
L'ancella sgranò gli occhi realmente stupita della mancanza di cognizione spazio-temporale della sua signora.
«Ma di quale sogno state parlando mia principessa? Vi sto dicendo che questa mattina sono venuta a svegliarVi come di consueto, ma al mio arrivo non Vi ho trovata, e seguendo le tracce di sangue che pregavo non fosse il Vostro, Vi ho ritrovata qui, sul pianeta Urano, al quale siete giunta attraverso l'entrata nella Sala di Passaggio.»
“Non ci troviamo quindi nel mio sogno?”
La testa di Usagi si riempì di confusi ricordi, nel tentativo di trovarvi un nesso logico.
«Il simbolo di Urano...»
Alle parole di Usagi, s'accompagnarono i pensieri tra i quali spiccò chiaro il ricordo dell'incisione che aveva intravisto sul secondo portone aperto nella penombra della sala devastata.
“Possibile non si sia trattato solo di un sogno?”
«Non mi dite che eravate convinta di sognare...» La voce canzonante di Luna venne bruscamente  interrotta dal sentito pizzicotto con il quale la principessa afferrò la guancia dell'ancella.
«AHIA! Ma cosa Vi salta in mente?! Se volete accertarVi del fatto che non è un sogno...»
Luna ricambiò il favore con un altrettanto forte pizzico, il quale convinse Usagi del reale dolore che stava provando.
«Benedetta ragazza! Chi Vi capisce è davvero brava... su, torniamo a palazzo per prepararVi e fare colazione.»
Luna fece strada alla sua signora lungo tutto il tragitto di ritorno, dando il tempo ad Usagi di potersi perdere ancora per un po' nei suoi pensieri.
“Questa è la realtà... non stavo sognando!”
La ragazza si portò le dita sul punto dove Luna l'aveva pinzata.
“Questo dolore...”
Il sangue che irrorava la sua dolorante gota, le riportò alla mente il tepore spontaneo di cui poco prima il suo viso le aveva fatto dono, a ricompensa della felicità che quel bacio le aveva regalato.
“Quel ragazzo... esiste... quel bacio...”
Le sottili dita di Usagi si spostarono dal viso alle labbra.
“Il mio primo bacio...”

*       *       *


Durante il cambio di abito, le due ragazze ricostruirono a grandi linee quanto accaduto la notte precedente, ipotizzando che al sogno di Usagi si fossero mescolati continuamente elementi onirici e reali, causando così una sorta di sogno ad occhi aperti il quale accompagnò la principessina nella fuga sua sonnambula.
Usagi pensò di tenere per sé quanto accaduto col bel ragazzo che ora non era più troppo certa di aver realmente incontrato.
«Oggi mi attendono le visite dei castelli di Urano e Nettuno, giusto?»
La principessa era più che convinta che, una volta tornata su Urano, avrebbe potuto chiarire ogni dubbio.
«Si mia signora, il programma era questo ma...»
La risolutezza che aveva preso il controllo di Usagi non ammetteva alcun 'ma'...
«Mi sento benissimo Luna. Sono pronta a partire.»
Luna osservò il cibo intonso di fronte alla sua principessa.
«Non dubito di questo mia signora» l'ancella mentì a questo proposito... era sinceramente sconcertata dagli ultimi avvenimenti, e pure dallo strano comportamento della sua principessa, a cominciare dall'impensabile mancanza di appetito, mai riscontrata in tanti anni di servigi «quello che volevo dire, è che ci è giunta comunicazione ufficiale, secondo la quale la principessa Haruka sarà impegnata in una missione per qualche tempo, e quindi dovremo rimandare la visita del suo palazzo di qualche giorno, fintanto che non vi farà ritorno.»
Usagi non poteva credere alle proprie orecchie.
“Come può essere? Proprio ora?”
«Sto già predisponendo gli ultimi preparativi per la visita alla principessa Michiru. Sono sicura che avrà molto da imparare dalla sua regalità, e dall'encomiabile eleganza che...»
