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Autore: Brooklyn_Rogers    14/09/2012    3 recensioni
La storia parla di N e Touko dopo il conflitto fra i rispettivi pokémon leggendari, Zekrom e Reshiram. Entrambi hanno abbandonato Unima e si sono recati in altre regioni. Ma cosa succederebbe se si rincontrassero proprio nel luogo dove è cominciato tutto, a Unima? E se Touko avesse creato una squadra così potente da poter distruggere l'universo?
Si svolge inoltre dopo gli eventi del gioco Nero e Bianco, pur non essendo Nero 2 e Bianco 2.
Recensite in tanti!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Capitolo 3

~Touko~
Il sole filtrava già debole fra le foglie degli alberi del bosco girandola. Anche al tramonto, in alcuni punti formava delle pozze di luce dentro alle quali era difficile vedere. mi guardai intorno. Tutte le radure sembravano uguali, tutti gli alberi erano identici, e, cosa più importante, nel punto in cui mi ero addentrata non c’erano sentieri, e non riuscivo a orientarmi. Accanto a me, il maestoso pokémon verde e rosa, che guidava i miei passo nella boscaglia. Tuttavia, anche lui sembrava piuttosto perplesso, quindi cominciai a credere che non si fosse mai allontanato così tanto dalla Radura Filosofia.
-Di là!- esclamai, per nulla convinta della mia decisione. Mi ritrovai in un’altra radura, ancor più piccola di quelle precedenti.
“Touko, farai meglio a restare qui per la notte. Io, Cobalion e Suicune cerchiamo l’uscita.” Mi disse Vizirion fermandosi un po’ più avanti a me e voltandosi di scatto. Osservò qualcosa alle mie spalle, poi sembrò non curarsene più e mi si avvicinò.
“Ce la farai, Touko?” mi chiese un po’ preoccupato.
-Accenderò un fuoco.- risposi.
“Touko, ragiona. Non puoi accendere un fuoco in una radura piccola come questa. Incendieresti la foresta.” Vizirion mi guardò come se fossi impazzita.
-Hai ragione, Vizirion. Il freddo mi ha dato alla testa.- lo rassicurai. Le prime ombre sostituivano il tenue tramonto invernale e il freddo cominciava a invadermi le vene. Sotto la pelle sentivo i brividi che non provavo più da mesi. A Sinnoh e negli altri luoghi che avevo visitato, sembrava non esistere l’inverno, tranne nelle zone nordiche dove invece la neve scendeva perennemente, per esempio a Nevepoli. Posai la mano sulla pokéball di Reshiram, sperando che un po’ di calore potesse oltrepassare la sfera, che però rimase fredda alla pari di quella di Kyurem. Mi rannicchiai in posizione fetale, stringendomi nella leggera felpa blu, l’unica che avessi portato con me. Fece buio in fretta, le ombre cominciarono a calare su di me, nascondendo alla mia vista tutto ciò che un attimo prima era visibile e luminoso. Ad un tratto, mi accorsi che stavo battendo i denti e mi costrinsi a fermarmi. Non dovevo mostrarmi debole nemmeno a me stessa, o le spine gelate che si conficcavano nel mio corpo sarebbero divenute ancor più pungenti e affilate. Un’improvvisa folata di vento mi fece rabbrividire. D’un tratto, sentii dei passi umani nella boscaglia, passi decisi ma anche leggeri, come se i piedi volassero.
Ho le allucinazioni, pensai. Perché solo un’altra volta nella vita avevo sentito passi del genere.
 
~N~
Mi avviavo verso la mia radura preferita del bosco girandola. Era piccola e, nelle notti invernali, anche piuttosto fredda. Ma mi piaceva soprattutto perché era l’unico luogo di tutto la foresta dove si trovassero dei Deerling, rari al sud ma molto diffusi al nord. Più mi avvicinavo alla radura, più sentivo i miei piedi andare veloci. Ma, quando arrivai, non c’erano i Deerling. C’era Touko, svenuta per terra, con le ginocchia al petto. Stava letteralmente morendo di freddo. Incapace di pensare a qualcos’altro, la presi fra le braccia e, correndo come non avevo mai fatto prima, giunsi nella casetta del Bosco Girandola. Le madri, per evitare che i bambini vadano a giocare nel bosco, raccontano che lì vive una strega. In realtà c’è solo una vecchietta spesso in compagnia della sua nipotina.
-Mamma…- Touko cominciò a parlare nel sonno. Forse stava meglio.
-Ho fatto un sogno strano…- la strinsi più forte. Mi venne naturale.
-Io ero l’eroe di Reshiram… e c’era un ragazzo che voleva diventare l’eroe di Zekrom e poi io lo sconfiggevo e…- si interruppe e sospirò. E io che pensavo di essere quello strano.
Mi avvicinai un po’ di più alla porta, e con la spalla bussai.
-Ma chi è a quest’ora?- bofonchiò la vecchietta aprendo. Quando mi vide mi fece subito segno di entrare.
-Mi scusi, ma la ragazza…- tentai di rimediare, ma capii in fretta che era ancora sveglia, considerato che la bambina stava disegnando qualcosa che probabilmente doveva essere un Petilil.
-Vieni, ragazzo, appoggiala qui.- indicò il divano. Feci come mi era stato detto.
-La ringrazio, non sa che spavento mi è venuto quando l’ho trovata.- le dissi, tirando un sospiro di sollievo.
-Quindi non eravate insieme?
-No. Però la conosco, anche se non ci vediamo da un anno.- la bambina smise di colorare e mi venne incontro.
-Che capelli strani che hai!- esclamò osservandomi.
-Sono di famiglia.- spiegai, mentre lanciavo occhiate furtive a Touko, che parlottava parole incomprensibili.
-Come ti chiami, figliolo?- mi chiese la vecchietta in tono materno.
-Il mio nome è N.- risposi con voce tremolante.
-N? È un nome piuttosto strano. Comunque questo non dice nulla.- la vecchietta cominciava già a starmi simpatica.
-Io mi chiamo Azzurra. Ti piacciono le leggende?- la bambina mi tirò la manica della camicia.
-Certamente. Ne vuoi sentire una?- le domandai e lei annuì, felice.
-C’è una storia d’amore?- mi chiese.
-No- risposi –non c’è.

