D. come Draco, M. come Misogino Cap. 32°
Hermione guardò nervosamente l'orologio e poi sospirò.
Fissò
poi per un breve attimo l'inquietante "casa" che aveva di fronte a
sé e si fece coraggio per entrare.
Non
era la Stamberga Strillante a metterla a disagio, ma chi avrebbe
trovato al suo interno.
Erano
ormai le due meno cinque, conoscendo Malfoy e la sua
puntualità avrebbe scommesso cento galeoni sul fatto che
fosse già arrivato da un pezzo.
Attraversò
il giardino pieno di rovi ed erbacce e dopo aver constatato per
l'ennesima volta di non essere seguita, si infilò dentro
velocemente.
-
Lumus! - recitò, prima di incamminarsi verso la stanzetta
meno distrutta di tutta la casa.
In
quel momento una sonora imprecazione raggiunse le sue orecchie.
Hermione
sorrise tra sé e sé. Come previsto, lui era
già lì.
Quando
si affacciò nella stanza vide un Draco Malfoy, piuttosto
indispettito, dare un calcio ad una vecchia sedia impolverata.
-
Che stai facendo ? - chiese la ragazza, palesando la sua presenza.
Malfoy
alzò lo sguardo facendola tremare intimamente dalla testa ai
piedi.
-
D'altronde io e Draco non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio
tutta la settimana...
Se davvero l'aveva fatto per proteggerla, perché non glielo aveva detto?
Hermione
aveva bisogno di sapere.
-
Sei arrivata in anticipo, è un miracolo! - la voce del
ragazzo la distolse dai suoi pensieri.
Hermione
alzò un sopracciglio - I miracoli allora sono due, se metti
anche il fatto che questa casa sia ancora in piedi dopo la tua ultima
"visita".
Draco
accennò un sorriso, riprendendo la sedia che aveva
scaraventato in fondo alla stanza.
-
Che stavi facendo a quella povera sedia? - chiese nuovamente Hermione,
un po' incuriosita.
-
Stavo cercando di trasformala in qualcosa di più comodo. -
rispose lui senza guardarla.
-
Ma ultimamente ho dei problemi a Trasfigurazione. Non tanto con la
teoria, quanto con la pratica...
Hermione
prese la bacchetta nel mantello.
-
Posso? - chiese un po' titubante, sperando che Malfoy non si
offendesse.
-
Accomodati pure, Miss-so-tutto-io! - le rispose il Serpeverde,
facendosi da parte.
Nonostante
l'avesse presa in giro, Hermione notò subito il tono quasi
affettuoso che lui aveva usato.
Ed affettuoso non era
certo l'aggettivo che più si accostasse a Draco Malfoy.
In
meno di tre secondi un comodo sofà sostituì la
vecchia sedia malandata.
-
Niente male. - disse il Serpeverde, sedendosi per primo.
Hermione
lo imitò senza proferir parola.
Quando
entrambi si furono seduti, un silenzio carico di imbarazzo si
creò tra loro.
Draco
studiò Hermione con la coda dell'occhio.
Non
sembrava più arrabbiata come nei giorni precedenti o
distaccata come quella mattina a colazione.
Non
riusciva a capire cosa passasse per la testa a quella ragazza. Ed era
strano per uno come lui.
-
Allora... - disse Hermione, un po' imbarazzata per quell'innaturale
silenzio fra loro.
-
Come sono andati i tuoi allenamenti? Domani c'è la partita.
Draco
si voltò verso di lei, facendole aumentare il battito
cardiaco.
-
Sono stati massacranti, ma devo dire che alla fine ho ottenuto quello
che volevo. - accennò un sorriso, prendendole la mano.
-
Ah sì? - disse lei, guardando a terra mentre lui con
l'altro braccio l'attirava a sé. Se la Granger non era
più arrabbiata con lui ci doveva essere un motivo, non
poteva esistere sulla terra qualcuno che fosse più lunatico
di lui.
-
Domani sicuramente vinceremo la partita! - le sussurrò
all'orecchio - Verrai a vedermi?
