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Autore: Alessandra    13/09/2012    3 recensioni
Draco Malfoy è deluso dalla vita, ma soprattutto, deluso dalle donne.
Però Malfoy non sa che le donne non sono tutte uguali...
Una situazione particolare gli insegnerà ad andare ben oltre le apparenze.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                    D. come Draco, M. come Misogino    Cap. 32°







Hermione guardò nervosamente l'orologio e poi sospirò.
Fissò poi per un breve attimo l'inquietante "casa" che aveva di fronte a sé e si fece coraggio per entrare.
Non era la Stamberga Strillante a metterla a disagio, ma chi avrebbe trovato al suo interno.
Erano ormai le due meno cinque, conoscendo Malfoy e la sua puntualità avrebbe scommesso cento galeoni sul fatto che fosse già arrivato da un pezzo.
Attraversò il giardino pieno di rovi ed erbacce e dopo aver constatato per l'ennesima volta di non essere seguita, si infilò dentro velocemente.
- Lumus! - recitò, prima di incamminarsi verso la stanzetta meno distrutta di tutta la casa.
In quel momento una sonora imprecazione raggiunse le sue orecchie.
Hermione sorrise tra sé e sé. Come previsto, lui era già lì.
Quando si affacciò nella stanza vide un Draco Malfoy, piuttosto indispettito, dare un calcio ad una vecchia sedia impolverata.
- Che stai facendo ? - chiese la ragazza, palesando la sua presenza.
Malfoy alzò lo sguardo facendola tremare intimamente dalla testa ai piedi.

- D'altronde io e Draco non abbiamo fatto altro che tenerlo d'occhio tutta la settimana...

Se davvero l'aveva fatto per proteggerla, perché non glielo aveva detto?
Hermione aveva bisogno di sapere.
- Sei arrivata in anticipo, è un miracolo! - la voce del ragazzo la distolse dai suoi pensieri.
Hermione alzò un sopracciglio - I miracoli allora sono due, se metti anche il fatto che questa casa sia ancora in piedi dopo la tua ultima "visita".
Draco accennò un sorriso, riprendendo la sedia che aveva scaraventato in fondo alla stanza.
- Che stavi facendo a quella povera sedia? - chiese nuovamente Hermione, un po' incuriosita.
- Stavo cercando di trasformala in qualcosa di più comodo. - rispose lui senza guardarla.
- Ma ultimamente ho dei problemi a Trasfigurazione. Non tanto con la teoria, quanto con la pratica...
Hermione prese la bacchetta nel mantello.
- Posso? - chiese un po' titubante, sperando che Malfoy non si offendesse.
- Accomodati pure, Miss-so-tutto-io! - le rispose il Serpeverde, facendosi da parte.
Nonostante l'avesse presa in giro, Hermione notò subito il tono quasi affettuoso che lui aveva usato.
Ed affettuoso non era certo l'aggettivo che più si accostasse a Draco Malfoy.
In meno di tre secondi un comodo sofà sostituì la vecchia sedia malandata.
- Niente male. - disse il Serpeverde, sedendosi per primo.
Hermione lo imitò senza proferir parola.
Quando entrambi si furono seduti, un silenzio carico di imbarazzo si creò tra loro.
Draco studiò Hermione con la coda dell'occhio.
Non sembrava più arrabbiata come nei giorni precedenti o distaccata come quella mattina a colazione.
Non riusciva a capire cosa passasse per la testa a quella ragazza. Ed era strano per uno come lui.
- Allora... - disse Hermione, un po' imbarazzata per quell'innaturale silenzio fra loro.
- Come sono andati i tuoi allenamenti? Domani c'è la partita.
Draco si voltò verso di lei, facendole aumentare il battito cardiaco.
- Sono stati massacranti, ma devo dire che alla fine ho ottenuto quello che volevo. - accennò un sorriso, prendendole la mano.
