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Autore: Thiana    13/09/2012    2 recensioni
Una Veela per un ottavo e un metamorfomagus figlio di un lupo mannaro sono una coppia ben assortita?
E Teddy avrà ripreso l’esuberanza di Tonks o la calma di Remus? E dopo tanti anni di amore con Victorie, come le chiederà di sposarlo? La ricerca dell’abito metterà in crisi solo la futura sposa, o anche il ragazzo avrà il suo daffare?
Proposta, scelta dell’abito e pre-matrimonio di una delle coppie che preferisco, Teddy Lupin e Victorie Weasley.
Scritta per il contest My Wedding Dress indetto da HPthebest - Seconda Classificata.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, Lily Luna/Lysander, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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«James! Idiota!» Il braccio lungo di Teddy raggiunse il colletto di James, fermandolo appena in tempo. Quell’idiota, come aveva detto Teddy, stava per andare a sbirciare l’abito di Vic.
«Io volevo solo farti smettere di essere così agitato.» Si giustificò il ragazzo, con un’onesta espressione da cucciolo sul viso. «Sono sicuro che sei bello abbastanza.» Gli fece l’occhiolino, ridendo. Esattamente in quel momento, Albus entrò con tre bicchieri di firewhisky . «Chiedilo ad Albus. Anche da piccolo pensava che tu fossi bello.»
Le guance rosse di Albus, fortunatamente fecero ridere il futuro sposo. Da quando aveva detto a tutti di essere omosessuale, le battute di James si erano sprecate. Fortunatamente, James era davvero contento che il fratello si fosse innamorato. Uomo o donna che fosse, l’importante era riuscire a prendercelo in giro.
«Agitato, Teddy?» Domandò Albus, tendendogli uno dei tre bicchieri. In risposta, Ted si scolò il liquore nel bicchiere e ne afferrò un secondo.
Fortuna che sono praticamente vuoti, pensò Albus, affrettandosi poi a bersi il suo.
James, imbronciato per non essere riuscito a bere neanche un goccio di fire, rispose al posto di Ted.
«Se la sta facendo sotto dalla paura. Non vedi?» Gli indicò i capelli. «Dice che il vestito di Vic sarà sicuramente meglio del suo. Cioè, che il suo non sarà all’altezza. E si chiede cosa ci trovi in Vic in lui.» Si puntò un dito alla tempia e lo picchiettò, rendendo chiara l’idea che aveva di Ted in quel momento.
«Io gliel’ho detto che lo fa per i soldi. Non ha voluto credermi.» E con una risata canina, diede una pacca, sempre con troppo trasporto, sulla spalla del metamorfomagus.
 
 
Le mani non le sudavano così da quando aspettava i risultati dei M.A.G.O., otto anni prima.
Ricordando il giorno del matrimonio della sua migliore amica, la imitò. Posizionandosi davanti lo specchio, prese una boccata d’aria, soffiandola poi lentamente verso fuori.
Ripeté quella mossa per qualche minuto, sentendo però che i nervi non si rilassavano.
Sull’orlo di una crisi di pianto, Victorie, si guardò intorno.
Aveva chiesto di essere lasciata sola. Nella stanza da letto non era stato lasciato neanche un solo bicchierino di champagne e la sua bacchetta era finita chissà dove.
Si volse ancora verso lo specchio, osservandosi.
Quel pomeriggio, Victorie Weasley, veela per un ottavo e ragazza favolosa, si vedeva tutti i difetti che il cervello le suggerisse.
Non era abbastanza magra e i suoi occhi chiari non erano abbastanza profondi. I capelli non erano abbastanza per il vestito che indossava e neanche lei era abbastanza bella per quel vestito.
Inoltre non era abbastanza intelligente per l’uomo che stava per sposare. E non era abbastanza sicura di riuscire a tenerselo.
Non era abbastanza.
Punto.
Non si sentiva abbastanza.
Neppure il lento bussare contro il legno della porta le fece distogliere l’attenzione da quella miriade di invisibili difetti.
«Avanti.» Rispose senza voltarsi.
«Vic, sicura che posso? Sono io.» La voce del ragazzo entrò dalla porta socchiusa. Senza far attenzione all’abito o ai tacchi alti che indossava, la sposa si precipitò alla porta. L’aprì velocemente e si tuffò tra le braccia del ragazzo.
Con un lieve sorrisetto, i capelli verdi del ragazzo tornarono castani.
 
