Prologo.
Quando
ero piccola, fissavo per ore la mia città, dalla finestra
della mia camera e
pensavo che un giorno me ne sarei andata da questo posto.
Sognavo
di abitare nelle grandi città e di essere ricca
sfondata.
Ora
invece sono cresciuta e mi ritrovo ancora in questa merda di
città.
Non
che
Doncaster non mi piaccia é che..ok, si, la odio.
Il
tempo qui é sempre molto nuvoloso e mi fa sentire ancora
più depressa.
Io
non
sono una di quelle ragazze che va in giro per negozi comprando di
tutto,
facendo la snob del cazzo.
Ammetto
che preferisco i felponi e le tute.
Non
esco quasi mai e sono sempre rinchiusa in casa scrivendo e leggendo
libri, sono
la mia passione.
Il
mio
sogno é quello di diventare una scrittrice, ma a Londra, la
mia città di
nascita.
Non
sono molto lontana da Londra ma la mamma non mi ci ha mai portata,
diceva che
era piena di persone cattive e ipocrite.
Io
non
le ho mai creduto ma dovevo rispettare le regole e per questo non mi
sono mai
mossa da qui.
Frequento
un liceo vicino casa e quest'anno per fortuna é l'ultimo
anno.
L'anno
prossimo frequenterò un college con i miei migliori amici, e
quello sarà
l'inizio della mia vera vita.
Se
c'é
qualcuno nella mia vita che amo sono proprio loro, i miei migliori
amici.
Il
primo si chiama Niall, beh quel fottutissimo ragazzo mi ha
completamente
cambiato la vita.
É
dolce, amorevole e ci amiamo come
due fidanzati, ma il nostro bene é fraterno o
almeno cosi spero.
Poi
ci
sono Emily e Hope.
Ci
siamo conosciute all'asilo, il primo giorno e da quel momento siamo
rimaste
amiche fino ad oggi.
Noi
tre
siamo il perfetto esempio della vera
amicizia.
Mi
ritengo
molto fortunata ad averli nella mia vita.
All'età
di 9 anni io e Hope facemmo il nostro giuramento: io e lei compiuti i
19 anni
saremmo scappate ci saremmo rifugiate nella grande Londra, la
città che un
giorno ,spero, mi salverà la vita. Lo giurammo di notte, con
il tipico patto di
‘sputi’, anche Hope è un maschiaccio,
ama qualsiasi cosa che riguardi il
calcio, e tifa animatamente il Manchester United.
Emily
invece vuole vivere a Los Angeles.
Come
posso biasimarla?
Il
suo sogno infatti é quello di diventare una cantante.
Ha
una
voce magnifica, e ogni volta che l'ascolto mi emoziono.
E
per
questo vuole frequentare una scuola per allargare i suoi orizzonti.
Ma
ora
ci godiamo il nostro ultimo anno.
La
mia
vita quotidiana non é un granché.
Mia
madre lavora e non é mai a casa mentre mio padre si
é risposato quando avevo 14
anni e ha avuto figli con Libby, sua moglie.
Odio
il
fatto che anche mia madre li considera miei fratelli.
Loro
non sono miei parenti, sono due stupidi bambini capricciosi e io non
potrei mai
considerarli fratelli, mai.
Quando
mio padre se ne andò di casa mi guardò, mi
abbracciò e mi disse:
"E’
ora di condividere il tuo papà"
Dovete
sapere che fin da piccola non sono mai stata una brava bambina casa e
chiesa.
NO.
Ero
un
vero maschiaccio e il mio comportamento quel giorno fu molto violento.
Un
papà
non é qualcosa da condividere, come le caramelle.
Un
papà
é.. Un papà, appunto.
E’
fondamentale nella vita di un bambino.
Ma
sono
andata avanti e cresciuta in meglio.
Odio
mio padre, sua moglie e quelle pesti.
Tutto
alla meraviglia.