- Ah sì? - disse lei, guardando a terra mentre lui con l'altro braccio l'attirava a sé. Se la Granger non era più arrabbiata con lui ci doveva essere un motivo, non poteva esistere sulla terra qualcuno che fosse più lunatico di lui.
- Domani sicuramente vinceremo la partita! - le sussurrò all'orecchio - Verrai a vedermi?
La ragazza continuò a fissare il pavimento polveroso - Forse... - rispose con un sospiro.
Draco le girò delicatamente il viso, costringendola a guardarlo negli occhi.
- Forse? - ridisse - Non dirmi che ce l'hai ancora con me per questi giorni ?
Hermione si prese qualche attimo per rispondere. Ricordava perfettamente quando aveva dovuto faticare per avere una risposta da lui sul bacio della ronda.
Doveva agire in maniera diversa stavolta.
- Non proprio... anzi, credo di doverti ringraziare dopotutto... - disse furbamente, ricambiando lo sguardo del ragazzo.
Draco rimase spiazzato a guardarla - Per cosa, esattamente?
Tra tutte le reazioni che potesse avere quel giorno Hermione Granger, quella per lui era sicuramente la più bizzarra.
Hermione gli strinse la mano - Per aver tenuto Zabini lontano da me in questi giorni... -sussurrò.
Draco perse un battito.
Alla fine ci era arrivata, aveva capito la sua intenzione. Quindi, di conseguenza, aveva capito i suoi sentimenti per lei. Oppure no?
- E' stato un caso, Granger. - disse, cercando di mantenere il contatto visivo con lei. Ma in quel momento i suoi occhi erano insopportabilmente luminosi, la stanza si era fatta più calda e soffocante e quel divano più scomodo.
Sentì da bravo Serpeverde l'esigenza di andarsene.
Hermione sorrise percependo il suo disagio e, allo stesso tempo, un senso di euforia riempirle il cuore.
Allora lui l'aveva protetta davvero. Non era sicuramente stato un caso come diceva lui, la sua espressione imbarazzata ne era la conferma.
Le aveva detto più volte che fosse interessato a lei, ma conosceva benissimo il proverbiale egoismo di Malfoy. Aveva sempre messo le sue esigenze prima di quelle degli altri, tranne questa volta.
Il fatto di contare realmente qualcosa per lui ormai era evidente quanto quello di essere riuscita a prenderlo in contropiede, prima che potesse ergere il solito muro di ghiaccio tra loro.
- Io non credo che sia stato un caso... - disse con uno sguardo sicuro, vedendolo agitarsi maggiormente sul sofà.
- E tu cosa ne sai? - sbottò finalmente il ragazzo, alzandosi in piedi - Il mio scopo è quello di vincere la partita!
Hermione lo fissò. Nonostante le sue parole un lieve rossore si era distribuito per le guance di Malfoy.
- Certo, come no. - gli rispose, facendolo indispettire maggiormente.
- Non hai appena detto di aver già ottenuto quello che volevi? E ancora non puoi dire di aver vinto, visto che dovrai giocare domani.
Malfoy la fulminò con lo sguardo.
- Ti sbagli! Io parlavo veramente del Quidditch... in particolare dei progressi fatti nei nostri allenamenti. Possibile che tu non l'abbia capito? Eppure tutti ti ritengono la strega più brillante di Hogwarts! - rispose stringendo i pugni.
A quelle parole anche Hermione si alzò, fronteggiandolo agguerrita.
Perché doveva negare in maniera così spudorata di aver fatto tutto questo per lei? Certo, sicuramente lo aveva fatto anche per la partita, ma il Quidditch non era mai riuscito a far arrossire Draco Malfoy. Forte delle sue supposizioni lo fissò negli occhi, leggendo ancora del disagio da parte del ragazzo.
- Io non ti capisco proprio! - gli sibilò sulle labbra - Perché non vuoi far vedere agli altri quello che fai di buono?