Le parole di Luna si fecero un brusio privo di qualsivoglia significato.
Lo sguardo di Usagi era perso nel nulla... in un istante, poche parole avevano cancellato  ogni traccia di convinzione.
“Calma... Va bene così... in fondo si tratta solo di aspettare qualche giorno...”
Usagi non riusciva a credere all'intensità con la quale i sentimenti le si stavano manifestando in questi giorni, la totalità con la quale l'assorbivano era qualcosa di totalmente nuovo, qualcosa che doveva solo imparare a gestire.
Ecco sì, gestire era la parola più appropriata.
L'attenzione di Usagi tornò tra i presenti solo una volta al cospetto della meravigliosa principessa di Nettuno.
Mai in vita sua aveva visto una ragazza di tale bellezza ed eleganza, ogni suo minimo particolare esaltava quella naturale regalità che emanava con ogni sua movenza.
Usagi ne rimase talmente ammaliata da compiere il più sincero degli inchini, in segno di totale rispetto nei confronti di quella figura tanto raffinata ed armonica.
«Mia signora!» esordì Luna. L'ancella sapeva perfettamente che il galateo imponesse alla principessa ospitante il primo inchino, e non viceversa.
Usagi divenne di un rosso paonazzo.
Agitata si affrettò a sollevarsi e mantenendo uno sguardo basso dall'imbarazzo, prese a sistemare nervosamente la gonna del suo lungo abito bianco, mentre tentava impacciatamente di porgere le sue scuse per la scortesia.
«Io... non intendevo!... sono... mortificata... la principessa Michiru è così bella... mi sono inchinata senza pensarci!...»
Luna prese le mani di Usagi per fermarla da quel frenetico gesto ripetuto di lisciaggio dell'abito.
«Benedetta ragazza, su, almeno chiedete scusa in maniera appropriata...»
Michiru assistette stupita in silenzio a tutta la scena, fino a che pure lei si fece contagiare da quella dolce spensieratezza che avvolgeva la principessa della Luna, tanto da non riuscire a nascondere, nemmeno con l'ausilio della mano che aveva aggraziatamente portato al viso, quella sommessa risata che riportò l'attenzione delle due ospiti alla ragazza dai fluenti capelli acqua marina.
«Non Vi preoccupate Lady Serenity, sentiteVi libera di esprimerVi come più Vi aggrada al mio cospetto.»
La splendida principessa di Nettuno accompagnò queste parole con il suo di inchino.
Usagi rimase ancora una volta impressionata dall'eleganza che accompagnava ogni movimento di Michiru.
«Piuttosto, signorina Luna, per quanto riguarda quella faccenda riguardante sua maestà la regina, potrebbe seguirmi un momento?»
Luna capì immediatamente a cosa si riferisse Michiru.
«Certamente» l'ancella si rivolse poi alla sua principessa « Usagi-sama...»
Per un attimo, Usagi pensò di ribattere correggendo l'amica con il consueto 'U-sa-ko', ma percependo quella certa tensione nell'aria, preferì rimanere in silenzio.
«Voi rimanete pure un attimo qui, non ci vorrà molto.»
«Se Vi aggrada fate tranquillamente un giro del castello o del giardino, la questione non dovrebbe impegnarci troppo a lungo.»
Usagi seguì con lo sguardo la direzione della mano con la quale Michiru le stava indicando i giardini.
«Certamente!» esordì la testolina buffa «Aspetterò lì.»
Il sorriso di Usagi si riflesse nell'altrettanto sincero sorriso della ragazza di Nettuno.
Quando Michiru e Luna si assicurarono che la principessa si fosse allontanata sufficientemente, l'ancella interruppe il silenzio che era calato esternando il pensiero che temeva potesse corrispondere all'argomento che avrebbero toccato.
«Si tratta della Visione dello Specchio, vero?» Luna non riuscì a non stringere le sue mani in una morsa, in attesa della risposta.