La
ragazza continuò a fissare il pavimento polveroso - Forse...
- rispose con un sospiro.
Draco
le girò delicatamente il viso, costringendola a guardarlo
negli occhi.
-
Forse? - ridisse - Non dirmi che ce l'hai ancora con me per questi
giorni ?
Hermione
si prese qualche attimo per rispondere. Ricordava perfettamente quando
aveva dovuto faticare per avere una risposta da lui sul bacio della
ronda.
Doveva
agire in maniera diversa stavolta.
-
Non proprio... anzi, credo di doverti ringraziare dopotutto... - disse
furbamente, ricambiando lo sguardo del ragazzo.
Draco
rimase spiazzato a guardarla - Per cosa, esattamente?
Tra
tutte le reazioni che potesse avere quel giorno Hermione Granger,
quella per lui era sicuramente la più bizzarra.
Hermione
gli strinse la mano - Per aver tenuto Zabini lontano da me in questi
giorni... -sussurrò.
Draco
perse un battito.
Alla
fine ci era arrivata, aveva capito la sua intenzione. Quindi, di
conseguenza, aveva capito i suoi sentimenti per lei. Oppure no?
-
E' stato un caso, Granger. - disse, cercando di mantenere il contatto
visivo con lei. Ma in quel momento i suoi occhi erano
insopportabilmente luminosi, la stanza si era fatta più
calda e soffocante e quel divano più scomodo.
Sentì
da bravo Serpeverde l'esigenza di andarsene.
Hermione
sorrise percependo il suo disagio e, allo stesso tempo, un senso di
euforia riempirle il cuore.
Allora
lui l'aveva protetta davvero. Non era sicuramente stato un caso come
diceva lui, la sua espressione imbarazzata ne era la conferma.
Le
aveva detto più volte che fosse interessato a lei, ma
conosceva benissimo il proverbiale egoismo di Malfoy. Aveva sempre
messo le sue esigenze prima di quelle degli altri, tranne questa volta.
Il
fatto di contare realmente qualcosa per lui ormai era evidente quanto
quello di essere riuscita a prenderlo in contropiede, prima che potesse
ergere il solito muro di ghiaccio tra loro.
-
Io non credo che sia stato un caso... - disse con uno sguardo
sicuro, vedendolo agitarsi maggiormente sul sofà.
-
E tu cosa ne sai? - sbottò finalmente il ragazzo, alzandosi
in piedi - Il mio scopo è quello di vincere la partita!
Hermione
lo fissò. Nonostante le sue parole un lieve rossore si era
distribuito per le guance di Malfoy.
-
Certo, come no. - gli rispose, facendolo indispettire maggiormente.
-
Non hai appena detto di aver già ottenuto quello che volevi? E ancora non puoi dire di aver vinto, visto che dovrai giocare
domani.
Malfoy
la fulminò con lo sguardo.
-
Ti sbagli! Io parlavo veramente del Quidditch... in particolare dei
progressi fatti nei nostri allenamenti. Possibile che tu non l'abbia
capito? Eppure tutti ti ritengono la strega più brillante
di Hogwarts! - rispose stringendo i pugni.
A
quelle parole anche Hermione si alzò, fronteggiandolo
agguerrita.
Perché
doveva negare in maniera così spudorata di aver fatto tutto
questo per lei? Certo, sicuramente lo aveva fatto anche per la
partita, ma il Quidditch non era mai riuscito a far arrossire Draco
Malfoy. Forte delle sue supposizioni lo fissò negli occhi,
leggendo ancora del disagio da parte del ragazzo.
-
Io non ti capisco proprio! - gli sibilò sulle labbra
- Perché non vuoi far vedere agli altri quello che fai di
buono?
Lui
rispose all'attacco.
-
Perché forse non ho fatto niente di buono! Ti ripeto che ti
ho aiutata per caso. E poi non hai detto che te la saresti cavata da
sola?
Hermione
si morse un labbro ma non volle cedere.