Lui rispose all'attacco.
- Perché forse non ho fatto niente di buono! Ti ripeto che ti ho aiutata per caso. E poi non hai detto che te la saresti cavata da sola?
Hermione si morse un labbro ma non volle cedere.
- Certo! Ma a quanto ho visto ti sei sentito in obbligo di proteggermi lo stesso.
L'espressione di Malfoy era così scioccata da farle quasi venir voglia di ridere.
- Ma cosa vai farneticando?! Perché avrei dovuto farlo?
La Grifondoro si fece coraggio.
- Perché tieni a me! - gli strillò praticamente in faccia.
Ecco, finalmente l'aveva detto. Studiò l'espressione basita del compagno decidendo se sbilanciarsi o meno ulteriormente.
- E se anche non fosse per questo, sappi che io invece l'avrei fatto per te. - aggiunse infine, cercando con tutte le forze di non arrossire.
Ci fu un momento di interminabile silenzio in cui i due ragazzi si guardarono negli occhi.
Hermione trattenne il respiro, vedendo il viso di Malfoy passare dallo sconvolto all'imbarazzato, prima di tornare alla solita espressione imperturbabile di sempre.
Strinse i pugni, quasi pentendosi di essere stata così diretta con lui, di essersi messa a nudo così tanto.
- Bene... - disse con un pizzico di amarezza, mal interpretando il silenzio di lui.
- Se davvero mi sono sbagliata sarà meglio che me ne torni al castello, ma ciò non toglie che tu sia un idiota, Malfoy!!! - aggiunse, prendendo la sua borsa e avviandosi velocemente verso la porta di ingresso della casa.
Ma non arrivò neanche a mettere la mano sulla maniglia che si sentì afferrare da dietro.
Sgranò gli occhi, rimanendo immobile.
Malfoy la stava abbracciando.
Hermione sentì le braccia di lui cingerle i fianchi ed il respiro farsi più rapido sopra il suo orecchio.
- No, non andartene! - le ordinò quasi con disperazione.
Hermione sospirò - E perché non dovrei?
Malfoy si prese qualche secondo per rispondere.
La Grifondoro ascoltò in silenzio il battito frenetico del suo cuore prima di sentire quelle parole.
- Perché hai ragione...
Ad Hermione mancò il respiro.
- ... sono davvero un idiota, Hermione. - finì lui, girandola per guardarla negli occhi.
Un sorriso spuntò sul viso del Serpeverde vedendola imbarazzata.
Le carezzò il viso con dolcezza.
- Ma sarei ancora più idiota se ti lasciassi andare via! - aggiunse, prima di tuffarsi sulle sue labbra come da giorni sognava di fare.
Era passato troppo tempo da quando l'aveva baciata l'ultima volta e questo gli era mancato terribilmente.
Lei lo lasciò fare, mentre i suoi pensieri si aggrovigliavano nel solito modo che ormai conosceva così bene.
Era forse un'ammissione quella? Oltre al fatto di essere un idiota ovviamente. Ma Hermione non perse troppo tempo a rispondere a quella domanda, visto che ormai la passione aveva preso il sopravvento. Le loro lingue avevano iniziato una danza frenetica mentre le mani esploravano ognuno i capelli e la divisa dell'altro.
Malfoy la prese in braccio di peso e la riportò sul divano, senza smettere un secondo di baciarla, di accarezzarla.
La depose delicamente, sdraiandosi sopra di lei.
- Draco... A...Aspetta...- sussurrò lei, non appena sentì la mano di lui infilarsi sotto la gonna.
Lui si bloccò, guardandola con occhi colmi di desiderio.
- Io non ho mai...
- Lo so! - la zittì il Serpeverde, togliendo comunque la mano - Non è certo un problema, ti guiderò io! - le sussurrò, baciandole il collo.
Hermione ormai era rossa come pomodoro maturo.
