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Autore: Nicolessa    13/09/2012    1 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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5 Capitolo 5 -  Questa è la mia faccia.



L'indomani il cacciatore iniziò a perlustrare tutta la stanza in cerca delle chiavi dell'auto e il fatto che non le avesse ancora trovate gli metteva ansia e terrore.
Poi gli venne in mente che la sera prima Jo era seduta sul suo letto, proprio accanto al giaccone nel quale c'erano "conservate" le chiavi. Lui era sicuro di averle messe in quella tasca, perciò dovevano essere ancora lì, eppure non c'erano.
Iniziò a pensare che Jo le avesse prese in prestito come precauzione. 

«Le ha prese lei.» lo disse con una nota di odio nella voce. 
Sam ridacchiò quando vide il fratello correre come un missile verso la porta, intenzionato ovviamente a riprendersi ciò che gli apparteneva.

Passi di un militare arrabbiato riecheggiavano nel corridoio, bombardamenti si udivano in direzione della porta e profondi respiri che avrebbero dovuto calmare un animo irrequieto si distinguevano da quello pacato di Jo: era decisamente Dean. 

Nonostante la ragazza avesse detto ai Winchester di farsi trovare al parcheggio alle sei, lei si era svegliata molto prima.. diciamo pure che non aveva dormito affatto.
Mentre Miles sonnecchiava tranquillo nel suo duro e scomodo letto singolo nel rassicurante silenzio della notte, l'apprendista biondina ricontrollava i pochi dati che aveva e chiamava alla polizia in cerca di altre informazioni utili.
Adesso però il ragazzo era fuori a fare benzina con la macchina di Jo mentre lei era pronta allo scontro mattutino.
Si alzò dal tavolo in legno dall'aspetto poco trascurato e si posizionò davanti alla porta, accogliendo Dean con il miglior sorriso che avesse.
«Buongiorno Principessa!» commentò come da copione. 
Lo sguardo spazientito di Dean era tutto un programma ma non si fece intimorire quindi proseguì «Sono.. le cinque e mezza.» controllò l'orologio da buona attrice, nascondendo il suo sguardo soddisfatto dietro ad uno maledettamente studiato per farlo impazzire. «Volevi andare da qualche parte senza di noi?» lo stuzzicò non lasciandogli la possibilità di rispondere o di minacciarla in qualsiasi modo. 
«Lo so, è sbagliato, questo si chiama furto..» iniziò ad elencare ruotando gli occhi al soffitto, come se fosse lei quella scocciata della faccenda «Non permetterti mai più a prendere le mie chiavi eccetera eccetera, sbaglio?» domandò retorica accostandosi su di un lato, come a dargli il permesso di entrare. 
«Miles è a fare benzin..» e a queste parole gli occhi di Dean si tramutarono in vere e proprie fiamme intimidatorie. «Alla mia macchina. Sta' calmo, non avrei mai..» ecco che la interruppe per la prima volta con le parole.
«Sta' calmo?! Sta' calmo??! Hai la minima..»
«Idea di quello che ho fatto?» completò la sua frase per poi riprendere «Si, lo so. Fammi indovinare, se non ti avessi preso le chiavi tu saresti già lontano, fregandotene altamente del mio piano che ho architettato per il mio caso?» disse enfatizzando gli aggettivi possessivi con fermezza: era sicura di ciò che diceva.

«Si può sapere che ti prende? Fai anche finta di essere geloso adesso? E da quando poi?»
Domande, domande. Sempre domande.
Sentiva quasi il diritto di avere delle risposte pulsargli nelle vene perchè, sinceramente, non capiva molto il comportamento di tutti e tre. Sì, Miles compreso.

Dean era fuori di sé.
Non solo l'aveva umiliato in quel modo barbaro davanti al fratello minore, adesso si era pure permessa di prendere in prestito le chiavi della sua auto, della sua bimba, la sua seconda ragione di vita? Nemmeno a Sam permetteva di anche solo gettare uno sguardo a quelle chiavi e lei senza la sua autorizzazione l'aveva fatto? No, non poteva passarci sopra. Non voleva farlo. 

Bussò più volta alla porta in legno e in modo nervoso, senza però superare il limite che Jo aveva varcato la sera prima.
Quando la porta venne aperta Dean restò sulla soglia a guardare la ragazza con un'espressione infastidita mista ad un desiderio di afferrarla per il collo per stringere la presa. Ovviamente non l'avrebbe mai fatto... 

«Io ti ammazzo.» disse semplicemente dopo essere entrato all'interno della stanza. 
In quei brevi istanti ispezionò con cura tutto il perimetro con i suoi occhi grandi e verdi, in cerca delle sue chiavi.
Ma quale idiota le avrebbe lasciate in bella vista?

