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Autore: pinkchampagne    16/09/2012    1 recensioni
mentre tu continui a parlare di te stesso,non immagini neanche quante creature stiano perdendo la vita.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Philip mi guardava così convinto e deciso, che il mio sguardo non si distolse dal suo.
Non potevo ancora credere che lui provenisse dal regno di Moreines, un regno così malvagio, spento, privo di colori e soprattutto di gioia.
'Ariel, perché non mi rispondi?' mi domanda Philip 'ho capito...forse...' borbotta una frase che non riesco a intuire, 'Philip, io sono nipote di Re Coral, il tuo amato Moreines distrusse senza pena e senza peccato i miei genitori!' tutto mi uscì dalla bocca così velocemente, che a malapena presi un piccolo respiro.
Philip rimase lì, immobile, con occhi alla massima ampiezza e con la bocca semi spalancata 'non...non ci credo' abbassa lo sguardo, come se si sentisse in colpa per un gesto improvviso 'mio padre davvero fece questo?' si alzò e sbattè una mano contro la parete colorata e fredda, mentre io rimasi senza parola.
Re Moreines in realtà era suo padre? Ciò significa che Philip era il figlio scomparso? La causa della morte dei miei genitori? Non oso pensarci.
'Ariella, io sono il..' non riesce a terminare la frase, che il mio intuito sulla continuazione del suo discorso fu alla sua pari 'Tu sei il figlio perduto di Moreines, non è così?' lo guardai, con aria triste e dolorosa, mentre lui stava lì, con delle piccole lacrime lungo le guance rosse e un poco paffute, con le mani fra la testa e i piedi che picchiettavano sul duro pavimento 'Ariel' tira su lo sguardo, nascondendo quel senso di dolore e angoscia che lo tormentavano 'lasciami spiegare tutta la storia' cerco di continuare il discorso, intervallando le parole con piccoli singhiozzi 'mia madre era metà umana e metà sirena, mio padre era il sovrano del regno, quando si incontrarono, si innamorarono perdutamente, si sposarono e pochi anni dopo ebbero me...mio padre la picchiava, quasi tutte le notti, sentirla piangere era un continuo colpo al cuore. Lei, dopo pochi anni dalla mia nascita, decise di improvvisare la sua morte. Era molto amica con le guardie, le quali dissero a tutti del piano che la regina messe in atto. Erano tutti a conoscenza del fatto che mamma in realtà non era morta, tutti tranne mio padre. Quando lo venne a scoprire, setacciò tutti regni e la trovò. La fece uccidere. Sua sorella per vendetta mi rapì e mi portò con lei, qui, sulla terra. Mi raccontò tutto quando compì i 7 anni, ma non mi disse di nessuna guerra e di nessun morto. Ormai il mare è una parte di me già dimenticata' alle sue parole, mi venne spontaneo alzarmi e dirigermi verso di lui. Lo abbracciai per dei minuti, le mie lacrime bagnarono la sua maglietta nera. 
'Ariel, davvero, non sapevo della morte dei tuoi genitori, io..' lo interruppi, puntando il mio tremante verso il suo sguardo.
'Philip, io so cosa dobbiamo fare' lo guardai convinta 'noi dobbiamo vendicare tua madre e i miei genitori, dobbiamo dire a tutti la verità, dire che tu sei vivo, dire che ci amiamo e che vogliamo stare insieme. La nostra felicità sarà sovrana dei regni. Dobbiamo mettere fine a queste lotte continue.'
Sembravo convincente e sicura di me, quando invece ero dubbiosa e paurosa.
Avevo paura, paura che Philip non accettasse e paura di rimanere sola.
'Ci sto' Philip mi disse, stringendomi la mano 'ce la dobbiamo fare. Dobbiamo mettere a rischio le nostre vite, per fermare la guerra' gli sorrisi e lo baciai sulle sue labbra morbide, subito dopo mi sentii in imbarazzo, ma il suo sorriso stampato su quel viso innocuo, mi rese ancora più felice di quanto non fossi all'idea della nostra nuova missione.
'Zia Annie non dovrebbe tornare, stanotte quando il sole sarà calato, ci trasformeremo e nuoteremo insieme fino al mio regno. Dobbiamo raggiungere prima mio nonno, raccontargli tutto e aspettare' Philip mi guarda con un dubbio 'e..se non dovesse essere d'accordo?' mi guardò, storcendo lo sguardo.
'Philip' lo guardai, accennando un sorriso 'è mio nonno, capirà'.
I nostri visi erano tesi, ma allo stesso tempo rilassati. Non aspettavamo altro che ritornare negli abissi, nel luogo in cui eravamo nati.
  
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