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Autore: JunoEFP    14/09/2012    1 recensioni
Bene, questa è la prima storia che scrivo su Naruto, è tremendamente OOC, quindi se il genere non vi piace non vi consiglio di leggerla.
Ma adesso vi lascio alla trama:
Sakura Haruno, alunna del terzo anno delle superiori è una ragazza timida, e con una sola amica: Karin.
Innamorata da tempo di Sasuke Uchiha, un ragazzo simpaticissimo, allegro e solare, che una volta la difese da Naruto Uzumaki, un ragazzo chiuso e scorbutico.
La sua vita scolastica è sempre stata ostacolata da Hinata, la ragazza più popolare della scuola. Strafottente e bellissima.
Vedrete una serie di amori non corrisposti, amicizie distrutte e rivalità.
Il tutto, in una confusione terribile che giusto una mente idiota come la mia poteva inventarsi.
Premetto che detesto Sakura ed adoro Hinata, ma in questa fic ho deciso di far avere ad entrambe un ruolo pieno di sofferenza per motivi completamente diversi, ma allo stesso tempo piena di colpi di scena, e la serenità di un finale felice.
Spero possa piacervi!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Ti aiuterò, Hinata

 



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-Allora, me lo dite o no quello che state combinando davanti a casa di Sasuke?- Hinata era seccata. Nonarrabbiata, ci mancherebbe, visto che nemmeno era casa sua, ma la sua confusione era comprensibile, e Sakura e Karin non sapevano proprio cosa fare.
Fortunatamente, Sakura trovò una soluzione, e se ben andasse contro i suoi principi, non esitò un secondo a dire una piccola bugia. –Beh, ci serviva un… un libro! Si…si, proprio un libro, e Sasuke è stato tanto gentile da prestarcelo… ehm, vero Karin?-
La ragazza fece un cenno d’assenso con il capo, colpita dallo strano, ma intelligente, comportamento dell’amica; e superò velocemente la corvina, trascinandosi dietro anche Sakura.
Hinata le guardò allontanarsi per un secondo, e si precipitò in casa dell’amico, evidentemente non aveva tempo da dedicare ai litigi o alle spiegazioni, ed aveva altro per la testa. Picchiettò spazientita il pugno sulla porta in legno color ciliegio, e suonò ripetutamente il campanello. Dopo pochi secondi, Sasuke aprì la porta, sorpreso dall’inaspettata visita della ragazza.
-Oh, Hinata! Entra pure, accomodati.- lei sorrise lievemente, e senza tanti complimenti entrò, sedendosi sul primo divano che vide. -Devi per caso dirmi qualcosa? Posso offrirti qualcosa, una tazza di té?- lei lo fissava, in attesa che l’interrogatorio finisse, poi prese a parlare, calma e pacata, ma con una nota di fastidio, o forse tristezza nella voce.
-No, non voglio niente. Ascoltami Sasuke, devo dirti una cosa… è importante.- il tono serio di Hinata lo fece preoccupare, e si sedette davanti a lei, pronto ad ascoltarla.
-Cosa c’è Hinata, è successo qualcosa per caso?- lei abbassò lo sguardo, coprendo il viso con la lunga frangetta, e poggiando le mani sulle ginocchia, stringendole con forza. –Io, cioè, i miei genitori hanno deciso di… oh, per la miseria, ma perché!?-
Sasuke corrugò la fronte. Se prima era preoccupato per quel qualcosa che era successo, adesso si preoccupava della sanità mentale della sua migliore amica. Insomma, comportarsi in quel modo, non era di certo normale.
-Ma perché, cosa? Non riesci a dirmi cosa è successo? Guarda che non mi metto a ridere!- provò a scherzarci su, ma non ci fu nessuna reazione e nemmeno uno sbuffo. Niente.
Rimasero in silenzio per un po’. Sasuke non capiva, ma non era nemmeno stupido. Aveva capito che le serviva tempo per riuscire a trovare il modo per esprimersi, visto che non era mai stata una ragazza particolarmente aperta, e con i discorsi pronti.
Dopo qualche minuto, finalmente riuscì a trovare le parole, e parlò. –Beh… i miei hanno deciso di… di… di cambiare casa!-
Silenzio. Silenzio e lacrime. Tante lacrime da parte della ragazza, che si buttò tra le braccia di Sasuke, stringendo la maglia con forza.
 

