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Autore: Angel_shanti    16/09/2012    2 recensioni
"...Dio è ancora lì, col grande puzzle sotto il naso, a chiedersi dove sono finiti quei due pezzi che andavano così bene insieme..." C'è chi dice che se si ama davvero una persona bisogna lasciarla libera...che se è vero amore ritorna...sarà vero??
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Che strano effetto mi ha fatto ritornare a casa mia, ci mancavo solo da un paio di anni eppure mi sembra una vita che i miei piedi non varcavano quella soglia. Partita per Los Angeles per quella che, con orgoglio, avevo definito una meritata vacanza, ho visto la mia vita trasformasi come incanto in uno splendido sogno ad occhi aperti. Come ho fatto a non intuirlo subito? Tutti i sogni hanno lo stesso destino, prima o poi ci si sveglia e le dolci illusioni con cui Morfeo ci aveva cullato svaniscono, si dileguano, lasciando una strana sensazione dentro.

 

Malinconia? Nostalgia? Dolore? Rimpianto? Rimorso? Ricordo? 

 

Beh dentro di me, al momento, c’è davvero un po’ di tutto, un bel mix di forti emozioni e dolci ricordi che resteranno sempre nel mio cuore.

 

Non potrei mai dimenticare l'emozione che si era impossessata di me e della mia compagna di avventure, Katia, il giorno della partenza. Il nostro primo grande viaggio insieme, verso quel continente a stelle e strisce che da sempre era stato lo scenario ideale dei nostri sogni e delle nostre fantasie. Avremmo vissuto da vere americane. Ci eravamo ripetute fomentando le nostre aspettative. Due valigie, due zaini e una solenne promessa: avremmo fatto di tutto per incontrare almeno uno dei Backstreet Boys. Non che avessimo un piano o una vaga idea di come incontrarli, ma, al diavolo ogni pensiero razionale, avremmo vissuto un po’ la vita notturna di L.A. e avremmo semplicemente sperato che, per una volta la fortuna, baciasse noi. Volevamo crederci a tutti i costi seppur pian piano che i giorni passavano iniziavamo a scontrarci con la dura realta': stavamo letteralmente cercando un ago in un pagliaio! Ci eravamo ormai rassegnate a goderci semplicemente quello che la vacanza aveva da offrirci quando è avvenuto il miracolo! L’incontro, o per meglio dire lo scontro. Ebbene si: dei tanti modi che avevamo immaginato un simile incontro mai ci saremmo aspettate questo! Tutta colpa, o forse meglio dire merito, della mia distrazione quando cammino, eravamo in giro per le strade della città a fare shopping, io, nonostante i buoni propositi, stavo continuando a descrivere minuziosamente a Katia cosa avrei fatto a Nick se mai lo avessi incontrato, ero talmente assorta nei miei scleri che….SBABABAM…..sono andata completamente a spiaccicarmi contro un ragazzo. Ho alzato gli occhi pronta come al mio solito a inveire contro il malcapitato che, con quel urto, aveva fatto cadere tutte le mie buste a terra ma le parole mi sono morte in gola all’incontro con i suoi splendidi occhi azzurri e il suo sorriso sensuale: il ragazzo contro cui mi ero spiaccicata era Nick Carter! Io e Katia non sapevamo se ridere o piangere dall’emozione e dall’imbarazzo, non sapevamo davvero che inventarci per uscire dallo stato di ebetismo in cui sembravamo finite. Se fossi stata un’attrice mi sarei sentita offesa per la banalità della situazione, un accadimento talmente assurdo e scontato a cui mai avrei prestato attenzione. E beh, per completare l’assurdità del momento, lui ci aveva invitato ad uscire quella sera per farsi perdonare dello sconto. Lui. A noi. Chi mai ci avrebbe creduto? Entrare nel locale facendo il suo nome ci aveva regalato l’illusione di sentirci parte dello star’s system e il constatare che non era solo ma in compagnia degli altri membri del gruppo, ci aveva letteralmente catapultate in Paradiso. Ah la vita da fan, croce e delizia dei nostri giorni. Katia non aveva perso tempo, aveva puntato Alex che aveva ben gradito le sue mille attenzioni concedendole in poco tempo l’accesso alla sua camera da letto.

