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Autore: Soly_D    15/09/2012    24 recensioni
[Mirai!Gohan x Mirai!Videl]
Ho immaginato che Gohan e Videl si fossero conosciuti anche nell'universo di Mirai!Trunks. In questa storia troviamo quindi un Gohan appena ventenne che non ha potuto frequentare il liceo a causa della distruzione seminata dai due cyborg, ma conoscerà ugualmente Videl in circostanze diverse. Nel complesso, la storia non sarà triste. Nonostante Gohan (come ben sapete) muore, ci sarà un lieto fine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirai!Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL FUTURO ESISTE ANCHE PER NOI

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Tutto può cambiare

 
Videl aprì lentamente gli occhi, scostando i capelli dalla fronte sudata e sbadigliando sonoramente. Rivolse lo sguardo verso la sveglia e infine scese dal letto, cominciando a prepararsi per un’altra lunga e stressante giornata di lavoro. Svegliarsi all’alba e andare a letto tardi non era di certo piacevole, ma si era ripromessa che avrebbe fatto di tutto purché alla sua famiglia non fosse mancato mai niente.
Scese al piano di sotto, avvertendo subito il profumino della colazione che ogni mattina Chichi si apprestava a preparare: quello era uno dei tanti vantaggi di cui la ragazza disponeva da quando era tornata a vivere sui monti Paoz.
“Buongiorno” disse sedendosi a tavola. “Come mai sei già sveglia, tu?” chiese subito dopo alla bambina dai capelli e gli occhi corvini, che divorava avidamente la sua colazione.
“Oggi Trunks parte con la macchina del tempo e Pan vorrebbe andare a vederlo” spiegò Chichi, portando in tavola un vassoio con biscotti appena sfornati. Un lieve sorriso increspò le labbra della donna, osservando la nipotina annuire e battere le manine tutta contenta. Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventata nonna, eppure il destino aveva deciso diversamente per lei.
“Mammina, posso andarci?” chiese la piccola facendo gli occhioni dolci alla madre.
Videl ci pensò un attimo. L’idea di assistere alla partenza di Trunks non la allettava particolarmente, perché le ricordava Gohan e la sua continua speranza di portare la pace almeno in una dimensione parallela alla loro. A volte, si chiedeva se il loro sogno si sarebbe mai realizzato: ormai erano passati tre anni dalla morte di Gohan ma i cyborg continuavano a seminare panico e distruzione in giro per il pianeta. Trunks non era ancora abbastanza forte per sconfiggerli e, per il momento, si stava limitando a cambiare il corso degli eventi di un’altra dimensione. Ma se Gohan fosse stato ancora vivo, Videl era sicura che ormai sarebbe stato in grado di sconfiggere i terribili androidi che giravano ancora indisturbati per il mondo.
Per tutti questi motivi, pensava che sarebbe stato meglio non assistere alla partenza di Trunks.
“Ti prego, mammina...” continuò Pan con gli occhi lucidi.
Bastò solo qualche sguardo di implorazione a convincere la ragazza.
“E va bene...” rispose con un sorriso “Chiederò a Jane di concedermi una mezz’ora libera per tornare a casa, prenderti e poi andare insieme da Bulma”
Pan si gettò tra le braccia della propria mamma e le stampò un bacio sulla guancia in segno di ringraziamento. “Vuoi venire anche tu, Chichi?” chiese la ragazza a colei che, ormai, considerava sua madre sotto tutti i punti di vista.
“Io? Ehm... no no... andate voi, non preoccupatevi. Non fanno per me tutti quei congegni tecnologici... E poi sono sicura che scoppierei a piangere vedendo Trunks partire... Andate voi” ribadì con un mezzo sorriso.
Videl lesse le sue stesse preoccupazioni negli occhi della donna e annuì, comprendendola. Poi terminò di fare colazione e si avviò a lavoro.
 