«Purtroppo sì.» Michiru fece alcuni passi, sino a portarsi all'enorme vetro che fungeva da parete, e attraverso il quale poteva intravedere i lunghi codini biondi della principessa Serenity che in tutta la sua allegria si stava osservando intorno. «Speravo che nei giorni la premonizione che lo Specchio mi aveva indicato mutasse... specie dopo l'intervento del quale abbiamo incaricato la principessa Haruka... ma a quanto pare nemmeno i suoi sforzi nell'arrestare l'avanzata delle creature che si nascondo ai confini del Sistema Solare sembra possa incidere in qualche maniera su quel presagio...» Michiru appoggiò la fronte alla superficie liscia.
«Questa non è una bella notizia... sopratutto in questo momento... cosa dovremmo fare? La Regina Selene ha già disposto la maggior parte delle difese, ma neanche la strategia di anticipare l'avanzata di forze esterne sembra cambiare il futuro?» Luna rivolse il suo sguardo nella stessa direzione di Michiru, ed entrambe si concessero alcuni minuti per pensare.
«Temo che questa volta sarà necessario l'intervento di Sailor Saturn...» Michiru pronunciò queste parole in un debole sospiro.
«No! Non possiamo fare una cosa del genere! Risvegliare lei equivarrebbe a rassegnarsi alla prossima distruzione del Regno Argentato! E' ancora troppo presto per arrendersi... ci deve essere qualcosa che possiamo fare!» Luna alzò la voce più di quanto avesse voluto, non voleva certo essere sgarbata, ma l'idea che presto tutto sarebbe stato distrutto, e che tutti gli abitanti del Silver Millennium sarebbero periti, non le permetteva di mantenere quella calma che di solito la distingueva.
«Non intendevo consigliare una resa Luna-san, vi chiedo scusa per il mio piccolo sfogo... ma sono davvero al limite... ogni giorno controllo e ricontrollo le poche immagini che lo Specchio mi ha mostrato... ma non riesco a trovare alcun indizio sulla causa della calamità che si sta per abbattere... mai prima d'ora avevo avuto problemi ad identificare gli elementi presenti in una premonizione, ma questa volta è diverso.» Michiru fece dei suoi due grandi splendidi occhi color dell'oceano una fessura, e dopo aver raccolto i suoi pensieri si voltò a guardare la sua interlocutrice. «Questa volta, potrebbe provenire dall'interno.»
Gli occhi di Luna si sgranarono in chiaro segno di incredulità.
«Da... dall'interno?... Intendete forse dire che il nemico potrebbe nascondersi tra gli abitanti del Sistema Solare?»
«E' solo una mia supposizione, sia chiaro... comunque, sì, è l'unica conclusione sensata alla quale sono giunta.» Michiru non era di certo il tipo di persona capace di scherzare o tantomeno proferire affermazioni tanto azzardate su argomenti tanto seri. Luna sapeva, sapeva perfettamente che se la principessa di Nettuno era giunta a questa conclusione c'era un'attenta analisi alle spalle.
«Il mio talismano è potente, come quello delle mie compagne del Sistema Solare Esterno, e proprio per questo motivo noi siamo messe a protezione delle minacce periferiche, e dai pericoli delle invasioni di altre galassie... e forse è per questo motivo che questa volta non riesce ad indicare chiaramente la causa della futura distruzione del nostro amato Silver Millennium.»
Le mani di Michiru si chiusero a pugno.
«Possibile che si tratti davvero di un pericolo interno al nostro regno?... chi potrebbe mai volere una simile catastrofe?» Luna non se ne capacitava, non riusciva davvero a pensare ad una sola persona che potesse anelare alla distruzione totale di un mondo tanto pacifico e sereno, né alle motivazioni che potessero spingere qualcuno a portare il caos.
«Purtroppo non posso affermarlo con certezza... ma questo potrebbe essere un dettaglio da non trascurare.» Michiru si diresse al piccolo tavolino che si trovava a pochi passi da lei, e dal cassettino dello stesso tirò fuori una busta sigillata dal timbro della casa Kaioh.
