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Autore: xhappinessx    13/09/2012    3 recensioni
A Francesca mancava Londra. Le mancava tanto. Le mancava tutto. Le mancava Zayn. Le mancava Liam. Le mancava la sua vecchia vita. Quella vita che, 5 anni prima, aveva dovuto abbandonare a causa dei suoi. Le mancava la sua vecchia città. Quella città che l'aveva fatta crescere. Quella città che le aveva fatto vivere tanta gioia e felicità. E dolore, tanto dolore. Si, perchè anche se lei non lo ricordava, il dolore c'era e c'è tutt'ora. C'è il dolore del suo primo cuore spezzato, del suo primo grande amore che l'ha lasciata andar via, della sua migliore amica che, alla prima occasione, l'aveva pugnalata alle spalle. E anche se lei non ricordava nulla, il dolore c'era. Perchè lei è fatta così, dimentica chi le causa del dolore per paura di riprovarlo ancora. O forse fa solo finta di dimenticare, perchè, ogni qual volta la causa del suo dolore torna a far parte della sua vita, lei ricorda tutto il dolore provato che, a quel punto, è ancora più forte e doloroso...
HOPE YOU LIKE IT :)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-7

PAIN, AGAIN

 

-Diana, Francesca benvenute.- esulta Anne, vedendoci arrivare verso la sua porta. Con un sorriso a trentadue denti ci fa entrare in casa.
-Come sei cresciuta Francesca.- dice accogliendoci nella sua cucina. -Come state?- domanda riprendendo a cucinare.
-Bene Anne.- le rispondo non molto convinta.
-Bene e grazie per l'invito.- risponde a sua volta mamma, sovrastando la mia voce.
-E' un piacere Diana.- sorride Anne, iniziando un discorso con mamma.
Io, sono seduta su di uno sgabello guardandomi intorno. Ogni cosa è proprio come la ricordavo. Ogni cosa sembra essere stata imbalsamata per rimanere perfetta nel tempo. Ogni piccolo particolare, ogni piccola emozione rinchiusa in quelle quattro mura è identica a come io la ricordassi. Sembra quasi di risentire anche l'odore dei biscotti al cioccolato che Anne faceva preparare da piccoli a me e Harry. O quello dei cupcakes del tè delle cinque. O l'essenza di colonia che Harry avrà spruzzato innumerevoli volte sul suo collo.
Non riesco a non sorridere al ricordo di Harry che cercava di baciarmi, invano, alle spalle di sua madre, riuscendo sempre e solo a ricevere insulsi baci a stampo da 12enne timida.
-Francesca se tu qui ti stai annoiando, puoi sempre andare di sopra a salutare Harry. Forse starà ancora dormendo, ma si deve pur svegliare quel dormiglione prima o poi.- mi propone Anne.
-No, Anne, sto bene qui, non preoccuparti.-
-Non essere scortese e va a salutarlo.- insiste mia madre.
Povera, lei è ignara di tutto, come biasimarla. Fino a ieri era convinta che tra me e Harry fosse tornata la più bella e forte amicizia al mondo, e adesso non sa che quello lei creda provocarmi solo gioia e felicità, invece mi ha provocato tutt'altro, spezzando il mio debole cuore senza pudore. Se solo sapesse che non voglio vedere la faccia di Harry, né sentire il suo odore o udire la sua voce, non insisterebbe tanto. Ma lei, inconsapevole del dolore che potrebbe farmi provare, cerca di convincermi con lo sguardo. E io, testarda come sono, pur di non ammettere il suo aver ragione, decido l'opzione più difficile e dolorosa per me, arrendendomi alla volontà delle due donne dinanzi a me.
 