-Che peccato. Le storie d’amore finiscono sempre bene.- stavo per risponderle che non era vero, ma il suo sguardo era troppo felice. Non tutte le storia d’amore finiscono bene, ma avrei lasciato che lo scoprisse da sola.
-C’era una volta un bellissimo drago. Grazie a lui, due principi crearono Unima. Però questi due fratelli non andavano d’accordo. Il maggiore voleva un mondo di verità e il minore un mondo di ideali. Perciò il drago si divise in due. Una parte era bianca e l’altra nera. Il drago bianco, chiamato Reshiram, seguì il fratello maggiore, il drago nero, Zekrom, quello minore. I due fratelli cominciarono a combattere, distruggendo Unima. Alla fine i due draghi si assopirono e nessuno sa più niente di loro.- completai la storia con una frase che dentro di me sentivo di odiare. Zekrom è il pokémon più bello e potente che io abbia mai visto. Touko ricominciò ad agitarsi.

-Questa storia chi te l’ha raccontata? La tua nonna?- mi chiese Azzurra.
-No. È stato mio padre.
-Mamma… che strano sogno che ho fatto…-  ripeté Touko.
-Ha parlato anche prima, nel sonno. È un po’ strana.- spiegai. La vecchietta mi invitò a sedermi su una poltrona imbottita posta proprio accanto al divano. L’ultima volta in cui ero stato così vicino a Touko era stato sulla ruota panoramica di Sciroccopoli. Esattamente come allora, sentii nello stomaco delle farfalle volare pesanti. Mi misero in subbuglio la mente e il cuore. D’improvviso la bambina indicò la mia cintura.
-Sei un allenatore!- esclamò osservando le mie pokéball.
-Sì. Vuoi vedere un trucco che conosce il mio migliore amico?- le chiesi, nella mia mente formando l’immagine di Zoroark. Alla bambina luccicarono gli occhi.
-Ecco qui!- feci uscire Zoroark dalla pokéball.
“Devo farlo, N?” la sua voce mi pervase la mente e io annuì. Osservai lo stupore impresso nello sguardo di Azzurra mentre Zoroark prendeva le sembianze di Touko.
-Ti ho battuto, N!- disse in un orribile falsetto della voce della ragazza, fatto apposta per irritarmi.
-Smettila subito.- gli intimai con tono minaccioso che la bambina trovò molto buffo.
-N è stato battuto, N è stato battuto!- canticchiò al posto di ascoltarmi.
-Ma la vuoi smettere?- improvvisamente tornò normale, senza smettere di saltellare per la sala. Però, questa volta, potevo sentirlo solo io.
“N è innamorato, N è innamorato!” diceva al posto della precedente nenia. La cosa mi diede parecchio fastidio. Così feci tornare Zoroark nella sua pokéball.
-Ma è vero che gli allenatori parlano con i propri pokémon?- mi domandò
-No, possono solo capirsi a vicenda.- ero spesso costretto a mentire, sulla mia identità, su Zekrom, sul fatto che potessi parlare con i pokémon.
-Grazie di tutto. Ciao, Azzurra.- le accarezzai la testa e uscii.
“E tu chi sei? Anche se in effetti non mi importa!” urlò la voce di un pokémon sconosciuto. Subito dopo, qualcosa che somigliava a un puma blu mi saltò addosso.
“Ragazzi, l’ho trovata!” gridò poi. L’unica cosa che vidi, prima che mi mettesse una zampa sulla faccia, furono degli zoccoli neri.
 

***

Scusate il ritardo! Non ho potuto scrivere a causa dell’inizio della scuola (finalmente il primo liceo!). mi dispiace veramente, ma sono stata impegnata. Per farmi perdonare cercherò di aggiornare il più presto possibile!

  
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