«Questa lettera è la stesura completa della visione che lo Specchio mi ha dato, e le conclusioni alle quali sono giunta, vi chiedo di consegnarla a sua maestà la Regina Selene, in modo che ne prenda piena visione, e possa agire di conseguenza alla luce dei nuovi fatti.»
Luna prese in consegna la lettera.
«Io continuerò a vegliare sullo Specchio in cerca di nuove informazioni, in attesa di nuovi sviluppi. Purtroppo non c'è molto altro che io possa fare per essere d'aiuto...» Lo sguardo di Michiru si fece triste ed assorto in qualcosa di lontano.
«Non vi preoccupate principessa Michiru! Voi siete una delle risorse più preziose di cui disponiamo, ed il vostro contributo è più di quanto possiamo chiedere.» Luna si inchinò alla ragazza in segno di ringraziamento.
«Lo spero Luna-san, lo spero...»

*       *       *


Una volta all'esterno, la principessa della Luna poté notare la magnificenza del Maniero Kaioh.
Il castello era un complesso di superfici riflettenti, si estendeva prevalentemente sul piano orizzontale, fatta eccezione per un'unica grande camera posizionata al centro della struttura, risultandone l'unico spazio al secondo piano.
Il giardino antistante era un rigoglioso insieme di piante tropicali, dai più svariati e sgargianti colori.
La flora occupava però solo un terzo del giardino, lo spazio restante era ricoperto della più fine e candida sabbia che si potesse trovare in qualsiasi angolo del sistema solare.
Il suo candore si mescolava nella più affascinante varietà di sfumature che il mare, con il quale si fondeva, potesse offrire.
Pura poesia per gli occhi.
Incantevole quanto lo era stato lo spettacolare lago di Urano...
La trasparenza e la cristallinità di quelle acque non aveva eguali.
La principessa lasciò che il suo sguardo vagasse libero lungo tutto l'orizzonte, per poter assaporare a pieno ogni dettaglio di quel paesaggio.
Fu proprio mirando a largo che Usagi poté notare una piccola isola, non troppo lontana, sulla quale si poteva intravedere una costruzione architettonica riconducibile ad una piccola casa.
«Quello è il mio rifugio.»
La voce proruppe talmente improvvisa da far sobbalzare Usagi.
«E' in quel luogo che passo la maggior parte, se non addirittura tutto il mio tempo.»
La ragazza dai capelli acqua marina ora aveva affiancato Usagi.
«Vi farebbe piacere recarvi visita?»
Michiru attese la risposta al suo invito con il più cordiale dei sorrisi.
«Certamente!» il volto di Usagi s'illuminò di gioia e curiosità «Se non vi dà fastidio il pensiero di condurvi una persona estranea...»
Michiru non poté evitare di fissare stupita la sua principessa: come poteva considerare se stessa un'estranea?
Quella dolce ragazzina bionda, era davvero il più sincero esempio di spontaneità.
«Quello che voglio dire è che... ehm... avete appena detto che è il vostro rifugio... non vorrei vi sentiste in obbligo di accontentarmi data la situazione... io credo che essendo un posto importante per voi... ecco...» Usagi finiva sempre col trovare difficile spiegarsi in maniera chiara, continuava a sentirsi nervosa di fronte a Michiru, tanto da arrossire di continuo, e spostare spasmodicamente lo sguardo dal volto della principessa di Nettuno alla sabbia.
Michiru cedette nuovamente alla simpatia che quella ragazzina le suscitava con la sua purezza quasi infantile.
«Lady Serenity, mia signora, non è certo per obbligo che mi sono permessa di porgerle quest'invito, sarei realmente lieta di mostrarle il mio santuario, perché penso che sia il luogo migliore dove poterci conoscere meglio.»
Usagi riuscì a tranquillizzarsi, e riacquisita la sua naturale allegria, annuì vistosamente con il capo, in segno di assenso.
«Dov'è Luna?»
«La signorina Luna è dovuta rientrare in anticipo per recapitare un importante messaggio alla Regina.»
