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Autore: Nori Namow    13/09/2012    14 recensioni
Mi prese il viso fra le mani e mi baciò dolcemente.
«Vieni con me, Lilith. Lascia che ti trasformi in un vampiro. Conosco una strega che potrà farti un anello come il mio, così potrai camminare alla luce del sole. Saremo solo io e te, per sempre. Potremo amarci per tutta l' eternità.»
Sapevo che quel giorno sarebbe arrivato. Lo sapevo dal momento in cui mi innamorai di Harry Styles, nonostante mi avesse confessato il suo segreto più oscuro.
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Una ragazza si era appena tagliata il dito con un vetro rotto. Il sangue scendeva appena, ma ne avvertii l' odore. Mi leccai le labbra, assetata.
«Bene, se proprio vi arrendete...» cominciai, pronta a tornare a casa con un' altra vittoria in tasca.
«Aspetta, voglio provare io.»
Facendosi spazio fra la piccola folla, un ragazzo dagli occhi color cioccolato, la pelle ambrata e i muscoli pronunciati mi sorrise, mettendosi di fronte a me. La camicia bianca metteva in risalto gli addominali.
Era di una bellezza sovrumana, era a dir poco sexy. Posò sul tavolo una banconota da cinquanta dollari, poi mi sorrise beffardo.

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One Direction/The Vampire Diaries
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I've missed you.


 
Louis.
Il cellulare squillò. Una chiamata di Lilith, precisamente, la centrotrentaquattresima. Lo lasciai squillare a vuoto, non avevo voglia di parlare con nessuno, in quel momento. 
Neanche se la persona che mi stava cercando disperatamente era Lei.
«Sono due giorni che non ti fai sentire, sarà preoccupata.» disse Claire entrando nella camera in intimo, cercando i vestiti.
«Sei perspicace.» sibilai verso la ragazza, infuriato.
Gli squilli cessarono, ma iniziarono pochi secondi dopo. Non si dava pervinta.
«Dovresti risponderle.» mi guardò negli occhi, seria. Sì, dovevo, ma non l' avrei fatto. Dovevo schiarirmi le idee, capire cosa avrei dovuto fare.
Per due giorni mi ero limitato a stare lì, in quella camera a pensare. A volte mi avvalevo della dolce compagnia di Claire, che subito metteva a mia disposizione il suo sangue e il suo corpo.
Non volevo ancora tornare a casa, trovare quegli occhi verdi che mi scrutavano e mi consideravano un semplice amico. Non avrei più retto, non ce l' avrei fatta più.
«Smettila di scappare, Louis, e fai l' uomo, per una volta.» sbottò la ragazza. La guardai come se solo allora mi fossi accorto della sua presenza. Le feci segno di avvicinarsi, e titubante, si incamminò verso il letto. Allungai i canini, fiondandomi sul suo polso solo per farle del male. Si morse il labbro inferiore per non urlare.
«È facile da dire per te. Tu non sei stata innamorata della ragazza del tuo migliore amico per centotrentadue anni. Tu non hai dovuto soffocare, sopprimere il tuo sentimento per paura di ferire tutti e tre. Tu non hai dovuto sopportare le sue lacrime ogni volta che piangeva per lui. Tu non c'eri quando lei cadeva nel baratro, senza mai rendersi conto che io mi sarei strappato il cuore pur di vederla sorridere. Non osare venire a dirmi di fare l' uomo, Claire, quando tu non sai nemmeno più cosa significa essere una persona.» sibilai fra i denti, mentre lei abbassava lo sguardo.
«Pensi di risolvere qualcosa, tagliando i contatti, eh? Vai da lei, dille che l' ami e smettila di prendertela con me!» urlò alzandosi mentre si teneva il polso sanguinante, con le lacrime agli occhi.
Aveva ragione, aveva assolutamente ragione, ma io mi sentivo così perso, così stupido. Lei non avrebbe mai scelto me, mai.
Mi avvicinai alla finestra, osservando le stelle ormai alte nel cielo. Espirai, appannando un pò il vetro.
Presi il cellulare, che nel frattempo continuava a vibrare e me ne andai da quella casa.
 


