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Io e Matt sedevamo nel
backstage, mentre gli altri erano sotto la doccia. Il concerto era stato
estenuante, tutto era andato come previsto e i Metallica erano rimasti contenti
del risultato. Avevo avuto la possibilità di conoscerli e per me era stata un’emozione
grandissima stringere loro la mano e scambiarci quattro chiacchiere.
Osservai il ragazzo che stava
davanti a me e mi parve quasi impossibile che si trovasse là, visto e
considerato il tempo che avevamo trascorso separati.
“Liz,
sei stata grandiosa!” sbottò Joey, correndo fuori dal
camerino.
Mi alzai e corsi ad
abbracciarlo, felice di rivederlo e di sapere che non ce l’aveva con me, che
aveva capito, che tutto poteva ricominciare da capo.
“Oh, nanetto!” esclamai,
stringendolo a me. Mi era mancato il suo appoggio, il suo affetto e tutto
quello che quotidianamente faceva per me.
“Se vuoi, casa mia è anche
casa tua” disse, scostandosi da me per poter incontrare il mio sguardo.
“Certo che lo voglio, i Faithless sono la mia casa, la famiglia che non ho mai
avuto e tu lo sai.” Ero certa che mi brillassero gli occhi, poiché dalle mie
parole traspariva una sincerità e una gioia che verbalmente era difficile
spiegare.
Nel frattempo, Janne ci raggiunse, seguito da Max. Ci fu un mega abbraccio
collettivo, durante il quale scoppiai a piangere, felice come non lo ero da
tempo.
“Mi siete mancati, giuro che
non vi abbandonerò più. Mi dispiace, mi dispiace tanto di essermene andata.”
“Non importa, ora sei qua ed
è questo che conta” proferì Max, in tono solenne.
Janne prese a farmi volteggiare per aria, nonostante
le mie proteste, sotto lo sguardo divertito degli altri.
“Sei tornata!” gridò.
“Sì, sì!” esultai a mia volta.
Mi sentivo una bambina, ma in quel momento non me ne importava niente.
“Liz.”
Serj pronunciò il mio nome con tono pacato, mentre si
avvicinava, però sul suo viso era dipinto un radioso sorriso che mi fece
commuovere più di quanto già non fossi.
Abbandonai gli altri ragazzi
e mi fiondai tra le sue braccia, incapace di placare il fiume di lacrime che
imperterrito continuava a sgorgare dai miei occhi.
“Ben tornata, sapevo che non
avresti saputo rinunciare a me per tanto tempo” scherzò, accarezzandomi i
capelli.
“Mi conosci troppo bene”
concordai, sorridendo.
Dopo essermi separata dal
contatto con il cantante armeno, notai che Michele parlottava con Mike Luce in
un angolo della stanza, così mi avvicinai a loro.
“Ehilà” salutai, cercando di
mantenere un’espressione serena. Volevo che le cose con il bassista dei Faithless andassero per il meglio, non avrei sopportato il
fatto che tra noi nascessero delle tensioni. Avevo sbagliato ad illuderlo, ma
allora non avevo minimamente idea di cosa volessi e desiderassi realmente.
Mi ero appoggiata a lui
perché la vita mi aveva lasciato sola fin da subito, perché nessuno mi aveva
mai amato come aveva fatto lui, perché avevo bisogno di prendermi cura di
qualcun altro, stanca di dover pensare soltanto a me stessa, curiosa di
conoscere la vita che mi era ignota.
Poi, però, avevo capito di
aver sbagliato. Con Matt era diverso, accanto a lui mi sentivo completa e
appagata, non avevo paura, non provavo nessun imbarazzo né vergogna, come se la
cosa più naturale del mio mondo fosse rimanere al suo fianco.
“Liz,
ciao! Sono felice che tu sia qui” disse Michele, distogliendo lo sguardo dal batterista
dei Drowning Pool.
“Ragazzi, vi lascio soli.”
Detto questo, Mike si allontanò e scomparve dal mio campo visivo.
“Sul serio ti fa piacere? Ti ho
ferito, Mick, lo so. E…”
“Tu ami Matt, giusto?”
Rimasi spiazzata. Lo fissai
per qualche istante e decisi che era ormai inutile continuare a mentire a lui
e, specialmente, a me stessa.
Abbassai il viso. “Sì”
sussurrai.
“Allora è giusto che tu viva
questi sentimenti. Hai sofferto abbastanza, è ora che tu sia felice.”
