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Autore: SweetLady98    14/09/2012    1 recensioni
E se il destino di Rose fosse stato diverso?
 
 
Ha finalmente avuto la vita che sognava... Ma, ripensandoci, è davvero quella che sognava?
Quando il sogno diventa la realtà può assomigliare a un incubo....
 
Riuscirà Rose, affiancata da 3 strani tipi, un’amica e il Capitano Jack Harkness, a tornare alla realtà dal Dottore o rimarrà per sempre intrappolata nel suo sogno?
 
- Dottore? -
- Si? -
- Quando la smetterai di chiedere se nell’hamburger ti possono mettere anche il tonno? -
- Quando le mie converse saranno divorate da un Pwccm, mia cara Rose -
(Dedicata a KillerQueen86)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7° CAPITOLO:                    LOST OPPORTUNITY
                                                      Occasione perduta
 
 
 
Ciao a tutti e scusatemi per gli errori dell’altro capitolo… Purtroppo mi accorgo degli sbagli sempre dopo che ho postato. Ci vediamo sotto.
 
 
Rose aprì gli occhi, aspettandosi il corridoio buio del castello su Limnos 4. Invece un flash la accecò e non riuscì a vedere nulla per alcuni secondi.
E quando vide, lanciò un grido, d’istinto.
 
La figura che era comparsa nel salone si girò di scatto, facendo ondeggiare il lungo cappotto.
<< O mio dio >> continuava a ripetere la ragazza con una mano sulla bocca.
Com’era… Com’era potuto succedere?
La figura la guardò con occhi spalancati, stupito almeno quanto lei.
<< Rose? >>
<< Jack, sei tu? >> disse Rose con voce tremante, non credendoci. Si raggomitolò sul divano, come se avesse paura. << Qual è… la cosa che più odi al mondo? >> fu la prima cosa che le venne in mente e soprattutto il modo per scoprire se era davvero lui.
Jack corrugò la fronte.
<< Che… Ma che domande sono? E comunque… Non essere chiamato Capitano quando vengo presentato agli estranei >>
Appena finì di dirlo, Rose si lanciò letteralmente nelle sue braccia, sentendo delle lacrime solcarle le guance, ma questa volta non di tristezza, ma di felicità.
<< Non il pollo fritto? >> singhiozzò la ragazza, e poi cominciò a ridere per il sollievo. Forse perché aveva detto una cosa stupida, o perché stava abbracciando Jack, il suo migliore amico, e non la sua copia. Il suo profumo, poi, era inconfondibile.
Lui la allontanò, stringendole i polsi con tutte e due le mani.
<< No, quello è il secondo! Rose, che succede? Dove siamo? >>
Lei fece per rispondere, ma venne fermata da un rumore di chiavi.
<< Sono tornato! >>
Perché proprio ora? Perché doveva tornare proprio ora?
John mise le chiavi in un vassoio trasparente e alzò una mano in segno di saluto, meravigliato alla vista di Jack, che salutò con un semplice ciao.
Jack, dal canto suo, non rispose neanche, restando a guardarlo a bocca aperta.
<< Dott… >>
Prima che potesse finire, Rose diede una forte pacca sulla spalla al suo amico che cominciò a tossire. Aveva pensato che la gomitata sarebbe stata più visibile.
<< Ciao John! Ehm… Mi è venuto a trovare Jack.>>
John scrollò le spalle non impressionato. Poi il suo sguardo corse sui divani.
<< E gli altri? >>
Già, e gli altri? Erano insieme poco tempo prima….
Per mascherare il suo stupore e anche la sua preoccupazione, Rose sorrise.
<< Sono andati! Si, se ne sono andati! >> disse a voce un po’ troppo alta, ma John non sembrò sospettare nulla << Te l’avevo detto stamattina >>
<< Ah, ok >> rispose soltanto John, togliendosi la giacca e appendendola con calma nell’armadio.
<< Devo parlare con Jack…Ci vediamo tra un po’, va bene? >>
John non aveva nulla da obiettare, e Rose tirò il suo amico verso la porta, dato che non si muoveva.
<< Allora? >> chiese Jack, impaziente, appena misero piede in strada.
Rose non sapeva neanche lei bene che dirgli… Se l’era trovato lì davanti. Non era al ballo su Limnos, non poteva essere entrato dalla porta… Ed era comparso direttamente nel suo salone.
Perché? Forse perché… l’aveva “chiamato”?
Perché aveva desiderato intensamente che venisse lui, invece di svegliarsi e tornare alla realtà?
 