* * *

 
-Cavoli Sakura, sei un genio! Anche se non penso che ci abbia creduto molto, devo dire che senza di te non ce la saremo cavata.- Karin era euforica, e non faceva altro che complimentarsi con l’amica ormai da quando se ne erano andate da Sasuke.
Certo, il suo coraggio era stato ammirevole nell’affrontare Hinata, ma non c’era bisogno di farne un miracolo o qualcosa di innaturale.
-Su Karin, ormai è fatta, non parliamone più…- Sakura era arrossita con tutti quei complimenti, ma era felice. Si sentiva forte in un certo senso, ma sapeva anche lei che non era nulla di speciale.
-Scherzi, vero? Per una volta che fai qualcosa per qui vale la pena parlare, vuoi dimenticare tutto? Non ci penso nemmeno, dovranno saperlo tutti a scuola che hai detto una bugia ad Hinata!- dopo un po’ di tempo passato a bisticciare, Karin decise di assecondarla, e di non parlarne più, date le circostanze.
Avevano quasi raggiunto il parco, quando sentirono una voce chiamarle. Si voltarono entrambe, e con enorme stupore, videro la figura di Tenten, avvicinarsi di corsa. Quando le raggiunse, dovette aspettare qualche secondo prima di poter parlare, la corsa l’aveva stremata, e non aveva più fiato.
-Allora, cosa vuoi?- si erano sedute su una panchina del parco, e attendevano pazientemente di sapere cosa volesse la migliore amica di Hinata da loro.
Prese un ultimo respiro, e bevve un sorso dell’acqua che le avevano offerto. –Oh, si scusate, vi sto facendo perdere tempo…-
-Si, è vero.- Sakura impallidì, mordendosi il labbro inferiore. –Karin! Non essere c-così scortese, non è affatto carino! Tenten, s-scusala, sono sicura che non voleva risponderti in quel modo.-
La ragazza sghignazzò divertita, tenendosi la pancia, e facendo finta di asciugarsi le lacrime. –No Sakura, stai tranquilla. Più importante, potresti venire con me? Vorrei parlarti…-
Sakura di alzò lentamente dalla panchina, e la seguì a testa bassa, quasi avesse paura di quello che stava per sentire. Le dispiaceva anche dover lasciare da sola Karin, ma per lei non si preoccupò più di tanto. Infondo sapeva cavarsela molto meglio di lei.
Camminarono a lungo, nessuna delle due proferì parola. Camminarono, ancora e ancora, e decisero di fermarsi solamente quando le gambe dolevano a tutte e due. Si sedettero su di un muretto, in attesa. Alla fine, Tenten decise che quello era il momento perfetto per dirgli che voleva diventare sua amica.
-Senti Sakura…- la ragazza sussultò, e si sforzò di alzare la testa per guardarla, cosa che gli riuscì più o meno bene. –Si… dimmi pure.- stranamente quel giorno si sentiva più a suo agio con le persone. Forse il fatto che fosse riuscita a mentire alla grande Hinata Hyuuga, o forse la vicinanza di Sasuke e Karin, in qualche modo era riuscita ad acquisire più sicurezza, soprattutto con le ragazze.
-Beh, forse potrà sembrarti un’idea stupida, però, a me piacerebbe molto se accettassi non di diventare mia amica, almeno non adesso, ma mi farebbe piacere provare a conoscerti…- la ragazza con gli chignon le fece un timido sorriso. Evidentemente si vergognava un po’ a fare richieste così esplicite, anche se non era nulla di particolarmente imbarazzante. Anzi, non lo era per niente.
Sakura si chiese come mai tutti gli amici di Hinata stessero diventando, a poco a poco, anche i suoi; e venisse automaticamente messa nei pasticci. Non ci pensò molto, perché si ritrovò a  rispondere positivamente con un bellissimo sorriso stampato sulla faccia.
-Oh, grazie mille! E, stai tranquilla, non diremo nulla ad Hinata, in modo tale da non finire nei casini. Sai, ho l’impressione che tra voi due non scorra buon sangue.- si lasciò sfuggire un risolino divertito, che contagiò anche Sakura, e si ritrovarono a percorrere al contrario la stessa strada fatta in precedenza.
Arrivarono alla panchina, e con loro grande stupore trovarono Karin intenta ad aspettarle con le braccia incrociate e il piede tamburellante sull’asfalto rovinato.
-Karin! Non ci posso credere, nonostante tutto il tempo che abbiamo impiegato, tu ci hai aspettate comunque!- quella sbuffò, spostando lo sguardo e chiudendo gli occhi. Anche se non lo dava troppo a vedere, Karin voleva un gran bene a Sakura, ed era proprio in quei momenti che le dimostrava quanto.
-E ci avete messo pure tanto. Ingrate!- le due risero, e dopo un po’ anche Karin di unì alle risate, smettendo di avere quell’aria seccata di sempre, ed assumendo un’espressione indecifrabile ma bellissima.
Passarono altre due ore, e raccontarono a Karin dell’idea di diventare amiche, e valutarono l’opzione di far entrare Tenten nel piano S.S.S.K. senza dire, chiaramente, nulla alla diretta interessata. Decisero quindi di proporre la cosa a Sasuke, e di decidere insieme.
Incredibile ma vero, Karin non si oppose per niente a nessuna delle due proposte, e anzi, sembrava persino contenta che ci fosse un nuovo componente. Evidentemente lo scarseggio di femminilità in quel gruppo la infastidiva, e la presenza di una ragazza la rendeva, se non felice, sollevata. Nonostante le ragazze e i ragazzi fossero esattamente pari.
 

