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Autore: Alexiel_Slicer    16/09/2012    2 recensioni
Dopo quindici minuti abbondanti di camminata imboccai il viale d'ingresso della scuola pronta a scoprire chi fosse quella persona che aveva scritto quella cosa sotto casa mia e che si firmava "sexgott", ma non era LUI.
"...E' bello sapere che eri lì per me
Grazie per esserti comportato
Come se ti fosse veramente importato qualcosa
Facendomi sentire come se fossi l’unica per te
È bello sapere che avevamo tutto
Grazie per avermi guardato cadere
Lasciandomi sapere che eravamo finiti
Tu eri tutto, tutto quello che volevo..."…
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8
Stavo sotterrata sotto uno spesso strato di coperte che mi coccolavano con il loro tepore. Era domenica mattina e per nulla al mondo avrei lasciato il mio letto, peccato però che mia nonna non la pensava così.
"Ronnie alzati! Ti sei dimenticata che oggi viene Tom a pranzo? Non vorrai farti trovare in pigiama?".
Cavolo l'avevo dimenticato che quello sarebbe stato il giorno più imbarazzante della mia vita.
"E che ci fa? Tanto non si scandalizza"
"Peggio, ti lascia"
"Eh?" feci riemergendo da sotto le coperte
"Almeno è quello che farei io. Vado a casa della mia fidanzata e la trovo in piagiama? Che brutta cosa!".
Sbuffai "Va bene, va bene. Mi sto alzando!".
Lasciai il mio dolce giaciglio a malincuore e mi diressi verso il bagno dove finii sotto il getto d'acqua calda della doccia. Quel piacevole contatto mi intorpidì i sensi fino a farmi cadere in uno stato di trance dettato dalla beatitudine che mi provocava.
"Ronnie, ma ti sei addormentata? E' mezz'ora che sei lì sotto".
Ritornai alla realtà e trovai il box della doccia leggermente aperto ed un occhio azzurrino di mia nonna che sbirciava.
"Porca miseria! Mi hai fatto prendere un colpo! Ti sembrano modi? E' non guardarmi che mi vergogno!".
"Scusa, ma ti eri addormentata"
"Non stavo dormendo!"
"Invece si!"
"No!"
"Si!".
La guardai male "Dobbiamo continuare così ancora per molto?".
"Hai ragione smettiamola".
Uscì dal bagno e da dietro la porta urlò "Comunque stavi dormendo!".
Mi portai una mano sulla fronte rassegnata. Mi avrebbe fatto diventare pazza uno di questi giorni.
Ritornai in camera mia e mi vestii, poi scesi in cucina guidata dal delizioso odorino che ne proveniva.
Mi avvicinai alla pentola che bolliva sul fuoco e la scoprii del coperchio.
"Non ci provare"
"Eh? Ma non stavo facendo niente"
"Si certo anche l'ultima volta dicesti così e poi trovai la pentola con il ragù vuota"
"Vabbè, ma è successo tanto tempo fa!"
"No, mia cara. E' successo due settimane fa!"
"Dettagli"
"Certo come no. Hai intenzione di accoglierlo così?"
"Così come? Che ho che non va?" le chiesi osservandomi i vestiti.
"Ma questi sono vestiti di tutti i giorni. Mettiti un bel vestitino invece!"
"Eheheh...no!"
"Ma perchè no? Quello che ti ho regalato io è tanto carino! Ti starebbe un amore!"
"Sembro una cretina! E comunque già è tanto che non sto scappando e sto rimanendo qui a soccombere alle figuracce"
"Dai! Per favore, per favore, per favore! Fai contenta la tua nonnina per una volta prima che muoia".
La fissai seria "Non dire così! Tu non morirai! Ancora hai tantissimi anni davanti!".
"Allora lo metterai?" mi domandò con gli occhi dolci.
Sospirai "Ok, lo metterò".
Salii in camera accompagnata da lei e dall'armadio prelevai una scatola che stava nascosta nei suoi meandri più oscuri e dimenticati. La posai sul letto e l'aprii.
Dentro stava un vestito giallino a palloncino dal corpetto ricamato con strani ghirigori brillantinati e un nastro che passava intorno alla vita per chiudersi dietro la schiena in un fiocco.
"Me lo ricordavo meglio..."
"Poche storie e mettilo!".
Lo indossai con il suo aiuto.
"E' perfetto!"
"E' stretto!"
"Solo un pò"
"Solo un pò? Me l'hai regalato per il mio quindicesimo compleanno!"
"Resisti...ti prego, ti prego, ti prego".
