Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Nicolessa    14/09/2012    1 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
8 Capitolo 8 - La fortuna a volte gira nel senso giusto.



Mentre Miles si stampava le mani in faccia, accortosi finalmente del suo piano miseramente andato in fumo, Jo continuava a guardarsi intorno spaesata. 

Case e polvere. Tanta polvere.
Tracce di pioggia lungo la strada terrosa.
La sua macchina parcheggiata proprio nel ben mezzo della via. 
Perchè si trovava lì?
Prese un profondo respiro a pieni polmoni e con la mano destra andò alla ricerca del suo pugnale.
Non ricordava nemmeno di averlo lasciato in macchina sotto l'ordine di Andrew.. forse perchè proprio lui glie lo aveva ordinato nemmeno cinque minuti prima.
«Jo!» urlò una voce nella sua direzione, lasciandola senza parole ed interrompendo la ricerca dle suo fedele compagno di cui aveva un chiaro ricordo.
«Chi diamine è questo?» pensò immediatamente la ragazza voltandosi verso il ragazzo che correva verso di lei.
«Sembra preoccupato per me, ha una faccia stravolta!» continuò a pensare aggrottando la fronte e stringendo gli occhi in due fessure per poter vedere meglio oltre la luce del Sole.
Jo sapeva bene che se un ipotetico qualcuno sapeva il suo nome reale e lei non conosceva il suo era un cattivo segno.
Era disarmata: completamente.
Una delle sue prime regole era proprio quella di non uscire mai di casa senza un qualcosa di affilato. Le sembrava così strano e dannatamente pericoloso che indietreggiò di colpo per risalire nuovamente nella sua auto e chiudercisi dentro.
Dall'altra parte del finestrino le labbra di Miles mimavano un "no, no, non lasciarmi qui" ma lei non gli diede nemmeno il tempo di gettare qualche pugno sulla portiera.
Se ne andò lasciando dietro di sé solo un enorme nube di polvere e un ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome.
Certo, le sembrava una mossa perfida ma preferiva di gran lunga vivere che avere sul comodino il premio per la gentilezza.
Guidava solo per schiacciare il piede sull'acceleratore, non aveva una meta e -da quando diceva il suo cruscotto vuoto- non aveva nemmeno un caso.
Il cellulare segnava circa una ventina di chiamate perse da parte della madre ma chiamarla dicendo che non sapeva dove si trovasse o tanto meno il perchè non sarebbe stata una mossa intelligente a priori.
Scartò quindi l'idea.
Sotto il nome di Hellen la scritta "Dean" le balzò all'occhio.
Quella fu la prima volta che dubitò seriamente della sua memoria.
Jo non memorizzava i numeri di chiunque... e che al momento non ricordasse chi fosse quel Dean non era un buon segno.
Inoltratasi in città respinse anche l'idea di spulciare nella memoria del suo cellulare.
Anche schiantarsi contro un palo non era nei suoi piani.
Investire qualcuno solo per una sua distrazione altrettanto.
«Devo chiedere a qualcuno la strada.» meditò «Maledette strade secondarie!».
Un locale dove bere qualcosa e chiedere indicazioni era l'ideale.
«Ma guarda un po' quei due, litigare nel ben mezzo della strada!» disse tra sé e sé notando un ragazzo alto gesticolare ad un altro dall'aspetto familiare e che alla sola vista le provocava un nervosismo cosmico.
Il campanello del locale tintinnò e la cameriera la accolse con un ampio sorriso, seguito da un "ben tornata".
Jo abbozzò un ringraziamento e si mise seduta ad un tavolo, armandosi di giornale per avere delle tracce sulla "teoria della caccia". Non poteva che esser lì per quel motivo dopotutto: Jo non era una grande viaggiatrice.
«Scoiattoli? Per l'amor del cielo!» esclamò ruotando gli occhi al soffitto e affondando il suo viso tra le pagine stropicciate del quotidiano.

«Com'è possibile?» balbettò il ragazzo incredulo. 

«Perché io sono come te.» rispose Sam inarcando le sopracciglia in un'espressione comprensiva. «Io ho delle premonizioni.»
Andrew lo guardò un po' sbalordito per un momento e scosse la testa ridacchiando divertito. «E' impossibile!»
«Fammi indovinare!» lo interruppe Sam prima ancora che lui finisse di parlare. «E' cominciato tutto un anno fa con forti emicranie.»
«Come fai a saperlo?» l'espressione di Andrew mutò da divertita a sorpresa. 
«Tua madre è morta in un incendio ventitre anni fa!» continuò Winchester alzando la voce. 
Andrew indietreggiò spaventato, come se Sam lo avesse appena minacciato di morte.
«Come fai a sapere tutte queste cose?!» 