Michiru rispose facendo alcuni passi verso il mare, fermandosi giusto dove l'acqua accarezzava ritmicamente la sabbia.
«Quindi, se siete d'accordo, mi occuperò io di Voi durante la Vostra permanenza.»
La ragazza concluse la frase portandosi le mani dietro la nuca, e con un delicato gesto, sciolse il nodo che teneva su il suo elegante, leggero abito color dell'oceano.
Il viso di Usagi si fece nuovamente rosso alla vista del corpo nudo della principessa di Nettuno, dell'armonia delle sue forme e del candore della sua pelle.
«Vogliamo andare?»
Michiru si voltò verso Usagi, come ad incoraggiarla a svestirsi, ma la biondina, visibilmente confusa, riuscì a replicare solo con un «Eh?»
Nemmeno in quest'occasione Michiru poté trattenere il risolino che la sua principessa le scatenò.
«Lady Serenity, l'isola, per raggiungerla l'unica strada è il mare.»
Usagi rivolse la sua attenzione all'isola.
«Dovremo attraversare a nuoto, è un problema? Magari non sapete nuotare?»
Il tono di Michiru ora era seriamente preoccupato, sperava di non aver offeso in qualche modo la sua principessa.
«Che sciocca! Ovvio... è un'isola!» Usagi affiancò la sua affermazione con un'espressione da illuminazione improvvisa.
Le due ragazze si guardarono lasciandosi andare in un duetto di risate.
Una volta compresa la situazione, Usagi si fece gentilmente aiutare da Michiru per sfilare lo sfarzoso vestito della principessa lunare, ed una volta riposto al sicuro sulla spiaggia, entrambe fecero il loro ingresso in acqua.
Nuotarono senza sosta, ad una velocità che ad Usagi sembrava sostenuta, fin quando non si accorse che l'andatura della ragazza di Nettuno era su tutto un altro livello.
Raggiunsero l'altra sponda, ed al suo arrivo, Usagi trovò Michiru ad attenderla, con una mano protesa a porgerle un telo per asciugarsi e l'altra impegnata a reggere un leggero vestitino.
Una volta pronte, le due ragazze entrarono nel monolocale presente sull'isola.
Quella costruzione era effettivamente composta da un'unica grande stanza, tutta tappezzata di cuscini, e dava sul porticato antecedente, regalando un'altra splendida vista sul mare.
«MetteteVi pure comoda Lady Serenity, io intanto preparo del thé, gradite anche dei biscotti vicino?»
A quelle parole gli occhi di Usagi si fecero più vividi che mai «Biscotti? Ah! Che bello!» la giovane principessa bionda era davvero l'incarnazione della sincerità.
Michiru trattenne a stento la solita risata, e con un sorriso stampato sul volto si mise a riempire la teiera.
Usagi si diresse al centro della stanza, dove c'era un tavolino basso, al fianco del quale si sedette.
Sopra al tavolo vi erano un sottile vaso contendente una piccola delicata rosa gialla, ed uno specchio, e fu solo una volta preso in mano quest'ultimo che Usagi si accorse del simbolo di Nettuno impresso sul retro e del significato che esso aveva.
“Deve essere il talismano della principessa Michiru... come una vedetta, funge da allerta per eventuali invasioni...”
Il pensiero delle parole di Luna fece irrigidire la giovane principessina, che si affrettò a riporre lo specchio dove l'aveva trovato e a distogliere lo sguardo, spostandolo dal tavolo al violino riposto su uno dei cuscini un po' più in là.
«Woah... voi suonate principessa Michiru?»
A questa domanda Michiru prese il limone che si stava accingendo a tagliare.
«Gradireste ascoltare qualcosa Lady Serenity?»
L'offerta fu subito accolta dall'entusiasmo di Usagi, che come un cagnolino si sedette sull'attenti, in modo da poter godersi al meglio la melodia.
Michiru prese lo strumento ed il suo archetto, e si spostò sul porticato, dove cominciò  la soave mescolanza di una melodiosa musica, intrecciata con la grazia di una complessa danza, grazie alla quale elegantemente riusciva a far rimbalzare ritmicamente il limone.
