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«Figli
del Cielo?» Ian aveva già sentito queste parole:
così erano
chiamati i Nephilim, gli esseri nati dall’unione degli
dèi con le Figlie
dell’Uomo. Per questo aveva raccomandato a Ty e Monika di
nascondere i loro
volti dietro i cappucci.
A causa del
colore dei loro occhi.
Occhi di cielo,
come le iridi degli dèi.
In quel mondo
ancora giovane, tutti gli umani avevano gli occhi del
colore della terra da cui era stati generati. Sarebbero passati
millenni prima
che...
Un urlo gli
ghiacciò il sangue. Con la coda dell’occhio, Ian
riuscì a
intravedere Monika che si premeva una mano su un fianco. La sua
giovanissima
avversaria ansimava e sanguinava da un sopracciglio.
«Arrenditi,
donna» sibilò la voce spietata di Misha. Ian
sentì la lama
dell’ankh che premeva sulla gola.
Monika
spostò lentamente la mano dal fianco e si guardò
le dite sporche
di sangue. «Non sai nemmeno chi siamo e perché
siamo qui» la sua voce era
carica di una rabbia appena trattenuta. «Quando il tuo
padrone saprà cosa hai
fatto, ti farà frustrare come una schiava.»
Ian
sentì le dita della Delicata che stringevano con
più forza i suoi
capelli. Non era così che doveva andare. «Puoi
uccidermi con un solo gesto»
disse alla donna che gli aveva puntato il pugnale alla gola,
«ma prima
permettimi di spiegare. Non siamo nemici della Signora di questa
città, noi...»
«La
Divina Sfinge non ha amici tra i Figli del Cielo»
ringhiò Misha.
«Certo
che non ha amici!» sbottò Monika. «Se
mandano voi ad accogliere i
loro ospiti, non ho difficoltà a credere che si sono fatti
qualche nemico.»
Ian
fissò in cagnesco il maggiore dell’USIC: non era
certo famosa per la
sua diplomazia.
Fu in quel
momento che Ty riacquistò i sensi.
Scrollò
il capo e fissò incredulo la scena di fronte a lui. Poi
disse:
«Hyperversum, pausa.»
Una mela
luminescente comparve dal nulla e fluttuò
nell’aria davanti al volto
del ragazzo. Sotto la sfera luminosa brillavano i nomi di Ty, Monika e
Ian.
***
«I
segni degli dèi!» urlò spaventata la
Delicata più giovane, facendo un
passo indietro. «Misha, non possiamo combattere contro tre
Figli del Cielo!»
«Noi
non vogliamo combattere» esclamò Ian.
«Vi prego, ascoltateci!»
«Sta’
zitto!» Misha sguainò con un gesto fluido e incredibilmente
rapido il secondo ankh allacciato a una gamba e lo scagliò
verso la mela
luminosa.
Ty rimase
impietrito mentre l’arma sibilava a un palmo dal suo viso,
trapassava l’immagine eterea della mela, e si perdeva alle
sue spalle.
Misha
arretrò di un passo trascinando Ian con sé, senza
spostare lo
strano pugnale dalla sua gola.
Monika si
voltò verso Ty. «Abbandoniamo la missione.
Adesso!»
Il giovane
annuì. «Hyperversum...»
Le parole gli
morirono in gola.
«Ferma
questo dannato gioco e riportaci a casa!»
Ty aveva gli
occhi sbarrati e la bocca socchiusa. Non riusciva a
parlare.
«E’
un ordine!» gridò Monika.
Il ragazzo
indicò con una mano tremante qualcosa davanti a lui.
Il maggiore si
voltò da quella parte e sul suo volto comparve una
maschera di stupore e paura.
Ian
osservò incredulo la Delicata più giovane che
crollava in ginocchio.
Poi
sollevò la testa e ciò che vide non lo
dimenticò per il resto della
sua vita.
***