«Perché sono successe anche a me!» fece l'altro avanzando per recuperare la distanza che il ragazzo aveva lasciato. 
«Dove sono i nostri amici?!» intervenne Dean che era appena spuntato alle spalle del fratello minore, ma più alto di lui. 
Andrew tacque, non rispose. Spostò lo sguardo da Sam a Dean e da Dean a Sam. Quest'ultimo, d'un tratto, si portò una mano sulla fronte e iniziò a strofinare il palmo contro di essa... stava cominciando un'altra visione. 
«Perché hai...» strinse gli occhi per l'improvviso dolore forte e conciso al centro della testa. «...perché hai ucciso il dottor... AH!» e cadde sulle proprie ginocchia. 
«Sammy!» Dean lo resse per le spalle e, prima che Andrew potesse darsela a gambe gli puntò un dito minaccioso contro. «Non muoverti!» 
Il ragazzo guardò la scena immobile e fissava Sam come se fosse un alieno. 
«Sammy! Ehi, Sam!» Dean lo scrollava e tentava di fargli aprire gli occhi, ma il dolore era così insopportabile da non riuscire nemmeno ad usare la vista. Gemeva e visibilmente soffriva, poi di nuovo il buio. Sam sospirò e lentamente riaprì gli occhi verdi e gonfi di lacrime.
Guardò un Dean dall'aria preoccupata negli occhi e sussurrò: «Accadrà di nuovo.» 

Dean che cominciava seriamente a dubitare di Andrew gli gettò un'occhiata furtiva, come per dirgli "ti tengo d'occhio", e poi tornò a guardare Sam. 
«Una donna si darà fuoco al serbatoio di benzina a due isolati da qui.» spiegò Sam tentando di alzarsi in piedi. «Anche lei parlava al telefono prima di uccidersi.» e anche lui fulminò Andrew con lo sguardo. «Tu vai! Lo tengo d'occhio io.» 
Dean annuì e si mise a bordo dell'Impala. 
«Non ucciderai più nessuno.» disse Sam con decisione. 
«Che cosa? Io non ho ucc...»
«Lo vedremo.»

Nulla scritto in quel quotidiano poteva aiutare Jo. 

La cosa più insolita riguardava una vecchia anziana che pur di rientrare in casa, le aveva dato fuoco per far sfondare la porta dai pompieri, visto che aveva dimenticato le chiavi sul tavolino. Anzi, più che stranezza era pazzia quella. Proprio per questo l'articolo finiva con l'indirizzo del centro di recupero destinato alla signora piromane.
Richiuse il giornale un po' delusa e ordinò un caffè che le arrivò praticamente subito dopo.
«Giornata libera o particolarmente impegnativa?» le domandò la ragazza che al suo arrivo le diede il "bentornata". Cosa che non riusciva ancora a spiegarsi se non con uno scambio di persone della cameriera.
«Come scusi?» disse in tono confuso abbassando la tazza di caffè che aveva portato alle labbra. Niente birra per chiarire una confusione mentale.
«Lei e l'agente Standing state ancora facendo quei controlli di routine?» domandò timorosa di aver chiesto troppo e di essere quindi invadente in mansioni così importanti come la sicurezza cittadina.
Inutile sottolineare la totale sensazione di sconforto in Jo che non capiva una sola parola di ciò che diceva la donna.
Proprio mentre stava per risponderle che probabilmente la stava confondendo con qualcun altro, questa proseguì. 
«Mi scusi per l'invadenza agente, tolgo solo questi sottopiatti da questo tavolo e tolgo il disturbo. Proprio come mi ha consigliato lei. Spero di essere fortunata come lo è sua madre nel suo locale.»
Questo spazzava via tutti i dubbi di Jo: lei ci aveva parlato con quella donna. Non poteva sapere che Hellen aveva un locale o che odiasse quelle decorazioni fino a volergli dare fuoco. 
Troppe coincidenze.
Pensò che probabilmente stava lavorando ad un caso quando qualche mostro le ha fatto qualcosa, tipo ripulirle il cervello.. eppure era sempre la solita Jo.
La donna si allontanò dal tavolo di Jo con in mano l'amato scoiattolo blu e lasciando Jo nella sua più completa confusione. 
Bevve il suo caffè a piccoli sorsi, guardando fuori dalla finestra la città: doveva pur ricordare qualcosa.
Niente.
Irritata dalla sua stessa mente pigra o assopita, lasciò il conto sul tavolo ormai spogli e uscì in strada dove quei due tizi erano ancora intenti a discutere di chissà cosa. 
Era quasi arrivata allo sportello della sua auto quando un'altra voce pronunciò il suo nome. 
Questa volta non era preoccupata, anzi. Sembrava quasi sollevata dal fatto di vederla.
Jo insospettita si voltò verso la voce e con sorpresa vide che a chiamarla era proprio il ragazzo alto che forse litigava con un altro molto più basso di lui.
Un altro estraneo che conosceva il suo nome.
Si chiedeva che fine avesse fatto quel ragazzo che aveva abbandonato nel bel mezzo del nulla.. ora si sentiva un po' in colpa.
«Allora stai bene! Dov'è Miles?» le chiese avvicinandosi a lei ma non schiodando l'attenzione dal suo semi-prigioniero. 
Nel suo volto vi erano ancora tracce di dolore e gli occhi erano arrossati.
Nonostante quel volto le infondesse fiducia non riuscì a non aggrottare la fronte, scuotendo la testa.
«Scusami, non so a chi ti riferisci.» ammise a disagio «Forse in giro c'è una ragazza che mi somiglia e che si chiama come me perchè.. non fanno altro che salutarmi tutti oggi» proseguì scrollando le spalle e gettando un'occhiata al ragazzo più basso alle spalle del colosso. 
Era impaurito, come se nascondesse qualcosa. 
A prima vista non fu difficile per Jo constatare che tra i due probabilmente quello ad avere torto nella conversazione fosse proprio lui, pur non sapendo l'oggetto della loro discussione.