E per quanto mi riguarda, beh che dire? Sempre la solita imbranata, anche quella sera avevo dato il meglio di me. Nonostante avessi un unico desiderio ad affollare i miei pensieri, avevo trascorso la serata a parlare con Kevin, che non aveva fatto altro che ripetermi quanto amasse l’Italia, e Brian, che aveva cercato di farmi tornare la fede spiegandomi in tutti i modi l’importanza di Dio; l’unico interessato in modo “particolare” a me era sembrato Howie. A fine serata si era proposto di accompagnarmi in hotel, stavo per accettare, quando Nick di tutto punto si è infilato con prepotenza nel nostro discorso comunicando in maniera perentoria che mi avrebbe riaccompagnato lui.

Ero finita sulla mia nuvoletta rosa pronta a non far mai più ritorno tra i comuni mortali. Forse ero riuscita a non essere totalmente trasparente ai suoi occhi.

Non è stata quella sera che ha provato a baciarmi, voleva passare del tempo con me, conoscermi senza la fastidiosa presenza degli altri tra noi. Le sue parole mi avevano spiazzata e questo mi aveva aiutato ad andare oltre l’immagine da grande star che avevo stampato nella mia testa. Ci siamo innamorati lentamente, non come nei grandi romanzi d’amore in cui dopo poche pagine nasce una dirompente passione, ci siamo innamorati come fanno le persone normali, con tutte le paure e le ansie del caso, con le gioie e le emozioni di chi pian piano si mette a nudo concedendosi ad un altro sempre meno sconosciuto. Ricordo come fosse ieri la sera del nostro primo bacio, dopo una serata tra McDonald’s e playstation, avevamo preso una coperta e eravamo scesi nel giardino di casa sua, la luna brillava nella piscina, Nick si era seduto su un lettino con le gambe allargate e mi aveva chiesto di prendere posto nel mezzo, così da potermi abbracciare da dietro e tenermi tra le sue braccia, lo avevo assecondato felice di potergli stare accoccolata vicino. Presa la coperta, ci siamo avvolti in essa volgendo lo sguardo verso le stelle, lui aveva cercato di dire qualche frase romantica per fare colpo ma era così imbarazzato che non riusciva a metter due parole di fila, eravamo finiti a ridere e ci era bastato guardarci negli occhi per capire che in fondo tra noi non c’era bisogno di parole, sapevamo entrambi cosa stesse pensando l’altro e volevamo entrambi la stessa cosa. Nessuna scena epica o musica romantica di sottofondo come accade nei film, semplicemente come fosse stata la cosa più naturale del mondo le nostre bocche si erano ritrovate in un bacio che era stato l’inizio della nostra storia.

Il primo periodo tra noi era tutto idilliaco, eravamo così felici di viverci la nostra grande storia d’amore che ci gustavamo ogni attimo che passavamo insieme. Avevo deciso di non concedermi subito a lui, non che non lo desiderassi con tutta me stessa, ma non volevo accelerare i tempi, non volevo essere come tutte le altre sgualdrine avevano affollato il suo letto prima di me. Quando si tratta di amore divento tradizionalista, lo so, ma stranamente a lui la cosa non aveva dato fastidio; non mi sono trasferita subito a casa sua, per tutto il periodo della vacanza sono rimasta in albergo fermamente legata alla mia convinzione di non comportarmi da ragazzina in preda a crisi ormonali e vivermi con razionalità quella specie di realtà alternativa in cui ero stata catapultata da un giorno all’altro. Che illusa. Ci sono momenti della vita in cui non è la testa a parlare, ma è il cuore a chiedere prepotentemente la parola e quello, brutto bastardo, o lo si asseconda o si finisce per vivere una non vita! Era stata Katia a spiegarmi questa sua nuova filosofia di vita, probabilmente solo per giustificare la decisione di prendere la sua vecchia vita e mandarla al diavolo per iniziarne una nuova li in America insieme ad Alex. A fine vacanza la mia amica era proiettata completamente verso il nuovo futuro che l’aveva travolta, quello che lei definiva tronfia il nostro futuro! Io non viaggiavo alla sua velocità, e neanche Nick! Lui ci aveva messo un po’ più di tempo a chiedermi di andare a stare con lui, voleva essere sicuro del passo che avremmo fatto, non voleva stare male per amore e non voleva stessi male io: conosceva bene la sua immaturità e la sua difficoltà nel gestire la vita di coppia ma questa volta era determinato a mettere la testa a posto!!! E voleva farlo per me!

