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Autore: DeiDeiDei    15/09/2012    9 recensioni
[...] Il suo cuore saltò un battito.
-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura[...]
POV alternato. Focus Stiles.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Derek era già sulla strada che portava alla casa di Scott. Non gli piaceva doverlo riaccompagnare a casa ogni volta, ma era sempre meglio che lasciarlo scorrazzare in giro a quattro zampe, considerando quanto era portato per il farsi scoprire, rintracciare e attaccare dai cacciatori. Dopotutto, però, quello era uno dei suoi Beta. Beta minorenni. Avrebbe dovuto ragionarci prima. Ora gli toccava, in quanto Alpha e unico maggiorenne, occuparsi di loro anche secondo le leggi umane e non solo quelle del meraviglioso mondo sovrannaturale nel quale aveva sempre vissuto. Sbuffò ed osservò con la coda dell’occhio il ragazzino, il quale stava smanettando sul cellulare con indifferenza quasi non sua. Sospirò e decise che forse era il momento giusto per parlargli nuovamente di quanto pericolosa potesse essere la sua relazione con la figlia degli Argent. Per provare a convincerlo. Dopotutto le sue argomentazioni erano piuttosto valide, no? La sua ragazza, in fin dei conti, aveva dato fuoco a casa sua con dentro tutta la famiglia soltanto perché alcuni di loro erano lupi mannari. Per quanto il nuovo lupo arrivato in città fosse la loro principale preoccupazione in quel momento, anche le loro relazioni coi cacciatori dovevano essere messe in chiaro. Derek aprì la bocca pronto a parlare, ma un urlo squarciò il silenzio prima che potesse emettere un suono.

I due lupi saltarono sul’attenti, ascoltando il verso straziante fino all’ultimo eco. Quindi si osservarono sgomenti. Quello era stato un grido a dir poco agghiacciante. Un onda sonora ricolma di dolore che era andata ad intaccare persino le loro ossa di immortali. Era stato l’urlo di qualcuno che stava soffrendo. Ma, soprattutto, era stato un urlo dalle caratteristiche inquietantemente familiari.

-Stiles!- Esalò Scott nell’esatto momento nel quale Derek costrinse la Camaro a fare una scorretta inversione ad U e pigiò sull’acceleratore con tutta la forza che aveva –Quello era Stiles, vero?- Domandò Scott sbiancando. Derek preferì non rispondergli –Cosa diavolo era quell’urlo?- L’Alpha rimase ancora in silenzio, concentrandosi sulla guida e portando l’auto ad una velocità quasi inimmaginabile –Lo avranno sentito in tutto il quartiere!- In tutta BH, pensò lui, digrignando i denti. Arrivarono sotto casa del teenager il più in fretta possibile e anche senza udito superumano seppero che Stiles non stava assolutamente bene. Gemiti di dolore provenivano senza sosta dalla sua finestra aperta. Aperta. Perché diavolo era aperta con un Lupo sconosciuto in circolazione? Derek guardò con odio l’apertura a vetri prima di saltarci dentro agilmente con un unico salto e precipitarsi al letto del ragazzo, seguito come un’ombra da Scott. Appena l’altro vide l’amico contorcersi sulle lenzuola gli si lanciò accanto chiedendogli spiegazioni. Derek, dal canto suo, iniziò a guardarsi attorno cercando spiegazioni. La stanza era impregnata dell’odore ferroso del sangue del ragazzo ed osservando bene il letto si rese conto che le coperte dovevano esserne oramai completamente impregnate. C’era anche un odore animale a lui estraneo. L’odore di un altro Lupo mannaro. Avevano lasciato senza sorveglianza per dieci minuti Stiles e il loro misterioso ospite era riuscito a fargli del male. L’Alpha digrignò i denti, frustrato, maledicendosi per non aver lasciato qualcuno a fare la guardia o per non aver rinchiuso quel ragazzino idiota in cantina o qualcosa di simile. Poi, improvvisamente, i gemiti di Stiles lo riportarono alla realtà e i suoi occhi si posarono sulle mani che non volevano staccarsi dal fianco, arpionandolo tra rivoli di sangue. E sgomento collegò le cose.