* * *

 
Hinata si era calmata da un bel pezzo ormai, e aveva accettato una tazza di tè per riprendersi un pochino, e di parlarne con Sasuke.
Il ragazzo era sconvolto quasi quanto lei. Gli aveva raccontato tutta la storia, e da quello che aveva capito, in seguito ad una chiamata da parte della scuola, i suoi avevano deciso di trasferirsi in un’altra città per cercare di rieducare la figlia.
A quanto pareva, un insegnante era venuto a conoscenza dei numerosi litigi tra lei e Sakura, e dei brutti comportamenti che assumeva Hinata verso di lei. Questo aveva fatto scattare l’ira dei genitori, e per punizione avrebbe dovuto trasferirsi. Ma non con la famiglia, sarebbe dovuta andare a Tokyo da sola.
L’idea era quella di mandarla in un istituto di rieducazione per ragazzi e ragazze con precedenti non molto civili, e sperare che il carattere sarebbe cambiato. Quello che i suoi non capivano però, era che quello che serviva ad Hinata era la sua famiglia, una vera famiglia, e non una specie di orfanotrofio per teppisti.
Da sempre Hinata veniva trattata come una nullità, usata per i lavori di casa, ed accusata per l’improvvisa banca rotta che aveva subito la sua famiglia.
Dopo la nascita di sua sorella, la madre morì per un’emorragia, e la colpa di tutto fu data ad Hinata, la primogenita e futura erede della società del padre. Questo fece diventare Hinata, da una bambina gentile ed educata, ad un pezzo di ghiaccio.
Dopo poco, il padre si risposò, e la matrigna della ragazza non assomigliava per niente alla madre. Questa cercava in tutti i modi di rimpiazzarla, non urlava mai, era sempre cortese, e non c’era modo di farla arrabbiare, ma questo faceva soffrire Hinata. Tanto.
Perché lei non voleva una sostituta, nessuno avrebbe potuto prendere il posto della madre. Le sarebbe andato bene se si fosse semplicemente sforzata di essere se stessa, ma evidentemente per la sua nuova madre era una richiesta impossibile da esaudire.
Ormai, le uniche a portare i soldi a casa e a sfamare la famiglia erano lei e la madre. Si facevano in quattro per essere utili, ma evidentemente non era bastato.
Hinata si era addirittura chiusa in casa per un periodo lunghissimo, per studiare. Aveva passato i pomeriggi di chissà quanti mesi sopra i libri, impegnandosi al massimo. Ottenne degli ottimi risultati, e vinse una borsa di studio. Grazie ad essa andarono avanti ancora per un po’, e contemporaneamente cercò di rendere il padre fiero di lei.
La povertà non le dispiaceva, sosteneva di essere più felice ora di quando avevano i soldi; ma non era affatto così. Prima era un disonore per la famiglia, e adesso era la schiava.
-Tu non ci vuoi andare a Tokyo, vero?- lei lo guardò male –Ma davvero? Fino a pochi secondi fa, pensavo il contrario. Davvero, finire in una specie di prigione per ragazzi instabili è davvero il massimo, credo che anticiperò la partenza!- le lacrime avevano smesso di bagnarle il viso, ma il tremore alla voce era rimasto, e non sembrava intenzionato ad andarsene. –Il sarcasmo non è proprio adatto a questa situazione. Rispondi seriamente, potresti benissimo volerci andare, perciò devi rispondere.-
Lo guardò male di nuovo, e incurvò le labbra in un piccolo sorriso amaro, e carico di sofferenza. –No che non ci voglio andare, io voglio rimanere qui con tutti voi. Perché… si, insomma, infondo io vi voglio… bene.- Sasuke sorrise, non aveva mai sentito quella frase uscirgli dalla bocca, ed adesso che l’aveva sentita, l’avrebbe aiutata in tutti i modi possibili.
-Bene, se non vuoi andartene, non te ne andrai!- Hinata spalancò gli occhi, che cosa aveva intenzione di fare? Il tono che aveva usato, non tralasciava nulla di buono, e tanti, tanti guai.
-Cosa avresti intenzione di fare, eh Sasuke?- lui sorrise, un sorriso malvagio che metteva i brividi. Perfino Hinata impallidì non appena lo vide. –R-rispondi…- il ragazzo continuò a sorridere, incurante del viso pallido dell’amica.
Poi rispose, la voce anche peggio della faccia. –Direi che ha inizio il piano O.S.H.!- se gli occhi di Hinata prima erano spalancati dal terrore, adesso quasi le uscivano dalle orbite dallo shock. Che significava il piano O.S.H? Sasuke era forse diventato pazzo? Prendeva dei medicinali di nascosto che lei non conosceva?
-S-scusa, Sasuke… cosa sarebbe? Sei scemo?- il lieve balbettio era dovuto alla strana situazione ed al comportamento di lui, che era a dir poco inquietante. –Oh beh, significa: Operazione Salvataggio Hinata! Non lo trovi fantastico?-
Lei incurvò le labbra in una smorfia, ed alzò le spalle con noncuranza. Se il piano funzionava, allora poteva chiamarlo anche: Operazione Pazzia di Sasuke, non le sarebbe importato minimamente. Sorrise, e poi scoppiò a ridere insieme a Sasuke. Era bello avere degli amici così, pronti ad aiutarti in ogni situazione.