E gli altri? Gli altri erano tornati? E perché lei no? Rose aveva rinunciato!
“Non a tutto” fece una vocina nella sua mente. Vero… Non aveva rinunciato né a suo padre, né a John.
Perché voleva rimanere nel suo mondo dei sogni. E infatti perché andarsene? Ora aveva anche Jack! Il suo mondo era completo, perfetto!
 
<< Ora ti racconto tutto >> lo rassicurò Rose, e cominciò a raccontargli come era arrivata in quel mondo dei sogni e chi c’era.
<< Ma come fa ad esserci su quel pianeta che dici qualcosa che ti ha portata in un mondo dei sogni?>>
<< Non lo so! E’ questo che mi chiedo. Comunque, oggi pomeriggio i miei amici mi hanno detto che avevano trovato forse il modo per tornare e abbiamo provato… Loro ce l’hanno fatta >>
<< Ma tu non sei tornata >> la interruppe Jack.
<< No, infatti >>
<< E perché? >>
La ragazza sospirò.
<< Perché io voglio vivere qui >>
Lui si fermò.
<< Che cosa? Tu devi tornare immediatamente alla realtà. Il Dottore sarà molto preoccupato. Ti cercherà dappertutto! >>
Lei alzò le spalle. << Non m’importa >> sussurrò. Aveva scelto, ormai, la sua vita, e quella voleva.
Jack scosse la testa. Le strinse il braccio, costringendola a fermarsi.
<< Dov’è finita la mia migliore amica? >> le prese il volto tra le mani, osservandola preoccupato. << Quella che ha sfidato la sorte per rimanere con il suo Dottore? Che ha rinunciato a tutto pur di viaggiare? >>
Rose si tirò indietro, irritata.
<< La tua amica ha scelto un’altra vita. Qui ho John, non voglio lasciarlo, io sono felice con lui >>
<< Oh, ho capito il tuo problema! “John” ti ama, vero? E anche tu >> Rose annuì leggermente << Bene, ti dico subito che a te piace perché è il Dottore. O, almeno, è uguale da fuori. >>
<< Prima lo pensavo anch’io, Jack! Poi, però, ho capito che è molto meglio…>>  abbassò gli occhi, d’ un tratto intristita.
<< Meglio? Tu sei fuori, Rose. Il Dottore ti ama, in un modo che neanche immagini! >>
<< Non parlare di cose che non sai >> Rose continuò a camminare come niente fosse.
Il suo amico la rincorse.
<< Aspetta… E comunque, John non John, che cosa c’entro io in questo tuo mondo dei sogni? >>
<< Senti, Jack. Qui ho tutto quello che ho sempre voluto. Mio padre, John, un lavoro che adoro. Ma non ho te, o almeno, la tua copia… Uno che se va in giro con la pistola nella fondina si sente chissà chi! Io volevo proprio te, non lui!
E quindi ti ho chiamato, ti ho tanto desiderato, e tu sei apparso. Non so come >>
Jack rimase in silenzio, con le mani nelle tasche. Sembrava concentrato, come se stesse cercando di ricordarsi qualcosa.
<< La teoria del risveglio! Sì, so come funziona >> disse ad un certo punto con l’aria di chi la sa lunga.
<< Cosa? Come lo sai? >>
<< Ho letto tanto tempo fa un libro sul mondo dei sogni, ce l’aveva il Dottore nel Tardis… Mi piaceva molto. E mi ricordo che il risveglio funziona una volta sola. I tuoi amici l’hanno sfruttato e tu no… Scusa, Rose, da stupida. Purtroppo non so dove sia quel libro. Ora chissà come faremo a tornare… >> Jack le lanciò un’occhiataccia “per colpa tua”.
Ecco perché non era rimasto scioccato così tanto quando Rose gli aveva detto che erano nel suo mondo dei sogni. Aveva letto qualcosa a proposito.
<< Io non voglio andarmene! >> ribadì la ragazza, sospirando. Non capiva o non voleva capire?
<< Allora tornerò da solo >>
<< No! >>
Jack la inchiodò con i suoi occhi celesti, che a Rose a volte facevano impressione perché erano di un colore molto simile ai suoi.
<< Dimmi perché no, Rose >> la guardò di traverso aspettando una risposta soddisfacente.
<< Perché… Perché con te il mio mondo è completo, perfetto! Mi mancavi… >>
<< Ah, sì? Ti mancavo? Ma io ti ho mai detto di essere d’accordo a vivere con te in questo mondo? Hai fatto tutto da sola. Non penserai che abbandonerei il mio lavoro e tutti i miei amici per un tuo capriccio, vero? >>
Rose si pentì amaramente di aver fatto arrabbiare Jack, che la fissava con occhi di fuoco.
<< Sei una vera egoista, Rose. Tu vuoi il meglio per te e non ti importa niente degli altri. Né del Dottore, né di me. E sei anche un’ingrata! Si! Il Dottore ti ha salvato la vita e tu preferisci un idiota con la sua faccia! >> Jack la guardò un’ultima volta, disgustato, per poi girarsi e allontanarsi.
 