 
Lilith.
«Rispondi, porca merda, rispondi!» urlai con il telefono all' orecchio e dando un calcio alla sedia che si trovava lì vicino. Sconfitta, mi accasciai sul divano.
Quando il mio cellulare squillò, il mio cuore perse un battito. «Pronto?» dissi senza neanche guardare il mittente di quella chiamata.
«Hey, sono Zayn. Ha chiamato?» chiese preoccupato.
Da quell' ultima discussione, non avevo più avuto notizie di Louis. Non una chiamata, non un messaggio. Nulla. Per un attimo, temetti il peggio, ma dovevo essere fiduciosa.
La casa era stranamente vuota senza di lui e mi sentivo vuota e persa come quando Harry morì.
Solo che Louis non era morto, semplicemente non c'era, ma la sua assenza era un paletto nel cuore ogni secondo d' attesa.
L' avevo chiamato decine e decine di volte, senza mai ottenere una risposta, senza mai ascoltare la sua voce.
Era come se avesse smesso di esistere, e questo mi distruggeva.
«No, quel maledetto idiota.» sbottai con le lacrime agli occhi. In quei due giorni Zayn era stato spesso da me e aveva chiesto in giro se qualcuno avesse visto Louis, con scarsissimi risultati.
Salutai Zayn, e riattaccai. Presi il viso fra le mani, inspirando profondamente.
Avevo sete, da quando se ne era andato non avevo avuto tempo nemmeno per un goccio di sangue da bere.
Andai svogliatamente in cantina, prendendo la prima sacca di sangue che mi capitò sottomano. Strappai l' involucro con i denti, ingoiando voracemente. 
Mi sentii un pò meglio, o quasi. Con uno scatto, andai in bagno, lavando i denti per tenermi occupata. Quando tornarono bianchi e perfetti, mi decisi a scendere in soggiorno, evitando accuratamente lo specchio nel corridoio. Sapevo cosa avrei visto: una me con gli occhi rossi e l' incazzatura evidente sul volto.
Sentii un rumore proveniente dalla porta, una serratura che stava per scattare. Mi precipitai alla porta, aprendola senza indugi.
Louis era davanti a me, sano e salvo, e mi guardava con sguardo colpevole.
«Ciao Lith.» mi salutò, usando quel maledetto soprannome che non avrei voluto più sentire.
Avrei desiderato abbracciarlo, dirgli che mi era mancato e che mi aveva fatta preoccupare tantissimo.
Invece, mi limitai a dargli un ceffone in faccia con tutta la forza che avevo, facendogli girare la faccia vero destra.
Non disse nulla, si limitò ad entrare e a rimanere in piedi, come se quella non fosse anche casa sua.
«Te ne vai, e per due giorni non ti fai sentire. Non dai notizie di te, non rispondi alle chiamate. E poi torni qui, come se niente fosse!» gli ringhiai contro, cercando il suo sguardo.
Lui non osava guardarmi negli occhi, sapeva che questa volta l' aveva fatta grossa. Non ci eravamo mai separati per così tanto tempo, e lui sapeva della mia paura di perdere anche lui.
«Scusa.» sussurrò lui, sempre evitando i miei occhi. Mi arrabbiai e cominciai a temperstarlo di pugni sul petto, mentre Louis non osava proferire parola, nè si difendeva.
Semplicemente subiva la mia rabbia, sapeva che avevo bisogno di sfogarmi. Nel frattempo, le lacrime scorrevano sulle mie guancie senza sosta.
Dopo due minuti di pugni e schiaffi, finalmente mi calmai. Gli presi il mento fra pollice e indice, costringendolo a guardarmi negli occhi.
Quegli occhi azzurri che conoscevo, sembravano diversi. Stanchi, distrutti, gli occhi di una persona che si arrende. Troppo simili ai miei. 
Senza pensarci lo abbracciai stretto, posando la testa sul suo petto, all' altezza del cuore. «Non farlo mai più, bastardo di merda. Hai capito?» sussurrai con un pizzico di disperazione nella mia voce.
Louis all' inizio rimase fermo come un palo, senza fare nulla. Poi ricambiò l' abbraccio, accarezzandomi i capelli. Sentii che il suo battito del cuore accellerò, così sciolsi l' abbraccio, avviandomi verso la cantina.
«Devi avere sete. Di solito anche a me prendono le palpitazioni quando non bevo da un paio di giorni.»
Gli porsi la sacca presa, mentre lui era intento a guardare la tv. Quando la prese, cominciò a leggere l' etichetta, sbarrando gli occhi. 
«Lilith? Lo sai che non mi piace lo zero negativo! Voglio un A positivo, vai a prendermelo.» disse facendo l' occhiolino. Scoppiai a ridere, dandogli un buffetto in fronte e sedendomi accanto a lui.
«Facciamo pace?» sussurrò pochi istanti dopo sbattendo ripetutamente le palpebre. Non ero abituata a litigare con lui, non era mai successo. Senza esitare, gli feci la linguaccia, abbracciandolo e cominciando a fargli il solletico. Ridevamo a crepapelle, lui come un pazzo, tentando di allontanarmi, e io che mi divertivo quanto lui. Riuscì a bloccarmi i polsi, e mi guardò negli occhi, fondendo gli sguardi. Sorridemmo, consapevoli che solo adesso eravamo completi. 
Louis sbuffò sonoramente, poi si raddrizzò, stiracchiandosi.
«Che c'è? Astinenza da sesso?» lo beffeggiai, ridendo.
«Chi, io? Mai!» si alzò dal divano, raggiungendo la sua stanza a grandi passi, fingendosi offeso.
Mandai un messaggio a Zayn, dicendogli che andava tutto bene, che Louis era a casa, e che volevo vederlo. Quando il suo messaggio di conferma arrivò, corsi in camera mia per prepararmi.
Una volta pronta, uscii dalla camera, scontrandomi con un Louis mezzo nudo, con addosso solo i boxer.
Mi osservò divertito, facendo le mosse dei culturisti, per mettere in risalto i pettorali.
Sì, mi era mancato il mio migliore amico.
Finsi di avere terribilmente caldo, sventolando una mano davanti al viso, e mi morsi il labbro inferiore.
«Lo sai, Louis? Se fossi un ragazzo etero, vedendoti diventerei gay!» esultai con tono malizioso, poi scesi al piano di sotto.
L' ultima cosa che udii, fu Louis che urlò divertito: «E se io fossi una ragazza etero, ti chiederei di fare una cosa a tre!»



