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Autore: elaisa    01/04/2007    9 recensioni
Spaccati dell'infanzia e della crescita di L, scritti seguendo il passare degli anni ed il susseguirsi delle stagioni.
Ispirata al tema proposto da Liz sulla Writing Community di Frammenti.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Autunno
Il bambino sgraziato.


Note dell’autrice:

Cos’è questa fic?
Vi starete chiedendo.
O meglio, cos’è questa raccolta di fic?
Sono mie fantasticherie, spaccati dell’infanzia e della crescita del nostro piccolo L dal passato sconosciuto (o almeno io non mi sono spoilerata niente dall’episodio 23 in poi, quindi se viene detto qualcosa e non lo sapevo non mi linciate XD).
Mi piaceva segnare i punti salienti della sua crescita, cercando di capire perché, ad oggi, il nostro L è così.
E ci ho semplicemente provato.
Quindi, ringraziando ancora Liz per avermi ispirata con il tema per Frammenti, vi rimando alla lettura della prima stagione, nella quale troviamo il nostro L bambino (contate circa 6 anni, sì).
Per altro vorrei specificare che, per me che le ho scritte, secondo me questa è la più bella!

ATTENZIONE! POSSIBILITA' DI SPOILER SUL VERO NOME DI L!

***

I bambini erano cattivi con lui.
A scuola lo prendevano in giro, e nessuno l’aveva mai invitato a casa propria per giocare.
Nessuno voleva essere suo amico.
Lui ci aveva provato a fare amicizia, ma quando si avvicinava ai suoi compagni, loro ridevano; non sapeva perché quindi aveva dedotto che, ogni volta che si avvicinava e loro ridacchiavano, doveva succedere qualcosa di divertente che lui non vedeva.
Però una volta aveva deciso di dirlo alla maestra che non lo facevano giocare.
Forse lei avrebbe potuto costringerli ad essere suoi amici; però, quando si era avvicinato, lei parlava col maestro dei bimbi grandi.
Le aveva tirato la gonna per richiamare la sua attenzione.
I due adulti l’avevano guardato e lui si era sentito tanto in imbarazzo per averli disturbati; non si dovevano mai interrompere i grandi, quando parlavano: gliel’aveva detto la Signorina del pulmino giallo, quella che gli dava le caramelle.
Aveva cercato di parlare, ma si vergognava davvero tanto…
Il maestro dei bimbi grandi aveva fatto una faccia strana e aveva detto:
"Che bambino sgraziato."
La maestra aveva riso.
Lui non lo sapeva cosa voleva dire sgraziato, però non pensava che fosse una bella parola.
Suonava così male.
Si era arrabbiato allora, ma quando aveva provato a dire qualcosa, la maestra gli aveva intimato di andare fuori a giocare con gli amichetti.
"Ma io non li ho gli amici." Voleva dirle.
"Gli altri bambini sono cattivi con me, non mi fanno giocare."
Ma la maestra si era rimessa a parlare col maestro e non lo considerava più; lui era uscito, deluso e sconsolato.
Si era seduto sui gradini dell’entrata da solo, e aveva guardato gli altri giocare insieme.
I bambini con lui erano cattivi, e anche i maestri lo erano.
Erano tutti sgraziati, ecco.
A lui piaceva solo la Signorina del pulmino giallo, quella che gli sorrideva sempre.

Un giorno poi l’aveva saputo perché i suoi compagni di scuola lo prendevano in giro.
Aveva provato a fare amicizia con la bambina dai capelli castani; gli piaceva quella bambina, così le aveva raccolto una foglia ancora verde dell’albero alto del cortile, arrampicandosi fino in cima, ed era andato a regalargliela.
Ma lei non l’aveva voluta e, dopo averla gettata a terra, l’aveva pestata con le scarpine di vernice.
A lui era venuto da piangere; ma i maschi non devono, no?
Voleva picchiarla quella bambina, però era arrivato il bambino rosso, quello con le lentiggini, e aveva detto:
"Perché ci parli? Non lo sai che non ha né il papà né la mamma, e viene a scuola col pulmino giallo?"
Allora la bambina dai capelli castani aveva riso e, dopo averlo salutato con la manina paffuta, se n’era andata a giocare col bambino rosso e lentigginoso.
Lui era tornato a sedersi sul gradino davanti all’entrata; una foglia gialla e arancione cadde dall’albero alto e si posò ai suoi piedi.
La sbriciolò col piedino, mentre le lacrime pungevano dietro agli occhi.
Gli altri bambini non erano cattivi con lui.
Erano solo tremendamente ingiusti.



***


Disclaimer:

I personaggi di questa storia non mi appartengono, in quanto creazioni di Takeshi Obata e Tsugumi Ohba, i quali ne detengono i diritti.
Non traggo alcun beneficio dalla pubblicazione della storia.

Credits and Thanks:

Si ringraziano per questa raccolta di flash fic:
- Liz aka Chii, aka Mikayla, aka "I milleduecento" nick name che ha ( XD) per aver ispirato, con il suo ultimo tema per la WC di Frammenti (Link ) quest’anima desiderosa di scrivere e scrivere e scrivere su DN, e che mi ha dato il suo beneplacito per ispirarmi.
- L , che è un amore!
- Me medesima che si è impegnata tanto nella creazione e nella progettazione di questa raccolta.
- Boll, Solarial e Melchan che hanno recensito la mia precedente flash fic *__*

  
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