«Ted. Non guardarmi!» Strillò lei, appena si allontanò dalla sua presa. Il ragazzo, appena sentita la sua voce, si era tappato gli occhi con una mano.
«Lo so che per tradizione non dovremo vederci, Vic, ma… Tu lo sai com’è James. Sicura di volermi sposare?»
Con una risatina isterica, la ragazza tolse la mano dal viso di Teddy.
«Non volevo che mi vedessi perché… Non credo di essere bella.»
Ted, che aveva ancora gli occhi chiusi, iniziò ad aprirli lentamente ma quando la ragazza finì la frase, li spalancò completamente.
La guardò dai piedi alla testa e, più saliva, più il sorriso si allargava.
Il vestito bianco e oro che la ragazza indossava era perfettamente abbinato a quello nero con il fazzoletto oro che Harry gli aveva suggerito.
«Victorie, come puoi dire di non essere bella?» Le sfiorò una guancia con delicatezza, pauroso di rovinarle il trucco. «Quando sto con te, mi sento più bello io, sai? Mi sento meno strano. Sai, per i capelli. E quando non mi sento all’altezza, lo sai, io mi dico sempre che, se stai con me un motivo c’è. E lo so che passerò il resto della mia vita a non sentirmi all’altezza. Sai? Io lo vedo tuo padre che guarda tua madre e si sfiora le cicatrici. Anche lui non si sente abbastanza. Ma chi potrebbe essere all’altezza di una veela?»
«Un ottavo.» Lo corresse la ragazza, venendo però ignorata.
«Quello che però dico io, sai, è che… Vic, per l’amor del cielo. Io ti amo, e non credo che esista una persona che ti ami più di quanto faccia io. O meglio. Non esiste. Perciò sono la tua miglior scelta. Sai… di meglio, per te, non puoi trovare.»
Strinse i denti, il ragazzo, sforzandosi di non baciarla subito. Magari le avrebbe rovinato il trucco, magari non si sarebbero neanche dovuti vedere. Ci pensò lei, infatti, ad avvicinarsi e a posare le labbra sulle sue.
«Se non esci di qui, però, credo che mio padre tiri fuori il suo lato lupesco.» Scherzò lei sull’orlo delle lacrime.
Di gioia, stavolta.
 
 
Quando la prima nota della marcia nuziale risuonò nell’aria del giardino della Tana, tutti si voltarono.
Di Vic e Bill nemmeno l’ombra, però.
Lysander, vedendo Lily emozionata, le prese la mano e le posò le labbra sulla tempia, regalandole un bacio delicato. Il suo gemello, spalla contro spalla, afferrò anche lui la mano della persona che amava. Albus, stringendo la presa, lo guardò felice.
Davanti a loro, Ginny e Harry già prendevano i fazzolettini. Di tanto in tanto, osservavano Teddy che aspettava impaziente sull’altare. Il loro figlioccio era cresciuto meglio di quanto osassero sperare. Il salvatore del Mondo Magico, passò il braccio intorno alle spalle della moglie e sorrise verso Bill.
Il padre della sposa, infatti, era appena arrivato all’inizio della navata improvvisata. Stringendo appena la mano su quella della figlia, nell’incavo del suo braccio, iniziò la lenta camminata.
Un brusio d’approvazione salì dagli invitati e iniziarono a sgorgare le prime lacrime.
Fleur, in prima fila, ricordò com’era bella il giorno delle sue nozze. Non il vestito o l’acconciatura, ma il viso. Quella stessa bellezza felice la vedeva ora sul volto della figlia.
«Peccato. Anche se avesse una sorella, sarebbe comunque mia cugina.» Sbottò James, alle spalle di Teddy. All’occhiataccia di quest’ultimo, abbassò lo sguardo sulle fedi che reggeva, con un sorriso felice. Era quello il suo modo per esprimere che era felice. Le sue battute stupide.
Eppure Teddy le capiva sempre, per questo era il suo migliore amico. Per questo lo aveva scelto come testimone.
Victorie alzò finalmente il viso, incontrando lo sguardo caldo di Teddy.
No, ora non avevano più timori. Erano fatti l’uno per l’altra.
   
 
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