-
Certo! Ma a quanto ho visto ti sei sentito in obbligo di proteggermi
lo stesso.
L'espressione
di Malfoy era così scioccata da farle quasi venir voglia di
ridere.
-
Ma cosa vai farneticando?! Perché avrei dovuto farlo?
La
Grifondoro si fece coraggio.
-
Perché tieni a me! - gli strillò praticamente in
faccia.
Ecco,
finalmente l'aveva detto. Studiò l'espressione basita del
compagno decidendo se sbilanciarsi o meno ulteriormente.
-
E se anche non fosse per questo, sappi che io invece l'avrei fatto per
te. - aggiunse infine, cercando con tutte le forze di non arrossire.
Ci
fu un momento di interminabile silenzio
in cui i due ragazzi si guardarono negli occhi.
Hermione
trattenne il respiro, vedendo il viso di Malfoy passare dallo sconvolto
all'imbarazzato, prima di tornare alla solita espressione
imperturbabile di sempre.
Strinse
i pugni, quasi pentendosi di essere stata così diretta con
lui, di essersi messa a nudo così tanto.
-
Bene... - disse con un pizzico di amarezza, mal interpretando il
silenzio di lui.
-
Se davvero mi sono sbagliata sarà meglio che me ne torni al
castello, ma ciò non toglie che tu sia un idiota, Malfoy!!!
- aggiunse, prendendo la sua borsa e avviandosi velocemente verso la
porta di ingresso della casa.
Ma
non arrivò neanche a mettere la mano sulla maniglia che si
sentì afferrare da dietro.
Sgranò
gli occhi, rimanendo immobile.
Malfoy
la stava abbracciando.
Hermione
sentì le braccia di lui cingerle i fianchi ed il respiro
farsi più rapido sopra il suo orecchio.
-
No, non andartene! - le ordinò quasi con
disperazione.
Hermione
sospirò - E perché non dovrei?
Malfoy
si prese qualche secondo per rispondere.
La Grifondoro ascoltò in silenzio il battito frenetico del suo cuore prima di sentire quelle parole.
La Grifondoro ascoltò in silenzio il battito frenetico del suo cuore prima di sentire quelle parole.
-
Perché hai ragione...
Ad
Hermione mancò il respiro.
-
... sono davvero un idiota, Hermione. - finì lui, girandola
per guardarla negli occhi.
Un
sorriso spuntò sul viso del Serpeverde vedendola imbarazzata.
Le
carezzò il viso con dolcezza.
-
Ma sarei ancora più idiota se ti lasciassi andare via! -
aggiunse, prima di tuffarsi sulle sue labbra come da giorni sognava di
fare.
Era
passato troppo tempo da quando l'aveva baciata l'ultima volta e questo
gli era mancato terribilmente.
Lei
lo lasciò fare, mentre i suoi pensieri si aggrovigliavano
nel solito modo che ormai conosceva così bene.
Era
forse un'ammissione quella? Oltre al fatto di essere un idiota
ovviamente. Ma Hermione non perse troppo tempo a rispondere a quella
domanda, visto che ormai la passione aveva preso il sopravvento. Le
loro lingue avevano iniziato una danza frenetica mentre le mani
esploravano ognuno i capelli e la divisa dell'altro.
Malfoy
la prese in braccio di peso e la riportò sul divano, senza
smettere un secondo di baciarla, di accarezzarla.
La
depose delicamente, sdraiandosi sopra di lei.
-
Draco... A...Aspetta...- sussurrò lei, non appena
sentì la mano di lui infilarsi sotto la gonna.
Lui
si bloccò, guardandola con occhi colmi di desiderio.
-
Io non ho mai...
-
Lo so! - la zittì il Serpeverde, togliendo comunque la mano
- Non è certo un problema, ti guiderò io! - le
sussurrò, baciandole il collo.
Hermione
ormai era rossa come pomodoro maturo.
-
M...Ma non vorrai... qui dico!
Draco
ghignò - E dove sennò? - soffiò sulla
candita pelle del suo collo, facendola rabbrividire - Vorresti farlo
sulla cattedra di Piton o nel letto di Zabini?