Roteai gli occhi al cielo "Resisterò"
"Grazie! Che sei bella! Sei diventata proprio una donna!" disse sfregandomi le spalle, mentre guardava insieme a me la mia immagine riflessa nello specchio.
Alzai lo sguardo sul suo viso e la vidi impallidire e barcollare, così mi girai.
"Nonna stai bene? Che ti succede?"
"S-si" biascicò.
La presi per mano e con l'altra sorressi la sua schiena. L'accompagnai al mio letto dove la feci sedere.
"Vuoi che ti porti all'ospedale?" le chiesi preoccupata.
Questa si tenne la testa fra le mani "No, non c'è n'è bisogno. Sto bene ho avuto solo un piccolo giramento di testa."
In quell'istante il campanello suonò "Deve essere Tom, vado ad aprire. Tu non ti muovere di qui vengo subito"
"No, vado io. Sto bene". Detto questo si alzò ed uscì sotto il mio sguardo preoccupato.
Qualche secondo dopo scesi anch'io e trovai Tom all'ingresso che conversava con la donna.
"Wow" fece quando mi vide
"Non è carinissima così, Tom?"
"Di più! E' fantastica!"
"Hai visto Ronnie? Questa mattina mi ha fatto faticare: prima si è addormentata nella doccia, poi ci voleva lasciare senza pranzo ed infine voleva presentarsi in jeans, ma alla fine sono riuscita a metterla sulla retta via e ne è valsa la pena."
"Ha fatto bene Katheryn".
Mia nonna sorrise tutta compiaciuta "Vado a sistemare la tavola, fra pochi minuti sarà pronto".
"Grazie per la bellissima figura" le dissi sarcastica.
"Di niente cara, quando vuoi".
Una volta rimasti soli Tom si avvicinò e mi baciò "Se ti presenti di nuovo all'improvviso così rischi di farmi morire"
"Dallo spavento. Sembro un bignè con questo coso"
"Mmm io amo i bignè" mormorò con fare malizioso.
"E' pron...ops scusate non volevo interrompere. Se volete sopra c'è la stanza degli ospiti con un letto matrimoniale".
Sentii un macigno cadermi addosso e farmi sprofondare nelle più remote profondità dell'imbarazzo più puro.
"Ma ti sembrano cose da dire?!"
"Katheryn se lei mi dice così mi tenta"
"Guarda un pò l'altro! Siete due maniaci ecco perchè andate d'accordo!" dissi incrociando le braccia sul petto ed andando in cucina, mentre quei due ridevano. Ma quanto erano simpatici a ridere di me. E pensare che quello era solo l'inizio di una lunga giornata.

A pranzo ci furono lasagne e spezzatino i miei due piatti preferiti che con il loro buon sapore attutivano le battutacce dei miei due commensali.
Tra un boccone e l'altro li guardavo e mi chiedevo se non ci fosse stato uno sbaglio e che Tom in realtà non fosse suo nipote. La cosa non mi avrebbe stupito affatto.
Dopo aver finito di mangiare mia nonna fece quello che facevano tutte le nonne: prendere gli album di fotografie e ripercorrere tutta la tua inutile e noiosa esistenza. Dall'ospedale, al primo bagnetto, a quando si era sul vasino, al primo compleanno per poi arrivare gradualmente alla comunione quando avevo i brufoli e gli occhialoni. Esperienza da ripetere insomma.
Tra una cosa e l'altra nel frattempo fuori si era fatto buio e tutto sommato tralasciando qualche piccolo momento la giornata alla fine era trascorsa piacevolmente.
"Katheryn le dispiace se le rubo sua nipote per questa sera?"
"No, uscite pure, ma non farla tornare troppo tardi. Domani ha scuola e anche tu"
"Non si preoccupi e la ringrazio per la bella giornata. Il pranzo era delizioso!"
"Grazie, caro! Divertitevi!".
Prima di uscire di casa in un battibaleno mi cambiai e raggiunsi Tom che mi portò al parcheggio.
Per mano mi condusse verso il nostro rifugio e quello che vidi mi lasciò di sasso. Quel poco mobilio vecchio e povero era scomparso sotto un tappeto di coperte e cuscini variopinti dove vi erano sparsi petali di fiori. Agli angoli di ogni pilastro c'erano candele profumate che illuminavano l'ambiente con la loro luce soffusa e calda.
"Ma...ma è meraviglioso" mormorai estasiata "Hai fatto tutto da solo?"
"Diciamo di si...John e Richard hanno acceso le candele prima che noi arrivassimo...sono felice che ti piaccia" disse abbracciandomi da dietro.
