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Autore: Hyles    15/09/2012    1 recensioni
'Mi fisso intensamente negli occhi, il mio cuore era impazzito, iniziò a sussurrarmi parole dolcissime, mi accarezzò il volto'. Ti amo! mi disse con tono convinto e sincero, 'Non posso' scostai il mio sguardo guardano nel vuoto. Nicholas mi prese e mi strinse a se 'Ti voglio qui più che mai piccola, ti prego non lasciarmi'
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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COME PROMESSO DOPO 3 RECENSIONI ECCOVI IL TERZO CAPITOLO !



‘Molti mi dicono che dopo la tempesta ci sarà la calma.. mi dicono di essere forte ma io non ci riesco ad essere forte e coraggiosa.. mi dicono di non mollare mai e raggiungere sempre gli obbiettivi, ma credo che con me sia tutto inutile.’



Chiusi il diario delle mie annotazioni e lo riposi nel comodino della scrivania, presi le cuffie e sedendomi sul letto ascoltai la musica a tutto volume isolandomi dal resto del mondo e dal resto della casa. Rivolsi lo sguardo verso la finestra e notai che il tempo stava già cambiando, l’estate è trascorsa veloce, è manca meno di un mese all’inizio della scuola. Non odio la scuola, nonostante le materie pesanti e i professori molto esigenti, me la cavo molto bene.. odio i miei compagni di classe gente cattiva e insensibile soprattutto quattro persone tra cui c’è la mia sorellastra che a casa mi adora e fuori è una strega che mi ingiuria davanti ai suoi amici; giuro che la odio e odio mia padre che ha deciso di sposarsi e avere un figlio, io non gli bastavo.  ‘Dormigliona avanti alzati da questo letto!’ sentii una voce e aprendo i miei grandi occhi azzurri ritrovai mio padre che mi sorrideva ‘Papà!’ urlai dalla gioia, mi alzai e mi tolsi le cuffie poggiandole sul letto, mi avvicinai a lui e lo abbracciai forte ‘Quando sei arrivato?’ domandai felice ‘Una decina di minuti fa! Pensavo di trovarti all’aeroporto con Jennifer e Maggie, mi hanno detto che non potevi venire perché dovevi sbrigare una commissione.’ Non potevo crederci, avevano inventato una scusa per non portarmi con loro, il sorriso sul mio viso scomparve nettamente, gli occhi diventarono pesanti e lucidi; ‘Cosa c’è adesso piangi?’, una lacrima scese e prima di cadere  papà la fermò accarezzandomi il viso ‘No e che sono davvero felice di vederti!’ accennai un piccolo sorriso che fece comparire sul mio volto delle leggere fossette e strinsi forte papà a me. Nessuno sapeva quanto quell’uomo mi mancasse dopo la morte di mamma, un’altro dolore della mia vita; per me lei è un’eroina ha dato la sua vita pur di mettermi al mondo. Per ben 13 anni abbiamo vissuto in un piccolo mono locale in città ma dopo aver conosciuto Maggie papà se n’è innamorò e decise di convivere con lei e di sposarla, grande errore a mio parere.’Stasera andiamo a cena tutti insieme, che ne dici?’ non potevo dire di no a quei grandi occhi azzurri come i miei, ‘Per me va bene! L’importante è che finalmente sei tornato!’ sorrisi, mi diede un bacio sulla fronte e uscì dalla camera recandosi al piano di sotto. Andai verso l’armadio per decidere cosa mettere per la serata speciale, ovviamente indecisa come sempre rimasi lì vicino per circa quindici minuti provando e riprovando abiti da poter indossare; dopo una dura ricerca, decisi di indossare un vestitino corto fin sopra le ginocchia, la parte superiore fino sotto al seno è bianca, sotto invece è di un blu elettrico, per eleganza decisi di mettere anche delle scarpe col tacco anch’esse blu. I miei lunghi capelli castani li raccolsi in un fermaglio lasciando fuori una ciocca di capelli mossa. Direi che quel look era giusto per una serata importante, del resto papà ci portava sempre in locali lussuosi ed eleganti e andare con un paio di jeans sarebbe stato sconveniente.