«Ci mancava soltanto questo, che lui se ne andasse in giro con la mia auto.» borbottò tra sé girando più volte su se stesso senza accorgersene, mentre gli occhi continuavano a vagare tutt'intorno. 
Poi lei accennò una domanda sulla gelosia e non poté far a meno di scoppiare in una risatina. Non nervosa, più che altro era una bella scenetta che aveva montato in poco tempo, doveva essere credibile.
«Stai scherzando, vero? Io geloso...» inarcò un sopracciglio. «...di quel tipo?» 
Jo non parve sorpresa dalla reazione del cacciatore, ma nemmeno lui. Aveva già inscenato una cosa del genere, nella sua mente. Si era preparato la parte da recitare nel caso in cui Jo avesse capito qualcosa. 
«Dolcezza, se siamo qui è perché non mi fido di quel tipo e perché non ho alcuna intenzione di lasciarti nelle sue mani, o peggio ancora nelle tue.» quello fu piuttosto convincente.
Restò per un po' silenzio proprio come lei e poi sospirò inumidendosi le labbra.
«Adesso se non ti dispiace vorrei riavere le mie chiavi.»

«Ti ho chiesto perchè fai finta di essere geloso, non perchè tu dovresti esserlo per davvero.» lo spiazzò scuotendo la testa e seguendo ogni suo movimento con lo sguardo nonostante Dean non stesse nemmeno un momento fermo, tanto impegnato a cercare le sue chiavi che non avrebbe mai trovato da solo.

Rimasti a fissarsi in un silenzio fin troppo lungo ed inquietante, Jo spostò lo sguardo dai suoi occhi e sospirò, arresa all'idea di dover rimanere senza risposte per il resto della vita. 
Eppure doveva essersi fatto il callo di quelle situazioni così sospese in bilico nel nulla, posizione abbastanza scomoda a dire il vero.
Non appena Dean, con un volume di voce molto più basso rispetto a quello iniziale, reclamò il suo mazzo di chiavi stendendo il palmo della mano verso l'alto, in attesa.
Cosa rimaneva da fare a Jo? Continuare la sua crociata? E per cosa? Infondo aveva venuta a sapere il motivo per cui i Winchester fossero realmente lì. Per proteggerla: come sempre. Che fosse stata lei ad intrufolarsi in un loro caso o che fosse stato il contrario.
«Le chiavi le darò a Sam, visto che è lui quello che dovrà guidare l'Impala.» cercò di spiegare ancor prima di poter intravedere la mandibola di Dean marcarsi sempre di più a causa dei denti stretti in una morsa probabilmente mortale «..a meno che tu non voglia passare l'intero viaggio in mia presenza mentre ti fulmino con lo sguardo e ti scruto come se fossi il peggior rompiscatole del pianeta».
E così gli aveva dato un ultimatum. 

Beh, nessuna delle due opzioni era di suo gradimento: salire nella macchina di Jo in presenza di Miles (magari dopo aver sparso sangue per decidere chi fosse colui che avrebbe dovuto appropriarsi del volante) o passare l'intero viaggio sotto l'estenuante pressione delle costanti lamentele/domande/borbottii di Jo anche se pur sempre nella sua amata Impala.
Certo, avrebbe lasciato da solo suo fratello con "qualcuno di cui non si fidava" ma la scelta andava sempre a lui.
Spettava a lui decidere quale dei due mali scegliere.

«Anzi, sai cosa?» sospirò rumorosamente cambiando improvvisamente idea su tutto «Fai quello che ti pare. Tanto saresti bravo a fare l'enigmatico in ogni caso.» si lasciò sfuggire dalla gola quelle parole con un mix di nervosismo e sconfitta nella voce bassa.
Detto ciò gli lanciò le chiavi che aveva riposto in tasca per sicurezza, vedendole ora nella sua mano destra. «Ci vediamo in giro, tanto sono sicura che succederà presto.» chiuse quella sua piccola guerra in un cassetto volendo dimenticarsi il posto in cui aveva nascosto le chiavi mentre si sedeva sul letto per poter afferrare il borsone delle armi nascosto lì sotto.

Praticamente per tutto quel tempo Jo parlò da sola, mentre Dean fingeva un'improbabile indifferenza.
In realtà la stava ascoltando e molto chiaramente, e aveva recepito bene i suoi messaggi.
Qual'era la migliore alternativa? Lasciare Sam nelle mani di Miles o abbandonarsi all'ignobile destino di dividere un'auto che non era la sua con lo stesso essere? 

