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Autore: kymyit    15/09/2012    1 recensioni
Fatto il misfatto è necessario prendere le redini della situazione prima che degenerino, è cosa ovvia e risaputa. Così una mattina Piemon e Yamato si trovano davanti alla svolta più importante della loro relazione.
Aspettano dei figli ed è giunto il momento di decidere se continuare a divertirsi o ufficializzare la propria unione. Ma poi, perché diavolo Piemon vorrà sposarsi a Las Vegas? Riuscirà Mimi a costringere Yamato a portare il bouquet? E chi è l'oscura presenza che minaccia il matrimonio?
Tutto il delirio e i sentimenti che volete in questa fan fiction, che partecipa alle challenge: "Chi, con chi, che cosa facevano" e "I difetti di Howl"
Coppie: [Piemon/Yamato, Mugendramon/Metalseadramon, Taichi/Sorpresa, varie accennate u.u]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Piemon/Piedmon, Un po' tutti, Yamato Ishida/Matt
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
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Capitolo 4:  Ho deciso: ci sposiamo!


    
Il giorno seguente, al contrario di quanto di rassicurante detto, Piemon non si fece vedere per tutto il pomeriggio e Yamato si trovò a pensare, a malincuore, che forse tutto quello che si erano detti appena la sera prima fosse stato dettato solo dal desiderio di rimettere le cose in ordine, come se nulla fosse accaduto. Soffocò quel disturbante pensiero e si mise alla ricerca del compagno, non trovandolo da nessuna parte. Chiese in giro, ma nessuno sapeva nulla, eccetto Devimon. Se Piemon sceglieva qualcuno per custodire i suoi segreti, quello era il digimon diavolo, che sapeva essere muto come una tomba, ma che evidentemente si era preso una piccola vendetta per qualcosa e perciò gli disse solo -Sì.- alla domanda -Hai visto Piemon?-
Non era riuscito a scucirgli altro e dovette arrendersi.
Quella sera voleva comunicare la notizia ai suoi, perciò entrò nella stanza da letto e pensò e ripensò a come comunicarla.
-Papà, mamma…- annunciò allo specchio -Sono incinto di due gemelli!-
Rise.
-No, ok… ho partorito due uova… - inutile, in qualunque modo lo dicesse era colto da attacchi convulsi di riso. Non poteva essere preso sul serio, perciò riprovò, ma non voleva mostrarsi teso o avrebbero dedotto che per lui era stata una scoperta drammatica, il che era vero in parte. Yamato era ben conscio del suo nuovo ruolo. Era padre e già amava i suoi figli, non vedeva l’ora di vederli correre e crescere, solo che era spaventato per tante cose. Con Piemon erano perennemente fidanzatini alla prima volta, si giocava, ci si stupiva, si teneva vivo il rapporto con trovate bizzarre che avrebbe potuto scriverci un libro e nessuna coppia al mondo avrebbe mai più firmato un documento di divorzio, ma con due pargoli in giro per il castello il tempo di amoreggiare si riduceva dal cinquanta per cento a… venti per cento, forse. Poi c’era il mondo da salvare, perché il male non conosce riposo, e quindi i problemi si duplicavano. Erano in pace, relativamente, ma quanto sarebbe durata? I bambini avrebbero vissuto senza temere per le loro vite? Avrebbero imboccato la retta via con tutti quegli splendidi esempi di bontà che avevano intorno? Perché a vedere i figli di Mugendramon e Metalseadramon c’era da pensare che avrebbe allevato presto due delinquenti in erba. Si lasciò cadere a sedere sul letto e raccolse la testa fra le mani. Probabilmente avrebbe dovuto lottare per educare i figli in un certo modo. Avrebbe sudato sette camicie, perché Piemon era testardo anche più di lui quando voleva. E sicuramente non avrebbe accettato che “un marmocchio” pretendesse di conoscere più di lui, un digimon vissuto, come crescere un figlio. Era ancora assorto in tali elucubrazioni mentali, comunemente note come seghe, quando bussarono alla porta.
-Avanti.- disse.
L’uscio si aprì con timorosa lentezza e un Evilmon fece capolino.
-Signorino, il Maestro Piemon richiede la sua presenza nel salone dell’ala est.-
Inarcò il sopracciglio, incuriosito, ma non protestò e si diede appena una sistemata alla camicia per poi seguire il piccolo e mostruoso digimon. Non che ce ne fosse bisogno, ma era la prassi, non poteva mica togliergli il lavoro. Piemon non era mai stato un buon padrone, sapeva essere una vera carogna infida, si era dato una calmata da quando stavano insieme, motivo per cui la stragrande maggioranza dei suoi sudditi in segreto non finiva di ringraziare chi dall’alto dei cieli aveva mandato loro quel ragazzino tanti anni prima. Scortatolo nel salone delle danze dell’ala est, il servitore lasciò il ragazzo proseguire da solo. Piemon l’attendeva sotto la cupola di vetro, vestito dei suoi migliori abiti e per un attimo Yamato pensò si fosse irrigidito al suo arrivo. Avanzò titubante, forse intuendo quanto stava per accadere, forse sperandoci. Il digimon fece un gesto con la mano e la musica riempì l’aria, era la sua canzone preferita, anche se ad un ritmo più lento, più caldo, più avvolgente. Le luci calarono e le stelle illuminarono i passi cadenzati che Piemon percorreva per inginocchiarsi davanti a lui e aprire un piccolo scrigno di velluto rosso. Yamato smise appena di respirare allo scintillio d’oro bianco e zaffiri che gli veniva offerto e trattenne a stento un sorriso che Piemon colse e ricambiò.
-Yamato Ishida,- pronunciò solenne -vuoi sposarmi?-
-Io… sì…- disse soltanto, non sapendo in che altro modo esternare ciò che provava -Sì.- ripeté concedendo al sorriso di illuminargli il volto che Piemon prese fra le dita e baciò. Gli cinse i fianchi e lo condusse in una danza passionale, nonostante lui gli pestasse i piedi di tanto in tanto, ma il suo peso era leggero e quasi piacevole. Lo amava davvero, era cambiato per lui. Piemon pensava di non essere pronto per il matrimonio, non sapeva manco che significava quella parola finché Yamato non gli aveva parlato del divorzio dei suoi. Sapeva cosa significasse quell’unione e voleva donargliela per rasserenarlo. Aveva provato all’infinito quella scena per tutto il giorno, ma la realtà era di gran lunga la miglior rappresentazione che potesse mettere in atto.