E
anche
se mio padre non era del tutto presente, mia mamma faceva le parti di
entrambi
i genitori.
Era
severa, fredda ma allo stesso tempo dolce e comprensiva su tutto.
Lei
é
una donna molto bella, 35 anni portati molto bene, simpatica, moderna e
molto
particolare.
Lei
era
il mio esempio.
Ogni
giorno in quella città era sempre uguale e non sapevo che il
meglio stava
proprio arrivando.
Tutto
successe quella orribile mattina.
Il
sole
penetrava dalle finestre della mia stanza facendomi sussultare e
nascondere la
testa sotto il cuscino.
La
mattina era arrivata troppo presto e una mattina stava per cominciare.
Che
rottura.
Sperando
di dormire altri cinque minuti la sveglia risuonò.
Quel
suono fastidioso continuava a rimbombare tra le pareti della mia grande
casa.
Che
odio.
Così,
scocciata e ancora addormentata mi recai in cucina.
Scesi
gli scalini uno ad uno e arrivai alla porta della cucina.
Mia
madre era uscita e il post-it attaccato sulla porta ne era la prova.
"Piccola,
torno stasera. Per il pranzo.. Veditela tu. Con affetto, tua mamma.
Ricorda che
ti amo" Chissà che aveva in mente.
Strappai
il biglietto ancora mezza addormentata e andai in bagno.
Mi
spogliai e mi feci una doccia.
Una
doccia fredda mi serviva la mattina per mettere in ordine i miei
pensieri e
soprattutto per farmi svegliare.
L'acqua
scendeva sulla schiena e il contatto freddo mi fece rabbrividire cosi
chiusi la
doccia con un colpo secco e mi asciugai i lunghi capelli.
Erano
di un biondo cenere ed erano mossi.
Poi
indossai la biancheria e la stupida divisa scolastica, che odiai dal
primo
giorno di liceo poi presi la borsa, il cellulare e le chiavi di casa.
Un’altra
giornata stava cominciando, ma qualcosa di diverso sarebbe accaduto, me
lo
sentivo.
Arrivai
davanti a scuola e non c'era nessuno.
Afferrai
il mio , ormai vecchio, iPhone e chiamai Niall.
Lui
era
la mia salvezza ogni giorno.
Mi
rispose dopo due secondi:"Amore mio, sto arrivando."
Mi
gridò per poi chiudere la chiamata senza neanche darmi il
tempo di rispondere.
Poco
dopo mi girai e incontrai i suoi occhi color cielo e il suo sorriso
fece
sciogliere tutta l'acidità di quella mattina.
Mi
venne incontro abbracciandomi.
Il
suo
profumo alla vaniglia mi entrò nelle narici e lo respirai
come se fosse droga.
Perché
lui era droga per me.
Mi
diede un dolce bacio sulla nuca e mi guardò."La vuoi
smettere di diventare
bella ogni giorno che passa?" replicò serio.
Gli
regalai uno dei miei migliori sorrisi e ci incamminammo nei corridoi
mano nella
mano.
Sapevano
tutti della nostra stupenda amicizia e nessuno pensava il contrario.
I
nostri armadietti erano lontani e ci dovemmo salutare.
Dopo
due secondi mi piombarono addosso le mie migliori amiche.
"Buongiorno
anche a voi " le salutai abbracciandole.
"Che
palle quel rompicoglioni di Malik ha cominciato a rompere ad Emily."
Disse
Hope-
"Ma
tanto ad Emily piace.. vero?"la stuzzicai.
"No
care mie, Jake é la mia unica fissazione. Malik
può andarsi a farsi
fottere" ci spiegò sognante.
Tanto
sarebbe cambiata la sua idea su Malik, cambia a tutti tranne a me.
Tra
Zayn Malik e me infatti non c'é mai stato un buon rapporto.
Lui
era
il figo della
scuola, capitano della squadra di pallanuoto e
conosciuto come il grande puttaniere della scuola.