Afferrò le chiavi dell'Impala con un gesto veloce della mano e le gettò un'ultima occhiata. 
«Ti aspetto fuori tra dieci minuti.» disse improvvisamente dandole le spalle, allontanandosi verso la porta. «E vedi di non farmi aspettare!» puntualizzò, cercando di farle capire il concetto di ritardo che lo rendeva ancora più nervoso di quanto già non lo fosse. 
Nel corridoio incontrò di nuovo il belloccio, il quale lo salutò con un cenno della testa - abbastanza forzato - e si affrettò ad andare verso la porta della sua stanza, chiedendosi probabilmente cosa diavolo ci faceva Dean lì vicino. Il cacciatore ridacchiò e con aria soddisfatta tornò da suo fratello, rivolgendogli un sorriso rilassato e smagliante.
Sam inarcò le sopracciglia e pensò subito che aveva l'espressione di chi aveva ottenuto ciò che desiderava. 

«Le hai trovate?»
«Sì!» rispose Dean. «Ah, ehm... tu sei con Biles, ok?»
«Si chiama Miles!» lo corresse Sam scuotendo la testa. «Ecco perché sei così allegro.» mormorò tra sé, ma Dean fece finta di non sentire. 
Prese le sue cose - il borsone con le armi e i suoi effetti personali - e si diresse verso l'uscita del motel.
Nell'atrio incontrò la dolce vecchietta che la sera prima sembrava così interessata ai due fratelli, soprattutto a Dean. 

«Oh, buongiorno!» lo salutò lei entusiasta di vederlo, sempre nella sua ottima forma.
«Buongiorno a lei.» rispose Dean gentilmente. 
Alle sue spalle apparì Sam impegnato a trascinare con sé i vari borsoni pesanti che si portava sempre a presso, specie il suo zaino verdastro. Subito dopo al margine delle scale apparve Miles dall'aria particolarmente nervosa e ferita. 
«Andata già via?» chiese la donna quasi addolorata e speranzosa in una risposta negativa. 
«Oh, certo che no! Stiamo soltanto andando a fare...» 
«Un'ispezione!» lo interruppe Miles, che accanto ai due fratelli sembrava perdere importanza. 
Tra l'altezza di Sam e il fascino mozzafiato di Dean non aveva valore.

«Non le consiglio nessuno dei due Signora Tambree!» disse Jo entrando in scena con in mano il suo borsone e tutta la sua ironia da ragazza snob. «Sono peggio dei bambini! Fare un'ispezione con loro sarà davvero un'impresa!»
«Oh, non essere così dura con loro, Leah. Sono sicura che sanno il fatto loro.» ribatté la vecchietta con un sorrisetto quasi dolce sul rugoso viso. 

Si sentiva quasi in colpa a mentire alla Signora Tambree sul suo conto e sulla sua identità, soprattutto dopo aver passato la notte grazie al caffè che le aveva gentilmente preparato. 
Era scappata qualche parolina di troppo in realtà... ma quello sarebbe rimasto un loro piccolo ed innocente segreto.
«Mi piacerebbe davvero rimanere qui a discutere su chi dei due sia il più infantile ma..»
«Sicura di non saperlo già?» si intromise Miles con quelle battutine che non lo caratterizzavano di certo.
«So solo che ve la giocate quasi alla pari.» concluse lei, sbuffando subito dopo.

Abbandonato il motel tra le risatine indecifrabili della vecchietta, Jo si diresse verso l'Impala mentre con la coda dell'occhio controllava i movimenti di Miles e l'espressione di Sam: non si sarebbe sorpresa a vederli a disagio.
«Tutto questo è ridicolo!» esclamò chiudendo rumorosamente la portiera anteriore dell'auto. 
Dean la stava solo a guardare di tanto in tanto, infilando le chiavi nel quadro e soprattutto tutto in religioso silenzio. 
Ovviamente Jo con quell'affermazione non si riferiva certo alla conversazione con la vecchia Tambree.
In stanza, al ritorno di Miles, si scatenò l'inferno. Una specie di inferno di ghiaccio, tanto da rischiare l'assideramento.
Lui non parlava, lei cercava di cavargli qualche parola (anche se poco carina) dalla bocca e lui emetteva solo dei respiri profondi che lasciavano intendere una delusione colossale da tradimento.

E Jo si sentiva in colpa.
«E poi sarei io la bambina.» continuò a commentare nell'auto sotto l'orecchio teso di Dean che iniziava a ruotare gli occhi. «E non farmi quella faccia!»
«Che faccia?»
«Quella da "cosa mi tocca sopportare"»
«Non ho nessuna faccia, questa è la mia faccia» precisò il ragazzo già in strada, proprio di fronte al motel.