Guardai l’orologio e notai che erano già le 20:57, presi le scarpe e scesi di fretta giù.. la porta di Jennifer era socchiusa e mi fermai ad osservarla, aveva in dosso un abitino molto corto bianco e i capelli ricci raccolti in un elastico brillantinato, prima che si accorgesse della mia presenza scesi giù in salotto con le scarpe in mano per poterle indossare ‘Sei bellissima!’ mi voltai e vidi papà ammirarmi con gioia, ‘Grazie papà, anche tu sei bellissimo come sempre!’ gli sorrisi e lui rise, andai a sedermi sul divano e con fatica cercai di infilare le scarpe ma alla fine ci riuscii.. ‘Jennifer sei bellissima! Eccola Miss mondo ci ha degnato un po’ del suo tempo, ovviamente sempre per farsi ammirare, Maggie si vantava di Jennifer 24 ore su 24 con tutti, la sua piccola stella, mai contraddirla. Noi non siamo sorelle, nessuna cosa ci lega e ci accomuna, l’unica cosa che abbiamo in comune è il cognome, purtroppo per problemi burocratici papà riconobbe Jennifer come sua figlia anche se non lo è, così da quel giorno lei è una Scott.  ‘Isabel vieni qui!’ papà mi distolse dai mie pensieri e lo raggiunsi all’ingresso ‘Eccomi’ dissi poggiandomi allo stipite della porta, ‘Le mie due bimbe insieme, come siete belle!’ disse sorridente papà, ‘Dai papà, così arrossisco!’ rispose Jennifer, ‘Papà non siamo più bimbe, abbiamo 17anni!’ aggiunsi io. ‘Caro andiamo prima di far tardi?’ disse Maggie, papà prese le chiavi ed uscimmo di casa. In macchina per passare il tempo presi l’ I-phod e misi in play, la musica mi rilassava e i distendeva i nervi. Arrivammo al ristorante dopo una mezz’ora, ci fermammo davanti l’entrata e papà diede le chiavi al parcheggiatore. Per non cadere sui tacchi mi aggrappai a papà che mi teneva stretta a se e mi reggeva. Entrammo è c’era tantissima gente nel locale, ci indicarono il tavolo ed andammo ad accomodarci. Ordinammo e dopo una decina di minuti ci portarono i piatti ‘Ragazze!’ papà attirò la nostra attenzione, alzai lo sguardo e lo ascoltai ‘Ho un piccolo regalo per voi, spero piaccia ad entrambe!’ tirò fuori dalla giacca due scatoline con un fiocco rosso sopra, Jennifer aprì velocemente la sua scatolina e dentro c’era un bracciale con un ciondolo a forma di rosa con due piccoli brillanti, io scartai la mia scatolina, dentro c’era una collana con un ciondolo ‘Voltala’ disse papà, la girai e dietro c’era una frase ‘Alla mia piccola stella, che la tua vita sia piena di gioia.. con amore mamma.’ I miei occhi diventarono lucidi, non volevo piangere, volevo trattenermi ‘Questa collana ha deciso di farla prima della tua nascita, doveva essere un suo regalo per te dopo la sua morte e mi ha detto di dartela quando saresti diventata una ragazza forte. Credo che sia arrivato il momento che la tenga tu!’. Mi alzai da tavola e abbracciai forte papà, ‘Potresti mettermela tu?’