Si lanciò sul letto e scostò a forza le mani di Stiles da dove Scott non aveva avuto il coraggio di spostarle ed ad occhi sbarrati si ritrovò a fissare un morso irregolare e profondo inciso nella carne del ragazzo. Dopo un attimo di silenzio, Scott si espresse con una colorita imprecazione. Lui optò per un ringhio basso e sordo. Qualcuno aveva morso Stiles. Un altro Alpha aveva morso Stiles. Aveva morso un ragazzo che avrebbe dovuto fare parte del suo branco. Stiles non era più loro. Questo, come capobranco, fu il suo primo pensiero. Il suo secondo pensiero, come persona, fu che doveva fare qualcosa. Stiles continuava a gemere e divincolarsi anche ora che i suoi polsi erano intrappolati tra le mani di Derek. Gli occhi erano sbarrati e fissavano il vuoto, mentre le labbra erano aperte in un continuo lamento incoerente. Derek poteva perfettamente sentire il suo cuore battere in modo tutt’altro che normale e il suo respiro diventare sempre più affaticato. Il sangue gli si gelò nelle vene al pensiero di cosa stava succedendo. Ringhiò ancora e senza lasciare le mani del ragazzo si avvicinò al suo viso.

-Tranquillo, Stiles! Stai tranquillo! Andrà tutto bene! Ci penserò io, ok? Andrà tutto a posto!- Spiegò con calma a dir poco soltanto apparente a voce abbastanza alta perché il giovane potesse sentirlo anche attraverso la barriera dei suoi stessi gemiti. Probabilmente Scott lo stava guardando scandalizzato per la sua improvvisa disponibilità nei confronti di un ragazzo che fino a quel momento non aveva praticamente fatto altro che maltrattare. Non gli importava. L’unica cosa che gli interessava in quel momento era prendere quei due idioti e portarli fuori da lì prima che la polizia, chiamata dalla vicina di casa circa tre minuti prima, li sorprendesse nella casa –E’ tutto ok, Stiles. Lascia solo che ti porti via da questa stanza…- E mentre ancora stava parlando, gli lasciò le braccia e passò le proprie una sotto il suo collo e una sotto le ginocchia, alzandolo dal letto ora vistosamente impregnato di sangue e dirigendosi subito alla finestra, buttandosi giù dal primo piano tenendo il più delicatamente possibile il corpo già scosso da tremiti dell’alchimista e portandolo in fretta alla Camaro. Scott lo aiutò a caricare Stiles sul sedile posteriore, mentre lui si sprecava nuovamente in altre frasi di incoraggiamento e si spostava al volante, subito raggiunto dal Beta al suo fianco. Fece partire l’auto ancora prima di aver chiuso del tutto le portiere.

-Non capisco- Scott non la smetteva di girarsi ad osservare il suo migliore amico che era passato dai mugolii a gemiti ansanti senza sosta e che tremava in modo tutt’altro che normale –A me non è successo così..- Derek ignorò il parlare del giovane Licantropo e si concentrò sul respiro affannoso e stentato del sofferente dietro di se. Poi sul suo battito cardiaco. Sentì saltare un battito. Due regolari, poi saltarne un altro. Un altro ancora. Ringhiò rabbioso rabbuiandosi ed accelerando ancora di più. –Derek! Che diavolo gli sta succedendo? Io non tremavo così!- Nessuno aveva mai tremato così, a memoria dell’Alpha –sembra che non riesca a respirare!- Nessuno che lui avesse mai morso era mai stato così male. Il cuore di Stiles saltò tre battiti.

-Maledizione! Cazzo! Siamo già a questo punto!- Probabilmente avrebbe perso per sempre la sua immagine di insensibile ed indifferente grande lupo dal cuore di ghiaccio, dopo quella sera. Ma con quello che c’era in gioco, poteva forse fare altrimenti?

-DEREK, che sta succedendo a Stiles?-

-Non lo capisci?- Domandò rabbioso, fulminandolo con gli occhi rossi rubino.

-Se lo capissi non te lo chiederei!- Gli ringhiò contro il ragazzino. No, non lo capiva e, in quanto suo Alpha, toccava a lui dargli la brutta notizia. Derek sospirò, ma non riuscì lo stesso ad apparire controllato.

–Non sta funzionando.-








Angolo dell'autorice
ATTENZIONE: ho deciso di pubblicare diversamente da come mi ero prefissata all'inizio e cioè, invece di postare ogni capitolo formato da due parti in differente POV, mettere una sola parte per capitolo. in questo modo , mi spiace, i capitoli saranno di più e ne risentiranno in lunghezza, ma almeno avrà senso il metodo con il quale ho scritto questa storia.

SE PREFERITE però avere capitoli più lunghi, ditemelo e aggiusterò subito le cose aggiungendo l'altra parte.
La decisione è vostra ragazzi/e ^^
Detto ciò, spero vi piaccia anche questo secondo capitolo e spero di non aver sbagliato qualcosa nel POV Derek. Se notate errori, per favore, segnalatemeli!

   
 
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