* * *

 
Naruto stava tranquillamente passeggiando, le mani in tasca e lo sguardo basso. Alzò lo sguardo per un istante e vide Sakura, seduta su una panchina intenta ad arricciarsi una ciocca di capelli rosa, che le ricadeva fastidiosa sul collo.
Le si avvicinò, e si sedette accanto a lei, tenendo basso lo sguardo. –Ciao, Sakura- Lei sussultò, quasi non si fosse accorta di non essere più sola, poi rispose con un banalissimo “ciao”
Naruto sorrise –Senti, io volevo scusarmi con te…- La ragazza aggrottò la fronte, non capendo il motivo per il quale dovesse ricevere delle scuse da lui. Stette in silenzio, attendendo la fine del discorso.
-Insomma, io ti ho sempre trattata male, nonostante sapessi che volevi avvicinarti a me solo per aiutarmi…- Sakura non appena udì quelle parole, si sentì in colpa; era vero, aveva deciso di aiutarlo, ma solamente dopo essere venuta a conoscenza del suo triste passato. All’inizio la sua era semplice curiosità.
-Perciò, scusami.- Lei sorrise dolcemente, accettando le scuse e chiedendosi come mai un ragazzo così gentile si comportasse in una maniera inaccettabile con tutti gli altri.
-Scuse accettate.- Naruto la guardò per un secondo, senza smettere di sorridere. Rimasero a fissarsi per alcuni secondi, dopodiché spezzò il silenzio creatosi. –E’ strano…- la ragazza lo guardò confusa, possibile che dovesse sempre parlare a pezzi? Non poteva finire almeno una frase senza mettergli qualche dubbio nella testa?
-Cosa è strano?- Naruto stava fissando un sassolino, proprio come fosse la cosa più interessante del mondo in quel momento. Non le rispose, e senza saperne il motivo, anche lei incominciò ad ammirare quel misero sassolino, sperando di trovarci qualcosa di incredibile anch’essa.
-Non riesco a capire come mai tu non mi sembri una cattiva persona…- Lei spalancò gli occhi, in che senso non riusciva a capire? Era ovvio che lei fosse una brava persona, come tutti gli altri del resto. Non c’era nulla di strano, no? E’ normale credere nella bontà delle persone.
-C-come non riesci a capire…?- Sakura cercò il suo sguardo, ma non lo trovò, sebbene fosse ancora fisso sul sassolino. Continuava a non rispondere, e lei ci capiva sempre meno. Possibile che non riuscisse mai ad intuire nulla? Quel ragazzo era così misterioso… ormai era convinta che ogni segreto su di lui si fosse dissolto, ma evidentemente non era affatto così.
-Io, non riesco mai a fidarmi di nessuno… non voglio fidarmi di nessuno. Eppure, con te è diverso, sento che con te posso confidarmi, che posso considerarti un’… amica.- Silenzio. Ormai c’era sempre lui, in qualunque situazione c’era sempre un silenzio imbarazzante, che Sakura non riusciva in nessun modo a rompere.
-C-erto che puoi fidarti di me, ma anche di tutti gli altri… e poi, perché non vuoi fidarti di nessuno?- Adesso Naruto la guardava, ed anche lei lo faceva. Il suo sguardo era carico di tristezza… no, di odio. Quello che celava nei suoi occhi era odio, odio allo stato puro.
Sakura quasi si spaventò, e non riuscì a reggerlo. Abbassò il capo, torturandosi la ciocca di capelli e mordendosi il labbro inferiore.
-Perché fidarsi è bene, ma non fidarsi è molto meglio.- ma la stava prendendo in giro? Prima faceva il serio, e poi se ne usciva con quei proverbi? Certo, non aveva niente contro di essi, ma anche lei li conosceva, non c’era bisogno di citarli in quel modo. E poi, non sapeva bene cosa, ma quella frase le aveva ricordato qualcuno…
-Perché dici questo? A-anche io conosco questo proverbio, n-non è necessario che tu me lo ripeta!- Lui rise, cosa che fece al quanto irritare la ragazza. Poi il sorriso svanì, e si alzò, dandole le spalle. –Io invece sono convinto del contrario. Tu non conosci affatto il significato di questo proverbio, non sai niente.-
Sakura di alzò di scatto, stringendo forte la gonna che indossava, affondando le dita nella morbida stoffa. –Aspetta! Dove vai adesso? Non puoi andartene, devi spiegarmi cosa intendi, io non riesco a capire! Ti prego, fermati qui con me, io voglio davvero aiutarti… ma se non mi dici niente, io come faccio?-
Proprio come la ragazza aveva chiesto, Naruto si fermò, voltandosi e mostrando uno strano sorrisetto tra il triste e il divertito. Magari non era poi un’idea così cattiva quella di provare a fidarsi di qualcuno, dopo tanto tempo.
-E va bene, vieni con me, non mi va di stare fermo. Ti racconterò qualcosa mentre camminiamo, ma non ho intenzione di finire il discorso di prima. Voglio solo farti capire che le persone non sono sempre come te le immagini, e metterti in testa che non bisogna fidarsi troppo.-
Lei annuì, non era proprio quello che sperava, ma era meglio di niente, no?
 

