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Autore: Brooklyn_Rogers    12/09/2012    5 recensioni
La storia parla di N e Touko dopo il conflitto fra i rispettivi pokémon leggendari, Zekrom e Reshiram. Entrambi hanno abbandonato Unima e si sono recati in altre regioni. Ma cosa succederebbe se si rincontrassero proprio nel luogo dove è cominciato tutto, a Unima? E se Touko avesse creato una squadra così potente da poter distruggere l'universo?
Si svolge inoltre dopo gli eventi del gioco Nero e Bianco, pur non essendo Nero 2 e Bianco 2.
Recensite in tanti!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Capitolo 2

Tutti mi chiamano N. Forse ormai anche io ho finito per chiamarmi così. Sono l’eroe di Zekrom, che insegue gli ideali. Ho diciassette anni e l’unica cosa a cui riesco a pensare è il feroce scontro a cui diedi vita un anno fa. Ho cambiato per sempre la mia vita e quella di un’altra ragazza, l’eroe di Reshiram. Si chiamava Touko ed era l’allenatrice più forte che avessi mai incontrato. Inoltre, trattava i pokémon con una gentilezza e una dolcezza che io non avevo mai visto in un essere umano. Anche a Zekrom piaceva molto Touko, infatti, quando la vide per la prima volta in compagnia di Reshiram, era riluttante a combattere contro di lei. Ma, nonostante ciò, io volevo un avversario. Non era lei. Il suo cuore puro che inseguiva la verità e il suo amore verso i pokémon la portarono a combattere contro di me. Io volevo che lei fosse l’eroe di Reshiram. Io volevo combattere contro di lei. Touko, probabilmente, non avrebbe fatto male a una mosca. Sono ancora confuso. Quello che mi disse…

“Smettila, N. Tu fai del male solo ai pokémon, in questo modo. Li allontani dai loro affetti, li porti via dagli uomini. È vero, alcuni di noi non li amano come dovrebbero, ma si può rimediare a questo in altri modi. N, tu dici di amare i pokémon. Ma non capisci? Fai del male a te stesso e a tutti gli altri!” sentii di sfuggita questa frase, perché mi ero già alzato in volo con Zekrom. Tuttavia, per quanto il vento possa averle coperte, queste parole mi si impressero nella memoria. E allora decisi di aiutare le mie amate creature in altri modi.
Ad esempio, una volta, mi trovai faccia a faccia con un bracconiere, che non voleva assolutamente ascoltare le mie ragioni. Allora gli mostrai Zekrom. Lui, inizialmente impaurito, cominciò a parlare di voler catturare anche lui. E, per la prima volta, in quel momento, risolsi la situazione con la forza dei miei muscoli. Non quelli di Zekrom o degli altri. Lo presi a pugni finché non svenne e lo consegnai alle autorità. Finalmente capii ciò che Touko mi voleva dire. Non bisognava punire tutti per i reati di uno.
Un’altra volta un bambino stava picchiando un Cottonee. Lo fermai e gli chiesi il motivo di ciò. Mi rispose che aveva mangiato l’unica pokéball che possedeva e con la quale voleva diventare allenatore. Parlai anche con Cottonee, che mi disse solamente che le pokéball hanno un sapore delizioso. Comunque, penso che non ne mangerò mai una. Regalai al bambino due pokéball. Dopo un po’, ripassai in quel villaggio. Rob, così si chiamava era diventato il più forte allenatore della cittadina, con affianco il suo invincibile Cottonee. Ne fui realmente felice. Però, non potevo restare a Unima, i ricordi mi martellavano il cuore e, per la verità, avevo paura di incontrare Touko. Così andai a Shinno. Lì, incontrai un allenatore che diceva di essere il più potente di tutti. Si chiamava Berry, mi pare. Lo sconfissi e mi disse che gli ricordavo Lucas, il suo migliore amico. Quanti allenatori forti trovai in quella regione! Incontrai per caso la campionessa, che accettò di sfidarmi nonostante io non avessi battuto né i superquattro, né i capopalestra. Grazie a Zekrom, vinsi l’incontro. Mi strinse la mano e mi disse che avrei potuto fare grandi cose.
“Grazie” le risposi “ma ho già fatto abbastanza danno nel mondo.”
Vidi posti incantevoli, sorgenti dove i più amabili e magnifici pokémon si abbeveravano, montagne dove i possenti tipi roccia e lotta vivevano e si allenavano. Ognuno di essi, riportava testimonianze diverse dell’incontro con degli esseri umani.
Un Graveler diceva di aver conosciuto un uomo talmente forte d’animo da avergli riportato il figlio e da aver riunito la famiglia. Inoltre, ogni giovedì, veniva a fargli visita.
Un Sandshrew aveva incontrato una donna così dolce da avergli fornito cure e cibo per mesi, durante i quali lui era stato malato. Questo pokémon tornava in città ogni giorno per vedere questa donna.
Una settimana fa, nello scoppiettio del fuoco che avevo acceso, qualcosa, qualcuno mi disse di tornare a casa. L’avrei fatto.

A Unima serviva colui che l’aveva quasi distrutta.

 ****

Sono Brooklyn_Rogers, l’autrice. Spero che il prologo, formato da questi due capitoli, vi sia piaciuto. Vi scrivo direttamente per chiedervi un consiglio: il resto della storia, secondo voi, dovrei scriverlo alternando i punti di vista di N e Touko, oppure in terza persona? Rispondete in tanti!

  
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