 
-Mi hanno costretta a venirti a salutare.- sbotto acida, entrando in camere di Harry e accorgendomi che lui, per mia fortuna, è già sveglio.
-Dobbiamo parlare.- replica con voce ancora impastata dal sonno.
-Non ho niente da dirti.-
-Ma io si.- mi interrompe, decidendo finalmente di alzarsi a messo busto per guardarmi negli occhi.
-Eppure ieri sera non sembrava.-
-Ieri sera ero ubriaco e non pensavo davvero tutto quello che ti ho detto.-
-Ieri sera hai detto di non sentirti pronto per una relazione stabile. E non mi sembra di ricordare nessun tipo di titubanza nella tua voce. Ah, poi hai anche detto di amare lo stare con me e che mi ritieni la tua ragazza. Forse è questo quello che non pensavi veramente.-
-Sta zitta e lasciami spiegare.-
-Fa veloce.-
-Vieni qui vicino a me.- propone, battendo una mano sul lembo di lenzuolo vuoto affianco a lui.
Rifiuto a testa bassa.
-Scusami se ieri sera ti ho fatto credere che per me la nostra relazione non significhi niente. Sappi che non è così. Io tengo sia a te che al rapporto che abbiamo. Forse ieri ho mandato tutto a puttane, solo per una stupida frase che avevo detto a mia madre prima di capire cosa significasse realmente la nostra relazione per me. Non ho mai desiderato niente così tanto come il riaverti accanto. Ho sperato per anni che tornassi a Londra. Ho sognato per anni il momento in cui avrei riassaporato le tue labbra, con il dubbio che forse tu non saresti mai più tornata indietro, che non avrei mai più potuto avere la possibilità di dimostrarti quanto io davvero ci tenga a te. E adesso mi sento un coglione per aver riperso tutto. Così all'improvviso, senza che neanche me ne rendessi conto e senza poter essere capace di fare qualcosa per impedirlo. Non so perchè ieri sera mi sia comportato così male con te. Non parlo solo del fatto di averti lasciata andar via senza opporre resistenza, ma anche al fatto di non essermi dedicato completamente a te per tutta la sera, preferendo bere birra con degli insulsi compagni di scuola. Ho sbagliato ancora, lo so. Proprio come 5 anni fa...-
-Lo hai detto da solo Harry, hai sbagliato ancora. E io sono sicura che tu col tempo sbaglierai ancora, e ancora. Senza renderti conto di tutto il dolore che io debba sopportare. Ma sappi che la prossima volta che sbaglierai, non mi troverai più qui a buttarmi tra le tue braccia, come una bambina alle prese con le sue prime esperienze. Ho sofferto troppo in questi ultimi anni. E tornata a Londra mi ero fatto imbambolare dalle tue parole dolci che chiedevano perdono. Ma ora basta. Non voglio più soffrire a causa tua. Non posso più farlo. Mi dispiace tanto, perchè credevo davvero di aver ritrovato tutta la felicità della mia adolescenza, ma per la tua stupida immaturità, l'abbiamo ripersa entrambi, per sempre, forse. Impara ad amare seriamente e spera di ritrovarmi ancora qui ad aspettarti quel giorno.- interrompo il il suo discorso scossa da quell'ultima frase. Ho ripreso a guardalo negli occhi e, puntandogli un dito contro, caccio tutti i miei pensieri con un solo respiro.
Lascio la stanza senza dire nient'altro.
Scendo in salone e decido di rimettere a posto i miei pensieri sedendomi sul divano in solitudine.
L'immagine degli occhi spiazzati e tristi di Harry mentre ascoltava ogni singola parola che gli sparavo addosso è fissa nella mia mente come quando si ha un ricordo bello che non si vuole dimenticare. Ma questo di bello ha poco e niente. Non ti fa venire la pelle d'oca o le farfalle allo stomaco. Questa fa nascere sensi di colpa e dubbi. Milioni di se che si accumulano nel cervello in cerca di una risposta. Milioni di forse con scopo quello di farti cambiare opinione. Forse davvero non pensava quello che diceva. Se tutte le mie paure erano solo stupidi e inutili paranoie?
Sento la testa scoppiare e poi un'immagine apparire come il più bello dei flashbak. I suoi occhi ieri alla festa. Gli occhi strafottenti e indifferenti. Quelli che fanno venire il bruciore agli occhi. Lui non ci tiene a me, affermo nella mia mente. So che non è vero, ma una lacrima riga lo stesso la mia guancia andando ad infrangersi contro l'orlo della mia maglia, creando una macchia leggermente più scura. Asciugo gli occhi, dopo aver sentito anche la seconda e la terza scivolare giù.
-Francesca, vieni a tavola.- grida mamma dalla cucina.
Mi alzo senza risponderle. Raggiungo in cucina lei e Anne. Mi siedo a testa bassa di fianco a Harry. Si volta verso di me a guardarmi. Nota immediatamente le macchie umide lasciate dalle mie lacrime.
-Hai pianto?- mi chiede sotto voce.
Annuisco, senza volanti nemmeno verso di lui. Nota la freddezza della mia risposta e non proferisce nessun'altra parola. Con la coda dell'occhio noto il dispiacere che regna nei suoi occhi. Vorrei abbracciarlo, dirgli che mi dispiace non avergli creduto, che qualsiasi cosa accadrà io sarò sempre qui, che ho pianto per paura di averlo perso per sempre, che tutto quello che ho detto prima era dovuto solo alla rabbia che regnava in me, che l'ho già perdonato. Vorrei dirgli tanto, forse anche troppo. Vorrei dirgli quello che forse lui non vuole più sentirsi dire. Quello che si aspettava gli dicessi dopo averlo interrotto in camera sua. Quello che potrebbe rendere il nostro rapporto ancora più forte o farlo crollare del tutto. E poi, c'è anche l'orgoglio che non mi permette di essere debole ai suoi occhi, o almeno non ancora. Non posso permettermi di fargli credere che anche se avesse sbagliato un altro milione di volte, io lo avrei perdonato comunque perchè lui è tutto ciò di cui io ho bisogno. Non posso. Non voglio.
Per il resto del pranzo io guardo di nascosto lui, lui guarda di nascosto me. Parliamo solo se interpellati da mamma o Anne.
Di sfuggita incontro i suoi occhi, mentre aiuto a sparecchiare. Un morso allo stomaco mi fa quasi mancare il respiro. Abbasso lo sguardo timorosa, ma sento il suo ancora fisso su di me. Per molto, ancora.

 

 

NON SONO MORTA.

 Si, lo so. Sono una cacca

perchè non aggiorno da mesi.

Ma con l'estate

non ho voglia di far niente. LOL

Anyway, ecco il capitolo.

Forse è un po' corto,

ma che ve ne pare?

Lasciate qualche recensione.

PLEAAASE.

Aggiornerò presto, spero.

Xoxo 

 

Francesca
  
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