Troppo tardi.
Quando Dean arrivò nel posto del quale Sam aveva avuto la visione, la donna era già morta.
Ambulanze, pompieri, polizia e fotografi che immortalavano quella brutale scena gli coprivano la visuale, ma era abbastanza evidente e palese che fosse troppo tardi per intervenire. L'ambulanza mise a disposizione una barella per la vittima che venne coperta da un enorme sacco nero e poi portata via da alcuni paramedici.
Dean sospirò e scosse la testa passandosi una mano tra i capelli corti. Poi prese il telefono e subito contattò il fratello per riferirgli quanto era successo. 

«Sam, sono io.» E fece una breve pausa. «E' morta! Arsa viva come avevi detto.»
Sam dall'altro capo del telefono tacque. 
«Che sta succedendo alle tue visioni? Non siamo arrivati in tempo!» osservò poi Dean, che non appena si era parcheggiato la zona era già invasa da ambulanze e vari soccorsi. 
«Dean, non è lui!» 
«Che cosa?» 
«L'ho tenuto d'occhio per tutto il tempo e non ha mai neanche toccato il telefono.» disse a malincuore, come dispiaciuto per non aver avuto ragione. 
«Detesto dirtelo, ma te l'avevo detto.» rispose Dean con compiacenza. 
«Non è vero, tu adori dirlo!» ribatté il fratello. 
A Dean sembrò di vedere la sua espressione infastidita mentre parlava al telefono con lui, sorrise. 
«D'accordo, dove siete ora?» 
«Dove ci hai lasciati. E sbrigati, abbiamo un bel problema qui.» 
«Problema? Che problema?» ma Sam aveva già riattaccato. «Sammy? Pronto?» 
Guardò il display del telefono - annunciava che la chiamata era terminata da almeno un paio di secondi - e poi sospirò, iniziando ad imprecare sotto voce.
Si affrettò a raggiungere il bar dove aveva lasciato il fratellino e Obi One Kenobi, e non appena arrivò a destinazione pensò di aver già individuato il 'problema', o la 'grazia' secondo il suo punto di vista; pensava che il problema fosse che Miles fosse andato disperso. Non avrebbe mai potuto immaginare che invece Jo aveva perduto la memoria grazie al simpaticone. 