Rose rimase immobile, mentre una vocina continuava a ripeterle una sola parola…
Egoista.
Era arrabbiata, non con lui, non perché le avesse detto quelle cose, ma perché in fondo sapeva che Jack aveva ragione.
Non le importava che gli altri stessero male a causa sua. Voleva solo la sua felicità, a quel paese quella degli altri!
E ora, si era guadagnata anche il disprezzo dell’unico amico vero che si ritrovava.
Brava.
<< Dove vai? Non sai neanche dov’è casa tua! >> gli gridò dietro.
Lui fece un gesto con la mano come per dire “ Non è importante”.
<< La troverò >>
 
<< Aspetta! >> Corse da lui e lo abbracciò. E, con grande stupore, Jack non la allontanò, anzi, la strinse di più << Scusami >>
<< No, scusami tu, Rose >> sussurrò l’amico tra i capelli della ragazza << Non intendevo davvero dirti quelle parole… >>
 << Hai ragione, Jack! Sono una grandissima egoista! Ma non riesco a non esserlo! >> gli occhi blu di Rose scintillavano per le lacrime.
<< Lo so, non è colpa tua. L’ho capito, è il sogno, è questo mondo che ti fa essere così. La vera Rose avrebbe combattuto per tornare dal Dottore. Questo mondo ti sta cambiando e tu non te ne stai accorgendo. Ti sta convincendo che questa è la vita che hai sempre desiderato, e non è così perché tu una vita normale non l’hai mai voluta! >>
<< Cosa? Il sogno mi sta cambiando? >>
Jack annuì, asciugandole una lacrima con il dito.
<< Si, esatto! Più rimani in questo mondo dei sogni più ne diverti parte. Comincerai a ricordare quello che hai fatto qui e a scordarti sempre più la realtà >>
Rose scosse la testa.
<< Ah, no? Facciamo una prova. Qual’ è la prima parola che ti disse il Dottore quando ti salvò dai manichini? >>
La ragazza si concentrò, ma i ricordi della realtà sembravano più sbiaditi, sfocati, come se li stesse guardando con delle lenti sbagliate.
Tempo prima non avrebbe esitato un attimo prima di rispondere. E ora si sentiva in imbarazzo, non ricordandolo.
<< Jack, io… >>
<< Non lo sai >> concluse lui, con un sospiro << Ora è meglio che vai a casa. Sono passate le otto. Poi il tuo fidanzatino idiota si preoccupa >> a Rose scappò una risatina, anche quando offendeva jack era divertente << O meglio, prima accompagni me a casa. Sperando che non viva con qualcuno, se no ti ritroverai con qualche arto in meno >>
Rose lo guardò meravigliata, attaccandosi al suo braccio.
<< No? Non ti annoieresti solo soletto? E se ti trovi a casa una bella rossa?>>
<< Rossa? Uhm… Non mi dispiacerebbe! >> scherzò Jack << Ma come disse un mio vecchio “amico”, nella mia squadra manca una bionda. Io ho subito pensato a te! >>
<< Ne sono lusingata >> Rose alzò gli occhi al cielo e  lo tirò, visto che lui era rimasto fermo a sorriderle come un ebete e a guardarle i capelli << Ora muoviti, se no si fa notte! >>
Rose, fortunatamente, sapeva dove abitava, aveva dato un’occhiata anche al suo indirizzo quando aveva cercato quello di Mel. Il 24 di Weymouth Street era vicinissimo e anche bellissimo: una casetta bianca con la bow window ( finestra ad arco ) .