Hiroaki, come volevasi dimostrare, non fu contento del lieto annuncio. Natsuko non manifestò eccessivamente il suo disappunto ma le si poteva leggere in faccia del turbamento.
-Non è una scelta da fare così alla leggera solo perché hai fatto le uova.- disse, tentando di convincere il figlio a desistere, ma Yamato lanciò una frecciatina a Piemon -Abbiamo fatto le uova.-
-Caro, grazie di avermelo ricordato.- rispose questi.
-Di niente, tesoro. Comunque, papà, è vero che vogliamo sposarci perché ora siamo genitori anche noi, ma questa non dovrebbe essere una cosa buona?-
Hiroaki picchiettò nervosamente il piede sul pavimento.
-Lo è, solo che mi sembra prematuro e poi…- guardò Piemon, gli piaceva sempre meno. Non aveva la più pallida idea di cosa facesse a suo figlio in camera da letto e non ci teneva affatto a pensarci, anche perché l’unica cosa che gli veniva in mente era la scritta a caratteri cubitali PORNO PERVERSO! nella sua mente. Un conto però erano i sentimenti di Yamato, che tendeva a fidarsi delle persone anche troppo, un altro paio di maniche era la possibilità che quel clown sputato dall’inferno potesse usarlo, ferirlo ancora. In realtà non riusciva a concepire il totale capovolgimento di vedute di suo figlio, ma forse era lui che si legava le cose al dito a tempo indeterminato. Una volta Yamato si era giustificato in questo modo -In guerra si cambiano spesso le carte in tavola, i nemici di ieri sono gli amici di oggi.- e gli avvenimenti avevano dimostrato che le guerre digitali erano come delle telenovele sanguinolente. Ma poteva comprendere sino ad un certo limite ed era questo blocco involontario dovuto al troppo amore paterno a turbarlo. Eccolo lì, suo figlio, che gli comunicava di essere diventato padre e di stare per sposarsi. Se ne sarebbe andato di casa e avrebbe vissuto in un altro mondo, come faceva a stare tranquillo?
Però Yamato sorrideva e sfoggiava l’anello di zaffiri che Piemon gli aveva donato, poteva lui distruggere la sua felicità? I quattro parlarono a lungo, Natsuko e Hiroaki vennero portati a Digiworld, per vedere i nipoti ancora nascosti nei loro gusci digitali e la donna si commosse maternamente. Alla fine Hiroaki decise di concedere a Piemon l’opportunità di prendere la mano di suo figlio, anche perché in fin dei conti se aveva da fare qualcosa a Yamato, gliel’aveva già fatta. Negargli il matrimonio sarebbe stato come calare un’ombra di dispiacere sulla sua felicità e non voleva privarlo più di nulla.


