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Autore: LostHope    14/09/2012    6 recensioni
Alice Wright percepiva i Posseduti. Non sapeva esattamente da cosa essi fossero controllati. Ma sapeva solo una cosa: quando una persona cambiava, diventava aggressiva, insomma, quando non era più lei, Alice riusciva a vedere un'aura nera attorno a quella persona. E cominciava ad avere paura. Una fottuta paura.
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STORIA AL MOMENTO SOSPESA
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quarto capitolo, yeeeeeeeeeeeah B)

Alice aveva un oppressione allo stomaco. Un peso che non la faceva dormire e nemmeno girare. Dai per favore … è domenica, lasciatemi dormire.
Aprì gli occhi e arrossì, di fronte allo spettacolo mattutino che aveva davanti: l’oppressione era Mark Green, seduto sulla sua pancia, con i capelli bruni spettinati e vestito solo con un paio di boxer blu scuro. Aveva una faccia sofferente e la guardava con gli occhi lucidi. Oddio oddio oddio è così carino … se è un sogno, non svegliatemi, lasciatemi qui con lui e con i suoi occhi verdi, così luminosi …
Occhi verdi.
Occhi. Verdi.
Alice chiuse gli occhi e trattenne un grido di rabbia che avrebbe fatto impallidire persino il grande Hulk. Col cazzo che era un sogno, era un incubo. Un cazzo di incubo.
“Pulce, sei sveglia ?”
Lei afferró gli occhiali e se li mise, cercando di mascherare il rossore “Si … cosa c’è ? T-Ti senti male ?”
A risponderle ci pensò un ruggito che la fece sobbalzare. “Ma che diav …?!?”
“Il mio stomaco” il giovane si tenne la pancia in modo melodrammatico, con l’occhio umido da cucciolo “È dalle tre di stamattina che fa così, non ce la faccio più !”
“S-Samael … si c-chiama fame ! Non p-partorirai il f-figlio di Alien …”
“Il figlio di chi ?!?!”
“Niente … non potevi chiedere a Beth di farti cucinare qualcosa ?”
“Chiedere all’Apocalisse di cucinare per me ?! Tu sei fuori come un balcone ! E poi è uscita: diceva che aveva delle urgenti spese da fare e un certo ‘sconti da non perdere’…”
“Ti pareva: c’è il mercato oggi…”
“E poi ho pure provato a cucinare, utilizzando i ricordi di quella fava di Mark …”
“E il risultato ?”
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Il risultato fu che Alice per poco non si spezzò la schiena, cercando di raccattare da terra gusci d’uovo bruciacchiati e i cereali sbriciolati. L’odore in cucina era ripugnante: aveva pure fritto la maionese. E, mentre lei puliva il suo disastro, il maledetto stava trangugiando tutto quello che aveva cucinato la ragazza: uova all’occhio di bue, salsicce, bacon, pancake, cereali, tre dozzine di dolcetti e biscotti e due litri di succo d’arancia. Aveva utilizzato tutte le sue doti culinarie per sfamare Mark. Mica per quel diavolo.
“Non sei un gran cuoco, eh ?” Buttò i tuorli nel cestino.
“Nemmeno tu: ho assaggiato roba migliore di questa !” E giù, altre tre paste ingoiate in un colpo solo. Alice aveva paura che si strangolasse.
“E allora perché stai divorando con così tanta foga ?”
“Perché non mangio da tre giorni … e questi pancake” il ragazzo li sventolò con la forchetta, in modo da intenditore “Li hai un po’ bruciacchiati !!”
La ragazza alzò un sopracciglio “Oh davvero ?”
“Io li cucino meglio”
“Ah si ? E dove sono i tuoi fantomatici pancake ?” La risposta scese giù dal soffitto, sotto forma di una gigantesca e corposa goccia di miele, che le cadde sopra la testa. Lei alzò lo sguardo e scosse la testa, incredula: c’erano ben sei, proprio SEI  pancake attaccati al soffitto, che la guardavano beffardi. Alice si arrese, avrebbe pulito con l’aiuto di Beth, sennò non ne sarebbe mai uscita.
Prese una ciotola di latte e cereali e si mise a sedere di fronte a Samael. Però si bloccò.
“Che c’è ?” chiese Samael, con le guance piene.
“C’è qualcosa che non va … c’è troppo silenzio …”
Si alzò e aprì la finestra. La famiglia Wright viveva in una casa bianca, lontana dalla città e i suoi rumori, vicina ad un bosco. E, invece delle macchine e del traffico, ogni mattina si poteva udire un gran numero di uccelli diversi cantare.