* * *

 
-Allora Hinata, per prima cosa non dovrai dare più fastidio a Sakura, né dovrai risponderle male in alcun modo! Ci siamo capiti?- Sasuke la fissò, mentre attendeva una risposta positiva.
Lei annuì, ma non si limitò a quello –Va bene, ma secondo me è inutile. Mio padre non ci casca in queste scenette, non crederà mai che io sia pentita sul serio, e non rinuncerà a spedirmi in quella specie di riformatorio!- Il ragazzo sorrise, capendo al volo a cosa stava alludendo l’amica.
-Questo è ovvio, visto che infatti tu non sei affatto pentita.- Hinata abbassò lo sguardo, aveva colpito in pieno. Come al solito.
Anche se non sembrava, Sasuke era un genio in tutto. Andava bene a scuola, era un asso negli sport, sapeva intraprendere una conversazione con chiunque, e più di tutti, era l’unico che riuscisse a comprendere a pieno Hinata come non ci era mai riuscito nessun altro, nemmeno sua madre.
-Ed è proprio questo il punto, Hinata. Tu non devi fare finta di essere pentita, tu devi pentirti! Non devi sforzarti di rispondere bene a Sakura, tu devi farlo perché vuoi farlo! E se non ci riesci, allora forse ti serve davvero andare in quella scuola.-
La ragazza spalancò gli occhi, e si trattenne dal strozzarlo. Come poteva dirgli una cosa simile? Proprio lui che era il suo migliore amico? Ma forse aveva ragione lui, lo stava facendo per il suo bene, doveva solo essergli grata e fare come diceva lui.
-E va bene… ti prometto che mi impegnerò al massimo, non tratterò più male Sakura, quant’è vero che mi chiamo Hinata Hyuga!- sorrisero entrambi, quando Hinata faceva una promessa la manteneva, a qualsiasi costo.
-Ok, visto che sei così determinata, che ne dici di iniziare subito?- lei lo guardò interrogativa, cosa intendeva con “iniziare subito”? Aveva forse qualcos’altro in mente? Di qualsiasi cosa si trattasse, Hinata sperava non fosse nulla di bizzarro come quello strano piano che si era messo in testa di attuare.
-Dai, vieni con me. Abbiamo molto da fare noi due!- si alzò dal divano, e seguito dalla ragazza si avviò dove lei non si sarebbe mai aspettata di andare…
 
-Ma allora, si può sapere dove stiamo andando?-  Hinata era spazientita, non erano nemmeno dieci minuti che camminavano, ma se non le diceva qual’era la destinazione, non avrebbe fatto un altro passo. –Un minuto di pazienza, Hinata! Siamo quasi arrivati, resisti ancora un po’. Se ti dicessi cosa voglio fare te ne andresti subito, quindi non posso dirti nulla.-
Stava davvero per voltarsi ed andarsene, se venire a sapere dove stavano andando le avrebbe fatto cambiare idea, tanto valeva fare come se già lo sapesse. Qualcosa però le diceva che sarebbe stato meglio restare, e vedere come si evolvevano le cose. Chissà, magari quella di Sasuke era solo una supposizione, e non le sarebbe dispiaciuto affatto andare dove la stava portando.
Lui si fermò. Erano davanti al cancello della scuola, cosa che la confuse un poco. Era un luogo insolito, si aspettava che sarebbero andati al parco, o in un posto più comune. Forse si riferiva alla scuola quando diceva che non le sarebbe piaciuto, infondo non le piaceva molto andarci, anche se aveva degli ottimi voti.
-Allora, è qui che dovevi portarmi? Perché proprio a scuola?- Sasuke non rispose, e prese il cellulare digitando un numero. La ragazza le fece un’altra serie di domande, ma lui la ignorò completamente, appoggiandosi il telefono all’orecchio e attendendo la risposta.
Si allontanò un pochino, e dopo nemmeno cinque minuti si riavvicinò, riponendo nella tasca dei jeans il cellulare. –Ok, arriva.- lei lo fissò, in attesa che le dicesse chi stava per arrivare. La risposta non arrivò, così decise di rassegnarsi e sperare che quella persona si sbrigasse a raggiungerli.
 