Se
le
scopa tutte, dalla più figa alla più cessa.
Con
me
ci ha provato un paio di volte, ma ormai ha capito che non attaccano
con me le
sue fesserie, così ha preso di mira le mie amiche.
Hope
c'é cascata ma Emily... lei
é innamorata dell'amore e non farebbe mai certe cose e poi
é ufficialmente
quasi fidanzata con Jake, un ragazzo magnifico.
Dopo
pochi secondi il mio sguardo fu catturato dall'entrata trionfante di
tre
ragazzi.
Notai
le labbra di Hope muoversi ma non sentivo niente, vedevo tutto a
rallentatore.
Questi
tre sconosciuti sparirono girando l'angolo e io mi ripresi.
"Mel
ci sei?" mi richiamò Emily girandosi a guardare.
"Oh
si, certo." dopo pochi secondi mi sentii chiamare.
"Payne."
quella fastidiosa voce.
Potevo
riconoscerla tra mille.
Infastidita
e incazzata mi girai.
Era
lì,
in tutta la sua perfezione e la sua stronzaggine davanti a me.
"Malik,
che cazzo vuoi?" feci un sorrisetto falso che lo fece imbestialire.
Oddio,
era fin troppo facile.
Suonò
la campanella ma lui non si mosse da lì.
Guardò
le mie amiche e loro si dileguarono salutandomi e dandoci
l'appuntamento in
mensa.
Rimanemmo
io e lui, soli nel corridoio a guardarci male.
"Che
cazzo, ti muovi? Devo andare a lezione." Mi stavo innervosendo, lui non
parlava e cosi decisi di andarmene.
Ma
qualcosa mi fermò. Malik mi prese per il polso e con forza
mi fece girare.
In
pochi secondi mi ritrovai praticamente addosso a lui.
Mi
sorrise malizioso e con sensualità si avvicino al mio
orecchio.
Morse
il lobo dolcemente facendomi sussultare, al quel punto
ridacchiò
soddisfatto."Ammettilo, ti faccio impazzire." mi sussurrò.
Si
certo, e io sono Lady Gaga.
Mi
allontanai di stacco facendogli mollare la presa dal mio polso.
"Ma
vaffanculo Malik, per colpa tua arriverò in ritardo a
lezione."mi dileguai
con passo svelto e lo lasciai lì con la bocca aperta.
Così
sorrisi soddisfatta.
Arrivai
nella mia classe per l'appello.
Per
fortuna la professoressa non era arrivata.
Vidi
Niall in fondo che mi sorrideva.
Ricambiai
e mi andai a sedere vicino a lui.
Ma
quando mi girai notai che i tre ragazzi di stamattina mi guardavano
insistentemente.
Li
fissai a mia volta e mi rivolsi al mio migliore amico.
"Niall,
conosci quei tre che ci fissano?" lui si girò a guardare e
fece no con il
capo.
Perfetto,
tre sconosciuti mi stavano fissando.
E
se
dopo mi stuprano? O mi molestano?
O..Dopo
due secondi la professoressa arrivò mettendo fine al
chiacchierio generale.
Cominciò
l'appello e l'unico suono era quella della professoressa e dell'alunno
interessato.
"Payne"
era il mio turno.
"Eccomi"
dicemmo in coro io e uno di quei tre ragazzi.
Mi
girai a fissarlo notai che lui e tutta la classe lo stava
già facendo.
"Questo
é uno dei nuovi arrivati ragazzi, benvenuto signor Payne"
disse la prof.
Bene,
ora mi avrebbe fissata sempre di più.
Ma
proprio il mio cognome doveva avere?
Sbuffai
e girai la testa.
Cominciai
a contemplare il viso perfetto di Niall. I suoi capelli tinti, il suo
sorriso,
il suo naso, i suoi occhi.
"Amore
la smettiamo con la radiografia??" oh ma che simpatico.
Gli
sbuffai in faccia facendolo ridere e di conseguenza facendo ridere me.