Ma non quella mattina.
Non si sentiva volare neppure una mosca.
Il silenzio venne rotto dal rumore del campanello. Samael la fissò e, con una fetta biscottata in bocca, batté le mani e indicò la porta. Ma guarda questo … crede di  essere il mio padrone ? Se ci fosse Tammy, lei lo avrebbe già rimesso al suo posto !
“Io mica posso andare ad aprire” rispose Mark, sorridendo “Sono in mutande, mia cara, non posso mica aprire la porta così ! E Tammy qui non c’è. Ti si legge in faccia quello che pensi, pulce”
Lei sbatté la porta della cucina e andò verso il portone. Appena prese in mano la maniglia, dei brividi la colpirono.
Deglutì. Ed aprì la porta. Tre ragazze dai capelli neri, alte, snelle, con occhi neri, vestite di verde e ognuna di loro aveva un collare nero borchiato che copriva tutto il collo.  Erano davanti alla porta, sfoggiando un sorriso freddo. Bellissime. E inquietanti.
“Lei è la signorina Wright ?” una delle tre, quella con una treccia lunga e un vestitino semplice, sorrise e porse una mano “Siamo delle amiche della signora Law, è in casa ?”
Alice guardò la mano della ragazza, poi riposò lo sguardo su di lei. Le tremavano le gambe, eppure non percepiva l’aura nera. E per questo facevano ancora più paura.
“Non c’è … m-mi dispiace, non ci sono i miei casa …” E fece per chiudere la porta.
“Oooh ma aspetta !” Un’altra, con i capelli neri corti, bloccò la porta con una mano “Noi dobbiamo vederla ! Possiamo aspettarla insieme …”
“Mi d-dispiace, i-io…”
“Dai non hai cinque anni” la terza, vestita con una gonna corta, la guardò male e Alice rabbrividì: aveva gli occhi rossastri “Facci entrare senza tante storie”.
Ora, anche le altre due avevano gli occhi rossi.
“S-Smettetela … o c-chiamo m-mio f-fratello …”
La donna con la gonna corta sorrise, mostrando una fila di denti aguzzi “ Chi Samael ? Chiamalo, chiamalo, così prendiamo due piccioni con una fava”
Alice, mettendo in gioco tutte le sue forze, sbatté la porta e corse in cucina. Samael era ancora a mangiare “Che c’è ?! Venditori ambulanti ?”
Lei lo afferrò per un braccio e lo tirò via dal tavolo, portandolo fuori dalla cucina, non ascoltando le imprecazioni del demone. Tremava tutta.
Dio ti prego, proteggi Mark.
Lo spinse verso le scale. “Ehi, ma si puó sapere che hai ?!”
“Ascolta” piagnucolò lei, indicando l'ingresso: le tre creature stavano cercando di sfondare il portone.
Samael la guardò male “Hai per caso paura di un paio di venditori ambulanti che non capiscono un no ?”
“NON HAI CAPITO NULLA!!!” Alice cominciò a piangere “CI SONO TRE D-DEMONI CHE VOGLIONO FARTI LA P-PELLE !! N-NON V-VOGLIO C-CHE M-MARK SI FACCIA MALE !!”
“Ah sìììì ?!” al giovane brillavano gli occhi. Si stiracchiò “Interessante !! Finalmente un po’ d’azione. Sai, è da un po’ che non faccio una rissa come si deve ! Vai a nasconderti, pulce, che qui presto ci saranno un paio di ossa rotte !”
“M-M ... MA S-SEI … I-IN M-MUTANDE !”
“Meglio, i vestiti mi sarebbero d’intralcio ! Sarà un ottimo allenam…EHI CHE STAI FACENDO !?!?!”
Alice si era aggrappata, con un certo imbarazzo come un koala alla schiena nuda del giovane. Circondó con le braccia il suo collo e strinse i denti “I-Io Non ti p-permetterò c-che Mark si f-faccia male !”
Samael scosse la testa, staccò la giovane dalla schiena con una sola mano e la lanciò dentro la prima stanza aperta. E la chiuse a chiave.
“EHI, FAMMI USCIRE !!”
“Solo quando avrò distrutto quei tre pesci piccoli !! Te stai lì” scese le scale, con il sangue che gli ribolliva nelle vene “e dopo mi cucinerai delle salsicce come premio, pulce !”
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Samael l’aveva rinchiusa nello studio di suo padre. Da piccola ci passava molto tempo, cercando di capire i suoi libri di medicina e di chirurgia. Ed ora, era nascosta dietro la scrivania, con la tremarella.
