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Autore: Ariadne_    15/09/2012    1 recensioni
Se siete degli appassionati di Harry Potter, ma detestate Draco Malfoy, questa non è la fanfiction che fa per voi.
Questa è una romantica storia d'amore che nasce tra le mura di Hogwarts. E' basata su un sogno che ho fatto.
Il famoso serpeverde, ritenuto da molti il 'nemico' di Harry Potter, conoscerà finalmente l'amore e le complicazioni che esso porta.
E' la prima fanfiction che scrivo e non sarà molto lunga, (o almeno così credo).
Beh, vi auguro una buona lettura.
_zio Voldy
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quello fu il peggior allenamento che Draco avesse mai fatto: fu colpito ben tre volte da un Bolide,  la sua scopa tendeva a disarcionarlo da sola e non si era per niente concentrato nell’acchiappare il Boccino d’Oro.
Quest’ultimo rischiò seriamente di essere ingoiato da un Cacciatore, mentre era intento a prendere la mira.
Quando toccò terra, Draco si sentì uno schifo e in più dovette sopportare le strigliate di Montague.
Tornò al dormitorio con l’umore sotto i piedi: non avrebbero mai vinto la partita se non si fosse dato una svegliata.
Draco ci aveva provato, con tutte le sue forze, ma si sentiva uno straccio.
Ti odio’. Erano queste le parole che echeggiavano nella sua mente.
Draco si sedette sul letto con la testa fra le mani con aria depressa; si sdraiò e fissò la parte superiore del suo baldacchino.
Trascorsero i secondi, i minuti, le ore e Malfoy rimase in quella posizione, immobile; chiunque l’avrebbe definito ‘morto’, se non fosse stato per il suo petto che si alzava e si abbassava lentamente.
La stanza era deserta e silenziosa; i soli rumori provenivano dalla sala comune, che, stando al caos, doveva essere affollata.
 
Draco, non puoi abbatterti così! E’ solamente una giornata ‘no’. Adesso ti alzi, vai di sotto e torni ad essere il Draco Malfoy di una volta.
 
Era l’unica soluzione: tornare normale.
Ciò che era accaduto era stato solamente una debolezza; Rya era stata una debolezza.
 
Solo una debolezza, solo una debolezza..
 
Ubbidì a se stesso e andò nella sala comune. Appena fu sulla porta, il brusio che animava la stanza cessò e il silenzio tornò a regnare.
Draco attraversò quegli sguardi e sprofondò in una poltrona accanto a Tiger e Goyle. I due lo guardarono senza proferir parola.
Senza guardarli, Malfoy disse loro: «Allora, cosa c’è di così interessante?»
Tiger sospirò, prese coraggio e  sibilò: «Tutti parlano di te e Rya..»
«Rya? Chi è Rya?» finse Draco, lasciando i due amici con un’ espressione sbalordita. Sicuramente credevano che lui si fosse bevuto il cervello.
«Rya..» continuò Vincent Tiger: «la Smith..»
«Ohhh, capisco! La Mezzosangue vuoi dire?» esclamò lui: «Beh, ha avuto quello che si meritava; cercava di prendermi in giro e io gliel’ho fatta pagare»
«Quindi tu ci sei andato solo..» intervenne Gregory Goyle.
«Solo per divertimento, bravo Goyle! Vedo che hai messo in funzione la testa!» affermò Draco.
Rise di gusto; quella fu una risata gelida, una risata cattiva, una risata alla Draco Malfoy.
 
Era tornato se stesso! Finalmente era tornato ad essere quel cattivo ragazzo del quale tutti avevano timore.. O almeno credeva di esserlo.
 
Immobile, scrutò la stanza; i suoi compagni non osavano guardarlo negli occhi: avevano paura di lui.
Avevano capito che Draco Malfoy non era in grado di cambiare, incapace di amare, ma sapeva divertirsi.
 
Lui aveva illuso una ragazza, facendole credere di amarla: aveva fatto tutto parte del gioco.
 
Era felice di saper leggere nella mente dei suoi compari. Adesso sapeva che era tornato alla normalità.
Soddisfatto, si alzò e sfilò fiero in mezzo ai presenti, non degnando nessuno di uno sguardo. Guardava avanti a sé, orgoglioso.
Improvvisamente  nella sala comune entrò Ariadne. Incontrò i suoi occhi color nocciola privi di allegria e lui si pietrificò.
 
Non cascarci Draco! Lo fa apposta; vuole farti sembrare debole. Riprendi a camminare, un passo alla volta.
 
Scosse la testa e si sedette nella sua poltrona accanto al camino.
 
Quella sera lottò contro se stesso con tutte le sue forze. Non doveva cercarla, non doveva guardarla, non doveva desiderarla. Aveva bisogno di distrarsi, così prese il libro di Incantesimi e iniziò a sfogliarlo, in cerca di nuove fatture da imparare o da ripassare.
 
Si concentrò al massimo: bene, allora, Pietrificus Totalus: fa lievitare cose o persone. No! Quello è Expelliarmus! Ma che dico! E’…è… Rya è così ‘leggera’, sembra che voli invece di camminare.. E poi ha dei bellissimi capel…DRACO! NON PENSARE A QUELLA LURIDA MEZZOSANGUE!
 
Non doveva, lui non doveva, lui non doveva, lui..voleva pensare a lei.
Si schiaffeggiò: idiota! Vai a letto e non voltarti.
Chiuse il libro e diede un’occhiata alla sala comune, che pian piano si stava svuotando; si alzò: «Io vado a dormire, ci vediamo domani mattina. E non fate casino quando salite, sennò vi crucio fino alla follia, capito?»
Tiger e Goyle annuirono.
 