Hermione
sorrise impercettibilmente, mentre una strana ansia si faceva largo in
lei.
Era
davvero quello che voleva?
Aveva
sempre sognato con Ron la sua prima volta ed in un contesto sicuramente
più romantico. Ma quelli erano stati anni di sogni mai
realizzati, quando comunque non si era mai dovuta porre realmente il
problema.
Non
che non volesse stare con Malfoy, ma non aveva mai avuto neanche il
tempo di razionalizzare quanto potesse spingersi in là la
loro storia. Forse era troppo presto per fare un passo del genere.
Draco
le sciolse la cravatta baciandole con dolcezza l'orecchio e poi con le
mani scese ad accarezzarla fino ad arrivare al seno.
L'ansia
si fece più forte ed un gemito le sfuggì dalle
labbra.
No,
decisamente ancora non era pronta per questo.
-
A...Aspetta! - balbettò nuovamente, bloccandolo per la
seconda volta.
Lo
fissò con occhi lucidi.
-
Io non voglio... - disse con il respiro spezzato - Non ora almeno e
sicuramente non qui!
Per
un secondo un lampo di rabbia passò negli occhi del
Serpeverde.
-
Qual è il problema? - chiese, cercando di reprimere il
pensiero che lei non lo considerasse degno per la sua prima volta.
Hermione
abbassò lo sguardo - Sono io il problema. - rispose
mortificata - Ancora non mi sento pronta... scusami...
Se
fosse stata un'altra, Malfoy l'avrebbe sicuramente mandata al diavolo
in quel frangente. Ma vedere la fiera Mezzosangue mordersi il labbro e
chiedergli scusa con un'espressione quasi disperata, incrinò
impercettibilmente qualcosa nel suo cuore.
Fece
appello al suo più grande autocontrollo - E va bene... -
sospirò, tirandosi su e permettendole di sedersi.
-
Aspetterò che tu lo sia... ma non metterci anni,
Mezzosangue...- disse, mettendo un broncio così adorabile da
far sorridere la ragazza.
-
Grazie... - riuscì a dire lei, un po' commossa da tutta
quella inaspettata premura. Quando lo aveva bloccato per la seconda
volta Hermione era sicura che l'avrebbe cacciata dalla Stamberga
Strillante.
-
E adesso cosa facciamo? - le chiese Draco, con un sopracciglio alzato
ed un'espressione scocciata - Abbiamo ancora del tempo prima di dover
tornare a scuola.
Hermione
lo guardò passarsi una mano tra i capelli ormai
irrimediabilmente spettinati.
Malfoy
non gli era mai sembrato così bello come in quel momento.
-
Hai detto che ultimamente hai problemi con Trasfigurazione... - disse,
ricevendo uno sguardo interrogativo come risposta.
-
Potrei darti una mano con gli esercizi, almeno per potermi sdebitare
per l'aiuto che mi hai dato a Pozioni.
Draco
la fissò come se le fosse spuntato un terzo occhio sulla
fronte.
-
Non ci credo che tu stia dicendo sul serio...
Hermione
arrossì leggermente - Invece sì! -
esclamò, allacciando nuovamente la cravatta rosso oro - Ti
farò ripetizioni per tutta la settimana se vorrai, almeno
passeremo del tempo insieme e potremo conoscerci meglio.
-
C...Conoscerci meglio? - ripetè Draco, quasi scioccato.
Hermione
lo guardò, risoluta - Se vuoi che mi senta pronta...a...-
divenne cremisi in quel secondo -... a farlo,
vorrei prima passare del tempo in tua compagnia. Vorrei sapere qualcosa
in più su di te...qualcosa che non sappia già
ovviamente - Draco fece per rispondere ma lei lo zittì,
posandogli un dito sulle labbra - Ci guandagnerai doppiamente non credi
? Non vorresti prendere una E anche a Trasfigurazione?
-
Sì, ma... - provò nuovamente lui.