Alla fine dello spettacolo, Usagi espresse  tutta la sua approvazione con il più sonoro degli applausi «Siete bravissima principessa Michiru! Non avevo mai udito o visto niente di simile prima d'ora!» Mentre Usagi continuava il suo sproloquio di complimenti, la ragazza dai capelli azzurro marino serviva il thé.
«Sono contenta sia stato di Vostro gradimento, l'arte del violino e l'arte della pittura sono le forme nelle quali sento di riuscire ad esprimermi al meglio.»
Michiru non sapeva che pronunciando queste parole avrebbe scatenato l'ennesima curiosità in Usagi.
«Pittura? Voi dipingete?»
Michiru si sorprese in un primo momento della reazione della sua principessa, ma ben presto decise di assecondarla indicandole le innumerevoli tele appese alle pareti.
Usagi quasi non proferì parola per tutto il tempo che impiegò ad ammirare le innumerevoli opere d'arte presenti.
«Voi siete incredibile principessa Michiru!»
«Volete provare?»
L'improvvisa proposta di Michiru spiazzò Usagi.
«Cosa?! No no! Io sono una schiappa in questo tipo di cose... non saprei disegnare neanche l'imitazione di un coniglio... figuriamoci qualcosa di anche solo lontanamente paragonabile a questi quadri!»
«Intendevo, a posare per me.»
Michiru dovette nascondere con la mano l'ennesimo sorriso che quella dolce principessa le aveva regalato.
Usagi rimase in silenzio giusto il tempo di arrossire nuovamente per la figuraccia appena commessa.
«Dite davvero??»
All'incredulità della principessa della Luna seguì il rincuorante sorriso di Michiru, accompagnato dal gentile gesto con il quale la invitava a mettersi comoda un po' più in là, sotto la finestra, che con il colorato paesaggio di cui fungeva da cornice, era indubbiamente un meraviglioso sfondo per un quadro.

Quando l'opera fu terminata, si era ormai fatta sera, e le due principesse erano in fase di congedo.
«Tenete.»
Michiru porse ad Usagi l'opera compiuta.
Usagi era completamente rapita dalle straordinarie capacità artistiche di Michiru, e ancor più della bellezza di quel dipinto.
Ma c'era qualcosa che tormentava i suoi pensieri.
La giovane principessa della Luna aveva passato l'intera giornata mettendo a paragone l'ammirazione che provava, e quel senso di crudele solitudine che percepiva albergasse nel cuore di Michiru... sapeva che non era giusto giudicare le scelte dell'altra principessa e sapeva di non poter cambiare le cose... eppure voleva poter fare qualcosa, tanto che a suon di pensarci, le venne un'idea semplice quanto forse efficace.
«No, tenetelo voi principessa Michiru.»
Sul volto della ragazza di Nettuno si fissò un'espressione di confusione.
«Voglio che lo teniate voi sino alla mia prossima visita.»
Tornare a trovarla, questo poteva farlo.
Usagi porse il mignolo della sua mano destra alla nuova amica «Questa è una promessa!»
La confusione di Michiru lasciò spazio alla più commossa delle espressioni.
«Promesso.»
Le loro dita si incrociarono a sigillare questa promessa.

*       *       *


Rientrata al palazzo del Silver Millennium, Usagi si diresse alle sue stanze, solo però dopo essere passata da sua madre per riepilogarle il viaggio.
Contenta ma sfinita, nella penombra che a tratti la luce della luna rischiarava, Usagi fece ingresso nella sua camera, dove subito poté notare la presenza di qualcosa di estraneo.
Sul davanzale della sua enorme finestra, c'era qualcosa che lei era sicura non avesse mai fatto parte del suo arredamento.
Doveva trattarsi di un dono, questo era sicuro.
“Una rosa”
Usagi si avvicinò per toccare con mano quel delicato fiore appoggiato lì come fosse un messaggio.
“Una rosa gialla...”
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ReyHaruka