Il trasferirmi a casa di Nick era stato surreale, la villa era letteralmente immensa quella casa, inizialmente finivo per perdermi cercando la cucina. Una sensazione strana accompagnava i miei giorni. A differenza di Katia, che subito si era ambientata a casa di Alex, io non riuscivo a non sentirmi ospite a casa di Nick; chiedevo il permesso per prendere l’acqua dal frigo, per accendere la tv, per fare una doccia; i miei vestiti sono rimasti in valigia per giorni. Ho avuto bisogno di tempo per imparare a sentire quegli spazi immensi casa mia; un angolo di Paradiso, con il mio angelo, in una vita perfetta. O forse no?

Per me e Katia la storia si è evoluta in maniera diversa: abbiamo incontrato insieme la felicità ma dopo due anni le nostre strade si sono divise, le nostre storie hanno avuto destini diversi, e, mentre io sono tornata qui in Italia, lei è chissà dove a fare chissà cosa con Alex.

Devo telefonarle. Lo farò in questi giorni. E’ un po’ che non la sento.

La sua storia con Alex è maturata giorno dopo giorno, inizialmente era difficile vederli in giro, erano sempre chiusi in camera da letto, provavano un’attrazione irrefrenabile; col passare il tempo hanno imparato a gestire la loro passione e sono ritornati alla vita sociale, era sempre felice, solare, appagata,  Alex da quando stava con lei era veramente diventato un altro uomo. Katia è sempre stata una ragazza matura consapevole di cosa volesse dalla, quanti progetti le ho sentito fare e quanti ne stanno già realizzando. Lei e Alex sono davvero una coppia modello, un vero esempio di due anime gemelle che il destino ha fatto in modo di far congiungere!

A dirla tutta pensavo anche io che Nick e io fossimo anime gemelle! Non sono mai stata brava a capire queste cose e, evidentemente, mi sbagliavo, forse è stato un bene che lui l’abbia capito prima di me.

Non riesco a fare a meno dei ricordi della nostra storia, anche se sono proprio quei ricordi a fare male, mi dicono che dovrei dimenticare tutto….ma come potrei?? Come potrei dimenticare la nostra prima volta?? Era la sera di San Valentino! Quella sera aveva organizzato tutto alla perfezione, era tutto così romantico e dolce: i fiori, la cena, i vestiti eleganti, una collana d’oro bianco. Sembrava di vivere in uno di quei film d’amore e di amore era colma la stanza quando, dolce, mi si era avvicinato e aveva iniziato a baciarmi e a spogliarmi lentamente, mi ero abbandonata alle sue carezze sensuali per vivere emozionata la nostra prima notte di passione.

Come potrei dimenticare il giorno del mio compleanno?? Quando, nonostante i rimproveri di Kev, aveva saltato le prove con il gruppo per portarmi in quel cottage di montagna per passare un paio di giorni isolati dal resto del mondo a scambiarci coccole e dolci promesse.

Come potrei dimenticare i nostri mille progetti di vita insieme?? I nostri sogni?? Le nostre paure??

E come potrei dimenticare il momento in cui mi ha lasciato??

Se ci penso le lacrime rigano ancora il mio volto.

Quel pomeriggio quando sono tornata a casa lui era già lì, guardava distratto la tv, lo avevo salutato come al mio solito e subito avevo notato un velo di freddezza nei suoi gesti, preoccupata gli avevo chiesto se andasse tutto bene. Mi aveva rassicurato: era solo stanco. Mi ero accoccolata accanto a lui sul divano, aveva spento la tv e aveva iniziato a baciarmi e a dedicarsi a me. Eppure nonostante i suoi gesti fossero quelli di sempre non riuscivo a sentire più il suo amore. Non è facile spiegare quello che certe sensazioni ci fanno provare! Avevo allontanato con forza dalla mia mente. Eravamo abbracciati, la sua testa sulle mie spalle.