Ma
stavolta Hermione lo zittì baciandolo sulle labbra con
dolcezza.
Quando
si staccò da lui lo vide sospirare.
-
Ok, ok... hai vinto te. - disse rassegnato - Non capisco come ci si possa conoscere trasfigurando
una sedia, ma se è questo che vuoi... accetto la tua offerta
! Almeno avrai una scusa da rifilare a quella piattola di Potter per il
fatto vedermi tutto il resto della settimana!
Hermione
lo guardò male - Non ho bisogno di una scusa per vederti e
poi Harry non è una piatt....
Ma
non finì mai la frase, perché questa volta fu il
turno della Grifondoro di essere zittita con un bacio passionale.
Un
timido raggio di sole fece capolino tra le tende rosso-oro.
Hermione
aprì lentamente gli occhi ed un sorriso felice si fece largo
sulle sue labbra. Erano settimane che non si sentiva così
serena ed in pace con se stessa.
Aveva
finalmente chiarito con Draco e l'avrebbe rivisto per tutta la
settimana, senza contare dell'emozione che aveva provato nel sapere
cosa avesse fatto il Serpeverde per lei.
Agli
occhi di una persona normale sarebbe passata inosservata. Ma lei invece
aveva capito l'importanza di quel gesto così premuroso
quanto inaspettato da uno come Malfoy.
Si
preparò in silenzio mentre pensieri, ricordi ed un'euforia
crescente si accavallavano freneticamente nel suo stomaco e nella sua
testa.
Solo
quando fu pronta per uscire si rese conto che fosse rimasta sola nella
stanza. Di Lavanda e Calì non vi era neanche l'ombra.
-
Cielo, è cosi tardi? - si chiese, cercando velocemente il
suo orologio. Quasi le cadde di mano quando vide che mancavano dieci
minuti alle undici.
Stava
per perdersi la partita di Draco...
Si
precipitò in Sala Comune come una pazza. Neanche Harry e
Ginny erano rimasti ad aspettarla, doveva davvero aver dormito come un
ghiro se neanche la sua migliore amica era riuscita a svegliarla ! Con
questo pensiero si infilò nella Signora Grassa iniziando a
mettere direttamente guanti e cappello. A quell'ora era inutile anche
provare a fare colazione, la cosa migliore era raggiungere direttamente
gli altri allo Stadio.
-
Harry, io torno alla torre a vedere se è sveglia! -
annunciò Ginny Weasley con le sopracciglia aggrottate. Erano
davanti all'entrata dello Stadio da almeno venti minuti ed ormai gli
altri studenti erano tutti entrati a prendere i posti - E' strano,
conoscendola, che non sia già qui. - aggiunse guardandosi
intorno.
-
Magari ha cambiato idea. - disse Harry, con un mezzo sorriso. Sarebbe
stato bello per lui se il motivo fosse stato realmente quello.
Ginny
lo guardò male - Non ha cambiato idea, ho parlato con lei
prima di andare a dormire.
Harry
si passò una mano tra i capelli - Lavanda ha detto che
Hermione ci avrebbe raggiunti qui, vedrai che fra poco
arriverà!
-
E da quando ti fidi di Lavanda? Quella la odia! - rispose Ginny, incrociando le braccia.
Harry
la fissò divertito - Lo sai che quando fai così
assomigli a Ron? - disse, facendo indispettire maggiormente la ragazza.
-
Che cosa? Non dirlo mai più!
-
Ragazzi, calma! - disse una voce alle loro spalle - Sono qui.
I
due Grifondoro si voltarono e videro la loro amica avvicinarsi con il
fiatone.
Hermione
li aveva quasi affiancati quando Pansy Parkinson, sbucando
apparentemente dal nulla, le si parò davanti.
-
Buongiorno Zannuta! - disse con una luce malvagia negli occhi - Adesso
sei così spudorata che vieni a vedere Draco anche quando
gioca?
Hermione
la guardò con sufficienza - E da quando devo rendere conto a
te di quello che faccio?
