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Autore: iosnio90    13/09/2012    3 recensioni
La prima storia di una serie di tre che raccontano la vita di Stefan e Damon e l'evoluzione del loro rapporto nei secoli. Ogni storia è una raccolta di dieci one-shot più il prologo che vogliono raccontare una parte della loro storia o almeno ci provano. Questa prima fanfiction racconta del loro passato, della loro vita prima dell'incontro con Katherine nella Firenze rinascimentale.
Spero che l'idea vi piaccia e farete un salto per leggere la storia. Ho sempre voluto scrivere una cosa del genere e adesso...eccola qua. Dopo tante storie che parlano delle varie coppie, credo fosse giunto il momento anche per me di andare a fondo in uno dei rapporti più belli in assoluto di questa saga, cioè quello tra i due fratelli vampiri.
Vi aspetto...BACIONI...IOSNIO90!!!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estate

Cara Cecilia,
E' ormai trascorso più di un anno dal nostro primo incontro e voglio che sappiate che per me il solo avervi conosciuto non è stato soltanto un onore, ma anche una grande fonte di sollievo nei momenti di tristezza.
La vostra amicizia mi rende....

"Completamente negato a scrivere qualcosa che abbia un senso, ecco cosa mi rende!" - Stefano lasciò cadere malamente la penna d'oca che stringeva tra le dita sporche d'inchiostro e accartocciò, frustrato, l'ennesimo pezzo di carta da buttare via, pieno di frasi che non davano nemmene l'idea di ciò che lui voleva realmente dire.
Aveva deciso di scrivere una lettera essenzialmente per due motivi.
Primo: la distanza. Ora che sia lui che Cecilia avevano lasciato Firenze per la stagione estiva non avrebbe avuto modo di rivederla fino all'arrivo dell'autunno.
Secondo: non era sfacciato abbastanza da riuscire a parlarle di ciò che ingenuamente sentiva di provare per lei guardandola dritto negli occhi.

In vigore di queste due motivazioni si era detto che una lettera avrebbe fatto al caso suo perchè avrebbe parlato per lui e avrebbe dato ad entrambi tempo per prepararsi ad un futuro incontro dopo le rivelazioni che quel foglio di carta avrebbe contenuto, ma se non riusciva a scriverla - e ci stava provando ormai da quasi un mese intero - trovava parecchio difficile credere che le cose sarebbero andate secondo i suoi piani.
Ma si sarebbe arreso? No! E non poteva neppure se avesse voluto, non ora che Damiano aveva scoperto i suoi intenti e aveva scommesso con lui che quella lettera non l'avrebbe mai scritta nè spedita.
Probabilmente alla fine di quella storia sarebbe soltanto andato incontro ad una brutta umiliazione? Evitava di pensarci.
Guardò il travolo sul quale era poggiato e sospirò alla vista di tutte quelle lettere che aveva cominciato e poi gettato via. Si chiese se era normale sentirsi così impacciati anche semplicemente scrivendo.
Decise di riprovarci, quindi afferrò un nuovo foglio e se lo posizionò davanti.
"Stavolta devo farlo bene!" - si disse, cercando di risultare a se stesso il più determinato e convincente possibile.
Dopotutto non aveva neppure un vero motivo per avere così tanta paura. Lui e Cecilia avevano trascorso molto tempo insieme dalla sua festa di compleanno l'anno prima ed erano diventati molto amici. Col passare del tempo Stefano aveva scoperto in lei una confidente fidata e il loro rapporto gli aveva insegnato ad aprirsi anche agli altri oltre che a suo fratello. E Dio solo sapeva se quella non era una lezione che aveva davvero bisogno di imparare!
Più crescevano, infatti, più l'astio tra suo padre e Damiano aumentava, più lui sentiva che molte cose non poteva rivelarle al fratello per timore di deluderlo o irritarlo, cose tipo il suo desiderio di trascorrere più tempo con Giuseppe oppure cose tipo la sua decisione di impegnarsi serimante al fianco di suo padre negli affari della loro famiglia.
Damiano non ne voleva sapere, lui voleva seguire la sua strada, una strada che desiderava ardentmente che si distanziasse il più possibile da quella paterna, ma lui non la vedeva in quel modo. Stefano ci aveva riflettuto parecchio, durante quell'anno suo padre lo aveva portato con lui anche a qualche suo incontro d'affari con altri nobil'uomini e, sebbene non se lo fosse aspettato, il mondo dell'economia popolato da importanti banchieri lo affascinava e, a detta del suo precettore, pareva addirittura che ci fosse portato.