* * *

 
-Capisco… adesso scusami, ho ricevuto una chiamata da un mio amico, e pare sia importante. Il mio numero di cellulare ce l’hai, per cui, se ti andasse di r-rivederci chiamami pure. Ci vediamo!- gli fece un cenno con la mano e si incamminò verso il cancello della scuola.
A Sakura sembrava un posto piuttosto insolito per vedersi, di solito si vedevano al parco, o in un posto un po’ più comune. Decise di non pensarci troppo, ed aumentò il passo, volendo arrivare da lui il prima possibile. Dalla chiamata era sembrata davvero una cosa seria, così non voleva farlo aspettare troppo.
Non poteva certo negare che non vedesse l’ora di parlargli, ma questo passava in secondo piano visto che la priorità adesso era quello che aveva da dirle.
Pochi minuti e arrivò a qualche metro di distanza dalla scuola. Assottigliò lo sguardo, cercando di riconoscere le due figure scure che vedeva in lontananza. Uno era Sasuke, non c’era dubbio, ma non riuscì a capire chi fosse l’altro individuo.
Sasuke non le aveva detto che ci sarebbe stato qualcun altro. Si avvicinò ancora e ancora, fino a ché non capì con un po’ di dispiacere che l’altra figura non era altro che di Hinata. Rallentò un po’ il passo, tanto da sembrare non muoversi affatto.
Cambiò subito idea, non c’era modo peggiore che andarsene in quel momento. Certo, la voglia di parlare con Hinata era poca, pochissima, quasi nulla, ma non poteva certo dare buca a Sasuke, non adesso che poteva finalmente fargli vedere che non aveva paura di affrontare la ragazza.
Arrivò davanti ai ragazzi e si fermò, fissandoli in silenzio. Sasuke le sorrise, e guardò per un secondo Hinata spaventandosi dell’espressione che aveva assunto. Le aveva raccomandato di non fare mosse azzardate, ma a quanto sembrava non era iniziata affatto bene.
-C-ciao Sasuke… Hinata.- Il ragazzo continuò a sorriderle come per rassicurarla, mentre Hinata la fulminava con lo sguardo. Poi stranamente anche lei sorrise, non come Sasuke ovviamente, ma sembrava sincera, e rispose al saluto come se non avessero mai litigato, come se tutto quello che avevano provato reciprocamente fosse svanito con un semplice saluto.
Sakura invece non sorrise, e continuò a fissare entrambi in silenzio, attendendo una spiegazione plausibile per quella scenata. Fu Sasuke a spiegare tutto, benché fosse l’unico a sapere cosa stesse succedendo. –Allora ragazze, visto che adesso ci siamo tutti, direi che giustamente vorrete avere una spiegazione per questo “incontro”- le due annuirono, e lui prese un respiro profondo, preparandosi un discorso adatto alla situazione.