La
Serpeverde si avvicinò di un passo, facendo scattare Harry e
Ginny che si misero al suo fianco.
-
Wow! Adesso hai anche le guardie del corpo! - disse Pansy, facendo
una risatina stupida.
-
Sappi che ci riprenderemo quelle foto! - guardò poi Harry e
Ginny - Tanto io e Blaise sappiamo che vi ha detto tutto, avete fatto
male ad impicciarvi.
Hermione
strinse i pugni - Lasciateli fuori da questa storia! -
comandò, cercando di mantenere la calma.
Harry
le mise una mano sulla spalla, mettendosi tra le due ragazze.
-
Lascia perdere, Hermione, tanto non possono fare nulla senza prove.
Pansy
assottigliò gli occhi - Per questo ce le riprenderemo...
Ma
inaspettatamente Hermione sorrise.
-
Ti risparmio la fatica allora. - disse, iniziando a frugare nella tasca
interna del suo cappotto.
Harry
e Ginny si guardarono confusi.
Che
diavolo stava facendo?
-
Hermione... - provò Harry, ma si bloccò non
appena l'amica tirò fuori dalla tasca una foto, che porse
poi alla Parkinson.
La
Serpeverde la guardò confusa, la Mezzosangue le stava
ridando la foto? Era impazzita del tutto o semplicemente si arrendeva?
Ma
dopo aver posato gli occhi sulla foto le lanciò uno sguardo
furente.
-
Tienila pure, tanto ho altre copie! - disse Hermione, con un sorriso
birichino.
La
faccia di Pansy diventò viola dalla rabbia - Maledetta! -
sibilò tra i denti - Non crederai di spaventarci con questa
roba?! Pensi che un professore non si accorga che l'hai manipolata con
la magia?
Hermione
non si aspettava che quella obiezione per affondare il colpo.
-
Considerando che è perfetta e che la McGranitt non
metterebbe mai in dubbio la mia parola, ti rispondo : Sì
invece, credo proprio di spaventarvi. - disse fieramente.
Un
boato proveniente dallo Stadio non permise alla Parkinson di
risponderle.
Stava iniziando la partita.
Stava iniziando la partita.
-
Per questa volta ti lascio perdere, Mezzosangue. - disse alla fine la
Serpeverde, guardandola con astio - Ma non finisce qui! -
puntualizzò, prima di sparire per le larghe porte d'entrata.
-
Che diavolo è successo? - chiese per primo Harry, quando la
Parkinson se ne fu andata.
Hermione
guardò i suoi amici fissarla basiti ed iniziò a
ridere, togliendo dalla tasca un'altra foto.
-
Secondo me non le è piaciuto com' è venuta! -
aggiunse, facendo sorridere gli amici.
La
foto in mano ad Harry mostrava Pansy Parkinson e Blaise Zabini entrare
nel passaggio segreto celato dietro la statua della Strega Orba.
Esattamente come in quella in cui c'erano Malfoy ed Hermione.
-
Ma... come hai fatto? - chiese Harry, stupito.
-
E' perfetta, sembra vera! - disse Ginny con ammirazione.
Hermione
riprese la foto - Non è stato facile farlo, mi è
venuta ieri sera l'idea. Dopo aver passato tutto quel tempo a
trasfigurare oggetti, ho pensato che questo trucchetto potesse tornarci
utile.
-
Quindi è questo che hai fatto con Malfoy? - chiese Harry, a
metà tra lo stupito ed il disgustato - Avete studiato
davvero?
Hermione
arrossì, voltandosi verso la porta - Su, andiamo o perderemo
la partita! - esclamò, evitando accuratamente di rispondere
all'amico.
-
Sì, andiamo! - le fece eco Ginny, tirando Harry per un
braccio.
Harry
sospirò, non avrebbe mai capito le donne. D'altronde era
stato felice di sapere che Malfoy ed Hermione avessero solamente
studiato in quelle ore passate da soli nella Stamberga Strillante.
La
Partita fu un vero successo per i Serpeverde. Era stata persino
più veloce di quella tra Grifondoro e Corvonero.