Di queste cose non poteva parlarne con Damiano, non riusciva ancora a trovarne il coraggio, ma ne aveva parlato con Cecilia che era sempre stata in grado di capirlo e consigliarlo al meglio.
Era stato durante i loro incontri, durante le lunghe passeggiate e le ionterminabili chiacchierate che Stefano si era reso conto con stupore che il suo cuore cominciava a battere più forte quando la ragazza gli era vicino. Poche settimane prima le gli aveva timidamente permesso di tenerle la mano e Stefano si era sentito felice, felice di una felicità che non aveva mai sperimentato prima, che gli aveva fatto illuminare gli occhi e gli aveva permesso di imprimersi nella memoria la liscia e delicata consistenza della pelle chiara di Cecila a contatto con la sua. E tutte quelle sensazioni non riusciva più a tenersele dentro.
Di notte ancora sognava il momento in cui Cecilia era andata a salutarlo prima di partire con la madre per poter trascorrere l'intera estate in Francia dai suoi zii e nonni. Quella volta era stato triste per entrambi separarsi e, al momento di andare via, lei gli aveva lasciato un bacio segreto su una guancia e gli aveva sussurrato una promessa: che si sarebbero rivisti presto e che sarebbero tornati insieme, a chiacchierare passeggiando tra i roseti della sua villa.
Mai come quella volta, Stefano non desiderava altro che lasciare la tenuta al mare che un tempo era appartenuta ai genitori di sua madre e dove trascorrevano ogni estate per poter fare ritorno a Firenze.
Nel frattempo, si accontentava di provare a scrivere una lettera che sembrava non riuscire a prendere forma per via della sua incapacità di esprimere con le parole quei sentimenti che stavano appena affiorando nel suo animo.
"L'estate passerebbe prima se uscissi da questa casa e provassi a svagarti, sai?"
Stefano, alla voce di suo fratello, sobbalzò. Alzò di scatto la testa e si voltò a guardare Damiano mentre lui avanzava con un mezzo sorriso, scalciando qua e là tutti i fogli appallottolati che erano caduti sul pavimento.
"Non ti ho sentito entrare." - disse - "Da quanto sei lì sulla porta?"
"Da almeno tre fogli sprecati..." - rispose Damiano, scrollando le spalle con noncuranza.
Ultimamente capitava spesso che Stefano se lo ritrovasse alle spalle senza che neppure se ne accorgesse, come se Damiano sbucasse dal nulla e si piantasse lì a spiarlo per il puro gusto di divertirsi a fargli prendere un colpo ogni volta che decideva di intervenire senza preavviso, come poco prima.
"Io questa lettera riuscirò a scriverla!" - fece Stefano.
"Secondo me fai prima a tornare a Firenze e a rivederla di persona, ma è solo la mia opinione, a chi vuoi che importi?"
"Lo sai che mi importa la tua oppinione è solo che...." - Stefano si fermò e prese un bel respiro - "Io non penso proprio di riuscirgliele a dire certe cose guardandola in viso. Sarebbe troppo imbarazzante!"
"Perchè invece ritornare a Firenze e incontrala per poi rimanere in silenzio a fissarvi tra voi con lei che si aspetta che tu le ripeta ciò che le hai scritto e tu che aspetti che sia lei, invece, a fare la prima mossa e a darti una risposta alla lettera non sarà per niente imbarazzante, eh?"
I sensi di Stefano si misero in allerta generale.
"Lei si aspetterà che io le ripeta quanto le avrò scritto?" - fece.
"Certo che si! E' una ragazza! Le lettere vanno bene, ma devono servire soltanto a ricordarle giorno dopo giorno ciò che in un primo momento le avrai detto chiaro e tondo a voce alta guardandola negli occhi."
Stefano rimase in silenzio a fissare con occhi increduli il foglio bianco che aveva davanti.
Se Damiano aveva ragione tutto il suo brillante piano non risultava essere poi così brillante alla fin fine. In quel caso, si, tanto valeva lasciar stare la lettera e parlare direttamente a Cecilia, ma come poteva trovare il coraggio per farlo?
Si sentiva così codardo in quel momento...
Suo fratello  spostò una delle sedie della stanza e la mise di fianco a lui, prendendo posto e sospirando mentre gli poggiava una mano su una spalla.
"Stefano, fratellino caro, sei un quindicenne alla prima cotta e non hai idea di quanto tu sia divertente!" - gli disse, sogghignado senza ritegno.