"Horan,
Payne fuori sono stanca di voi due." gridò isterica la prof.
Io
e
lui ci alzammo, prendemmo le nostre cose e ci dirigemmo verso l'uscita.
Girai
la testa e i suoi occhi si posarono sui miei. Era ancora lì
a fissarmi.
Era
tutto a rallentatore come nei film.
Mi
lanciò uno sguardo strano e abbassò lo sguardo.I
suoi occhi, i suoi capelli, il
suo sguardo erano famigliari.
Dopo
posi secondi la voce di Niall mi fece riprendere dallo shock.
"Io
cominciò ad andare verso la classe di scienze. Tu che hai?"
mi domandò
tenero.
"Letteratura"
"Okay a dopo babe." mi lanciò un bacio volante e si
allontanò.
Cominciai
ad incamminarmi ma la campanella suonò.
Sbuffai.
Con i libri in mano mi affrettai a raggiungere la classe.
Quando
mi trovai davanti alla porta bianca latte qualcuno mi chiamò.
Mi
girai e incontrai di nuovo i suoi occhi.
Il
biondo mi sorrise."Io sono Liam, sai sono nuovo." mi ritrovai a
fissare la sua mano davanti a me.
Aspettava
che mi presentassi.
"Oh
si, io sono Melanie ." gliela strinsi forte.
Quel
contatto mi fece venire i brividi e subito la lasciai.
Lui
mi
rivolse uno sguardo molto strano.
Okay,
prima figura di merda fatta.
"Questa
é la classe di letteratura?" oddio questo ancora parla.
"Emmh…
si.." Risposi ed entrai in classe sperando vivamente che non si sedesse
vicino a me.
Raggiunsi
il mio solito posto lontano da tutto e da tutti e cominciai ad uscire
il libro.
Il
biondo mi guardava ancora.
La
professoressa arrivò poco dopo."Buongiorno. Oggi
interroghiamo."Oh ma
porca troia, sempre quando non studio deve capitare.
"Porca
miseria, ma questa vecchia non ha nient'altro da fare?" imprecai a
bassa
voce.
"Signorina
Payne, visto che ha tanta voglia di parlare oggi, lei é la
prima
interrogata."
A
chi
poteva capitare? A me come sempre.
"Cosa
mi sai dire della lezione del giorno?" Mi domandò la prof.
Okay,
avevo dato una lettura alla lezione qualcosa mi ricordavo.
Cominciai
a parlare balbettando.
Volevo
dare l'impressione di aver studiato e invece non era un ottima idea
quella di
balbettare.
Udii
il
mio compagno di dietro dire "Vedi, non sa niente"mi girai di scatto.
"Allora
perché non parli tu di questa merda di guerra brutto cazzone? Anzi
perché non te ne vai a fanculo una volta per tutte?"
Avevo
decisamente esagerato ma se lo meritava.
Cinque
minuti dopo mi ritrovai davanti al mio preside che mi faceva la
ramanzina
minacciandomi di perdere l'anno.
Gli
dissi le cose che si voleva sentir dire del tipo "mi
impegnerò, lo giuro,
non renderò male" e me ne andai da quell’ inferno.
Volevo
andare a casa, ora.
E
invece due minuti mi dovevo subire l'interrogatorio delle mie amiche.
"Che
cazzo é successo? Ti ha minacciata?espulsa? Che CAZZO HAI
FATTO UN ORA IN QUEL
CAZZO DI UFFICIO?"Molto tenera oggi Hope…
"Un
cretino, in classe mi aveva rotto le palle e l’ho mandato a
fanculo."
Risposi semplicemente.
"Mel
devi capire che non puoi mandare a fanculo le persone come ti pare e ti
piace e
soprattutto a scuola" dio esisteva e il suo nome era Emily, lei era
calma
e ragionevole al contrario di...