. Mi voltai e alzai i capelli e papà mi mise la collana, ‘Isabel hai il trucco sbavato’ mi disse Maggie, mi alzai da tavola ed andai in bagno a sistemarmi. Uscita dal bagno domandai ad una ragazza dove fosse la sala perché mi ero persa, avvicinando al mio tavolo vidi delle persone parlando con papà, poi lo vidi c’era Nicholas Leon, suo padre e sua madre. Abbassando la testa mi accomodai a tavola e aspettai che papà finisse di parlare per poter continuare la cena. ‘Maggie, ragazze vorrei presentarvi i miei collaboratori’ ci alzammo e ci presentammo, stavo per sprofondare dalla vergogna davanti a Nicholas, ma mi feci coraggio e mi presentai, dopo tutto non fu difficile. La conversazione finì e tornammo alla nostra cena in famiglia, ‘Carino quel ragazzo’ disse Maggie tagliando la carne e guardano Jennifer, ‘Si davvero bello! So che lavora nel bar vicino la piazzetta, credo che sia anche single’ rise, ‘Tu invece cosa ne pensi, Isabel?’ domandò papà, farfugliai qualcosa di insensato ma poi risposi con un semplice ‘Carino’ e continuai la mia cena. Altro che carino, io ero innamorata di quel ragazzo ma non potevo dirlo davanti a loro, sarebbe imbarazzante e sconveniente. Finita la cena tornammo a casa, finalmente, papà e Maggie camminavano mano nella mano davanti a me e Jennifer, anche se si vogliono bene io non sono convinta del loro amore, credo che papà e mamma sarebbero stati la coppia più bella del mondo, ma la vita purtroppo riserva anche dolori. Quella sera era molto calda, non riuscivo a dormire e scesi giu in salotto per guardare un po’ di tv ‘Nemmeno tu riesci a dormire?’ mi voltai e vidi papà dietro di me con un bicchiere d’acqua in mano, ‘No ho troppo caldo per rimanere in camera, poi non riesco a dormire’ mi diede un bacio sulla testa e venne a sedersi accanto a me. ‘In questi due mesi mi sei mancata tanto, per fortuna avevo una tua foto sulla mia scrivania e sentirti ogni giorno mi riempiva di gioia ma mi mancavi lo stesso..’ che cucciolo che è papà, lui l’uomo della mia vita ‘Anche tu mi sei mancato, però mi mancavano di più i tuoi biscotto al latte!’ risi e lui con me ‘Dai domani li prepariamo insieme, sei libera?’, ‘Mh per te potrei trovare un posto sull’agenda, no scherzo, domani sono liberissima!’. Lo abbracciai e gli diedi una bacio sulla guancia, ‘Dai ora è tardi, sono le due e mezza, devi andare a letto!’ annuii, presi il mio cuscino ed andai in camera, mi misi nel letto e strinsi tra le mani la collanina di mamma e mi addormentai. L’indomani mi alzai presto, mi feci una bella doccia rinfrescante e scesi giù in cucina per prepararmi la colazione, la casa era silenziosa, non si udiva nulla, l’unico suono era il cinguettare degli uccelli che proveniva dal giardino, presi i cereali e andai in salotto, accesi la tv e guardai un canale musicale.. ‘Buongiorno Isabel’ voltandomi vidi Maggie con la vestaglia da notte ancora in dosso ‘Buongiorno, ho preparato il caffè, se lo vuoi è già pronto’ le dissi ‘Ah grazie tesoro’ mi rispose e se ne andò in cucina, finita la colazione andai anche io in cucina e misi in lavastoviglie la ciotola. Andai in camera per vestirmi e vidi papà in camera con Jennifer che parlavano e poi lei lo abbracciò. Mi vestii ed uscii per portare il libro in biblioteca, il mio cellulare vibrò , lo presi ed era un messaggio di Samantha ‘Grande notizia, sono tornata in città, corri a casa!’ felice e sorridente rimisi il cellulare in tasca, in biblioteca feci subito e andai a casa di Samantha. Appena la vidi le saltai a dosso , eravamo amiche dal’asilo, le nostre mamme erano migliori amiche e per questo sono ancora più legata a lei e alla sua famiglia. ‘Allora il viaggio in Egitto? Andato bene?’ le domandai ‘Benissimo, lì è un luogo fantastico, ho fatto tante, troppe foto. Devo farti vedere tutto e raccontarti tutto!’ sorride ‘Credo che un giorno non basti!’ dissi, ‘Non preoccuparti, abbiamo adesso, oggi pomeriggio, stasera!’ aggiunse, ‘Oggi non posso, io e papà cucineremo insieme i biscotti, è da tanto che non facciamo qualcosa insieme’ solo al pensiero di fare qualcosa con papà mi rendeva felice, ‘Allora domani ti dirò tutto, oggi divertiti, così sarai libera senza la strega e sarete solo tue tuo padre!’ mi sorrise e mi abbracciò, ‘Oh cavolo devo andare è tardissimo!’ dissi guardando l’orologio, ‘Dai vai! Ciao Isabel!’. Di fretta corsi a casa, speravo che non fossero già tutti seduti a tavola. Aprii la porta e non vidi nessuno, appesi la borsa all’ appendiabiti e mi sentii chiamare ‘Isabel, dove sei stata?’ voltandomi vidi papà vicino alla porta della cucina, ‘Sono stata da Samantha, adesso mi sono accorta di che ore fossero e sono corsa a casa. Avete già pranzato?’ domandi ‘No, ti abbiamo aspettato, sai che ci tengo a pranzare tutti insieme, ora sbrigati’. Arrabbiarsi tanto per un po’ di ritardo, certe volte non lo capisco, andai in bagno e mi lavai le mani ed andai in cucina. Fu un pranzo silenzioso e veloce. Andai in camera e lessi un po’ il libro, notai che arrivarono velocemente le 17:00 e mi ricordai di dover preparare i biscotti con papà, scesi giù e lo vidi davanti alla porta con le chiavi della macchina in mano, ‘Dove vai?’ domandi dubbiosa, ‘Devo accompagnare Jennifer a teatro per l’audizione e poi l’accompagno a prendere un abito per una festa, vuole il mio parere! Vuoi venire anche tu?’ ripose lanciano in aria continuamente le chiavi e riprendendole sempre con la mano sinistra, ‘Te ne sei dimenticato, bravo!’ stavo per piangere, ‘Di cosa?’ poi poggiò una mano sulla fronte ‘è vero i biscotti! Scusa Isa!’ aggiunse, ‘Ovviamente, devi sempre accontentarla! Per una volta, e ripeto una volta che ti chiedo qualcosa te ne dimentichi!, intanto scese Jennifer dalle scale e si scontro con me con il suo borsone ‘Papà andiamo?’ domandò, ‘SI, andiamo. Isa scusa’. Aprì la porta e uscì seguito da Jennifer. Corsi in camera piangendo e mi gettai sul letto tenendo stretto a me il cuscino, e stringendo con la mano destra la collanina. Mi asciugai le lacrime ed andai in bagno a sciacquarmi il viso, mi legai i capelli con un fermaglio, mi vestii ed uscii da casa. Girai in torno a quartiere e poi andai in piazzetta, il tempo divenne scuro e le nuvole diventarono grigio scure e man mano iniziarono a scendere leggere delle piccole gocce di pioggia, il mio viso divenne umido, un lampo illuminò tutto e un tuono scatenò la potenza della pioggia che scese con forza. C’erano dei bambini che iniziarono a correre per tornare a casa, invece io ero lì seduta sul muretto della piazzetta sotto la pioggia a riflettere. ‘Non credi che con questo diluvio dovresti tornare a casa?’. Mi voltai e..

SPAZIO AUTRICE


SPERO CHE QUESTO PRIMA CAPITOLO VI ABBIA INCURIOSITO E CHIARITO LE IDEE. 
PER IL SECONDO CAPITOLO VOGLIO
  TRE RECENSIONI!!

UN BACIO <3
   
 
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