Stefano si voltò a guardarlo, corrucciato e anche un pò offeso a dirla tutta.
"Però! Grazie mille, Damiano, e tu dovresti essere mio fratello?"
"Oh, andiamo, non te la prendere.."
"Come faccio a non prendermela?! Io ho un problema e tu mi ridi in faccia!"
Damiano rigettò indietro una risata e Stefano alzò gli occhi al cielo: "Ecco! Appunto!" - sottolineò.
"Va bene, va bene, hai ragione!" - fece Damiano, mostrandogli le mani in segno di resa e tentando di far sparire ogni traccia di divertimento dal viso.
Stefano apprezzò la cosa e annuì.
"Così va meglio!"
"Bene! Adesso, però, lascia che ti dica una cosa, fratellino: tu non hai un vero problema! Insomma, capisco che la cosa può sembrarti difficile perchè sei un ragazzino e senti di provare per la prima volta qualcosa per una ragazza che conosci, ma i veri problemi sono altri. Questo è...facilmente risolvibile!"
"Ah si? E come?" - chiese Stefano.
"Beh...siamo in vacanza, usa questo tempo per fare chiarezza nella tua testa e capire cos'è che vuoi dirle esattamente. Non appena torniamo a casa, poi, vi rivedrete, parlerete tra voi, le prenderai la mano e le dirai per filo e per segno come ti senti. Non è nulla di ufficiale, non c'è bisogno di essere troppo cerimoniosi, sii semplicemente te stesso e deciderete insieme se non dire nulla a nessuno e restare solo molto amici, oppure se parlarne a tutti e ritrovarvi tra appena qualche anno con una casa vostra e figli al seguito." - rispose Damiano.
"Non scherzarci su!" - lo ammonì Stefano.
"Non sto scherzando! E' così che vanno le cose ed è così che si fanno quando si vogliono fare le cose per bene!"
"Tu non hai mai fatto nulla del genere, però."
"Io non ho mai fatto le cose per bene!" - ghignò Damiano.
"Perchè mi sembra che la cosa non ti turbi affatto?" - fece Stefano.
"Perchè è vero, non mi turba affatto, tutt'altro direi, mi ci trovo benissimo a fare le cose senza seguire le regole!"
"Ed è per questo che finisci sempre nei guai."
"La mia vita è divertente!"
"Quindi la mia non lo è?"
"La tua è esattamente come dev'essere, Stefano: normale e il più serena possibile!" - concluse Damiano.
Stefano sorrise debolmente e annuì, rimettendo al suo posto il foglio bianco che aveva ancora davanti e allontanando da se penna d'oca e calamaio.
Forse Damiano aveva ragione, forse stava davvero prendendo tutta quella faccenda troppo seriamente. Avrebbe dovuto godersi l'erstate, godersi i suoi sentimenti senza lasciare che la paura di esternarli gli rovinasse l'attimo.
"Dicevi che dovrei uscire di qui e provare a svagarmi?" - fece, riferito alla prima cosa che Damiano gli aveva detto entrando nella stanza.
Suo fratello annuì.
"Stasera dovrebbe esserci una specie di festa in un paesino qui vicino, una di quelle feste dove si balla per strada, si lasciano i titoli a casa e ci si diverte celebrando la bella stagione. Ho sentito dire che ci sarà anche una piccola compagnia teatrale itinerante che metterà su qualche scenetta comica, ti va di andarci?"


"Quel tizio era completamente pazzo!"
Damiano si voltò verso il fratello e sorrise della sua esclamazione e della fragorosa risata che seguì subito dopo.
Alla fine avevano fatto esattamente come lui aveva proposto. Si erano cambiati d'abito, lasciando le giacche a casa, erano saliti in groppa a due cavalli ed erano corsi via uno di fianco all'altro fino ad arrivare ad un paesino fuori mano, abitato per lo più da contadini grassocci che li avevano accolti con grandi sorrisi e qualche riverenza da parte delle signore che avevano riconosciuto in loro due nobili.
Stefano si era lasciato trascinare tra la folla di persone allegre che accompagnavano le note della musica di un quartetto di suonatori improvvisati con movenze del corpo sgraziate, ma divertite ed era rimasto affascinato dalla vita del posto, dalle bancarelle rifornite di ogni cosa e soprattutto da quel gruppo di disgraziati che avevano montato un palchetto in legno con qualche pedana rubata ai commercianti di frutta e si erano messi a decantare frasi celebri di importanti autori greci e latini con una buona dose di melodramma nei gesti e nella voce per poi storpiare il tutto con qualche entrata non prevista, qualche loro considerazione da "gente quasiasi" e una valanga di battutacce spesso volgari che erano però riuscite nell'intento di ingraziare loro il folto grutto di persone che avevano riunito.