Seduta sulla soglia della porta, Pan aspettava pazientemente che la sua mamma tornasse da lavoro e la accompagnasse ad assistere alla partenza di Trunks. La verità era che quel ragazzo, così dolce e al tempo stesso sicuro di sé, era sempre stato il suo punto di riferimento: durante quei pochi anni di vita, Pan aveva constatato con i propri occhi quanto impegno ci mettesse Trunks negli allenamenti e quanta speranza ci fosse nei suoi occhi ogni volta che parlava di una futura sconfitta dei cyborg.
Videl le aveva detto che il saiyan era stato allievo di suo padre Gohan, quel padre che non aveva e non avrebbe mai conosciuto. La bambina era fiera anche di lui, per tutte le gesta che aveva compiuto e per il semplice fatto che alla sua mamma brillavano gli occhi ogni volta che si parlava di lui. Ma Trunks era un modello più concreto, un punto di riferimento reale: la piccola sognava di poter diventare forte come lui e, perché no, di sconfiggere anche i cyborg in futuro. Non li aveva mai incontrati di persona ma tutti le avevano spiegato cosa fossero e cosa facessero. Avevano ucciso suo padre e questo era un motivo in più per fargliela pagare.
 
“Mammina!”
Non appena Videl varcò la soglia della porta, Pan si precipitò tra le sue braccia.
“Trunks parte tra pochissimo, dobbiamo sbrigarci!”
“Sì, vado a cambiarmi e ci andiamo subito” rispose la ragazza, salendo in camera sua.
Pan si risedette sotto la porta, i gomiti sulle ginocchia e la mano a sostenere la testa. Alcuni minuti dopo, stanca di aspettare, uscì in giardino senza avvertire nessuno e spiccò il volo diretta verso la Capsule Corporation. Non era mai stata una bambina troppo obbediente, preferiva seguire il suo istinto e la sua indole curiosa e combattiva che aveva ereditato dalla razza saiyan. In realtà, non sapeva bene cosa fossero i saiyan ma nonna Chichi le diceva che doveva esserne fiera.
 
Non appena terminò di prepararsi, Videl si precipitò nell’ingresso e poi in giardino, ma di Pan nemmeno l’ombra. “Paaaaan?!” urlò in preda all’angoscia, spostando lo sguardo da un angolo all’altro della distesa di verde che si stagliava davanti ai suoi occhi. Irritata e anche un po’ preoccupata, salutò velocemente Chichi e partì anche lei diretta verso casa Brief, sicura che Pan si fosse stancata di aspettare e avesse deciso di arrivarci da sola.
 
Quando Videl arrivò a destinazione, Bulma e Trunks si trovavano in giardino, di fronte ad un velivolo di colore giallo targato Capsule Corporation e firmato con la parola “Hope!!”, la più adatta per la missione del ragazzo.
“Trunks partirà tra pochi minuti!” disse la scienziata, allegra e solare come sempre “Ma... non sarebbe dovuta venire anche Pan?”.
A quelle parole, il cuore di Videl saltò un battito.
“Io pensavo che fosse qui con voi!”
Bulma si tappò la bocca con una mano e Videl, con gli occhi umidi e il cuore in gola, fece per voltarsi con la vaga intenzione di cercare quella peste di sua figlia. Ma la voce di Trunks, appena entrato nella navicella, richiamò l’attenzione di entrambe le due donne.
“Pan si era nascosta qui dentro!” spiegò il ragazzo dai capelli lilla, mentre una massa di capelli corvini e due occhietti vispi facevano capolino dalla macchina del tempo.
Pan, rossa in volto e con lo sguardo basso, scese dalla macchina del tempo e raggiunse sua madre.
“Ma che diavolo ti è saltato in mente?!” la rimproverò Videl, inginocchiandosi di fronte a lei e prendendola per le spalle. La abbracciò subito dopo, ringraziando il cielo che Trunks si fosse accorto appena in tempo del passeggero di troppo.
“Io... volevo solo... ero curiosa di vedere papà! Trunks mi aveva detto che sarebbe andato in un posto dove c’è il mio papà da piccolo...”
Il cuore di Videl si sciolse nell’udire quelle parole. I suoi occhi si inumidirono e i battiti del suo cuore accelerarono notevolmente. “Vorrei tanto rivederlo anche io... ma non possiamo, Pan! Sarebbe troppo pericoloso... E’ una cosa che non puoi capire, sei ancora piccola”.
La bimba mise il broncio, posizionando le mani sui fianchi.
“Non è vero, io sono grande!”
Videl sorrise intenerita e le stampò un bacio sulla fronte.
“Mi dispiace” disse con voce flebile “Ora vieni, andiamo a salutare Trunks”.
La piccola annuì, poco convinta.
 