Quella sera stessa Yamato diede notizia ai suoi amici  e i gridolini di giubilo di Mimi, Hikari e Miyako si udirono persino nella Dark Area. I Supremi si chiesero se la fine del mondo fosse nuovamente in atto. Vamdemon si versò addosso il calice colmo di sangue e anche la sua reazione violenta fu sentita in ogni dove. Pinocchimon decise di sparare i fuochi artificiali. Dentro il castello, ovviamente. Mugendramon rischiò di saldarsi in zone inappropriate un nuovo tipo di braccio meccanico a cui stava lavorando. Takeru ebbe un mezzo collasso per lo shock quando lo seppe al ritorno dall’allenamento, Jou iniziò a porre domande di carattere etico e Yamato decise di risparmiargli le seghe mentali assoldandolo come pediatra per i pargoli, poi a sclerare fu Daisuke, che annunciò di voler suonare al suo matrimonio. 
-Se suoni solo va bene!- esclamò il prescelto dell’Amicizia.
-Sono così stonato?- domandò l’amico.
-Solo i giorni pari e quelli dispari.- rispose Taichi con un’espressione da “apriti cielo”.
-Etemon sì e io no?- si lamentò ancora.
-Beh... non è detto che Etemon canti, non se LadyDevimon accetta di chiuderlo da qualche parte durante il matri...- rispose il biondo.
Poi la domanda fatale: -Posso organizzarti il matrimonio?-
A porla fu Mimi, le brillavano gli occhi in maniera inquietante, Yamato sudò freddo.
-Vediamo…- rispose -Devo… chiedere… a Piemon…- balbettò “Sta tramando qualcosa… me lo sento!”
Oh, eccome se stava tramando qualcosa, come previsto, da lì fino al matrimonio la sua vita fu un inferno.






Note: Ecco, mr. romanticismo ha deciso e i prossimi due capitoli saranno abbastanza idioti, fra preparativi vari e l'addio al celibato... suggerimenti che possono distruggere la psiche dei poveri sposini? Corro a scrivere quest'ultimo, perché lascerà segni disastrosi sui poverini u.u  Non certo quanto Mimi e i suoi preparativi. Oh e vi presenterò i pargoli di Mugen e Metal, anche se volevo presentarli (anche se l'avevo già fatto ma senza dargli dei nomi)  in un'altra fic stupida, peccato che sono rimasta a corto di idiozie, dannazione... beh, prima o poi la leggerete comunque xD


   
 
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