Stefano, appunto, era tra quelli che erano riusciti ad ingraziarsi. Damiano lo aveva visto arrossire a qualche battuta un pò spinta, ma ridere di gusto per la maggior parte del tempo.
Di solito Giuseppe non permetteva mai che loro assistessero a spettacolini simili, ma il bello dell'estate era proprio quello: Giuseppe, come ogni anno, diceva che li avrebbe accompagnati con la servitù e alla fine se ne restava a Firenze impegnato in qualche suo affare piuttosto che raggiungerli.
I due fratelli, quindi, restavano soli per quasi tre mesi durante i quali Damiano sentiva di poter mettere da parte i rancori e le preoccupazioni per un pò e lasciarsi totalmente andare, assecondando ogni suo istinto e desiderio. Non era esattamente il comportamento adatto a qualcuno del suo rango e spesso anche Stefano sembrava biasimarlo, ma a Damiano importava poco. Aveva conosciuto così poche gioie nella sua vita che quando aveva la possibilità di darsi solo ai divertimenti senza pensare alle regole e alle conseguenze allora la coglieva al volo perchè, in fondo, sentiva di meritarselo.
Stefano era diverso da lui, meno complicato forse. A lui bastava poco per essere sereno, passava sulle cose, buttava su carta i suoi dolori e guardava avanti con fiducia, ma Damiano....no, lui le cose se le legava al dito, si lasciava tormentare dalle sofferenze e ad ogni batosta rialzava la testa soltanto per mostrare uno sguardo sempre più cupo e vendicativo. Lui aveva bisogno di assecondare i suoi desideri di tanto in tanto.
"Probabile, si!" - sogghignò in risposta dando una leggera gomitata a Stefano che camminava al suo fianco tutto esaltato.
"Sai? E' stata proprio una grande idea venire qua! Mi piace questo posto..." - gli disse, voltandosi a salutare con la mano un gruppo di donne e ragazze che gli avevano rivolto un cenno riverente di saluto - "...e le persone sono molto gentili!"
"Si aspettano che tu ti dia da fare e spenda parecchio alle loro bancarelle..." - fece Damiano.
"E allora facciamolo, no? Compriamo delle cose!" - fece Stefano.
Damiano si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato.
"Compriamo delle cose?"  - ripetè.
Tutta quella leggerezza da parte di Stefano era inusuale, di solito lui era sempre coscienzioso in tutto.
"Certo che si! L'hai detto tu che devo godermi l'estate e svagarmi, no? Sto facendo come fai tu!" - rispose Stefano, scrollando le spalle.
"Come faccio io?"
"Si! Faccio tutto quello che mi va, quando mi va. Lascio i pensieri a casa e mi diverto. Prima ho pensato che forse hai ragione tu, che forse non dovrei prendere sempre tutto troppo sul serio, dopotutto sono ancora un ragazzo, certe cose mi sono ancora permesse, no? E' inutile che faccio l'adulto prima del tempo!"
Damiano strabuzzò gli occhi e rise di gusto, dando una pacca su una spalla al fratello.
"Sai cosa? Vuoi fare quello che ti va, quando ti va? E chi sono io per impedirtelo?" - fece.
Stefano scoppiò a ridere di nuovo, saltò sul posto una volta sola e poi corse via mentre Damiano lo guardava e scuoteva la testa.
L'avrebbe tenuto d'occhio, quello era ovvio, ma ormai Stefano stava crescendo, presto Giuseppe avrebbe cominciato a caricare anche lui di nuove responsabilità e, inoltre, aveva come la sensazione che qualcosa nell'aria stesse per cambiare. Per questo voleva, quindi, che suo fratello si lasciasse andare adesso che poteva ancora permettersi di farlo perchè sapeva bene che, nel momento in cui le cose sarebbero davvero cambiate e avrebbe smesso di essere considerato un ragazzo per essere definito invece un uomo, allora Stefano avrebbe preso la cosa molto più sul serio di quanto non avesse fatto lui in passato.
Damiano non era stupido, conosceva suo fratello, sapeva che se Giuseppe si fosse fatto avanti allora Stefano ci avrebbe pensato per davvero ad assecondarlo e a seguire i piani che il padre avrebbe predisposto per lui.