“Grazie, Mick, ma… tu?” Lo guardai incerta.
“Io? Mi sono già fatto da
parte, avevo immaginato che sarebbe andata a finire in questo modo. L’ho
intuito dal momento in cui hai deciso di uscire da sola con Matt, nonostante
stessimo insieme” spiegò, tranquillo.
Spalancai la bocca ed emisi
un sibilo di sorpresa. “Io, non… mi dispiace.”
“Lo so, però è acqua passata.”
Annuii.
Michele mi sorrise e fu
allora che tutto divenne chiaro. Ci volevamo bene e sapevamo che tutto quello
che era accaduto in passato non avrebbe mai distrutto il nostro legame.
“Oh, Capa,
ti voglio bene!” mormorai, per poi abbracciarlo.
Ricambiò la stretta e
ridacchiò. “Anche io, principessa.”
Gli mollai un pugno sul
braccio e mi allontanai ridendo.
Raggiunsi Matt e gli strinsi
la mano. “Ti va di parlare un po’?”
Mi osservò e sorrise. “Certo.
Con Michele va tutto bene?”
“Sì, per fortuna.”
Ci dirigemmo all’interno del
camerino che ormai era vuoto e prendemmo posto su un divanetto ricoperto di
velluto consunto, di un colore che in passato doveva essere rosso.
“Matt, ho letto la tua
e-mail.”
“Perché non hai risposto? Pensavo
che non ti importasse più niente di me.” Il tono che utilizzò mi fece male,
esprimeva tutta la sofferenza che gli avevo inflitto durante quel periodo
appena trascorso.
“Ti sbagliavi. A me importa
di te.”
Le sue iridi color ghiaccio
si scontrarono con le mie e ne rimasi del tutto incantata.
“Ah, sì?”
“Matt, ti amo” sussurrai,
accarezzandogli i capelli. “Ora sono certa che sia così, ti amo e voglio stare
con te.”
Un sorriso meraviglioso gli
si allargò sul viso e i suoi occhi divennero lucidi, segno che quelle parole lo
avessero colpito nel profondo dell’anima.
“Spero che anche per te sia
lo stesso, ancora” aggiunsi, fissandomi la mano che giaceva abbandonata sulla
mia gamba sinistra.
Il ragazzo mi sollevò il
mento con due dita e mi costrinse a far incontrare ancora i nostri sguardi. “Certo,
certo che è così.” Mi prese la testa tra le mani e una lacrima brillò sulla sua
guancia, solitaria e colma di significato. Poi mi baciò, posò le sue labbra
sulle mie e io lo strinsi forte, ricambiando con sicurezza ogni suo singolo
gesto.
Volevamo entrambi stare
insieme, volevamo amarci e dedicarci l’uno all’altro, nonostante fosse passato
parecchio tempo da quando lui aveva cercato di farmelo capire.
Ma ora tutto era al suo
posto, i pezzi del nostro puzzle personale si erano incastrati perfettamente
tra loro e non potevamo desiderare di meglio.
Avevamo l’uno l’amore dell’altra,
avevamo degli amici fantastici e una band che stava prendendo il volo.
Mentre mi stringevo a Matt,
mi venne in mente il fatto che mai e poi mai avrei immaginato che la mia vita
potesse migliorare in maniera così radicale e positiva.
Ma era accaduto e ora stava a
me non sprecare più nemmeno un nanosecondo di felicità.
Bene, bene, bene!
Siamo giunti al termine di
questa follia, perché altro non è, se non questo.
O sbaglio?
Un po’ mi dispiace, è da
molto che scrivevo le avventure di Liz e i Faithless.
Be’, però, devo dire che vi
ho stressato abbastanza, trenta capitoli sono sempre trenta capitoli!
Allora, passiamo ai dovuti
ringraziamenti: grazie a Lady Red Velvet e DreamNini per il sostegno e gli infiniti complimenti, siete
state voi a “costringermi” a proseguire, non potevo lasciarvi sulle spine senza
arrivare alla fine; poi, ringrazio anche _Marya_ e minnie 98 per aver letto e recensito, mi ha fatto davvero
piacere =)
Infine, un grazie va anche a
chi ha inserito ‘Faithless’ tra le seguite e a chi ha
semplicemente letto, senza esprimere nessun parere.
Spero di avervi appassionato
con quest’esperimento, a presto <3
Kim