- M...Ma non vorrai... qui dico!
Draco ghignò - E dove sennò? - soffiò sulla candita pelle del suo collo, facendola rabbrividire - Vorresti farlo sulla cattedra di Piton o nel letto di Zabini?
Hermione sorrise impercettibilmente, mentre una strana ansia si faceva largo in lei.
Era davvero quello che voleva?
Aveva sempre sognato con Ron la sua prima volta ed in un contesto sicuramente più romantico. Ma quelli erano stati anni di sogni mai realizzati, quando comunque non si era mai dovuta porre realmente il problema.
Non che non volesse stare con Malfoy, ma non aveva mai avuto neanche il tempo di razionalizzare quanto potesse spingersi in là la loro storia. Forse era troppo presto per fare un passo del genere.
Draco le sciolse la cravatta baciandole con dolcezza l'orecchio e poi con le mani scese ad accarezzarla fino ad arrivare al seno.
L'ansia si fece più forte ed un gemito le sfuggì dalle labbra.
No, decisamente ancora non era pronta per questo.
- A...Aspetta! - balbettò nuovamente, bloccandolo per la seconda volta.
Lo fissò con occhi lucidi.
- Io non voglio... - disse con il respiro spezzato - Non ora almeno e sicuramente non qui!
Per un secondo un lampo di rabbia passò negli occhi del Serpeverde.
- Qual è il problema? - chiese, cercando di reprimere il pensiero che lei non lo considerasse degno per la sua prima volta.
Hermione abbassò lo sguardo - Sono io il problema. - rispose mortificata - Ancora non mi sento pronta... scusami...
Se fosse stata un'altra, Malfoy l'avrebbe sicuramente mandata al diavolo in quel frangente. Ma vedere la fiera Mezzosangue mordersi il labbro e chiedergli scusa con un'espressione quasi disperata, incrinò impercettibilmente qualcosa nel suo cuore.
Fece appello al suo più grande autocontrollo - E va bene... - sospirò, tirandosi su e permettendole di sedersi.
- Aspetterò che tu lo sia... ma non metterci anni, Mezzosangue...- disse, mettendo un broncio così adorabile da far sorridere la ragazza.
- Grazie... - riuscì a dire lei, un po' commossa da tutta quella inaspettata premura. Quando lo aveva bloccato per la seconda volta Hermione era sicura che l'avrebbe cacciata dalla Stamberga Strillante.
- E adesso cosa facciamo? - le chiese Draco, con un sopracciglio alzato ed un'espressione scocciata - Abbiamo ancora del tempo prima di dover tornare a scuola.
Hermione lo guardò passarsi una mano tra i capelli ormai irrimediabilmente spettinati.
Malfoy non gli era mai sembrato così bello come in quel momento.
- Hai detto che ultimamente hai problemi con Trasfigurazione... - disse, ricevendo uno sguardo interrogativo come risposta.
- Potrei darti una mano con gli esercizi, almeno per potermi sdebitare per l'aiuto che mi hai dato a Pozioni.
Draco la fissò come se le fosse spuntato un terzo occhio sulla fronte.
- Non ci credo che tu stia dicendo sul serio...
Hermione arrossì leggermente - Invece sì! - esclamò, allacciando nuovamente la cravatta rosso oro - Ti farò ripetizioni per tutta la settimana se vorrai, almeno passeremo del tempo insieme e potremo conoscerci meglio.
- C...Conoscerci meglio? - ripetè Draco, quasi scioccato.
Hermione lo guardò, risoluta - Se vuoi che mi senta pronta...a...- divenne cremisi in quel secondo -... a farlo, vorrei prima passare del tempo in tua compagnia. Vorrei sapere qualcosa in più su di te...qualcosa che non sappia già ovviamente - Draco fece per rispondere ma lei lo zittì, posandogli un dito sulle labbra - Ci guandagnerai doppiamente non credi ? Non vorresti prendere una E anche a Trasfigurazione?