Prima che questo accadesse, quindi, ci teneva a dare al suo fratellino un assaggio di quella che era la vita lontana dalle restrizioni e dalle regole perchè si, gli avrebbe fatto bene.
Trascorsero ore su ore, la sera calò mentre le stradine venivano illuminate dalle fiaccole e Stefano continuava ad andarsene liberamente in giro. Damiano lo aveva visto comprare di tutto, a volte lasciando anche più denaro di quanto pattuito solo perchè gli era sembrato che il figlio del venditore in questione fosse smagrito o perchè la donna che gli aveva servito la cena in una taverna aveva lo scialle scucito.
Era buono, non ci si poteva fare niente.
A tarda notte la musica e i balli ancora continuavano. Stefano aveva stretto amicizia praticamente con tutti e ad un certo punto aveva deciso che era giunto anche per lui il momento di ballare, quindi Damiano se l'era ritrovato improvvisamente di fronte e aveva dovuto lasciare in sospeso l'intrigante chiacchierata che aveva intavolato con una ragazza del posto abbastanza carina.
"Dovremmo ballare!" - se ne uscì Stefano.
Damiano si accigliò.
"Io e te? Insieme? Preferirei di no, grazie tante!" - rispose Damiano.
Stefano alzò gli occhi al cielo, infilò la mano in una botte piena d'acqua fresca e poi se la passò sul viso e intorno al collo sudato.
"Non intendevo io e te insieme, stupido! Dicevo solo che dovremmo metterci a ballare!" - precisò.
Peccato solo che Damiano si fosse bloccato alla prima metà della frase.
"Mi hai dato dello stupido?" - gli chiese.
"Si e allora?"
"Dì un pò, fratellino, hai bevuto?"
"Vino! Lo producono loro, lo sai? Era buono, veramente buono!"
Damiano lo fissò qualche attimo e poi scoppiò a ridergli in faccia.
"Perchè ridi adesso?" - chiese, confuso, Stefano.
"Perchè sembra che tu ti sia preso la tua prima sbronza.."
"Beh, almeno è avvenuto sotto la tua supervisione." - disse, ovvio, suo fratello.
Damiano trattenne a stento una nuova ondata di risate.
"Incredibile! Responsabile sempre e comunque tu, eh?" - fece.
Ma Stefano si era già stancato del loro scambio di battute e aveva preso a saltellare sul posto, seguendo il ritmo della musica.
"Che fai?" - fece Damiano.
"Io vado a ballare!" - rispose Stefano, allontanandosi.
Damiano lo vide correre dall'altra parte della strada, afferrare la mano di una ragazzina più o meno della sua età, non molto alta, graziosa, coi capelli biondi e un sorriso solare, per poi portarla con se al centro dello spiazzo in cui numerose coppie ballavano e saltavano gli uni di fianco agli altri.
Per l'ennesima volta quel giorno, Damiano rise e rise ancora osservando la spensieratezza di suo fratello e poi seguì il suo consiglio, riacciuffando dalla mischia la ragazza con la quale parlava poco prima e ballando prima con lei e poi con altre ancora, fino al mattino dopo quando lui e Stefano ripresero i cavalli e si riavviarono verso casa.
"Non credo di reggermi in piedi, sono stanco!" - si lamentò Stefano.
"Infatti non devi reggerti in piedi. Ti faccio notare che sei seduto su un cavallo, fratellino." - ridacchiò Damiano.
"Ah! Già! Hai ragione!"
"Allora? Ti sei divertito?"
Gli occhi di Stefano si illuminarono e lui annuì.
"Dovremmo farlo di nuovo, divertirci insieme!" - disse.
"Abbiamo tutta l'estate ancora davanti!" - lo rassicurò Damiano.


Caro diario,
Ora che l'estate è trascorsa e siamo tornati alla villa, con tutto quello che è accaduto mi pento davvero molto di non averti portato con me. Però, ho scritto delle cose, ho preso delle annotazioni e presto comincierò a farti un resoconto dei mesi trascorsi con Damiano lontano da Firenze.
Quest'anno è stato diverso. Forse perchè io ormai sono cresciuto e allora Damiano poteva portarmi in giro con se. Non scriverò tutto ciò che abbiamo fatto, le persone che abbiamo conosciuto e i posti che abbiamo visto adesso, ma ti basti sapere che mio fratello aveva ragione! Ho soltanto quindici anni, dopotutto, dovrei avere degli amici e vivere senza preoccuparmi troppo del futuro.