Anche Jack ne rimase incantato, poi frugò nella tasca.
<< Non troverai il cacciavite, se è quello che stai cercando >> lo avvisò Rose, spiegandogli che gli oggetti si trasformavano, tranne i vestiti << Dovresti avere le chiavi al suo posto >>
Infatti, così era.
<< Vivo in un quartiere molto chic >> commentò Jack, sorridente, mentre poggiava le chiavi su un tavolino basso dell’ingresso << E devo dire che questa casa è magnifica. Sembra non ci sia nessuno… >> non c’erano segni di altre persone, era tutto perfettamente in ordine.
<< Credo che tu viva solo >> Rose lo seguì nel salottino.
<< Strano! Non ho mai avuto problemi con le donne >>
<< Non ho dubbi >> ridacchiò Rose, dando un’occhiata alla cucina. << E’ molto car… >>
<< Rose! >>
Jack le mostrò un cappellino, con aria schifata, tenendolo con due dita come se fosse stato un topo morto.
<< Ah, già… >> la ragazza non sapeva come dirglielo, temeva la sua reazione << Ecco.. Sei un poliziotto!>> disse infine con finta allegria.
<< Che cosa? >>
Rose si trattenne dal ridere alla sua espressione.
<< Lo so! Non è proprio il lavoro adatto a te, ma.. >> gli mise il cappellino << Sei molto carino con questo! >>
Jack incrociò le braccia, offeso, ma poi sorrise alla sua immagine nello specchio.
<< Vuoi dire che non lo sono già? Ma io sono molto più che carino! >> si tolse il cappello, aggiustandosi i capelli con attenzione.
Rose lo ignorò, ma era divertita << Riesci a cucinarti qualcosa o salta la casa? >>
<< Molto divertente, Rosie. Ce la farò, non preoccuparti >> Jack cercò di scompigliarle i capelli con fare affettuoso ma lei si tirò prontamente indietro.
<< Rosie? Da dov’è uscito questo nomignolo? >>
<< Non ti piace? >> il suo amico spalancò gli occhi, meravigliato, togliendosi il cappotto e lanciandolo sulla sedia.
<< Si… Lo usava sempre mio padre, o dovrei dire, lo usa >> si corresse pensierosa Rose, poi trasalì, come se prima fosse stata immersa nei pensieri << Comunque vado, prima che inizi col tuo spogliarello >>
<< Perché? Non ti piacerebbe assistere? >> la stuzzicò Jack, beccandosi uno scappellotto dalla sua amica.
<< Naturalmente no! >> rise Rose, andando verso la porta accompagnata da lui, poi fermandosi << Jack? >>
<< Si? >>
<< Non te ne andrai… Vero? >>
Lui le fece il suo sorriso largo, che usava quando voleva risollevarle un po’ il morale, e infatti Rose ricambiò.
<< Ma certo, che amico sarei se ti lasciassi sola? E soprattutto in questo mondo quasi sconosciuto? Ce ne andremo insieme. >>
<< Se riusciremo… >> Rose sperava che non avrebbe mai trovato la soluzione… O magari l’avrebbe trovata dopo tanto tanto tempo.
<< Si, riusciremo, perché non ho alcuna intenzione di rimanere qui per sempre. E neanche tu, e sono sicuro>> disse convinto Jack, sorridendole.
Rose decise di non ribattere, era stanca. << Grazie. Se hai bisogno sono al 15 di Sevile Row. Strada dritta e poi la laterale, ok? E’ facile. >> gli diede un veloce bacio sulla guancia e si incamminò verso casa.
 