- Sì, ma... - provò nuovamente lui.
Ma stavolta Hermione lo zittì baciandolo sulle labbra con dolcezza.
Quando si staccò da lui lo vide sospirare.
- Ok, ok... hai vinto te. - disse rassegnato - Non capisco come ci si possa conoscere trasfigurando una sedia, ma se è questo che vuoi... accetto la tua offerta ! Almeno avrai una scusa da rifilare a quella piattola di Potter per il fatto vedermi tutto il resto della settimana!
Hermione lo guardò male - Non ho bisogno di una scusa per vederti e poi Harry non è una piatt....
Ma non finì mai la frase, perché questa volta fu il turno della Grifondoro di essere zittita con un bacio passionale.
Un timido raggio di sole fece capolino tra le tende rosso-oro.
Hermione aprì lentamente gli occhi ed un sorriso felice si fece largo sulle sue labbra. Erano settimane che non si sentiva così serena ed in pace con se stessa.
Aveva finalmente chiarito con Draco e l'avrebbe rivisto per tutta la settimana, senza contare dell'emozione che aveva provato nel sapere cosa avesse fatto il Serpeverde per lei.
Agli occhi di una persona normale sarebbe passata inosservata. Ma lei invece aveva capito l'importanza di quel gesto così premuroso quanto inaspettato da uno come Malfoy.
Si preparò in silenzio mentre pensieri, ricordi ed un'euforia crescente si accavallavano freneticamente nel suo stomaco e nella sua testa.
Solo quando fu pronta per uscire si rese conto che fosse rimasta sola nella stanza. Di Lavanda e Calì non vi era neanche l'ombra.
- Cielo, è cosi tardi? - si chiese, cercando velocemente il suo orologio. Quasi le cadde di mano quando vide che mancavano dieci minuti alle undici.
Stava per perdersi la partita di Draco...
Si precipitò in Sala Comune come una pazza. Neanche Harry e Ginny erano rimasti ad aspettarla, doveva davvero aver dormito come un ghiro se neanche la sua migliore amica era riuscita a svegliarla ! Con questo pensiero si infilò nella Signora Grassa iniziando a mettere direttamente guanti e cappello. A quell'ora era inutile anche provare a fare colazione, la cosa migliore era raggiungere direttamente gli altri allo Stadio.
- Harry, io torno alla torre a vedere se è sveglia! - annunciò Ginny Weasley con le sopracciglia aggrottate. Erano davanti all'entrata dello Stadio da almeno venti minuti ed ormai gli altri studenti erano tutti entrati a prendere i posti - E' strano, conoscendola, che non sia già qui. - aggiunse guardandosi intorno.
- Magari ha cambiato idea. - disse Harry, con un mezzo sorriso. Sarebbe stato bello per lui se il motivo fosse stato realmente quello.
Ginny lo guardò male - Non ha cambiato idea, ho parlato con lei prima di andare a dormire.
Harry si passò una mano tra i capelli - Lavanda ha detto che Hermione ci avrebbe raggiunti qui, vedrai che fra poco arriverà!
- E da quando ti fidi di Lavanda? Quella la odia! - rispose Ginny, incrociando le braccia.
Harry la fissò divertito - Lo sai che quando fai così assomigli a Ron? - disse, facendo indispettire maggiormente la ragazza.
- Che cosa? Non dirlo mai più!
- Ragazzi, calma! - disse una voce alle loro spalle - Sono qui.
I due Grifondoro si voltarono e videro la loro amica avvicinarsi con il fiatone.
Hermione li aveva quasi affiancati quando Pansy Parkinson, sbucando apparentemente dal nulla, le si parò davanti.
- Buongiorno Zannuta! - disse con una luce malvagia negli occhi - Adesso sei così spudorata che vieni a vedere Draco anche quando gioca?