Malfoy
era riuscito a prendere il boccino quando i Tassorosso erano appena
riusciti a segnare i primi 10 punti.
L'euforia
dell'intera casa Serpeverde era tangibile. Hermione si rese conto che
per la prima volta nella sua vita era contenta per la vittoria di
quelle serpi. Era incredibile ma era così.
Quando
Draco aveva afferrato il boccino e subito dopo l'aveva cercata con lo
sguardo, regalandole poi un lieve sorriso, lei si era sentita
completamente travolta dall'emozione. Non aveva mai provato sensazioni
così intense con Ron, quanto non aveva mai apprezzato tanto
il Quidditch come in quel momento.
Comunque
dopo la geniale idea di Hermione, la brutta faccia di Pansy Parkinson
non si fece più vedere nei giorni seguenti, se non purtroppo
nelle ore di lezione in cui comunque non la degnava di uno sguardo. Lo
stesso Zabini sembrava insolitamente disinteressato a loro, non faceva
più neanche quei sorrisi malvagi che esibiva ogni volta che
incontrava Hermione. Semplicemente adesso la evitava.
Forse
avevano rinunciato alle foto, ma Hermione era sicurissima che Zabini
non potesse rinunciare al diario.
Era
comunque molto strana quella quiete che solitamente precede la tempesta.
-
Devi sbarazzarti di quel diario, Hermione.
Le
disse una sera Ginny prima che lei sparisse, come sempre ormai, per
andare all'appuntamento con Malfoy.
-
Ormai non sei più sotto ricatto, inoltre Malfoy lo vuole
usare per vendicarsi di Zabini. Sarebbe meglio non farlo avere neanche
a lui, potrebbe metterti nei guai.
Hermione
ricambiò lo sguardo preoccupato dell'amica.
-
Lo so, ed ogni giorno Malfoy mi chiede di farglielo leggere. Non
sapevo più che rispondere ieri ... così ho fatto
una cosa... - le si avvicinò, sussurrandole qualcosa
all'orecchio.
La
ragazza la guardò con occhi stupiti.
-
Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Credi che
funzionerà?
Hermione
sospirò - Lo spero! Anche se sono stata sempre una frana ad
interpretare i sogni... quella era la
mia unica possibilità. - guardò l'orologio - Ora
scusami ma Draco mi sta aspettando... - le sussurrò, prima
sparire nel buco del ritratto.
Ginny
la guardò andare via, un po' confusa - Di che sogno stava
parlando? - si chiese tra sé e sé.
Hermione
avanzò con passo rapido fino alle scale che portavano al
settimo piano. Ormai lei e Draco si davano appuntamento tutti i giorni
nella Stanza delle Necessità.
Era
così strano. E pensare che fino all'anno prima lei usava la
Stanza proprio per nascondersi da quelli come lui, ed invece adesso era
cambiato tutto.
D'altronde
tutto cambia a Hogwarts, dalle scale fino ad arrivare al pettegolezzo
del giorno. Grazie all'influenza di Lavanda infatti, le Tassorosso
avevo dedicato le loro energie verso altre povere vittime ed avevano
lasciato lei, Harry e Ginny finalmente in pace.
Assorta
nei suoi pensieri la Grifondoro non si accorse di un'ombra che ormai la
stava seguendo da qualche minuto.
-
Hermione! - si sentì chiamare ad un certo punto.
-
Fermati, devo parlarti!
La
ragazza si voltò.
-
Ron? - esclamò sorpresa, vedendo quello che ormai era il suo ex migliore
amico, avvicinarsi a lei con un'espressione tesa.
****
Ciao a
tutti! ho cercato di sbrigarmi questa volta... anche se sinceramente
avrei preferito aggiornare ancora prima, ma ahimè, non ci
sono riuscita!
Ringrazio
tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite o le
preferite^^ ma soprattutto a Fly_With_Me, Elisaherm, XnihalX.
Cercherò
di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo!
Kisses.
Alessandra.