Non era riuscita a proteggere Mark da quelle tre. Ma, dopotutto, era sempre così: quando Tammy era nei guai, lei non poteva fare nulla, solo nascondersi.
Non sono riuscita nemmeno a fermare quello stupido !! Ti prego Dio, fai che quelle tre non lo facciano a pezzi !
All’improvviso, sentì dei tonfi che colpivano la porta.
“Signorina Wriiiiiiiight ? Mi faaaaaaaaccia entraaaaaaaaaaaare !! Voglio fare colazione con leeeeeeei”
Era la voce della ragazza con i capelli corti, ma era distorta e metallica. Stava cercando di sfondare la porta.
No no no no è un incubo … cazzo se è un incubo !!
Notò una delle quattro librerie nella stanza, quella a destra della porta. La spinse, per creare una barricata, facendola cadere con un tonfo. I libri si sparpagliarono per il pavimento.
Ma la creatura non mollava, anzi, i colpi aumentarono.
MERDAAAA !! Lasciami stare ! Lasciami stare !!
All’improvviso, gli venne un’idea
Alice si ricordò che Beth gli aveva detto una volta, quando aveva sette anni “Tu possiedi quella che noi chiamiamo La Vibrazione del Domatore !  È un potere molto raro, che riesce a calmare qualsiasi demone. Anche se molti di questi la trovano disgustosa …”
A pensarci, pure Samael aveva percepito quella cosa.
Per riuscirci, però, dovrei arrabbiarmi…e adesso ho solo paura…merda Alice, pensa a qualcosa che ti fa arrabbiare !
Si concentrò, cercando di non far caso alla porta che stava cedendo, di pensare a qualcosa che la facesse arrabbiare. Notò che ce ne erano di cose: Tammy che si cacciava nei guai, Samael che la trattava male e Sabrina. Soprattutto Sabrina.
I tonfi cominciarono a diminuire. “ Ma cheee cavolo signorinaaaa, la smettaaaa di resistereeee”
Perfetto !! Almeno aveva trovato un modo per tenerla tranquilla ! Ma questo voleva dire che le altre due erano con Samael.
Devo trovare un modo per eliminarle !! Non farò di nuovo la figura dell’inutile !!
Il suo sguardo si posò sui libri riversi per terra. E lì lo vide.
Un grande libro con la copertina rossa in pelle, grande e pieno di sottili disegni dorati sopra.
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“Papo, cos’è questo libro ?”
“Mmmh ?! Dove l’hai preso ?”
“Dalla tua libreria ! E pieno di disegni così buffi e colorati, sono bellissimi !”
“Alice …”
“E che nomi strani !! Papo, me lo leggi, non riesco ancora a legg…”
“ALICE !! QUESTO LIBRO È UN LIBRO PERICOLOSO ! Non devi mai più prenderlo dalla mia libreria, è chiaro ?”

“S-Scusaaaa…”
“Dai non piangere … potrai leggerlo quando sarai grande”
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Ecco papà, ora è il momento di leggerlo.
Prese il libro e lo aprì. I disegni buffi ora le apparivano spaventosi e le scritte ora erano leggibili. Ma mentre cominciava a leggere, la creatura ricominciava a sfondare la porta. Leggere e lasciare che la donna entrasse, o continuare ad arrabbiarsi per tenerla a bada e lasciare morire Mark e quello stupido con la cresta ?
Scelse la prima. Non avrebbe lasciato Mark in quella situazione.
Continuò a scorrere le pagine, finche non le trovò.
Il nome di quelle creature era banshee.
Il disegno le rappresentava perfettamente: una donna bellissima, con una lunga tunica verde, occhi rossi e gonfi e dei veli che le coprivano il collo. Le scritte originali erano quasi illeggibili, ma riusciva a leggere gli appunti scritti dal padre.
Tre…
… modi efficienti …
 … colpirle alla …
testa, spezzargli il collo…
….dargli fuoco…

…dargli fuoco ?! Papà, secondo te come faccio a dargli fuoco ?!?!”
All’improvviso, la porta si spezzò in due e la banshee riuscì ad entrare.
Della bellezza di prima erano rimasti solo i setosi capelli neri. Per il resto, il volto era gonfio, gli occhi rossi e mostrava fiera una bocca piena di denti che avrebbero fatto invidia ad uno squalo. Sia le mani che i piedi possedevano unghie lunghe ed affilate.
“Signorina Wright, non vuooole far colaaazione con meeee ?”