 
Zayn
Osservai l' orologio per l' ennesima volta. Mi chiedevo come mai stessi aspettando proprio lei. Non ero il tipo da attendere una ragazza con ansia.
Io ero il tipo 'se vuoi venire, vieni. Altrimenti fottiti'.
Ma allora perchè quell' ansia di incontrarla? Perchè quell' attrazione fatale nei suoi confronti? Non dovevo innamorarmi, lo sapevo.
Io ero un lupo mannaro, lei un vampiro. Lei era immortale, io no. Avevamo ideali e esigenze diverse, più o meno. Ricordai il suo corpo bollente sotto il mio, due giorni prima, e sorrisi inconsapevolmente.
Presi una sigaretta e l' accesi, per ingannare l' attesa. C'era qualcosa, nei suoi occhi verdi, così magnetici. Era come se nascondessero miriadi di segreti, ma allo stesso tempo fossero i più sinceri dell' universo. E lei era così: era tutto e niente. Era furba, ma ingenua, matura ma capricciosa, felice ma si sente morire dentro.
Non aveva capito che quel suo amico, Louis, era cotto di lei. Chiunque, anche i sassi, avrebbero notato il modo in cui la guardava.
Ma lui non osava dirle nulla, perchè aveva il rimorso.
Era pur sempre il migliore amico di quell' Harry, e Harry era morto, alias i sensi di colpa lo divoravano fino all' anima, e non osava dirle quello che provava.
E a me, andava benissimo così, per ora.
Sorrisi maliziosamente quando sentii il campanello suonare. Il mio olfatto sviluppato sentì odore di Chanel n°5. Era lei.



SCIAO BELE
Boh, sto capitolo sembra più lungo, vero?
Hehe, Louis è tornato, fremete!
Voi siete proLouis o proZayn? Ditemelo in una recensione **
Io vi amo, lo sapete? Certo. Per questo mi faccio un PELRECALO
HAPPY BDAY NIALLER!


 
   
 
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