Le tende del baldacchino isolavano Draco dal rumore proveniente dalla sala comune e dal resto del mondo.
Aveva gli occhi chiusi, ma la mente era una frenetica fabbrica di pensieri che non dava segni di cedimento, che impediva al ragazzo di entrare in quell’universo parallelo nel quale i desideri, anche i più impossibili, si avverano senza incontrare ostacoli.
 
*
I giorni passarono e arrivò Dicembre, più freddo che mai, accompagnato da candida neve e venti gelidi: per raggiungere le serre dove si tenevano le lezioni di Erbologia, gli studenti dovevano indossare due maglioni sotto la divisa e degli spessi guanti di drago per evitare di congelarsi le dita.
Il castello era pieno di spifferi e nei corridoi chiunque aveva calde sciarpe di lana attorno al collo e, alcuni, perfino dei berretti; i davanzali delle finestre erano interamente ricoperte da un morbido manto bianco, come il cortile e i campi.
L’unico punto di colore era la casetta del guardiacaccia Hagrid, insegnante di Cura delle Creature Magiche, dal cui camino usciva del denso fumo nero.
Nei sotterranei il freddo era pungente; i dormitori era deserti: tutti i Serpeverde cercavano di scaldarsi davanti all’enorme camino della sala comune e c’era chi, grazie alla magia, aveva una piccola fiamma che li seguiva, scaldandoli.
La madre di Tiger aveva mandato al figlio un baule pieno di maglioni, mentre Goyle era in infermeria con l’influenza; Draco sospettando che Vincent potesse essere ‘un portatore sano’ di raffreddori e febbre, si era mantenuto ad una distanza di sicurezza: non voleva passare il Natale a casa malato.
Passava tutto il tempo davanti al camino, sfregandosi le mani, che erano continuamente gelate.
Gelate come il suo cuore?
Erano ormai due mesi che non parlava con Ariadne Smith, ma Draco non aveva smesso di fissarla, sebbene lottasse contro se stesso con tutte le sue forze per non farlo.
Le prime volte aveva attirato l’attenzione di buona parte dei suoi compagni e ciò l’aveva fatto sentire stranamente in imbarazzo, così aveva inventato un metodo infallibile: ogni volta che la voglia di guardare la ragazza, prendeva un libro sul quale aveva fatto una fattura: tutti avrebbero pensato che stesse leggendo, mentre lui, dato che le pagine permettevano di vedere perfettamente, poteva ammirare Rya.
Erano un paio di settimane che faceva in questo modo, che la guardava di sotterfugio, pregando che lei non se ne accorgesse.
Rya sembrava felice. Sorrideva sempre, scherzava: la solita Rya di sempre.
Allora perché lui era così cambiato? Lui aveva provato qualcosa, sebbene fosse durato poco tempo, mentre lei no? E poi, lui aveva smesso o provava ancora qualcosa per quella ragazza dagli occhi nocciola?
 
Era tutto successo in pochissimo tempo: il rifiuto, l’Incantesimo, la festa, il bacio, il litigio..un litigio idiota.
Tutta colpa sua, della sua insensata gelosia. Ma non poteva tornare strisciando, no, non poteva, sarebbe stato da deboli e di certo Draco Malfoy non era un debole.
Ma allora, cosa doveva fare? Secondo dopo secondo sentiva il cuore scoppiargli in petto, una bestia all’altezza dello stomaco che si contorceva e non trovava pace.
 
Le ultime lezioni del trimestre furono disastrose: Lumacorno era più noioso che mai e le pozioni sembravano ribellarsi e insorgere contro di lui.
 
Quel giorno combinò un’ulteriore danno, rovesciandosi addosso e spargendo sul pavimento della fredda aula sotterranea tutto il Succo di Horklump,  e dovette rimediare restando dopo la lezione a ripulire tutto.
Era rimasto totalmente solo, o almeno così credeva. Mentre passava uno straccio sul pavimento, sentì un rumore metallico, un calderone caduto. Strinse la mano sulla bacchetta, pronto a scagliare maledizioni;  stava per voltarsi, quando sentì imprecare una voce calda e familiare: Rya.
La ragazza aveva abbattuto due calderoni al suo passaggio. Draco si alzò e la guardò: stava goffamente cercando di rialzarli invano. Poi si arrese e con un colpo di bacchetta i calderoni tornarono in piedi.
Con aria soddisfatta lei si diresse verso la porta, quando, forse per timore di aver lasciato qualcosa, si guardò le spalle e incontrò lo sguardo del ragazzo.
Fissando i suoi occhi, Malfoy ebbe una scarica di adrenalina e senza rendersene conto, si avvicinò a Rya.
Un passo dopo l’altro, si ritrovò faccia a faccia alla ragazza, che tremava forse per il freddo, forse per la paura.
 
Il respiro di entrambi si condensava in nuvolette nell’aria gelida dei sotterranei. 



Salve gente! 
Allora, sarò breve: il capitolo non è lunghissimo, perchè, con l'inizio del carcere (cioè la scuola), non mi sono molto concentrata.
Secondo me, anyway, fa schifo (lol), però sta voi giudicare e RECENSIRE! 
Bene, lo confesso, non sono riuscita a tenere lontani Draco e Rya, non riesco a descrivere la solitudine immagino; me la cavo più con le scene da diabete.
Ho scelto 'Nuvole nell'aria' per il titolo di questo capitolo ispirandomi all'ultima frase che ho scritto.
Spero che a voi piaccia...
Bye bye!

  
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