Ad Alice tremavano le gambe. Tammy, a quel punto, avrebbe già preso a calci quella cosa. E lei ? Lei tremava come una foglia.
Mentre la banshee si avvicinava,sbavante, lei, stringendo ancora il libro tra le mani, prese tutto il coraggio che aveva e corse verso la creatura. Prese bene la mira. E la colpì con il tomo alla testa.
La banshee barcollò “C-Cosa diav…?”.
Alice prese fiato e gli tirò un altro colpo.
E un altro, e un altro, e un altro, e un altro, e un altro.
“Signorinaaaa Wright, non oserà …” Le lacrime sgorgavano da quel volto gonfio.
E un altro, e un altro, e un altro.
Alla fine, la banshee era a terra, tramortita. Aveva il volto pieno di ferite sanguinanti.
Alice la guardava, tremante. Aveva mal di testa e la nausea.
Si avvicinò alla creatura e gli strappó il collare. Si sorprese nel vedere il collo della creatura: era raggrinzito e secco, come un ramoscello di un albero centenario.
Alzò il piede, tremante.
“Non oserà, vero..?!?! Non osi, non osi !!” La bashee aprì di scattò gli occhi e la ragazza stillò, pestandole il collo.
Quello si spezzò in due, proprio come un ramoscello sottile e debole.
La banshee spalancò gli occhi e la bocca, come se volesse urlare, ma non uscì nessun suono.
Sulla sua pelle si crearono delle crepe e divenne cenere, partendo dal volto fino ai piedi.
Alice rimase immobile per un paio di secondi, poi si accasciò al suolo e vomitò.
Ma stiamo scherzando ?! Io non posso uccidere ! Orribile, è orribile, perché è successo a me ?!
Si pulì la bocca con la manica del pigiama.
Uscì fuori dallo studio strisciando ed evitando le schegge di legno.
Si alzò e corse in bagno. Prese l’alcool dal ripiano sopra il lavandino e lo aprì. Corse poi in camera dei suoi e aprì il comodino di sua madre. Prese due palloncini che teneva per il suo compleanno e li riempì d’alcool. Fece il nodo e prese dei fiammiferi dal comodino del padre.
Speriamo che funzioni …
-----
-Sei nella merda, amico-
-Sai, Mark, lo vedo benissimo da solo !-
Samael era allo stremo. Non solo le aveva prese da due Segugi del cazzo, ma creare lo Spazio gli aveva rubato un sacco di energia: era un zona che poteva creare solo lui, dove era capace di teletrasportare persone e oggetti a suo piacimento, ma era molto faticoso crearlo. Ma aveva avuto abbastanza energia per uccidere una di loro, utilizzando come arma il tavolo della cucina, di cui erano rimasti solo degli inutili pezzi di legno. Già questa dimensione era un macello: deserto, rovine e pure un cielo rosso sangue.
Evidentemente, il cambiamento di zona e il caldo avevano sfiancato la banshee che era riuscito ad uccidere.
Ma l’ultima rimasta doveva essere il capo, dato che si muoveva più velocemente ed era molto più forte.
-Ma non erano tre ?! Non mi dirai che una di loro…-
-Cosa ? Stia facendo un bel pranzo con la pulce ? Probabile …-
-Non dirlo neanche per scherzo !-
“Aveva ragione la suprema Lobse, sei solo uno stupido bamboccio !” La banshee sghignazzava, tirandogli un’artigliata in faccia. Samael la scansò di un pelo e le prese il polso, ringhiando “Chi, quella tardona ? Ma se è troppo presa a darla via !”
Cercò di rigirargli il braccio e farle uscire la spalla, ma la donna sorrise e lo tirò a sé. Le unghie dell’altra mano si affondarono nella pelle del giovane.
Samael la spinse via, tenendosi la ferita con una mano.
-Merda…-
-Dobbiamo morire così ? Ed Alice ? Per colpa nostra…-
Sentì qualcosa colpirlo alla schiena.
-Ecco, le sua compagna deve aver smesso di divorare la pulce … bhè, addio nullità !-
… Era ancora … vivo ?
Si tocco la schiena e sentì qualcosa di liquido. Si portò le dita al naso ed un odore pungente lo colpì al naso.
-Alcool ?-
“Scusa !”
Un palloncino azzurro colpì in faccia la banshee. Il suo viso si gonfiò ancora di più “MA CHE CAZZO È ?!”
Samael si girò e vide un Alice tremante con in mano una scatolina nera.
La ragazza gli lanciò la scatolina e lui la prese al volo. “… Fiammiferi ?!”
Ne prese uno velocemente e lo accese. Si buttò di lato.