Non era il tipo da fare le cose frettolosamente, senza essere sicuro di quello che faceva e senza pensarci prima. Quando fu completamente sicuro di quello che doveva dire, si schiarì la voce, e parlò. –Bene, allora con il tuo permesso Hinata, per far sì che il mio piano funzioni, dovrei raccontare tutta la storia a Sakura. Sei d’accordo?-
Lei scosse violentemente il capo, e si apprestò a rispondere con molta poca delicatezza. –Ma ti sei bevuto il cervello? Non lo sa mia sorella e dovrei raccontarlo a questa… questa qui! Non pensarci nemmeno, te lo scordi!- Sasuke la guardò male, e la vide abbassare il capo sbuffando.
-E va bene, fai come ti pare.- il ragazzo sorrise e rivolse la sua attenzione a Sakura. –Allora Sakura, ci serve il tuo aiuto per evitare che Hinata sia costretta a partire per Tokyo.- lei spalancò gli occhi. Non era possibile, Hinata a… Tokyo? Cavoli, questa era il sogno di una vita, Hinata sarebbe sparita per sempre dalla sua vita, non avrebbe avuto più nessun problema, ma allora… perché non si sentiva affatto sollevata?
-C-come sarebbe a dire T-tokyo? N-non è possibile…- Sakura guardò Hinata, come per avere una conferma, ma tutto quello che ricevette fu sentire un sospiro carico di tristezza e vedere una cascata di capelli corvini coprire il volto della ragazza. Spostò lo sguardo su Sasuke, ma lui guardava da un’altra parte, con gli occhi bassi.
Sakura chiuse gli occhi, come per comprendere a fondo le parole che il ragazzo aveva pronunciato, e cercando di riuscire a dargli un altro significato a lei sconosciuto. Passarono alcuni secondi, ma niente. Li riaprì, e quello che vide la lasciò senza parole. Hinata piangeva, stava in silenzio, non singhiozzava affatto, ma le lacrime c’erano. Quelle scendevano, impadronendosi dei lineamenti perfetti della ragazza.
-S-sakura… per favore, aiutami!- Davvero, non poteva essere reale la scena a cui stava assistendo. Hinata piangeva e le aveva appena chiesto aiuto. Cosa poteva mai fare poi, non lo sapeva nemmeno lei, ma ce l’avrebbe messa tutta. Ed anche se sapeva benissimo che non avrebbe mai ricevuto nemmeno un ringraziamento oppure un semplice gesto di gratitudine, non le importava. Avrebbe aiutato Hinata, anche se dopo sarebbe tornato tutto come prima e tutto sarebbe stato dimenticato. Anche se avrebbe sicuramente scoperto la segreta amicizia che legava lei e Sasuke, anche se fosse venuta a conoscenza del piano S.S.S.K non le sarebbe importato.
Hinata stava soffrendo davvero, e non importava se si erano sempre detestate, questo andava oltre a quella specie di rivalità che c’era stata. –Va bene… si, ti aiuterò, Hinata.- Sasuke sorrise, fece calmare Hinata e le portò in un bar. Non c’era niente di meglio di un buon tè freddo al limone con un buon panino per parlare pacificamente e spiegare ad entrambe quello che avrebbero dovuto fare d’ora in avanti.
 

