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Autore: Ale_Otaku_Ale    15/09/2012    0 recensioni
Mia aggiravo con la mia amica Alice nel centro del mio paese quando un urlo ci cambiò la vita.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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Cap. 2 Ad un tratto... due mani, provenienti da dietro di me,mi afferrarono la testa,tirai una gomitata,ma la persona dietro non mi lasciò...tirai un decina di gomitate, alla undicesima le mani si staccarono, mi girai di scatto e... era Melissa,era bianca come la neve,era diventata come quelli che ci inseguivano,mi guardai in giro per vedere se ci potesse essere una potenziale arma,ne trovai due,o un bastone del camino o un asta di ferro,afferrai la più vicina a me... presi l'asta,corsi incontro a Melissa e....la infilzai,rimase immobile per qualche secondo,secondi nei quali chiamai Martina e Alice per darmi una e di portare delle lame, finito di dire lame senti l'asta vibrare,Melissa riprese a muoversi,era più forte di me,mi afferrò, non riuscivo a prendere il controllo dell'asta,era giunta la mia ora...chiusi gli occhi e aspettai....sentii un rumore,un rumore simile a quello di una lama che taglia la carne...aprii gli occhi,era una scena oribbile... la testa di Melissa era per terra mentre il corpo era sollevato dall'asta che tenevo tra le braccia,davanti a me c'era Martina con un coltello da cucina sporco di sangue...con la voce ancora scossa ringraziai Martina. Alice entrò in stanza con un po' di sacchi grande della spazzatura. Mettemmo il corpo di Melissa nei sacchi e la gettammo nella strada davanti la casa di Martina,di ''loro'' non ce n'era l'ombra,ripulimmo il salotto,il telefono di Martina squillò,erano i suoi genitori,durante la conversazione la faccia di Martina si fece cupa,fine chiamata disse: -I miei sono bloccati a Milano,fortunatamente si sono nascosti nella casa di mia sorella,stanno tutti bene ma adesso noi cosa facciamo?- Ci fu un attimo di silenzio,qualche minuto dopo Alice propose: -Staremo qui nascosti il più possibile,poi si vedrà...- Io e Martina approvammo. Passò un solo giorno quando dovemmo lasciare la casa,erano le 14:17 quando udimmo il rumore del cancello di casa cadere... erano entrati,erano tanti,troppi per solo noi,riuscirono a sfondare anche le porte di casa,ci ritrovammo in cucina,le nostre uniche armi erano coltelli,e l'unica via d'uscita era la finestra ma era troppo pericoloso uscire da lì, c'erano quattro di ''loro'' che si aggiravano lì intorno, riuscimmo a stare tranquilli per pochi minuti perché la porta della cucina non resse a tutta la forza che aveva addosso,ne entrarono 6 di ''loro'', alle strette dissi: -Dobbiamo uscire dalla finestra!O la va o la spacca - Aprì la finestra e saltammo fuori, la situazione non era migliore di prima,almeno avevamo più spazio per combattere. Mi fiondai contro un di ''loro'' dallo scontro di Melissa dedussi che per ucciderli dovevamo spaccargli la testa,essendo più agile dello zombie gli andai alle spalle e gli tagliai col coltello seghettato la testa, da quattro ora sono tre, mi girai verso Alice e Martina,Martina se la cavava abbastanza bene,Alice invece stava combattendo contro due di ''loro'' Martina invece era contro con solo uno di ''loro'', mi affrettai ad aiutare Alice ma quando decisi di andarla aiutarla lei......... gli aveva uccisi,Martina pure aveva ucciso il suo, erano formidabili,sembrava che l'avessero fatto migliaia di volte!Scappammo fuori,la strada era libera,non ce n'era neanche uno.Camminammo fino al centro,non c'era nessuno,ne vivi e ne morti... all'improvviso un'ombra si alzò,era uno di ''loro'' e poi ne arrivarono altri e dopo ancora altri,eravamo accerchiati.. Non potevamo fare niente. Combattemmo fino alla fine,eravamo agli stremi. Una macchina, o meglio una Jeep, investì la metà di ''loro'' una porta si aprì. Era il fidanzato di Martina,era Filippo, era venuto per salvare Martina, ci guardò e disse: -Forza salite! Prima che si rialzino!- Senza esitazioni salimmo tutti e tre,Filippo mise in funzione la macchina e andammo via da lì, le strade erano piene di ''loro'' guardando fuori dal finestrino vidi anche dei miei amici anzi ex amici...Martina disse: -Tesoro grazie mille!Saremmo morti!Dio grazie al celo!Comunque loro Sono Alessandro e Alice,hanno quattordici anni e Ale è mio cugino- Io e Alice un po' a disagio ringraziammo Filippo. Alice chiese: -E ora?- Filippo senza la benché minima esitazione disse: -Ora sopravviviamo!-. Era passata meno di 24 ore e avevo già rischiato la mia vita due o tre volte.Dovevamo trovare un posto sicuro. A Martina venne in mente di andare alla chiesa del paese. Così ci avviammo verso la chiesa,senza sapere cosa ci potrà accadere nelle ore a seguire...Non sapevamo quasi niente di questa invasione,sapevamo solo che chi veniva morso diventava uno zombie e che per ucciderli bisognava rompergli la testa. Arrivati in chiesa entrammo e ci barricammo all'interno, di ''loro'' niente,non erano saliti fino alla collina dove stava la parrocchia. All'interno trovammo il don e la sua perpetua, erano diventati come ''loro'' gli uccidemmo in poco tempo,avevamo ancora i nostri coltelli. Dopo esserci posizionati dissi: -Questi coltelli non bastano, nel senso che sono troppo pericolosi da usare,avendo una lama corta dobbiamo per forza avvicinarci,di conseguenza propongo di cercare dei bastoni abbastanza lunghi per legarci all'estremità i coltelli,Filippo che ne dici se andiamo nel bosco qui dietro a cercarli?- Filippo senza timore mi rispose di sì. Lo sguardo Di Martina era preoccupato e triste,lo stesso vale per Alice. Il nostro obbiettivo ora è SOPRAVVIVERE. Io Filippo uscimmo dal retro della chiesa,così ché da evitare qualche zombie all'ingresso,ci portammo dietro dei coltelli,per ogni emergenza dovevamo avere un'arma di difesa,scendemmo al boschetto tagliammo dei rami abbastanza resistenti e risalimmo fino alla chiesa,sulla collinetta adesso c'erano una ventina di ''loro'' mi salì il cuore in gola,non volevo morire,ma non potevo neanche scappare,quindi combattemmo contro tutti quelli che potevamo, Filippo era nettamente più bravo di me,sarà che ha diciannove anni,ma anche io me la cavavo abbastanza bene,ma abbastanza non era sufficiente.
  
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