Si, so che per tutti io sono già un uomo a quest'età, ma non mi sento tale, non ho vissuto abbastanza per definirmi tale, non ho provato abbastanza.
Damiano, lui alla mia età era già un adulto, lui si è sempre preso cura di me, non è mai stato davvero un ragazzino, ma si è impegnato affinchè io crescessi come tale e adesso....si, vorrei provare a rendere felice anche mio padre, ma ho capito che lasciar perdere tutto ogni tanto mi fa bene, mi fa guardare le cose da un'altra prospettiva, mi alleggerisce la mente e lo spirito, aiutandomi ad essere ancora più ottimista del solito.
Ne ho parlato anche con Cecilia e le ho confessato della lettera che volevo scriverle e non le ho scritto, le ho confessato ciò che avrei voluto dirle e lei mi ha sorriso, dicendomi che è giusto vivere i nostri giovani sentimenti per quello che sono adesso, ancora così acerbi e innocenti, e aspettare il momento giusto per riuscire a comprenderli in pieno e a capire se sarà oppure no il caso di renderli ufficiali e più seri.
Sono felice, lo sono davvero, mi sento senza pensieri....

Stefano lasciò cadere la penna d'oca sul tavolo non appena Damiano entrò senza preavviso nella sua stanza e si buttò sospirando sul suo letto.
Si accigliò. Erano tornati da meno di qualche ora e suo fratello aveva già trascorso molto tempo da solo con Giuseppe che gli aveva detto di volergli parlare con urgenza.
Stefano si sentì improvvisamente preoccupato senza saperne neppure il perchè.
"Damiano? Che succede?" - gli chiese.
"Vuole che io lasci Firenze!" - si sentì rispondere.
Stefano spalancò gli occhi, interdetto.
"Come, scusa? E perchè mai?"
"Dice che è giunta l'ora che prosegua i miei studi lontano da qui, in una specie di università o come diavolo l'ha chiamata..."
"Per quanto tempo?" - chiese.
Damiano scosse la testa.
"Tutto quello che sarà necessario! Anni, forse.."
"Anni? E...e dove andrai di preciso?"
"Non ne ho idea, credo che sia indeciso anche lui. L'unica cosa di cui è sicuro è che mi vuole fuori da questa casa entro dieci giorni al massimo!" - rispose Damiano.
Stefano si ammutolì, non sapeva che pensare.
Perchè suo padre aveva preso una decisione del genere? Da quanto tempo ci stava pensando senza dire nulla?
"E tu vuoi andare via?" - chiese.
Damiano si tirò su a sedere di scatto.
"Ovvio che no! E non andrò da nessuna parte. Io non ti lascio qui da solo con lui! M'inventerò qualcosa, vedrai!" - gli rispose.
Stefano annuì e abbassò gli occhi che gli caddero sul diario ancora aperto sulla scrivania e sull'ultima frase che aveva scritto: Sono felice, lo sono davvero, mi sento senza pensieri.
Osservò quelle parole per qualche istante ancora, poi riafferrò la penna e le cancellò via tutte. Se Damiano se ne fosse andato via, per anni lontano da lui, non sarebbe mai stato felice, affatto.





NOTE:
Ciao a tutti e buon givedì sera!!!
Come va? Come sempre inizio ringraziando tutti coloro che hanno letto e/ o recensito lo scorso capitolo! Grazie mille davvero!**
Che dire di questo capitolo, più leggero di tutti quelli che ho scritto fino ad adesso, senza dubbio.
Il protagonista di sicuro è stato Stefan alle prese con 15 anni e le sue prime preoccupazioni amorose e non.
L'unica nota dolente arriva sul finale, con Giuseppe che vuole spedire Damon via di casa, ma questo verrà approfondito in seguito quindi qui ho preferito soltanto accennarlo.
Ormai mancano tre capitoli alla fine e proprio questo sarà l'inizio dello step finale che porterà alla lenta rottura tra i due fratelli, quindi si, mi sa che un capitolo abbastanza leggero ci stava tutto prima di quelli che verranno adessoXDXDXDXD
Adesso, scusate se non scrivo le mie solite note lunghissime, ma già sono in ritardo nel postare e vado un pò di fretta, quindi...
Vi aspetto lunedì 24 settembre sul blog per lo spoiler mentre per il capitolo..
A giovedì 27...BACIONI..IOSNIO90!!!







   
 
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