“Ti amo!”

“Nick….sei sicuro?”

La mia voce era stata quasi un sussurro.

“Ma che domande sono? Certo che ne sono sicuro!”

Mi aveva stretto più forte facendomi sentire stupida per quella domanda che avevo fatto, eppure non riuscivo ad allontanare quella sensazione di vuoto si stata impossessando di me. Non ci era voluto molto prima che i suoi discorsi diventassero strani e privi di senso logico.

“….per me questo è un periodo tremendo…” – aveva esordito fissando il vuoto.

“…è successo qualcosa?”

“….il punto è che non lo so. So che c’è qualcosa che non mi fa stare bene, ma non so cosa sia. Se sapessi che fossero i miei amici mi allontanerei un po’ da loro,ma non lo so, anche se mi sento irrequieto anche con loro…”

“Forse il lavoro??” – non volevo fare la domanda che mi tormentava.

“…io…sono così confuso….”

“…forse io?”

“…ma che dici?? Cioè…oh Elena, io non so cosa sia. Sto solo male…”

Dicendo queste parole aveva iniziato a piangere, era un pianto disperato, singhiozzava e non riuscivo a capire questo suo sfogo. Scioccamente avevo provato a consolarlo.

"Posso fare qualcosa per te? Non ce la faccio a vederti così….”

“E’ che prima quando pensavo a te mi si stampava il sorriso sulle labbra, adesso non è più così….”

“Forse è un periodo, lo sai che è successo anche a me. Io mi sono fermata un attimo e ho fatto il punto della situazione: volevo perderti? O volevo stare con te? Io ti amo e ho deciso di continuare a provarci. tu mi ami? Devi capire questo!”

Gli stavo fornendo una via d’uscita e non me ne rendevo conto.

“Io sono uno stronzo, mi faccio schifo! Non so se ti amo o no. So che se dovessi lasciarti poi finirei per stare male senza di te, ma ora con te non…..sono uno stronzo….non so che fare….”

Non smetteva di piangere e io stupidamente mi ostinavo a non capire che volesse lasciarmi, cercavo di consolarlo, gli avevo proposto anche una pausa per capire cosa provasse per me, come avevo visto fare nelle peggiori commedie romantiche, ero disposta a tutto pur di salvare quella storia. Sentivo il cuore rompersi a ogni sua parola. Un dolore che mi faceva scoppiare il petto e mi bloccava il respiro.

“E’ già da un po’ che non sto bene, non so se tra una settimana o due saprò dirti cosa provo per te. Mmi faccio schifo e mi odio perché ti sto lasciando anche se non so se ti amo ancora!!!”

Quelle sue parole erano bastata a frantumarmi l’anima, ero ancora li a cercare di frenare il suo pianto quando avevo sentito le mie forze abbandonarmi al mio pianto e alla mia vita senza di lui, lo avevo allontanato e avevo iniziato ad urlare dal dolore e dalla rabbia che ormai sentivo prendere sempre più spazio dentro di me dilaniandomi facendomi sentire stupida e inutile: avevo tentato di consolarlo in tutti i modi mentre lui stava per provocarmi un dolore così forte che non avevo mai provato in tutta la mia vita!!!

“No Nick!!! Adesso basta!!! Smettila di dire che non sai se mi ami!!!”

“Ma è così….”

“Ho detto smetti!!!!! – avevo urlato con tutto il fiato che avevo in gola - Nick, cazzo, mi stai lasciando, ora mi guardi negli occhi e mi dici: Elena io ti lascio perché io non ti amo!!”

“Ma non è così!!”

“Cazzo Nick!! Guardami e dimmelo,ti prego. Almeno questo me lo devi, Non puoi lasciarmi dicendomi che non sai se mi ami, mi devi dire che non mi ami più!!”

Con un filo di voce e con la testa bassa aveva assecondato la mia richiesta, non è un grande attore e nemmeno, in quell’ultimo gesto, mi aveva salvato dalle false speranze e dal dolore!!!

Ero sconvolta, avevo raccolto lo stretto indispensabile e avevo chiamato Katia in preda ai singhiozzi, avevo preso le chiavi della macchina per correre da lei a farmi medicare le ferite ma lui me le aveva sfilate di mano in un solo gesto.