“Questa è una medicina speciale per le malattie di cuore. Mi raccomando: come arrivi, consegnala a Goku. E non commettere imprudenze!” avvertì Bulma, consegnando a Trunks una boccetta di colore celeste. Trunks la afferrò e la strinse forte nella mano, mentre Videl osservava la scena con le lacrime agli occhi e Pan sorrideva curiosa.
“Sì, d’accordo mamma, farò come hai detto” rispose Trunks con determinazione.
Anche Bulma aveva gli occhi lucidi. “Vai e non deludermi!”
Il ragazzo si infilò nella macchina del tempo, alzando la mano in segno di saluto e mormorando un “Tornerò presto” che si confuse con il rumore del motore appena acceso.
Sotto lo sguardo estasiato e speranzoso di Pan, la macchina del tempo si alzò in cielo e venne investita da una luce abbagliante, per poi scomparire nel nulla e lasciare nell’aria piccole scosse elettriche.
Una volta che fu tutto finito, la bambina avanzò di qualche passo e si guardò intorno con aria perplessa. “Ma... ma è scomparsa!” esclamò incredula.
Bulma e Videl si sorrisero a vicenda.
 
 
 
Tre anni dopo...
 
“Recenti indagini dimostrano che un misterioso guerriero dai capelli biondi ha fatto fuori – in poco tempo – sia i cyborg 17 e 18 sia la lucertola gigante che ultimamente si divertiva a prosciugare la popolazione delle nostre città. E’ finalmente tornata la pace sul nostro pianeta e i lavori di ricostruzione avranno inizio a breve. Dopo lunghi anni, la Terra è tornata un posto sicuro”
 
Non appena Pan, Videl e Chichi udirono le parole del giornalista in tv, si sorrisero a vicenda.
Tre anni prima, Trunks era andato per la prima volta nel passato ed era tornato lo stesso giorno, confermando di aver avvertito Goku sull’imminente arrivo dei cyborg nella sua dimensione.
Erano passati tre anni dalla sua prima partenza ed ora Trunks era tornato nuovamente nel passato per allenarsi e combattere insieme a Goku e i suoi amici. Ma, secondo quanto dicevano i notiziari in tv, il ragazzo aveva già fatto ritorno e aveva persino sconfitto i cyborg di quel tempo.
Così, Pan, Videl e Chichi si precipitarono alla Capsule Corporation.
 
“T-Trunks?” sussurrò Videl, non appena arrivarono a casa Brief, lasciandosi sfuggire una lacrima.
Stentava a credere che fosse davvero lui e per un attimo lo confuse con Gohan: era più alto e più muscoloso, lo sguardo più sicuro e l’espressione più serena, decisamente più simile a quello che era un tempo il suo maestro.
Il ragazzo sorrise caloroso, mentre Pan correva tra le sue braccia per dargli il bentornato.
“Stai bene? Che cosa hai fatto? C’era anche il mio papà, vero? Mi racconti tutto? Eh?” chiese la bambina, cresciuta rispetto a tre anni prima, con gli occhi che brillavano.
Trunks si mise la piccola sulle gambe e cominciò a raccontare la sua storia: dall’arrivo nel passato al nuovo incontro con Goku e i suoi amici, dalla scoperta dell’esistenza di c-19 e c-20 allo scontro con c-17 e c-18, dall’allenamento nella Stanza dello Spirito e del Tempo allo scontro finale con Cell, dalla morte di Goku alla rivincita di Gohan. Infine confermò di aver sconfitto anche i cyborg del loro tempo.
Videl e Chichi ascoltarono la storia di Trunks in silenzio e un sorriso soddisfatto si insinuò tra le loro labbra: la pace era finalmente tornata anche nel loro mondo e Gohan era stato vendicato.
“Ma non è tutto” spiegò Trunks, visibilmente allegro “Bulma del passato mi ha raccontato dei namecciani che, dopo lo scontro tra Freezer e Goku, sono andati a vivere su un pianeta simile a Namecc, ribattezzandolo Neo-Namecc”.
Chichi, ricordando tutto, inarcò un sopracciglio.
“E quindi?”
“Mia madre costruirà a breve una navicella con la quale raggiungerò Neo-Namecc per trovare un nuovo Supremo e riattivare le sfere del drago, in modo da riportare in vita tutte le vittime dei cyborg!”
Videl e Chichi restarono basite di fronte a quella rivelazione che mai si sarebbero aspettate: forse c’era ancora la possibilità di essere felici in quel mondo disastrato dalla furia di due macchine da guerra e appena salvato dall’ultimo saiyan rimasto in vita.
“Ciò... ciò significa che Gohan...”
Trunks annuì, gli occhi che brillavano e il sorriso di chi ha le idee chiare.
Videl e Chichi si abbracciarono tra le lacrime, mentre Trunks rivolgeva uno sguardo complice alla madre e Pan capiva che presto avrebbe incontrato il suo papà.
Forse, non tutto era perduto.
 