* * *

 
-Allora Sakura, ora che sai tutta la storia, capisci perché dovete smetterla di litigare?- la ragazza annuì tristemente, adesso capiva come mai serviva il suo aiuto, era solo colpa sua se i genitori di Hinata avevano preso questa crudele decisione.
All’inizio non comprendeva, era certa che sarebbe stato solamente per la durata dell’anno scolastico, ma quando Sasuke le disse che sarebbe dovuta rimanere lì fino a quando non avesse avuto un comportamento adeguato e la maggiore età, si sentì tremendamente in colpa.
Certo, se solo Hinata non l’avesse sempre trattata male, adesso tutto questo non sarebbe necessario, ma era anche vero che se solo Sakura avesse avuto la forza di parlare pacificamente e chiarire anzi che starsene sempre in silenzio a sopportare, forse avrebbe risolto la faccenda molto tempo prima.
-Amiche?- Sakura non si sarebbe mai aspettata di pronunciare simili parole proprio ad Hinata, mentre le tendeva la mano, e si sorprese non poco per averlo fatto.
Come era prevedibile però, Hinata non era affatto il tipo di persona che dimentica tutto e prova a ricominciare, così voltò lo sguardo su un lato e incrociò le braccia al petto. –Adesso non esagerare. Direi che per ora una tregua è più che sufficiente.- e si strinsero la mano, come non avrebbero mai pensato di fare.
Sasuke intanto sorrideva. Nonostante non fossero in buoni rapporti, quelle due ragazze promettevano bene, e sicuramente sarebbero riuscite a sistemare le cose nel migliore dei modi.
E così uscirono dal bar con il sorriso sulle labbra. Tutti e tre soddisfatti e sicuri di assistere ad un lieto fine.
 
 
 




Note dell’autrice:
Ciao a tutti, lettrici e lettori, come sono andate le vacanze? Spero bene, e… Ah, da quanto tempo è che non aggiorno? Ebbene, ecco qui dopo quasi tre mesi un bel capitoletto bello lungo, tutto per voi!
Spero che l’attesa non vi abbia consumato (?) e che non mi ucciderete per averla sospesa per così tanto tempo. Ma state tranquilli, le vacanze sono finite, la scuola è ricominciata, e gli aggiornamenti saranno regolari per le prossime sei, sette settimane.
Perché è vero che in tutto questo tempo non ho mai aggiornato, ma è anche vero che sono riuscita a concentrarmi meglio ed a scrivere più o meno sei capitoli, lunghi e pieni di sorprese! (O almeno credo… o.o)
Ho anche fatto la scaletta per i capitoli, e so esattamente quanti saranno, ma non ve lo dico per non farvi dire quando arriveremo più avanti, cose del tipo “Mmh… siamo quasi alla fine, ormai. Che peccato.” Oppure “Evvai, finalmente tra poco tempo finisce, non la sopportavo più!” .-.
Per cui, non dirò a nessuno quanti capitoli saranno, né quanti ne mancano perché sia finita. Posso solo dirvi che non sono moltissimi, e che non tirerà per le lunghe.
Bhe, come vedete abbiamo un’Hinata piuttosto fragile, ma state certi che non si arrenderà tanto facilmente, nonostante tutte le cose brutte che le accadranno… Muahahahahahahahahahahahah!
Sasuke, non so voi, ma io lo adoro, è davvero dolcissimo! E dire che di solito lo odio... Anzi no, direi che mi è del tutto indifferente, anche se è un pazzo psicopatico.
Beh, che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima! Baci<3
   
 
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