“Ti accompagno io, non puoi guidare in queste condizioni….”

In macchina non una parola era uscita dalle nostre labbra, io non riuscivo a smettere di piangere e nemmeno lui, questo suo atteggiamento mi faceva impazzire.

Come poteva stare così se stava mettendo fine lui alla nostra storia?? Non ne aveva il diritto.

Poco prima di arrivare sotto casa dei nostri amici, aveva accostato l’auto.

“Non possiamo farci vedere così, stai piangendo….”

“Accompagnami da Katia subito! Cosa cambia se entro piangendo o apro la porta e scoppio in lacrime??”

Il mio tono deciso non ammetteva repliche, mestamente aveva fatto ripartire l’auto, arrivati a destinazione avevo preso la mia roba e, quando stavo ormai per scendere, la sua mano si era impossessata del mio braccio per bloccarmi.

“Il braccialetto te lo devo restituire??”

Il braccialetto. Che botta al cuore quella domanda. Il mio regalo di Natale per noi erano stati due braccialetti  con inciso all’interno i nostri nomi, reminiscenze adolescenziali forse ma lui sapeva benissimo che valore davo a quegli oggetti. Stavamo superando da poco un piccolo periodo di crisi quando gli avevo dato quel regalo chiedendogli di metterlo solo se avesse creduto ancora alla nostra storia. Come poteva in quel momento chiedermi se volevo che me lo restituisse o se lo poteva tenere ancora al polso? La rabbia, come fosse nero fumo, mi aveva annebbiato il cervello, quasi con violenza ho sfilato tutto ciò che avevo addosso che mi avesse regalato lui per lanciarglielo dritto in faccia.  

“Lo puoi tenere e tieni anche questi!!”

Come un cane bastonato aveva raccolto tutto per porgerlo nuovamente verso di me.

“Voglio che le tenga tu queste cose, sei importantissima per me!!”

“Ero importantissima per te!!! Mi stai lasciando!”

Avevo chiuso la portiera della macchina ed ero corsa a piangere tra le braccia della mia amica Katia; avevo pianto tutta la notte. E poi un suo messaggio.

“Non volevo comportarmi così…prima stare con te stasera e poi….volevo dirtelo subito ma non ce l’ho fatta. Hai tutto il diritto di odiarmi. Mi dispiace!!”

Magari fossi riuscita ad odiarlo, adesso non starei piangendo al solo ricordo di quella orribile serata.

Sono rimasta ancora circa un mesetto in America, prima fare ritorno qui in Italia e ricominciare la mia vita dove l’avevo lasciata circa due anni fa. Mi sono concessa un viaggetto in giro per l’Europa, Katia voleva venire con me, ma l’ho costretta a restare con Alex, avevo bisogno di raccogliere da sola i cocci del mio cuore rotto.

Sono passati un paio di mesi ormai da quella sera, le prime settimane ho continuato a sentire Nick ma ho deciso che fosse meglio lasciarmi tutto alle spalle, i suoi discorsi non mi aiutano ad andare avanti e lasciarmi tutto il dolore alle spalle; dice che sta male, che gli manco,che mi vuole bene ma tutto questo gran dolore ci passerà con il tempo. Non riesco a capirlo. Non voglio farlo. Non più.

E’ arrivato il momento di iniziare a capire me stessa. Di nuovo. Adesso.

 

 

 

_____________________________ANGOLO AUTORE_________________________

Alcune storie a volte ritornano dal passato, bussano alla porta dei nostri ricordi e chiedono di avere nuova luce….per questa storia è stata così…

E’ una storia vecchiotta, scritta nel 2006/2007 credo…uno stile completamente diverso da quello di adesso…emozioni diverse che vogliono essere raccontate…

E’ una di quelle storie che, nonostante la scrittura elementare, mi è rimasta nel cuore perché racconta una parte di me…forse è per ripartire di nuovo (come avevo fatto allora) che ho deciso di rieditarla per limare i grossi errori che, ad oggi, riesco a leggere all’interno!

E’ una di quelle storie senza pretese.

 

 

   
 
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