Bulma non ci mise molto a costruire la navicella con cui Trunks avrebbe raggiunto Neo-Namecc, avendo già a disposizione il progetto della vecchia navicella di Vegeta: bastò semplicemente apportare alcune modifiche per aumentarne velocità e resistenza.
Il giorno della partenza, erano tutti riuniti nel giardino di casa Brief.
“Mi raccomando, tesoro, sii prudente. Questo viaggio non sarà semplice come quello che hai compiuto nel futuro. Ci vorranno più tempo e più manovre”.
Trunks sorrise e abbracciò sua madre, poi salutò tutti gli altri e si infilò nella navicella senza perdere tempo, azionandola e partendo per la volta celeste.
Tutte le speranze erano riposte in lui e nel popolo dei namecciani.
 
Il saiyan impiegò qualche giorno per arrivare sul pianeta di destinazione, guidato dal navigatore che Bulma aveva incorporato nella navicella. Neo-Namecc non era poi così diverso rispetto alla Terra, ad eccezione dei colori invertiti: il cielo e l’acqua erano di un verde smeraldo, mentre la terra era di una tonalità azzurra.
Vagò in lungo e in largo alla ricerca del villaggio di sopravvissuti e, quando lo trovò, fu lieto di scoprire che i namecciani erano esseri gentili e accoglienti. D’altronde, lui ne aveva solo sentito parlare.
“Salve, sono Trunks e vengo dalla Terra”.
Il Vecchio Saggio si fece avanti con un sorriso. “Ti stavamo aspettando”.
Il ragazzo sgranò gli occhi, incredulo, e così il namecciano spiegò che era in grado di “vedere” cosa succedesse sulla Terra, che sapeva della sconfitta dei cyborg e dell’esigenza di un nuovo Supremo. “Vieni avanti, Dende!” esclamò, poi, voltandosi verso i compagni.
Dal gruppo, venne fuori un giovane namecciano dallo sguardo puro e gentile.
“Per me... per me, sarebbe un onore diventare il Supremo della Terra. Inoltre sono ansioso di rivedere Gohan e i suoi amici!” spiegò Dende con un sorriso.
Trunks fu lieto di aver risolto la faccenda in così poco tempo e i due salutarono per l’ultima volta i namecciani, ripartendo per la Terra.
 
Erano passati ormai mesi e di Trunks nemmeno l’ombra.
“E se gli fosse successo qualcosa?!” si lamentava Bulma in preda all’angoscia.
“Ma no, vedrai che tornerà entro pochi giorni” la rassicuravano Videl e Chichi, cercando di auto-convincere anche loro stesse. Sarebbe stato un groppo problema se Trunks non fosse tornato più.
 
“Maaaaaamma!” la voce di Pan rimbombò tra le pareti della Capsule Corporation.
La bambina si precipitò dalle tre donne con un sorriso stampato sul volto.
“E’ tornato, Trunks è tornato!”
A quelle parole Videl, Chichi e Bulma uscirono in giardino e fissarono il cielo per una manciata di secondi. “Forse ti sei sbagliata, Pan...” mormorò Bulma, delusa.
“Ma no, riesco a sentire la sua aura! E’ lui e non è solo!”
Ancora poco convinte, le tre continuarono a fissare il cielo con aria perplessa, quando intravidero un puntino che si faceva man mano più ampio.
Pochi minuti dopo, un’imponente navicella atterrò in giardino e ne uscì Trunks, seguito da un alieno verde profondamente imbarazzato.
Tutti corsero ad abbracciarlo e il ragazzo spiegò di aver trovato il nuovo Supremo, colui che avrebbe riportato in vita i grandi eroi che avevano dato la vita per contrastare i cyborg.
La sua missione era stata portata a termine.
 