Il mio cuore iniziò a galoppare e il respiro si mozzò. Quello che stava per accadere era fin troppo evidente e cavolo stava per succedere con Tom!
Sciolse l'abbraccio e prendendomi per mano mi fece sdraiare sul morbido pavimento di coperte. Mi baciò e privandomi del maglioncino prese a posare piccoli baci sul collo per poi scendere sul seno e l'addome ed infine fermarsi sull'ombellico.
Tolsi il suo solito berretto perennemente presente dalla sua testa e la fascia elastica nera che gli copriva la fronte, poi afferrai tra le dita i lembi della sua T-shirt extra large e gliela sfilai scoprendo un torace ed un petto pulito dalla muscolatura lievemente accennata.
La mia schiena abbandonò il morbido contatto su cui era stata adagiata e con le labbra sfiorai la zona di pelle che andava dal suo collo alla spalla. Un dolce odore invase le mie narici: era il suo profumo, un profumo che non riuscivo a descrivere e non capivo a quale essenza appartenesse, ma sapevo dire solo che sapeva di buono.
Ci denudammo definitivamente degli ultimi indumenti che ci coprivano e Tom lasciò scivolare una sua mano tra le mie gambe. Chiusi gli occhi e tenni serrate le palpebre con forza preparata al peggio, ma si limitò ad accarezzarmi.
"Rilassati...se continui ad essere così tesa farai morire d'ansia anche me" mi sussurrò all'orecchio nascosto tra i capelli.
Mi girai leggermente con la bocca dischiusa in un'espressione sorpresa, poi posando la mia guancia contro la sua a mia volta sussurrai al suo orecchio "Smettila Sexgott. Quante volte l'avrai fatto? Un'infinità"
"Hai ragione, ma importante come questa mai".
Strinsi la sua schiena "Ti amo idiota".
Sentii la sua guancia distendersi, stava sorridendo "Anch'io ti amo stupida".
Portò una mano dietro la mia schiena e mi accompagnò nel breve spazio che mi divideva da terra. Posai la testa tra i cuscini che ci circondavano e con le dita sfiorai il suo viso. La sua pelle era liscia e soffice, così come in tutto il resto del suo corpo. Persino le sue gambe nonostante fossero coperte da uno strato di peluria chiara erano lisce.
Feci passare la mano tra i suoi rasta che privai dell'elastico che li teneva raccolti in una grande coda. Questi scesero sulle sue spalle e lungo la sua schiena in tutta la loro lunghezza. Non l'avevo mai visto così ed era a dir poco angelico.
Sentii le sue mani lievemente callose a causa della chitarra scivolare sulle mi cosce ed allargarle, poi piegò la testa sul mio viso.
"Tom" mormorai con un filo di voce tremante per la paura.
"Calmati così ti viene un infarto" disse passando una mano sul mio seno sinistro dove il cuore sembrava impazzito "Capisco che trovarti davanti a me nudo è emozionante però...".
Inarcai un sopracciglio "Ma che? Ti sembra il momento di fare il tuo solito sarcasmo?".
Rise "No, ma è così che ti voglio, a tuo agio, tranquilla. Perchè se il tuo cuore continua a battere in quel modo senti al mio cosa succede".
Prese la mia mano e la portò sul suo petto all'altezza del cuore. Anche il suo stava battendo fortissimo.
"Ti fidi di me?".
Annuii.
Posò un bacio a stampo sulla mia bocca e con un movimento deciso entrò in me. Chiusi gli occhi ed arricciai le labbra per il dolore.
"Tutto ok?" mi soffiò in viso con il respiro caldo.
"Si" mormorai "Fammi vedere che sai fare Sexgott".
Sorrise divertito e prese a baciarmi, mentre si spingeva dentro me.
Una sensazione di piacere mista a dolore inebriava i miei sensi e mi offuscava la mente. I gemiti, invece, si approppriavano delle nostre bocche.
Affondai il viso nel suo collo ed inarcai leggermente la schiena all'indietro quando il piacere arrivò al culmine e l'orgasmo uscii all'unisono dalle profondità delle nostre gole.
Con le labbra sfiorò la mia fronte e incatenò i suoi occhi ai miei. Il suo sguardo era languido, ma anche appagato. Il suo respiro affannatto, così come il mio e il suo petto si gonfiava pretenzioso d'aria.
Ci nascosimo tra i cuscini e ci avvolsimo nelle coperte. Tom posò la testa sul mio senso e dopo aver passato un tempo indifenito ad accarezzarmi il braccio si addormentò. Subito dopo lo seguii anch'io nel mondo dei sogni. 

  
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