<< Io ho cominciato. Ti ho aspettata, ma non arrivavi… >> si giustificò John, che stava mangiando.
<< Scusami >> Rose si lasciò cadere pesantemente su una sedia e cominciando a mangiare di malavoglia quel pezzetto di carne << Sarò una moglie orribile >>
<< Ma che dici! Sei la migliore! E comunque, ti ricordi dei miei? Vengono domani mattina >>
<< Tu ci sei, vero? >> chiese speranzosa Rose, non voleva stare da sola con quei due sconosciuti che avrebbe dovuto conoscere benissimo, ma di cui non sapeva neanche i nomi.
<< Certo, domani è domenica!! >> John la guardò stranito con una foglia di insalata a mezz’aria << ehm… Dovremmo riordinate e pulire un po’ >> il suo sguardo si soffermò sul tavolino pieno di fogli e tutta quella polvere sui mobili.
<< Credo anch’io >> Con quel “dovremmo” Rose sapeva che intendeva “dovresti”. La fame svanì del tutto pensando a quello che doveva fare in casa… Si era totalmente scordata dei genitori di John, con la scomparsa dei suoi amici e la venuta di Jack. << Te l’ho detto che non sarò il massimo come moglie… >>
<< Non dire così, non è vero >> cercò di consolarla John << E poi i miei ti adorano. Ti ricordi cosa mi dissero una delle prime volte che vennero? >>
Rose si trovò, ancora una volta, in difficoltà.
<< Uhm… Rinfrescami la memoria >>
<< “ Questa è la ragazza perfetta per te, John! Sono sicuro che prima o poi la sposerai!” >> le spiegò imitando la voce grossa di suo madre, poi tornò normale. << Bè, che ha detto Jack? >>
<< Niente di che, una chiacchierata come tutte le altre >> Rose restò sul vago, John non avrebbe mai dovuto sapere che il Jack che conosceva era stato scambiato con quello della sua realtà.
<< Mi è sembrato… strano. Mi guardava a bocca aperta. >>
Ma come accidenti faceva a notare tutto?
Rose decise di negare su tutta la linea.
<< Ma no, tesoro >> evitò però di guardarlo negli occhi temendo capisse che stava mentendo.
<< Ok, mi sarò sbagliato >> John scrollò le spalle, impilando i piatti sul lavandino.
 
 
Il tempo rimanente Rose lo impiegò mettendo a posto e pulendo un po’ la casa. Ora capiva perché, a casa,  sua madre si lamentava sempre che doveva cucinare, pulire, magari dare una pulita al pavimento… E Rose rideva, lanciandole una pantofola e dicendole che era il dovere di ogni donna, moglie e madre.
Ma ora capiva, sì. Non era piacevole, non era un bel passatempo, al massimo potevi distrarti sentendo un po’ di musica… O sentire la TV che guarda il tuo fidanzato spaparanzato sul divano senza alcun riguardo, che poi tu dovrai sistemare.
<< Io ho finito >> disse finalmente Rose, distrutta. << Vado a dormire >>
<< Non mi dai neanche un bacio della buonanotte? >> sussurrò con voce mielosa John, che la abbracciò, cominciando a baciarle il collo, facendola rabbrividire, per poi risalire verso le labbra.
<< Certo che si.. >> la mano di Rose era impegnata nell’immancabile gesto di passare nei suoi capelli.
Quel modo in cui lui la baciava la faceva sentire strana, ma felice; si sentiva al sicuro, a casa. Cosa che non avvertiva abbracciando il Dottore, forse perché John era molto più caldo. Un abbraccio freddo come quello dell’alieno poteva sembrare distaccato.
“ E forse lo era” pensò tristemente Rose. Ma non ci doveva più pensare. Non importava più, ormai. Ora aveva un abbraccio caldo tutto per lei.
<< Devo andare… >> cercò di sussurrargli la ragazza.
<< Di già? >> John fece una smorfia, e la lasciò << Quasi quasi vengo anch’io, sono stanco >>
E per la prima volta, per Rose, e la milionesima, per John, si addormentarono abbracciati.
 