«Stai scherzando?» 
Sam assottigliò gli occhi, minaccioso. 
«Non stai scherzando.» osservò Dean gettando un'occhiata a Jo, mentre lui e il fratello restavano appartati a qualche metro di distanza da Andrew e lei. 
«E' stato lui. Sarà stato un gioco da ragazzi farle perdere la memoria.» 
«Giusto, voleva toglierci dai piedi.» disse Dean annuendo, riflessivo. 
Entrambi tornarono di fronte ai due ragazzi e fu Andrew stesso a confessare il suo gesto ingegnoso. 
«D'accordo, adesso che sappiamo che non sei tu ad ammazzare la gente, riporta indietro i suoi ricordi.» 
Sam guardò Dean e lui inarcò un sopracciglio sospettoso. Lo guardava come se avesse tralasciato un piccolo particolare. 
«Che c'è?» 
«Non dimentichi niente?» 
Dean si sforzò di ricordare, ma gli sembrava fosse tutto nella norma a parte i ricordi sballati di Jo. 
«Miles?» 
«Oh, certo. Miles!» abbozzò un sorriso ironico e poi si voltò verso Andrew. «E fai tornare il nostro caro amico idiota.» 
Jo guardava la scena come dispersa e con aria innocente, non sembrava nemmeno la vera Jo Harvelle. Dean le gettò un'occhiata e poi le rivolse un sorriso, tornando poi al loro "problema". 
«Va bene.» 
Andrew si avvicinò alla cacciatrice, le sussurrò qualcosa all'orecchio e sembrò tornare come nuova.

Come si accorsero che Jo era tornata in sé? 

Semplice, si stava letteralmente scaraventando su Andrew per mollargli un bel pugno dritto sul naso.
«Brutto stronzo!» urlò mentre le braccia di Sam la fermarono dall'intento di farlo a pezzi. 
E ci sarebbe riuscita se non fosse stato per l'imponente presenza del Winchester dalle visioni/premonizioni paranormali.
Fin da quando si presentarono alla RoadHouse avvolti in quel velo di mistero sul loro caso, Jo aveva pensato a qualche problema di Sam, nettamente diverso dal suo solito essere simpatico e rilassato.
Ora aveva svelato il mistero senza che nessuno le avesse dato aiuti o per lo meno ci era arrivata, non era mica stupida.
«Calma Jo, non è lui l'assassino!»
«Me ne frego se è candidato al premio Nobel per la pace, Sam! Mi ha fatto il lavaggio del cervello! Questo stronzo stava per farmi dimenticare..» e poi il suo cervello si rianimò totalmente, ripercorrendo con la mente tutto ciò che avrebbe potuto perdere, o meglio quello che per un breve lasso di tempo aveva realmente perso.
Andrew stava per farle dimenticare gran parte della sua famiglia, a persone a cui voleva davvero bene, persone per le quali avrebbe rischiato la vita molto "volentieri".
Alla rassicurante responsabilità di Sam.
Alla familiare testardaggine di Miles. 
A Dean.
Stava per abbandonare tutto.
Forse era proprio per questo motivo che sfondare la faccia a quel ragazzo dalla parlantina facile le veniva fuori dal cervello come un desiderio proibito.
Poi un altro fulmine a ciel sereno: aveva mollato Miles su quella strada a masticare la polvere che aveva alzato la sua auto sfrecciando via.
«.. Miles». 
Così come suonava tutta la frase per intero poteva sembrare un' unica proposizione, come se le importasse recuperare solo i ricordi con Miles. Ma lei sapeva che non era così e in quel momento si sentiva troppo in colpa per averlo lasciato lì. 
Diciamo che il senso di colpa che si rivoltava nel suo stomaco quando non aveva idea di chi fosse adesso era moltiplicato per dieci.
«Devo tornare a prenderlo!»
«Sempre che sia rimasto lì.» disse ragionevole Sam mentre allentava la presa da Jo, ora visibilmente più calma. 
Lui sapeva che Jo avrebbe voluto picchiarlo ma al momento era preoccupata per Miles.
«Vi raggiungo appena lo trovo, chiamatemi se vi spostate o scoprite qualcosa!» disse la biondina prima di salire in macchina e lasciare i ragazzi lì dove casualmente li aveva ritrovati (anche se inconsapevolmente).


------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------


Per grazia divina Jo è tornata come prima. Non avrei sopportato una dimenticanza di memoria da parte sua, proprio no!
Adesso non rimane che trovare Miles, bella sfida. Poverino.
Le parole non sono il mio forte oggi, sarà che la scuola, al solo secondo giorno, mi sta facendo impazzire. Uff.
Alla prossima, gente! :D

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Nicolessa