''Devi
capirlo cazzo Melanie,
non puoi perdere questa merda di
anno, dobbiamo andare a Londra quindilecca il culo hai
professori,studia quelle cazzo di
lezioni e spacca
il culo a
tutti.'' Mi sorrise e se ne andò.
"Grazie
per avermi parlato con amore e tenerezza" le gridai dietro.
Andai
verso il mio armadietto quando incontrai lo sguardo di Liam, di nuovo.
Mi
stavo innervosendo, ma non poteva fissare le puttanelle?
Porca
merda, si stava avvicinando.
Forse
porto sfiga? Forse qualcuno mi vuole male lì sopra?
"Come
é andata dal preside?" come faceva a sorridermi?
Avevo
la faccia di un toro imbestialito.
"Oh,molto
bene. Mi odia ancora di più" gli risposi semplicemente
aggiustando i miei
libri nell'armadietto.
"Posso
farti conoscere i miei amici? Qui conosco solo te.."
continuò.
Ora
gli
spacco il culo a ‘sto tipo.
"Oh
si, certo." gli sorrisi.
Perché
lo odio tanto? Fece un fischio e dopo due secondi esatti mi ritrovai
davanti
due ragazzi a dir poco stupendi.
Uno
era
riccio e avevo gli occhi verdi l'altro i capelli castani e gli occhi
color
cielo.
"Io
sono Melanie e sono in ritardo. é stato un piacere."
conclusi in fretta
quelle presentazioni, le odio.
"Noi
siamo Harry e Louis, piacere nostro." disse Harry.
Sembrava
un maniaco, ma fa niente.
Continuavano
a sorridere come due ebeti e mi stavo ufficialmente spaventando.
"Di
dove siete?" chiesi.
Ma
sei
scema? Sei in ritardo cogliona. Non puoi parlare ora.
"Di
Doncaster" disse Louis.
Mi
fissò con i suoi occhi azzurri.
Lo
fissai a mia volta.
Devo
dire che era propio un bel ragazzo.
Senti
dei passi dietro di me e poi una voce. La sua voce.
"Payne,
ti sei fatta dei nuovi amichetti?"ecco, mancava il colpo di scena di
Malik.
Guardai
i ragazzi ,sussurrai un ‘cazzo’ a denti stretti e
mi girai.
"Malik"
quel ragazzo lo manderò a fanculo una volta per tutte.
"Ricorda
che sei mia." mi sussurrò prendendomi dai fianchi.
Che
qualcuno mi fermi, lo posso uccidere a momenti."Preferisco scoparmi un
procione invece che essere tua. Mi fai schifo, sei solo un maniaco."
Gli
mollai un ceffone e lo spinsi violentemente.
Vidi
il
suo viso farsi rosso e la sua mascella contorcersi.
Mi
guardò con aria di sfida per poi prendermi dal polso e
strattonarmi.
"Questa
me la paghi, brutta zoccoletta." Mi urlò lasciandomi.
I
tre
ragazzi davanti a me fissavano la scena a bocca aperta.
"Tranquilli,
fa sempre cosi. Ora si calma" dissi cercando di tranquillizzare
più me che
loro.
"Possiamo
fare qualcosa?" domandò Liam hoiltuostessocognome.
"Mi
accompagnate in classe?" gli sussurrai.
Mi
fece
si co il capo e ci incamminammo fino ad arrivare alla mia classe.
Li
ringraziai ed entrai in classe pronta a sorbirmi due intere ore di
algebra.
Finalmente
la campanella suonò e io non vedevo l'ora di andare delle
mie amiche.
Così
come un fulmine raggiunsi la mensa cercando disperatamente le mie
amiche.
Le
trovai sorridenti al nostro solito tavolo.
Almeno
loro erano felici, io ero traumatizzata e avevo paura di quel cazzone.
L’ANGOLO
AUTRICE NON C’E’ PERCHE’ IO
SONO UN’AMICA DI FRA E NON SO COSA SCRIVERE. lol