Fece volare il fiammifero verso la banshee. Quella era troppo presa a cercare di asciugarsi gli occhi.
Al solo contatto con l’alcool la piccola fiammella divampò.
Era un fuoco bluastro, innaturale, e abbrustolì completamente la donna, trasformandola in cenere.
“Merda… per fortuna che ci sei te, eh, schiavetta ?!” Il giovane spense lo Spazio, facendoli tornare in soggiorno.
Samael si alzò e si girò verso Alice. Si era raggomitolata per terra e vomitava, come una bambina.
“Devo presumere che quell’altra ha fatto una brutta fine, eh ?”
“Zit…zitto !! Ho ucciso, capisci, ho ucciso ! È terribile, io…io…io…!”
È la legge della giungla, pulce, uccidere o essere uccisi” gli diede qualche colpetto alla spalla e lei alzò il volto, per poi sbiancare. Indicò il suo braccio destro “Che diav…”
Quando aveva ucciso la banshee con il tavolo, quello si era spezzato in più parti, e un pezzo di tavolo, precisamente una scheggia della gamba posteriore destra lunga quindici centimetri e larga tre, si era infilzata nel suo braccio destro.
“Aaah, questa ? Non ti preoccupare, è solo una piccola scheggia”
“Una piccola sch…” La ragazza diede di nuovo di stomaco.
Samael scosse la testa e la tirò per i capelli “Ma la smetti di vomitare ?!”
“CHE DIAVOLO STAI FACENDO A MIA FIGLIA !?”
Ben Wright era sulla porta, con gli occhi sbarrati puntati sul demone che teneva per i capelli la sua bambina, piegata per terra.
-È suo padre…adesso che gli diciamo !-
- Non ti preoccupare, cosa vuoi che ci faccia ?-
Samael si era aspettato che l’uomo gli andasse incontro, infuriato.
Non si era certo aspettato peró il pugno che lo colpì allo stomaco, mozzandogli il fiato.
Nemmeno della mano che lo teneva per i capelli e  il bisturi lucente che gli puntò al collo.
“E-Ehi a-aspetta…”
“Ti faccio vivere in casa mia, ti faccio mangiare il mio cibo, ed ora trovo il portone di casa mia a pezzi, te sporco di sangue e mia figlia che vomita. Questo” fece una piccola pressione con la punta dell'arma sul suo collo, con uno sguardo freddo negli occhi “mi da un ottimo motivo per ucciderti e dissezionarti, lo sai ?”
Samael deglutì. “S-Sta scherzando vero ?!”
“Papà…”
Il signor Wright lasciò la presa e si accoccolò vicino ad Alice, al solo sentire la sua voce “Tesoro, tutto bene ?!”
“S-Sì” la ragazza mise una mano sulla spalla del padre, che l’aiutò ad alzarsi “Papà, n-non fargli del male ! S-Siamo v-vivi, ti prego, curagli il braccio”
“Ma tesoro…”
“Papà ! Io vado a chiamare Beth … deve aiutarmi a ripulire … Te occupati di lui … e non m-minacciarlo p-più !” salì le scale, per andare a prendere il telefono.
Ben rimase zitto, poi si girò meccanicamente verso Samael e, con occhi di ghiaccio,  sibilò un “Sei fortunato che la mia bambina ti voglia vivo, stronzo ! E se risuccede un’altra volta una cosa del genere “ mimò con la mano il mozzargli la testa, facendo sudare freddo il ragazzo. Poi, salì le scale anche lui.
-Non c’è che dire, gli stai proprio simpatico, Samael-
- Zitto te … ma siamo sicuri che il grande Bethor abbia sposato un umano ?-
- Lo chiedi a me ? Forse, una vita passata circondato da mostri e demoni lo ha reso iperprotettivo !-
- Siete strani, voi esseri umani …-
- E te ne accorgi solo ora ?-


Saaaaaaaaaaaaaaaalve !! Ho scritto pure il quattro.... wow ! chi se lo aspettava ^^
Ringrazio tutti, i miei amici, la mia "prof" fra che mi spiega i miei errori (e trova strane somiglianze con personaggi anime vari XDDD) !!
Ringrazio anche quelli che leggono e non commentano, ma anche quelli che lasciano commenti costruttivi ^^
Ah, ecco un disegnino di Alice proprio fatto perchè non ho nada da far U__U (grazie Reno_Dede per avermi spiegato come si fa....credo di averlo fatto giusto miiiii xDD)


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che gran cazzatina xP ma devo dire che è carina... nella prossima Tammy xD
  
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