Era arrivato il giorno tanto atteso: le sfere del drago, appena attivate da Dende e radunate da Trunks, si illuminarono di quel bagliore così familiare e, mentre il cielo si oscurava e l’aria si impregnava di una strana elettricità, il drago Shenron fece la sua comparsa. Dende aveva accresciuto e migliorato i suoi poteri, in modo da rendere effettivamente esaudibili tre desideri di ogni tipo.
“Qual è il vostro primo desiderio?” chiese il drago dall’alto, guardando i suoi invocatori.
“Per prima cosa, vogliamo che la Terra torni ad essere quella di una volta, ciò che era prima dell’arrivo dei cyborg”.
Gli occhi del drago divennero rossi e il primo desiderio venne esaurito.
“Il vostro secondo desiderio?”
“Riportare in vita tutte le vittime dei cyborg”.
Il drago esaudì anche questo desiderio e la Terra si ripopolò nuovamente.
“E il terzo desiderio?”
A questo punto calò il silenzio: nessuno sapeva cos’altro chiedere.
Fu Chichi a prendere la parola.
“Shenron, puoi resuscitare Goku?”
Tutti i presenti si voltarono verso la donna che sorrideva speranzosa: avevano dimenticato che l’ex eroe della Terra non era morto per mano dei cyborg, ma a causa della malattia cardiaca.
“Mmm... Non credo che sia nelle mie facoltà resuscitare coloro che hanno perso la vita a causa dell’età o della malattia” spiegò Shenron distaccato “Ma per Goku farò un eccezione: lassù sono tutti d’accordo sul suo ritorno”
I presenti esultarono commossi, il drago esaudì anche il terzo desiderio e poi si congedò, mentre le sfere si disperdevano nuovamente in sette diverse zone della Terra.
In quel momento, numerose potenti aure fecero la loro comparsa da un angolo del palazzo: erano Goku, Vegeta, Junior, Crilin, Yamcha, Tensinhan e Jiaozi e infine Muten.
“Ehilà ragazzi, vi sono mancato?” esclamò Goku muovendo la mano in segno di saluto.
Chichi non riuscì a trattenere le lacrime e si gettò tra le braccia del marito, mentre Vegeta si avvicinava alla sua famiglia e tutti gli altri sorridevano, contenti di essere tornati a casa.
“Ma... Gohan dov’è?” chiese Videl, guardandosi intorno con il cuore che batteva all’impazzata.
E se qualcosa fosse andato storto?
E se, per qualche assurdo motivo, Gohan non fosse stato riportato in vita?
Tutte le sue incertezze si annullarono nel momento in cui un saiyan di nostra conoscenza fece la sua entrata in scena, attirando l’attenzione di tutti.
“G-Gohan?” sussurrò Videl, avvertendo gli occhi inumidirsi. Il tempo sembrò fermarsi: dopo ben cinque anni, il suo unico vero amore tornava a vivere.
Corse verso di lui, abbracciandolo e prendendolo a pugni, tempestandolo di baci e bagnandolo di lacrime. “Sono qui, non me ne andrò più” disse Gohan, stringendo la ragazza ancora più forte.
Una vocina curiosa interruppe quel momento così toccante.
“T-tu sei il mio papà?”
Gohan sorrise intenerito e si abbassò all’altezza della bambina.
“Sì, sono io. E tu dovresti essere Pan, la mia piccola”.
Non ci fu bisogno di altre parole: la bambina gettò le braccia al collo di Gohan e recuperò quei cinque anni passati senza conoscerlo.
 
Allora, il futuro esiste anche per noi!, pensarono Gohan e Videl sorridendo al cielo.
Ma, in fondo, lo avevano sempre saputo.










The end :')
Spero che, come finale, vi sia piaciuto. Fatemi sapere ;)
Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita fin dall'inizio ma anche chi si è aggiunto alla fine, coloro che hanno letto e commentato la mia storia, chi mi hanno incoraggiata ad andare avanti.
Senza di voi, non sarei di certo arrivata qui! Grazie di cuore ♥
Alla prossima storia!
  
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