«Dove stai andando?»
«Dalla polizia» rispose esasperato dopo nemmeno cinque minuti di strada.
«Ho già chiamato la polizia, nessuna macchina trovata. Ho chiamato anche tutti i meccanici in zona e tutto tace, non c'è traccia dell'auto di Miles.. così ho fatto controllare le telecamere di sicurezza di tutti i negozi della città da Ash. Andiamo da Psico-Lupen» suggerì aprendo una cartina stradale presa dal cruscotto dell'Impala «...qui» concluse indicando un punto preciso sulla mappa.

Lo sguardo di Dean era palese: "quando diavolo hai fatto queste scoperte?".
«Non ho dormito, va bene?» tagliò corto lasciando che lo sguardo vagasse fuori dal finestrino.

L'unico a trovare molto divertente la conversazione tra la vecchietta e Jo era Sam, che ridacchiava spostando lo sguardo da Miles a Dean, e da Dean a Miles.
I due erano palesemente scocciati, così tanto che evitavano di guardarsi o anche solo di rivolgersi un sorriso ironico.
Non si sopportavano, eppure non si conoscevano. 

«Mh...» Dean abbozzò un mezzo sorriso evidentemente forzato «Divertente.» commentò. «Molto, molto divertente.» 
Sam scosse la testa e rise, salutando poi la vecchietta con un cenno del capo prima di uscire fuori dal motel.
Il fratello lo seguì subito dopo, trascinava con sé il sacco con le armi e un'insolita aria rivoltata.
Aprì il portabagagli e mise il tutto insieme alle altre armi, già ben sistemate sul fondo del cofano, poi si mise seduto sul sedile e tentò di evitare ogni commento sgradevole di Jo, la quale aveva preso posto accanto a lui, sul sedile destro. 

«Tu sei matta.» osservò dopo avergli rivelato che praticamente aveva passato la notte in bianco per un furto d'auto, che per altro non sapevano nemmeno se fosse davvero un caso di loro competenza. «Quindi, ricapitolando...» cominciò Dean che teneva gli occhi verdi fissi sulla strada, senza contare che ogni tanto gettava uno sguardo sullo specchietto retrovisore, dove riflessa c'era l'auto di Jo con a bordo Sam e Miles. «Un idiota ha rubato l'auto di Giles...» 
«Miles!» lo riprese Jo, gettandogli un'occhiataccia. 
«E' uguale!» disse un po' innervosito per il fatto che lo avesse interrotto soltanto per correggere il nome suo nome. «Allora...» riprese. «Quest'idiota ha chiesto la macchina a Miles e lui glie l'ha data.» Trattenne un piccolo sorriso. «Io non ci vedo nulla di sovrannaturale!» 
«Miles non glie l'ha data di sua spontanea volontà.» 
«Ma era cosciente, ricorda tutto! Non può essere che sia anche lui un idiota?» azzardò una soluzione molto più semplice, convinto di essere stato un genio per quel ragionamento così complesso. Secondo lui il caso era chiuso, non avevano bisogno di continuare a guidare. 
Jo inarcò un sopracciglio, poi roteò gli occhi e rivolse lo sguardo fuori dal finestrino. 
«Stavo solo scherzando.» 
«Hai finito?»
«Oh dolcezza, ho appena cominciato!» 
«Se non credi che questo sia un vero caso, allora gira i tacchi e va via!» lo rimproverò Jo, che era di nuovo tornata a guardarlo in modo grave. 
«Certo, contaci!» borbottò Dean stando attento alla strada, mentre tra le mani stringeva il volante dell'auto.

«Portiamo a termine questo caso adesso, ok? Così potremo tornare alle nostre vite, lontani gli uni dagli altri, il prima possibile!».
Ecco l'ultima frase che riempì quel viaggio in auto.

Jo sapeva perfettamente di essere arrabbiata, che quelle parole non erano altro che una vana speranza di convincere sé stessa a lasciar perdere quel qualsiasi cosa che stesse crescendo nel suo stomaco, arrampicandosi fino al petto. 
Erano quelle rare visite che rendevano la presenza di Dean così importante oppure era la presenza di Dean a rendere quei momenti rari importanti?
Se lo domandava spesso e il risultato era sempre lo stesso: una porta devastata da una cascata di freccette.

Proprio per questo motivo quelle sue parole non avevano nessun significato reale.



------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Riuscirà mai Dean ad indovinare a prima botta il nome di quel povero disgraziato??
Ahahaha xD
Non potete immaginare quanto miabbia fatto ridere scrivere questo pezzo!
Ovviamente ringrazio sempre la mia bellissima, coccolatissima e pucciosissima Moonlight93 per tutto questo.
Senza di lei non avrei fatto un ceppo! xD
Alla prossima amici recensori! ;)
  
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