Era il 31 ottobre.
Halloween! Wow. Odiavo quella festa. Una festa senza senso, a mio parere.
Da quando in qua i morti si alzano dalle loro tombe e ti vengono a bussare alla porta? Solo nei film, appunto. Ripeto, non ha il minimo senso festeggiare una cosa che non esiste. Come anche il Natale e la Pasqua. Se uno non credesse? Perché dovrebbe festeggiare?
Comunque, mi alzai abbastanza presto, non avevo più sonno.
Anzi, a dir la verità, non avevo dormito un cazzo.
Mi ero rigirata nel letto tutta la notte, ripensando alla giornata precedente e a quello che avevo detto a Jake.
Mi preparai una tazza di latte e nesquik e poi andai a sdraiarmi sul divano.
Lessi il libro che avevo iniziato da due settimane e che, a causa dei vari impegni con la scuola eccetera, non avevo mai il tempo di continuare.
Menomale che il ponte cominciava quel giorno, così avrei avuto tre giorni da dedicare a me stessa.
 
“Perché a me non succede mai una cosa così? In tutti i libri e in tutti i film, il ragazzo e la ragazza si incontrano per caso, e, guarda un po’, lui è sempre un gran figo”.
Dissi quelle cose a me stessa, riflettendo su ciò che stavo leggendo.
In tutti i romanzi di Sparks, l’amore trionfa sempre, anche se con qualche tragedia intorno; ma quelli sono solo dettagli.
Perché non è così anche nella realtà?
Perché non capita anche a me di svegliarmi in North Carolina e durante una bufera incontrare un gran bel figo con cui scopare?
Perché la realtà è una merda, ecco perché.
 
Gli squilli del mio cellulare mi riportarono sul pianeta Terra.
Guardai il display e vidi che la Bigi mi stava chiamando.
<< Ciao Kia! Ti va di andare a mangiare una pizza stasera? O hai altri impegni? >>.
Accettai senza pensarci due volte.
Avevo voglia di passare del tempo con lei e soprattutto, avevo bisogno di allontanarmi dalle mie fantasie per un po’.
Passai il pomeriggio davanti alla televisione, come ero solita fare, fino a quando non arrivò l’ora di andarmi a vestire.
Indossai dei jeans un po’ strappati e un maglioncino bianco.
Lei passò a prendermi alla 20.00 precise e ci dirigemmo verso il Giusto Spirito.
Per fortuna trovammo posto.
Non era così scontato riuscire ad accomodarsi, visto che il locale era anche birreria, quindi molto spesso era affollato da giovani.
Ci stavamo avvicinando al nostro tavolo quando una mano mi toccò la spalla.
Mi voltai e mi ritrovai faccia a faccia con Justin.
Il mio cuore si fermò letteralmente.
Mai mi sarei aspettata di rivederlo e invece…
<< Ciao Kia >>. La sua voce era leggermente cambiata, era più… sexy!
D’altronde aveva 17 anni e lo sviluppo stava continuando ad avvenire.
<< Ciao Justin, come stai? >> chiesi io sorpresa.
<< Tutto bene. Sono qui per il compleanno di un mio amico >>.
Il suo volto era quello sorridente di cui mi ero innamorata al mare e i suoi occhi…oh i suoi occhi erano lo spettacolo più bello che avessi mai visto.
Rimanemmo a parlare solo per pochi minuti, perché poi lui mi salutò per raggiungere i suoi amici.
Avrei voluto che rimanesse più tempo con me e soprattutto, mi aspettavo mi chiedesse di vederci di nuovo e invece si era limitato a un sorridente “ci sentiamo”.
Lo confesso, rimasi un po’ delusa.
Non si ricordava che tre mesi prima mi aveva scritto che mi amava?
No, evidentemente non lo ricordava.
L’unica persona che si ricordava di quelle quattro parole, TI AMO ANCHE IO, era la sottoscritta.