 
<< Rose! Vai tu, io mi sto cambiando! >> gridò dalla camera John alla sua fidanzata, appena appena si sentì il campanello suonare.
Rose non sapeva davvero cosa dovesse cambiare, era pronto fino a qualche secondo prima!
Aprì la porta, sapeva benissimo chi era.
<< Ciao! >> invece si trovò davanti Jack, con una valigia in mano e due persone dietro di lui che parlavano ad alta voce.
<< Cosa ci fai qui… Oh, salve! >> Rose non finì di dire che una donna sui cinquant’anni la abbracciò forte.
<< Cara Rose! >> quando si allontanò di un passo la ragazza riuscì a guardarla meglio. Aveva corti capelli castani e occhi dello stesso colore. Niente di particolare ma neanche da buttare via.
Il marito, invece, doveva essere stato davvero bello da giovane, una fotocopia di John, ma con gli occhi tendenti al verde.
<< Come va… >> Rose guardò Jack che le sillabò un nome alquanto strano e lei pregò che non lo sbagliasse se no sarebbero stati problemi << April? >>
Lei corrugò la fronte e il cuore di Rose perse un colpo.
<< Chiamami Lily, lo hai sempre fatto! >> le sorrise poi << Sto benissimo! >>
Cosa c’entrasse Lily con April, Rose ne sapeva poco. Strinse la mano all’uomo, e il suo nome gli venne spontaneo: *Matt.
 << E John? >> chiese quest’ ultimo, venendo poi accontentato dalla comparsa del figlio, che li salutò tutti e due abbracciandoli.
<< Com’è andato il viaggio? ... Jack? Che ci fai qui? >> fece John, stupito dalla sua presenza.
<< Ah, lui? >> Lily mise affettuosamente una mano sulla spalla di Jack  << Che caro ragazzo, mi ha portato la valigia >>
Jack sorrise imbarazzato, alzando il bagaglio.
<< Ehm… Vado a lasciare questo. Rose, mi fai strada per piacere? >>
Rose non se lo fece ripetere due volte e lo portò nella stanza degli ospiti. Chiuse la porta e incrociò le braccia.
<< Ora mi vuoi spiegare tutto? >>
<< Ma niente. Ci siamo incontrati all’angolo della strada, e vedendo che ci eravamo fermati tutti e tre alla tua porta mi hanno chiesto se anch’io dovessi andare dagli Smith. Io ho risposto di sì e ho preso il bagaglio di quella povera signora, è proprio stanca. Bè, a quanto pare mi ha presa in simpatia. >>
Rose sospirò.
<< Le hai sorriso, vero? >>
<< Bè, si. Anche un paio di complimenti. Cosa da me. >>
<< Sei irrecuperabile! >> rise Rose, abbracciandolo << Ma perché sei venuto? >>
Jack aprì la bocca per cominciare a parlare, ma venne fermato dall’entrata di John.
<< Rose? Ti stanno aspettando di là >> posò per terra un’altra valigia, un po’ più piccola e aspettò che Rose lo seguisse, con Jack al suo fianco.
La mattinata passò tra chiacchiere e risate, anche momenti in cui Rose non sapeva che dire per l’imbarazzo o per non ricordarsi qualcosa. Jack cercava sempre di aiutarla in qualche modo o di sviare il discorso, guadagnandosi occhiate di riconoscenza.
<< April è un bel nome, mi piace molto >> stava dicendo Rose, tranquillamente.
<< Lo daresti a tua figlia? >>
Cosa poteva rispondere? Non c’era nulla di male << Certo >>
April fece degli occhi dolci e sorrise.
<< Allora lo aspettiamo. Non voglio fare alcun torto a tua madre… ma magari puoi farne due, così metti anche il suo! >>
Jack, invece di aiutarla, la fissò con una strana espressione, e lei fece un grosso sforzo per non ridergli in faccia.
Poi divenne bordò quando capì il vero senso della frase. << Non ho…ehm, in programma figli, per ora… >>
<< Ma noi vorremmo tanto un bel nipotino, vero Matt? >> April posò la sua mano su quella del marito, che alzò un sopracciglio. << Bè, è ancora presto, no? Prima falli sposare. >>
In quel momento, Rose apprezzò molto di più Matt, regalandogli un sorriso di gratitudine.
 