Hermione la guardò con sufficienza - E da quando devo rendere conto a te di quello che faccio?
La Serpeverde si avvicinò di un passo, facendo scattare Harry e Ginny che si misero al suo fianco.
- Wow! Adesso hai anche le guardie del corpo! - disse Pansy, facendo una risatina stupida.
- Sappi che ci riprenderemo quelle foto! - guardò poi Harry e Ginny - Tanto io e Blaise sappiamo che vi ha detto tutto, avete fatto male ad impicciarvi.
Hermione strinse i pugni - Lasciateli fuori da questa storia! - comandò, cercando di mantenere la calma.
Harry le mise una mano sulla spalla, mettendosi tra le due ragazze.
- Lascia perdere, Hermione, tanto non possono fare nulla senza prove.
Pansy assottigliò gli occhi - Per questo ce le riprenderemo...
Ma inaspettatamente Hermione sorrise.
- Ti risparmio la fatica allora. - disse, iniziando a frugare nella tasca interna del suo cappotto.
Harry e Ginny si guardarono confusi.
Che diavolo stava facendo?
- Hermione... - provò Harry, ma si bloccò non appena l'amica tirò fuori dalla tasca una foto, che porse poi alla Parkinson.
La Serpeverde la guardò confusa, la Mezzosangue le stava ridando la foto? Era impazzita del tutto o semplicemente si arrendeva?
Ma dopo aver posato gli occhi sulla foto le lanciò uno sguardo furente.
- Tienila pure, tanto ho altre copie! - disse Hermione, con un sorriso birichino.
La faccia di Pansy diventò viola dalla rabbia - Maledetta! - sibilò tra i denti - Non crederai di spaventarci con questa roba?! Pensi che un professore non si accorga che l'hai manipolata con la magia?
Hermione non si aspettava che quella obiezione per affondare il colpo.
- Considerando che è perfetta e che la McGranitt non metterebbe mai in dubbio la mia parola, ti rispondo : Sì invece, credo proprio di spaventarvi. - disse fieramente.
Un boato proveniente dallo Stadio non permise alla Parkinson di risponderle.
Stava iniziando la partita.
- Per questa volta ti lascio perdere, Mezzosangue. - disse alla fine la Serpeverde, guardandola con astio - Ma non finisce qui! - puntualizzò, prima di sparire per le larghe porte d'entrata.
- Che diavolo è successo? - chiese per primo Harry, quando la Parkinson se ne fu andata.
Hermione guardò i suoi amici fissarla basiti ed iniziò a ridere, togliendo dalla tasca un'altra foto.
- Secondo me non le è piaciuto com' è venuta! - aggiunse, facendo sorridere gli amici.
La foto in mano ad Harry mostrava Pansy Parkinson e Blaise Zabini entrare nel passaggio segreto celato dietro la statua della Strega Orba. Esattamente come in quella in cui c'erano Malfoy ed Hermione.
- Ma... come hai fatto? - chiese Harry, stupito.
- E' perfetta, sembra vera! - disse Ginny con ammirazione.
Hermione riprese la foto - Non è stato facile farlo, mi è venuta ieri sera l'idea. Dopo aver passato tutto quel tempo a trasfigurare oggetti, ho pensato che questo trucchetto potesse tornarci utile.
- Quindi è questo che hai fatto con Malfoy? - chiese Harry, a metà tra lo stupito ed il disgustato - Avete studiato davvero?
Hermione arrossì, voltandosi verso la porta - Su, andiamo o perderemo la partita! - esclamò, evitando accuratamente di rispondere all'amico.
- Sì, andiamo! - le fece eco Ginny, tirando Harry per un braccio.
Harry sospirò, non avrebbe mai capito le donne. D'altronde era stato felice di sapere che Malfoy ed Hermione avessero solamente studiato in quelle ore passate da soli nella Stamberga Strillante.


La Partita fu un vero successo per i Serpeverde. Era stata persino più veloce di quella tra Grifondoro e Corvonero.
Malfoy era riuscito a prendere il boccino quando i Tassorosso erano appena riusciti a segnare i primi 10 punti.
L'euforia dell'intera casa Serpeverde era tangibile. Hermione si rese conto che per la prima volta nella sua vita era contenta per la vittoria di quelle serpi. Era incredibile ma era così.
Quando Draco aveva afferrato il boccino e subito dopo l'aveva cercata con lo sguardo, regalandole poi un lieve sorriso, lei si era sentita completamente travolta dall'emozione. Non aveva mai provato sensazioni così intense con Ron, quanto non aveva mai apprezzato tanto il Quidditch come in quel momento.
Comunque dopo la geniale idea di Hermione, la brutta faccia di Pansy Parkinson non si fece più vedere nei giorni seguenti, se non purtroppo nelle ore di lezione in cui comunque non la degnava di uno sguardo. Lo stesso Zabini sembrava insolitamente disinteressato a loro, non faceva più neanche quei sorrisi malvagi che esibiva ogni volta che incontrava Hermione. Semplicemente adesso la evitava.
Forse avevano rinunciato alle foto, ma Hermione era sicurissima che Zabini non potesse rinunciare al diario.
Era comunque molto strana quella quiete che solitamente precede la tempesta.
- Devi sbarazzarti di quel diario, Hermione.
Le disse una sera Ginny prima che lei sparisse, come sempre ormai, per andare all'appuntamento con Malfoy.
- Ormai non sei più sotto ricatto, inoltre Malfoy lo vuole usare per vendicarsi di Zabini. Sarebbe meglio non farlo avere neanche a lui, potrebbe metterti nei guai.
Hermione ricambiò lo sguardo preoccupato dell'amica.
- Lo so, ed ogni giorno Malfoy mi chiede di farglielo leggere. Non sapevo più che rispondere ieri ... così ho fatto una cosa... - le si avvicinò, sussurrandole qualcosa all'orecchio.
La ragazza la guardò con occhi stupiti.
- Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Credi che funzionerà?
Hermione sospirò - Lo spero! Anche se sono stata sempre una frana ad interpretare i sogni... quella era la mia unica possibilità. - guardò l'orologio - Ora scusami ma Draco mi sta aspettando... - le sussurrò, prima sparire nel buco del ritratto.
Ginny la guardò andare via, un po' confusa - Di che sogno stava parlando? - si chiese tra sé e sé.
Hermione avanzò con passo rapido fino alle scale che portavano al settimo piano. Ormai lei e Draco si davano appuntamento tutti i giorni nella Stanza delle Necessità.
Era così strano. E pensare che fino all'anno prima lei usava la Stanza proprio per nascondersi da quelli come lui, ed invece adesso era cambiato tutto.
D'altronde tutto cambia a Hogwarts, dalle scale fino ad arrivare al pettegolezzo del giorno. Grazie all'influenza di Lavanda infatti, le Tassorosso avevo dedicato le loro energie verso altre povere vittime ed avevano lasciato lei, Harry e Ginny finalmente in pace.
Assorta nei suoi pensieri la Grifondoro non si accorse di un'ombra che ormai la stava seguendo da qualche minuto.
- Hermione! - si sentì chiamare ad un certo punto.
- Fermati, devo parlarti!
La ragazza si voltò.
- Ron? - esclamò sorpresa, vedendo quello che ormai era il suo ex migliore amico, avvicinarsi a lei con un'espressione tesa.






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Ciao a tutti! ho cercato di sbrigarmi questa volta... anche se sinceramente avrei preferito aggiornare ancora prima, ma ahimè, non ci sono riuscita!
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite o le preferite^^ ma soprattutto a Fly_With_Me, Elisaherm, XnihalX.
Cercherò di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo!
Kisses.
Alessandra.

   
 
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