Jack e Rose riuscirono a parlare in bagno, l’unica porta che si poteva chiudere a chiave, solo quel pomeriggio piuttosto tardi.
<< Allora >>
<< Senti un po’… Mi sono ricordato dov’è quel libro. >>
<< Quale libro? >>
<< Come, quale libro? Il libro sui mondi di sogni! Con tutte le soluzioni>>
<< Ebbè? >>
<< E’ al Torchwood. Il Dottore me lo regalò e io me lo portai. Lo misi nella biblioteca. >>
Rose lo guardò confusa poi cominciò a ridere.
<< Forse non hai capito, Jack: noi non possiamo tornare alla realtà e di conseguenza non possiamo andare al Torchwood! >>
<< Non il mio Torchwood… Questo del mondo dei sogni. Ce n’è uno. >> Jack annuì alla faccia sbalordita della sua amica << Guarda >> prese un foglietto dalla tasca e lesse <>
<< Un Torchwood dei miei sogni?>> Rose sbuffò.
<< Si! Io voglio andare a vederlo. Lì c’è la biblioteca e ci sarà. >>
<< Che ne sai? Quel libro l’hai lasciato al tuo Torchwood. Pensi di ritrovarlo qui? Non credo >>
<< Io penso di trovare una copia di quello reale. D’altronde, in questo mondo non ci sono tutte le copie delle persone? E allora ci saranno quelle delle cose >>
Jack sembrava molto convinto di quello che diceva, ma Rose non capiva ancora dove il discorso doveva andare a parare. << E quindi? >>
<< Quindi, domani noi andiamo e ci facciamo assumere. Cerchiamo il libro. Se non c’è… Bè, non so che fare. Ma noi proviamo. Che ne dici? >>
<< Tu sei pazzo >> Rose scosse la testa.
Era l’ultima cosa che voleva fare, trovare un modo per tornare alla realtà. Cioè trovare quel libro. Non voleva andarsene.
Quello lo capì anche Jack, dalla sua espressione.
<< Io ci vado, tu fai come vuoi. Ma ricorda: io ho ancora il risveglio a disposizione e posso usarlo quando voglio, lasciandoti sola qui. O me o questo mondo dei sogni, Rose. Non puoi averci tutti e due. >> Jack le fece una carezza sulla guancia.
<< Va bene >>
 
“ Dio, ti prego, fa che quel libro non esista. O che  abbia fatto la fine più brutta che un libro possa fare.”







* Matt Smith: ironia della sorte ehehehehe
 
Ri-ciao a tutti! Ho aggiornato un giorno prima, vedete quanto vi voglio bene?
Questo capitolo non mi soddisfa granchè…Ma è carino, dai.
 E’ venuto Jack, amo Jack e non potevo non metterlo in questa storia… ha un ruolo fondamentale, e siamo tutti con lui.
E’ l’unico che può riuscire a far cambiare idea Rose… Ci riuscirà? E come? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
E il libro? Lo troveranno? Come sarà questo Torchwood dei sogni?
Prossimamente!
Ora vi lascio, sono sicura che appena postato avrò dimenticato di dire qualcosa, ma non importa!
Tanti baci a tutti quelli che mi leggono! Non scordatevi una recensione anche piccola piccola!
 
Dalla vostra
SweetLady98
 
Ps: tutti i luoghi in questa storia citati sono reali.

 
  
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